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La prospettiva relazionale americana Costruttivismo e Intersoggettività contributi provenienti dalla psicoanalisi interpersonale americana, dalla scuola.

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Presentazione sul tema: "La prospettiva relazionale americana Costruttivismo e Intersoggettività contributi provenienti dalla psicoanalisi interpersonale americana, dalla scuola."— Transcript della presentazione:

1 La prospettiva relazionale americana Costruttivismo e Intersoggettività contributi provenienti dalla psicoanalisi interpersonale americana, dalla scuola britannica delle relazioni oggettuali, dalla teoria dellattaccamento di Bowlby e le innovazioni provenienti dalle ricerche ad essa connessa e da alcune correnti delle psicologia del Sé più alcuni concetti e principi delle scienze cognitive Teoria dei Sistemi Complessi (sistemi dinamici non lineari) Nuova visione del bambino (frutto dellInfant Research) Teoria della relazione-conflitto di Mitchell: il conflitto è una configurazione relazionale Modificazione della teoria del transfert di Renik: enactement e self disclosure

2 le relazioni intime, data la loro qualità temporale, non sono statiche, ma implicano sempre un conflitto tra l'apertura verso l'altro e la definizione di sé, tra le richieste che provengono dall'altro e il bisogno di confini presente nel singolo; infine il conflitto si esplica tra le relazioni storiche e le relazioni possibili, tra il ripetersi di modalità relazionali del passato, funzionali alla sopravvivenza dell'io, e nuove modalità relazionali., ridefinizione del concetto di mente: costituita da strutture interne, le quali a loro volta, nascono da un campo interpersonale (mente interattiva) La psiche individuale rappresenta un fenomeno interattivo, costituito da spazi interiori di cui viene fatta esperienza soggettiva; le esperienze interpersonali vengono interiorizzate e in un secondo momento trasformate in esperienza personale, ovvero in processi relazionali intrapsichici

3 non è il mancato soddisfacimento di generici bisogni infantili a causare la psicopatologia, ma luso successivo che il bambino e ladulto fanno delle prime esperienze, ricordi e fantasie, per stabilire e conservare legami con gli altri significativi (Mitchell, 1988 p. 158); la gravità della patologia è direttamente proporzionale alla rigidità degli schemi relazionali;

4 Altre prospettive teoriche Psicologia dellIo – Si basa sul modello strutturale (seconda topica) e sullidea di costante conflitto fra le varie istanze – Langoscia, provocata dal conflitto, segnala allIo la necessità di mobilitare le difese – La difesa porta a un compromesso = sintomo – Difese = processi volti a mantenere lequilibrio – risiedono nella parte inconscia dellIo Relazioni oggettuali – Fairbairn = la pulsione è pulsione doggetto – Klein = pulsione come fenomeno psicologico – Gruppo indipendente = focalizzazione sullo sviluppo antecedente lEdipo Psicologia del Sé: Kohut – Le relazioni esterne aiutano i soggetti a mantenere lautostima e la coesione del sé – Teoria del doppio asse = i bisogni narcisistici permangono per tutto larco della vita e subiscono uno sviluppo parallelo a quello dellamore oggettuale – Oggetti-Sé

5 Livello di maturt à e adattivit à Livello 7 altamente adattivo: Affiliazione, altruismo, anticipazione, autoaffermazione, autosservazione, repressione, sublimazione, umorismo. Livello 6 o di inibizione mentale: difese ossessive Annullamento retroattivo, intellettualizzazione, isolamento dell affetto. Livello 5 di inibizione mentale: altre difese nevrotiche Dissociazione, formazione reattiva, spostamento, rimozione Livello 4 di distorsione minore dell immagine: difese di livello narcisistico Idealizzazione, onnipotenza, svalutazione. Livello 3 o del disconoscimento Diniego, proiezione, razionalizzazione, fantasia autistica. Livello 2 distorsione maggiore dell immagine: difese di livello borderline Identificazione proiettiva, scissione. Livello 1 o dell acting Acting out, aggressione passiva, lamentarsi ma rifiutare l aiuto offerto, ritiro nell apatia Livello 0: mancata regolazione difensiva Diniego psicotico, distorsione psicotica, proiezione delirante

