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Corso di formazione regionale per la certificazione delle competenze infermieristiche esperte nell’ambito della sperimentazione del See and Treat anno.

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1 Corso di formazione regionale per la certificazione delle competenze infermieristiche esperte nell’ambito della sperimentazione del See and Treat anno formativo 2013 DOCENTI: Marina Cappugi e Antonietta Pandolfo 15/01/13

2 PROBLEMI ODONTOSTOMATOLOGICI
LUSSAZIONE RICORRENTE DELLA MANDIBOLA ODONTALGIA PROBLEMI POST-ESTRAZIONE DENTARIA 15/01/13

3 LUSSAZIONE RICORRENTE DELLA MANDIBOLA
CENNI DI ANATOMIA L’ articolazione temporo-mandibolare si instaura fra condilo della mandibola e fossa mandibolare osso temporale. E’ l’unica articolazione mobile delle ossa del cranio. 15/01/13

4 La lussazione può essere:
LUSSAZIONE è uno spostamento delle superfici articolari l'una rispetto all'altra. La lussazione può essere: completa- se la perdita dei rapporti fra le due superfici è totale incompleta o sublussazione- quando resta un contatto parziale 15/01/13

5 TIPI DI “DISLOCAZIONE”
La mandibola può spostarsi-DISLOCARSI: anteriormente, posteriormente, lateralmente, superiormente Ad eccezione della dislocazione anteriore, tutti gli altri tipi di dislocazione sono generalmente conseguenti a trauma. La dislocazione laterale è spesso associata a fratture mandibolari. 15/01/13

6 LA LUSSAZIONE ANTERIORE
La dislocazione anteriore è la più comune. Si verifica quando il condilo mandibolare viene spinto anteriormente all’articolazione stessa a seguito di azioni che comportano un’eccessiva apertura della bocca come risate, sbadigli, vomito, largo morso, etc… . Lo spasmo muscolare che ne consegue “blocca” la dislocazione che è usualmente bilaterale, anche se esistono forme monolaterali 15/01/13

7 LA LUSSAZIONE ANTERIORE
Se la ricollocazione in sede del condilo mandibolare non è tempestiva si determina una lassità delle strutture capsulari e legamentose dell’articolazione con il rischio di lussazione cronica. Pertanto la lussazione anteriore può essere: acuta, ricorrente, cronica. Nell’AREA S&T : LUSSAZIONI ANTERIORI RICORRENTI NON TRAUMATICHE 15/01/13

8 MODALITA’ DI PRESENTAZIONE AL TRIAGE
Impossibilità a chiudere la bocca/malocclusione Dolore severo Difficoltà nel parlare e/o nell’ingoiare Può essere presente un deficit sensitivo alla bocca o al mento 15/01/13

9 SEGNALI DI ALLARME / ESCLUSIONE
Età < 10 aa Primo episodio Storia di recente trauma Perdita della sensibilità della bocca e/o del mento 15/01/13

10 CONFERMA ELEGGIBILITA’ S&T
ANAMNESI: Come è accaduto? Assicurarsi assenza traumi anche lievi della testa E’ primo episodio? ESAME OBIETTIVO: Difficoltà ai movimenti della mandibola, impossibilità a chiudere la bocca Palpabile depressione pre-auricolare Deviazione laterale della mandibola nelle dislocazioni monolaterali Indagare assenza di ipo-anestesia cute mento e regione periorale 15/01/13

11 SCOPO E FINALITA’ Alleviare il dolore
Riallineare i capi articolari nel più breve tempo possibile anche per evitare possibilità cronicizzazione e ricorrenza 15/01/13

12 INTERVENTI Fase preparatoria: lavaggio antisettico delle mani, informazione all’utente, indossare dispositivi di protezione Fase operativa: trattamento del dolore , riduzione della lussazione 15/01/13

13 TRATTARE IL DOLORE Somministrare KETORALAC 1 fl e.v. o i.m. se controindicazioni ai FANS: TRAMADOLO 20 gtt (vedi protocollo trasversale del dolore) CONTROINDICAZIONI AI FANS: allergia, UP attiva o pregresso sanguinamento GI, alterazioni coagulazione congenite o acquisite, scompenso cardiaco, IR, gravidanza allattamento EFFETTI INDESIDERATI FANS: GI, reazioni da ipersensibilità, cefalea, nervosismo, depressione, tinnito, ematuria, forosensibilità, ritenzione idrica, IR 15/01/13

14 RIDURRE LA LUSSAZIONE Aspettare 15 minuti circa l’effetto dell’analgesia Mettersi i guanti e fasciarsi i pollici con delle garze per proteggerli da eventuali morsi Posizionare il paziente a sedere con la testa poggiata al muro o all’appoggia-testa Porsi di fronte al paziente, introdurre con i gomiti flessi all’altezza della mandibola i due pollici sopra la superficie occlusiva degli ultimi molari (il più posteriormente possibile); con le altre dita afferrare l’angolo e il corpo della mandibola Applicare con i pollici una pressione graduale in basso e posteriormente fino a che non si avverte il reinserimento in sede del condilo mandibolare, talora accompagnato da un “click”. 15/01/13

15 ATTENZIONI / TRABOCCHETTI
il paziente dovrebbe essere capace di chiudere la bocca immediatamente dopo la riduzione se questa ha avuto successo se la riduzione si presenta difficoltosa o traumatica o se permane forte dolore dopo la riduzione è opportuno consultare il medico per eventuale RX 15/01/13

16 AVVERTENZE PER L’UTENTE
Gentile Signore/a per proseguire nel modo migliore la cura del problema che l’ha portata alla nostra osservazione, la invitiamo, a seguire queste raccomandazioni: Nelle prossime due settimane eviti tutte le azioni che comportano un’eccessiva apertura della bocca come risate, sbadigli, vomito, largo morso, etc. per evitare una recidiva Segua una dieta semi-liquida nelle prime 24 ore Se è presente dolore nelle prossime 24 ore assuma terapia analgesica consigliata (paracetamolo 500 mg, 1 cp ogni 8 ore) Se persiste dolore oltre 24 ore dal reinserimento si rivolga al più presto al proprio medico curante 15/01/13

17 CASI CLINICI A.M. ragazzo 12 anni accompagnato dalla mamma che riferisce caduta dallo skate-board con conseguente trauma solo del mento, non trauma in altre sedi Il ragazzo riferisce forte dolore regione auricolare, emifaccia dx e mento; presenta bocca semiaperta deviazione mandibola a sx L.D. donna di 58 anni Si presenta in PS accompagnata dal marito alle ore 21 del 28 dicembre u.s. La signora appare molto sofferente, difficoltà a parlare, il marito riferisce che mentre mangiava torrone ha provato forte dolore e non è più riuscita a chiudere la bocca. Il marito riferisce che non è la prima volta che capita. 15/01/13

18 ODONTALGIA IL DENTE : Corona: la parte visibile che emerge dalla gengiva (smalto/dentina) Radice: parte non visibile alloggiata nell’alveolo dentario (cemento/dentina) Colletto: collega la corona alla radice Unico tessuto del dente vascolarizzato e innervato è la polpa 15/01/13

19 ODONTALGIA: CARATTERISTICHE DEL DOLORE
Caratteristiche diverse del dolore in relazione alla patologia sottostante: 1) Dolore lieve, localizzato ad un dente, acuito da cibi dolci e dal freddo: generalmente dovuto ad una carie che non ha ancora interessato la polpa del dente e quindi il nervo; cessa non appena si rimuovono le cause scatenanti. 15/01/13

20 ODONTALGIA: CARATTERISTICHE DEL DOLORE
2) Dolore forte localizzato ad un dente acuito dal caldo: generalmente dovuto ad un iniziale interessamento della polpa del dente. 15/01/13

