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Il valore della memoria Il processoLa notte di Primo Levi Niente pauraTuristi per un giorno Il gioco Conoscere se stessi Collezionisti di emozioniIl Concerto.

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Presentazione sul tema: "Il valore della memoria Il processoLa notte di Primo Levi Niente pauraTuristi per un giorno Il gioco Conoscere se stessi Collezionisti di emozioniIl Concerto."— Transcript della presentazione:

1 Il valore della memoria Il processoLa notte di Primo Levi Niente pauraTuristi per un giorno Il gioco Conoscere se stessi Collezionisti di emozioniIl Concerto di Natale La musica si ascolta con il cuore Conoscere l’altro Fuggire o morireBully Town Incontro con l’autriceProgetto continuità Dal fare al pensare … sperimentare per capire

2 Aula di Tribunale nel teatro della scuola percorso di educazione alla legalità

3 Dopo aver esaminato, in classe, le caratteristiche della Costituzione Italiana, i valori su cui si fonda e i suoi princìpi fondamentali, abbiamo intrapreso un percorso di Educazione alla legalità, studiando gli organi di giurisdizione e le leggi penali, con l’aiuto di due Magistrati, genitori di un alunno di prima, che ci hanno gentilmente offerto la loro esperienza e la loro conoscenza in materia. Dopo il primo incontro, la professoressa di Lettere ci ha comunicato una notizia che ha suscitato il nostro entusiasmo: il lunedì avremmo assistito (e collaborato!) alla simulazione di tre processi relativi a reati diversi, per comprendere ciò che avviene nei tribunali. Tutto questo si sarebbe svolto in auditorium. Dovevamo scegliere tre volontari per classe, che avrebbero interpretato i due carabinieri che avevano eseguito l’arresto e l’imputato; altre due persone sarebbero entrate in “Camera di Consiglio” (la sala di musica), per assistere il giudice nell’assegnazione della pena. Attraverso una votazione democratica, abbiamo scelto gli “attori”: Matteo Sabatini e Nicole Di Girolamo avrebbero ricoperto il ruolo dei due testimoni, Simone Bove quello dell’’imputato (nel nostro caso uno spacciatore). Il giorno del processo, lunedì 23 marzo 2015, gli attori sarebbero dovuti scendere al piano terra alle 8:15, per concordare con i Magistrati come “muoversi”.

4 Dopo l’appello, però, ci siamo accorti che il nostro “criminale” era assente. Poiché è solito arrivare in ritardo, inizialmente non abbiamo dato peso alla cosa, ma pochi minuti dopo siamo stati informati da un compagno che Bove sarebbe mancato per malattia. Abbiamo dovuto fare un’ improvvisa sostituzione, assegnando il suo ruolo a Riccardo Zambuto, il secondo eletto. Prima dell’inizio, ci sono state date alcune informazioni sulle caratteristiche di un processo penale: può essere composto da più sedute, che durano diverse ore; è svolto dal Pubblico Ministero, che rappresenta l’accusa, dall’imputato e dal suo avvocato difensore, che può essere di fiducia o d’ufficio (fornito dallo Stato, in caso di mancanza di risorse economiche), e dal Giudice che, assieme alla “giuria popolare”, emette una sentenza. Questa viene decretata in Camera di Consiglio, in un arco di tempo che può variare da poche ore a diversi giorni, senza interruzioni, fatta eccezione per brevi intervalli per la consegna del cibo. L’operazione deve rimanere segreta, al di fuori della portata di stampa e giornalisti. Nel nostro caso il reato commesso era lo spaccio di droga da parte di un venticinquenne di Roma. Il giudice ha chiesto le generalità dell’imputato, il quale ha dichiarato di chiamarsi Francesco Montini, nato a Roma nel 1990, di mestiere lavapiatti in una pizzeria, residente in via Abigaille Zanetta.

5 Poiché l’avvocato di fiducia del ragazzo aveva rifiutato l’incarico, ne era stato convocato uno d’ufficio. Subito dopo, il Pubblico Ministero ha fatto entrare in aula i due testimoni, Brigadiere e Maresciallo, che, dopo aver letto la formula di giuramento, che li impegnava a dire tutta la verità, hanno esposto i fatti: erano stati avvisati, dagli abitanti della zona Cecchignola, di frequenti “raduni” di studenti del liceo scientifico locale nel parco del quartiere, di scambi di sostanze sospette con un ragazzo poco più grande di loro. Si erano così recati, venerdì 20 marzo, nella zona segnalata, per un appostamento. Dopo un’ora dalla chiusura della scuola, gli studenti avevano iniziato a riempire il parco; il presunto spacciatore e un gruppo di ragazzi parlavano tra loro. Ad un tratto il sospettato si era allontanato e aveva sotterrato qualcosa. A questo punto era stato effettuato l’arresto. Durante la perquisizione erano stati trovati,in un calzino, 150 euro in banconote; il narcotest aveva poi confermato che la sostanza nel pacchetto era Marijuana. Durante la testimonianza, il nostro Maresciallo, preso dall’emozione, si è bloccato, ed è riuscito a riprendersi solo dopo il “suggerimento” dell’avvocato difensore.

6 Il Giudice ha chiesto quale rapporto avesse l’imputato con la droga. Il nostro “attore” ha risposto che fumava cocaina. La disinvoltura di Riccardo nel parlare e il suo italiano “poco italiano” hanno alleggerito il clima nell’aula. Con la sua risposta ha fatto anche intendere che, fumando cocaina, l’unico scopo della Marijuana nascosta era lo spaccio. L’avvocato d’ufficio, durante la sua arringa, ha giocato molto sulle attenuanti: l’imputato era un ragazzo giovane, con uno stipendio modesto e con un alto affitto da pagare. Ha esposto tutto ciò scherzando e facendo battute. Il PM, invece, era molto più serio e rigido, probabilmente perché, essendo la prima volta che veniva a scuola, non aveva tutta questa confidenza con noi ragazzi. Infine, Il Giudice si è riunito in Camera di Consiglio con la Giuria popolare, per decretare la pena. Dopo la lettura degli articoli penali, tenuto conto delle attenuanti e del fatto che l’imputato non avesse precedenti, è stata emessa la sentenza: il reo veniva condannato al pagamento di una multa e all’obbligo di presentarsi giornalmente alla stazione di polizia, per mettere una firma. In caso di reiterazione del reato, alla pena sarebbe stata aggiunta quella che avrebbe dovuto scontare precedentemente, senza attenuanti.

