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Il bambino: disegno, narrazione e pensiero

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Presentazione sul tema: "Il bambino: disegno, narrazione e pensiero"— Transcript della presentazione:

1 Il bambino: disegno, narrazione e pensiero

2 BIBLIOGRAFIA Balconi M., Del Carlo Giovannini G., (1987) “Il disegno e la psicoanalisi infantile”, Raffaello Cortina Editore, Milano Fava Vizziello G., Stern D.N. (a cura di), (1992) “Dalle cure materne all’interpretazione”, Raffaello Cortina Editore, Milano Ferro A., (2004) “Fattori di cura, fattori di guarigione”, Raffaello Cortina Editore, Milano Ferro A., (2006) “Tecnica e creatività”, Raffaello Cortina Editore, Milano Vallino D., (1999) “Raccontami una storia”, Borla Editore, San Giustino (PG)

3 IL BAMBINO: DISEGNO, NARRAZIONE E PENSIERO
Gli interventi terapeutici in età evolutiva Quadro teorico di riferimento: teoria di Ferro a partire dalla teorizzazione di Bion Modalità espressive del bambino narrazione disegno Possibilità di intervento del terapeuta tra tecnica e creatività

4 IL BAMBINO: DISEGNO, NARRAZIONE E PENSIERO
Gli interventi terapeutici in età evolutiva Fava Vizziello G., Stern D.N. (a cura di), (1992) “Dalle cure materne all’interpretazione”, Raffaello Cortina Editore, Milano Quadro teorico di riferimento: teoria di Ferro a partire dalla teorizzazione di Bion Modalità espressive del bambino narrazione disegno Possibilità di intervento del terapeuta tra tecnica e creatività

5 INTRODUZIONE BR [Bc Mc] MR
Negli ultimi decenni sono emerse nuove terapie per il bambino e per le sue relazioni durante l’infanzia. Stern fattori comuni nei diversi approcci: 1- La natura del sistema genitori-bambino su cui agisce il terapeuta Relazione BR [Bc Mc] MR Interazione BR, Bc, Mc, MR sono interdipendenti e in costante interazione dinamica. Terapeuta la sua posizione cambia a seconda del tipo di approccio I diversi approcci si differenziano solo per i diversi punti di entrata nel sistema, che invece è lo stesso per tutti. 2- La natura del transfert in questo ambito clinico Transfert usato direttamente o indirettamente nella terapia a seconda del tipo di approccio Comune Alleanza Terapeutica Transfert Positivo Caratteristiche: non è analizzato ma viene usato la parte positiva del transfert è considerata molto preziosa e viene continuamente cercata e utilizzata

6 INTRODUZIONE INTRODUZIONE
3- La natura temporale dell’ “elaborazione” in un contesto di sviluppo Psicoterapie generalmente hanno una durata relativamente breve e al termine della terapia molte famiglie possono ritornare per una consultazione o per un altro breve ciclo di trattamento a seconda delle difficoltà incontrate nelle diverse fasi dello sviluppo 4- Relativa enfasi posta sulla salute e sugli aspetti positivi 3 ragioni spinta dello sviluppo stesso l’intero sistema sarà soggetto a riorganizzazioni parziali nei momenti di transizione tra le fasi principali dello sviluppo stesso necessità di un transfert positivo

7 Indirizzo psicoanalitico
Il bambino come paziente Indirizzi multipli Comprendono diversi contributi di molti autori Raggruppano interventi rivolti allo sviluppo normale e patologico del bambino, allo stato emozionale, al linguaggio e alla cura del bambino in gruppo. Indirizzo psicoanalitico Si propone di curare il bambino in un setting individuale e i trattamenti adottati sono a lungo termine e continui Klein gioco e disegno

8 Indirizzo comportamentale
“Genitori - bambino”: la relazione come paziente Indirizzo comportamentale Importanza alle prime esperienze sociali del bambino caratterizzate dai contatti con la madre Attaccamento Holding Indirizzi multipli Importanza all’interazione Madre-Bambino e soprattutto alle capacità della madre di sostenere il bambino Empatia Sintonizzazione affettiva Indirizzo psicoanalitico “Consultazione terapeutica” Rivolta all’interazione tra genitori e bambino Setting Colloqui Importante sostenere il genitore nella relazione con il bambino Bion Contenimento delle angosce dei genitori La coscienza è invasa da elementi beta “comprendere, accogliere e contenere”

9 Indirizzo psicoanalitico
Il contesto e il bambino come paziente Indirizzo sistemico Applicabile sia alla terapia familiare e di coppia, sia all’individuo. Afferma che la diade (genitore-bambino) e la triade (padre-madre-bambino) formano dei sistemi dato che gli elementi che li compongono sono interdipendenti. Dall’interazione di questi elementi proprietà d’insieme che conferisce al sistema la sua identità Indirizzi multipli Raggruppa autori che si propongono di integrare il contesto riabilitativo in quello terapeutico ed educativo Distribuzione dei compiti Indirizzo psicoanalitico Si propone di integrare la rete educativa in quella terapeutica Classe terapeutica

