La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

Relatore: dr.ssa Marialuisa Vallino

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "Relatore: dr.ssa Marialuisa Vallino"— Transcript della presentazione:

1 Relatore: dr.ssa Marialuisa Vallino
Primo Convegno Nazionale di Psicologia Giuridica ( Settembre 2008, Palazzo Ateneo Bari) Relatore: dr.ssa Marialuisa Vallino

2 L’Audizione del minore in regime di affidamento condiviso
Conflittualità familiare e contesto giudiziario; Poteri del giudice; Audizione diretta; Audizione indiretta, a mezzo C.T.U.

3 La bigenitorialità:L.54/2006
L’innovazione maggiormente evidente è quella di avere richiamato l’opinione pubblica al rispetto di una eguaglianza non soltanto formale, ma sostanziale tra i genitori, e ciò anche in quel contesto litigioso nel quale le tensioni e la conflittualità agiscono come spinte divergenti, troppe volte laceranti la posizione dei minori che ne sono coinvolti. Il messaggio sotteso è che soltanto il rispetto di una totale par condicio nei confronti del figlio possa salvaguardare il diritto del minore di mantenere, nel caso di separazione tra i genitori, il miglior rapporto possibile con ciascuno di essi (oltre che con i nonni e i parenti di entrambi i rami). I genitori vengono richiamati al loro compito di continuare ad essere, malgrado la fine della loro convivenza, “genitori insieme”.

4 “Grandezza” e “limiti” della bigenitorialità
La concezione implicita della legge offre una “visione ottimistica” della separazione, di genitori in grado di prendere decisioni razionali, soprattutto nei casi in cui la ferita della separazione è ancora aperta e il grado di conflittualità è ancora alto. È un po’ illusorio pensare che diventi all'improvviso capace di farlo chi non ha saputo decidere prima della separazione …

5 “Grandezza” e “limiti” della bigenitorialità
Per evitare al minore un trauma è importante che durante la separazione i coniugi riescano a differenziare i problemi legati alla conflittualità della coppia da quelli relativi al proprio ruolo di genitori responsabili. Soprattutto è da evitare di mettere “in cattiva luce” l’altro coniuge agli occhi dei figli che hanno il diritto di mantenere un legame positivo con entrambi i genitori. L’importante è che il divorzio e la separazione non coincidano mai con la fine “storica” del legame, cioè con la definitiva rottura, perché si rimane comunque ancora genitori dei figli che sono stati generati insieme e, per dirla con Anna Oliverio Ferraris,“dai figli non si divorzia”…

6 Le coppie conflittuali
Possono rimanere avvinghiate in un odio implacabile per decine di anni se non per tutta la vita; La tanto vagheggiata conquista dell’indipendenza, la liberazione dall’altro, si connotano spesso nei termini di una sotterranea, quanto inconsapevole pretesa di liberarsi dai propri disagi psichici. Tale pretesa assume sovente le forme di un ulteriore disagio psichico, una “gabbia” affettiva e relazionale in cui gli ex coniugi rimangono prigionieri e che impedisce loro di ritrovare l’apertura psicologica per mentalizzare il passato e il presente, conferendo senso alla fine del matrimonio.

7 Conflittualità familiare e contesto giudiziario
Assurdamente, l’intervento della giustizia può essere utilizzato dagli ex coniugi per mettere in atto, in forma legalizzata, una serie di violenze, estorsioni e ritorsioni reciproche, vanificando quindi l’intendimento risanante, non solo della legge sull’affidamento condiviso, ma anche delle altre leggi finalizzate alla limitazione delle violenze familiari.

8 Conflittualità familiare e contesto giudiziario
“Abusi emotivi”, subiti dai minori, che si compendiano in alcune Sindromi da separazione genitoriale: La Sindrome della madre malevola si riscontra in alcune madri affidatarie e consiste in un’anomalia del comportamento che comprende: la manipolazione psicologica dei figli utilizzati come arma contro il padre; la vessazione del partner attraverso accuse gravi e infondate, come quelle di presunte violenze a carattere sessuale; la disponibilità ad andare contro la legge o sfruttarne ogni piega pur di danneggiare il proprio ex. L’alterazione della condotta può comprendere veri e propri gesti criminali, oppure può trasformarsi in un eccesso di azioni legali con cui impedire all’altro genitore il rapporto coi figli.