7 L’esperienza ci ha coinvolti particolarmente, poiché siamo stati tutti partecipi della preparazione e alcuni dei nostri compagni hanno anche recitato. Ci ha permesso di imparare le fasi di un processo rendendo entusiasmante un argomento che, spiegato in classe, poteva risultare noioso. Rispetto agli altri incontri, è stato il più coinvolgente. L’intero percorso, tuttavia, ci ha fatto crescere dal punto di vista civile, insegnandoci i valori della nostra Costituzione, per farci diventare buoni cittadini. Gli unici e rari momenti noiosi sono stati quelli in cui i Magistrati, per spiegare, usavano un linguaggio specifico e complesso, che non sempre riuscivamo a “decifrare”. Ringraziamo molto i Magistrati per averci seguito in questo percorso di Educazione alla legalità: si rivelerà utile anche per comprendere meglio tutte le notizie relative a reati penali, che appaiono quotidianamente sui giornali e in televisione. Ci auguriamo che i “colleghi” delle future terze possano, anche loro, avere l’opportunità offerta a noi. Questa esperienza ha aumentato il nostro giudizio critico nei confronti della società di oggi, dove non sempre vengono rispettati i grandi valori della Costituzione, per i quali gli Italiani del dopoguerra si sono battuti. Fabiana Bitti e Alice Loretelli (IIIA, a.s. 2014/2015)

8 EDUCAZIONE ALLA LEGALITÀ TRA LE NOTE DI LIGABUE di L ivia Albanese, Claudia Berardi, Caterina Bini e Marianna Vitello (IIIA, a.s. 2014/2015)

9 Al termine del percorso “Educazione alla legalità”, i magistrati hanno proposto la visione del film- documentario “Niente paura”, del regista Piergiorgio Gay, arrivato nelle sale il 17 settembre 2010 e presentato alla M ostra I nternazionale d’arte cinematografica di Venezia. L’abbiamo seguito con interesse, anche perché le immagini che scorrevano sullo schermo e gli interventi delle persone intervistate, legati alle tematiche affrontate nei primi due incontri, ci hanno permesso di “mettere insieme” le idee, per trarre conclusioni e riflettere ulteriormente, accogliendo l’invito di Ligabue: “Mi piace continuare a pensare che sia figo aver fatto una canzone che si infila nelle case, nella vita delle persone. Può essere utile dare allegria, far fare una riflessione, dare energia, aiutare ad affrontare meglio un problema. Sono contento di sentire che le mie canzoni possano essere state utili per qualcuno”. Durante i suoi concerti, il cantante proietta sullo schermo i testi della Costituzione, la legge fondamentale dello Stato. Quest’ultima fu preceduta dallo Statuto Albertino, troppo flessibile e facilmente modificabile da una legge ordinaria. Per questo motivo le sue norme subirono graduali modifiche, fino a fargli perdere, con l’avvento del fascismo, il suo connotato democratico.

10 L’ art. 32 rimanda a temi di attualità, quali l’eutanasia. Nel film si parla dell’episodio di Peppino Englaro, un padre che desiderava vedere la propria figlia, in coma vegetativo da molti anni, libera dalle catene che l’avevano tenuta imprigionata per più di tremila giorni. All’interno del documentario questo episodio è commentato nuovamente da Margherita Hack che, in quanto atea, afferma: “per i cristiani la vita assume un valore differente, rispetto alle persone non credenti che, invece, si avvalgono del diritto di fare ciò che vogliono della propria vita”. Questa considerazione, però, secondo noi non può portare nessuna persona a sentire di detenere il potere sulla vita degli altri. Con la legalizzazione dell’aborto o con altre leggi, l’uomo tende oggi ad attribuirsi la facoltà di valutare e giudicare il valore e la dignità della vita propria e di quella altrui. E questa non è una questione religiosa: è una questione di umanità. La nostra attuale Costituzione è il vertice della giurisdizione dello Stato italiano. Approvata dall’Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947 e promulgata dal capo provvisorio dello Stato, Enrico De Nicola, è entrata in vigore il primo gennaio 1948. Come viene detto nel film, la Costituzione è “un libro di regole per poter vivere insieme”. Sebbene sia composta da 139 articoli, ne sono citati solo alcuni, tra cui l’art. 3, sull’uguaglianza di tutti i cittadini, commentato dall’astronoma Margherita Hack e dall’attore Carlo Verdone, il quale, con un gesto, intende far capire quanto tale articolo sia poco rispettato al giorno d’oggi.

11 Il regista ha dichiarato di voler ricreare un ritratto dell’Italia negli ultimi 30 anni, raccontando la crisi della politica e cercando di scoprire cos’è per noi l’identità nazionale. Vi sono vari temi affrontati: testamento biologico, terrorismo, razzismo, impegno civile, disoccupazione, immigrazione, coraggio, solidarietà, eutanasia. La pellicola racconta la nostra storia attraverso esperienze personali di uomini e donne comuni, ma che, secondo il regista, assumono significato e valore collettivo. Sono proiettate immagini di eventi storici e fatti accaduti, grossomodo, dagli anni Sessanta all’inizio del nuovo Millennio, come la strage di via d’Amelio nel 1992, dove il giudice Paolo Borsellino rimase vittima, insieme alla sua scorta, di un attentato mafioso. Pochi mesi prima era stato ucciso, nella strage di Capaci, con la moglie e la scorta, un altro magistrato: Giovanni Falcone, lungo la strada che porta da Palermo all’aeroporto. Entrambi avevano diretto con successo le attività di un pool antimafia. La risposta di Falcone in un’intervista, riportata nel film, è la seguente: “Se ho paura? Bisogna saper convivere con la propria paura. La mancanza di paura è incoscienza”. Colpisce l’intervento in chiesa, durante i funerali di Falcone e della sua scorta, della giovane vedova dell’agente Vito Schifani, la quale esclama: “Io vi perdono, però dovete mettervi in ginocchio”. Il suo discorso è rivolto ai mafiosi. La donna, infatti, è a conoscenza della loro presenza in cattedrale e li richiama, invitandoli a inginocchiarsi e a riconoscere i loro errori. Mostra di non aver paura, davanti ad assassini.

12 Nel film viene ricordato anche un altro evento, che ha segnato la storia italiana: la strage alla stazione di Bologna di sabato 2 agosto 1980. Ligabue stesso afferma: “Io e i miei amici quel giorno decidemmo di partire per Rimini e di andare in macchina. La decisione di prendere la macchina è stata casuale: se avessimo preso il treno? Gli uomini che hanno messo la bomba, quel giorno, sono stati disumani, quel sabato”. La particolarità di questo attentato è che il marchingegno è stato posizionato nella sala d’attesa di seconda classe. C on i suoi 86 morti, ha voluto colpire soprattutto coloro che detengono un reddito normale, senza recare danno alla prima classe. Tutti questi eventi sono frutto della società in cui oggi siamo costretti a vivere, di cui ognuno deve sentirsi responsabile.

13 Nel percorso sul quotidiano, abbiamo affrontato temi importanti e spesso motivo di dibattito, come l’immigrazione, la corruzione, la disabilità. Quest’ultimo è ripreso dal documentario, attraverso la testimonianza di un giocatore di hockey disabile, che si esprime dicendo: “Ero abituato a vedere ciò che facevano gli altri. Giocando ho capito che potevo IO far divertire gli altri, far esplodere di gioia i tifosi e i miei compagni. Metto sempre impegno, forza di volontà, energia in quello che faccio. Se ciò non sarà sufficiente a raggiungere certi traguardi, io avrò comunque dato il meglio di me”. È emozionante sentire parole di speranza e gioia, provenire da chi, apparentemente, non ha avuto tutto dalla vita. Pensiamo sia un incoraggiamento a non smettere mai di lottare, a non arrendersi. Si rispecchiano, in questi sentimenti, le parole di Ligabue, rivolte a noi giovani come messaggio di speranza: “Lasciatevi andare ai vostri sogni. A nche se la situazione è quella che è, io voglio avere degli ideali. N on tutte le persone possono avere un futuro meraviglioso, perché è sempre stato così, ma tutti devono poterlo credere.” Vi sono poi frasi significative di alcune canzoni: “Avanti con il naso in aria tutti insieme, incontro all’avventura”; “Quando si fa arte o si fanno canzoni, io reggo lo specchio a qualcun altro”; “I sogni passano se uno li fa passare, se non pratichi spesso l’azione, apparentemente inutile, e resti seduto.” ; “Voglio un mondo all’altezza dei miei sogni e delle mie aspettative, perché magari molti, il 2 giugno, non sanno neppure perché è festa.”