10 IL BAMBINO: DISEGNO, NARRAZIONE E PENSIERO
Gli interventi terapeutici in età evolutiva Quadro teorico di riferimento: teoria di Ferro a partire dalla teorizzazione di Bion Ferro A. (2004) “Fattori di malattia, fattori di guarigione”, Raffaello Cortina Editore, Milano Modalità espressive del bambino narrazione disegno Possibilità di intervento del terapeuta tra tecnica e creatività

11 Teoria dello sviluppo del pensiero:
fattori di malattia, fattori di guarigione. La mente ha bisogno della mente dell’Altro per potersi sviluppare: pulsioni protoemozioni elementi β sensorialità-stimoli elementi βα, fatti indigeriti: evacuati, agiti, forclusi, malattie psicosomatiche rêverie funzione α elementi α pensiero onirico della veglia α – α – α – α – α α – α – α – α α – α – α α – α flash visivo derivati narrativi, ludici e grafici variabili in base al sesso, età, genere stilistico e cultura pensare i pensieri apparato per ♀♂ PS↔D CN↔FP

12 Fattori di malattia: “Ogni paziente è una chimera di A, B, C”:
fattori di malattia, fattori di guarigione. “Ogni paziente è una chimera di A, B, C”: A: carenza di funzione α, mancato formarsi della stessa “mente” (manca la pellicola). B: non adeguato sviluppo dell’apparato per pensare i pensieri (♀♂ contenitore - contenuto, PS↔D posizione schizoparanoide e posizione depressiva CN↔FP capacità negativa e fatto prescelto). (manca il luogo dove conservare la pellicola o la funzione di regia oppure la pellicola è impressionata ma ne manca lo sviluppo). C: situazioni traumatiche causano un eccesso di elementi beta che non possono essere metabolizzati con conseguente formazione di βα (fatti indigeriti, β parzialmente trattati conservati a zolle) e intervento di meccanismi di difesa (patologici quando prendono il posto di un funzionamento mentale duttile, e comunque frutto di una soluzione riuscita rispetto a catastrofi mentali più gravi): Trauma: spesso micro-traumatismo ripetuto della mancata corrispondenza tra attesa e realizzazione. scissione, diniego, allucinazioni, agiti caratteropatici, disturbi psicosomatici, negazione, perversioni, narcisismo...

13 Fattori terapeutici: fattori di malattia, fattori di guarigione. Sono il positivo riparatore del negativo (fattori di malattia): A: c’è da fare per la prima volta il lavoro di trasformazione da beta a alfa (reverie). Le interpretazioni sono stimoli ulteriori di sensorialità che causano evacuazione di elementi beta o balfa. B: c’è da lavorare sulle funzioni mentali carenti (apparato per pensare i pensieri) (borderline, narcisistici). In questi casi l’interpretazione classica genera persecuzione. C: i fatti indigeriti generano tranfert e identificazioni proiettive, l’analista può collaborare al lavoro di significazione e risignificazione, anche utilizzando le interpretazioni classiche. Una volta che la capacità di formare pittogrammi (immagini visive) e di tesserli in sottounità narrative, attraverso i derivati di essi, sarà sviluppata, allora ci si potrà dedicare ai contenuti, ma questo deve solo esser avviato dall’analisi, poi il paziente continuerà da sé.

14 La rêverie e ♀♂ inadeguato
fattori di malattia, fattori di guarigione. La trasformazione delle turbolenze protoemotive in pensiero ed emozioni pensabili (rêverie) è una operazione assolutamente creativa, originale, artistica che espande il pensabile e la capacità di pensare al tempo stesso (la psicoanalisi è quella sonda che espande il campo che indaga). Contenuti primitivi e violenti possono non trovare un contenitore narrativo / grafico / ludico adeguato. Questo può: non essere in grado di gestirne la pregnanza emotiva (si necessita quindi di una espansione del contenitore prima che il contenuto possa avervi accesso); essere tanto rigido e repressivo da inibirne l’espressione (compressione del contenuto dentro al claustro, che periodicamente esplode). Una mente funzionante è una mente che continuamente crea immagini (alfa da beta) che metabolizza e fa fattori di creatività di tutti gli apporti che riceve: crea pensiero onirico e da questo sogni e pensiero. L’utilizzo di una metodologia clinica che privilegia modelli insaturi (flessibili, permeabili, adattivi) permette di modulare l’intervento dell’analista dentro la narrazione del paziente e di aprire questa all’ingresso di ciò che prima risultava impensabile e quindi escluso dalla narrazione (il contenitore adeguato è quello sufficientemente ampio, frammentato e tuttavia saldo).

