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DALLO SPORT GRECO CLASSICO A ROMA

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Presentazione sul tema: "DALLO SPORT GRECO CLASSICO A ROMA"— Transcript della presentazione:

1 DALLO SPORT GRECO CLASSICO A ROMA
Lezione n. 5

2 DECLINO Dopo la Guerra del Peloponneso, che distrusse la ricchezza, l’ottimismo e l’originalità degli ateniesi, dopo il 335 a.C. su tutto il mondo greco venne il dominio di Alessandro Magno. La fiducia dei greci in se stessi ne fu fortemente minata, perché da allora fu impossibile la libertà delle poleis. Nella cultura ellenica si radicò un certo cinismo. Si cominciò a guardare al passato.

3 Ellenismo e Roma Per dare prestigio e splendore alle feste che segnavano grandi eventi della sua vita, lo stesso Alessandro predispose raduni atletici regolari. Le cerimonie da lui indette nell’antica città egiziana di Menfi prevedevano dei giochi greci; vi furono gare sportive a Persepoli e Susa. Lo seguiva un lottatore, un certo Leonnato, tanto dedito alla lotta da portarsi dietro sacchi di sabbia per l’allenamento. In tutte le città da lui fondate

4 Antico e moderno:La Maratona arriva in Central Park

5 Alessandro Magno Particolare del mosaico di Pompei.

6 L’impero di Alessandro Magno
L’itinerario di conquista fino al 323 a. C.

7 Ellenismo e Roma (cont)
(le Alessandria) furono fondati ginnasi e scuole di lotta. Le conquiste di Alessandro in Africa e in Asia accrebbero enormemente l’area geografica e la popolazione esposta all’influsso della cultura greca. Col passare del tempo negli elenchi dei vincitori delle grandi manifestazioni sportive comparvero sempre più i nomi di professionisti attentamente reclutati e addestrati provenienti dalle province, in particolare dall’Italia meridionale.

8 IMPORTANZA DEL PROFESSIONISMO
Lo scadimento delle ambizioni politiche e la scomparsa di celebrazioni locali concentrarono maggiori ambizioni sui vincitori di prove sportive. Si puntò di più sugli scopritori di talenti. Addirittura gli atleti più incostanti passavano da una cittadinanza a un’altra. UN CASO DI “PRO”. Astilo di Crotone vinse le corse di mezzofondo nei Giochi del 488 e 484 a.c. Corrotto a suon di soldi dal tiranno di Siracusa, prese parte ai Giochi del 480 a.C. come siracusano. Per vendetta i crotoniati distrussero le statue erette in suo onore.

9 IMPERO MACEDONE Massima estensione dell’Impero nel 300 a.C. circa

10 ELLENISMO Alcuni critici della società guardavano con rimpianto all’età dell’oro. Gli eccessi nello sport e la volgarità degli atleti e dei loro tifosi erano ritenuti prova evidente della sconfitta dell’animo greco. Dopo Pericle, iniziò l’ascesa di Alessandro Magno ( a.C.). Egli , istruito dal filosofo Aristotele, cercò di imporre la cultura greca nei Balcani (veniva dalla Macedonia) e nell’Estremo Oriente, ma forzatamente.

11 ALESSANDRO MAGNO La missione che il padre Filippo il Macedone si era prefissa era quella di modernizzare la Macedonia, un’aspra regione abitata da pastori a nord delle città greche. Modernizzazione non era altro che adattamento deella cultura locale ai raffinati consumi e usanze in voga nelle città greche. Non a caso la madre di Alessandro Magno ( a.C.) si chiamava Olimpia. Pare che il re fosse molto bravo nella corsa, e che organizzasse gare podistiche in memoria di re e personaggi famosi.

12 TIFOSI E PUBBLICO Nelle manifestazioni provinciali i riverenti spettatori di una volta erano sostituiti da tifosi scalmanati, soprattutto nel pugilato e nel pancrazio. DIFFUSIONE DELLO SPORT GRECO IN ASIA. CI furono molti incentivi per diffondere lo sport greco in Asia. Un ostacolo fu rappresentato da Israele.L’attività fatta per puro gioco poco piaceva agli ebrei, che consideravano lo sport minaccia per l’integrità morale.

