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TRAUMA, ABUSO E INCESTO Besazza Consuelo

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Presentazione sul tema: "TRAUMA, ABUSO E INCESTO Besazza Consuelo"— Transcript della presentazione:

1 TRAUMA, ABUSO E INCESTO Besazza Consuelo 545826
Callovi Loretta Catucci Stefania Ferraro Elisa Gollin Luana Ciocchini Elvezia Facchinetti Chiara Chiandetti Clara Marinelli Veronica Righetti Marta Chemello Anna Billeri Beatrice Frisina Alessandra

2 Bibliografia Cirillo S. (2005) “Cattivi genitori”
Villa F. (2002) “Le storie del giorno che non muore” Malacrea M. (1998) “Trauma e riparazione” Malacrea M., Vassalli A. (1990) “Segreti di famiglia. L’intervento nei casi di incesto” In aggiunta (per le definizioni): Fava Vizziello G. (2003) “Psicopatologia dello sviluppo” Di Blasio P. (2000) “Psicologia del bambino maltrattato” Lis A. (1993) “Psicologia clinica”

3 Definizioni Trauma: evento reale o fantasmatico caratterizzato dall’ estrema dolorosità psicologica che provoca al soggetto e dalla rottura del sistema di autoprotezione della psiche, talvolta anche indipendentemente dalla gravità dell’evento stesso Maltrattamento: drammatica contraddizione dell’usuale cura, nutrimento ed amore che i genitori (o gli adulti di riferimento) elargiscono ai propri bambini. Tipologie:trascuratezza fisica,psicologica, maltrattamento fisico, emotivo e abuso sessuale. Abuso sessuale: condizione in cui un soggetto adulto utilizza a scopi sessuali un minore o una persona che non è in pieno possesso delle proprie capacità mentali. Comprende:atto sessuale completo, eventuali comportamenti a valenza sessuale (es. masturbazione), utilizzo del minore a scopi sessuali o commerciali (prostituzione, pornografia). Quando l’abuso avviene tra parenti si parla di incesto. Trascuratezza: grave o persistente negligenza nei confronti del bambino o fallimento nel proteggerlo dalla esposizione a qualsiasi genere di pericolo (incluso freddo o fame). Maltrattamento psicologico: persistenti maltrattamenti emotivi ed atteggiamenti di rifiuto e di denigrazione che determinano conseguenze negative sullo sviluppo affettivo e comportamentale.

4 Comportamentali - relazionali
INDICATORI Fisici Lividi, Bruciature Ferite non curate Fratture Dolori somatici Gravidanza non raramente negata Segni di stupro Gravi carenze immunitarie Fallimento o arresto nella crescita Malnutrizione Scarsa igiene Incidenti ripetuti Problemi dentari e otorino laringoiatrici Infiammazioni, sanguinamenti Lesioni genitali Infezioni genito – urinarie Malattie sessualmente trasmissibili Comportamentali - relazionali Compiacenza eccessiva Alterazione della fame in eccesso o carenza Alterata frequenza scolastica Fuga Eccessiva o scarsa preoccupazione per pulizia Encopresi – enuresi Negativa immagine di sé Masturbazione compulsiva Ripetizione stereotipata di attività Depressione, Isolamento Stanchezza, affaticamento Condotte disinibite Giochi a sfondo sessuale con bambole e coetanei Paure Difficoltà di addormentamento Sentimenti di svalutazione Mancanza di stima di sé Sentimento di umiliazione cocente Grave disistima Autocolpevolezza Crisi di pianto Apatia, confusione Senso di colpa, vergogna Disinteresse per il gioco

5 I bambini maltrattati e abusati: alcuni dati
Il quadro sintetico dei dati che viene riportato nasce dall’analisi della casistica che dal gennaio 1985 al giugno 1997 è giunta all’attenzione del Centro per il bambino maltrattato e la cura della crisi familiare (CBM) DI Milano. La ricerca si riferisce a 448 minori appartenenti a 261 nuclei familiari segnalati per diversi tipi di maltrattamenti per i quali il centro ha attivato risorse di diverso genere tra cui: valutazione psicologica delle risorse familiari, accoglimento dei bambini nella comunità, psicoterapia individuale e/o familiare, interventi socio-assistenziali. La ricerca è stata condotta attraverso l’analisi dei dati contenuti nelle cartelle e sintetizzati in una scheda standard che ha limitato i dati qualitativi che le valutazioni psicodiagnostiche avrebbero potuto offrire a beneficio di una raccolta omogenea dei dati. Per quanto riguarda i dati sul sesso dei bambini vittime di abuso si è rilevata una leggera prevalenza di vittime di sesso femminile 231 femmine ,56% 217 maschi ,44% Ciò che ha fatto prevalere la percentuale femminile è l’emersione dell’abuso sessuale che negli ultimi anni ha subito un notevole incremento tanto che nei dati fino al1994 la percentuale più elevata era quella maschile (53%).

6 Distribuzione per fasce d’età
La distribuzione per fasce d’età mostra una lieve dominanza di bambini tra i sette e i nove anni (21%) ma nella sostanza una distribuzione equa nelle prime 4 fasce d’età. Va sottolineato come questi dati siano collegati alla collocazione istituzionale del centro che si è occupato della ricerca. Questo servizio attua infatti programmi di tutela e protezione rivolti soprattutto ai minori fino ai 14 anni.

7 Tipologie di violenza Le tipologie di violenza riportate segnalano un alta percentuale di maltrattamento fisico (46%) seguito da abuso sessuale (21%), trascuratezza (18%), maltrattamento psicologico (7%) e situazioni di rischio. La ricerca ha evidenziato un netto cambiamento nella distribuzione delle tipologie di violenza tra i primi anni novanta e l’ultimi periodo dello studio (1997). Nei dati attuali va segnalato un incremento dei bambini abusati sessualmente (dal 14% fino al 1994 al 21% dei dati odierni).

8 Autore della violenza In relazione all’autore della violenza è possibile osservare la scarsa consistenza alla voce “altri” (7%) che comprende, nel 3%, membri della rete parentale (nonni,fratelli e altri parenti) nell’1,8% estranei e nel2,2% conviventi non stabili di uno dei genitori. Prevalgono due diverse modalità di esercizio della violenza:quella perpetrata da entrambi i genitori (35%), spesso all’interno di una situazione familiare conflittuale e critica, e quella che vede responsabile un solo genitore (nella maggior parte dei casi il padre, 41%, più che la madre,17%).

9 Durata della violenza Il dato della durata della violenza si riferisce solo al 59% dei bambini poiché negli altri casi non è stato possibile accertarlo con precisione sia per la reticenza delle famiglia sia per la giovane età dei bambini che non hanno voluto o potuto parlare con gli operatori. E’ possibile comunque constatare la preoccupante cronicità della vittimizzazione del bambino che, nel 31% dei casi vive in una condizione di abuso da più di 4 anni e nel 41% da 2 a 4 anni. Non si tratta quasi mai di situazioni acute o che evolvono positivamente nel tempo ma si rapporti familiari che si trasformano in stili relazionali disfunzionali pervasivi e duraturi. Solo una piccola parte dei bambini è stata precocemente individuata e tutelata.