15 Sogno e narrazione fattori di malattia, fattori di guarigione. Terzo luogo del funzionamento della mente è il sogno notturno, risultato di una funzione di filtraggio di ciò che è stato prodotto costantemente durante la veglia (elementi α) e immagazzinato per mezzo del pensiero onirico della veglia. Due sono le ipotesi sulla formazione del sogno: 1: durante il sonno avrebbe luogo una ruminazione in cui i contenuti degli elementi α immagazzinati durante la giornata (uniti a quelli già presenti nel magazzino di elementi α non utilizzati) vengono elaborati dalla funzione α libera di operare senza la pressione del contatto con il reale. 2: potrebbe esistere un “apparato per sognare i sogni” adibito a funzioni di montaggio e regia del “materiale filmico” (α) registrato durante il giorno. L’elemento α è inattingibile, se non nelle rêverie (a partire dalle identificazioni proiettive del paziente) e nei flash visivi, mentre ciò che è conoscibile sono i derivati narrativi. Tali derivati narrativi possono prendere strade e generi letterari molto diversi (ricordo d’infanzia, aneddoto esterno, racconto di un sogno, racconto di un film, racconto sessuale). Ugualmente si possono considerare i derivati grafici e ludici. Sogno come momento artistico: elementi α come tele e sogni come mostre in cui queste sono organizzate. L’interpretazione del sogno può uccidere tale momento poetico rinchiudendolo in una determinata tecnica, laddove l’allargamento di senso è ottenuto dalla valorizzazione della rêverie.

16 Accorgimenti metodologici per la clinica psicoanalitica
fattori di malattia, fattori di guarigione. La sintesi tra la prospettiva teorica e metapsicologica bioniana e l’esperienza clinica suggerisce alcune riflessioni sulla metodologia dell’analisi: 1: occorre considerare le specificità del rapporto paziente-analista in una ottica di campo dove mondo interno del paziente, mondo esterno e mente dell’analista sono variabili inscindibili e ciò che conta è il funzionamento-disfunzionamento dei soggetti coinvolti e della loro relazione. 2: il paziente diventa il “miglior collega” dell’analista e fondamentale è la funzione di “ecoute de l’ecoute” per cogliere costantemente le indicazioni che il paziente offre sullo stato della relazione e sulla qualità degli interventi nell’hic et nunc della seduta. 3: diviene consigliabile per l’analista l’inversione del detto “rifletti prima di parlare” in “parla prima di riflettere”, nel senso di privilegiare il contatto con il proprio funzionamento onirico della veglia rispetto al ragionamento razionale (in quanto più carico di potenzialità creative e trasformative). 4: L’analisi può essere rappresentata con riferimento a due metafore: nella cucina analitica l’analista (attraverso la rêverie) rende digeribili e narrabili le materie prime fornite dal paziente e prepara un piatto che verrà servito in modi e tempi dovuti nel ristorante analitico; il paziente rovescia l’inchiostro (elementi β) sulla carta assorbente dell’analista, da li entrambi attingeranno per scrivere la “storia” delle emozioni disciolte nell’inchiostro.

17 IL BAMBINO: DISEGNO, NARRAZIONE E PENSIERO
Gli interventi terapeutici in età evolutiva Quadro teorico di riferimento: teoria di Ferro a partire dalla teorizzazione di Bion Modalità espressive del bambino narrazione Vallino D. (1999) “Raccontami una storia”, Edizioni Borla, San Giustino (PG) disegno Possibilità di intervento del terapeuta tra tecnica e creatività

18 raccontami una storia PRESENTAZIONE Dina Vallino si occupa di psicoanalisi infantile a Milano. RIFERIMENTO TEORICO Freud prima e seconda topica,teoria del conflitto psichico Klein teoria delle relazioni oggettuali Bion concetto di rêverie, sviluppo del processo di pensiero Winnicott concetto di spazio potenziale e potenziale creativo Bick infant observation

19 PSICOANALISI INFANTILE
raccontami una storia PSICOANALISI INFANTILE Definizione Condivisione tra analista e paziente di emozioni, affetti e dolori che costituiscono il mondo interno di entrambi. Scopo rendere pensabile l’ignoto. bambino adulto Tecniche utilizzate:- gioco (Klein) Interpretazione dei sogni - disegno e dei vissuti (Winnicott) - storia (Vallino)

20 LA CONSULTAZIONE PSICOANALITICA NELLA PRIMA INFANZIA
raccontami una storia LA CONSULTAZIONE PSICOANALITICA NELLA PRIMA INFANZIA definizione programma di trattamento che implica una diagnosi, una collaborazione periodica o continuativa con l’ente inviante. scopo rendere trasparente lo stato del bambino che inquieta i genitori. Stabilire con il bambino: INCONTRO EMOTIVO ATMOSFERA EMOTIVA Area non verbale in cui non emergono rappresentazioni, ma sensazioni ed emozioni che implicano un’impossibilità nel realizzare pensieri e risposte nella relazione.

