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Facoltà di Psicologia Università degli Studi di Parma

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Presentazione sul tema: "Facoltà di Psicologia Università degli Studi di Parma"— Transcript della presentazione:

1 Facoltà di Psicologia Università degli Studi di Parma
L’Autonomia Emotiva in adolescenza Nuove prospettive nello studio del secondo processo di separazione-individuazione Alessandro Musetti Lezione di Psicologia dell’adolescenza Università degli Studi di Parma 14/10/2009

2 L’autonomia emotiva in adolescenza Nuove prospettive
Quale individuo? L’individualità: - è una base di partenza o una meta dello sviluppo? esclude la socialità? è assenza di socialità? che peso ha nello sviluppo? Lezione di Psicologia dell’adolescenza Università degli Studi di Parma 14/10/2009 II

3 SOCIALIZZAZIONE INDIVIDUALITÀ INDIVIDUO UOTIDIANA INDIVIDUALISMO
Lezione di Psicologia dell’adolescenza Università degli Studi di Parma 14/10/2009 III

4 Individualismo? Nella letteratura psicologica sono presenti numerose definizioni di individualismo (Sampson, 1977; Hofstede, 1980; Watermann, 1981; Hui e Triandis, 1986; Triandis, 1995), nonostante la pluralità concettuale, quattro sono le componenti più studiate: Autorealizzazione: gli individualisti decidono e agiscono per l’utile personale a dispetto dell’utile collettivo (Bellah et al., 1985; Yamaguchi, 1994; Gelfand et al. 1996; Dobois e Beauvois, 2005) Autonomia: gli individualisti cercano di avere il maggior livello di libertà di pensiero e azione: selezionano i propri obiettivi e le risorse per accedervi da sé (Waterman, 1981; Hui e Triandis, 1986; Triandis et al. 1990; Fowers et al., 1995; Triandis, 1995 Realo et al. 2002) Lezione di Psicologia dell’adolescenza Università degli Studi di Parma 14/10/2009 IV

5 Individualismo? Indipendenza emotiva: gli individualisti preferiscono non coinvolgersi nella vita personale degli altri e non coinvolgere altri nella propria ad eccezione delle persone particolarmente vicine (Hofstede, 1980; Hui e Triandis, 1986; Yang, 1988; Triandis et al. 1990). Differenziazione sociale: gli individualisti evitano il conformismo e cercano maggiormente di distinguersi dagli altri che non trovare delle somiglianze. Per questo preferiscono considerare se stessi come individui unici e distinti dagli altri (Codol, 1984; Markus e Kitayama, 1991; Vignoles et al. 2000; Realo et al. 2002;). Lezione di Psicologia dell’adolescenza Università degli Studi di Parma 14/10/2009 V

6 Individualismo? È presente in letteratura una maggiore tendenza dei genitori europei e americani a dare maggior valore a caratteristiche tipicamente individuali come autonomia, unicità e realizzazione personale (Harkness et al., 1992; Harwood, 1992; Damon, 1995;; Stewart et al., 1999; Jose et al. 2000; Leyendecker et al e Suizzo, 2004), mentre i genitori latinoamericani e asiatici incoraggiano maggiormente i propri figli a percepirsi come parte di un gruppo e a minimizzare le differenze personali (Markus e Kitayama, 1991). Diversi studi hanno rilevato differenze di genere rispetto all’individualismo: in generale i maschi sembrano più orientati all’individualismo delle femmine (Cross e Madson, 1997; Loose, 2001). Gli studi sull’individualismo si sono sviluppati prevalentemente negli Stati Uniti ed esistono ancora pochi dati relativi ad altri paesi “individualistici” (Loose, 2007). Lezione di Psicologia dell’adolescenza Università degli Studi di Parma 14/10/2009 VI

7 L’istanza individuale e l’esperienza solitaria
Il comportamento solitario nella prima e nella seconda infanzia può essere adattivo e non è necessariamente identificabile con l’assenza di socialità (Hinde, Tamplin, Barrett, 1993; Corsano, 1999; Buchholz, 1999; Coplan, 2000; Corsano, 2003). È stata rilevata una dimensione psicobiologia del bisogno di solitudine (Buchholz, 1997; Buchholz, Helbraun, 1999; Buchholz, Sorter, 2000). La preadolescenza e l’adolescenza in particolare si configurano come fasi dello sviluppo individuale rispetto a cui le esperienze solitarie assumono un ruolo fondamentale (Marcoen, Goossens, Caes, 1987; Buchholz, Chinlund, 1994; Buchholz, Catton, 1999; Corsano, 2003). Lezione di Psicologia dell’adolescenza Università degli Studi di Parma 14/10/2009 VII