13 LO SPORT AI TEMPI DELLA MACEDONIA
Significativamente, già ai tempi della festa di Filippo Il macedone, erano previsti premi per gli atleti e gli artisti... Alessandro Magno organizzò raduni atletici (meeting) a Menfi, nell’Egitto, poi a Persepoli e Susa (Persia). Egli stesso si portava dietro atleti come Leonnato, un lottatore. Aveva caricato di sacchetti di sabbia i cammelli. I giochi e le gare fra soldati di Alessandro, che avevano tutte le formalità greche, volevano impressionare i popoli conquistati.

14 CAMPAGNE DI ALESSANDRO
Spinto da un’ambizione irrefrenabile e dalla nevrosi nel dimostrare a tutti che non era inferiore ai grandi condottieri greci come Pericle, Alessandro Magno dichiarò guerra ai Persiani. 334 a.C: inizio della campagna contro la Persia. Alessandro vince e, considerandosi successore di Dario, sconfitto a Isso, inizia la lunga marcia nei deserti iraniani fino ai confini dell’impero (India e Afghanistan). Con queste terribili marce in territori inospitali , si può considerare l’antesignano delle maratone nelle sabbie.

15 CONDIZIONI ESTREME Nel deserto dell’Iran si possono raggiungere condizioni anche di 50°C. Nel 331 a.C. Alessandro entra a Persepoli e la incendia come vendetta dell’incendio di Atene del 480 a.C. a.C. Alessandro Magno vuole assogettare i confini del mondo conosciuto. Si spinge ai confini con l’India. A questo punto i veterani, esasperati da continue privazioni e sofferenze, gli impongono di tornare a casa.

16 ALESSANDRO MAGNO

17 MORTE E MERITI DI ALESSANDRO
Nel 323 a.C., a quanto scrivono alcuni storici, Alessandro fa il bagno in un lago del deserto. Viene colto da accesso febbrile e muore. Secondo altri morì per avvelenamento. Egli diede l’esempio di una monarchia assoluta. Senza di lui non sarebbero potuti esistere l’impero romano né quello bizantino. I suoi biografi (Curzio Rufo) raccolsero migliaia di informazioni etnologiche e naturalistiche. Contribuì alla diffusione della cultura greca e sportiva. Il linguaggio greco diventò universale (globalizzazione ante litteram). Fu educato da Aristotele.

18 ERODE , MECENATE Il primo governante ebreo che vedesse di buon occhio lo sport fu Erode I il grande (nato nel 73 a.C, re dal 37 al 4 a.C.) . Egli volle dimostrare obbedienza assoluta ai superiori romani, e quindi spinse gli ebrei a adeguarsi in quanto a sport. Fece costruire impianti sportivi, istituì gare atletiche da tenersi ogni cinque anni.

19 GLI ETRUSCHI Le origini degli etruschi restano tutt’ora misteriose. Qualche studioso afferma come venissero dalla Lidia (regione dell’attuale Turchia).Tra il VII e V secolo a.C. questi abitanti dell’Italia centrale costruirono una barriera all’espansione greca. RAFFIGURAZIONI. Nelle necropoli etrusche si sono trovati vasi, dipinti tombali, che raffiguravano atleti negli atti di lanciare il giavellotto o il disco

20 IMPERO ETRUSCO

21 ETRUSCHI (segue) Nelle raffigurazioni etrusche si trovano pugili con i pugni guantati da strisce di cuoio. A differenza della Grecia, gli atleti indossano dei rudimentali pantaloncini. Oltre a atleti veri e propri, ci sono raffigurazioni di giocolieri e ginnasti.Al pari dei greci, gli etruschi utilizzavano la palestra come centro di raduno degli atleti attivi, degli artisti e degli spettatori.

22 INIZIO DELLO SPORT GLADIATORIO
Nelle feste etrusche, oltre a danzatori, giocolieri e clown mascherati c’erano elementi più sinistri, inquietanti. Gli etruschi iniziarono a organizzare spettacoli pubblici di gladiatori, e combattimenti con belve feroci. Scopo di questi combattimenti era lo spargimento di sangue, il macello e alla fine la morte.