21 CARATTERISTICHE DEL DOLORE
3) Dolore pulsante, lancinante, poco localizzato (riferito al lato opposto dell’arcata dentaria, alla mascella o alle aree innervate dai rami comuni del V nervo cranico): dovuto a pulpite acuta (suppurativa o non) 4) Se associato anche a tumefazione e fluttuazione dei tessuti molli adiacenti: dovuto ad un ascesso peri-apicale 15/01/13

22 MODALITA’ DI PRESENTAZIONE AL TRIAGE
Il paziente si presenta con dolore dentario 15/01/13

23 SEGNALI DI ALLARME / ESCLUSIONE
Età <6 aa Dolore non localizzato Febbre > 38,5 °C Tumefazione e fluttuazione dei tessuti molli adiacenti al dente 15/01/13

24 CONFERMA ELEGGIBILITA’
Verificare soprattutto con esame obiettivo: Localizzazione ad un dente e non irradiato/diffuso, tumefazione gengivale modesta, non fluttuante ed in corrispondenza del dente , la presenza di carie (dove verificabile con l’ispezione) Misurare la febbre Misurare il dolore 15/01/13

25 Alleviare la sintomatologia Dolorosa
SCOPO E FINALITA’ Alleviare la sintomatologia Dolorosa 15/01/13

26 INTERVENTI Fase preparazione: lavaggio antisettico delle mani e informare l’utente Fase operativa: Trattamento del dolore (vedi protocollo trasversale) Terapia ANTIBIOTICA se TC >o = a 37 e < 38 °C 15/01/13

27 TERAPIA ANTIBIOTICA Amoxicillina e Calvulanico:
Adulti: 875 mg+125 mg, 1 cp ogni 12 ore per 5-7 gg; Bambini di peso > 40 Kg: come adulti Bambini peso < 40 kg: 20 mg/kg ogni 12 ore Controindicazioni: ipersensibilità ai beta lattamici precedenti ittero o dsfunzione epatica in seguito assunzione di beta lattamici 15/01/13

28 TERAPIA ANTIBIOTICA Claritromicina:
Adulti: 250 mg 1 cp 2 volte al giorno per 6-8 gg; Bambini fino ai 12 anni: 7,5 mg/kg 2 volte al giorno per 6-8 gg Bambini con peso > Kg : come adulti Controindicazioni: accertata ipersensibilità verso componenti o eccipienti, insufficienza epatica grave, gravidanza e allattamento, contemporanea somministrazione di cisapride, pimozide, terfenadina. 15/01/13

29 ISTRUZIONI PER LA DIMISSIONE
Indirizzare comunque, con particolare sollecitudine in presenza di iperpiressia, il paziente dall’odontoiatra. Prescrivere terapia analgesica (vedi protocollo trasversale) Prescrivere profilassi antibiotica (vedi sopra) 15/01/13

30 AVVERTENZE PER L’UTENTE
Gentile Signore/a per proseguire nel modo migliore la cura del problema che l’ha portata alla nostra osservazione, la invitiamo a seguire queste raccomandazioni: Continui per almeno 3 gg la terapia analgesica ed antibiotica prescritta, valutando con il medico curante l’opportunità di proseguire il trattamento oltre tale periodo. Si rechi comunque prima possibile dall’odontoiatra per una visita. 15/01/13

31 PROBLEMI POST-ESTRAZIONE DENTARIA
I problemi che si possono presentare dopo un’estrazione dentaria sono: L’edema: il gonfiore dopo un intervento chirurgico è normale ed è proporzionale al grado di manipolazione ed al trauma. Se l’edema non diminuisce dal 3° giorno deve essere sospettata un’infezione. Il dolore post-estrazione: è generalmente moderato Il sanguinamento: ha origine dai piccoli vasi, è modesto ed in condizioni fisiologiche autolimitantesi entro le 24 ore successive all’estrazione; se si protrae più a lungo sospettare un problema sottostante 15/01/13

32 MODALITA’ DI PRESENTAZIONE AL TRIAGE
Il paziente si presenta per: edema dolore sanguinamento post-estrazione dentaria. 15/01/13

33 SEGNALI DI ALLARME / ESCLUSIONE
Età < 6 aa Edema che si protrae oltre 72 h dall’estrazione Emorragia copiosa o che si protrae oltre 24 h dall’estrazione Febbre > 38 °C Diatesi emorragica congenita o acquisita Terapia con Anticoagulanti Orali 15/01/13

34 CONFERMA ELEGGIBILITA’ S&T
ANAMNESI: confermare assenza dei segnali di allarme. Esame Obiettivo: misurare la febbre, verificare copiosità sanguinamento Misurare il dolore. 15/01/13

35 Alleviare il dolore Arrestare l'emorragia
SCOPO E FINALITA’ Alleviare il dolore Arrestare l'emorragia 15/01/13

36 INTERVENTI FASE PREPARATORIA: lavaggio antisettico delle mani, informazione all'utente, indossare dispositivi di protezione 15/01/13

37 FASE OPERATIVA INTERVENTI
Trattare il dolore (vedi protocollo del dolore): se presente anche sanguinamento preferire paracetamolo Applicazione locale di ghiaccio in corrispondenza dell’edema per ridurre l’edema e arrestare il sanguinamento Pulire dai coaguli con la garza Effettuare una medicazione compressiva : posizionare una garza arrotolata sopra la sede del sanguinamento dicendo al paziente di serrarla fra i denti per una decina di minuti Rimuovere la garza e valutare l’eventuale persistenza del sanguinamento ,in caso positivo il paziente esce dal S&T 15/01/13

38 ISTRUZIONI PER LA DIMISSIONE
Prescrivere terapia analgesica Spiegare al paziente la sintomatologia la cui comparsa o aggravamento deve indurlo a rivolgersi al medico/odontoiatra quanto prima 15/01/13

39 AVVERTENZE PER L’UETENTE
Gentile Signore/a per proseguire nel modo migliore la cura del problema che l’ha portata alla nostra osservazione, la invitiamo a seguire queste raccomandazioni: Prosegua nelle prossime 24 ore la terapia analgesica consigliata Applichi localmente del ghiaccio secco almeno 10 minuti all’ora nelle prossime ore Si rivolga urgentemente al proprio medico curante o all’odontoiatra di riferimento se: l’edema non si risolve entro 24 ore ricompare sanguinamento compare febbre 15/01/13

40 PROBLEMI MUSCOLOSCHELETRICI
Torcicollo Lombalgia acuta semplice non specifica ricorrente Dolore acuto monoarticolare 15/01/13

41 TORCICOLLO Definizione
E’ uno spasmo tonico o intermittente dovuto a una contrattura dei muscoli del collo che determina dolore in regione antero-laterale o posteriore del collo, limitazione funzionale, atteggiamento obbligato della testa. 15/01/13

42 TORCICOLLO Cause : Esposizioni a correnti di area fredda
Brusco movimento della testa Posizione errata durante il sonno o il lavoro Infezioni o patologie del rachide cervicale 15/01/13

43 MODALITA’ DI PRESENTAZIONE AL TRIAGE
Dolore , impotenza funzionale dei movimenti del collo 15/01/13

44 SEGNALI DI ALLARME / ESCLUSIONE
Età < 10 aa Febbre >= 38°C Recente trauma Cefalea grave Dolore > 7 atroce Dolore in regione posteriore / centrale del collo in corrispondenza dei processi spinosi Irradiazione del dolore al braccio e/o alla nuca Presenza di alterazioni sensitivo/motorie dell’arto omolaterale 15/01/13

45 CONFERMA ELEGGIBILITA’ S&T
ANAMNESI: Indagare bene modalità insorgenza del dolore (a seguito esposizione a correnti fredde, posizione obbligata) Caratteristiche del dolore: sede, irradiazioni, intensità Chiedere se altri sintomi associati in particolare deficit forza sensibilità arti superiori Escludere recente trauma 15/01/13