21 raccontami una storia RUOLO DEI GENITORI IN CONSULTAZIONE senso di colpa impotenza inadeguatezza sentimenti aiutano il bambino ad affrontare la paura dell’estraneo (analista). consentono all’analista di assorbire l’atmosfera della quotidianità familiare. cogliere le regole di allevamento e i modelli di educazione cogliere i canali comunicativi

22 CARATTERISTICHE DELL’ANALISTA
raccontami una storia CARATTERISTICHE DELL’ANALISTA Capacità negativa capacità di non saturare con preconcetti ciò che ancora non si riesce a pensare (neutralità e astinenza). Capacità di vedere il nuovo nel paziente Mantenere viva la speranza (del potenziale di sviluppo del paziente) Linguaggio comprensibile (porsi allo stesso livello del bambino) SPECIALE ASIMMETRIA ANALISTA-BAMBINO

23 CONCETTO FONDAMENTALE: IDENTIFICAZIONE PROIETTIVA
raccontami una storia CONCETTO FONDAMENTALE: IDENTIFICAZIONE PROIETTIVA Identificazione proiettiva (nei confronti dei genitori) Identificazione introiettiva sostegno fondamentale dell’IO del B. quando l’identificazione non riesce: bambino ineducabile manie di onnipotenza non sviluppa luogo immaginario CRISI DEL PROCESSO DI IDENTIFICAZIONE quando si identifica troppo: sé ridotto ai minimi termini bambino piatto mentalmente troppo obbediente

24 raccontami una storia LA STORIA definizione metodo per dare vita a pensieri nascosti, impensati o inespressi del paziente. scopo far pensare al bambino ciò che prova. renderlo consapevole delle proprie emozioni.

25 CREAZIONE DI UNA STORIA
raccontami una storia CREAZIONE DI UNA STORIA L’analista si fa delle idee su quello che prova il bambino. L’analista cerca di farsi conoscere attraverso giochi, disegni, storie. Cerca nella storia segnapassi riguardanti la vita del bambino. L’analista da vita al luogo immaginario del bambino. via regia per il mondo interno Invenzione di personaggi permette al bambino di non sentirsi impegnato nella sua identità. Sedute senza storia quando il bambino è pronto ad avere un rapporto diretto con l’analista.

26 L’AUTOAGGRESSIVITA’ NEL BAMBINO difetto d’introiezione
raccontami una storia L’AUTOAGGRESSIVITA’ NEL BAMBINO Definizione attivazione di comportamenti autodistruttivi che il bambino manifesta quando ha un forte desiderio di esprimere le proprie emozioni ma non ha i mezzi idonei per farlo. Comportamenti battersi la testa; manifestati graffiarsi, mordersi; vomito autoindotto; tirarsi i capelli. MODELLO DI HARRIS-MELTZER I comportamenti autoaggressivi nel bambino sarebbero causati da un difetto d’introiezione Incapacità di elaborare le emozioni dovuta ad: una scarsa rêverie scarso contenimento

27 GRADUATORIA DELLE SITUAZIONI DI AUTOAGGRESSIVITA’
raccontami una storia GRADUATORIA DELLE SITUAZIONI DI AUTOAGGRESSIVITA’ 1. Fase del terrore acuto il bambino si trova in uno stato di forte eccitazione, terrore e confusione. l’analista non ha le condizioni per verbalizzare tali sentimenti e non deve farsi travolgere dal vortice di angoscia del bambino. 2. Fase della collera (momento più strutturato) si ricercano il significato e i mezzi per esprimere il momento. ciò aiuta il paziente a uscire dalla situazione di autoaggressività. 3. Fase dell’oggetto persecutorio si dispone di un mondo fantasmatico e verbale da cui cogliere informazioni e collegamenti da mostrare al paziente.

28 IL BAMBINO: DISEGNO, NARRAZIONE E PENSIERO
Gli interventi terapeutici in età evolutiva Quadro teorico di riferimento: teoria di Ferro a partire dalla teorizzazione di Bion Modalità espressive del bambino narrazione disegno Balconi M., Del Carlo Giovannini G. (1987) “Il disegno e la psicoanalisi infantile”, Raffaello Cortina Editore, Milano Possibilità di intervento del terapeuta tra tecnica e creatività

29 IL DISEGNO E LA PSICOANALISI INFANTILE
VALORE DEL DISEGNO IN TERAPIA Accesso alle immagini primarie Espressione dell’emotività legata alle immagini primarie Gesto Colore Parametri spazio-temporali dell’esperienza primaria Dare concretezza alle immagini primarie rendendole elaborabili Valenza terapeutica del disegno Indice dell’evoluzione psichica verso la rappresentabilità

30 ACCESSO ALLE IMMAGINI PRIMARIE
NEL DISEGNO LE IMMAGINI PRIMARIE SONO TRASFORMATE COL LAVORO TERAPEUTICO POSSONO ESSERE ESPRESSE Le immagini primarie sono ciò che la relazione primaria con l’oggetto lascia a livello sensoriale-emotivo. Quelle particolarmente attive fin dalla nascita sono: Immagine sensomotoria del seno (il succhiamento del pollice è già attivo nel feto dalla 15° settimana di gestazione) Immagine di contenimento (rapporto superficie corporea del bambino con l’utero che esplora e conosce con la mano) Il disegno infantile è una trasformazione avvenuta dei vissuti sensoriali-emotivi legati alle dinamiche del primo rapporto con l’oggetto. Si tratta di cogliere le immagini primarie inconsce che si presentano come sensazioni e attraverso il lavoro terapeutico devono poter essere espresse con emozioni e pensieri. Esempi: rapporto bocca seno e contenimento