8 L’istanza individuale e l’esperienza solitaria (2)
Dal punto di vista comportamentale l’esperienza solitaria adattiva è stata studiata prevalentemente in termini di automonitoraggio, è stato evidenziato che: L’automonitoraggio è un processo critico di autoregolazione che ha effetto sia sul comportamento in generale, sia sulla performance accademica (Shapiro et al., 2002). L’automonitoraggio è caratterizzato da autovalutazione ed autoregistrazione ed è particolarmente efficace se lo studente può valutare i comportamenti meta o i risultati dell’intervento (Reid, 1993). Le ricerche in ambito educativo si sono focalizzate principalmente su due aree di automonitoraggio: l’automonitoraggio della performance (SMP) e l’ automonitoraggio dell’attenzione (SMA). Lezione di Psicologia dell’adolescenza Università degli Studi di Parma 14/10/2009 VIII

9 L’istanza individuale e l’esperienza solitaria (3)
Dal punto di vista psicoanalitico secondo Buchholz (1997) il focus prevalente sulla relazione, da parte degli attuali modelli culturali ed educativi, incoraggia stili parentali di tipo intrusivo. I genitori faticano a riconoscere il benessere dei momenti solitari e ritengono spesso egocentricamente che le gratificazioni del figlio si collochino esclusivamente in una dimensione di relazionalità. Alonetime (Buchholz, 1997, 2000; Buchholz e Dorienne, 2000) alonetime e condizione di moratoria (Corsano, 2007). È possibile distinguere forme attive e passive dello “stare da soli” (Ricci Bitti e Cortesi, 2000). Lezione di Psicologia dell’adolescenza Università degli Studi di Parma 14/10/2009 IX

10 Verso l’autonomia emotiva psicologia dell’adolescenza
solitudine aloneness loneliness solitude Lezione di Psicologia dell’adolescenza Università degli Studi di Parma 14/10/2009 X

11 L’autonomia emotiva in adolescenza nuove prospettive
Esistono diverse traiettorie evolutive? Lezione di Psicologia dell’adolescenza Università degli Studi di Parma 14/10/2009 XI

12 Il processo di separazione individuazione (1)
Le sfide evolutive dell'età adolescenziale sono collocabili nella sequenza di transizioni tra persona e contesto che copre l'intero ciclo di vita (Bosma, Graafsma, Grotevant e De Levita, 1994; Bosma e Kunnen, 2000, 2001; Kunnen, Bosma e van Geert , 2001). In particolare, in adolescenza, torna ad essere cruciale il processo di separazione individuazione dalle figure genitoriali (Blos, 1962, 1979) o di ricontrattazione (Pietropolli Charmet, 2005). La rilevanza che il processo di separazione individuazione riveste nello sviluppo adolescenziale è ampiamente riconosciuta dalla letteratura (Youniss e Smollar, 1985; Grotevant e Cooper, 1986; Allen, Hauser, Bell e O'Connor, 1994; Steinberg, 2002). Le esperienze solitarie sono funzionali al processo di separazione individuazione (Marcoen, Goossens e Caes, 1987; Marcoen e Goossens, 1993; Buchholz e Chinlund, 1994; Buchholz e Catton; Corsano, 2003, 2007). Lezione di Psicologia dell’adolescenza Università degli Studi di Parma 14/10/2009 XII

13 Il processo di separazione individuazione (2)
Il processo di separazione individuazione della adolescenza e la transizione alla prima adultità sono stati caratterizzati in letteratura in termini di autonomia (Shapiro, 1981; Hill e Holmbeck, 1986), di indipendenza (Douvan e Adelson, 1966; Group of for the Advancement of Psychiatry, 1968) e distacco dalle figure genitoriali (Blos, 1962, 1979; Freud, 1958) Il processo di separazione individuazione è co-costruito da genitori e figli (Youniss e Smollar, 1985). Può essere inteso come autonomizzazione emotiva dai genitori (Blos, 1979; Steinberg e Silverberg, 1986; Ryan e Lynch, 1989): un’elevata autonomia emotiva è un fattore protettivo in adolescenza in condizione di stress familiare (Fuhrman e Holmbeck, 1995) e di scarsa qualità delle cure parentali (Beyers e Goossens, 1999) Lezione di Psicologia dell’adolescenza Università degli Studi di Parma 14/10/2009 XIII