46 CONFERMA ELEGGIBILITA’ S&T
Esame Ispettivo/obiettivo : Atteggiamento obbligato della testa Esacerbazione del dolore con i movimenti Dolorabilità spiccata alla palpazione e la contrattura muscolare (escludere dolore digito pressione processi spinosi) Verificare assenza deficit motori e sensitivi arti superiori 15/01/13

47 ATTENZIONI / TRABOCCHETTI
Indagare la recente assunzione di farmaci che possono dare effetti extrapiramidali : Fenotiazine Butirrofenoni Metoclopramide ( Plasil ) 15/01/13

48 Alleviare la sintomatologia dolorosa
SCOPO E FINALITA’ Alleviare la sintomatologia dolorosa 15/01/13

49 Guanti monouso Contenitore per smaltimento rifiuti
MATERIALI Guanti monouso Contenitore per smaltimento rifiuti 15/01/13

50 INTERVENTI FASE PREPARATORIA: Lavaggio antisettico delle mani
Informare l’utente FASE OPERATIVA Trattamento del dolore 15/01/13

51 ISTRUZIONI PER LA DIMISSIONE
Prescrivere terapia analgesica Spiegare al paziente la sintomatologia la cui comparsa o aggravamento deve indurlo a rivolgersi al medico. 15/01/13

52 AVVERTENZE PER L’UETENTE SOTTOPOSTO TRATTAMENTO PER TORCICOLLO
Gentile signore/a Per il problema che l’ha portata alla nostra osservazione, la invitiamo a seguire le raccomandazioni sotto riportate : Nelle prossime 48 ore dovrà tenere la parte dolente al caldo (sciarpa,applicare la borsa dell’acqua calda). Prosegua la terapia antidolorifica nelle prossime 48 ore come prescritto. Appena il dolore lo consente è opportuno cercare di mobilizzare la parte con esercizi dolci del collo. Dovrà farsi rivalutare dal suo medico curante fra 3-4gg o prima se nonostante la terapia antidolorifica non vi è alcun miglioramento della sintomatologia o compaiono altri sintomi associati. 15/01/13

53 15/01/13

54 BIBLIOGRAFIA Pain in the neck CMAJ 164: 1182,2001
Tintinnalli JE ediz 2004 15/01/13

55 INQUADRAMENTO DELLE LOMBALGIE
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56 INQUADRAMENTO DELLE LOMBALGIE
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57 INQUADRAMENTO DELLE LOMBALGIE
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58 INQUADRAMENTO DELLE LOMBALGIE
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59 INQUADRAMENTO DELLE LOMBALGIE
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60 INQUADRAMENTO DELLE LOMBALGIE
Lombalgia semplice (senza interessamento radicolare): dolore, con presenza o meno di limitazione funzionale, avvertito fra il margine inferiore dell’arcata costale e le pieghe glutee inferiori, con possibile irradiazione posteriore alla coscia, ma non oltre il ginocchio. 15/01/13

61 INQUADRAMENTO DELLE LOMBALGIE
Lombalgia con interessamento radicolare: il dolore è unilaterale, pungente , associato nei corrispondenti dermatomeri, ad alterazioni della sensibilità (formicolii, iper/ipo/anestesia), possibili deficit motori fino alla paralisi,eventuali deficit autonomici. Sono generalmente presenti altri sintomi. 15/01/13

62 INQUADRAMENTO DELLE LOMBALGIE
Lombosciatalgia (interessamento delle radici L5-S1): lombalgia con irradiazione dolorosa al di sotto il ginocchio, fino al piede; il dolore all’arto può essere presente in assenza di dolore lombare. Per interessamento di L5 dolore e parestesie seguono la faccia postero esterna della coscia, la faccia esterna della gamba, il dorso del piede fino all'alluce; per interessamento di S1 la sintomatologia interessa faccia posteriore della coscia, della gamba, il tallone, la pianta del piede fino al V dito. In questo caso se ho alterazione della motricità ho diminuzione fino alla scomparsa di riflesso achilleo. 15/01/13

63 INQUADRAMENTO DELLE LOMBALGIE
Lombocruralgia (interessamento delle radici L3-L4): lombalgia con irradiazione dolorosa all’inguine. 15/01/13

64 INQUADRAMENTO DELLE LOMBALGIE
In relazione all'andamento temporale una lombalgia si definisce: acuta, se la sintomatologia dolorosa ha durata inferiore ad un mese, 4 settimane subacuta, se la sintomatologia dolorosa si protrae oltre il mese fino a 3 mesi cronica, se i sintomi si protraggono oltre i 3 mesi ricorrente, quando gli episodi acuti si ripresentano dopo un periodo di benessere in assenza di terapia farmacologica 15/01/13

65 INQUADRAMENTO DELLE LOMBALGIE
In relazione all'eziologia le lombalgie possono essere classificate in: Lombalgie da causa meccanica: oltre il 95% delle lombalgie ha una causa meccanica, che può derivare da un uso eccessivo o da un’abnorme stimolazione di una normale struttura anatomica ( muscoli, legamenti, fasce, faccette articolari, radici nervose spinali) 15/01/13

66 INQUADRAMENTO DELLE LOMBALGIE
Lombalgie da causa meccanica: Conseguenza di un trauma o di deformità di una struttura anatomica (frattura, spontanea o a seguito di traumi anche lievi in pazienti con grave osteoporosi o in terapia cronica con corticosteroidi, erniazione del nucleo polposo, artrosi interapofisaria posteriore). Le cause più comuni sono le lesioni muscolo- legamentose o le alterazioni degenerative età- correlate dei nuclei polposi e delle faccette articolari. 15/01/13

67 INQUADRAMENTO DELLE LOMBALGIE
1. Lombalgie da causa meccanica: In questi casi il dolore è acuto, a rapida insorgenza, in seguito a sforzo o trauma, esacerbato dalla palpazione del rachide e mm paravertebrali, accentuato dal movimento, attenuato dal riposo e dal clinostatismo. Può essere o meno presente interessamento radicolare. 15/01/13

68 INQUADRAMENTO DELLE LOMBALGIE
Lombalgie da possibile grave patologia spinale: nell’1% dei casi l’origine non è meccanica ma da possibile grave patologia spinale: tumori primitivi o metastatici, infezioni,ascessi. Sindrome della cauda equina. 15/01/13

69 INQUADRAMENTO DELLE LOMBALGIE
2.Lombalgie da possibile grave patologia spinale: In questi casi il dolore è costante, sordo, progressivo non attenuato dal riposo, peggiora nelle ore notturne, l'interessamento radicolare spesso coinvolge più radici a livelli diversi. 15/01/13

70 INQUADRAMENTO DELLE LOMBALGIE
Lombalgie in cui il dolore è riferito da malattie viscerali (pelviche, addominali, retroperitoneali) o espressione di malattia sistemica: le più comuni cause di dolore non muscoloscheletrico sono: ulcera peptica, pancreatite, colica renale, aneurisma dell'aorta addominale, emorragie/ematomi retroperitoneali, tumori di organi retroperitoneali, malattie pelviche (prostatite, endometriosi, m. infiammatoria pelvica cronica). 15/01/13

71 INQUADRAMENTO DELLE LOMBALGIE
3. Lombalgie in cui il dolore è riferito da malattie viscerali : Questi casi, che rappresentano circa il 2% del totale, si presentano con un dolore lombare non modificato dai movimenti, generalmente associato a dolore anche in altre sedi: addominale, a cintura, toracico, con irradiazione ai quadranti inferiori dell'addome e all‘inguine; sono assenti segni locali (dolore alla palpazione del rachide, contrattura dei mm paravertebrali, deviazioni della colonna in cifo-scoliosi ). 15/01/13