9 Conflittualità familiare e contesto giudiziario: Una patologia “iurigena”
La Sindrome di alienazione genitoriale o PAS (Parental Alienation Syndrome) è un disturbo dell’età evolutiva che costituisce la “risposta distintiva” del sistema familiare sottoposto al trauma della separazione. La PAS è dovuta a due fattori concomitanti. Il primo è la “programmazione” o “indottrinamento” di un genitore – che è afflitto da odio patologico - ai danni dell’altro; comportamento definito come “alienante”. Il secondo fattore, che costituisce la principale manifestazione della PAS, è l’allineamento col genitore più amato (il genitore programmante che fa il cosiddetto “lavaggio del cervello” o che induce la PAS) da parte dei figli, i quali si dimostrano personalmente coinvolti in una campagna di denigrazione – che non è sostenuta da elementi realistici - nei confronti dell’altro genitore, che viene “odiato” (il genitore alienato). La finalità è quella di escluderlo dalla loro vita.

10 Conflittualità familiare e contesto giudiziario: PAS
Le madri sono genitori alienanti molto più frequentemente di quanto lo siano i padri. Naturalmente è fondamentale il ruolo svolto anche da tutti coloro, familiari e non, che si schierano dalla parte del genitore alienante. Il genitore alienante (Gardner, 2002b) invece di contestare ai figli l’assurdità delle loro affermazioni, ne “rispetta” i sentimenti e ne tollera le ripetute esibizioni di maleducazione e diffamazione. Ne risulta un atteggiamento adultomorfico dei figli, che li fa sentire come se si fossero rapidamente elevati a rango di eroici adulti, e col quale essi possono far colpo sui coetanei.

11 E’ opportuno occuparsi di questa Sindrome per 2 ragioni:
La prima è che la sua evidenza si colloca in maniera privilegiata proprio nella fascia d’età per la quale è previsto l’ascolto del minore, la seconda è che essa si situa all’interno di un altro grosso problema definito “acting out giudiziario”, vale a dire la più o meno consapevole tendenza dei genitori ad utilizzare il sistema giudiziario in modo perverso, come palcoscenico dove rappresentare il loro disagio, nella illusoria speranza di una riparazione delle proprie sofferenze e ferite narcisistiche.

12 Il fattore “soggettività”
L’empatia non è la pretesa di potersi identificare nell’altro, ma la disponibilità a prendere in considerazione le ragioni dell’altro. Occorre tenere bene a mente che ciascuno cerca una strategia per sopravvivere, e quello che fa è in relazione a questa strategia. Nell’ascoltare e registrare determinati eventi si tende troppo spesso a lasciarsi condizionare, ad allearsi con quegli aspetti dell’interlocutore che toccano più da vicino i propri vissuti. Non è un caso che molte professioni derivino proprio dal bisogno di accostarsi a una serie di problematiche personali, vivendole attraverso i propri assistiti, pazienti, nel tentativo di superarle (Carotenuto). Un’oggettività è resa possibile solo dalla precisa delimitazione di un io e di un tu e dal rispetto e riconoscimento dell’identità quanto dell’alterità.

13 L. 54/2006, art. 155-sexies, 1° comma, seconda parte, c. c
L.54/2006, art. 155-sexies, 1° comma, seconda parte, c.c. Poteri del giudice e ascolto del minore “Il giudice dispone, inoltre, l’audizione del figlio minore che abbia compiuto gli anni dodici e anche di età inferiore ove capace di discernimento.” Il diritto del minore ad essere ascoltato viene definitivamente sancito.

14 La capacità di discernimento
Personalmente ritengo che la scelta dei 12 anni derivi dalla teorizzazione piagetiana della crescita cognitiva, coincidendo con lo Stadio operatorio formale, durante il quale gli individui imparano a pensare in termini astratti. Non più legati alla verifica concreta nel mondo esterno delle proprie idee, essi possono sottometterle a una verifica interna con mezzi logici. Discernimento indica la facoltà di apprendere e giudicare, etimologicamente discernere indica vagliare e separare. Se riconduciamo tali facoltà ai minori, riconosciamo immediatamente che l’evoluzione cognitiva non è sufficiente a garantire il raggiungimento di una maturità emotiva e che questa è condizionata in modo prevalente dallo stile di funzionamento familiare.

15 L’audizione del minore
A) Ascolto diretto da parte del giudice; B) Ascolto indiretto eseguito da un c.t.u. e trasmesso al giudice attraverso una relazione scritta; C) Ascolto diretto da parte del giudice con ausiliario.

16 Ascolto diretto L’ascolto diretto può essere particolarmente efficace per l’individuazione delle domande da porre successivamente al CTU. Al fine di consentire una più spontanea audizione del minore sarebbe opportuno raccogliere preventivamente il consenso delle parti e degli avvocati a non partecipare all’audizione, e a prendere visione successivamente dei temi ed argomenti trattati dal giudice, attraverso il verbale. Una comunicazione libera, non condizionata da argomenti preventivamente sottoposti al giudice dai difensori, può ridurre il rischio di un’induzione di una o dell’altra figura genitoriale. Nel caso in cui il giudice si avvalga di un ausiliario, questi dopo un esame delle questioni che si desumono dagli atti, può coadiuvare il giudice nell’indirizzare il colloquio secondo modalità mutuate dal lavoro clinico con i bambini.