14 Autonomia (1) Tre domini: comportamentale, cognitiva ed emotiva (Collins, Gleason e Sesma, 1997; Zimmer-Gembeck e Collins, 2003). Esistono delle differenze socioculturali nello sviluppo dell’autonomia: in India ad esempio è stata rilevata una maggiore dipendenza dai legami familiari (Kakar, 1978), più recentemente Biswas (1992) ha però rilevato che anche gli adolescenti indiani gradualmente stanno diventando più indipendenti dai genitori. Chirkov e Ryan (2001) hanno rilevato che al di là delle differenze tra cultura americana e russa l’autonomia supportata dai genitori e dagli insegnanti è un buon predittore di motivazione accademica e benessere percepito. Lezione di Psicologia dell’adolescenza Università degli Studi di Parma 14/10/2009 XIV

15 Autonomia (2) Gli adolescenti maggiormente incoraggiati ad essere autonomi dai genitori sono facilitati nell’instaurare relazioni sociali positive (McElhaney e Allen, 2001). L’ambiente familiare sembra essere il fattore connesso con più forza con lo sviluppo dell’autonomia (Hill e Holmbeck, 1986; Murtaugh, e Zetlin, 1990; Steinberg, 2001). L’autonomia è spesso considerata un fattore che gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo adolescenziale di abilità di azione non dipendente dalle figure di riferimento (Hill e Holmbeck, 1986; Chassin, Presson e Sherman, 1989; Ormond, Luszcz, Mann e Besvick, 1991; Crockett e Petersen, 1993; Geuzaine, Debry e Liesens, 2000). Lezione di Psicologia dell’adolescenza Università degli Studi di Parma 14/10/2009 XV

16 L’autonomia emotiva in adolecenza lezione di psicologia dell’adolescenza 14/10/2009
socializzazione individuazione Lezione di Psicologia dell’adolescenza Università degli Studi di Parma 14/10/2009 XVI

17 L’autonomia emotiva psicologia dell’adolescenza
(Collins, Gleason e Sesma, 1997; Zimmer-Gembeck e Collins, 2003) comportamentale cognitiva emotiva Lezione di Psicologia dell’adolescenza Università degli Studi di Parma 14/10/2009 XVII

18 Autonomia emotiva Steinberg e Silverberg (1986) propongono il costrutto di Autonomia Emotiva (EA) mutuato dalla teoria dello sviluppo adolescenziale di Douvan e Adelson (1966) e in accordo con Blos (1979) che si focalizza sull’importanza evolutiva del distacco (detachment) dalle figure genitoriali. Il distacco dalle figure genitoriali è stato concettualizzato in campo psicoanalitico come decremento della dipendenza dai legami genitoriali e rinuncia a un’immagine onnipotente dei genitori (Freud, 1958; Blos, 1979; Blom, 1980; Meuss, 1982; Hoffman, 1984). Sebbene la realizzazione del detachment sia tuttora oggetto di discussione in letteratura, numerosi autori concordano nel ritenere cruciale il costrutto Autonomia Emotiva (Beyers, Goossens, Van Calster e Duriez, 2005). Lezione di Psicologia dell’adolescenza Università degli Studi di Parma 14/10/2009 XVIII

19 Autonomia emotiva L’autonomia emotiva (EA) potrebbe essere un indice di attaccamento insicuro, in quanto associata a relazioni familiari disfunzionali (Parra e Oliva, 2009) Talvolta gli adolescenti percepiscono le figure di riferimento del mondo adulto come pericolo per l’autonomia relazionale con il gruppo dei pari (Camaioni e Di Blasio, 2002) In adolescenza il gruppo dei pari sembra essere un riferimento più importante per condividere la necessità di relazioni, di autonomia e momenti ricreativi, mentre i genitori sembrano essere un riferimento più importante per condividere le scelte riguardanti il proprio futuro (Cicognani e Zani, 2003) Lezione di Psicologia dell’adolescenza Università degli Studi di Parma 14/10/2009 XIX