6 IL MODELLO DI SVILUPPO IN PSICOANALISI: DANIEL STERN I primi due anni di vita del bambino sono cruciali per un sano sviluppo; Sviluppo: sequenza epigenetica di compiti adattivi che possono trovare soluzione solo attraverso la negoziazione e la riorganizzazione all'interno del sistema diadico madre-bambino (Stern, Sander, 1980) ; Cruciali per lo sviluppo del senso di sé nel bambino sono le risposte di conferma e validazione da parte della figura materna, in risposta ai processi di sintonizzazione affettiva con il caregiver, il bambino sviluppa un senso del Sé-con-laltro (Gabbard,1992); Stern definisce 5 sensi del sé separati: 1. senso del sé emergente: dalla nascita ai 2 mesi. È prevalentemente corporeo e fisiologicamente fondato. 2. senso del sé nucleare: dai 2 ai 6 mesi. Espressione di maggiori capacità nelle relazioni interpersonali. 3. senso del sé soggettivo: dai 7 ai 9 mesi. Caratterizzato dalla consonanza degli stati mentali tra la madre e il bambino. 4. senso del sé verbale o categoriale: compare tra i 15 e i 18 mesi grazie alle nuove capacità di pensare simbolicamente e comunicare verbalmente. 5. senso del sé narrativo: tra i 3 e 5 anni il bambino trasforma la sua capacità di usare il linguaggio come sistema di comunicazione e riesce a costruire una sorta di autobiografia, un narrazione della propria storia.

7 LA TEORIA DELLATTACCAMENTO Adult Attachment Interview (AAI) intervista semistrutturata composta da 15 domande, poste in un ordine cronologico stabilito sicuri-autonomi: i soggetti riescono a formulare una narrazione fluida e coerente delle loro esperienze di attaccamento, appaiono liberi di esplorare e di parlare liberamente della propria infanzia; insicuri-preoccupati: i soggetti forniscono una descrizione della loro storia confusa e incoerente. Si rivela che essi siano coinvolti in maniera invischiata nelle relazioni con le figure parentali; insicuri-distanzianti: il racconto fornito dai soggetti è povero di ricordi associati all'esperienza infantile di attaccamento; talvolta i soggetti forniscono descrizioni idealizzate delle figure parentali, ma tendono a negare l'influenza esercitata dalle prime relazioni infantili sul loro sviluppo o sulla loro personalità; non risolti-disorganizzati: in questi soggetti è presente l'indice della mancata risoluzione di eventi particolari, come ad esempio traumi o perdite di una figura di riferimento, attraverso la presenza di lapsus ed errori nel monitoraggio del ragionamento. Attaccamento e concetto di mentalizzazione: Peter Fonagy capacità di riconoscimento dei propri stati mentali e di quelli degli altri, connesso strettamente al livello di coerenza e al funzionamento psichico dei genitori, Svilupppo della teoria della mente e Sé rflessivo: Il bambino internalizza la propria immagine contenuta nelloggetto, in questo caso il caregiver, e cioè limmagine di sé come essere intenzionale. Se la capacità riflessiva fa sì che il genitore possa essere in grado di comprendere i bisogni del bambino, questultimo avrà la possibilità di vedere se stesso nellaltro, come soggetto capace di mentalizzare. Nel caso in cui il genitore risulti carente sotto questo punto di vista, la visione di sé che avrà il bambino, sarà esclusivamente in termini di realtà fisica e non di stati mentali

8 Sistemica Wiener, nel 46, per descrivere il comportamento di un sistema, propone un modello universale, circolare e retroattivo; Prima cibernetica (studio dei sistemi in equilibrio) e seconda cibernetica (studio dei sistemi in evoluzione) = osservatore esterno al sistema osservato; cibernetica di secondo ordine o dei sistemi osservanti = osservatore interno al sistema osservato Sistema = insieme di parti (Liebniz); totalità organizzata composta di elementi solidali che possono essere definiti soltanto gli uni in rapporto agli altri in funzione della loro collocazione in questa totalità (Saussure ); insieme di unità in reciproca interazione (von Bertalanffy); un tutto che funziona come tutto sulla base degli elementi che lo costituiscono (Rapaport); unità globale e organizzata in interazione tra elementi, azioni e individui (Morin).

