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GROTTE: MANOVRE BASE DELLA PROGRESSIONE CON ATTREZZI

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Presentazione sul tema: "GROTTE: MANOVRE BASE DELLA PROGRESSIONE CON ATTREZZI"— Transcript della presentazione:

1 GROTTE: MANOVRE BASE DELLA PROGRESSIONE CON ATTREZZI
Progetto Powerpoint 2009 GROTTE: MANOVRE BASE DELLA PROGRESSIONE CON ATTREZZI Uno sguardo generale alle manovre di base della progressione verticale nelle Terre della notte A cura di Giovanni Badino Foto J. De Waele

2 PREFAZIONE Questa lezione non ha lo scopo di insegnarti la “progressione verticale” in grotta, che invece si impara per gradi, andando tanto in grotta. Questa lezione ha lo scopo di: darti alcune informazioni essenziali di base; 2) indicarti alcuni particolari a cui fare attenzione; 3) indicarti minacce potenziali che stanno annidate in queste tecniche; 4) indicarti soprattutto le precauzioni che devi abituarti a prendere anche se sembrano inutili. Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

3 ATTREZZATURE INDOSSATE
Devi avere: 1) un imbrago ventrale; 2) un imbrago pettorale; 3) una staffa con autosicura; 4) un bloccante ventrale; 5) un bloccante alla staffa; 6) un cordino di autosicura, doppio; 7) un discensore con moschettone di rinvio; 8) una maglia rapida di chiusura; 9) qualche moschettone senza ghiera e due a ghiera. Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

4 ATTREZZATURE INDOSSATE
Nella maglia rapida di chiusura dell’imbrago vanno inseriti vari attrezzi, che si disturbano fra loro. Per impedire che accada, serve tanta attenzione. E disporli in questo ordine, da sinistra a destra per chi li indossa: 1) cordino di autosicura; 2) moschettone principale del discensore, con moschettone di rinvio; Meglio così che col moschettone di rinvio nella maglia rapida - 3) bloccante ventrale. La sicura di staffa va agganciata solo in fase di risalita e all’estrema sinistra. Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

5 ATTREZZATURE INDOSSATE
Una regolazione errata dei tuoi imbraghi causa un enorme allungamento delle grotte. Ma solo per te; il tuo compagno risale un -200 mentre tu un -1000, e lui ha pure il coraggio di dirti che sei lento… - In prima approssimazione regoli così: ventrale: se stai in piedi indossandolo, la maglia rapida di chiusura non ha nessun gioco - staffa: con i piedi dentro, il suo bloccante ti arriva appena sopra il ventrale - pettorale: deve tener in trazione il ventrale anche quando tu stai appeso a quest’ultimo - Poi provi regolazioni diverse via via che impari il passo di salita. Foto Tullio Bernabei Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

6 Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009
CORDE La tua vita sarà spessissimo appesa alle corde. Tanto spesso che rischierai di dimenticarlo. Ricorda: devono essere affidabili. Abbastanza nuove. Ben tenute. Ben controllate. Ben pulite. Ricorda: devi imparare a fidarti delle corde. Ricorda: le corde devono imparare a fidarsi di te. Trattale benissimo. Non calpestarle. Labassa, Marguareis, Piemonte, Italia Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

7 Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009
METTERE VIA LE CORDE Mettile nel sacco senza “farle su”, cioè: infila nel sacco un capo annodato con una gassa Guide con frizione ben stretta - fila la corda dentro a manciate di poche spanne - ogni tanto scuoti il sacco in modo che lo riempia bene e poi continua - - quando sei arrivato all’altro capo, annodalo al cordino del sacco - Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

8 Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009
NODI I nodi da imparare sono pochi, ma devi impararli bene. In generale falli ben stretti e ordinati. Senza accavallamenti interni. Con capo morto adeguato. Semplici e chiari. Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

9 Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009
GUIDE CON FRIZIONE È il nodo fondamentale. Impara a farlo così: - arrotoli la corda su due dita tese - - la infili nell’asola così formata - - elimini l’accavallamento a monte - Il nodo deve essere senza accavallamenti, ben stretto, e con almeno una spanna e mezza di capo morto. La dimensione dell’anello (della gassa) dipende dal suo uso. In genere serve che sia lungo una decina di centimetri. È un nodo che devi saper fare anche senza guardarlo. Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

10 Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009
NODO GUIDE Serve per congiungere due corde. Ad esempio per fare un anello. Per farlo: prima fai un “otto” (o Savoia) vicino ad un capo - poi ci infili l’altro capo dentro, in modo che una corda insegua l’altra - Non fare economie coi capi morti. Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