10 “Cattivi genitori”(2005) Cirillo Stefano
“ Il genitore maltrattante è sempre un bambino incompiuto e un coniuge deluso” Cirillo, psicologo e psicoterapeuta, presenta nel testo la modalità di intervento del CbM (Centro per il bambino maltrattato), fondato a Milano nel 1984, con lo scopo di intervenire in situazioni di pregiudizio (maltrattamento fisico, grave trascuratezza, abuso sessuale, violenza assistita). Tale centro è ispirato all’integrazione tra misure di protezione del minore e interventi di trattamento dei genitori. La prospettiva di intervento adottata è sistemico – relazionale, con attenzione anche al vissuto di ogni singolo membro della famiglia e alle vicende trigenerazionali. Prevede inoltre la collaborazione con l’intera rete sociale che circonda il bambino (assistenti sociali, maestre,….).

11 Coinvolgimento genitori Valutazione recuperabilità
IL PROCESSO D’INTERVENTO Prima fase Rilevazione Seconda fase Coinvolgimento genitori (Eccezione: casi di reato) Elevata gravità Elevata negazione Modesta gravità Riconoscimento Segnalazione Invio in contesto spontaneo Terza fase Indagine Quarta fase Protezione Quinta fase Valutazione recuperabilità Negativa Sesta fase Prognosi Positiva Settima fase Terapia Verso l’adozione: il trattamento del bambino Verso il rientro: la terapia della famiglia

12 1^ fase: la RILEVAZIONE Individuare eventuali segnali che indichino che il bambino è in pericolo o che già subisce un danno. Perché i bambini non denunciano i genitori? → il legame che unisce il bambino alle figure di attaccamento esclude la possibilità che le possa percepire come cattive (idealizzazione del genitore). Perché la famiglia maltrattante non chiede aiuto? → vergogna, paura del biasimo e della sanzione, incapacità a prefigurarsi la possibilità di essere aiutati, cronicità assistenziale, disperazione esistenziale, perdita di contatto con la realtà, difese patologiche.

13 2^ fase: COINVOLGIMENTO dei GENITORI
Gli operatori discutono con i genitori quanto rilevato. Ciò va fatto per metterli al corrente della situazione, evitando moralismi e cercando un’alleanza. Eccezione: quando il fatto costituisce reato perseguibile penalmente  sarà il sostituto procuratore, non gli operatori, ad informare a tempo debito l’abusante. Rapporto tra due aspetti fondamentali: - gravità del maltrattamento - negazione da parte del genitore maltrattante → 4 tipi: - negazione dei fatti (“non è vero”) - negazione della consapevolezza (“no ero in me”) - negazione della responsabilità (“mi ha istigato lui”) - negazione dell’impatto (“non mi pare poi così grave”) Modesta gravità / bassa negazione → invio in contesto spontaneo Alta gravità / alta negazione → segnalazione al Tribunale - se dispone di elementi sufficienti → misure di protezione - se non ritiene di disporne → indagine (compiuta dai vari servizi della rete)

14 3^fase: INDAGINE (se richiesta)
Accertamento del danno: - danno sanitario: es. il bambino ha difficoltà a respirare o vomito → possibilità che il bambino sia sotto l’effetto di droghe. - danno sociale: es. bambini che soggiornano sui marciapiedi vicino ai Ser.T. - danno psicologico: rischio di misconoscerlo perché non è un danno clamoroso. es. inversione di ruoli genitore / figlio. Il lavoro clinico nell’indagine: - costruzione del contesto (va organizzato in modo funzionale per le esigenze del lavoro e per venire incontro ai bisogni dell’utente; è fondamentale il superamento della negazione) - Lavoro di preparazione con il bambino: il bambino va preparato prima dell’incontro con il genitore, in cui quest’ultimo riconoscerà la gravità di quanto fatto; a) presentazione dell’operatore al bambino b) spiegazione al bambino del contesto, della vicenda che lo riguarda (es. tramite libri a disegni) c) formato: ricevere inizialmente il bambino separatamente, o con i fratelli, e solo in un secondo momento attuare una seduta congiunta genitori / figlio d) scelta dell’operatore: l’ideale è che sia un unico operatore con l’aiuto della sua equipe ad occuparsi del bambino e dei genitori. - Tema del perdono: a) l’ammissione di colpa da parte dell’abusante ha il valore di ristabilire la giustizia agli occhi della vittima; b) Il perdono deve essere frutto di una scelta libera e personale della vittima. - Restituzione dei risultati dell’indagine ai protagonisti (Tribunale e genitori)

15 4^fase: LE MISURE di PROTEZIONE
Esse devono essere: Commisurate all’entità del danno subito dal minore; - controllo dei servizi sociali: vigilano sull’evoluzione del minore e forniscono aiuto e sostegno ai genitori (es. tramite assistenza domiciliare). Rischio: resistenze da parte dei genitori nei confronti di un progetto proposto  necessaria una rete pluriprofessionale di operatori; - affiancare al controllo dei servizi sociali prescrizioni ai genitori; - limitazione della potestà genitoriale: di solito a ciò consegue l’allontanamento del figlio, per una più idonea collocazione extrafamiliare; Adatte ad agevolare la recuperabilità dei genitori: il legame tra genitore e bambino va preservato e rafforzato (a patto però che una relazione sufficientemente sana possa essere ripristinata) Collocamenti da evitare come 1^ misura: gli AFFIDI - potrebbero deprimere e demotivare li genitore, portarlo a rabbia e a strumentalizzazione del figlio (NB: a volte però potrebbe essere il male minore) - gli affidi a parenti sono molto frequenti, ma possono essere rischiosi (es. il bambino potrebbe essere esposto agli stessi fattori che hanno segnato la storia dei genitori). Con essi spesso si ostacola la recuperabilità dei genitori; Eccezione: i parenti non si arrogano il diritto di prendersi il bambino perché si ritengono più bravi del loro congiunto, ma assumono un genuino atteggiamento di aiuto nei suoi confronti, non privo di una disponibilità autocritica.

16 5^fase: la VALUTAZIONE di RECUPERABILITA’
Obiettivo: capire quanto sia presente nel genitore maltrattante una possibilità di cambiamento e di ricostruzione di una relazione sana con il figlio. Per effettuarla è necessario disporre del decreto del tribunale. Durata media: sei mesi. Si svolge come se fosse una terapia (quella messa a punto dalla Selvini Palazzoli) E’ caratterizzata da: - assenza di domanda (il genitore è costretto dal tribunale a presentarsi al valutatore) - diffidenza nei confronti del valutatore (che dovrà riferire al giudice tutelare quanto emerso) - lavoro di rete tra gli operatori - restituzione dei dati al magistrato Il contesto di valutazione è caratterizzato da: - atteggiamento non neutrale dell’operatore (deve entrare in empatia col genitore per stimolare il desiderio di cambiamento) - doppia trasparenza (l’operatore deve comunicare a giudice e genitore quanto emerso)