72 LOMBALGIA SEMPLICE O COMUNE O NON SPECIFICA ACUTA RICORRENTE
Almeno il secondo episodio (deve esistere già una precedente diagnosi) di un quadro di lombalgia acuta (presente da meno di un mese) di natura muscolo-scheletrica senza interessamento radicolare. 15/01/13

73 LOMBALGIA SEMPLICE O COMUNE O NON SPECIFICA ACUTA RICORRENTE
Tale quadro riconosce generalmente una causa meccanica (distorsioni, strappi, discopatie); nel 70% dei casi la causa può non essere identificabile (forme idiopatiche). 15/01/13

74 MODALITA’ DI PRESENTAZIONE AL TRIAGE
Dolore è acuto e di rapida insorgenza, localizzato fra il margine inferiore dell’arcata costale e le pieghe glutee inferiori, con possibile irradiazione posteriore alla coscia, ma non oltre il ginocchio. Compare generalmente in seguito a sforzo in flessione del tronco anche modesto, è esacerbato dal movimento e dalla palpazione dei mm paravertebrali, si attenua con il riposo, possono essere presenti deviazioni della colonna in cifo-scoliosi, e limitazione funzionale. 15/01/13

75 SEGNALI DI ALLARME/ESCLUSIONE
Primo episodio Dolore > 7 Dolore che si protrae da più di 4 settimane nonostante terapia Dolore associato a dolore toracico inferiore o addominale Irradiazione del dolore oltre il ginocchio fino al piede o anteriormente all'inguine Alterazioni della sensibilità: (parestesie, ipo-anestesia) all'arto inferiore (regione posteriore-esterna della coscia, della gamba fino al piede), all'inguine con distribuzione a sella (Sindrome della cauda equina) 15/01/13

76 SEGNALI DI ALLARME / ESCLUSIONE
Presenza di deficit motori: riferita perdita di forza fino alla paralisi ( ipovalidità dell'estensore proprio dell'alluce, dell'estensore comune delle dita e tibiale anteriore) Incontinenza/ritenzione urinaria e/o incontinenza fecale (S.della cauda equina) Presenza di massa pulsante addominale (aneurisma aortico) Febbre > 38°(infezioni, ascessi) Alterazione di PA e FC Età maggiore 60 aa e minore 20 (negli anziani sono più frequenti cause gravi quali fratture anche spontanee, tumori, aneurisma aortico; sotto i 20 aa forte sospetto per tumori) 15/01/13

77 SEGNALI DI ALLARME / ESCLUSIONE
Storia di : aneurisma aorta addominale,neoplasie importante perdita di peso negli ultimi mesi tossicodipendenza (uso di droghe e.v.) (possibili infezioni, ascessi) gravidanza in atto recente trauma: maggiore a tutte le età anche trauma minore negli anziani o in pz. con grave osteoporosi o in terapia cronica con corticosteroidi terapia con A.O. 15/01/13

78 CONFERMA ELEGGIBILITA’
ANAMNESI: Età Caratteristiche dolore: modalità insorgenza, intensità, durata, sede e irradiazioni, se accentuato o meno dai movimenti, alleviato riposo e la notte Altri sintomi associati: perdita forza o sensibilità, incontinenza urinaria/fecale Eventi recenti: trauma, dimagrimento importante Patologie associate: neoplasie, aneurisma aorta addominale, tossicodipendenza Gravidanza Farmaci: uso di anticoagulanti orali 15/01/13

79 CONFERMA ELEGGIBILITA’
ESAME ISPETTIVO/OBIETTIVO: Febbre Alterazioni PA e FC Dolorabilità palpazione mm paravertebrali, movimento rachide Valutare deficit sensitivo-motori: iper/ipo anestesia agli arti inferiori o in regione perianale (anestesia a sella) assenza di deficit di forza degli arti inferiori, piede o dita dei piedi (esempio ipovalidità dell'estensore dell'alluce, dell'estensore comune delle dita e tibiale anteriore) Massa pulsante addominale 15/01/13

80 Alleviare la sintomatologia dolorosa
SCOPO E FINALITA’ Alleviare la sintomatologia dolorosa 15/01/13

81 Guanti monouso Contenitore per smaltimento rifiuti
MATERIALI Guanti monouso Contenitore per smaltimento rifiuti 15/01/13

82 INTERVENTI FASE PREPARATORIA: Lavaggio antisettico delle mani
Informare l’utente FASE OPERATIVA Trattamento del dolore 15/01/13

83 ISTRUZIONI PER LA DIMISSIONE
Prescrivere terapia analgesica 15/01/13

84 AVVERTENZE PER IL PAZIENTE SOTTOPOSTO A TRATTAMENTO PER LOMBALGIA ACUTA
Gentile signore/a Per il problema che l’ha portata alla nostra osservazione, la invitiamo a seguire le raccomandazioni sotto riportate: Nei prossimi tre giorni prosegua la terapia antidolorifica consigliata e appena la sintomatologia dolorosa lo consentirà riprenda la sua normale attività quotidiana. Il riposo a letto non serve a guarire più velocemente, anzi una volta alleviato il dolore è consigliabile iniziare una moderata attività fisica (nuoto, camminare). Per ridurre al minimo il rischio di recidive adotti i seguenti comportamenti : Portare scarpe comode, con tacco basso. Le solette nelle scarpe possono aiutare chi deve stare in piedi per lunghi periodi di tempo. Porre le superfici di lavoro ad un’altezza comoda. Usare una sedia con un buon sostegno a livello lombare. Quando solleva un peso da terra per raccoglierlo piegare le gambe, evitare sollevamenti in torsione, flessione e allungamento e tenere gli oggetti vicino al corpo. Evitare di sollevare oggetti pesanti 15/01/13

85 AVVERTENZE PER IL PAZIENTE SOTTOPOSTO A TRATTAMENTO PER LOMBALGIA ACUTA
Fra 3 gg dovrà farsi rivalutare dal proprio medico curante, per definire con lui quanto e se proseguire la terapia antidolorifica e rivalutare le sue condizioni cliniche. Si rivolga comunque prima di 3 gg al medico curante se: La sintomatologia dolorosa, nonostante la terapia in atto dovesse peggiorare (il dolore aumenta molto di intensità) Se la sintomatologia si modifica, in particolare se: Il dolore cambia la sua irradiazione (scende fino alla gamba ed al piede) Compare dolore anche in altre sedi (torace, addome), Compaiono formicolii, bruciore o deficit di forza (debolezza, difficoltà a muovere) agli arti inferiori (anche solo il piede o le dita dei piedi) Compare incontinenza urinaria/fecale Compare febbre 15/01/13

86 BIBLIOGRAFIA Consiglio Sanitario Regionale ; Linee Guida : Mal di Schiena, Regione Toscana 2005 - Tintinnalli JE, Emergency Medicine, 6th Ed. 2004 15/01/13

87 15/01/13

88 DOLORE MONOARTICOLARE ACUTO NON TRAUMATICO
15/01/13

89 Richiami di anatomia e fisiopatologia
Struttura e Funzioni delle articolazioni Le articolazioni sono dispositivi giunzionali fra capi ossei, interconnessi tramite tessuti connettivi, si dividono in mobili, poco mobili o immobili 15/01/13

90 Richiami di anatomia e fisiopatologia
In base alla costituzione e alla capacità di movimento si dividono in: Sinartrosi ed Anfiartrosi che sono articolazioni per continuità, poco mobili o immobili, nelle quali fra le strutture ossee è interposto tessuto connettivo denso fibroso (sinartrosi), cartilagineo o fibrocartilagineo (anfiartrosi) 15/01/13

91 Richiami di anatomia e fisiopatologia
Diartrosi che sono articolazioni per contiguità o sinoviali con ampia capacità di movimento. Sono queste le più numerose ed elettivamente interessate dalle malattie reumatiche. 15/01/13

