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Dr. Mario Marin Responsabile S.D.D. Residenzialità Extraospedaliera PROGETTO COT.

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Presentazione sul tema: "Dr. Mario Marin Responsabile S.D.D. Residenzialità Extraospedaliera PROGETTO COT."— Transcript della presentazione:

1 Dr. Mario Marin Responsabile S.D.D. Residenzialità Extraospedaliera PROGETTO COT

2 RAZIONALE DELLA COT Integrazione Ospedale-Territorio per la garanzia di una presa in carico continuativa ed una gestione integrata attraverso: Percorsi assistenziali (PDTA) Modelli di ammissione/dimissione protetta Sviluppo di sistemi informativi integrati

3 Centrale Operativa Territoriale Svolge una funzione di coordinamento, continuità della presa in cura dell ’ utente protetto e di integrazione fra i soggetti della rete assistenziale.

4 RAZIONALE DELLA COT DA Organizzazione  per funzione (centrata sul servizio) A Organizzazione per processi (centrata sul bisogno)

5 DEFINIZIONE DI CENTRALE OPERATIVA La COT è una struttura afferente alla Direzione dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale, in coordinamento con il Direttore Sanitario, interconnessa con la rete dei Servizi distrettuali e funzionale a tutte le Strutture territoriali e ospedaliere.

6 Centrale Operativa Territoriale Struttura funzionale al sistema Azienda Sanitaria e non ad una sua parte.

7 Centrale Operativa Territoriale La COT non si sostituisce alle funzioni proprie dei servizi interessati ma definisce i processi di connessione e la gestione del CALL CENTER.

8 AMBITO DI APPLICAZIONE DELLA COT La Centrale Operativa Territoriale accoglierà i bisogni socio-sanitari della popolazione afferente ai 28 Comuni dell ’ Azienda Socio Sanitaria n° 3. La superficie totale del territorio è di Kmq 822,50 e la popolazione residente al 31.12.2013 è di n° 180.628.

9 Centrale Operativa Territoriale Attivazione sperimentale Percorso di accompagnamento Strumento che va calato sul modello organizzativo aziendale

10 ELEMENTI DISTINTIVI DELLA COT Modello assistenziale trasversale con processi integrati Conoscenza delle risorse del sistema e loro organizzazione Non gestisce risorse ma le attiva Facilitatore della relazione bisogni/risorse Garante dell’erogazione delle risposte

11 La COT… E’ luogo di integrazione socio-sanitaria e si occupa di pazienti che transitano in ambiti diversi E’ luogo della presa in carico della complessità (che richiede di essere identificata) E’ imperniata sulla multidimensionalità che caratterizza il bisogno, le relazioni e le risposte

12 FUNZIONI Raccoglie e decodifica il problema/bisogno Attiva le risorse Coordina e monitora le transizioni da un luogo di cura ad un altro o da un livello assistenziale ad un altro

13 La COT è… Strumento organizzativo di integrazione dei sistemi La COT costruisce legami promuovendo percorsi e poi monitorandone l’applicazione

14 PROGETTO COT Il progetto è rivolto all ’” Utente Protetto ” (persona che necessita di protezione). Persone fragili che possono essere preventivamente individuate per il rischio di perdita di autonomia fisica e/o psichica e per la fragilità della rete sociale, tali da richiedere l ’ intervento della rete dei servizi. ( es. malattie che comportano elevato danno; condizioni patologiche croniche; necessità di servizi complessi; necessità di dimissioni complesse; mancanza di appoggio sociale; alto rischio di complicanze con elevato uso di risorse; elevata lunghezza del ricovero e/o riammissioni multiple; persone ad elevata complessità assistenziale che presentino dunque multipatologie/comorbilità nei domini biologico, psicologico, sociale e sanitario )

15 PROGETTO COT Ha funzione di gestire, in stretta connessione con la S.C. Cure Primarie, la S.S. Hospice e Cure Palliative, la S.S.D. Residenzialità Extraospedaliera e la S.S.D. Specialistica e Protesica, il percorso di dimissione e di presa in carico dall ’ ospedale dell ’ ospite, privilegiando il suo reinserimento a domicilio, che può prevedere però il suo temporaneo trasferimento nelle strutture intermedie od anche il suo definitivo inserimento in Residenzialità.