17 Gli strumenti a disposizione del valutatore sono:
- il bastone: atteggiamento di contrasto alle resistenze del genitore. - la carota: attribuzione di un senso nuovo al comportamento maltrattante, che deve essere riconosciuto come “vero” anche dal paziente (senza giustificarlo) L’abilità del clinico consiste nel dosare caso per caso tali strumenti. Le tecniche utilizzate sono: - ipotizzazione: costruzione di un’ipotesi relativa alla genesi del maltrattamento; - uso di materiale proveniente dall’esterno, da diversi fonti ( non solo dal genitore). Ciò serve per smontare le menzogne del genitore. - convocazioni: determinare il gruppo con cui lavorare a seconda del ↓ tipo di informazioni che si desiderano ottenere. Possibili formati:- seduta congiunta (presenza della famiglia nucleare) - seduta separata con ciascun genitore e i figli - sedute parallele con i sottosistemi (es. genitori da una parte e figli dall’altra) - sedute di rete (presenza simultanea della famiglia e degli operatori della rete) - sedute individuali (con il solo genitore o con il solo bambino)

18 PROCESSO DI FORMULAZIONE DELLA PROGNOSI
6^fase: la PROGNOSI Definizione: previsione o pronostico sul successivo decorso e soprattutto sull’esito di un determinato quadro morboso in esame. Non esiste una lista prestabilita di indicatori prognostici della recuperabilità dei genitori. L’indicatore prognostico è il risultato di una interazione tra maltrattante e operatore. (la prognosi comprende quindi l’operatore / valutatore) PROCESSO DI FORMULAZIONE DELLA PROGNOSI Danno (fisico, sociale, psicologico) → persiste o meno? Riconoscimento → vi è stato l’abbattimento della negazione dei fatti, della responsabilità e dell’impatto? Produzione di ipotesi eziopatogenetiche → l’ipotesi eziopatogenetica dell’operatore ha prodotto qualche effetto sull’ipotesi eziopatogenetica dell’utente (psicologizzazione dei genitori)? Riscontro esterno → osservatorio esterno (alla stanza di valutazione) relativamente indipendente che confermi i cambiamenti.

19 PROGNOSI NEGATIVA I genitori non sono in grado di cambiare  vengono decaduti dalla potestà, prerequisito perché il bambino possa essere adottato. ADOZIONE MISURE ALTERNATIVE ALL’ADOZIONE Rottura definitiva del rapporto a) affido sine die: quando il bambino coi genitori sancita dalla caduta è grandicello o ha difficoltà/disabilità della potestà e cambiamento del b) comunità: se ha stabilito dei rapporti cognome. Il bambino “appartiene” stretti con il personale educativo alla famiglia adottiva c) comunità di famiglie: gruppi di famiglie che vivono in comunità e accettano l’affido familiare (es. nomadelfia) Accompagnamento al lutto Al bambino deve essere comunicato il messaggio che chi lo ha messo al mondo non era capace o non è stato più capace di fare il genitore e, poiché per crescere ha bisogno dei genitori, il GIUDICE (il terzo) ha deciso che ne potrà avere due anche lui.

20 PROGNOSI POSITIVA La valutazione della recuperabilità dei genitori ha dato esito positivo in quanto il danno no persiste, vi è il riconoscimento del danno, comportamenti genitoriali nuovi anche al di fuori delle sedute  viene fatta una relazione positiva al giudice  possibile attenuazione della misura di protezione. - il rischio di recidiva è basso Rientro a casa: quando → - buone competenze genitoriali - il danno è limitato Prolungamento del collocamento in comunità: il cambiamento del genitore non è ancora così avanzato da garantire che il danno non si ripeterà. Affido familiare: quando si ipotizza che il tempo necessario al trattamento dei genitori sia lungo e si intende sottrarre il minore ai danni provocati dall’istituzionalizzazione.

21 7^fase: TERAPIA della FAMIGLIA
E’ già iniziata durante la fase di valutazione quando sono state attaccate le difese alla negazione. La terapia proposta al CbM conseguente ai sei mesi di valutazione è di tipo relazionale – individuale con formati allargati e quelli riservati al solo paziente. I genitori devono essere i primi destinatari della terapia. I bambini non sono sintomatici, ma vittime dei sintomi degli altri  non è consigliato in questa fase trattare il bambino (già nella fase di valutazione gli è stato riconosciuto il ruolo di vittima) Eccezione: i bambini abusati sessualmente necessitano di trattamento individuale. I bambini con aspetti disfunzionali (probl. di apprendimento, inibizione, iperadattati) partecipano alle sedute congiunte. ACCORGIMENTI TECNICI Tutta la rete che ha partecipato alla valutazione deve condividere il passaggio da un’ottica di valutazione ad una di sostegno. Tenere presente il materiale portato dall’utente e anche quello portato da chi esercita la vigilanza sul bambino. Mantenere anche in terapia la regola della trasparenza quando si collabora con la rete. Con i genitori alcolisti / tossicodipendenti è fondamentale la collaborazione con gli Alcolisti Anonimi e il Ser.T.

22 Il vissuto del terapeuta
La rabbia è un sentimento spesso provato dal terapeuta nei confronti del maltrattante. Ma quando poi emerge il dolore del “cattivo genitore”, egli si trasforma agli occhi del terapeuta in qualcosa di completamente diverso, proprio come le figure ambigue.(cliccando sopra l’immagine la figura dovrebbe capovolgersi)

23 “Le storie del giorno che non muore” (2002) Villa Francesco
Villa Francesco, psichiatra, psicoterapeuta, per l’infanzia e l’adolescenza ha seguito il percorso formativo della Tavistock Clinic di Londra. Giudice Onorario presso il tribunale per i Minorenni di Napoli.

24 LE RAGIONI DELLA VIOLENZA
Freud: l’uomo da sempre cerca di ottenere ciò che gli da piacere, utilizzando anche forza e aggressività, dal bambino che tenta di impossessarsi di un giocattolo, all’adulto che tenta di impossessarsi di un territorio. La diversità: sentirsi diverso o considerare l’altro diverso è una delle ragioni che più spesso scatena l’aggressività. L’idea di essere simili dà e fa la forza per proteggersi dal “diverso” che potrebbe sovrastarci. QUANDO IL VIOLENTO RIAFFIORARE DELLE DIFFERENZE RIACCENDE IL PERICOLO DELLA SOPRAFFAZIONE NASCE IL BISOGNO DI TROVARE LA DEFINIZIONE SPAZIALE DEL PROPRIO TERRITORIO -Il confine:sistema di protezione dalla contaminazione dell’estraneo diverso e pericoloso. Il confine separa l’ordine dal disordine, il certo dall’incerto, il simile dal diverso. - La pelle: se immaginiamo la pelle come confine del corpo, questa diviene frontiera del nostro sé e la violenza come l’aggressione fisica e l’intrusione devastante si tramutano nella rappresentazione di un’invasione.