14 Purtroppo questo è vero. Molti sottovalutano la nascita della Repubblica, che, invece, è stato un punto fondamentale nella storia dell’Italia. Ligabue vuole che noi ragazzi ci informiamo sulla storia della nostra patria, per farci un'opinione senza essere influenzati dalla società. All’interno del nostro Paese la corruzione è assai diffusa, soprattutto in ambito politico. Dovremmo utilizzare la cultura come antidoto a questo problema. Essa potrebbe anche essere la leva da attivare per risollevarsi dalla crisi economica. Già Sandro Pertini, ex presidente della Repubblica, aveva iniziato a incitare il popolo italiano a difendere lo Stato dalla corruzione, poiché “ la politica ha bisogno di onestà e coraggio".

15 Nel film si fa riferimento anche all’uccisione di un operaio, che ebbe il coraggio di denunciare un brigatista che faceva volantinaggio nel suo posto di lavoro, l’Italsider. Ritroviamo, nella pellicola, le considerazioni della figlia, che ci spiega la situazione del padre: egli fu l’unico testimone davanti al magistrato, nel processo per direttissima. Al ritorno dal tribunale disse, in famiglia, che aveva dovuto fare qualcosa che era suo dovere fare. Tre mesi dopo, nel 1978, fu giustiziato sotto casa. Guido Rossa, l’operaio, pur essendo consapevole di esporsi a morte sicura, mostrò un profondo senso civico. Nella frase di Ligabue: “A me non interessa tanto sentire le idee di una persona, quanto il sentimento che accompagna quelle idee” è chiaro il messaggio del cantante, che spinge noi giovani a coltivare i nostri ideali. L’idea di diventare un giorno dei veri e propri cittadini un po’ ci spaventa, poiché sarà difficile trovarsi di fronte a problemi, quali la mafia, il razzismo, ecc., ma sarà importante saperli riconoscere e affrontare. Un giorno saremo noi a dover governare questo Paese, che ora può apparire “frantumato”. Vorremmo perciò ringraziare i due magistrati, che ci hanno permesso di aprire gli occhi e vedere la realtà così com'è. Ci piacerebbe che questo percorso fosse riproposto alle prossime terze, così che tutti, via via, possano impegnarsi, seppur nel proprio piccolo, per costruire un’Italia migliore.

16 La notte di Primo Levi A cura di Beatrice Ambrosini e Paolo Chiesi

17 "Sognavo nelle notti feroci, sogni densi e violenti, sognati con anima e corpo: Tornare, Mangiare, Raccontare. Finché suonava bene e sommesso il comando dell'alba in Auschwits: alzarsi, >; e si spezzava in petto il cuore". Un sogno bellissimo, seguito da un incubo infinito, da cui non ci si riusciva a svegliare: i campi di sterminio. All'arrivo due strade: a destra si vive, a sinistra si muore. Uomini e donne separati da fili spinati. Famiglie costrette a dividersi e guardarsi da lontano, in lacrime. E poi, la decisione di presentarsi all'ambulatorio... la morte, l'unica via di uscita immediata e veloce. Fratelli e sorelle donano il loro pochissimo cibo l'uno all'altro, un piccolo gesto, che per loro era importante e prezioso.

18 Questo raccontano alcuni sopravvissuti intervenuti a "La notte di Primo Levi": Edith Bruck e Sami Modiano. Edith Bruck è una poetessa, scrittrice ungherese, deportata ad Auschwits a 12 anni. Dal 1954 vive in Italia, dove stringe amicizia con Primo Levi, a cui dedica anche delle poesie. Racconta di quando pochi giorni prima del suicidio di Primo, si sono parlati al telefono. Quella conversazione ha fatto capire al mondo i motivi del suo atto: la depressione e la perdita di fiducia in se stesso. Tra i testimoni è intervenuta anche Giacometta Limentani, amica di Primo Levi, partigiana, scrittrice e traduttrice, che ammette di "sentirsi in colpa" per non aver sofferto come chi è stato nei campi di sterminio. Il suo è stato un dolore enorme, ma comunque superabile con tanto coraggio. Le sofferenze provate nei lager non sono misurabili, invece, con un "metro umano". Ha poi spiegato che non tutti i tedeschi erano "cattivi", ma anche gli italiani facevano la loro parte, essendo stata violentata da un gruppo di fascisti italiani a 12 anni. Mi ritengo fortunata ad aver assistito al racconto di queste tre persone eccezionali che riescono a sopravvivere, raccontando quello che hanno provato, quello che hanno visto: cose che noi oggi non possiamo nemmeno immaginare.

19 «Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case, voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e i visi amici: considerate se questo è un uomo, che lavora nel fango, che non conosce pace, che lotta per mezzo pane, che muore per un sì o per un no. Considerate se questa è una donna senza capelli e senza nome, senza più forza di ricordare, vuoti gli occhi e freddo il grembo come una rana d’inverno. Meditate che questo è stato: vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore, stando in casa andando per via, coricandovi alzandovi; ripetetele ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa, la malattia vi impedisca i vostri nati torcano il viso da voi».

20 TURISTI A ROMA PER UN GIORNO FATTO DA: DANESE, GUARINO E SMERIGLIO

21 Finalmente il giorno dell'uscita didattica è arrivato: giovedì 19 febbraio. Non vedevamo l'ora di passare una giornata fuori dalla scuola e… con i mezzi pubblici: doppio divertimento! Sono le 8:15 e stiamo prendendo il primo autobus; dopo prenderemo la metro. Ci accompagnano la professoressa De Andreis e il professor Perna, che per oggi sarà la nostra guida, una specie di «cicerone»!

22 Finalmente arriviamo sull’Esquilino, uno dei sette colli di Roma, dove si trova la Basilica di S. Pietro in Vincoli. Il prof, quindi, comincia la spiegazione. Al tempo dei Romani, quello spazio era occupato dalle terme,fatte costruire dall’Imperatore Tito. Nel 422 a Roma c’era Lucina Eudossia, che, dopo essersi sposata con l’Imperatore Valentiniano III, fece costruire la basilica, paleocristiana, per tenere al sicuro le reliquie donatele da sua madre: le catene in latino vincula con cui l’apostolo Pietro era stato incatenato, custodite tuttora nella basilica,

23 in un’urna di bronzo situata sotto un baldacchino barocco con capitelli corinzi. Nei secoli successivi l’edificio fu rimaneggiato da Papa Giulio III della Rovere, che inizia la progettazione dell’attuale basilica di San Pietro, all’interno della quale voleva collocare il suo corpo dopo la morte. Chiama, infatti, vari architetti per il progetto della sua tomba monumentale. Lo colpisce più di tutti quello di Michelangelo, che prevedeva 40 statue in marmo di Carrara. È un progetto molto complesso ed è diviso in tre registri: sul primo le statue più grandi, sul secondo quelle di grandezza media, sul terzo le più piccole.