92 Richiami di anatomia e fisiopatologia
Liquido sinoviale: è presente normalmente in scarsa quantità, serve alla lubrificazione articolare e alla nutrizione della cartilagine, contiene acqua, elettroliti, glucosio, proteine principalmente a basso peso molecolare, acido ialuronico, monociti, linfociti e macrofagi. E’ un dialisato del plasma che deriva dalla membrana sinoviale 15/01/13

93 Richiami di anatomia e fisiopatologia
Membrana sinoviale: è costituita da un'intima con 1-4 strati di cellule (sinoviociti con funzione macrogafica, fibrobalstica, intermedia)e da tessuto subsinoviale: un connettivo lasso molto vascolarizzato 15/01/13

94 Richiami di anatomia e fisiopatologia
Capsula articolare: tessuto connettivo fibroso denso (fibre collagene in fasci paralleli), spesso, con poche cellule e mollta acqua. Si inserisce nel tessuto osseo con un complesso di transizione specializzato chiamato entesi, frequente sede di patologie reumatiche. La distensione della capsula articolare determina dolore qualunque ne sia la causa 15/01/13

95 Richiami di anatomia e fisiopatologia
Cartilagine articolare: variante del tessuto connettivo con funzione di ammortizzare e distribuire il carico e permettere lo scorrimento delle superfici articolari. Sono assenti i vasi sanguigni, linfatici, e le terminazioni nervose. Il nutrimento avviene per diffusione dal liquido sinoviale e dai vasi dell'osso subcondrale. 15/01/13

96 DOLORE ARTICOLARE INFIAMMATORIO quindi di ARTRITE:
quando il dolore è : indipendente dal carico e dal movimento preresente anche la notte e a riposo si associa a rigidità mattutina superiore a 30 minuti sono presenti segni locali di flogosi: tumefazione, calore, arrossamento della cute. All'interno delle forme infiammatorie rientrano le artriti infettive/settiche che costituiscono un'emergenza medica, possono distruggere un' articolazione in pochi gg con esiti permanenti. 15/01/13

97 DOLORE ARTICOLARE il dolore è:
NON INFIAMMATORIO (meccanico) e quindi di ARTRALGIA: il dolore è: aggravato dal carico e/o dal movimento si attenua con il riposo la rigidità mattutina è di breve durata (inferiore ai 30‘) non sono presenti segni locali di flogosi il dolore è sordo, gravativo,profondo. 15/01/13

98 DOLORE ARTICOLARE la patologia articolare-muscoloscheletrica non traumatica si considera: acuta: la sintomatologia dolorosa con durata inferiore a 4-6 settimane subacuta: la sintomatologia dolorosa che si protrae oltre il mese fino a 3 mesi cronica: una sintomatologia che si protrae oltre i 3 mesi ricorrente: quando gli episodi acuti si ripresentano dopo un periodo di benessere in assenza di terapia farmacologica 15/01/13

99 DOLORE ARTICOLARE Si parla di forme:
monoarticolari quando è colpita una sola articolazione oligoarticolari quando sono interessate fino a 3 articolazioni poliarticolari quamdo sono interessate più di 3 articolazioni Le forme poliarticolari possono essere simmetriche o asimmetriche. 15/01/13

100 IN SEE & TREAT DOLORE MONOARTICOLARE: 1 sola. articolazione
IN SEE & TREAT DOLORE MONOARTICOLARE: 1 sola articolazione . ACUTO: da meno 6 settimane . NON TRAUMATICO 15/01/13

101 MODALITA’ DI PRESENTAZIONE AL TRIAGE
Il paziente si presenta per DOLORE ACUTO (< 6 settimane), non traumatico, che interessa una sola articolazione, in presenza di storia di gotta acuta o osteoartrosi, non altri sintomi sistemici o d’organo associati. 15/01/13

102 SEGNALI DI ALLARME/ESCLUSIONE
Febbre Elevata > 38°c suggestiva di forma settica Dolore >7 Età <10 aa Dolore da più di 6 settimane Primo episodio Comorbilità importante o terapia cronica immunosoppressiva in atto (compresa terapia CCS e chemioterapia) Compromissione delle condizioni generali Tossicodipendenze recenti traumi penetranti o manovre iatrogene presenza di un focolaio di infezione extrarticolare (es. ascesso cutaneo) recenti (1- 4 settimane) infezioni acute genito-urinarie, gastroenteriche, faringo-tonsillite acuta 15/01/13

103 CONFERMA ELEGGIBILITA’
Artralgia da osteartrosi storia di osteoartrosi all'articolazione interessata dolore meccanico: accentuato dal movimento, si attenua con il riposo, assente la notte, dolore di tipo gravativo profondo, può acutizzarsi quando è presente componente infiammatoria o contrattura muscolare limitazione funzionale modesta, rigidità mattutina se presente di breve durata (meno di 30 minuti) scarsi segni di flogosi locale, deformità: l’articolazione si presenta “ingrossata”, la tumefazione è dura in quanto dovuta agli osteofiti, può essere presente modesto versamento (tumefazione molle) segni caratteristici sono: crepitii e scrosci articolari Sedi: le articolazioni più colpite sono le articolazioni interfalangee delle mani, anca e ginocchio assenti segni sistemici 15/01/13

104 CONFERMA ELEGGIBILITA’
Artrite gottosa precedenti attacchi di gotta acuta Caratteritische del dolore: insorge tipicamente a riposo nelle ore serali o notturne oppure scatenato da traumi locali anche lievi, arriva all'acme nell'arco di poche ore dolore molto forte con limitazione funzionale, costringe il paziente all'immobilità (limitazione al movimento attivo e passivo). spiccata dolorabilità (non sopporta il lenzuolo) importanti segni di flogosi locale: articolazione è rossa, calda, la tumefazione non è molto marcata generalmente estesa oltre i confini articolari stessi. Sedi: le articolazioni più frequentemente interessate sono le articolazioni periferiche degli arti inferiori (nel 50% casi è interessata la prima metatarsofalangea che è coinvolta almeno una volta nel 90% dei pazienti con gotta), ma anche caviglia, ginocchio, polsi, gomiti. Segni sistemici: lieve rialzo termico 15/01/13

105 Alleviare la sintomatologia dolorosa
SCOPO E FINALITA’ Alleviare la sintomatologia dolorosa 15/01/13

106 Guanti monouso Contenitore per smaltimento rifiuti
MATERIALI Guanti monouso Contenitore per smaltimento rifiuti 15/01/13

107 Trattamento del dolore
INTERVENTI Informare l’utente Trattamento del dolore 15/01/13

108 In caso ARTRITE GOTTOSA ACUTA:
sono di prima scelta in pazienti senza controindicazioni i FANS: INDOMETACINA, cps 50 mg, 3 volte al giorno per totale di 150mg/die (max di 200 mg al giorno) in pazienti con normale funzione renale. Proseguire per 3-5 gg. Beneficio entro 2 ore dalla somministrazione Controindicazioni ed effetti collaterali dei FANS. Negli anziani ed in particolare in pazienti con insufficienza renale ridurre il dosaggio o somministrare colchicina 15/01/13

109 OSTEO-ARTROSI trattare il dolore secondo il protocollo del dolore
15/01/13

110 ATTENZIONI e TRABOCCHETTI
fra i FANS non somministrare Aspirina e salicilati che possono aggravare l'attacco se non si ha miglioramento con la terapia sopraindicata sospettare una forma settica, anche in assenza di febbre elevata o altri segnali di allarme, pertanto consigliare al paziente di rivolgersi tempestivamente al proprio medico curante non iniziare la somministrazione di farmaci per la riduzione dell'uricemia durante l'attacco acuto, può esacerbare l'attacco stesso; se la terapia è già in atto non va comunque sospesa. 15/01/13