9 Teoria generale dei sistemi e paradigma evolutivo: nessun sistema vivente è stabile. I sistemi biologici sono energicamente aperti (scambio di energia), organizzazionalmente chiusi (chiusi a quelle novità che metterebbero in crisi la loro struttura) eautopoietici cioè capaci di far emergere una nuova forma (psicologica e sociale) mantenendo stabile la variabile dellorganizzazione del sistema; Organizzazione (relazione fra i componenti che definiscono ununità composita rispetto ad altre) – struttura (insieme di componenti che rendono un sistema quel particolare sistema).

10 LIo-soggetto umano Freud non affronta il problema del soggetto: essere umano coincidente con la nozione di apparato psichico Cognitivismo: visione del soggetto come frammentato in molteplici sé Mitchell: individuo come parte costituente di una matrice di relazioni con gli altri; lotta per mantenere i legami e contemporaneamente per differenziarsene. La mente è composta da configurazioni relazionali; è diadica e interattiva

11 Nella Psicoanalisi della Relazione SIPRe: lapplicazione allessere umano della teoria dei sistemi complessi, prevede che vadano tenute presenti le peculiarità proprie dellessere vivente e le qualità specie- specifiche umane (Minolli, 2006a), che possono essere così sintetizzate: lli): componente biologica: la più studiata, quindi, la più conosciuta; componente riflessiva: lintelligenza, ovvero la capacità di pensare il pensiero. È questa una qualità specie-specifica umana; presenza a se stessi. Pensare lessere umano come referente unitario desperienza rende necessaria linterpretazione dellunitarietà come una conquista processuale «allinterno del gioco relazionale o interattivo tra organismo e ambiente» la presenza a se stesso del sistema umano, qualificando il suo essere, qualifica lagire del sistema; non crea una gerarchia fra le sue componenti, ma una loro embricazione che evidenzia quanto la presenza a se stesso del sistema si attua, si modifica ed evolve nellambito dellinterazione, congiungendo, oltre ai livelli biologico e riflessivo, anche quello cognitivo e quello emotivo.

12 LIo-soggetto e le sue motivazioni Relazione tra bisogno ed emozione (la motivazione si distingue in primaria e secondaria, in funzione del grado di connessione con i bisogni biologici fondamentali. Così, anche il costrutto di emozione si differenzia in fondamentale e complessa, in funzione dellessere innate o del venire apprese nel corso delle interazioni sociali); Se lessere umano non è un fruitore passivo di esperienze, a loro volta suddivise nei vari domini di pertinenza, si rende necessaria una ridefinizione relazionale di questo concetto; Prima risposta: Lichtenberg (motivazione = serie di 5 sistemi volti a promuovere la realizzazione e la regolazione di bisogni di base, vivificati dalla componente affettiva) In ogni sistema motivazionale si configura un gruppo interrelato di bisogni e desideri che condividono attributi funzionali e hanno unorganizzazione gerarchica che si dispiega lungo una particolare linea di sviluppo.

13 Seconda risposta: punto di vista sistemico = è evidente la tendenza, immediata ed attiva dellessere umano, ad una crescente organizzazione, in virtù delle leggi che governano i sistemi complessi, quali, ad esempio, capacità autopoietica e entropia; Da un punto di vista relazionale, se il sistema è autopoietico, aperto al cambiamento, è improbabile che alcune sue strutture interne possano rimanere rigidamente uguali a loro stesse per come si sono modellate nellinfanzia. Questa possibilità ha più a che fare con una situazione di sofferenza psichica che con un modello di funzionamento umano; legare un bisogn o fisiologico ad un comportamento dà un significatoalla realtà umana, ma secondo una causalità lineare. In Psicoanalisi della Relazione ogni bisogno o esperienza umani sono mediati dallorganizzazione unitaria (che comprende aspetti plurimi). Ogni parte di questo insieme, se presa singolarmente, non esprime linsieme, ma, neppure, una sua sottoparte, in quanto il significato profondo è dato dalla gestalt globale, in cui la parcellizzazione è la variabile in grado di cambiare la manifestazione e la natura dei legami che esprimono il sistema stesso.