24 L’ artista inizia i lavori, ma quando Giulio II muore le statue completate sono solo due. Dato che la tomba era incompleta il Papa fu imbalsamato, adornato con vesti suntuose, gioielli, balze d’oro e messo nella Basilica di San Pietro. Durante il Sacco di Roma anche la sua tomba fu profanata e il corpo fu spostato nella Basilica di San Pietro in Vincoli. Ritornando alle due statue realizzate da Michelangelo, il professore ci ha detto che la più famosa è quella del Mosè, alta 2 m e 35 cm.

25 L’artista si è ispirato al “Torso”, una statua antica con solo collo e torso; inoltre, ha studiato l’anatomia sui cadaveri, quindi conosceva molto bene il corpo umano. Mosè viene rappresentato con un’ espressione arrabbiata, seduto e con le tavole della legge in mano; ai lati sono poste altre due statue. Internamente troviamo venti colonne greche doriche e un soffitto barocco, non terminato. Nella basilica si può ammirare un organo barocco in foglia d’oro, uno dei più grandi e belli di Roma. L’ edificio è costruito in mattoni cotti, numerati uno ad uno; ognuno di essi, inoltre, ha incisa la data in cui è stato aggiunto alla costruzione.

26 Abbiamo appena finito la visita alla prima basilica e già siamo stanchi … quello che ci serve è proprio un bel cornetto! Per questo stiamo prendendo una strada laterale per arrivare in un bar! Dopo la colazione dobbiamo camminare un po’, prima di arrivare alla basilica di S.Clemente. Passeremo anche davanti al Colosseo!

27 Eccoci arrivati! Entrando, notiamo subito uno splendido pavimento in mosaico policromo cosmatesco. L'edificio sorge sui resti di una basilica paleocristiana, incendiata da Nerone. Costruita dall'imperatore Costantino fu poi distrutta dai Normanni. Si può ammirare un bellissimo affresco raffigurante il trionfo di S.Clemente. Sul mosaico dell'abside si può notare una croce e una mano con un pugno chiuso, la mano di Dio; la croce unisce la terra con il cielo. Il soffitto è a cassettoni, rivestito con foglie d'oro. Il mosaico è sovrastato da un arco di trionfo: Gesù trionfa sulla morte e il peccato.

28 La pianta d'acanto simboleggia l'immortalità. Osserviamo dodici colonne, simbolo dei dodici apostoli, l'agnello immolato, due cervi e quattro ruscelli, che rappresentano i quattro fiumi dell'antico testamento: Tigri, Eufrate, Nilo, e Giordano. Com'é scritto nel libro dei salmi, come i cervi desiderano dissetarsi nei fiumi, così gli uomini desiderano dissetarsi con le parole di Dio. Gesù è raffigurato con tre dita alzate (simboleggiano la Trinità) e due abbassate (natura umana e divina di Cristo). La basilica paleocristiana venne distrutta nel 1064 ed è rimasta sepolta per circa 800 anni. Sorgeva, a sua volta, sopra i resti di una domus romana.

29 Scesi nella basilica inferiore, osserviamo due colonne molto piccole, che appartenevano, probabilmente, al cortile della villa di Nerone. Ammiriamo, poi, un affresco riguardante la vita di San Clemente, importante documento per la storia della lingua italiana. San Clemente era un soldato, poi convertitosi; divenne prima prete, poi vescovo e, infine, Papa. Venne esiliato dall'imperatore in Crimea, dove fu fatto annegare. Il suo corpo fu poi portato a Roma.

30 Vediamo Teodora, moglie del prefetto Sisinnio, che si era convertita al Cristianesimo. Il marito, non contento, mandò i soldati ad arrestare Clemente. Ma Dio li rese ciechi. I soldati, credendo di avere afferrato Clemente, cominciarono a trascinare una colonna. Sisinnio allora disse: "Tirate! Figli de le...". La frase è molto importante, non per la parolaccia, ma per la presenza delle preposizioni articolate, che in latino non esistevano. La loro presenza all'interno di questo antico "fumetto" testimonia che il latino stava cambiando per passare al volgare.

31 Accanto sorgeva il tempio dedicato al Dio Mitra, a cui Apollo aveva dato l'incarico di salvare il mondo. Con Teodosio, il Cristianesimo divenne la religione ufficiale e i culti pagani vennero aboliti. Nel Mitreo, il Dio è rappresentato da un fanciullo; ovunque è rappresentato il sole.

32 Dopo aver mangiato, chi un bel pezzo di pizza e chi un bel kebab, e dopo esserci riposati entriamo nel battistero di S. Giovanni in Laterano, il più antico edificio cristiano, insieme alla basilica omonima. Costantino cominciò a far costruire questo edificio nel 314; fu finito nel 320. I lavori durarono per ben 6 anni. L'edificio è utilizzato per i battesimi ed è a pianta ottagonale. Ogni suo lato rappresenta un sacramento. Il soffitto, cinquecentesco, in legno intarsato e con oro zecchino, è a cassettoni. Le colonne sono in porfido rosso, con capitelli dorici e corinzi. Al di sopra le trabeazioni, realizzate con marmo preso dal tempio di Adriano.

33 Sopra le trabeazioni altre colonne, che sostengono la cupola. Al centro di essa c'è una colomba, che rappresenta lo Spirito Santo. Dentro al grande cerchio, per terra, c'è una vasca, aggiunta più o meno cinquant'anni fa, nella quale si trovano dei cervi di bronzo. Entriamo in una cappella laterale, chiusa al pubblico, un’opportunità unica, che ci è stata offerta dal professor Perna. In essa si trova uno dei mosaici più antichi di Roma, che risale al V secolo. Al centro c’è un cerchio e all'esterno un quadrato; dentro al cerchio, un agnello, simboleggia Dio. I quattro lati del quadrato rappresentano i quattro elementi: acqua, terra, fuoco e aria. Successivamente passiamo alla cappella dedicata a San Venazio.

34 Il soffitto è a cassettoni e il pavimento, originale, in mosaico. Sulla grande abside c'è un mosaico antico con piante d'acanto verdi e oro realizzate in tessere di vetro.

35 Ora che il prof ha finito di spiegare andiamo a prendere il 767 che ci porterà davanti a scuola. Eccoci arrivati, ma…si è fatto tardi: sono le 14:20. La professoressa De Andreis tra qualche giorno ci chiederà di stendere una relazione, consultando gli appunti presi mentre il professor Perna spiegava.

36 Questa uscita ci è piaciuta molto, perché ci ha permesso di acquisire conoscenze, di scoprire nuovi luoghi e tesori artistici della nostra città. Rispetto al battistero San Clemente e San Pietro in Vincoli ci sono sembrate più belle. Di sicuro i momenti più divertenti sono stati quando abbiamo preso l’autobus, la metro e quando siamo andati dal “Kebabbaro” a mangiare. Se dovessimo dare un voto sarebbe 8 e ½. E’ stata molto interessante ma…anche un po’ noiosa come ogni lezione che si rispetti. La consiglieremmo a tutti: a fine giornata siamo stanchi, ma più ricchi dentro.

