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LEZIONE 4 FALLIMENTI DI MERCATO E MONOPOLIO.

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Presentazione sul tema: "LEZIONE 4 FALLIMENTI DI MERCATO E MONOPOLIO."— Transcript della presentazione:

1 LEZIONE 4 FALLIMENTI DI MERCATO E MONOPOLIO

2 INTRODUZIONE Perché il meccanismo della mano invisibile possa operare è necessario che vi sia concorrenza perfetta, cioè devono essere presenti nel sistema un numero elevato di compratori e venditori. Questo requisito implica infatti che il singolo agente economico non sia in grado di modificare il prezzo, ma quest’ultima variabile sia un dato per il singolo compratore o venditore (PRICE-TAKER)

3 INTRODUZIONE Gli economisti affermano che un soggetto che subisce il prezzo di equilibrio, cioè quel prezzo che ha origine dalla compatibilità tra domanda e offerta ottimale garantita dal banditore walrasiano, non è in grado di esercitare un POTERE DI MERCATO

4 POTERE DI MERCATO Si intende quella situazione in cui l’azione di un determinato operatore economico, di solito un’impresa, può influenzare la determinazione del prezzo di equilibrio

5 DEFINIZIONE DI MONOPOLIO
Il caso più emblematico di esercizio di un potere di mercato è quello che riguarda il comportamento dell’impresa monopolista. Il MONOPOLISTA essendo l’unico produttore di un determinato bene è infatti in grado di fissare il prezzo di mercato più conveniente per sé, data la struttura della domanda aggregata espressa dall’insieme dei consumatori

6 MAX DEL PROFITTO IN MONOPOLIO
P e Q non sono indipendenti questo significa che il monopolista non è in grado di scegliere contemporaneamente sia il prezzo di mercato che la quantità di output da produrre

7 MAX DEL PROFITTO IN MONOPOLIO
Il monopolista sceglie la quantità ottimale Q* sulla base della condizione RM=CM Il prezzo di equilibrio è determinato invece dalla curva di domanda del mercato

8 MAX DEL PROFITTO IN CONCORRENZA PERFETTA
L’impresa concorrenziale sceglie la quantità ottimale Q* sulla base della condizione P=CM

9 CONFRONTO FRA MONOPOLIO E CONCORRENZA
Il confronto tra queste due forme di mercato è fondamentale per capire il motivo per cui una struttura monopolistica dei mercati non realizza un uso efficiente delle risorse economiche

10 RISULTATI Dal confronto del punto di equilibrio C per la concorrenza con il punto M per il monopolista, si può notare come emergano le seguenti conclusioni: Pm>Pc=CM Qm<Qc

11 RISULTATI In un regime di monopolio, i consumatori stanno quindi peggio, rispetto al caso alternativo che prevede un regime concorrenziale in quanto pagano un prezzo più elevato ed hanno a disposizione una quantità inferiore di beni per il consumo. Evidentemente il monopolista sta meglio in quanto ha la possibilità di avere extraprofitti, a differenza dell’impresa concorrenziale che produce a profitto zero

12 CONSEGUENZE Per i consumatori: un uso inefficiente delle risorse esistenti (link con il concetto surplus). Il livello efficiente di produzione è quello in corrispondenza del quale la disponibilità a pagare un’unità addizionale di output è uguale al costo necessario per produrla. 2) A livello collettivo: perdita netta di benessere sociale, nonostante le compensazioni.

13 MONOPOLIO E CONSUMATORI
Il monopolio non rappresenta una situazione P.E. perché esiste la possibilità di una nuova allocazione delle risorse dell’economia cha avvantaggi sia il monopolista che i consumatori Per tutti gli output compresi tra Qm e Qc esistono dei livelli produttivi in corrispondenza dei quali vi sono dei consumatori disposti a pagare un prezzo più elevato del costo marginale e ciò migliorerebbe il benessere sia del monopolista (aumenta il venduto), sia dei consumatori che pagano un prezzo che è espressione del proprio desiderio individuale di avere un’unità in più del bene

14 MONOPOLIO E CONSUMATORI
Siamo a questo punto in grado di capire meglio dove risiede il nodo analitico che crea inefficienza nella presenza del monopolio. Il livello efficiente di produzione è quello in corrispondenza del quale la disponibilità a pagare un’unità addizionale di output è uguale al costo necessario per produrla.

