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1 ACCOMPAGNARE ADOLESCENTI E GIOVANI-ADULTI “FUORI FAMIGLIA” ALL’AUTONOMIA: DINAMICHE RELAZIONALI, FATTORI DI RESILIENZA E PERCORSI DI EMANCIPAZIONE.

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1 1 ACCOMPAGNARE ADOLESCENTI E GIOVANI-ADULTI “FUORI FAMIGLIA” ALL’AUTONOMIA: DINAMICHE RELAZIONALI, FATTORI DI RESILIENZA E PERCORSI DI EMANCIPAZIONE Seminario – Ferrara, 10 Marzo 2011

2 Cosa si intende per autonomia?
L’autonomia viene qui intesa: - come capacità di prendersi cura di se stessi, della propria abitazione, delle proprie relazioni - come di un lavoro che possa garantire il mantenimento di tutte le spese personali come capacità di valutazione delle conseguenze delle proprie azioni e di assumere decisioni responsabili

3 normalmente, nel nostro Paese, i giovani adulti sono a carico dei loro genitori mediamente fino all’età di 27 anni… Con il vantaggio che: Possono frequentare l’università possono posticipare il pagamento di un affitto e delle spese della casa possono contare sulla protezione e sul consiglio dei genitori in merito alle scelte della vita possono posticipare l’ingresso nel mondo del lavoro

4 Ci sono anche delle conseguenze che si riflettono sia sul giovane che sulla famiglia:
- la mancanza di iniziative personali - la difficoltà ad assumersi delle responsabilità - l’inesperienza nel fronteggiare efficacemente le sfide della vita e le incertezze della quotidianità, - l’inadeguatezza nella capacità di progettare una dimensione futura rispondente alle necessità di una vita indipendente da quella dei genitori ed emancipante rispetto alla propria condizione di adulto

5 ADOLESCENTI? Come si spiega la necessità di dover accompagnare adolescenti all’autonomia?

6 Il contesto: 1. l’accoglienza in comunità residenziali per minori 2
Il contesto: 1. l’accoglienza in comunità residenziali per minori 2. l’affido familiare La 149/ 01 sancisce LA CHIUSURA DEGLI ISTITUTI alla fine del 2006 promuovendo alternative residenziali a carattere familiare, socio-educativo e riabiliativo con un numero ridotto di utenza e con personale educativo professionalmente preparato all’accoglienza di soggetti a rischio psicosociale e psicopatologico allontanati dalle famiglie d’origine per grave incapacità genitoriale, maltrattamenti e/o abusi

7 IL BUON INTERVENTO DI COMUNITA’’
AMBIENTE TERAPEUTICO GLOBALE RELAZIONI SIGNIFICATIVE REGOLARITA’/REGOLAZIONE DIMENSIONE SUPPORTIVA QUOTIDIANA RIFIUTO DINAMICHE ISTITUZIONALIZZANTI CONTINUITA’ RELAZIONALE

8 LA CONTRADDIZIONE DELL'ACCOGLIENZA
Senza proseguio amministrativo e/o messa alla prova: Fino a 18 anni: euro l'anno; 6-10 operatori; volontari; tirocinanti; compagni quotidiani; dimensione protettiva e supportiva quotidiana. Dal diciottesimo anno: 0 euro; 0 operatori; 0 compagni; aumento fattori di rischio; bassa protezione; assenza di “rete sociale” TRAUMA (vulnerabilita' riacquisita) ANGOSCIA, SOLITUDINE, REGRESSIONE, DEVIANZA DISAGIO SOCIALE CRONICO SPRECO DELLE RISORSE

9 COME RIDURRE IL “RISCHIO” DELLA DERIVA NEL DISAGIO CRONICO
COSTRUIRE RELAZIONI SIGNIFICATIVE PREPARARE OFFRIRE IMMAGINI DI FUTURO POSITIVE CREARE “RETE” ACCOMPAGNARE…PERCORSI PER NEOMAGGIORENNI

10 NUOVO ORIZZONTE DON CALABRIA - ASP
6 ospiti di sesso maschile elevato turn-over di ragazzi (permanenza mesi) gestione autonoma della casa e della quotidianità supporto educativo di circa 45 ore settimanali VOLONTARIATO (associazione Agevolando) MONITORAGGIO: scheda obiettivi; colloquio settimanale; VALUTAZIONE: interviste periodiche; analisi schede obiettivi

