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LA MISERICORDIA, LE FRAGILITA’ UMANE E IL VOLONTARIATO A.V.U.L.S.S.

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Presentazione sul tema: "LA MISERICORDIA, LE FRAGILITA’ UMANE E IL VOLONTARIATO A.V.U.L.S.S."— Transcript della presentazione:

1 LA MISERICORDIA, LE FRAGILITA’ UMANE E IL VOLONTARIATO A.V.U.L.S.S.
Mantova 7 novembre 2015 dott.ssa Paola Aleotti

2 IL VOLTO DELLA MISERICORDIA
L’anno Santo si aprirà l’8 dicembre festa dell’Immacolata Concezione. Il Papa aprirà la Porta Santa che in questa occasione sarà (sono parole del Santo Padre) la “Porta della Misericordia dove chiunque entrerà potrà sperimentare l’amore di Dio che consola, che perdona, che dona speranza”

3 CHE COSA E’ LA MISERICORDIA
MISERICORDIA è la via che unisce Dio e l’uomo perché apre il cuore alla speranza di essere amati nonostante i nostri limiti MISERICORDIA dunque come parola chiave; è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita

4 La Misericordia proviene dall’intimo come un sentimento profondo fatto di tenerezza, di compassione, di perdono Misericordia come ideale di vita e come criterio di credibilità della fede “Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia”

5 La Misericordia non si limita ad affermare l’amore, ma lo rende visibile e tangibile; non è un’ idea astratta bensì è fatta di comportamenti, di gesti, di atteggiamenti dell’agire quotidiano

6 IL PELLEGRINAGGIO Anche il pellegrinaggio rappresenta un segno peculiare perché è emblema/simbolo del cammino che ogni persona compie nella sua esistenza. La vita è un pellegrinaggio e l’uomo è un viator, un pellegrino che percorre la strada fino alla meta agognata Ciò è segno del fatto che anche la MISERICORDIA è una meta da raggiungere che richiede impegno e sacrificio

7 Anche i miti e con essi i loro simboli narrano, attraverso i secoli, la ricerca dell’uomo della meta,della verità, del senso, del significato

8 I miti sono racconti archetipi che riflettono i grandi interrogativi dell’uomo, ne esprimono la realtà interiore,lo aiutano a porsi in relazione con il mondo e a comprenderlo

9 Le figure mitologiche sono rivelatrici della comune matrice umana e racchiudono, con la loro potente carica emotiva, una sapienza antica.

10 Al mito appartiene il linguaggio del SIMBOLO in grado di cogliere e di esplorare la complessità e l’ampiezza dell’agire umano soprattutto nelle dimensioni più nascoste e più difficili da vivere

11 IL LABIRINTO COME SIMBOLO DELL’INCERTO CAMMINO DI OGNI VITA UMANA

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18 Il labirinto rappresenta il continuo interrogarsi fra opportunità diverse e nello stesso tempo rappresenta l’immagine della precarietà, dell’incertezza e della difficoltà della scelta perché la meta non sempre è visibile, a volte é una sfida all’ignoto quella a cui si é chiamati. Per questo il labirinto si presta facilmente ad un discorso sul dolore e sulla sofferenza

19 Il percorso del labirinto richiama l’idea del viaggio inteso come viaggio dell’esistenza. Lo scopo del viaggio è di arrivare ad una meta, nel caso del labirinto è di raggiungere un CENTRO. Il CENTRO simboleggia un campo di forze destinate a produrre cambiamento

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21 Nella bolla di indizione del Giubileo
Papa Francesco richiama la parabola del Buon Samaritano come paradigma della spiritualità e della misericordia. Già Giovanni Paolo II nell’enciclica Dives in misericordia sottolineava la dimenticanza di questo tema nella cultura dei nostri giorni … la mentalità contemporanea sembra opporsi al Dio di misericordia e a distogliere dal cuore umano l’idea stessa della misericordia…

22 Ritornando alla parabola del Samaritano va ricordato che in questo Vangelo di Luca è possibile rinvenire un principio di Etica laica che ci consegna una nuova misura dell’amore.