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33 ESPRESSIONE DELL’EMOTIVITA’ LEGATA ALLE IMMAGINI PRIMARIE
GESTUALITA’ La componente cinetica del disegno è il gesto con l’immagine grafica che ne consegue. Sono in grado di esprimere di per sé emozioni, angosce, fantasmi di rapporto con l’oggetto: “La mano, assieme alla vista, ed entrambe prima del linguaggio, sono portatrici di una parte dell’esperienza primaria fusa e confusa con la bocca e, come essa, col seno della madre” (Balconi, Del Carlo Giannini, 1987, pag.176) Quindi i gesti e le immagini che ne conseguono sono portatori di un rapporto sensoriale e permettono anche una trasformazione dell’esperienza da passiva in attiva. Ecco che ad esempio una violenza subita come quella di non contenimento può essere comunicata attraverso un gesto aggressivo, come si vede dal disegno. ESPRIME EMOZIONI CHE APPARTENGONO ALLA RELAZIONE PRIMARIA SENSORIALE PUO’ ESSERE COMUNICATA ED ELABORATA

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35 ESPRESSIONE DELL’EMOTIVITA’ LEGATA ALLE IMMAGINI PRIMARIE
COLORE L’uso del colore rappresenta una spinta emotiva che non è sottomessa alle leggi della realtà sia nel disegno che nei sogni, come ricorda la Klein. La presenza del colore “dà l’apparenza della vita” (Delacroix, in Balconi, Del Carlo Giannini, pag. 205). E’ utile la distinzione di Kandinsky rispetto agli effetti del colore in: Effetto fisico di stimolazione sensoriale che coinvolge tutti i sensi e che si può riscontrare nelle coppie cromatiche arancione-viola e rosso-verde Effetto psichico riscontrabile nelle opposizioni caldo-freddo, come attrazione-repulsione (giallo-blu) e chiaro-scuro come vita-morte (bianco-nero) In quest’ottica è possibile leggere i passaggi cromatici dei disegni di Fabrizio. RAPPRESENTA SPINTA EMOTIVA VITALE HA IMPATTO FISICO E PSICHICO INTERPRETA ASPETTI EVOLUTIVI E RELAZIONALI

36 Fabrizio Passa dall’uso della penna…

37 Fabrizio …al disegno monocromatico…

38 Fabrizio …a quello bicromatico sensoriale verde-rosso…

39 Fabrizio …a quello bicromatico con massimo valore spirituale psichico (giallo-blu) E’ a questo punto, con l’introduzione del giallo, che iniziano una serie di disegni chiamati disegni-mamma, in cui il giallo rappresenta il bisogno di essere riscaldato dalla terapeuta come una mamma-sole. Il blu apre al freddo della lontananza…

40 Fabrizio …questo riattiva impulsi distruttivi espressi attraverso il nero del disegno…

41 Fabrizio … i fantasmi del buio vengono però sconfitti dalla sua dichiarazione “faccio il sole”.

42 PARAMETRI SPAZIO-TEMPORALI DELL’ESPERIENZA PRIMARIA
Nei disegni dei bambini è frequente l’uso di forme elementari quali punto, linea e cerchio che di per sé sono portatrici di una temporo-spazialità peculiari, infatti permettono di rappresentare l’esperienza primaria entro i parametri spazio-temporali che le sono propri. In Fabrizio: PUNTO (adimensionale) rappresenta: - i frammenti dell’esperienza sensoriale di rapporto con l’oggetto - la massima dissoluzione del Sé LINEA (unidimensionale) è utilizzata per indicare la relazione con l’oggetto CERCHIO (bidimensionale) come separazione dentro-fuori rappresenta: - immagine del Sé corporeo separato - zona di rapporto con l’oggetto

43 Fabrizio In Fabrizio questi elementi ci mostrano la sua evoluzione psichica: dalla frammentazione del Sé…

44 Fabrizio …al desiderio di rapporto con il rischio di dissoluzione…

45 Fabrizio …all’esperienza del limite

46 DARE CONCRETEZZA ALLE IMMAGINI PRIMARIE RENDENDOLE ELABORABILI
NELLA RELAZIONE TERAPEUTICA CONTENITIVA LE IMMAGINI DIVENGONO RAFFIGURABILI ED ELABORABILI Queste immagini primarie all’interno della relazione terapeutica attraverso il disegno iniziano a prendere forma, e si può passare dallo scarabocchio come eccitazione motoria alla rappresentazione di un oggetto con intenzionalità comunicativa. La Klein rileva che con il disegno c’è la produzione nell’inconscio dell’oggetto raffigurato che può essere successivamente rielaborato attraverso il sogno. E’ in questo senso che entrando in un processo di significazione il disegno è a metà strada tra azione e sogno. Cioè il disegno dello “strappo” di Fabrizio è a metà strada tra l’azione autolesiva e la possibilità di sognare.