11 L’ASSOCIAZIONE AGEVOLANDO
Come è nata: iniziativa di alcuni ex-ospiti operanti nel settore Perché è nata: creare maggiori opportunità al “dopo comunità” Da chi è costituita: ex-ospiti, professionisti in ambito educativo, sociosanitario e giuridico, docenti univeristari Quali sono i principali obiettivi: progetti e interventi a favore di giovani-adulti che hanno terminato un percorso residenziale in comunità per minori e/o in affidamento familiare e/o in adozione;

12 IL PRESUPPOSTO DI PARTENZA: LA RESILIENZA COME RIFERIMENTO
DEFINIZIONE: resistenza ai traumi e alle avversità che permette la ricostruzione di un percorso di vita positivo che non rimuove la sofferenza e le ferite, ma al contrario le utilizza come base dalla quale ripartire (Vanistendael, Lecomte, 2000); dipende da fattori individuali, familiari e ambientali (Garmezy 1985) COME SI SVILUPPA: relazioni significative, contesti protettivi, rete sociale, possibilità di rielaborare/comprendere le motivazioni dei traumi, appartenenze positive, benessere emotivo, identità, progettualità, competenze di vita (Milani. Ius 2010)

13 SVILUPPO DI RESILIENZA
L’AUTO MUTUO AIUTO COSTRUIRE RELAZIONI colmare la solitudine, riagganciare compagni di percorso NARRAZIONE rielaborare, ricucire, comprendere SUPPORTO VICENDEVOLE risposte ai bisogni SVILUPPO DI RESILIENZA

14 LA CITTADINANZA ATTIVA
SOSTEGNO AI GIOVANI-ADULTI IN DIFFICOLTA’ promozione di benessere, prevenzione del disagio, aumento self-efficacy, aumento autostima, empowerment TUTELA DIRITTI “protezione” neomaggiorenni, prevenzione rischio e disadattamento sociale DIFFONDERE CULTURA risorsa per la comunità e per le comunità, riduzione effetti etichettamento stigmatizzante SVILUPPO DI RESILIENZA

15 SVILUPPO DI RESILIENZA
IL LAVORO DI RETE LA RETE TRA LE COMUNITA’ progettazione condivisa, numeri alti, “peso politico” LA RETE NELLA COMUNITA’ sensibilizzazione, mobilitazione, aumento risorse relazionali LA RETE ELETTRONICA comunicazione/diffusione delle necessità = aumento delle risposte e delle risorse SVILUPPO DI RESILIENZA

16 IL RUOLO POSSIBILE PER LE FAMIGLIE ACCOGLIENTI E I VOLONTARI
CON LE COMUNITA’: CREARE RETE E OFFRIRE SUPPORTO NELLA FASE DI USCITA… PROGETTO “CITTADINI AFFIANCO” Ovvero L’ “AFFIDO LEGGERO” di neomaggiorenni in uscita dai percorsi residenziali il quale presuppone: corta o assente residenzialità, supporto di prossimità, facilitazione relazionale

17 VALORI AGGIUNTI LA MULTIPROFESSIONALITA’ L’INTERISTITUZIONALITA’
L’EFFETTO “CALAMITA” IL SENSO DI APPARTENENZA (SICUREZZA, PROTEZIONE DEI RISULTATI) LA CONTINUITA’ RELAZIONALE IL MONITORAGGIO DEI RISULTATI (rintracciare i fattori di resilienza)

18 Sede: Bologna, via Padova 2
Sito (in costruzione): Tel: (Federico Zullo, Presidenza) Per associarsi e sostenerci: info via mail

19 PER IL TIROCINIO (o per tesi triennale su monitoraggio e valutazione): NUOVO ORIZZONTE VIALE VOLANO FERRARA TEL (Federico Zullo)

20 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Bastianoni P. (2000), Interazioni in comunità, Carocci Editore, Roma. Bastianoni P., Taurino A. (2009), (a cura di) Le comunità per minorii. Modelli di formazione e supervisione clinica, Carocci, Milano. Bastianoni P., Taurino A., Zullo F., Valutare le comunità per minori: un’esperienza di focus group con giovani dimessi, in “Rivista di Psicologia Clinica”, n. 2/2009, pp Zullo F., Uscire dall’assistenza e costruire resilienza: auto mutuo aiuto, cittadinanza attiva e lavoro di rete con giovani adulti, in “Lavoro Sociale”, vol. 11, n. 1, aprile 2011.


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