37 IL GIOCO CLASSE 2D ATTIVITA’ INTERDISCIPLINARE IN CONTINUITA’ CON LE CLASSI QUINTE DEL PLESSO FERRARI

38 Q UAL È L ' OBIETTIVO CHE CI PONIAMO QUANDO GIOCHIAMO ? L A VITTORIA È CASUALE O DIPENDE DALLE NOSTRE AZIONI ? Q UANDO GIOCHIAMO PENSIAMO A DIVERTIRCI O STARE BENE CON GLI ALTRI ? A questi quesiti e ad altri ancora abbiamo provato a dare risposta attraverso un progetto didattico interdisciplinare incentrato sul gioco che noi della II D abbiamo presentato nei due open day organizzati dalla nostra scuola.

39 L A VITTORIA DIPENDE DALLE NOSTRE AZIONI Innanzitutto, con la professoressa di scienze, siamo partiti dall’osservazione che, secondo la maggior parte di noi, la vittoria dipende dalle nostre azioni, ad esempio, nel biliardino, riesco a vincere se io mando la palla nella porta avversaria colpendola coi giocatori; non accade certo perché il destino ha deciso che la palla dovesse entrare nella porta!

40 Q UI È IN GIOCO LA FISICA ! A questo punto per capire meglio abbiamo usato il gioco per ricavare dei principi fisici. Ci siamo divisi in gruppi a ognuno dei quali era assegnato un gioco diverso: il gioco della palla, il tiro alla fune, la pista con le biglie, i birilli, l'altalena, la carambola e la campana.

41 CONTINUITA’ CON LE ELEMENTARI Dopo abbiamo studiato meglio e approfondito gli argomenti e abbiamo coinvolto i bambini della scuola elementare “Ferrari”. Abbiamo fatto con loro la stessa cosa, come se noi fossimo i professori. È stata un’emozione indescrivibile passare dall’altro lato. Poi abbiamo realizzato molti, diversi, originali, cartelloni che abbiamo esposto all'open day.

42 INTERVISTA E STATISTICHE Non ci siamo laureati solo in Fisica, ma anche in Tecnologia e Giornalismo, con le nostre conoscenze, vale a dire le professoresse di tecnica e di italiano. Abbiamo studiato l'evoluzione del gioco partendo dalle interviste fatte ai nostri genitori e coetanei e, visto che in Matematica stavamo studiando i grafici, abbiamo rappresentato tutte le statistiche trovate con le interviste. Poi abbiamo scelto i giochi più comuni e provato a ricostruirne alcuni, per esempio l'aquilone e la bambola; per comprendere meglio le differenze tra le varie generazioni.

43 PREPARIAMO L’ESPOSIZIONE Prima ci si divertiva con poco, usando la fantasia e l’abilità manuale, ora, invece, ci nascondiamo dietro ad uno schermo. Dopo esserci procurati tutto il materiale, abbiamo coinvolto i ragazzi delle elementari con i quali ci siamo divisi in gruppi dividendoci i giochi. C'era chi si occupava dei giochi del presente, del passato e di ieri, aggiungendo i grafici da noi preparati; altri si occupavano di costruire l'aquilone con materiali riciclati e altri ancora avevano il compito di disegnare e trascrivere la storia e il regolamento di diversi giochi.

44 IL NOSTRO TRAGUARDO Tutta le attività svolte ci hanno coinvolto particolarmente, perché in fondo giocando con la fisica, con le parole, con la fantasia e con l’arte abbiamo imparato.

45 Collezionisti di emozioni Laboratorio di poesia

46 La felicita Felicit à quando in cielo brillano stelle quando faccio azioni buone e belle. Quando Prendo un buon voto sono felice, mi sento libero di volare come una fenice. Quando sto con il mio cane sono contento gioco e corro come vento. Il luned ì,quando torno a scuola, scherzo con gli amici ad ogni ora. A casa mi annoio, ma quando li invito siamo tutti felici : dal cuore spruzza un urlo silenzioso, li stringo in un abbraccio gioioso. Vedo la vita piena di colori, per magia non sento pi ù i miei dolori. Quando scherzo, ballo e canto E le parole soffio nel vento Sono felice Quando sento un dolce profumo che mi piace Quando il silenzio assordante mi passa vicino Mentre leggo un libricino O quando mi stendo sul prato e la natura mi circonda Sono in una simpatica onda. Tic tac fa l'orologio Conta minuti ed ore È come un elogio Come musica d'amore Non vorresti finisse mai Ma prima o poi la perderai Non ne fare un'apocalisse Perch é poi la ritroverai. La felicita Felicit à quando in cielo brillano stelle quando faccio azioni buone e belle. Quando Prendo un buon voto sono felice, mi sento libero di volare come una fenice. Quando sto con il mio cane sono contento gioco e corro come vento. Il luned ì,quando torno a scuola, scherzo con gli amici ad ogni ora. A casa mi annoio, ma quando li invito siamo tutti felici : dal cuore spruzza un urlo silenzioso, li stringo in un abbraccio gioioso. Vedo la vita piena di colori, per magia non sento pi ù i miei dolori. Quando scherzo, ballo e canto E le parole soffio nel vento Sono felice Quando sento un dolce profumo che mi piace Quando il silenzio assordante mi passa vicino Mentre leggo un libricino O quando mi stendo sul prato e la natura mi circonda Sono in una simpatica onda. Tic tac fa l'orologio Conta minuti ed ore È come un elogio Come musica d'amore Non vorresti finisse mai Ma prima o poi la perderai Non ne fare un'apocalisse Perch é poi la ritroverai.

47 Il papà È bello, elegante Più prezioso di un diamante. Mi aiuta in tante cose noiose E le fa diventate grandiose. Due occhi brillanti mi guardano Come due stelle nel cielo che luccicano, Quando lo vedo lo abbraccio E gli dò un bacio. È il mio angelo favorito, Sceso giù dal cielo infinito. Anche se a volte litighiamo, Risolviamo tutto e poi ci divertiamo. Ma io so che su papà posso contare Perché lui è sempre pronto ad aiutare Il papà È bello, elegante Più prezioso di un diamante. Mi aiuta in tante cose noiose E le fa diventate grandiose. Due occhi brillanti mi guardano Come due stelle nel cielo che luccicano, Quando lo vedo lo abbraccio E gli dò un bacio. È il mio angelo favorito, Sceso giù dal cielo infinito. Anche se a volte litighiamo, Risolviamo tutto e poi ci divertiamo. Ma io so che su papà posso contare Perché lui è sempre pronto ad aiutare

48 La musica si ascolta con il CUORE TESTO: Ludovica Bernardi, Elena Carriera e Adriano Napolitano. PARTE GRAFICA: Caterina Agherbino e Arianna Ferrari ( con l’aiuto dei compagni di 1^A)

49 Quante emozioni, nell’arco di una mattinata! Il 9 febbraio abbiamo vissuto un’ “avventura” coinvolgente, indimenticabile, che resterà scolpita per sempre nelle nostre menti, ma, soprattutto, nei nostri cuori! La nostra classe, accompagnata dalle professoresse Mura, D’Alessio, Piccolo, Tedesco e Iocca, si è recata, insieme alle altre prime della scuola media e ad altri insegnanti, al Parco della Musica, per assistere al concerto della Banda Musicale della Guardia di Finanza, diretta dal Ten. Col. Leonardo Laserra Ingrosso, con l’accompagnamento, al pianoforte, di Laura De Mariassevich. Lo spettacolo è stato presentato da Gregorio Mazzarese. Ci ha ospitato la Sala Santa Cecilia, la più grande del complesso, con il soffitto in legno e le poltrone di velluto. Sono stati eseguiti diversi brani musicali, tratti da colonne sonore famose della storia del cinema, mentre su uno schermo venivano proiettate immagini dei rispettivi film. La musica di “Così parlò Zarathustra”, anche se sembrava lenta e noiosa, è stata coinvolgente. La colonna di “Star Wars”, un successo conosciuto da tutti, molto carica e piena di energia, era in perfetta armonia con le scene. Bellissima! Un tutt’uno con le immagini!