23 LA DOMANDA CHI E’ IL MIO PROSSIMO?

24 … un uomo bisognoso che giaceva sulla strada derubato, ferito e mezzo morto… Del Samaritano si narra non CHI egli sia bensì CHE COSA ha fatto: … gli si fece vicino, lo vide, ne ebbe compassione, si curvò su di lui, gli fasciò le ferite, gli versò olio e vino, lo caricò sul suo giumento, lo portò alla locanda, si prese cura di lui, pagò per lui, ritornò indietro a pagare

25 Dopo aver ascoltato e visto (gli si fece vicino, lo vide) il Samaritano mette in atto una precisa strategia di intervento, una serie di azioni facendo ricorso a tutto ciò di cui può disporre affinchè l’intervento risulti concreto ed efficace ne ebbe compassione compatire è cum-patire cioè patire insieme facendosi carico dei bisogni dell’altro. Inoltre il Samaritano non scarica il ferito e lo abbandona ma continua a prendersi cura di lui in modo gratuito e disinteressato

26 la violenza l’indifferenza il prendersi cura
Vengono rappresentati momenti: la violenza l’indifferenza il prendersi cura

27 Il Papa invita ad aprire il cuore a quanti vivono nelle più disperate periferie esistenziali che spesso il mondo moderno crea in maniera drammatica. Ognuno è chiamato a curare queste ferite, a lenirle con l’olio della consolazione, fasciarle con la misericordia e curarle con la solidarietà e l’attenzione

28 Invita a non cadere nell’indifferenza che umilia, nella abitudinarietà che anestetizza l’anima, nel cinismo che distrugge Le nostre mani stringano le loro mani perché sentano il calore della nostra presenza, dell’amicizia, della fraternità

29 Opere di Misericordia Corporale
dar da mangiare agli affamati dar da bere agli assetati vestire gli ignudi accogliere i forestieri assistere gli ammalati visitare i carcerati seppellire i morti

30 Opere di Misericordia Spirituale
consigliare i dubbiosi insegnare agli ignoranti ammonire i peccatori consolare gli afflitti perdonare le offese sopportare pazientemente le persone moleste pregare Dio per i vivi e per i morti

31 Che cosa è la Misericordia e il prendersi cura per il volontario?
La Cura è una dimensione esistenziale fondamentale, per tutta la vita l’essere umano si trova a doversi occupare di sé, degli altri e delle cose. I modi con cui ci prendiamo cura danno forma alla nostra esistenza. Aver cura è prendersi a cuore, preoccuparsi, avere premura, dedicarsi a qualcosa o qualcuno

32 “SIAMO UN VASO CHE PUO’ ANDARE IN FRANTUMI A OGNI SCOSSA E A OGNI MOSSA” Seneca

33 Il lavoro di cura accompagna per intero la nostra vita poiché la fragilità è elemento costitutivo della condizione umana. In alcune fasi della vita lo stato di fragilità e vulnerabilità ci rende fortemente dipendenti dagli altri, come nell’infanzia o nella malattia, o come nell’adultità. Ma anche se disponiamo di una certa autonomia senza l’aiuto premuroso di altre persone non si riesce a far emergere le proprie potenzialità o a trovare protezione dalla sofferenza

34 Siamo vulnerabili nella vita corporea e in quella psichica.
Il nostro corpo è molto vulnerabile perché il suo funzionamento può incepparsi da un momento all’altro

35 Mai, come nei decenni che stiamo vivendo, la malattia ha accompagnato e accompagna per così lunghi tratti la vita di tante persone

36 Assistiamo oggi ad una grandissima capacità di potere sulla malattia, ma nello stesso tempo la malattia s'è presa un grandissimo potere sulla vita di noi tutti, mai così forte come nella nostra epoca.

37 Oggi proprio perché di molte malattie non si muore, ma neppure si guarisce, siamo quasi tutti destinati a convivere a lungo con la malattia. La figura del malato cronico può essere considerata come il prodotto tipico dei nostri tempi Questa prolungata convivenza con la malattia rende meno sicura la distinzione tra il tempo della malattia e il tempo della salute e ci espone maggiormente a sentimenti di vulnerabilità e di precarietà

38 La malattia e il dolore non solo fisico ad essa connesso cambiano il nostro modo di essere e di sentire E’ nel corpo malato che si fa esperienza di dipendenza, ma soprattutto di relazione perché il corpo malato non è autosufficiente richiede attenzione, disponibilità e rimanda alla necessità di un rapporto con altri

39 La malattia evoca il limite costitutivo dell’esistenza umana, la sua finitudine di cui la sofferenza che costella la vita, la vita di tutti, è anticipazione e ineludibile richiamo

40 La malattia espone, minaccia, ferisce il corpo che viene ridimensionato, spogliato della sua onnipotenza e costretto a misurarsi con la propria fragilità. La malattia impedisce di procedere come prima e costringe ad una revisione dolorosa della propria esistenza e dei riferimenti sui quali era stata costruita

41 Infiniti sono i modi soggettivi con cui ogni persona vive la propria condizione di sofferenza
Non si soffre tutti allo stesso modo perché diverso è il senso, il valore che ciascuno vi assegna.