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48 VALENZA TERAPEUTICA DEL DISEGNO
E’ una possibilità comunicativa delle emozioni Che grazie alla funzione contenitiva e ricettiva del terapeuta possono diventare un vero e proprio linguaggio E’ per questo che i disegni in terapia sono diversi rispetto a quelli prodotti a casa o a scuola Questo nuovo linguaggio grafico è importante perché è una possibilità in più per il bambino di essere capito dalla mamma durante la seduta Come Nicola disegna a fianco della mamma affinchè lei possa vedere, Diego accetta di disegnare solo quando la terapeuta lo propone come mezzo per comunicare i propri vissuti e dare alla mamma la possibilità di capirlo CHE VENGONO ESPRESSE INSERITE NEL RAPPORTO CON IL TERAPEUTA E NEL RAPPORTO CON LA MAMMA La terapeuta con l’interpretazione può aprire alla possibilità di simbolizzazione

49 INDICE DELL’EVOLUZIONE PSICHICA VERSO LA RAPPRESENTABILITA’
La riflessione sul disegno del bambino apre l’interrogativo sulla sua valenza di equazione simbolica o simbolo vero e proprio. Nella PSP Nella PD Si parla di EQUAZIONE SIMBOLICA nella quale l’oggetto sta al posto di quello assente, negandone la perdita. E’ la fase dell’illusione primaria fusionale che si basa sulla necessità di procrastinare la presenza dell’oggetto Si parla di SIMBOLO vero e proprio in cui l’oggetto sta al posto di quello assente senza esserlo e conservando le sue qualità specifiche. La perdita non viene negata ma superata. E’ la fase della disillusione in cui è possibile rappresentare l’assenza e ripararla con oggetti diversi, ma che suscitano gli stessi sentimenti di quello perduto.

50 INDICE DELL’EVOLUZIONE PSICHICA VERSO LA RAPPRESENTABILITA’
Nelle psicosi infantili questo passaggio si blocca a livello delle equazioni simboliche determinando l’impossibilità di accedere al simbolo in quanto il legame tra esperienza e significato è interrotto. Con il disegno è possibile ricostruire l’oggetto primario e riprendere l’iter evolutivo interrotto. L’interpretazione terapeutica ha proprio funzione di iniziare a ristabilire una separazione tra Sé-oggetto pensabile, che apre alla possibilità di accedere alla differenza e di accettare il vuoto. DALLE IMMAGINI PRIMARIE NON SIMBOLIZZATE AL SIMBOLO ATTRAVERSO L’INTERPRETAZIONE

51 IL BAMBINO: DISEGNO, NARRAZIONE E PENSIERO
Gli interventi terapeutici in età evolutiva Quadro teorico di riferimento: teoria di Ferro a partire dalla teorizzazione di Bion Modalità espressive del bambino narrazione disegno Possibilità di intervento del terapeuta tra tecnica e creatività Ferro A. (2006) “Tecnica e creatività”, Raffaello Cortina Editore, Milano

52 Tecnica e creatività Presupposto teorico su cui si basa il libro è la forte interdipendenza tra il funzionamento mentale del paziente e quello dell’analista. Campo analitico Identificazione proiettiva analista paziente rêverie Attività di rêverie di base: modalità con cui la mente dell’analista accoglie, metabolizza, trasforma quanto gli arriva dalle identificazioni proiettive del paziente; la stessa attività viene utilizzata dal paziente in risposta alle stimolazioni dell’analista. Identificazione proiettiva: intesa come elemento necessario per lo sviluppo delle rêverie. SCOPO DELL’ANALISI: Sviluppo della capacità di tessere immagini da parte del paziente grazie allo sviluppo della CREATIVITA’.

53 Oltre alla creatività è importante però non trascurare la TECNICA.
Tecnica e creatività Oltre alla creatività è importante però non trascurare la TECNICA. T C Infatti l’analisi si basa su una continua oscillazione tra tecnica e creatività in forte interdipendenza tra loro. Momenti di pura tecnica Momenti di creatività rêverie + fantasia Più sicura ma meno produttiva rispetto allo sviluppo di un percorso di analisi. Momenti fecondi da cui possono derivare nuove aperture di senso (peculiari per quella coppia specifica analista-paziente).

54 Tecnica e creatività Ferro utilizza, in questo contesto, un’efficace metafora che compara due scuole di cucina a due tipologie di psicoanalisti: Cuoco che segue alla lettera le ricette come analista che si attiene rigorosamente alla tecnica. Ciò comporta una grande sicurezza metodologica e una contrapposta insicurezza rispetto al paziente atipico. Cuoco che assaggia di continuo in corso d’opera come analista che crea una ricetta analitica speciale per ogni singolo paziente. Coloro che utilizzano questa modalità creativa di analisi esplorano, grazie al continuo dubitare, nuove soluzioni; questi, naturalmente, nel paziente atipico, intravedono una prospettiva di crescita.