111 AVVERTENZE PER IL PAZIENTE SOTTOPOSTO A TRATTAMENTO PER DOLORE MONOARTICOLARE ACUTO
Gentile signore/a Per il problema che l’ha portata alla nostra osservazione, la invitiamo a seguire le raccomandazioni sotto riportate: Nei prossimi giorni mantenga a riposo l'articolazione interessata e l’arto coinvolto in posizione di scarico. Prosegua la terapia farmacologia consigliata Si rivolga urgentemente al proprio medico curante se la sintomatologia persiste senza alcun miglioramento oppure alla comparsa di: febbre interessamento di altra articolazione comparsa di rash cutanei o sintomi a carico di altri organi apparati Si presenti comunque al medico curante entro 2-3 gg per una rivalutazione clinica e l'aggiustamento della terapia farmacologica 15/01/13

112 BIBLIOGRAFIA Tintinnalli JE, Emergency Medicine, 6th Ed. 2004,
Cecil, Medicine, 23°th Ed., Philadelphia 2008 15/01/13

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114 CONTUSIONI MINORI DEGLI ARTI
15/01/13

115 CONTUSIONI MINORI DEGLI ARTI
Definizione Le Contusioni sono lesioni conseguenti ad un trauma diretto, che determina pressione o frizione dei tessuti, lacerazione dei vasi sottostanti ed eventualmente abrasione dei tessuti superficiali. 15/01/13

116 CONTUSIONI MINORI DEGLI ARTI
A seguito di un trauma contusivo si possono rilevare diversi tipi di lesioni: Ecchimosi : la cute rimane integra ma la rottura di piccoli vasi sanguigni determina modesto stravaso emorragico rilevabile in superficie come una macchia della cute ovvero un’ alterazione cromatica circoscritta di oltre 1-2 cm che non scompare con la diascopia (digitopressione). 15/01/13

117 CONTUSIONI MINORI DEGLI ARTI
A seguito di un trauma contusivo si possono rilevare diversi tipi di lesioni: Ematoma: la cute è sempre integra, ma lo stravaso emorragico è di maggior entità e determina una tumefazione della parte interessata. La raccolta di sangue può rimanere circoscritta o infiltrare i tessuti circostanti. 15/01/13

118 CONTUSIONI MINORI DEGLI ARTI
A seguito di un trauma contusivo si possono rilevare diversi tipi di lesioni: Escoriazione: è un’abrasione traumatica dovuta alla presenza di una forza tangenziale al tessuto che determina una frizione con conseguente lacerazione degli strati superficiali dell’epidermide o del derma superficiale 15/01/13

119 MODALITA’ DI PRESENTAZIONE AL TRIAGE
Dolore ad un arto, più o meno intenso, a seguito di trauma contusivo. Il dolore è localizzato alla sede del trauma. La parte può presentare solo edema e arrossamento della cute oppure si possono realizzare le lesioni sopra descritte: ecchimosi, ematoma, escoriazioni superficiali. Può essere presente lieve limitazione funzionale. 15/01/13

120 SEGNALI DI ALLARME / ESCLUSIONE
Età: < 10 aa Sedi articolari Dinamica maggiore del trauma Traumi associati in altre sedi: testa, collo, torace, addome Dolore > 7 Deformità dell’arto (codice giallo) Grave limitazione funzionale (sospetto di frattura) 15/01/13

121 SEGNALI DI ALLARME / ESCLUSIONE
Motilità preternaturale (movimento possibile su piani in cui normalmente è impedito: sospetto di lesione di legamenti) Alterazioni della sensibilità (parestesie, ipo-anestesia) Segni di ischemia dell'arto (cute fredda, pallida, assenza di polsi periferici distali alla lesione) Alterazioni della coagulazione congeniti o acquisiti (Terapia con A.O. ) 15/01/13

122 CONFERMA ELEGGIBILITA’ S&T
Confermare la presenza di trauma contusivo e l’assenza dei segnali di allarme sopra indicati mediante: l’anamnesi: che indaghi la dinamica del trauma, la presenza di trauma anche in altri distretti, pregressi traumi nella stessa sede (che possono comportare conseguenze più gravi a parità di dinamica del trauma), la presenza di diatesi emorragiche o l'assunzione di anticoagulanti orali. 15/01/13

123 CONFERMA ELEGGIBILITA’ S&T
l’esame obiettivo: Localizzare con la palpazione la zona di maggior dolorabilità, verificare idoneità della sede. 15/01/13

124 CONFERMA ELEGGIBILITA’ S&T
Escludere: Deformità dell’arto Grave limitazione funzionale (sospetto di frattura) Motilità preternaturale (movimento possibile su piani in cui normalmente è impedito: sospetto di lesione di legamenti) Alterazioni della sensibilità (parestesie, ipo- anestesia) Segni di ischemia dell'arto (cute fredda, pallida, assenza di polsi periferici distali alla lesione) 15/01/13

125 ATTENZIONI / TRABOCCHETTI
Dalla semeiotica dell’ecchimosi/ematoma si può risalire al tempo della lesione: entro le prime 48 ore il colore è rosso/violaceo ed i margini sono netti; oltre le 48 ore il colore è giallo/verdognolo ed i margini sono sfumati. La presentazione in DEA per questo tipo di problematica è spesso ritardata. 15/01/13

126 Ridurre la sintomatologia dolorosa e l’edema
SCOPO E FINALITA’ Ridurre la sintomatologia dolorosa e l’edema Alleviare l’ansia del paziente 15/01/13

127 MATERIALI Guanti monouso di varia misura Garze sterili Disinfettante
Bacinelle reniformi ( Arcelle , Spassetta ) Forbici Cerotti (tela, carta ) Cerotti garzati di varie misure 15/01/13

128 MATERIALI Telini Borse da ghiaccio Contenitore con ghiaccio
a cubetto e/o frammenti Ghiaccio sintetico Contenitore rifiuti speciali Contenitore rifiuti urbani 15/01/13

129 INTERVENTI Lavaggio sociale delle mani Informare il paziente
Trattamento del dolore Trattamento abrasioni superficiale se presenti (vedi protocollo abrasioni) Applicazioni locali fredde (ghiaccio sintetico o borsa del ghiaccio) Riordino del materiale 15/01/13

130 ISTRUZIONI PER LA DIMISSIONE
Prescrivere terapia antidolorifica a domicilio per i successivi 3 gg (vedi protocollo trasversale) e la terapia comportamentale. Specificare le circostanze che richiedono un ricorso al medico curante prima dei tre gg. 15/01/13

131 AVVERTENZE PER IL PAZIENTE SOTTOPOSTO A TRATTAMENTO PER CONTUSIONI MINORI ARTI
Gentile signore/a Per il problema che l’ha portata alla nostra osservazione, la invitiamo a seguire le raccomandazioni sotto riportate: Nelle prossime ore dovrà mantenere a riposo la parte interessata e in posizione di scarico. Se è coinvolto l'arto inferiore dovrà evitare di camminare. Applichi localmente del ghiaccio per 10 minuti ogni ora nelle prime 24 ore ad eccezione che quando dorme, questo servirà a ridurre l'edema; tuttavia è normale che nonostante l'applicazione locale di ghiaccio nelle prime 24 ore la tumefazione possa aumentare; la sintomatologia (il gonfiore, il dolore e la lieve impotenza funzionale) andrà progressivamente migliorando nei giorni successivi. Se è presente dolore assuma la terapia analgesica consigliata. Se entro 3-4 gg la sintomatologia non migliora o compaiono altri sintomi si faccia rivalutare dal proprio medico curante. 15/01/13