25 IL CONFINE HA DATO LUOGO ALLE NAZIONI, MA PRIMA ANCORA AI VILLAGGI, E AL SEMPLICE VILLAGGIO MEDIEVALE SI è COL TEMPO SOSTITUITO “IL VILLAGGIO GLOBALE” -Villaggio globale: il tempo ha cessato di esistere e lo spazio è svanito. Ormai viviamo in un villaggio globale dove tutto accade all’istante. -Cyberspazio: spazio virtuale che riproduce il nostro ambiente fisico in termini elettronici caratterizzati dall’ubiquità, dall’accessibilità, dalla trasparenza e dalla possibilità di replica indefinita dove spazio e tempo trovano a fatica una definizione e una collocazione. -L’ideologia del virtuale:rende possibile ciò che è solo probabile, la realtà virtuale appartiene al non-luogo dello cyberspazio dove possiamo divenire ciò che vogliamo e compiere tutte le azioni che desideriamo, anche le più delittuose, criminali e perverse. CI TROVIAMO QUINDI DI FRONTE A DUE REALTA’, QUELLA FENOMENICA E QUELLA VIRTUALE. ENTRAMBE HANNO UNA MORALE E QUI SORGE IL PROBLEMA, LA MORALE DELLA REALTA’ VIRTUALE E’ OPPPOSTA E PERVERSA A QUELLA DELLA REALTA’ FENOMENICA! -Morale virutale: violenza e potere si rincorrono nel villaggio globale al servizio di un’economia perversa. Trattare l’altro come una cosa,al punto di usarlo abusandone senza preoccuparsi di ciò che sente e di ciò che soffre.

26 DA CHARCOT AL DISTURBO POST – TRAUMATICO
Il primo Freud : collega il nucleo dell’attacco isterico ad un ricordo, a rivivere in modo allucinatorio una scena molto significativa per l’insorgere della malattia. Si riferisce ad esperienze sessuali traumatiche e precoci, dimenticate tramite rimozione. In un secondo momento Freud, per non scontrarsi con una società non ancora pronta ad accettare le idee di trauma sessuale, di pedofilia e di incesto, sostiene che spesso i traumi sessuali dei suoi pazienti non sono reali ma semplici fantasie. Freud arricchisce la teoria del trauma con l’aspetto economico. Un improvviso incremento di stimoli eccitano e rompono lo scudo che ogni bambino ha per difendersi dagli stimoli esterni, ma che essendo ancora fragile e debole deve far conto su una ulteriore funzione difensiva paraeccitatoria della madre dagli stimoli eccessivi. Se questi stimoli non vengono fermati hanno un impatto dirompente che segna un’organizzazione mentale prematura e non idonea a reggere sensazioni così forti. L’ultimo Freud ribadisce l’idea della rappresentazione traumatica quale espressione di fantasie traumatiche inconsce frutto di conflitti reali. Jung parla di “complesso”:reminescenza composta da molte rappresentazioni singole tenute insieme dal tono emotivo comune (il tutto forma il ricordo di un avvenimento e dell’emozione provata durante l’avvenimento stesso).Il complesso può quindi contenere un’esperienza traumatica che coinvolge tutta la personalità e la situazione emotiva globale dell’individuo, non solo un’esperienza di natura sessuale come ritenuto da Freud.

27 LA MODERNA VISIONE DEL TRAUMA DI FERENCZI
Trauma e ambiente: al contrario di Freud, Ferenczi sostiene che il fattore traumatico è reale e e non immaginario. Traumatico non è tanto l’evento in sé quanto lo spavento e le reazioni che esso produce nella psiche dell’individuo, sottolinea anche come elemento veramente traumatico la reazione dell’ambiente all’evento stesso, quando al trauma viene opposto il diniego, l’affermazione che non è successo niente. Identificazione con l’aggressore: momento in cui l’evento da extrapsichico diviene intrapsichico, in cui si introietta l’aggressore che diviene parte della vittima, secondo la logica per cui è meglio aggredire che essere aggrediti. Non è solo un agire ciò che si è subito ma un pensare come l’aggressore anticipando i suoi desideri, facendoli propri per paura di essere annientato. Trauma e separazione: l’effetto di un bisogno non appagato dove l’assenza dell’altro può diventare un evento che genera una condizione traumatica. Progressione traumatica: meccanismo difensivo messo in atto dal bambino come risposta al trauma nel tentativo di fargli fronte con l’acquisizione di competenze. Dinamiche di un abuso intrafamiliare: bambino e adulto nutrono affetto reciproco  il bambino gioca a fare la parte della madre con l’adulto  l'adulto con tendenze patologiche interpreta i giochi del bambino come desideri di un adulto facendo confusione  si lascia andare ad atti sessuali con il bambino.

28 Il caso clinico di Mario:
IL CORPO VIOLATO Il caso clinico di Mario: Mario è un bambino di circa 9 anni. Quel giorno, nel bar vicino casa, quando tirò fuori i soldi presi dal cassetto per giocare ai videogiochi fu visto da alcuni ragazzi più grandi. Lo presero e lo portarono in una zona poco frequentata del paese, derubandolo dei soldi e insultandolo con allusioni a sfondo sessuale. Mario non ha subito nessuna violenza né fisica né sessuale anche se l’esame diagnostico ha fatto luce su una condizione interna caratterizzata dalla presenza di numerosi indicatori post traumatici riconducibili ad una situazione di abuso. I suoi disegni davano notizia di uno schema corporeo interno ferito e mutilato (figure umane caratterizzate dall’assenza di mani e piedi) . Le idee di morte e di aggressione da parte di qualcuno o di qualcosa, come cibo velenoso, erano ricorrenti nei suoi disegni e nelle sue risposte ai test proiettivi. Mario presentava le caratteristiche tipiche di una condizione di abuso: senso di colpa, vergogna, senso di impotenza, angoscia di morte, fantasie di oggetti interni intrusivi che danneggiano irrimediabilmente il corpo. Il quadro clinica sembrava quindi riconducibile ad una situazione di abuso cronico che in realtà non c’era stato.

29 In questo caso si sarebbe commesso un grave errore di valutazione se si fosse pensato che Mario era stato vittima di abuso sessuale senza considerare invece il fatto che era un bambino diabetico . L’apparente incongruenza tra ciò che raccontava e i suoi vissuti post traumatici (immagini di corpi lacerati, sempre in pericolo di morte, con bocche spalancate e arti mancanti) erano riferibili ad un trauma ma non di natura sessuale. Il suo stato mentale post traumatico era da ricondurre a una condizione connessa alla malattia cronica: le continue visite mediche, le iniezione giornaliere di insulina, le continue limitazioni alimentari che mettevano a dura prova il suo desiderio di mangiare. Questo caso clinico ha evidenziato la sovrapposizione dei casi clinici dei bambini che presentano malattie croniche con quelli realmente vittime di abusi sessuali. Il punto di intersezione tra bambino abusato e bambino affetto da malattia cronica è il corpo

30 CORPO ABUSATO E MALATTIA CRONICA
-Il corpo violato, quando: nel caso dell’abuso, da una perversione dell’adulto; nel caso della malattia cronica, da pratiche mediche invasive; -Passaggio da corpo privato a corpo pubblico : nel caso dell’abuso il corpo viene toccato ed eccitato; nel caso della malattia cronica viene visitato e controllato; -Il sentimento di vergogna: vergogna e colpa in entrambi i casi sono legati all’immagine di un corpo violato senza pudore e rispetto. -La condizione psichica: in entrambe le situazioni vi è la condivisione di un insulto che rievoca un “saltare addosso”, origine del trauma e delle sue caratteristiche. -Le caratteristiche del disegno: i bambini abusati disegnano corpi bucati o danneggiati da ferite; i bambini malati cronici disegnano spesso corpi danneggiati e bucati come nella realtà della loro malattia.