23 SPORT A ROMA Roma , secondo leggenda, viene fondata da Romolo, discendente di Enea, nel 753 a.C. Malgrado l’orgoglio razziale, il loro autocontrollo, i romani repubblicani dovettero soccombere ai filosofi, agli artisti e al gusto greci. Non erano certo un popolo capace di inventarsi una cultura sportiva CULTURA MILITARE. Le innovazioni ci furono in campo bellico, con la creazione della LEGIONE.Essa andava dai ai uomini. Finalizzati a questo erano LANCIO DEL GIAVELLOTTO, COMBATTIMENTO CON LA SPADA CORTA, e MARCIA SINCRONIZZATA.

24 SPORT A ROMA (cont) Per secoli i critici della decadenza della società romana attribuirono la colpa al “virus” contratto con altre società, ad esempio quella greca. I primi atleti greci dei quali abbiamo traccia a Roma furono portati da un impresario del 186 a.C, ed erano sicuramente dei professionisti. Cicerone chiamò la nudità degli atleti greci “l’inizio di ogni male”.Addirittura l’oratore romano dice che “è sconveniente recarsi a Olimpia a vedere i Giochi”.

25 MECENATI Uno dei più famosi fu Erode Attico ( d.C.), grande ammiratore della Grecia classica. Incontrò l’ammirazione dell’imperatore Adriano ( d.C.).Fra i suoi progetti, ci fu quello di regalare uno stadio nuovo a Atene.Spianò una collina e vi fece realizzare posti a sedere in marmo. Alcuni imperatori romani avevano svolto attività sportive come Tiberio (regnò dal 14 al 37 d.C.) , che a Olimpia aveva vinto la corsa delle quadrighe.

26 RILANCIO SOTTO NERONE Nerone, in concomitanza con il suo viaggio in Grecia del 67 d.C., volle che si tenesse una speciale edizione fuori programma dei giochi olimpici. Egli stesso prese parte a gare con bighe e quadrighe.Creò i giochi “neroniani”, che rispristinarono l’antico programma atletico. ATTEGGIAMENTI DEL MONDO DELLA CULTURA. In parte il mondo intellettuale considerò la tradizione sportiva greca come una corruzione dei giovani (vedi Tacito)

27 RILANCIO SOTTO NERONE (segue)
Diverso l’atteggiamento di altri intellettuali: Seneca nelle Epistole a Lucilio, pur manifestando lo sdegno nei confronti degli spettacoli circensi e dell’atletica pesante, sottolinea l’importanza di uno sport leggero (corsa, camminate), in maniera da ricreare la mente, senza affaticarla troppo.LUCIANO DI SAMOSATA. Lo scrittore Luciano di Samosata, nel 157 d.C. nel suo “Anacarsi”, dialogo con uno scita, affronta il tema dell’utilità dello sport, irrisa dal “barbaro”.

28 LUCIANO (segue) Solone il legislatore, concepisce la città, il territorio, come un “corpo”, come un’entità fisica da allenare. Per la prima volta si imposta una visione civile dell’educazione fisica. In questo Luciano anticipa Ortega y Gasset, autore dell’originale saggio “L’origine sportiva dello Stato”. In generale, comunque, i pensatori romani non videro mai di buon occhio l’attività sportiva.

29 MASSIMA ESTENSIONE DELL’IMPERO (Traiano 110 d.C.)

30 SPORT SPETTACOLO Lo sport greco non ebbe mai diritto di cittadinanza a Roma, nonostante la benevolenza di diversi imperatori (vedi ad es. Marco Aurelio ) nei confronti della cultura ellenica.Predominavano gli aspetti più spettacolari, come ad es. la CORSA CON LE BIGHE, I GLADIATORI, LE TERME. CORSA CON LE BIGHE. Ereditata dalla Grecia, venne ospitata dai Romani in ippodromi con tribune in legno e in muratura.Nella capitale nacquero associazioni di aurighi professionisti. Ci furono fenomeni di tifo scalmanato , con fazioni politiche a appoggiare un auriga piuttosto che un altro.