17 Aree da indagare durante l’audizione diretta
Il sogg. dorme-dormiva da solo?Con i fratelli, i genitori? Reazioni dei genitori se il sogg. si sveglia-svegliava di notte piangendo Al sogg. vengono-venivano dati dei castighi? Da chi? Il sogg. ha- aveva una stanza per sé? Il sogg. gioca- giocava da solo? Chi accompagna il sogg. a scuola o all’asilo? A chi il sogg. ricorre- ricorreva abitualmente in caso di bisogno? Descrizione del sogg. della propria madre, attraverso l’utilizzo di semplici aggettivi. Descrizione del sogg. del proprio padre, attraverso l’utilizzo di semplici aggettivi.

18 Ascolto indiretto: la C.T.U.
Il ruolo del CTU è essenzialmente valutativo e la metodologia utilizzata in ambito peritale deriva dai riferimenti teorici e dalla formazione da questi acquisita. Generalmente i quesiti posti al consulente dal giudice riguardano valutazioni diagnostiche sulla personalità dei soggetti interessati, per lo più il minore e i genitori, indagini approfondite sulle relazioni intercorrenti tra il minore e i genitori e con i componenti della cosiddetta famiglia allargata. Di grande frequenza e attualità è poi la richiesta da parte del giudice di individuare la soluzione di affido più rispondente all’interesse e al benessere psico-fisico del minore e quali siano le proposte e i suggerimenti in ordine alle concrete modalità di affidamento

19 Ascolto indiretto: la C.T.U.
Un quesito che abbia per oggetto una proposta o un suggerimento rende il ruolo del CTU più dinamico, non limitandolo alla sola competenza psicodiagnostica. Le indicazioni emerse dall’espletata consulenza possono in molti casi costituire un progetto di affidamento da verificare e monitorare, più che una dettagliata elencazione di sintomi. La somministrazione di alcuni inventari di personalità o di test proiettivi è non solo discrezionale, ma in molti casi superflua o inapplicabile ai fini dei quesiti posti. Quando si abbia la necessità di indagare lo stile di attaccamento di un minore o scandagliare il sistema di vita familiare può essere utile, oltre al colloquio, il ricorso ai test proiettivi grafici, seguiti da un’inchiesta più libera, e comunque sempre da adattarsi alle capacità cognitive ed espressive del soggetto in esame

20 Contenuti della relazione del C.T.U.
Conferimento incarico; Quesiti; Metodologia e Quadro teorico di riferimento; Calendario; Dati storico-clinici; Clima comunicativo e variabili osservate in sede peritale; Incontri con i periziandi e tematiche affrontate; Eventuali tavole relative ai test effettuati; Formulazione dei giudizi conclusivi in risposta ai quesiti.

21 Esempi di valutazione: età 6 anni
Alice, Test fam.immaginaria 3° incontro

22 Interpretazione Test Alice
La famiglia raffigurata è solo apparentemente immaginaria: I nomi sono tutti di fantasia, ma la triade ricalca le caratteristiche della famiglia reale della piccola autrice, con un’unica figlia di 6 anni. La madre, prima disegnata, è il personaggio dell’identificazione ottativa, ma anche dell’identificazione conscia (come apprendiamo dalle preferenze-identificazioni), seguita dalla figlia, rappresentata nella posizione di privilegio tra i genitori, in veste da fatina. L’introduzione di elementi fiabeschi può suggerire una certa vivacità d’immaginazione, ma anche, come osserva F. Medioli Cavara, il ricorso a “maschere”, astrazioni, il più possibile lontani dai personaggi reali. I volti dei 3 personaggi sono espressivi e vivaci, come pure quello del sole antropomorfizzato, che rappresenta una costante nei disegni di Alice, dai quali risulta un’alta convergenza di indici col presente test.

23

24 Interpr. test Alice “2” Il bisogno di rassicurazione della piccola si rivela nella collocazione della figlia- fatina nella parte inferiore del foglio, dove il mancato inserimento dei piedi conferisce un minor senso di realtà alla figura, che appare comunque centrale rispetto all’intero quadro rappresentato. Le dimensioni del personaggio e la presenza di stelle sul vestito lasciano intendere un bisogno di apparire e brillare, indice di un ripiegamento narcisistico da parte dell’autrice. In contrasto con le braccia-moncherini della figlia-fatina, colpisce la grandezza della bacchetta magica, protesa in direzione del papà, “magicamente” riportato con i piedi per terra, dopo un primo tentativo di rappresentazione, perché “volava in alto”…Le braccia indicano il contatto affettivo e relazionale con gli altri, ma anche il rapporto con se stessi e il proprio schema corporeo. Il gesto simbolico di tendere la bacchetta in direzione del papà immaginario è probabilmente l’espressione del bisogno di rendere più stabile e ferma la sua figura, come sembrano indicare anche i grandi stivali…