132 BIBLIOGRAFIA Tintinalli JE, Emergency Medicine ,ed.2004
Medicina pratica – Emergenze- E. Altomare UTET Medicina pratica – Ortopedia – V. Patella, B. Moretti, P. Verde Emergency Medicine Practice – Lesioni del polso : diagnostica per immagini e trattamento in emergenza. 2007 NCEMI -Contusions anno 2004 Tecniche Infermieristiche di base – Chiesa, Clementi, D’Alessandri, Pascoli, ed. ambrosiana Milano 1991 Emergency Care Journal – L’infermiere di triage nella gestione precoce del dolore acuto in Pronto Soccorso. 2007 15/01/13

133 15/01/13

134 TRAUMA DELLE DITA MANO E PIEDI
15/01/13

135 TRAUMA DELLE DITA MANO E PIEDI
LA MANO 15/01/13

136 TRAUMA DELLE DITA MANO E PIEDI
Cenni di Anatomia: La Mano è formata da: Carpo Metacarpo Dita 15/01/13

137 TRAUMA DELLE DITA MANO E PIEDI
Cenni di Anatomia: Le ossa del Carpo sono: Nella fila prossimale (dal quinto dito al pollice ): pisiforme , piramidale , semilunare e scafoide; Nella fila distale (dal quinto dito al pollice): uncinato, capitato, trapezoide e trapezio. 15/01/13

138 TRAUMA DELLE DITA MANO E PIEDI
Cenni di Anatomia: Il Metacarpo è formato dalle 5 Ossa Metacarpali. Le teste delle ossa del metacarpo si articolano con la falange prossimale delle ossa delle dita. Le Dita della mano sono formate da tre falangi (prossimale,intermedia,distale) ad eccezione del pollice composto da due falangi. 15/01/13

139 TRAUMA DELLE DITA MANO E PIEDI
15/01/13

140 TRAUMA DELLE DITA MANO E PIEDI
IL PIEDE 15/01/13

141 TRAUMA DELLE DITA MANO E PIEDI
Cenni di Anatomia: Il Piede è formato da : Tarso Metatarso Dita del Piede 15/01/13

142 TRAUMA DELLE DITA MANO E PIEDI
Cenni di Anatomia: Le ossa del Tarso sono: Fila prossimale: medialmente il talo o astragalo, lateralmente il calcagno Fila intermedia: medialmente navicolare o scafoide, lateralmente cuboide Fila distale anteriormente al navicolare i cuneiformi (laterale, intermedio, mediale) 15/01/13

143 TRAUMA DELLE DITA MANO E PIEDI
Cenni di Anatomia: Il Metatarso è formato dalle 5 ossa metatarsali. Le teste delle ossa del metatarso si articolano con la prima falange delle dita. Le Dita del piede sono formate da 3 falangi (prossimale, intermedia e distale) ad eccezione dell’alluce composto da due falangi. 15/01/13

144 MODALITA’ DI PRESENTAZIONE AL TRIAGE :
Dolore di una o più dita della mano e/o del piede sottoposte a trauma contusivo; il dolore è accentuato dal movimento della parte interessata; dolorabilità alla palpazione. Il dito/dita presentano segni di contusione locale e circoscritta, eventualmente associate ad abrasione/i. Una certa limitazione funzionale è spesso presente ed è legata alla sintomatologia dolorosa e all’edema. 15/01/13

145 SEGNALI DI ALLARME/ESCLUSIONE
Articolazione metacarpo-falangea del I dito Età <10 aa Traumatismi associati in altre sedi ad eccezione degli arti (vedi prot. specifico) Febbre > 38 °C in associazione o ad importanti segni di flogosi locale (tumefazione, arrossamento, calore) o a ferite superficiali (possibile infezione) 15/01/13

146 SEGNALI DI ALLARME/ESCLUSIONE
Presenza di alterazione della sensibilità al dito/dita interessate (parestesie, ipo-anestesia) Sospetto di ischemia e/o necrosi (un dito ischemico si presenta pallido e freddo) Deformità (sospetta di lussazione o frattura) 15/01/13

147 CONFERMA ELEGGIBILITA’ S&T
Confermare il quadro di trauma non complicato del/delle dita della mano e/o del piede attraverso accurata anamnesi e accurato esame obiettivo. 15/01/13

148 CONFERMA ELEGGIBILITA’ S&T
Sia con l’anamnesi che con l’esame obiettivo oltre ad evidenziare eventuali segnali di allarme: andranno in questo caso ricercati i segni/sintomi in base ai quali richiedere l’esame radiologico. 15/01/13

149 Conferma elegibilità percorso S&T
Richiedere RX dito/dita se: impatto ad alta velocità o schiacciamento con oggetto pesante dolore severo spontaneo e/o alla mobilizzazione edema imponente Presenza di grave alterazioni della motilità (difficoltà ai movimenti di flessione e/o estensione del dito; valutare la motilità di tutte le falangi) Se l’esame radiologico evidenzia una frattura scomposta inviare il paziente fuori dall’Area See And Treat 15/01/13

150 Attenzioni/trabocchetti
Escludere dal See&treat i traumi distorsivi dell’articolazione metacarpo-falangea del I dito: in questo tipo di lesioni è comunque necessaria la consulenza ortopedica indipendentemente dalla presenza di fratture evidenziate ai RX. E’ quindi opportuno escludere dal See&Treat. 15/01/13

151 Attenzioni/trabocchetti
Una certa limitazione funzionale è spesso presente ed è legata alla sintomatologia dolorosa ed all’edema; una grave limitazione funzionale e l’assenza completa di movimento di un’articolazione depongono per forte sospetto di lussazione, frattura o lesioni tendinee. 15/01/13

152 Scopo/finalità Ridurre la sintomatologia dolorosa
Evidenziare e trattare eventuali lesioni ossee (fratture composte) Migliorare la funzionalità dito/dita 15/01/13

153 MATERIALI Stecche metalliche rivestite di alluminio e gomma adattabili alla lunghezza delle dita Ovatta sintetica (Ovattina di Germania) Cerotto Retelast Fasce di cotone sintetico Fasce di garza 15/01/13

154 INTERVENTI Dita delle mani: contusione grave o frattura composta
Lavaggio sociale delle mani Informare il paziente Rivalutazione e trattamento del dolore 15/01/13

155 INTERVENTI Applicazione stecca metallica
Adattamento e prova della stecca sulla parte volare del dito Tagliare la stecca secondo la lunghezza desiderata includendo il dito compresa la punta ungueale, mano e polso Il dito deve essere in flessione, mano in lieve estensione Includere nella steccatura sempre un dito adiacente a quello lesionato per una maggiore stabilità della stecca Iniziare la fasciatura con l’ovattina di Germania facendo un giro fermo al terzo inf. dell’avambraccio Fasciare con giri a otto sul palmo della mano e trasversalmente sul dorso ritornando al polso Salire verso le dita con fasciatura incrociata 15/01/13

156 INTERVENTI Applicazione stecca metallica
Applicare sulle dita e sulla mano la stecca tagliata e precedentemente modellata Iniziare la fasciatura con fasce di garza partendo sempre con giro fermo dal terzo medio inferiore del polso e salire verso il palmo della mano e le dita con bendaggio a otto incrociato sul dorso Terminare la fasciature e fissarla con cerotto Applicare Retelast Controllare lo stato circolatorio e neurologico (assenza di parestesie e formicolii) Riordino del materiale Lavaggiosociale delle mani 15/01/13

157 ISTRUZIONI PER LA DIMISSIONE
Terapia antidolorifica per 48 ore al bisogno come da protocollo trasversale In caso di persistenza di forte dolore dopo 3 giorni controllo in PS In assenza di frattura inviare il paziente a controllo per rimozione della stecca metallica dopo 7 gg dal medico curante In caso di frattura inviare il paziente a controllo non prima di 20 gg secondo le modalità previste dalla propria organizzazione (ambulatorio ortopedico…) 15/01/13