55 TEORIA DI CAMPO Tecnica e creatività
L’analista nel primo incontro organizza le comunicazioni creando nella sua mente una linea guida (gestalt significativa) che costituisca una sceneggiatura poi confermata o meno nel corso dell’analisi. Questa Gestalt provvisoria permette di organizzare fatti, vissuti e personaggi in una narrazione che riattualizza e rende pensabile nell’hic et nunc ciò che lì e allora non poteva essere pensato. AN PAZIENTE lavorative affettive storiche Campo analitico relazione Questo concetto teorico si rifà ad una teoria di campo che può essere così brevemente illustrata: un prisma spazio-temporale determina un riflesso della relazione in altre relazioni che rimarranno in sceneggiature diverse (lavorative, affettive, storiche), come aspetti parziali della relazione analitica. È perciò all’interno del campo psicoanalitico che avvengono le trasformazioni.

56 Tecnica e creatività Il campo è costituito da comunicazioni concrete del paziente, rispetto ai rapporti significativi (lavorativi, affettivi, storici). Queste comunicazioni sono in realtà dei derivati narrativi I derivati narrativi sono degli scorci di realtà che si discostano più o meno da una sequenza di base sconosciuta sia al paziente che all’analista formata da pittogrammi emotivi (sequenza di elementi :   ) Quelli che Ferro definisce come pittogrammi emotivi derivano da una sequenza di sensorialità/protoemozioni messi in immagini dalla mente

57 Tecnica e creatività Compito dell’analista è quello di riavvicinare il derivato narrativo, colto inizialmente nel suo significato manifesto, alla sequenza emotivo-pittografica di base. A questo proposito l’analista deve ascoltare i discorsi del paziente a 360° grazie a quello che l’autore definisce orecchio a imbuto. Discorso relazionale t Funzionamento: Il discorso del paziente entra nell’analista; Il discorso viene compattato in un discorso relazionale; Il discorso esce per tornare al paziente trasformato e arricchito dal transito nella mente dell’analista.

58 PROBLEMI DEL LIMITE Tecnica e creatività
Nella clinica si possono riscontrare delle situazioni in cui la formazione dei pittogrammi viene a mancare a causa di un eccesso di sensorialità, rispetto alle capacità digestivo-trasformative-raffigurative della mente, che porta a lavorare al limite tra pensabilità e impensabilità, tra il dire e il fare. A fronte di questo eccesso di sensorialità vengono messe in atto difese quali: disturbi psicosomatici forme estreme di narcisismo, diniego e scissione autismo (come forma di suicidio mentale per sopravvivere).

59 Tecnica e creatività Disturbi psicosomatici: Il paziente psicosomatico riesce solo parzialmente a trasformare le protoemozioni in elementi  (Bion). Ci sono agglomerati di elementi β che il paziente non riesce ad alfabetizzare. L’analista deve fornire il proprio apparato per pensare i pensieri per dare un senso agli elementi β che gli giungono tramite identificazione proiettiva. Queste emozioni prive di significazione devono trovare una via d’uscita tramite il corpo non potendo accedere alla mentalizzazione. Il corpo quindi esprime questo disagio attraverso un sintomo psicosomatico, cioè la manifestazione di una difesa riuscita che (seppur con diversi danni per l’organismo) rimane pur sempre un modo di evacuare qualcosa che non era gestibile in altro modo. L’operazione inversa dall’evacuazione alla pensabilità è una strada tutta in salita che porta a rinunciare a una soluzione trovata con fatica per riaprire la sofferenza e vivere la difficoltà del cammino verso la mentalizzazione (Ferro, 2006, pag.74).

60 Tecnica e creatività Disturbi narcisistici Si definiscono narcisistiche quelle personalità organizzate intorno al mantenimento della propria autostima tramite le conferme provenienti dall’esterno. Il grosso nodo del narcisismo è quello di non aver avuto dei caregivers capaci di porsi come sufficientemente affidabili e introiettabili creando nel soggetto carenza nella fiducia nell’oggetto e una serie di problematiche riguardo la dipendenza. Così come per l’autismo (anche se in forma minore), anche il narcisismo è caratterizzato da una carenza di funzione  dovuta all’impossibilità del bambino di introiettare la capacità di trasformare sensorialità e protoemozioni in immagini, emozioni e pensieri. Compito dell’analista sarà quello di essere un apporto “gratuito” esterno, in termini di accoglienza e rêverie, che non chieda nulla in cambio, dovrà cioè ritessere la funzione  e l’apparato per pensare i pensieri (alfabetizzare) prima che a questi sia chiesto di operare (lavorare con l’interpretazione).