31 L’ESAME PSICODIAGNOSTICO
LA VALIDAZIONE Nel difficile compito di stabilire la verità su casi di sospetto abuso, il magistrato può avvalersi dell’ausilio di un perito. Quest’ ultimo è invitato a dare una valutazione, dopo attento ed accurato esame psicodiagnostico della personalità del minore e della compatibilità del suo stato psichico con le dichiarazioni da lui rese. L’ESAME PSICODIAGNOSTICO Mira a valutare sia la struttura di personalità del bambino, con le sue angosce di base e le relative difese attuate, sia il suo sviluppo cognitivo, che le eventuali “cicatrici” evidenziate dagli indicatori post traumatici. In questo esame si utilizzano: TEST GRAFICI -Il disegno della figura umana per valutare autostima e organizzazione di sé. -Il disegno dell’albero che simbolizza la persona e le sue eventuali disarmonie. -Il disegno della famiglia consente di proiettare vissuti, sentimenti e rappresentazioni relative alle figure che costituiscono il contesto in cui il bambino fa le prime esperienze. TEST PROIETTIVI -C.A.T. (Children’s Apperception Test) composto da dieci tavole con immagini di animali in situazioni diverse che mirano a sondare le tematiche della nutrizione, della relazione materna, dell’abbandono, aggressività e colpa. -F.A.T (Family Attitudes Test) composto da tavole che rappresentano situazioni tra bambini e adulti, rileva gli atteggiamenti del bambino nei confronti dei singoli componenti della famiglia e i ruoli di ognuno. Sono infine importanti l’osservazione e l’analisi del gioco e del disegno.

32 GLI INDICATORI POST TRAUMATICI
Test grafici Inibizione della capacità grafiche Modificazione del tratto grafico Choc al colore Alterazione dello schema corporeo Buchi Oggetti o personaggi disegnati in prevalenza Disegno dell’evento traumatico Rappresentazione grafica di uno stato d’animo Trascinamento dell’angoscia in disegni successivi Temi dominanti Test proiettivi Rifiuto della tavola Tempi di reazione Finali tronchi o incongrui Scotomizzazione di personaggi Aggiunta di personaggi Disorganizzazione del pensiero Trascinamento dell’angoscia Accentuazione dei sintomi fisici già presenti Temi ricorrenti

33 “Trauma e riparazione” (1998)
Malacrea Marinella Malacrea Marinella è neuropsichiatra infantile e terapeuta della famiglia. Socio fondatore del C.B.M. (Centro per il bambino maltrattato e la cura della crisi familiare). “Segreti di famiglia – Intervento nei casi di incesto” (1990) Vassalli Alessandro

34 Incesto = situazioni in cui il minore è coinvolto da parte dei genitori o di partner dei genitori in atti sessuali che presuppongono violenza, o ai quali non può acconsentire con totale consapevolezza, o tali da violare tabù vigenti nella società circa i ruoli familiari (Kempe 1978). AGGRESSORI REGREDITI: conducono una vita normale eterosessuale con partner adulti ma in particolari circostanze di stress ricercano gratificazioni sessuali con minorenni. AGGRESSORI FISSATI: pedofili; anche se sposati o con partner sessuali coetanei, ricercano preferibilmente il soddisfacimento sessuale nel contatto coi bambini.

35 Come si innesca l’abuso
Eziologia dell’ incesto: difficoltà relazionale madre/figlia Secondo la prospettiva relazionale, assume grande rilievo la posizione della madre della vittima la quale, pur non partecipando attivamente all’incesto può, per caratteristiche psicologiche personali e per il tipo di relazioni affettive messe in atto, concorrere alla creazione e al mantenimento dell’abuso. Ciclo della violenza intergenerazionale: nella famiglia di origine si rilevano disfunzioni familiari, soprattutto materne, che impediscono una soddisfazione relazionale affettiva. Madre incestuosa → identificazione negativa con il proprio oggetto d’amore → creazione di figure genitoriali interne rifiutanti → creazione di un’immagine di bambino cattivo su cui si fonda la successiva relazione familiare ed il rapporto con la propria figlia. Doppio vuoto familiare: la continua ricerca di un rapporto simbiotico soddisfacente non sperimentato nel passato induce la madre a rivolgersi più alla famiglia d’origine piuttosto che ad investire affettivamente sulla famiglia attuale. Questa dinamica determina: - ritiro della donna dal rapporto intimo sessuale col proprio partner; - distacco dalla figlia che fa insorgere una carenza affettiva nella minore. Incesto come duplice risposta a tali carenze ; sorge proprio in quanto forma atta a evitare o a regolamentare i conflitti presenti nella coppia che i coniugi non sono in grado di affrontare. Inoltre la distanza affettiva fra madre e figlia favorisce l’avvicinamento di quest’ultima al padre.

36 Sviluppo dell’incesto
FASE DELL’ADESCAMENTO= il genitore incestuoso ricerca le condizioni per mettere in atto la seduzione, costruisce un rapporto privilegiato con la vittima e crea le circostanze che gli consentono un contatto con la stessa, al riparo dagli altri membri della famiglia Data la posizione di autorità e potere, trasmette alla figlia il messaggio che una certa condotta è permessa e che non è male. FASE DELL’INTERAZIONE SESSUALE= c’è un aumento del coinvolgimento sessuale della vittima da forme meno intrusive di abuso a forme più intrusive, fino ai rapporti sessuali completi. FASE DEL SEGRETO= il genitore vincola a sé la figlia costringendola in modo subdolo o esplicito all’omertà. Spesso si fa riferimento alle reazioni negative dell’altro genitore, al pericolo di una separazione o di una incarcerazione. FASE DELLO SVELAMENTO= l’abuso sessuale appare all’esterno della coppia incestuosa in modo accidentale o in seguito alla rivelazione della vittima.

37 I protagonisti della dinamica incestuosa
LA VITTIMA : Atteggiamento attivo Superamento dell’ ottica diadica vittima/persecutore: l’incesto è il prodotto finale di una serie di processi emotivi e psicologici che si sono costituiti all’interno di una storia familiare caratterizzata da relazioni particolarmente invischiate. La natura e l’intensità dei legami disfunzionali non lasciano in posizione neutrale nessuno dei membri anche se la scelta di comportamento è la passività. ESSERE ATTIVI NON SIGNIFICA ESSERE RESPONSABILI L’incesto si configura come una lenta costruzione comune, in cui ciascuno è indotto a rappresentare un proprio ruolo attivo: nel caso della vittima, quest’ultima mette in atto delle scelte relazionali e comportamentali (deprivazione affettiva, credulità, impotenza) che la preparano inconsapevolmente al suo destino di bersaglio ideale. Tuttavia a causa della dipendenza psicologica dal padre e dall’immaturità legata all’età che rendono minima,nella bambina, la possibilità di distinguere il lecito dall’illecito e di esprimere sia un consenso sia un rifiuto nella relazione incestuosa,non si può parlare di corresponsabilità. Imporre alla minore i panni della vittima passiva e innocente favorisce lo svilupparsi,in lei, di un pericoloso senso di impotenza e di un’immagine di sé altamente svalutata che andrà a minare le successive relazioni.