50 Le note di “Mission Impossible” hanno appassionato tutti, al punto che nessuno si distraeva. Alcuni hanno fatto commenti: “Stupendo!”; “Perché è già finito?”. E’ giunto il momento di “Incontri ravvicinati del terzo tipo”. Non tutti conoscevano il brano, pieno di suspense, così, invece di godersi la musica, alcuni hanno cercato di “capirla”. Finalmente sono risuonate le note di uno dei migliori film per ragazzi: “Pirati dei Caraibi”. Tutti hanno apprezzato il brano e chi non aveva visto il film è rimasto con il fiato sospeso. Le ragazze sono state colpite anche dalle parti più delicate e romantiche. La musica de “Il Gladiatore”, piuttosto forte e dal ritmo molto deciso, sottolineava alcune scene violente del film; a tratti più lenta, mandava in confusione le menti. Bellissima la colonna sonora del capolavoro di Roberto Benigni, “La vita è bella”, per non dimenticare la shoà. Una musica significativa, accostata ad eventi storici drammatici. Forse la più emozionante! Tutta la sala si è commossa, riguardando le immagini del film, e alla fine dell’esecuzione l’applauso è stato caloroso, scrosciante.

51 Per coinvolgerci, la pianista suonava delle note e noi dovevamo indovinare il film a cui appartenevano. Durante l’esecuzione della colonna sonora di “Ghostbusters”, al “tre” di una signora sul palco abbiamo dovuto dire il titolo del film. Con “Il Re Leone” ci siamo ricordati di quando eravamo piccoli: i cartoni animati ci piacevano moltissimo e ci divertivano tanto Il “Madley Latino Americano” ha coinvolto particolarmente il pubblico, facendo ballare tutti. Per chiudere “alla grande”, la banda ha suonato la “Marcia d’Ordinanza” e “Il Canto degli Italiani”. Ci siamo alzati tutti in piedi e, con la mano sul cuore, abbiamo cantato l’inno di Mameli. Durante il concerto il pubblico, colpito dai brani eseguiti, applaudiva spesso. Il che fa capire che nessuno si è annoiato. L’esperienza ci ha permesso di arricchire le nostre conoscenze. Avevamo studiato la disposizione di una banda, ma vederla dal vivo è stata un’altra cosa! Grazie alla ricerca sul Parco della Musica, assegnata dalla prof.ssa Mura dopo l’uscita didattica, abbiamo scoperto anche molte curiosità. Consigliamo a tutti questo concerto. Quando si esce, infatti, si vede la vita in modo diverso: appare più armoniosa, piena di gioia, di colori, UNICA. In futuro, quando vedremo un film, presteremo attenzione alla colonna sonora. Se dovessimo dare un voto all’esperienza daremmo “10”, perché è stata molto coinvolgente, interessante, e ci ha regalato tante emozioni

52 La sala santa Cecilia È la sala più grande del Parco. Concepita per la musica sinfonica, la sua caratteristica acustica permette di eseguire concerti di musica sacra, da camera e contemporanea. Può ospitare più di 2500 persone.

53 Il concerto di Natale il nostro cestino di doni Il nostro saggio di Natale si è tenuto il 16 dicembre 2015, dopo frenetici preparativi cominciati mesi prima. Verso la fine d’ottobre, la nostra classe, cioè la 2°B, insieme ad altre, ha cominciato ad imparare i brani: la Barcarola di Offenbach e il valzer Verdi tratto dal film “Il gattopardo”. Alcuni di noi si sono esercitati a suonare con il flauto, altri a ballare il valzer. Altri alunni ancora preparavano l’accompagnamento ritmico per la Barcarola, il valzer, e per la canzone Jingle Bells Rock di Bobby Helms. Per gli strumenti ritmici, non seguivamo gli spartiti o le indicazioni della prof. di musica, ma siamo stati noi a decidere i tempi e gli interventi dei vari strumenti, lavorando in cooperative. E’ stato difficile, ma ci siamo divertiti molto, perché abbiamo messo in gioco la nostra creatività.

54 Un altro gruppo di alunni ancora faceva le prove di canto per Jingle Bells Rock e la commovente canzone “Beatiful that way”, colonna sonora del film “La vita è bella”. All’inizio non eravamo proprio capaci, ma alla fine, dopo tanto impegno e, dopo tante correzioni della docente di musica, la mitica professoressa Mura, siamo riusciti ad impararli. Contemporaneamente svolgevamo anche un progetto in continuità con le quinte elementari della scuola D’Antona Biagi. Questo aveva come tema l’Irlanda, una nazione piccola, dal paesaggio spettacolare, fatto da sconfinate e verdi brughiere, ricca di una secolare cultura e fantastiche leggende. Ci siamo incontrati diversi giorni per imparare le danze irlandesi. E’ stato molto difficile imparare i passi base, i passi variati, l’accompagnamento ritmico e inventare, con lavoro cooperativo, le coreografie in pochi giorni, anche perché dovevamo preparare una canzone irlandese per l’Open Day.

55 Tre giorni prima del saggio abbiamo fatto, con grande trepidazione, le prove generali, durante le quali abbiamo provato tutti i brani e organizzato la disposizione dei musicisti nella sala. Sui gradoni ci sarebbero stati i flauti, a destra quelli delle seconde, a sinistra quelli delle prime. Dietro ci sarebbero stati i violini a destra, e gli strumenti ritmici e il pianoforte al centro. Invece davanti ci sarebbero stati i cantanti e di fronte a noi la “direttrice dell’orchestra”, la prof. Mura. I nostri cuori battevano così forte da fare concorrenza agli strumenti ritmici. Il giorno del saggio eravamo convocati a scuola alle 16:15 e abbiamo fatto mezz’ora di prove, fino alle 16:45, quando sono entrati i genitori. Eravamo molto agitati ma anche eccitati, pronti a dare il massimo. Sarebbe andato tutto bene?

56 Una volta che tutti i genitori si sono accomodati, la preside ha fatto un breve discorso, poi abbiamo cominciato con le danze irlandesi. Gli alunni che hanno ballato si sono divertiti molto a seguire il ritmo incalzante della musica, ma anche tutti gli altri sembravano coinvolti da questo ballo simpatico. Poi abbiamo suonato Barcarola: gli applausi scroscianti ci incoraggiavano. La prof. Mura ha presentato quindi il brano successivo e, nonostante cercasse di dilungarsi per dare il tempo ai ballerini di cambiarsi, questi non sembravano mai pronti e tardavano a presentarsi. Poi finalmente, eleganti e solenni, hanno aperto le danze del valzer. Che magia! Quindi è stato il momento di cantare Beatiful that way: le nostri voci cristalline, a volte un po’ incerte, hanno riempito la sala e hanno inebriato di dolcezza il cuore degli spettatori. Infine, per concludere in allegria, per salutarci e per augurarci Buon Natale, abbiamo intonato, in coro o da solisti, Jingle Bells Rock.