61 Tecnica e creatività Autismo: situazione di perdita di unità e di coerenza della coscienza e della persona, delle coordinate spazio-temporali e del contatto col reale, che comporta una concentrazione esclusiva dell'interesse del soggetto per se stesso e per il proprio mondo interiore, cioè un blocco o un ritiro degli investimenti, con incapacità di comunicare con gli altri. Nel bambino questa condizione si verifica per una mancanza o per difficoltà nel raggiungimento di tali obiettivi evolutivi. (Fava Vizziello, 2003, pag.314) Secondo la visione dell’autore, nella terapia col paziente autistico, poiché è già problematico il livello di formazione del pittogramma emotivo, sono necessari minimali apporti dell’analista per non immettere dosi di sensorialità o di stimolazioni che siano in esubero rispetto alla capacità stessa del paziente di alfabetizzarli. È importante, inoltre, non eccedere nelle interpretazioni, infatti ciò può portare ad un crollo della rete comunicativa già molto difficile da instaurare. Acquista quindi in questo contesto un ruolo fondamentale la tonalità affettiva, la qualità emotiva della voce, che viene percepita dal bambino prima di ogni contenuto presentato.

62 CONCLUSIONI Tecnica e creatività
Tecnica e creatività sono inscindibili tra loro in quanto la tecnica è necessaria come linea guida nella mente dell’analista (soprattutto per i giovani analisti) per potersi permettere di utilizzare la creatività. Grazie a quest’ultima l’analista è in grado di gestire e superare i momenti d’empasse che si vengono a creare durante la terapia soprattutto con i casi definiti al limite, fino a raggiungere quel livello di pensabilità (si ri-appropria dell’apparato per pensare i pensieri) che permetta di applicare la tecnica in modo più completo. è grazie alla creatività che l’analista riesce a comprendere la sequenza narrativa grazie alla quale il paziente in analisi porta dei propri aspetti immaturi e non differenziati. In assenza di quel narrema il paziente ne avrebbe trovati altri, per esprimere la stessa sequenza di elementi . le trasformazioni del vissuto e della vita psichica del paziente portate dall’analisi, solo a posteriori potremo sapere se avranno influito, magari, anche nella “malattia reale”.

63 BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
Fava Vizziello G. (2003) “Manuale di psicopatologia”, Il Mulino, Bologna Mangini E. (2003 ) “Lezioni sul pensiero postfreudiano”, LED Edizioni, Milano

64 GRUPPO “Dalle cure materne all’interpretazione” Carradore Alice
“Fattori di malattia, fattori di guarigione” Bazzanella Valentina Cainero Debora Ceresoli Sara “Raccontami una storia” Bellotto Giovanna De Battisti Francesca Gaiarin Anna “Il disegno e la psicoanalisi infantile” Chiesa Laura Cuscunà Anna De Giovanni Caterina “Tecnica e creatività” Castagnini Roberta Forlin Chiara Fossati Maria Laura

65 GRUPPO Bazzanella Valentina Bellotto Giovanna Cainero Debora
Carradore Alice Castagnini Roberta Ceresoli Sara Chiesa Laura Cuscunà Anna De Battisti Francesca De Giovanni Caterina Forlin Chiara Fossati Maria Laura Gaiarin Anna

66 Disegno di una bambina indietro
fattori di malattia, fattori di guarigione. indietro

67 Il contenitore-claustro di Andrea
fattori di malattia, fattori di guarigione. indietro

68 Il caso di Lorenzo fattori di malattia, fattori di guarigione. Lorenzo ha otto anni, mangia solo cibi liquidi, non ha amici, è inibito a scuola e, alla mamma, chiede continuamente “perché?”: A: disegna una casa isolata senza porte (madre depressa e inaccessibile). B: giocando mima la lotta di due personaggi (scontro tra bisogni protoemozionali del bambino e la rêverie negativa della madre) e il terribile “cane sbranatutto” (mostro contro il quale si attivano le difese: anoressia e inibizione). C: nel disegno rappresenta delle “emozioni dinosauro”, “emozioni razzo” (protoemozioni ingigantite dal rifiuto materno), ma compare anche “l’omino con la barca” (avvio di una funzione di contenimento-trasformazione fornita dall’incontro con la mente dell’analista). La storia prosegue con feroci combattimenti di indiani sino all’arrivo di un ambasciatore che comincerà a dare le regole del gioco che diventerà un violento campionato di rugby. indietro

69 PS↔D e CN↔FP fattori di malattia, fattori di guarigione. PS↔D Nell’apparato per pensare i pensieri operano due meccanismi tra loro connessi: ♀♂ e PS↔D. Il secondo è definito dall’oscillazione tra stati schizoparanoidi e posizioni depressive, ovvero tra la frammentarietà dell’ assenza di legami tra pittogrammi visivi e la integrazione di questi in nuclei coerenti che ne coglie la congiunzione costate. L’urgenza e la possibilità di investire di senso tali oggetti avviene, una volta definiti i legami tra fenomeni, ad opera del meccanismo ♀♂. CN↔FP Il luogo in cui si tesse la storia narrativa è costituita anche da una terzo meccanismo, in stretta connessione con i precedenti: l’oscillazione tra CN↔FP, ovvero tra la capacità di rimanere nel dubbio, di sopportare la sospensione di significato e la donazione di senso apportata dall’ingresso nella narrazione di un “fatto prescelto” capace di trasformare la scena e promuovere lo sviluppo narrativo. indietro


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