38 Sentimento di impotenza
Tradimento Sessualità traumatizzata Stigmatizzazione Deformazione della propria identità sessuale Situazioni prese in carico dal CBM tra il 1990 e il 1995: I 2/3 degli abusi sessuali è attribuibile a persone appartenenti alla famiglia nucleare; La maggior parte delle vittime viene vittimizzata quindi all’interno di una relazione significativa Esiste una certa proporzionalità tra gli esiti dannosi di un abuso e la forza del legame al cui interno avviene Proporzionalità tra la gravità delle distorsioni da riparare e la lunghezza del tempo necessario a far riaffiorare una rivelazione LA MAGGIORANZA DEI TRAUMI SESSAULI RIMANE PUR SEMPRE SOMMERSO, TROVANDO A VOLTE SOLO LA STRADA SEI SINTOMI PER EMERGERE

39 IL SEGRETO L’età maggiormente a rischio per l’abuso: 4, 8, 11
LE VITTIME CHE DOPO LA RIVELAZIONE VANNO INCONTRO AD UNO SCIOGLIMENTO DEFINITIVO DEI LEGAMI PRECEDENTI CON ENTRAMBE LE FIGURE GENITORIALI SONO CIRCA IL 40% GLI ALLONTANAMENTI DALLA FAMIGLIA PER LUNGO TEMPO RIGUARDANO UN ALTRO 20% DEI BAMBINI CONSIDERATI IL SEGRETO = Meccanismo di attaccamento all’abuso, con l’impossibilità di sottrarsi all’incubo. L’imbarazzante perdita di parametri affidabili di giudizio e la conseguente confusione nell’attribuire torti o ragioni va a costituire nella vittima la formazione del segreto. Effetti del segreto: Consentire all’abuso di iniziare e perpetuarsi nel tempo. Barriera che impedisce di guardare se stessi. MECCANISMI DI DIFESA DELLE VITTIME: FRAMMENTAZIONE E SCISSIONE Annullamento delle relazioni con l’adulto protettivorafforzamento del legame con l’abusante.

40 TIPOLOGIE DI ATTEGGIAMENTO ATTIVO DELLA VITTIMA
Figlia impietosa: in un palese conflitto coniugale,in cui il padre appare vittima della moglie,la figlia entra attivamente nel conflitto schierandosi con il padre. La seduzione del padre verso la figlia,anziché assumere la semplice forma consolatoria,si colora di erotismo come vendetta al rifiuto sessuale della moglie. Figlia affascinata: il conflitto coniugale è meno appariscente ed è caratterizzato da uno scenario in cui la moglie provoca indirettamente mediante comportamenti di ritiro e di rinuncia. Il marito appare alla figlia insoddisfatto della moglie e così lei prende le sue veci,crescendo come la vera partner del padre. Questo è un rapporto più psicologicamente incestuoso. Figlia conciliatrice: il reale oggetto d’amore della bambina rimane la madre che è vista con pietà per le numerose vicende fallimentari affettive che ha sperimentato nella sua vita. Qualora la madre instauri un rapporto con un nuovo compagno,che presto si rivela deludente,scatta nella figlia il desiderio di “fare qualcosa” per trattenere il partner della madre. Figlia traditrice: incesto con caratteristiche di stupro che si origina quando, all’interno di un continuo e aspro conflitto coniugale in cui la figlia era coalizzata con il padre, si arriva ad un voltafaccia della ragazza che viene vissuto come un tradimento insopportabile.

41 PATOLOGIA POST-TRAUMATICA
Crisi di bulimia seguite da vomito Gravi disturbi del sonno Disturbi della defecazione Allergie cutanee Irritazione degli organi genitali Crisi parzialmente dissociative e pseudoepilettiche Episodi di autolesionismo grave Fughe Comportamenti aggressivi

42 L’ABUSANTE E IL RIGIDO ASSETTO NEGATORIO
La grande maggioranza degli abusanti non arriva mai ad ammettere, sostenendo l’infondatezza delle accuse. Nella maggior parte: Sono individui senza patologia specifica nell’area delle perversioni sessuali Risentono di importanti fallimenti nei processi primari di attaccamento MECCANISMO DI DIFESA: LA NEGAZIONE Per l’abusante negare e non smettere di agire sono scelte necessarie alla sua sopravvivenza psichica, mentire e credere alle proprie menzogne è l’unica soluzione. Qualità “primaria” del meccanismo della negazione dell’abusante: il mondo perverso creato dall’abuso come uno dei tanti mondi pensabili e possibili, viceversa il costo psichico sarebbe troppo alto. MANCANZA DI EMPATIA Capacità visibilmente assente negli abusanti compensata da una forte commozione per se stessi, che pare prescindere dalla parte attiva esercitata come persecutori.

43 ASSUNZIONE DI RESPONSABILITA’
Nella visione di sé: incapacità di tenere sotto controllo una parte di sé molto pericolosa. L’abusante non sa come collocare il fatto innegabile di essere eccitato sessualmente da bambini. Nella famiglia: l’abusante si comporta spesso come se pensasse che il proprio mondo familiare possa continuare indisturbato nonostante i fatti. Nel mondo esterno: l’abusante non pensa assolutamente di aver violato le norme sociali, né di essere un criminale. DINAMICA INCESTUOSA L’abusante si convince di aver a che fare con soggetti spregevoli; questo ha una funzione anestetica rispetto all’impatto bruciante della propria spregevolezza.

44 TIPOLOGIE DI PADRE INCESTUOSO
(con indicazione in senso prognostico): Padre psicopatico Tratti di personalità abnormi in assenza di infermità mentale Contemporaneo verificarsi di incesto e maltrattamento Scarsa idoneità al trattamento e recuperabilità delle funzioni parentali Padre padrone Stigmate culturali,non tanto psicopatologiche Interpreta i rapporti familiari in termini di dominio e proprietà assoluti e ritiene, quindi, suo diritto verificare l’illibatezza della figlia Scarsa trattabilità: personalità fortemente egosintonica - patologia di ordine ambientale/culturale relativamente immodificabile ad un approccio individuale Padre endogamico Tendente a limitare i rapporti sociali e sessuali alla famiglia Relazione extraconiugale = peccato. L’alternativa consiste nel rivolgersi alla figlia rimanendo entro le pareti domestiche Prognosi meno disperata: personalità più egodistonica e malleabile - lavoro su tutta la famiglia

45 Padre razionalizzatore
Utilizza il meccanismo della razionalizzazione per scusare il proprio comportamento incestuoso Confonde l’amore con il sesso Prognosi meno disperata: - egodistonia del comportamento - maggiore flessibilità personologica Padre con problemi psicopatologici Padre con patologia psichiatrica Recuperabilità delle funzioni genitoriali è da subordinare al successo della terapia centrata sul problema psicopatologico

46 L’ADULTO PROTETTIVO SENTIMENTI DI: Tradimento Impotenza
Interessi conflittuali Colpa per non aver potuto difendere Impossibilità di poter salvare tutti Il segreto non può essere abbandonato di colpo e totalmente Percezione dell’avvenuto abuso TRAUMA ACUTO Dopo la presa di coscienza dei fatti CROLLO PERSONALE MECCANISMI DI DIFESA Anche nell’adulto protettivo è presente la negazione dell’abuso; Idealizzazione dell’abusante: presentare a se stessi l’abusante come malato, per rendere inferiore l’entità del danno. Il senso di colpa è molto presente soprattutto nelle madri delle piccole figlie femmine, ed è un ostacolo per l’investimento di energie nella ricostruzione di legami significativi con la vittima  diminuzione della capacità educativa.