57 Alla fine abbiamo ricevuto molti applausi gratificanti. I prof. ci hanno fatto i complimenti, finalmente ci siamo rilassati e un’espressione soddisfatta si è dipinta sui nostri visi. Molti genitori ci hanno detto di essere rimasti colpiti in modo particolare dal valzer. Non si aspettavano forse che volteggiassimo così leggeri!!! E poi che buffo: un papà ha persino detto alla figlia che ballava troppo stretta al suo compagno!! Ma il nostro concerto di Natale voleva essere un cestino di doni: volevamo che fosse evidente l’impegno che ciascuno di noi ci aveva messo, la stretta collaborazione per lavorare in armonia, lo spirito di gruppo che vince l’egocentrismo, l’attenzione a valorizzare le capacità di tutti noi, il piacere di ascoltare e fare bella musica. Vedere i genitori e i professori così soddisfatti del nostro lavoro ci ha fatto capire che siamo riusciti a regalare loro questo cestino di doni. Grazie ai professori che ci hanno guidato in questa piccola “impresa”!!! classe II B

58 Il tema oggetto di studio (l’emergenza migranti) è stato presentato in una prospettiva stimolante (la proiezione di alcuni filmati) tale da ottenere una reazione negli alunni capace di attivare un processo di ricerca ed un coinvolgimento anche emotivo. Al tempo stesso la presentazione della tematica non ha assunto la fisionomia di una trasmissione esaustiva, ma piuttosto ha contribuito a stimolare domande. «FUGGIRE O MORIRE» FARE RICERCA SUL TEMA DEI MIGRANTI CON LA III D PRESENTARE IL TEMA

59 Dopo aver visto i filmati, Gli alunni sono stati invitati, a trascrivere INDIVIDUALMENTE le loro domande. QUESTIONING: PORRE DOMANDE

60 Per condividere le domande prodotte dai compagni e per stimolarne di nuove, i ragazzi si sono disposti in gruppo utilizzando la struttura guida del “plan map”. LISTE DI DOMANDE IN GRUPPO

61 Il risultato del confronto di gruppo è la produzione di un certo numero di domande. I portavoce le leggono e si procede a classificarle suddividendole in categorie. CLASSIFICAZIONE DELLE DOMANDE IN SOTTO ARGOMENTI

62 A questo punto ogni alunno ha scelto un sotto argomento di interesse e ha avuto il compito di stilare un piano di studio, ovvero sia individuare di quali informazioni avesse bisogno per raggiungere l’obiettivo, rappresentato dalla risposta alle domande formulate inizialmente. PIANI DI STUDIO INDIVIDUALI

63 Vengono composti dei gruppi in base alla scelta dei sotto argomenti effettuata individualmente, si ritrovano insieme gli alunni che hanno approfondito, anche se in modo diverso, lo stesso tipo di tematiche. ANALISI IN GRUPPO DELLE INFORMAZIONI RACCOLTE E DECISIONI RIGUARDO ALLE MODALITA’ DI PRESENTAZIONE ALLA CLASSE.

64 Sono stati utilizzate prevalentemente presentazioni in power point, qualcuno ha registrato delle interviste. Un gruppo ha realizzato un video interpretando in modo istruttivo la tematica dei “viaggi della speranza” e dell’accoglienza dei migranti, riscuotendo grande successo. IL VIDEO

65 A PIEDI NUDI, A CUORE APERTO UN LIBRO DI PAOLA ZANNONER

66 LE DOMANDE CHE ABBIAMO FATTO ALL’AUTRICE IL GIORNO CHE È VENUTA A PARLARCI DEL SUO LIBRO A SCUOLA

67 Lei usa il linguaggio delle adolescenti e descrive molto dettagliatamente in che modo si relazionano tra loro. Come mai conosce così bene il nostro mondo? III A: GIACINTI Alla luce degli ultimi eventi in Israele, crede realistica la storia d’amore tra i due ragazzi? (III A: YUSIF e TORRI) Quale scopo si proponeva, scrivendo una storia d’amore tra due ragazzi, tra virgolette “nemici”? (III A: GIMONDO) Da dove ha tratto ispirazione per la tematica affrontata nel romanzo? Da una sua esperienza personale? C’è un po’della scrittrice, in Rachele? Quanto tempo ha impiegato, per scrivere il libro? III C: PALMIZIO Perché ha scelto questo titolo? Perché ha suddiviso il testo in tre macrosequenze intitolate “A piedi nudi”, “A capo scoperto”, “A cuore aperto”? Chi è AMIN MAALOUF, la persona cui si devono le riflessioni sul “DIALOGO TRA CULTURE”, collocate all’inizio, subito dopo la dedica? III A: ALBERGATI Ci sono possibilità che dal libro venga tratto un film? (III A: GUARINO ) Quando ha cominciato a scrivere il libro aveva già in mente tutta la storia? III A: LE PRIOL

68 La descrizione del quartiere, del mercato, degli usi e costumi arabi sono frutto di esperienza personale o si è documentata? E’ mai stata in Israele e nei territori palestinesi? III A Danese I due ragazzi con l’amore vincono i pregiudizi. Secondo lei gli adulti ne sarebbero capaci? III A: VITALE L’episodio di Taisir in biblioteca ha un valore simbolico? Pensa che la cultura aiuti a superare le barriere ideologiche e culturali? III C: SCANDALIATO Rachele fino alla fine lascia credere al ragazzo di essere ebrea. Perché ha fatto questa scelta? III C: CORONA Potrebbe spiegarci il significato della foto in copertina? Perché c’è il mare, che nel libro non compare mai? III C: CHIESI Perché alcune parole sono in corsivo? III C: CELLETTI Perché ha costruito il rapporto di Rachele con il padre più sereno, rispetto a quello con la madre, conflittuale? III C: VITALETTI PERCHÉ RICORRE SPESSO AI SOGNI? III C: ARIOLFO Si è ispirata ad altri scrittori? III C: MAGGIO

69 LE NOSTRE OPINIONI, DOPO AVER LETTO IL LIBRO ED INCONTRATO L’AUTRICE A SCUOLA IL 28.10.2015

70 MI SEMBRA UN PO' IRREALISTICO CHE UN RAGAZZO ARABO SI INNAMORI DI UNA RAGAZZA EBREA E CHE RIESCA A SUPERARE TUTTE LE BARRIERE CHE LI SEPARANO, SOPRATTUTTO CON QUELLO CHE STA ACCADENDO OGGI. LEGGERE QUESTO LIBRO CON LA CLASSE È STATA UNA BELLA ESPERIENZA PERCHÉ ABBIAMO POTUTO APPROFONDIRE TANTI TEMI DISCUTENDO TRA DI NOI. (VALERIA RAFFI) Questo libro non parla direttamente della questione israeliano-palestinese ma riesce a farci capire con quanta facilità ci si costruiscano dei pregiudizi e con quanta difficoltà si riescano ad abbattere. Ho trovato Rachele e le sue amiche infantili, le classiche pettegole che iniziano a guardarsi intorno solo quando gli eventi le riguardano direttamente. (Greta Ariolfo) “CHIUNQUE LO LEGGA SERIAMENTE VIENE CATTURATO ED “ENTRA” NELLE VICENDE NARRATE: STA CON RACHELE E LE SUE AMICHE A CHIACCHIERARE; È PRESENTE QUANDO TAISIR LE URLA CONTRO E…IN TUTTI GLI ALTRI MOMENTI. IL LETTORE È LÌ, CON LA PROTAGONISTA. IN FONDO, SECONDO ME È QUESTO CHE DEVE FARE UN BUON LIBRO: COINVOLGERE!” (SARA SMERIGLIO)