25 Interpretazione test Alice “3”
Il papà del test eroga benzina, alludendo ad una disponibilità a dispensare energia. La mamma è invece un carabiniere, chiara allusione al Principio d’autorità che Alice attribuisce alla figura materna. Fatto singolare, la mamma del disegno è l’unico personaggio provvisto di braccia e mani definite, l’unico a cui probabilmente l’autrice attribuisce una capacità di manipolare l’ambiente esterno in maniera soddisfacente. Il disegno delle braccia della figlia e del padre, indica, al contrario, problemi di espressione dell’affettività e difficoltà al contatto relazionale, che nel caso specifico sembrano riguardare proprio il rapporto col padre, dal momento che nella Tav.1 tale tendenza non compare e non è quindi connessa ad incapacità tecnica nel grafismo. Gli occhi grandi e aperti di tutti i personaggi rappresentati denotano il desiderio della piccola di assorbire il mondo, di impadronirsi della conoscenza.

26 Esempi di valutazione: età 12 anni
Davide: Kfd 1° incontro

27 Interpretazione test Davide
Inizia il disegno partendo dalla zona sinistra del foglio, con un elemento imponente, la scrivania del padre. Il tratto grafico è incerto ma vibrante, tratto che Corman definirebbe “sensitivo” che si accentua nelle linee curve per divenire più “pastoso” in altri punti. La tensione interiore spinge sovente chi disegna a rafforzare le linee e ad ombreggiarle. Il lato sinistro del foglio è quello più investito da Davide. Il padre, primo disegnato è il personaggio dell’identificazione ottativa, tuttavia l’autore si colloca al fianco di Marco, che apprendiamo essere anche il più felice…Il disegno, nel suo assetto globale, esprime l’idea che il padre sia l’unico personaggio immerso in un’attività solipsistica, autoreferenziale, e sappiamo che nei test grafo-proiettivi la TV e il PC rappresentano l’opposto della comunicazione. La maestosa scrivania, incollata al margine sinistro del foglio introduce il tema del lavoro, inteso qui come elemento valorizzante la figura paterna.

28

29 Interpretazione test Davide “2”
Pur nell’evidente sproporzione tra il disegno della prima scrivania e quello della seconda, è quest’ultima che rende possibile, nonostante l’esiguità delle sue dimensioni, una condivisione. E’ qui che la mamma viene rappresentata mentre aiuta la sorella nei compiti. Emergono a tale riguardo due considerazioni: La prima è che la madre, per quanto venga rappresentata di spalle (segno di svalorizzazione) ha comunque i piedi “piantati per terra”, a riconoscimento di una posizione salda e definita. Inoltre viene raffigurata nella zona destra del foglio, quella che rappresenta simbolicamente la progettualità e l’avvenire, la curiosità e l’iniziativa. Il padre, invece, e la direzione dell’automobile che ospita Davide, tendono verso sinistra, il lato regressivo, legato alla passività, a ciò che si conosce e si fatica ad abbandonare. Nel test i genitori e gli spazi nei quali essi vengono collocati sono decisamente invertiti. Dal disegno riceviamo conferma da quanto emerso durante il colloquio e da altri indici.

30 Altri strumenti diagnostici: La “sand play” therapy
Permette ai bambini più piccoli o con deficit della comunicazione verbale di mettere in scena le dinamiche personali e relazionali, attraverso l’uso di piccoli oggetti o la costruzione di figure o scenari con la sabbia.

31 Il gioco della sabbia: Pablo, 10 anni

32 “L’isolamento affettivo”: Aurora, 4 anni
Disegno spontaneo: 1° incontro "bimbo di 2 anni che dorme. La culletta è a forma di lupo-cane"

33 “L’isolamento affettivo”: Aurora, 4 anni
Disegno spontaneo, 5° incontro "principessa che sta nel suo castello"

34 Il fattore età Età prescolare: 3-6 anni: sintomi di regressione, ansie abbandoniche, rifugio nella fantasia. 7-9 anni: tristezza, sentimenti di rifiuto, diminuzione del rendimento scolastico, somatizzazioni. 9-12 anni: rabbia nei confronti del genitore ritenuto responsabile della divisione, schieramento, paura di non aver fatto abbastanza per tenere unita la coppia, ribellione, nascita della sfiducia nei confronti dell’altro sesso. Adolescenza: alcuni reagiscono immergendosi nei propri interessi, altri rimangono invischiati, altri ancora si allontanano rabbiosamente dalla famiglia. Generalmente hanno gli strumenti per valutare adeguatamente l’evento separazione.

35 Grazie e… buon lavoro


Scaricare ppt "Relatore: dr.ssa Marialuisa Vallino"

Presentazioni simili


Annunci Google