47 LA MADRE DEL BAMBINO ABUSATO
Se la madre ha un nuovo compagno: nella maggior parte dei casi la relazione con il nuovo compagno è antecedente alla rottura del rapporto con il vecchio marito e alla scoperta dell’abuso. Tipologia del nuovo compagno: Raramente questi uomini sono all’altezza della situazione. A volte pretendono di restare nell’ombra, altre volte assolvono la funzione di “traghetto” verso tempi migliori. Sono uomini che solitamente prediligono donne con bassa autostima secondo due modalità: Trovare una partner debole con lo scopo di esercitare il loro potere. In situazione di precedente abuso l’uomo non sopporterà il periodo di turbolenza emotiva vissuto dalla partner, metterà in crisi l’ideale di vita tranquilla che si era programmato; utilizzerà di conseguenza la minimizzazione e la squalifica dei segnali di sofferenza. Trovare un proprio”doppio” con il quale superare i propri fallimenti sentimentali precedenti. In situazione di precedente abuso nell’uomo si attiverà una sorta di competizione emotiva nei confronti della partner, utilizzerà tutti i sistemi per cercare di strappare la propria compagna all’invadente bambina.

48 I FRATELLI DELLA VITTIMA
Presupposto sistemico/relazionale: anche i fratelli vengono considerati come protagonisti dello scenario incestuoso. Questa considerazione parte dall’assunto che la causa principale delle difficoltà della vittima è da ricondurre alle disfunzioni relazionali tra i membri del gioco familiare esistenti già prima dell’incesto piuttosto che all’abuso sessuale in sé. Processo di parentificazione della vittima Il progressivo dissolversi dei confini generazionali e la conseguente attribuzione di potere genitoriale alla figlia da parte di entrambi i genitori,i quali colludono silenziosamente, investe direttamente il sottosistema dei fratelli Conseguenze sul sottosistema dei fratelli Condizione di confusione (pari a quella della sorella) Labilità Mancanza di punti di riferimento genitoriali Mancata soddisfazione dei bisogni infantili Verso la sorella: Sentimenti di gelosia Invidia Rabbia

49 Quindi Sentimenti di esclusione Inadeguatezza Autodenigrazione Per non riuscire a stabilire un rapporto significativo con i genitori: - Padre disinteressato alle esigenze degli altri figli; Madre che ABBANDONA il campo e affida la cura dei più piccoli alla primogenita L’assunzione di un ruolo genitoriale vicariante da parte della vittima non è necessariamente disturbante se uno dei genitori continua a far valere la propria autorevolezza, se non strumentalizza il figlio in un legame di coalizione e se il rapporto tra i coniugi non è dominato da sentimenti di reciproco disprezzo.

50 Cornice giudiziaria preferibile
Interventi civili di tutela: che hanno a loro centro il Tribunale per i Minorenni e i Servizi Sociali dell’Ente Locale. Accertamento delle responsabilità penali: compito del Tribunale Ordinario. Importante supporto per lo psicologo: solido contesto giudiziario per l’intervento. Secondo Malacrea, il lavoro psicologico condotto in contesto di coazione è, spesso, l’unica possibilità residuale di cambiamento; è necessario proteggere il processo valutativo - terapeutico. IL SOSTEGNO ALLA FAMIGLIA ADOTTIVA DI UN BAMBINO ABUSATO Talvolta c’è molta reticenza da parte delle istituzioni ad informare adeguatamente la nuova famiglia riguardo ai pregiudizi con i quali il bambino si presenta alla nuova famiglia. I genitori adottivi sono colpiti da: Difficoltà del figlio a costruire legami di fiducia, con particolare penalizzazione di quelli con la nuova madre. Problema dell’erotizzazione spesso presente nel bambino.

51 Nel genitore adottivo si riscontrano:
Sentimento di fallimento Riattivazione di antichi nodi problematici che riaprono la ferita narcisistica: non aver avuto propri figli Meccanismo della negazione: serve per mantenere intatta l’idealizzazione del progetto adottivo Meccanismo della proiezione: si cerca un colpevole esterno a sé, la colpa viene fatta ricadere sui legami precedenti non interrotti con fratelli, cugini o zii. Attacco alla terapia, nel caso questa sia in corso da prima dell’adozione.

52 Conseguenze dell’incesto: identità femminile e capacità genitoriali
Il rapporto incestuoso frustra il bisogno primario della tenerezza e della fiduciosa vicinanza infrangendo i confini tra l’area dell’accoglienza e della sessualità. La vittima dell’ABUSO è stata ostacolata nel raggiungimento di un grado soddisfacente di libertà emotiva necessario per la costruzione dell’identità, per la formazione di relazioni sessuali adulte e per l’assunzione di un ruolo genitoriale adeguato. Fasi della dinamica incestuosa: Internalizzazione di un oggetto non sufficientemente stabile, contraddittorio, non protettivo e normativo Sperimentazione di sentimenti di abbandono, intrusione, perdita, colpa, rabbia, paura, impotenza, vergogna Interiorizzazione di emozioni e valori confusivi che dispongono la donna, da adulta, a creare relazioni personali labili, con deboli identificazioni Problemi d’identità: - facilità alla depressione e comportamenti devianti (identificazione con l’aggressore) - estrema dipendenza dal partner Assunzione di un ruolo di madre negligente o maltrattante,incapace di dare protezione  CICLO DELLA VIOLENZA COME FATALE COAZIONE A RIPETERE

53 Nodi problematici nel processo di intervento
Ogni fase del processo incontra numerose difficoltà che ne possono alterare il cammino, e ciò sempre a causa di un difetto dei soggetti istituzionali responsabili dell’intervento. Nella rilevazione gli operatori possono riuscire a riconoscere i segnali che provengono dalla famiglia in grado di metterli sull’avviso; spesso omettono di darne notizia alla magistratuta perché convinti che gli effetti della denuncia sarebbero ancora più gravi. Il ricorso alla legge è sentito come ultimo approdo poiché viene visto come la fine del lavoro psicosociale. Incompatibilità degli interventi psicosociali e giudiziari: gli operatori sociosanitari non possono raggiungere le famiglie se non su mandato della magistratura e quest’ultima non può prender decisioni efficaci senza le evidenze oggettive e la piena comprensione psicologica delle relazioni che solo i primi possono realizzare. Occorre un’integrazione tra i due e una collaborazione! La mancanza di una richiesta spontanea di aiuto da parte della famiglia incestuosa non coincide necessariamente con un’assenza di motivazione al cambiamento, ma più spesso con l’impossibilità di esprimere tale motivazione.