14 Ma, fra le leggi che presiedono al funzionamento dei sistemi complessi, troviamo anche la ricerca della coerenza. La funzione della coerenza è quella di confermare il sistema a livello di organizzazione (relazione fra i componenti che definiscono ununità composita rispetto ad altre) e di struttura (insieme delle componenti che rendono un sistema quel particolare sistema). La coerenza interna è quindi una legge che governa il buon funzionamento di un sistema e che regola lo scambio con lambiente esterno. Grazie alla coerenza, il sistema umano può riconoscersi nella propria storia e conservare in senso di unità e di individualità negli, imprescindibili, scambi con lambiente. Se è possibile azzardare un parallelismo con la narrazione, con una buona narrazione, vediamo come la coerenza interna del testo narrativo sia quella caratteristica (Bruner, 1990; 1991) che facilita al lettore la comprensione del testo stesso, che lo rende fruibile. In buona sostanza la coerenza interna del testo ha a che fare con la possibilità di accedere al suo significato, è il suo criterio di validazione (Smorti, 1994). È quando la coerenza è scarsa o instabile che un sistema entra in crisi perché il rischio diventa quello di perdere il significato e, in esso, di perdere lidentità stessa del sistema. Questo sia per una narrazione, sia per una persona. Quando il sistema perde coerenza, lesperienza soggettiva è di crisi, di panico, e, generalmente, la soluzione è un irrigidirsi sulle posizioni precedenti a garanzia dei propri significati. Il che potrebbe portarci a considerare il significato come un importante bisogno umano (Bruner, 1990). A questo punto, potremmo riconoscere la motivazione come la spinta a definire il significato dellorganizzazione unitaria dellIo soggetto, dove lazione deve confermare il significato che lha generata. Ma allora perché si cambia? E, riprendendo il parallelismo con la narrazione, cosa rende tanto avvincente una trama? Se una narrazione fosse satura di elementi coerenti, potrebbe sicuramente essere di ottimo livello tecnico, ma ci lascerebbe inalterati, in quanto coinvolgerebbe solo il nostro livello intellettuale. Lipotesi che, a questo punto, si può avanzare è che il cambiamento abbia a che fare con unaltra importante caratteristica della narrazione: la violazione della canonicità. La violazione della canonicità rende instabile la coerenza e, proprio per questo, inchioda il lettore alle pagine scritte, senza consentirgli di lasciarsi assopire dal lento succedersi di elementi privi di contraddizioni, prevedibili e tranquillizzanti. Tutti i sensi del nostro lettore vengono ridestati, ed egli è costretto a finire il libro. In questo, si può scorgere una riattivazione della persona immersa nella lettura, come un sistema che si è nuovamente messo in moto. Così, la violazione della canonicità rispetto al confronto con la realtà relazionale in seduta pretende una nuova significazione, ridesta i due narratori e rimette in moto il sistema. Vi sarà una conseguente ricerca di nuova coerenza e di equilibrio per il benessere del sistema. Questo potrebbe spingerci nella direzione di leggere la motivazione dellIo come, fondamentalmente, ricerca di significato per garantire unitarietà e coerenza del sistema. Di un significato che, però, diviene tale solo quando viene confrontato con il senso, quando viene cioè connesso con una sensazione che fornisce un substrato biologico, fisiologico, alla conoscenza (Damasio), rendendo giustizia allunità del sistema. In questo senso, si arriva molto vicini alle posizioni di Westen (citato in Lingiardi e Gazzillo) che ci esorta a considerare la motivazione umana in termini di regolazione per non perdere la visione della sua natura complessa e articolata, evitando così il rischio di cadere in allettanti riduzionismi dettati dalla logica lineare che permea la cultura occidentale.


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