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1 Progettare le attività di autovalutazione Laboratorio LEADER 22 giugno Carlo Ricci (Rete Rurale Nazionale – Task Force Leader) www.reterurale.it/leader.

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1 1 Progettare le attività di autovalutazione Laboratorio LEADER 22 giugno Carlo Ricci (Rete Rurale Nazionale – Task Force Leader) www.reterurale.it/leader

2 2 1 – Auto-valutazione perché?

3 3 La figura ricostruisce i legami esistenti fra inputs (investimenti) realizzazioni, risultati ed effetti del programma secondo la Obiettivi generali Obiettivi specifici Obiettivi operativi Inputs/RisorseBisogni Impatti a lungo termine RisultatiRealizzazioni “Logica di intervento” (usata per valutare come ed in quale misura l’assistenza genera impatti nei territori rurali beneficiari) Strategia Implementazione Ex post Ongoing Valutazione La valutazione PSR

4 4 La “Logica di intervento” di LEADER: non si limita ad investimenti sul capitale locale di risorse umane ed naturali ed economiche Obiettivi generali Obiettivi specifici Obiettivi operativi Inputs/RisorseBisogni Impatti a lungo termine RisultatiRealizzazioni Strategia Implementazione Ex post Ongoing Valutazione Governance multilivello Governance locale (territorio, GAL, bottom up, strategie integrate Metodo Leader Cambiamenti : Opinioni e convinzioni Attitudini Comportame nti e routine Decisioni Relazioni Istituzioni Regole Capitale sociale Codici comportamentali La valutazione LEADER

5 5 Realizzazioni Il modo in cui il metodo leader è applicato Il modo in cui le risorse del PSL sono impiegate I processi di apprendimento territoriale generati ….. come si sono manifestati RisultatiImpatti Logica di intervento dei cambiamenti del capitale sociale del territorio: Valore aggiunto Input > Output

6 6 Interlocutori Beneficiari Sindaci Membri del partenariato A. di G. Valutatore PSR Partner esterni Il team GAL …………………. Quali sono i metodi e gli strumenti più efficaci per mettere in piedi questa comunicazione? Motivazioni GAL Sono sicuro di sapere come mi percepiscono oggi? Quali sono le informazioni che io ho bisogno di ricevere da loro? Quali sono invece le cose che vorrei far loro sapere? Un progetto di autovalutazione comincia rispondendo a queste domande

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8 8 2 – Input>output: quanto Leader c’è in Leader?

9 9 Z F CB GQ D O S P A T L N A R U M V I H Tenere conto del contesto di governance multilivello

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11 11 3 – Quali strumenti per l’autovalutazione? I casi di studio (ok ma come migliorarli?) Il setting I dati dei beneficiari I Comitati di Pilotaggio Le percezioni

12 12 I consigli degli esperti per l’autovalutazione

13 13 I consigli per l’autovalutazione Costruire una visione condivisa di valore aggiunto (TENNA) Bisogna essere in grado di rilevare le situazioni di partenza (Grieve) altrimenti come si fa a parlare di risultati? Bisogna stabilire i termini di confronto (spazio/tempo) (Tenna) Fare setting con metodi euristici da utilizzare in focus group facilitati in modo professionale possibilmente combinati con tecniche come Casual Loup Diagrams, Outcome mapping, repertory grids ……. (Lukesch) Triangolazione di casi di studio, analisi di percezione e indicatori quantitativi (Grieve)

14 14 L’autovalutazione è una parte integrante della strategia di sviluppo locale. È meglio che ci sia un facilitatore esterno e professionista (meglio ancora 2) che dia un metodo ed un approccio da terzo occhio sia nella facilitazione che nell’interpretazione dei risultati (Lukesch).

15 15 ? Strutturare l’autovalutazione all’interno del processo di governance multilivello È indispensabile un buon monitoraggio del contesto socio- economico, delle attività del PSL e delle interazioni anche interne alla partnership (lo “specchio” della partnership) (Lukesch) Uno specchio che però ci aiuti a vederci per quello che siamo realmente Non per ciò che vorremmo essere


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