54 Il punto di vista giuridico: Violenza sessuale: nuova legge n° 66 del 1996
Ha unificato, abrogandole, le vecchie ipotesi della violenza carnale e degli atti di libidine violenti; tale reato non è più un delitto contro la moralità pubblica e il buon costume ma ha il diverso oggetto giuridico di offesa alla libertà personale, poiché intende tutelare l’integrità psicofisica della persona. La condotta del reato può consistere: -nel costringere taluno con violenza, minaccia o abuso di autorità a compiere o subire atti sessuali; - nell’ indurre taluno a compiere o subire atti sessuali abusando delle condizioni d’inferiorità fisica o psichica della persona offesa al momento del fatto; -nel trarre in inganno la persona offesa per essersi il colpevole sostituito ad altra persona. La procedibilità è di regola a querela ma il termine è stato allungato da 3 a 6 mesi e la querela è irrevocabile. Si procede d’ufficio se: la vittima non ha compiuto gli anni 14; è commesso dal genitore o tutore o convivente; è commesso da un pubblico ufficiale; il fatto è connesso con un altro delitto per il quale si deve procedere d’ufficio.

55 L’incesto: Commette tale delitto chiunque, in modo che ne derivi pubblico scandalo, commette incesto con un discendente o un ascendente, con un affine in linea retta, ovvero con una sorella o un fratello. Le circostanze aggravanti sono la relazione incestuosa e il fatto che l’incesto sia commesso da persona maggiore d’età con una persona minore di anni 18. La condanna per tali delitti comporta: la perdita della potestà del genitore; l’interdizione perpetua da qualsiasi ufficio attinente alla tutela ed alla curatela; la perdita del diritto agli alimenti e l’esclusione dalla successione della persona offesa.

56 Misure cautelari familiari: nuova legge n°154 del 2001
Accanto agli ordini di protezione in materia penale, tale legge, prevede misure civili: non è necessario essere vittima di un reato per far ricorso al giudice ma è sufficiente una dimostrabile situazione di disagio. Lo scopo preventivo è ben evidente! Definizione: situazioni di grave pregiudizio dell’integrità fisica o morale oppure della libertà di un componente qualsiasi del nucleo familiare causata da un altro componente della famiglia, legittima o naturale che sia. Le nuove misure penali sono meno innovative di quelle civili; le prime prevedono che il Pubblico Ministero, nel corso delle indagini preliminari o del dibattimento, possa chiedere al giudice incaricato in caso di necessità o di urgenza l’adozione di una misura cautelare: A. lasciare subito la casa familiare o non farvi ritorno senza l’autorizzazione giudiziaria per un certo periodo di tempo; B. prescrivere il divieto di avvicinarsi a luoghi determinati frequentati dalla famiglia; C. ingiungere il pagamento periodico di un assegno a favore delle persone conviventi “che per effetto del provvedimento rimangano prive di mezzi adeguati”, eventualmente con obbligo di versamento diretto al datore di lavoro. La novità vera e propria è costituita dalla possibilità di adottare le stesse misure previste in sede penale in campo civile. La parte, anche personalmente senza l’assistenza di un legale, può proporre ricorso al tribunale del proprio luogo di residenza.

57 L’accertamento ginecologico
IL GINECOLOGO NON PEDIATRA: Dovrebbe avere una preparazione sufficiente Dovrebbe essere competente MA ANCORA OGGI ha difficoltà a trattare casi di abusi sessuali a causa : Delle difficoltà a rendere certo un sospetto Dell’esame fisico conclusivo ritenuto troppo responsabilizzante Delle difficoltà ad ammettere che esista l’incesto QUINDI si necessita di: Formazione di centri pilota,di unità di emergenza Presenza di un’equipe pluridisciplinare

58 I compiti del medico “PRESENTAZIONI DIRETTE: un episodio d’abuso, vero o presunto, è successo, la bambina è immediatamente condotta dal medico” Valutazione medica della bambina e raccolta approfondita dei dati anamnestici all’arrivo Avvio alla procedura legale ed eventualmente avvio alla collaborazione con altri professionisti (psicologo, assistente sociale) Follow-up a breve termine della bambina e della sua famiglia per garantire un corretto supporto emotivo e per accertamento continuo di procedimenti legali e sociali Atteggiamento paziente per la resa meno traumatica e dolorosa dell’esame Doverosa la precedenza su altri pazienti Favorire solo la presenza all’esame di persone familiari Adozione di bambole specifiche con caratteristiche sessuali e disegni utili per la verbalizzazione del fatto

59 Importante porre inizialmente domande generiche per poi arrivare allo specifico (AREA GENITALE)
Preparazione del resoconto scritto anche per eventuali procedure legali Avvertire i familiari delle reazioni psicologiche comuni in tutti i bambini-vittima Ricovero in ospedale se ambiente familiare è troppo pericoloso e il bambino sconvolto Stabilire le modalità di follow-up a breve termine e almeno una visita di controllo per la comunicazione dei risultati e per mantenere il contatto con il bambino e la famiglia ESAME FISICO GENERALE Fondamentale dargli la precedenza rispetto a quello dei genitali Rilevazione di ecchimosi, tracce di sangue, di sperma, di terra.. Analisi dell’intero corpo per la rilevazione di scarso igiene e trascuratezza Ricorso a tamponi faringei per eventuale sesso orale Tenere in considerazione il rischio di gravidanza per adolescenti

60 PRESENTAZIONI MASCHERATE
ESAME DEI GENITALI Utile la posizione a ranocchia o genopettoriale o raccogliere le ginocchia sotto il mento Rilevazione della presenza di peli, sperma, sangue Fare prelievi per esame batteriologico e sierologico Uso di tamponi vaginali sia per infezioni sessuali che croniche per stati di abbandono PRESENTAZIONI MASCHERATE “possibilità di abuso sessuale mascherati dal bambino con particolari sintomi fisici o comportamentali” Sintomo più comune è il genitale per diagnosi di infezioni sessualmente trasmesse e l’accertamento dell’abuso Rilevazione di agenti infettivi, verruche in regione genitale o perianale e segni di lacerazioni vaginali, rettali, al seno Rilevazione di eventuali dolori pelvici-cronici Rilevazione di sintomi psicosomatici e comportamentali ( dolori addominali aspecifici, anoressia, intossicazione da farmaci, problemi di adattamento scolastico, enuresi) sono spesso, oltre alla gravidanza, sintomi di abuso sessuale.

61 MALTRATTAMENTO FISICO
Alla luce di quanto detto, è importante sottolineare, per concludere, quali siano le fondamentali differenze tra maltrattamento fisico e abuso sessuale : MALTRATTAMENTO FISICO Il maltrattante è un bambino incompiuto e un coniuge deluso Il maltrattamento non è necessariamente reato da punire penalmente Il bambino maltrattato pensa: “Non mi amano perché non valgo niente” Negazione: c’è menzogna per evitare il biasimo  possibile senso di colpa per l’atto compiuto La vittima di maltrattamento, in assenza di particolari disturbi,non va in terapia (ci vanno i genitori ritenuti recuperabili) ABUSO SESSUALE L’abusante prova un piacere che tende a fissare il comportamento che finisce per assumere un carattere impulsivo simile ad una dipendenza L’abuso sessuale è sempre e comunque reato e va punito penalmente Il bambino abusato pensa: “Mi amano perché non valgo niente” Negazione: c’è una deformazione inconscia della realtà  è raro il senso di colpa per l’atto compiuto La vittima di abuso sessuale deve sempre essere aiutata attraverso una terapia individuale


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