158 ISTRUZIONI PER LA DIMISSIONE
Prescrivere terapia antidolorifica a domicilio per i successivi 3 gg (vedi protocollo trasversale) e la terapia comportamentale. Specificare le circostanze che richiedono un ricorso al medico curante prima dei tre gg. 15/01/13

159 AVVERTENZE PER IL PAZIENTE SOTTOPOSTO A TRATTAMENTO PER: TRAUMA DITA MANO
Gentile Signore/a Per il problema che l’ha portata alla nostra osservazione, la invitiamo a seguire le raccomandazioni sotto riportate: Se è presente dolore assuma la terapia analgesica consigliata per le prossime ore ore, tuttavia se persistesse forte dolore fra tre giorni torni per effettuare un controllo presso questo Pronto Soccorso Si dovrà recare a controllo presso………………………..fra……….giorni 15/01/13

160 AVVERTENZE PER IL PAZIENTE SOTTOPOSTO A TRATTAMENTO PER: TRAUMA DITA PIEDE
Dita dei piedi frattura dorsale metatarso-falangea o dell’articolazione interfalangea contusione grave 15/01/13

161 MATERIALI Guanti monouso di varia misura Cerotto in tela
Fasce di garza Maglia tubolare Ovattina di Germania Rete-last Contenitore rifiuti urbani 15/01/13

162 Guanti monouso Contenitore per smaltimento rifiuti
MATERIALI Guanti monouso Contenitore per smaltimento rifiuti 15/01/13

163 INTERVENTI Lavaggio sociale delle mani Informare il paziente
Intervento di cerottaggio Prescrivere terapia comportamentale 15/01/13

164 INTERVENTI Cerottaggio
Applicare una garza intorno al dito, girare intorno un cerotto comprendendo anche un dito adiacente per dare maggiore stabilità Girare il cerotto in modo da coprire ¾ delle dita lasciando ben visibili le unghie Consigliare l’uso di scarpe con suola rigida Controllare lo stato circolatorio e neurologico (assenza di parestesie e formicolii) 15/01/13

165 AVVERTENZE PER IL PAZIENTE SOTTOPOSTO A TRATTAMENTO PER: TRAUMA DITA PIEDE
Gentile Signore/a Per il problema che l’ha portata alla nostra osservazione, la invitiamo, a seguire le raccomandazioni sotto riportate: Se è presente dolore assuma la terapia analgesica consigliata per le prossime ore Nelle prime 24 ore, se il dolore è forte, tenga il piede a riposo (arto inferiore in scarico) evitando di poggiare il piede e camminando il meno possibile; effettui applicazioni locali di ghiaccio per 10’ minuti ogni ora nelle prime 24 h ad eccezione delle ore notturne. Nei prossimi giorni usi scarpe con suola rigida possibilmente aperte davanti (zoccoli) Se fra 3 gg il dolore, la tumefazione e la limitazione funzionale non migliorano si rechi per rivalutazione ed eventuale RX dal suo medico curante; la informiamo comunque che anche qualora una radiografia evidenziasse una piccola frattura ciò non modificherebbe il trattamento necessario (le dita del piede non si ingessano) Effettui in ogni caso un controllo dal suo medico curante fra 7 giorni anche per eventuale rimozione del cerottaggio 15/01/13

166 BIBLIOGRAFIA M. Carli, M.Fasciolo, R.Machieraldo, C.Marsaglia: “ Ortopedia e Traumatologia”, Ed Libreria Cortina Torino, 1986; F.Pipino, R.Mantero, M.I. Rossello, G.Priano: “corso propedeutico di Chirurgia della mano”, Facoltà di Medicina e Chirurgia Università di Genova, Fondazione Savonese per gli studi sulla mano, 2002; G. Gasolo : L’infermiere in ortopedia S.Smith, D. Duell, Il manuale dell’nfermiere: l’assistenza infermieristica principi e tecniche dal nursing alla specialità”, Ed. Sorbona Milano, 1990 P.G. Bullough, Orthopedic Pathology, 5° Ed, Mosby 2009 15/01/13

167 15/01/13

168 PRONAZIONE DOLOROSA Definizione
E’ la lussazione incompleta (sublussazione) dell’articolazione del gomito per fuoriuscita dell'estremità del radio dal legamento anulare che lo unisce all'ulna. 15/01/13

169 PRONAZIONE DOLOROSA E' molto frequente nel bambino, quando l'avambraccio viene stirato verso l’alto e contemporaneamente ruotato verso l'interno: tipicamente quando il bambino, tenuto per mano, scivola oppure si volta all'indietro e viene ripreso con forza da chi lo conduce, o quando un bambino venga sollevato per le braccia. 15/01/13

170 MODALITA’ DI PRESENTAZIONE AL TRIAGE
Dolore, impotenza funzionale arto (Il bambino viene condotto in PS perché improvvisamente non muove più l'arto superiore, piange ogni volta che si tenti di muoverglielo, l’arto viene tenuto tipicamente lungo il corpo, leggermente ruotato all'interno). 15/01/13

171 SEGNALI DI ALLARME / ESCLUSIONE
Traumatismi che possano far sospettare una concomitante frattura. Precedente tentativo infruttuoso Traumi in più distretti 15/01/13

172 CONFERMA ELEGGIBILITA’ S&T
Ricostruire l’anamnesi dell’insorgenza se corrisponda ad uno degli eventi tipici scatenanti: quando il bambino, tenuto per mano, scivola oppure si volta all'indietro e viene ripreso con forza da chi lo conduce, o quando un bambino venga sollevato per le braccia. Accertarsi con maggior cura che non vi siano stati traumi diretti da caduta e che non ve ne siano segni apprezzabili. 15/01/13

173 Scopo/finalità Ridurre la sintomatologia dolorosa: applicare protocollo per la terapia del dolore Ripristino della funzionalità area interessata 15/01/13

174 INTERVENTI Informare il paziente/genitore: Il problema si risolve con una manovra codificata che riporta il radio al proprio posto Per la riduzione della lussazione l’articolazione del gomito non può essere mantenuta estesa in quanto in estensione la capsula si torce impedendo il rientro del capitello radiale nel legamento anulare. Tenere l’articolazione flessa a 90° poiché in questa posizione la capsula si rilascia e la successiva manovra di supinazione (o anche di pronazione) riporta il capitello radiale in sede. Afferrare delicatamente il gomito appoggiando, senza premere, il pollice sul capitello radiale e con l’altra mano si flette il gomito a 90° quindi eseguire una lenta ma decisa supinazione (è possibile anche la pronazione ma è meno facile) fino a che si avverte, sotto il pollice, lo scatto di riduzione. 15/01/13

175 INTERVENTI Manovra di ripristino
In caso di tentativo infruttuoso far uscire il paziente dal percorso See and Treat 15/01/13

176 ISTRUZIONI PER LA DIMISSIONE
Informare i genitori ( o chi per loro) sulla possibilità di recidiva 15/01/13

177 AVVERTENZE PER IL PAZIENTE SOTTOPOSTO A TRATTAMENTO PER PRONAZIONE DOLOROSA
Gentile signore/a Per il problema che l’ha portata alla nostra osservazione, la invitiamo a seguire le raccomandazioni sotto riportate: Poiché quando si è verificato una volta tende a recidivare (forse esiste una lassità ligamentosa predisponente), porre molta attenzione a tutte quelle situazioni in cui la lussazione si può ripresentare: quando il bambino, tenuto per mano, scivola oppure si volta all'indietro e viene ripreso con forza da chi lo conduce, o quando un bambino venga sollevato per le braccia. 15/01/13

178 BIBLIOGRAFIA Buttaravoli & Stair , Common Simple Emergencies Washington 2007 15/01/13

179 15/01/13


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