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Monfredini Cristina Parduzzi Sabine

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Presentazione sul tema: "Monfredini Cristina Parduzzi Sabine"— Transcript della presentazione:

1 Monfredini Cristina Parduzzi Sabine
Storia del commercio internazionale Dicembre 2008 IL DEBITO PUBBLICO Monfredini Cristina Parduzzi Sabine

2 DEFINIZIONE: Per DEBITO PUBBLICO si intende il debito dello Stato nei confronti di altri soggetti, individui, imprese, banche o soggetti stranieri, che hanno sottoscritto obbligazioni destinate a coprire il fabbisogno finanziario statale.

3 UN PO’ DI STORIA: 1950-1973 Età dell’oro del welfare capitalism
Anni ’70 crisi petrolifera (1973;1979) 1971 sospensione da parte di Nixon della convertibilità del dollaro in oro. 1980 diffusione del dubbio che i paesi capitalisti avanzati si trovassero di fronte ad una grave crisi fiscale (e conseguente crisi del welfare state).

4 Aumento della SPESA PUBBLICA
Dalla seconda metà del XIX secolo, i ruoli e le attività dello Stato moderno si sono ampliati. 1950 la spesa statale crebbe con relativa lentezza per poi aumentare notevolmente negli anni successivi. Aumento della SPESA PUBBLICA

5 IL DOPOGUERRA ( ) Lo stato svolse nel dopoguerra un ruolo essenziale nel sostenere l’economia attraverso la spesa pubblica e nel diminuire i conflitti sociali elargendo ai cittadini servizi e assistenza. La guerra aveva legittimato un ruolo dello stato più interventista. L’espansione dello stato sociale indusse però le amministrazioni pubbliche a spendere molto più di quanto incassavano attraverso il prelievo fiscale, aprendo pesanti deficit nei bilanci statali  In momenti di crisi lo stato può attivare quelli che vengono detti ammortizzatori sociali

6 MECCANISMO DELLO SVILUPPO NEL DOPOGUERRA
Le economie industriali capitalistiche avevano basato la loro crescita su alcune condizioni: Egemonia economico-politica degli USA (creazione del sistema monetario basato sul dollaro) - Accordi di Bretton Woods- Crescita delle retribuzioni Espansione dei consumi privati Intervento dello stato a sostegno dell’economia Rapporti favorevoli tra Occidente e paesi produttori di materie prime

7 ROTTURA DEL MECCNISMO DI SVILUPPO
nella seconda metà degli anni ’60 queste condizioni favorevoli erano venute meno con una conseguente rottura di questo equilibrio Quali sono state le ragioni? sospensione della convertibilità del dollaro in oro da parte di Nixon in seguito all’aumento del volume della moneta in circolazione rispetto alle scorte auree Crisi energetica

8 CRISI ENERGETICA 1973 la prima grave crisi energetica la crisi derivò dalla decisione dei paesi produttori di petrolio, riuniti nell’ OPEC (Organisation of Petroleum Exporting Cpountries) di ridurre l’estrazione e la vendita di greggio, per farne salire il prezzo; questo aumento ebbe conseguenze molto serie sulle economie occidentali; il forte rincaro si tradusse in un enorme aumento dei costi di produzione costringendo le economie occidentali a ridurre la produzione e i consumi. 1979 seconda crisi petrolifera nata nel 1960 per evitare la concorrenza che rischiava di farne scendere il prezzo

9 Se l’aumento dei costi comportò una crescita generale dei prezzi = INFLAZIONE
L’inflazione rallentò la produzione e i consumi = RECESSIONE

10 STAGFLAZIONE In tempi di forte inflazione è conveniente contrarre debiti perché il loro valore si riduce ogni anno in misura eguale al tasso: si ridussero perciò anche i debiti pubblici. In quegli anni però: INFLAZIONE + STAGNAZIONE ECONOMICA (=scarsa o nulla crescita dell’attività economica) = STAGFLAZIONE

11 Il gettito fiscale (=provento complessivo che deriva da uno o più tributi) si contrasse drasticamente, di conseguenza si ebbe un crescente ricorso all’indebitamento e una nuova accumulazione di debito governativo. Se inizialmente il tasso di interesse era inferiore al tasso di inflazione e quindi il debito pubblico diminuì, con il secondo aumento del petrolio nel 1979, questo stato finì e iniziarono le difficoltà.

12 Se prima del 1972 le entrate statali erano allineate alle spese in tutti i paesi del G6 (Usa, Giappone, Regno Unito, Germania Occidentale, Francia e Italia) tranne che in Italia, nel 1980 il pagamento degli interessi sul debito incideva pesantemente nella spesa governativa. All’inizio degli anni ’80 alcuni stati democratici convogliavano più del 50% del loro Pil nei bilanci pubblici.