20 Autonomia emotiva L’Autonomia Emotiva si riferisce al distacco, avvenuto o in corso, dalle figure di riferimento (Steinberg e Silverberg, 1986; Silverberg e Gondoli, 1996). Le componenti dell’Autonomia Emotiva misurate con l’EAS (Steinberg e Silverberg, 1986) sono quattro: Non-dipendenza dai genitori Individuazione Percezione dei genitori come persone Deidealizzazione parentale Le prime due sono di natura prettamente emotiva, mentre la terza e la quarta di natura cognitiva. Lezione di Psicologia dell’adolescenza Università degli Studi di Parma 14/10/2009 XX

21 Autonomia emotiva La non-dipendenza dai genitori implica la capacità di fare affidamento sulle proprie risorse nella soluzione di un problema L’individuazione implica la capacità di sapersi gestire e di percepirsi come persone autonome La percezione dei genitori come persone implica la capacità di percepire i genitori al di là del ruolo genitoriale. La deidealizzazione implica la capacità di abbandonare le percezioni infantili dei genitori. La struttura quadrifattoriale dell’Emotional Autonomy Scale nella sua versione italiana è stata confermata da uno studio di Meleddu e Scalas (2002) che hanno somministrato il questionario a 1100 soggetti di età compresa fra i 10 e i 16 anni. L’indagine ha evidenziato buone caratteristiche di validità e affidabilità e le medesime proprietà della misura originale rispetto al genere, al livello scolastico e socioeconomico. Lezione di Psicologia dell’adolescenza Università degli Studi di Parma 14/10/2009 XXI

22 Emotional Autonomy Scale
Eas (Steinberg e Silverberg, 1986; validazione italiana Meleddu e Scalas, 2002. Numero item: 20 Numero sottoscale: 4 Nella versione originale di Steinberg e Silverberg (1986) i soggetti devono indicare il loro grado di accordo su una scala a quattro punti. Nella versione italiana di Meleddu e Scalas (2002) i soggetti rispondono su una scala a tre punti. Esiste anche una versione dello strumento sviluppato su una scala a cinque punti (Schmitz e Baer, 2001). Beyers, Goossens, Van Calster e Duriez (2005) hanno proposto una struttura fattoriale alternativa che migliora la validità di costrutto ottenuta dai modelli precedenti. Lezione di Psicologia dell’adolescenza Università degli Studi di Parma 14/10/2009 XXII

23 Emotional Autonomy Scale
Deidealizzazione parentale (D) 5 item 1) i miei genitori ed io concordiamo in tutto 4) quando i miei genitori ed io non siamo d’accordo, alla fine, avevano ragione loro 11) cerco sempre di concordare con le opinioni dei miei genitori 15) quando sarò genitore mi comporterò allo stesso modo in cui i miei genitori si sono comportati con me 18) i miei genitori difficilmente commettono errori Lezione di Psicologia dell’adolescenza Università degli Studi di Parma 14/10/2009 XXIII

24 Emotional Autonomy Scale
Percezione dei genitori come persone (P) 6 item 3) mi sono sempre chiesto come si comportano i miei genitori quan do non ci sono 8) i miei genitori si comportano in maniera differente quando sono con i propri genitori rispetto a quando sono a casa 10) io potrei essere sorpreso nel vedere come si comportano i miei genitori ad una festa Lezione di Psicologia dell’adolescenza Università degli Studi di Parma 14/10/2009 XXIV

25 Emotional Autonomy Scale
Percezione dei genitori come persone (P) 12) i miei genitori si comportano più o meno alla stessa maniera quando sono a casa e quando sono al lavoro 16) i miei genitori probabilmente parlano di cose diverse quando sono soli rispetto a quando ci sono io 20) i miei genitori hanno comportamenti diversi quando sono con i loro amici rispetto a quando ci sono io Lezione di Psicologia dell’adolescenza Università degli Studi di Parma 14/10/2009 XXV

26 Emotional Autonomy Scale
Non-dipendenza dai genitori (ND) 4 item 2) chiedo aiuto ai miei genitori prima di risolvere un problema 5) per un consiglio è meglio per un ragazzo andare dai propri amici che dai propri genitori 6) quando faccio qualcosa di sbagliato, sono i miei genitori che mi indicano la strada giusta 13) quando ho un problema con un amico preferisco parlare con i miei genitori prima di decidere cosa fare Lezione di Psicologia dell’adolescenza Università degli Studi di Parma 14/10/2009 XXVI