42 IL CORPO PARLA CON IL LINGUAGGIO DEL DOLORE
La vita emozionale trova proprio nel corpo il referente privilegiato Al linguaggio delle parole si sostituisce il linguaggio del corpo: il volto, gli sguardi, il pianto,il sorriso testimoniano di una vita interiore significativa Il linguaggio del corpo mantiene un dialogo, un colloquio con l’esterno

43 Il viso parla racconta il suo dolore,le sue paure,le sue speranze

44 dall’ incontro fra due persone.
Nel volontariato si convive quotidianamente con realtà di sofferenza, di disagio legate non solo a malattie acute, ma anche a patologie croniche o situazioni di disagio in cui il soggetto non è in grado di farsi carico della propria esistenza autonomamente La cura parte sempre dall’ incontro fra due persone.

45 L’essere umano è un essere mancante in un continuo stato di bisogno, non siamo autonomi, autosufficienti, siamo intimamente relazionali. E’ la RELAZIONE con l’altro che ci alimenta, siamo bisognosi dell’altro e per questo cerchiamo la relazione con l’altro e dovremmo aver cura delle relazioni

46 Ciò che dà senso alla nostra vita sono i BENI RELAZIONALI come l’amicizia, l’amore, i legami familiari, i legami del volontariato finalizzati a costruire spazi condivisi e con essi tutte le azioni connesse come gentilezza, cortesia, solidarietà, compassione, generosità

47 PRIMARIETA’ DELLA CURA
Ogni essere umano, dunque, ha bisogno di essere preso in cura, ma nello stesso tempo di prendersi cura per dare significato alla sua esistenza. La cura dà forma all’ESSERE

48 Aver cura è una pratica (e non solo) che custodisce,coltiva,
facilita la relazione

49 Aver CURA è una mossa esistenziale in cui i ragionamenti del cuore giocano un ruolo essenziale…
Aver cura è stare dentro a relazioni in cui realizzare se stessi come soggetti in grado di PRENDERSI CURA … La nostra società dovrebbe fare dell’educazione alla CURA la prima priorità.

50 Nella nostra cultura, purtroppo, le persone non imparano il valore delle AZIONI DI CURA, si tende a non percepire l’importanza del PRENDERSI CURA, non se ne riconosce il ruolo e la qualità così da diventare misura di persone capaci di AVER CURA

51 Contrario della cura è l’incuria, la trascuratezza …
E’ il praticare e dare tonalità esistenziale alle azioni di cura a provocare il dilatarsi del sentimento di attenzione all’altro. Contrario della cura è l’incuria, la trascuratezza …

52 E’ UNA ATTIVITA’ FORTEMENTE QUALITATIVA
LA CURA E’ UNA ATTIVITA’ FORTEMENTE QUALITATIVA DEFINISCE UNA DIMENSIONE ETICA E DECIDE DELLA DIGNITA’ UMANA

53 La consistenza etica del volontariato, nel passaggio d’epoca che stiamo vivendo, si giocherà moltissimo sui terreni della cura, dell’assistenza perché laddove gli esseri umani sono più fragili occorre ci sia attenzione, disponibilità occorre un SAPERE RELAZIONALE in grado di RISIGNIFICARE i gesti di cura in un orizzonte di senso

54 Riuscire a dare forma con le mani e la mente alla RELAZIONE è questa la capacità che permette di far diventare GRANDI le cose piccole. Non abbiamo bisogno di parole e gesti vuoti, banali, stereotipati,privi di potere espressivo bensì di gesti densi di significato, dotati di autentico spessore

55 Trovare parole e gesti che fanno del BENE ed evitare quelli che fanno del male significa compiere azioni GIUSTE che rendono umane, dignitose e misericordiose le relazioni umane

56 IL GESTO DI CURA Nel loro agire quotidiano i volontari si confrontano con il corpo, con il suo sentire, con i suoi vissuti, con ciò che esprime Il gesto di cura dà spessore alla persona, la riconosce ne valorizza quelle parti spaventate o mortificate Il gesto di cura è iscritto nella categoria del senso dell’esistenza intesa come possibilità di ridare significato e armonia alla vita

57 Trasformare la gestualità quotidiana in occasione di cura autentica ed incontro significa ingentilire il gesto, tramutare i tanti gesti in gesti di invito, amorevoli, rotondi, teneri I gesti che non afferrano ma sfiorano; se c’è grazia e delicatezza nei gesti la persona non si sente esposta nella sua fragilità In ogni gesto c’è la relazione con la persona, c’è il modo di vederla, di sentirla La cura, ogni gesto di cura costituisce un graduale apprendimento a vivere con le proprie ferite, con le proprie debolezze, con le proprie fragilità

58 entrare nella vita dell’altro in punta di piedi

59 GRATUITA’ E RADICAMENTO TERRITORIALE RAPPRESENTANO, INOLTRE, CARATTERI DISTINTIVI DEL VOLONTARIATO
ASCOLTO ACCOGLIENZA INCLUSIONE LEGAMI RELAZIONI DI PROSSIMITA’

60 E allora quali capacità di cura, quali competenze affettive,emotive, spirituali per tutti noi che ci prendiamo cura delle persone fragili? qual è la visione della vita e della morte che ci caratterizza?