31 I GLADIATORI I romani adottarono gli spettacoli dei gladiatori dagli Etruschi. Già negli ultimi giorni della Repubblica c’erano scuole speciali per l’addestramento dei gladiatori.Gli allenatori erano chiamati LANISTI. L’esercizio era basato su una sorta di scherma, di lotta e di corsa nella sabbia.La scuola per gladiatori più grande e antica era a Capua. Qui, nel 73 a.C., Spartaco condusse la rivolta dei gladiatori contro Roma.

32 COMBATTIMENTO FRA GLADIATORI

33 COMBATTIMENTI FRA GLADIATORI

34 I GLADIATORI (cont) Occorsero ai romani dieci giorni per domarli. Alla fine la vittoria fu celebrata con la crocefissione di 600 ribelli catturati sulla Via Appia. Con i suoi quasi allievi, la scuola di Capua era la più grande dell’Italia romana. Nell’epoca imperiale ci fu la sponsorizzazione degli spettacoli gladiatori da parte di Augusto (10 d.C.), da Traiano ( 107 d.C.)

35 PANEM ET CIRCENSES All’ingresso nell’arena faceva seguito il saluto di rito: “Ave, Caesar, morituri te salutant”. Seguiva uno squillo di tromba. C’erano diverse figure: Il trace indossava elmo con visiera, gambiere (parastinchi), un piccolo scudo rotondo e un pugnale. Il reziario aveva una rete, che gettava addosso all’avversario, e un tridente.

36 I GLADIATORI (cont) Il punto culminante era l’uccisione di un essere umano. Talvolta, girando il pollice in su o sventolando dei fazzoletti, la folla esprimeva il desiderio che al vinto venisse risparmiata la vita.Tali combattimenti, avversati dal Cristianesimo, furono aboliti nel 681 d.C. LE TERME. La tecnologia idraulica, la versatilità delle costruzioni in calce , nonché il gusto per il lusso resero possibili grandi impianti sotto Caracalla (217 d.C.) e Diocleziano (302 d.C.). Questi complessi erano dotati di giardini, ginnasi, campi di giochi con la palla (arpasto) , biblioteche e grandi sale. Ne vennero fatte a Bisanzio, a Pompei.

37 Giochi dei gladiatori A Roma c’erano tre scuole imperiali, che dovevano combattere contro bestie feroci.Le altre si trovavano a Alessandria d’Egitto, e a Pergamo, in Asia Minore.Al tempo di Nerone nella sola Roma c’erano gladiatori. Nell’arena si svolgevano anche combattimenti di uomini contro bestie feroci (venationes) e di animali aizzati gli uni contro gli altri.Nel 107 d.C. l’imperatore Traiano fece combattere gladiatori (record mai più uguagliato), per celebrare la vittoria sui Daci .

38 GIOCO DEL PALLONE A Roma si praticava un rudimentale gioco della palla, chiamato “harpastum”.Si giocava soprattutto nel Campo di Marte, il campo sportivo più frequentato. Si poteva giocare sia con stracci rudimentali, che con vesciche di animali gonfiate. Si trattava di una specie di “palla avvelenata”, antesignana della pallavolo.

39 CORSE CON I CARRI A Roma assunsero grandissima importanza le corse con i carri. Si svolgevano prevalentemente nell’impianto del Circo Massimo. Nel 400 d.C. lo storico Ammiano Marcellino scriveva nelle sue “Storie”: “A Roma non si conclude niente di serio, perché l’attività preferita di tutti i romani consiste nell’esporsi al sole e alla pioggia dall’alvba al tramonto per osservare i cavalli e le loro gare”. Già dei tempi dei re di Roma esistevano le “feste pubbliche” nel corso delle quali si svolgevano anche corse dei carri e gare di atletica.

40 FESTE PUBBLICHE C’erano, ad esempio, i Ludi Apollinares (in onore di Apollo) che si svolgevano il 13 luglio e risalivano al 208 a.C.. Esistevano i ludi Florales (in onore di Flora) che si disputavano il 3 maggio e risalgono al 173 a.C. Con l’avvento al potere di personalità come Silla, Pompeo e Cesare addirittura aumentarono le feste: gli imperatori intravvedevano in essi un modo di fare propaganda.