15 MONOPOLIO E CONSUMATORI
La condizione p=CM è quindi quella che garantisce un uso efficiente delle risorse: in questa situazione non esiste spazio per ulteriori miglioramenti N.B. la condizione p=CM è quella rispettata dalla concorrenza perfetta

16 MONOPOLIO E INEFFICIENZA
quello che crea inefficienza nel comportamento del monopolista è legato al fatto che egli vende ad un prezzo Pm anche a consumatori che sarebbero disposti a pagare di più per il bene e non vende invece ad un prezzo Pm<p<Pc quantità inframarginali che presentano un prezzo unitario superiore al costo marginale

17 MONOPOLIO E INEFFICIENZA
Ciò che crea inefficienza non è quindi la struttura di mercato ma il fatto che il monopolista non discrimini i suoi potenziali compratori, sulla base del prezzo che ciascuno di essi è disposto a pagare

18 MONOPOLIO E PERDITA NETTA
Principio di compensazione rappresenta una violazione dell’efficienza paretiana, è stato introdotto da alcuni economisti come tentativo di superare gli ostacoli che tale requisito impone nella valutazione del benessere collettivo

19 SURPLUS DEL CONSUMATORE
Si definisce surplus del consumatore il vantaggio che questi ottiene qualora si trovi ad acquistare, in un regime di concorrenza, ad un prezzo dato un bene per il quale egli presenta una disponibilità a pagare, cioè un prezzo di riserva, più elevato

20 IMPORTANTE Passando da un regime concorrenziale ad uno monopolistico non discriminante il risultato finale è una perdita netta, a livello di collettività, nonostante le compensazioni

21 MONOPOLIO NATURALE Il monopolio naturale è una particolare situazione in cui la presenza di un unico produttore è la condizione per cui un bene desiderabile e per cui esiste una domanda possa essere prodotto nel sistema

22 DEFINIZIONE DI MONOPOLIO NATURALE
Approccio tradizionale: utilizza il concetto di RENDIMENTI DI SCALA CRESCENTI Approccio innovativo: utilizza il concetto di SUBADDITIVITA’ dei costi

23 RENDIMENTI DI SCALA CRESCENTI
La presenza di RSC significa che se si aumenta l’input di tutti i fattori produttivi, ad esempio lavoro e capitale, nella stessa proporzione, l’output aumenta in misura più che proporzionale

24 DEFINIZIONE In base alla definizione tradizionale un mercato è caratterizzato da condizioni naturalmente monopolistiche quando per la presenza di economie di scala nella produzione un certo livello produttivo è ottenibile a costi unitari inferiori da una singola impresa di quanto lo sia da due o più imprese. Il monopolio naturale ha quindi origine tecnologica ed è connotato da costi medi decrescenti al crescere della produzione

25 SUBADDITIVITA’ DEI COSTI
Secondo questo nuovo approccio i RSC costituiscono condizione sufficiente ma non necessaria per l’esistenza di un monopolio naturale. Determinante per la nuova definizione di monopolio naturale è la nozione di funzione di costo subadditiva. Una funzione di costo è subadditiva quando dato un certo livello produttivo il costo totole è inferiore quando la produzione è collocata presso una sola impresa rispetto alla ripartizione della stessa quantità presso due o più imprese

26 DEFINIZIONE Un’industria costituisce monopolio naturale se, nell’intervallo rilevante di produzione determinato dalla domanda, la tecnologia di produzione è rappresentata da una funzione di costo subadditiva

27 IMPORTANTE In presenza di monopolio naturale non si devono attuare politiche per aumentare la concorrenza perché l’offerta da parte di una sola impresa risulta la soluzione più efficiente. L’intervento pubblico deve pertanto impedire l’entrata inefficiente e promuovere un’adeguata offerta

28 DOVE STUDIARE: P. Bosi (a cura di), Corso di Scienza delle Finanze, 2000, Il Mulino, Bologna Capitolo 2 da pagina 91 a pagina 95


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