61 Sono domande fondamentali soprattutto per il volontario che in un mondo del disamore è chiamato a testimoniare l’amore e la misericordia

62 In questo nostro tempo sovrasviluppato nella tecnica ma sottosviluppato nell’umanità il volontariato deve rappresentare una RISORSA ETICA potente poiché è intessuto di solidarietà ed è costruttore di “ambienti solidali” in cui gratuità e farsi dono ne rappresentano gli elementi distintivi

63 PROFILO ETICO DEL VOLONTARIATO
Etica della Responsabilità:il volontario si fa carico del bisogno che vede e avanza proposte e progetti Etica del Dono:dona il suo tempo,le sue attitudini umane e relazionali senza aspettarsi ricompense. Mira alla crescita umana e sociale, al recupero della loro autonomia…

64 Etica della Fraternità indica un rapporto personale, è una categoria della speranza. Il contrario della fraternità è l’indifferenza. E’ sempre una esperienza di vulnerabilità, di fragilità condivisa; la fraternità è un incontro (non semplicemente una donazione di denaro) Etica della Speranza induce atteggiamenti di fiducia

65 LA SPERANZA SI COLTIVA DENTRO RELAZIONI DI FIDUCIA
…quando ti fidi, ti affidi, quindi speri

66 I VALORI DEL VOLONTARIATO
ATTENZIONE ALLA DIGNITA’ UMANA RECIPROCITA’ SOLIDARIETA’ GRATUITA’

67 I MODI DI ESSERE DEL VOLONTARIO
RICETTIVITA’ come capacità di far posto dentro la propria mente all’altro Prestare attenzione è considerare l’altro, tenerlo nello sguardo: sguardo paziente e amorevole. L’esercizio dell’attenzione è alla base di ogni attività. Come si impara? Depotenziare la tendenza a mettere se stessi al centro delle cose. Attenzione come sguardi che si distendono lenti sulle cose e non sguardi istantanei…

68 Presto attenzione all’altro perché il suo viso mi parla (Levinas) Racconta il suo dolore e le sue attese, le sue paure e le sue speranze. Attenzione della mente e del cuore quindi prestare attenzione è in sé una posizione etica L’attenzione rivela la sua qualità etica quando la realtà da guardare è la SOFFERENZA

69 Sentire il sentire dell’altro significa comprendere la qualità del suo dolore EMPATIA ma anche compassione che rappresenta un co-sentire conseguente a una valutazione etica della condizione dell’altro Generosità e compassione sono inseparabili

70 Si è capaci di generosità quando si sente la qualità del vissuto dell’altro. Se non ci si lascia toccare dall’altro allora la sollecitudine non si declina nella forma del prendersi a cuore. Empatia e compassione non sono vuote forme di sentimentalismo, ma una forma del pensare, è pensare con il cuore. SAPIENZA DEL CUORE

71 Il volontario è una persona che ha capito che nella vita il bene più prezioso sono i RAPPORTI sono le PERSONE. Ciò rappresenta uno stile di vita, un modo di intendere l’esistenza umana, quindi non instaura rapporti assistenzialistici, rapporti di potere. Quindi volontariato non solo come offerta di servizi,ma come offerta di rapporti umani diversi e di comunità diverse

72 I legami che gli esseri umani creano vanno al di là del puramente visibile, diventano pensieri, significati, modelli e schemi mentali

73 Le persone sono come le vetrate.
Scintillano e brillano quando c’è il sole, ma quando cala l’oscurità rivelano la loro bellezza solo se c’è una luce dentro E.Kubler Ross

74 LIBERARE IL VOLONTARIATO DALLA NEUTRALITA’ BUONISTA E’ COMPITO DI CHI IN ESSO NON VEDE SOLO UNA RIEDIZIONE MODERNA DEL MECENATISMO, MA UN MODO PER DIFFONDERE UNA NUOVA VISIONE DELLA CITTADINANZA E DELLA DIGNITA’ DI OGNI PERSONA don Virginio Colmegna


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