27 Emotional Autonomy Scale
Individuazione (I) 4 item 7) ci sono alcune cose di me che i miei genitori non conoscono 9) i miei genitori sanno tutto ciò che c’è da sapere su di me 14) i miei genitori sarebbero molto sorpresi di sapere cosa mi piace fare quando non sono con loro 17) ci sono cose che io farò in modo differente quando sarò genitore 19) vorrei che i miei genitori capissero chi sono realmente Lezione di Psicologia dell’adolescenza Università degli Studi di Parma 14/10/2009 XXVII

28 Questioni aperte in letteratura
L’autonomia emotiva potrebbe essere facilitata da un attaccamento positivo con i genitori che non da alti livelli di detachment (Ryan e Lynch, 1989; Furhman e Holmbeck, 1995): in alcuni studi punteggi elevati di EA sembrano essere adattivi in un contesto di marcato stress familiare (Lamborn, 1990), in altri studi sembra che punteggi elevati di EA siano più adattivi in caso di maggiore sostegno familiare (Lamborn e Steinberg, 1993). Problemi legati alla concettualizzazione dell’EA derivati dall’analisi fattoriale confirmatoria dell’EAS (Schmitz e Baer, 2001). All’interno del framework teorico del processo di separazione individuazione i costrutti sono definiti in modo eterogeneo (Honess e Robinson, 1993; Masche e Walper, 2003) Lezione di Psicologia dell’adolescenza Università degli Studi di Parma 14/10/2009 XXVII

29 Questioni aperte in letteratura
Esiste un acceso dibattito in letteratura noto come “detachment debate”. Se da una parte Steinberg e Silverberg (1986) hanno osservato che lo sviluppo dell’autonomia emotiva segue un percorso di sviluppo fisiologico e adattivo, dall’altra Ryan e Lynch (1989) affermano come lo strumento non misuri realmente l’autonomia emotiva intesa come capacità di governare sé stessi e di autoregolarsi, bensì il distacco emotivo che può assumere anche connotazioni negative. Molti degli studi, svolti in questo senso, hanno evidenziato una relazione tra l’autonomia emotiva e il disadattamento psicosociale del ragazzo (Garber e Little, 2001; Ingoglia et al., 2004, 2005; Lo Coco, Pace, Zappulla, 2000; Lo Coco et al., 2001), sottolineando come l’autonomia emotiva tanda ad essere associata a comportamenti devianti (Beyers e Goossens, 1999; Lo Coco et al., 2001), ad un uso maggiore di sostanze stupefacenti (Turner, Irwin e Millstein, 1991), ad ansia sociale (Papini e Roggman, 1992) e a un maggiore disagio psicologico (Beyers e Goossens, 1999). Lezione di Psicologia dell’adolescenza Università degli Studi di Parma 14/10/2009 XXIX

30 Bibliografia sull’autonomia emotiva
Blos P. (1979), The adolescent passage, International University Press, New York. Ingoglia S. (2001). L’autonomia emotiva in adolescenza: l’equivalenza attraverso il genere della misurazione e della struttura dell’”Emotional Autonomy Scale” di Steinberg e Silverberg, Edizioni Grifo, Palermo. Ingoglia S. (2001). Contributo alla validazione dell’”Emotional Autonomy Scale” di Steinberg e Silverberg su una popolazione italiana, Edizioni Grifo, Palermo. Lo Coco A., Pace U. (2009), L’autonomia emotiva in adolescenza, il Mulino, Bologna. Meleddu M., Scalas L. F. (2002), Validazione di una versione italiana dell’Emotional Autonomy Scale, in “Bollettino di Psicologia Applicata”, 238, p Lezione di Psicologia dell’adolescenza Università degli Studi di Parma 14/10/2009 XXX

31 Bibliografia sull’autonomia emotiva
Ryan R. M., Lynch J. H. (1989), “Emotional autonomy versus detachment: Revisiting the vicissitudes of adolescence and young adulthood”, Child Development, 60, Steinberg L., Silverberg S. B. (1986), “The vicissitudes of autonomy in early adolescence“, Child Development, 57, Lezione di Psicologia dell’adolescenza Università degli Studi di Parma 14/10/2009 XXXI


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