13 METODOLOGIE DI FINANZIAMENTO DELLA SPESA PUBBLICA
Si possono individuare 3 principali sistemi di FINANZIAMENTO DELLA SPESA PUBBLICA: 1) TASSAZIONE: tassando famiglie, imprese, lavoratori, il patrimonio, il commercio (…) 2) “GUADAGNARE DENARO” mediante: entrate commerciali degli enti pubblici o facendo pagare a privati e organizzazioni la fruizione di servizi e infrastrutture 3) INDEBITAMENTO: con imprese, privati e capitali nazionali o esteri

14 TIPOLOGIE DI INDEBITAMENTO
A) Indebitamento verso l’interno: sbilancia il capitale rivolto al settore privato estromettendolo dall’accesso ai capitali B) Indebitamento verso l’esterno: si vengono a creare dipendenze nazionali da detentori esteri di capitali

15 DISTINZIONE TRA TASSAZIONE E DEBITO
Tra tassazione e debito c’è una distinzione di tipo temporale: TASSAZIONE: entrate correnti finanziano la spesa corrente DEBITO: differenza temporale fra spesa corrente e rimborso futuro

16 DISTINZIONE TRA TASSAZIONE E DEBITO
Tra tassazione e debito c’è una distinzione legata ai soggetti coinvolti: TASSAZIONE: è uno scambio bilaterale tra contribuenti e stato DEBITO: è uno scambio trilaterale perché bisogna considerare anche coloro i quali prestano denaro agli stati

17 TEORIE DEL DEBITO PUBBLICO
TEORIA ECONOMICA CLASSICA considerava l’accumulo di debito una riorganizzazione temporale della spesa paragonabile alla relazione esistente a livello microeconomico tra spese e risparmio dei singoli. Ricorso alla tassazione Ma se si accetta l’ipotesi classica della differenza temporale ne consegue che il debito pubblico deve essere sempre rimborsato dai contribuenti futuri.

18 DAVID RICARDO sosteneva che gli individui non agiscono come previsto (ovvero si preparino ad affrontare il futuro onere fiscale riorganizzando le finanze private) ma anzi, consapevoli che non vivranno per sempre, tendono a lasciare il debito in eredità alle generazioni future.

19 KEYNES negò l’analogia fra conti dei privati e conti dello stato; - Keynes credeva che si dovesse ricorrere all’inasprimento fiscale nella fase ascendente del ciclo economico. - Al contrario egli vedeva nell’indebitamento una degli strumenti macroeconomici cui ricorrere per superare i momenti di recessione. Infatti se destinata all’istruzione, alle infrastrutture e altri investimenti pubblici, la spesa pubblica potrebbe accrescere il potenziale dell’economia incrementando la produttività (circolo virtuoso)

20 INDEBITAMENTO O TASSAZIONE?
La concorrenza tra partiti rende il ricorso all’indebitamento una scelta politicamente più attraente di un inasprimento fiscale, poiché la creazione di un debito in alternativa ad un aumento di tasse può apparire come un sistema indolore di finanziamento della spesa pubblica. Questa “preferenza” per l’indebitamento è dovuta al cosiddetto fenomeno dell’ ”illusione finanziaria” ma in realtà questa scelta si tradurrà in un livello di debito che limita la spesa governativa futura e che comunque dovrà essere recuperato attraverso una tassazione successiva.

21 La prospettiva di un debito pubblico viene quindi preferita alla prospettiva di un aumento imminente della tassazione. AUMENTO DEL DEBITO PUBBLICO è considerato un pericolo per il benessere delle nazioni nel lungo periodo perché sintomo di una politica fiscale imprudente e sbilanciata.

22 DEBITO PUBBLICO NEL MONDO
Fino ad ora abbiamo parlato del problema del debito pubblico fino agli anni ’80 del 1900, ma bisogna precisare che è un problema tutt’ora presente nelle economie delle nazioni di tutto il mondo. Il rapporto tra il debito pubblico ed il Prodotto interno lordo, infatti, costituisce un importante indice della solidità finanziaria ed economica di uno Stato.

23 Debito pubblico rapportato al Pil

24 Notiamo variazioni molto ampie tra le varie nazioni.
Queste variazioni sono dovute a politiche differenti seguite da ciascuna nazione anche se hanno una base socio-economica simile. I governi di destra sono caratterizzati solitamente da un intervento minore dello stato nel welfare e nel mercato del lavoro e conseguentemente da una spesa minore; I governi di sinistra invece perseguendo l’obiettivo di piena occupazione necessitano di maggiori mezzi finanziari;

25 Tuttavia studi dimostrano che alcuni governi di destra sono stati associati a livelli di debito più alti (anni ’70-’80) poiché il desiderio di riduzione delle tasse non corrisponde alla capacità di far accettare riduzioni in campo sociale.

26 PROSPETTIVE SULLA CRISI FISCALE
Ci sono stati in cui: DEBITO PUBBLICO = PIL (Uscite = entrate) Eccezione: Il “modello nordico” riusciva a combinare un esteso welfare state con bilanci statali in attivo che consentivano al governo di contribuire a finanziare la spesa privata.

27 PERCHE’ CONTROLLARE L’ESPANSIONE DEL DEBITO PUBBLICO?
L’esigenza di tenere sotto controllo l’espansione del debito pubblico ha due principali motivazioni: a) Carattere finanziario: bisogna attenuare le difficoltà di finanziare il debito pubblico quando questo cresce troppo velocemente. b) Se una parte dei risparmi privati finisce col finanziare il debito pubblico, si sottraggono risorse agli investimenti privati, con conseguenze negative sulla crescita dell’economia EFFETTO SPIAZZAMENTO

28 Possiamo quindi concludere affermando che il debito pubblico sia un problema che grava sulle decisioni dello Stato moderno. Se infatti il sostegno sociale ai cittadini risulta necessario, sempre più si manifestano problematiche relative al reperimento di fondi finanziari.

29 FINE


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