41 CORSE CON I CARRI.

42 AURIGHI Gli aurighi erano i piloti dei carri. Il simbolo d’identificazione era stato il colore della tunica indossato da un auriga ingaggiato da una società. Nel I secolo d.C. esistevano quattro colori : bianco (factio alba); rosso (russata); verde (prasina); azzurro (veneta). L’imperatore Domiziano tentò di introdurre altri due colori: oro (aurata) e porpora (purpurea). Anche diecimila persone accorrevano al Circo Massimo. C’erano vere e proprie tifoserie.

43 CIRCO MASSIMO

44 PROFESSIONISMO Come fra i gladiatori, anche fra gli aurighi si era formata un’èlite di professionisti dei quali tutti conoscevano i nomi e di cui i poeti celebravano la bravura e la fama. Contrariamente ai gladiatori, essi godevano di una stima sociale di uno status maggiori.I bravi aurighi guadagnavano parecchio. La sede principale per le corse con bighe e quadrighe era costituita dal Circo Massimo.

45 CIRCO MASSIMO Esso nacque inizialmente come un’arena. Gli spettatori si sedevano semplicemente sull’erba. Poi vennero costruite le tribune, dapptima in legno, quindi di pietra. Secondo lo storico Dionisio di Alicarnasso il Circo Massimo era lungo 650 metri e largo 125. Le tribune erano divise in tre ordini. La capienza era di spettatori. C’erano dei contagiri rudimentali consistenti in sagome di delfini ribaltabili.C’erano anche getti di fontane d’acqua.

46 CORSE CON I CARRI Esistevano gabbie di partenza disposte in forma di semicerchio . La pista era divisa dal muro (spina) in due corsie distinte I carri rischiavano di scontrarsi . Le corse più normali erano con le quadrighe, mentre i principianti affrontavano la gara con le bighe.Nerone era un appassionato auriga. Gli aurighi portavano un casco contro le cadute e una corta tunica di maglia del colore della loro squadra. L’intera pista doveva essere percorsa sette volte. Ogni giro (curriculum) doveva essere lungo all’incirca 1,2 km.

47 CORSE CON I CARRI Si trattava di percorrere 8,5 km; cosa che si concludeva nel giro di un quarto d’ora.Vinceva chi tagliava per primo un traguardo rappresentato da una striscia bianca posta sulla corsia sinistra nei pressi dell’ingresso. Era uno sport rischioso, con sorpassi azzardati, corse a zig zag per intralciare gli avversari, e cadute nell’aggiramento delle mete a tutta velocità. L’imperatore Caligola nel 37 d.C. organizzò 20 corse in un giorno.

48 SPORT EE TEMPO LIBERO A Roma il Campo di Marte offriva ai giovani la possibilità di esercitare alcune tutte le discipline dell’atletica leggera, come il lancio del disco e del giavellotto, la corsa, il salto in alto e in lungo, la lotta. Le donne invece non potevano allenarsi lì. Altri giovani prendevano lezioni di pugilato: il numero dei pugili, però, non era elevato, visti i rischi di questo sport

49 DECADENZA E CROLLO Il Cristianesimo abolì il martirio dei gladiatori. Erano uomini con un’anima.Le terme vennero chiuse e trasformate in Chiese. I cristiani avevano una grande avversione per le feste pagane. Sullo scenario incombe la minaccia dei barbari. Nel 394 d.C Teodosio il Grande abolisce le Olimpiadi. Nel 475 d.C. Odoacre, re dei Visigoti, depone Romolo Augustolo. Cade l’Impero Romano d’Occidente.

50 BARBARI: Assedio degli Unni

51 ATTILA, re degli Unni

52 IMPERO DEGLI UNNI

53 IMPERO DEI GOTI

54 CONCLUSIONE E MASSIMA “…L’azione dello sport oggi come un tempo sarà utile o dannosa, secondo il partito che se ne saprà trarre e secondo la direzione verso cui lo si indirizzerà. Lo sport può mettere in gioco le passioni più nobili come più vili, può sviluppare il disinteresse o il sentimento dell’onore come l’amore per il guadagno; può essere cavalleresco o corrotto, virile o bestiale..” Pierre De Coubertin


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