71 HO TROVATO IRREALISTICO CHE UNA RAGAZZA DI QUESTI TEMPI SI METTA A CORRERE DIETRO AD UN RAGAZZO PER LA STRADA E IN METRO FACENDOSI, COME SI DICE OGGI, "UN BEL FILM MENTALE ". SONO RIMASTO ABBASTANZA SORPRESO DA QUESTO INCONTRO. PENSAVO ALLA SOLITA CHIACCHIERA CHE AVREMMO DOVUTO ASCOLTARE, INVECE È STATO INTERESSANTE. (RICCARDO PALMIZIO) Mi ha colpito il modo di scrivere della Zannoner, quando descrive dettagliatamente le emozioni e le sensazioni dei protagonisti, come se avesse vissuto quelle vicende in prima persona. Leggendo il libro tutti insieme in classe potevamo confrontarci, sottolineavamo le frasi o le parole che non riuscivamo a capire, evidenziavamo i passaggi che ci erano particolarmente piaciuti e abbiamo formulato le domande da fare alla scrittrice. (Gabriele Maggio) La musica ha un ruolo fondamentale, infatti accomuna i due ragazzi, lui ama rappare, lei ama cantare. È grazie alla musica che la barriera tra loro verrà abbattuta. Questa vicenda mi ha fatto riflettere su quanto possa essere forte l' amore... Mi sono immedesimata in Rachele quando fa lezione di canto e quando canta. (Beatrice Ambrosini) La forza dell'amore tra i due ragazzi è un modo per dire come si può trovare la pace tra israeliani e palestinesi, il dialogo dovrebbe risolvere i conflitti. (Filippo Vitaletti)

72 “MI SONO SUBITO PREOCCUPATO, PERCHÉ NON MI ANDAVA DI LEGGERE IL LIBRO. POI, PAGINA DOPO PAGINA, MI SONO INCURIOSITO E ME LO SONO LETTO CON GUSTO. MI HA VERAMENTE APPASSIONATO, CON LA STORIA D’AMORE TRA RACHELE E TAISIR. DEVO DIRE CHE SONO RIMASTO SBALORDITO: NON AVEVO MAI LETTO UN LIBRO COSÌ BELLO IN TUTTA LA MIA VITA!” (ALESSANDRO ZAPPAVIGNA) “Quando la prof. ha assegnato il libro molti si sono lamentati. Io stesso ho pensato: -Sarà noioso e, dopo l’incontro, la De Andreis ci farà fare il tema!- Ho iniziato a leggerlo nel fine settimana. Più leggevo, più mi annoiavo. Dopo un quarto d’ora l’ho chiuso. Il lunedì più della metà della classe aveva cambiato idea ed esclamava: -Che bello!Come sono teneri!- Tornato a casa, l’ho ripreso e mi sono sdraiato sul divano. Ad un tratto ho sentito la suoneria del cellulare. Era mamma, che mi chiedeva se avessi iniziato i compiti e a che punto fossi. Spaventato, le ho risposto che stavo finendo italiano, che mi mancava pochissimo, e ho riattaccato. Ho guardato l’orologio: le sette, e… non avevo ancora iniziato i compiti! Quel dannato libro mi stava “DISTRAENDO” !!! (Niccolò Gimondo) “Quando la prof. ci ha proposto di leggere il libro “A piedi nudi, a cuore aperto”, in occasione dell’incontro con l’autrice, ho pensato subito che sarebbe stata una “rottura” e, infatti, così è stato. Perché avrei dovuto leggere un libro che non avevo scelto io? Ho iniziato la lettura ed è cominciato lo “strazio”. Nella prima parte la protagonista sembra uno stalker: insegue il ragazzo che le piace persino nel quartiere arabo dove abita! La seconda è più interessante. La terza è la peggiore: tutta “ baci e abbracci”! peggio di Romeo e Giulietta!Solo le ragazze si sono appassionate alla storia. (Jacopo Carlini)

73 BULLY TOWN

74 Giovedì 3 dicembre tutte le terze della scuola sono andate al Teatro “Italia” per vedere “Bully Town”, uno spettacolo musicale in inglese. La storia era ambientata in un college, dove c’erano bulli e vittime.

75 I bulli erano Princess Ricky e Peter per quanto riguarda Emma; Erik, invece, bullizzava Ameed. Altri due personaggi erano Jimmy, il preside, e Ann, la consulente scolastica. L’argomento della storia è toccante e, purtroppo, molto attuale.

76 Emma viene bullizzata da Princess, sia a scuola, che attraverso i social network. La situazione è risolta dal preside che, dopo la testimonianza di Ricky, espelle Princess..

77 Ameet preso di mira da Erik, si presenta da Ann, che cerca di risolvere il problema parlando con il bullo. Si scopre così che la situazione familiare di Erik è molto problematica. Anche questa volta tutto si risolve con l’aiuto degli adulti.

78 Lo spettacolo, arricchito da canzoni e balletti, è stato molto interessante e l’inglese non troppo complicato, accessibile a tutti. Ho trovato coraggiosa la scelta dell’argomento: attuale, poteva far scattare dei meccanismi nella mente di eventuali bulli o vittime presenti tra il pubblico. Rispetto alle nostre aspettative, il musical si è rivelato gradevole ed interessante. Sara Smeriglio, III A

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80 Progetto Continuità della 5B 2015/2016

81 Primo incontro:”Cerchi Concentrici” Nel primo incontro abbiamo giocato ad un gioco Chiamato “Cerchi Concentrici” dove ci siamo conosciuti reciprocamente. A me questo primo incontro è piaciuto molto.

82 Secondo incontro: Scienze Nel secondo incontro abbiamo ascoltato i ragazzi di terza media che ci hanno parlato di 3 argomenti di Scienze: la Luce, l’occhio e la scomposizione dei colori dell’arcobaleno. Molto interessante anche quest’incontro.

83 Gli Ultimi 5 incontri: Creazioni di poesie Nei 5 incontri successivi, con la professoressa Riccio e la 2A, ci siamo esercitati sulla scrittura creativa.

84 La scrittura creativa:la poesia Abbiamo scritto singolarmente quattro versi sulle emozioni positive, quattro versi su quelle negative e altrettanti sulla famiglia. Dopodiché abbiamo creato delle poesie unendo i versi più belli di ognuno.

85 Lo scopo di questo Progetto Continuità Lo scopo di questo Progetto Continuità Questo Progetto Continuità ci ha aiutato ad abituarci alle medie e quindi a non pensare: “Che cosa succederà adesso?” oppure “Aiuto! Le medie!”. A me questo progetto ha fatto capire che non devo avere timori a frequentare le medie ed i suoi professori.

86 Questa presentazione è stata creata da: Matteo Bonesoli 5B Europa


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