16 PROGETTO COT Garantisce inoltre in collaborazione con il MMG, la continuità di cure all ’ utente “ protetto ” a domicilio

17 TIPOLOGIA DI INTERVENTI Coordina la transizione dei pazienti ricoverati in ospedale verso il trattamento temporaneo, residenziale o domiciliare protetto Coordina la presa in carico del pazienti in Assistenza Domiciliare protetta e le eventuali transizioni verso altri luoghi di cura o altri livelli assistenziali Coordina l’ammissione/dimissione e sorveglia sulla presa in carico dei pazienti ricoverati presso le strutture di ricovero intermedie Sorveglia sulla presa in carico dei pazienti in assistenza residenziale definitiva o semiresidenziale

18 STRATEGIE Coordinare gli attuali percorsi Mappare la domanda per poi definire: 1) Percorsi clinici 2) Percorsi organizzativi Sviluppare una forte integrazione con il sociale Coinvolgere e integrarsi con tutti gli attori coinvolti: MMG, Reparti Ospedalieri, Servizi Territoriali, Continuità Assistenziale, Centri di Servizio Ricercare e sviluppare la competenza professionale del personale

19 PROGETTO COT E ’ proprio nella espressione operativa di raccordo tra i soggetti della rete che la COT ha l ’ opportunità di innescare negli operatori coinvolti processi culturali facilitatori di una visione completa della fragilità della persona, non solo sociale, non solo sanitaria e non solo assistenziale, con ritorni di maggior appropriatezza nelle dimissioni anticipate e controllate, nelle ammissioni appropriate e nella gestione domiciliare.

20 OBIETTIVO GENERALE Assicurare la risposta più appropriata all ’ utente “ protetto ” attraverso l ’ interconnessione tra i Servizi Ospedalieri e Territoriali promuovendo la domiciliarità.

21 OBIETTIVI SPECIFICI Mappare l ’ utente “ protetto ” nei diversi servizi e strutture territoriali e ospedalieri. Fornire le informazioni utili all ’ accessibilità ai servizi socio-sanitari con esclusione di quelli già codificati (118 – Continuità Assistenziale) Classificare i bisogni differibili e i bisogni indifferibili con codice colore (triage – bianco, verde, giallo, rosso).

22 OBIETTIVI SPECIFICI Gestire le dimissioni protette contraendo i tempi tra richiesta ed offerta Creare percorsi organizzativi per le ammissioni protette in Ospedale Accogliere il bisogno, decodificarlo ed avviare il percorso assistenziale Assicurare risposte di intervento indifferibili attivando i servizi al bisogno espresso in attesa di avviare le soluzioni più appropriate

23 OBIETTIVI SPECIFICI Gestire un sistema informativo in grado di raccogliere tutti i dati utili a facilitare i collegamenti tra i servizi coinvolti Definire percorsi assistenziali strutturati degli utenti “protetti” identificati in ogni struttura territoriale e ospedaliera al fine di omogeneizzare gli interventi nella gestione dei casi Gestire e coordinare gli interventi di sostegno alla domiciliarità attraverso l’utilizzo dei fondi Regionali e/o progetti specifici con i diversi servizi interessati

24 OBIETTIVI SPECIFICI Fungere da supporto e raccordo nella presa in cura socio-assistenziale dell ’ utente protetto da parte degli Enti Locali. Definire le modalità di integrazione tra Azienda ULSS ed Enti Locali nell ’ interfaccia con la COT.

25 Elementi cardine dell ’ innovazione del modello di continuità assistenziale Strutture Ospedaliere Servizi Territoriali Strutture di ricovero intermedie Centrale operativa territoriale

26 COT come strumento facilitatore, ma non solo… 1.Rilevazione dei bisogni dell ’ utenza 2.Individuazione di criticità del sistema 3.Garanzia e verifica del percorso assistenziale

27 Grazie per l’attenzione


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