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NODO INGLESE DOPPIO Serve per congiungere due corde. Ad esempio per fare un anello. Per farlo: - prima fai un Cappuccino a un capo - - poi ci infili l’altro capo dentro, e fai un altro Cappuccino - Non fare economie coi capi morti. Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

12 MEZZO BARCAIOLO È il nodo di base per fare sicura.
Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

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MEZZO BARCAIOLO Impara a farlo così: - fai un anellino con la corda con la parte al carico che sta verso di te - - aggancialo nel moschettone che dovrà reggere - fai scorrere la corda sino alla lunghezza giusta - afferra la corda che sta dietro, e falla rientrare nel moschettone - carico Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

14 ATTREZZAMENTO DEI POZZI: ANCORAGGI
Naturalmente a te che inizi non capiterà di attrezzare dei salti verticali. Ti conviene però conoscere un po’ le regole con cui sono fatti. La prima regola è che sono sempre, senza eccezioni, su ancoraggi multipli, in modo che se si rompe un chiodo, il carico si sposta su un altro. Non devi mai appenderti a un solo chiodo. Ogni singolo chiodo è autorizzato a rompersi. È compito di chi attrezza far sì che la rottura causi solo un tuffo al cuore. Rifiutare di appendersi a un solo chiodo dice che sei coraggioso e pensi al futuro. Accettare di appendersi a un solo chiodo dice che sei vigliacco ma cerchi di essere accettato. Sima Aonda, Venezuela. Partenza del P350 (foto T. Bernabei) Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

15 Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009
ANCORAGGI Si inizia l’attrezzamento di un pozzo agganciando la corda a monte, ben al sicuro, lontano dal bordo del salto. L’aggancio di testa deve essere su almeno due chiodi. Da lì la corda fa un mancorrente, più o meno orizzontale, e va ad agganciarsi oltre il bordo del pozzo. La posizione di questo “ancoraggio principale” è scelta in modo che da esso la corda scenda rimanendo ben staccata dalla roccia. Dedo de Dios, Venezuela. (foto Arch. La Venta) Grassi Trichechi, Marguareis, Italia Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

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ANCORAGGI Fissata la corda all’ancoraggio principale, si scende sino a che diviene inevitabile che la corda tocchi la roccia. Se si proseguisse senza fare nulla, la corda sopra si danneggerebbe sino a rompersi. E in genere lo farebbe in fretta. Grassi Trichechi, Marguareis, Italia Arma delle Mastrelle, Marguareis, Italia Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

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ANCORAGGI Nella zona in cui la corda andrebbe a toccare quindi, si fissa un nuovo attacco e gli si aggancia la corda, in modo che stia ben ferma. In genere è sufficiente un singolo chiodo. È un “cambio attacco” o “frazionamento”, imparerai a conoscerlo molto, molto bene… - Si deve scegliere il punto in modo che da lì, di nuovo, la corda cada ben staccata dalla roccia. Da lì si continua la discesa, con eventuali altri cambi, sino al fondo. Hodja Gur Gur Ata, Uzbekistan. Calata di 90 metri su una parete di 350, verso Ulugh Beg Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

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SASSI!!! Chi attrezza ha il vantaggio di scendere senza avere una corda distesa sotto di sé. In genere tiene la corda di attrezzamento in un sacco che gli sta appeso all’imbrago - È quindi l’unico che ha la possibilità di far cadere sassi in bilico senza causare danni. Quindi deve farlo, è a lui che spetta la pulizia dei pozzi, calandosi con calma e alternandosi fra lo spietrare e lo scegliere dove mettere i chiodi. Cristales, Chihuahua, Messico. Prima esplorazione nei rami di NE (SpeleoResearch & Films) Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

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SASSI!!! Se in un pozzo ci sono sassi in bilico la colpa è di chi l’ha armato, perché doveva pazientemente farli cadere tutti. Se cascano, la colpa è di chi li ha toccati, perché doveva fare attenzione. Se colpiscono qualcuno, la colpa è sua, perché doveva stare al riparo. Menhir, Varazze, Liguria, Italia Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

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INSOMMA... Una cosa ti sia chiara: attrezzare bene è molto difficile, richiede esperienza ed estrema attenzione. Abisso Fighiera, Corchia, Toscana, Italia Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

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DISCESA La fase di discesa è sempre un po’ pericolosa. È una delle poche situazioni in cui ci si potrebbe suicidare senza essere costretti a fare complicate manovre di sgancio, in genere basterebbe mollare tutto per qualche secondo. Questo è pericolosissimo? Ma no, con lo stesso sistema ti ammazzeresti anche alla guida di un’auto. Mica molli il volante… E tu in grotta non mollare la corda a valle del discensore. Sima Aonda, Venezuela. Partenza del P90 a -200 metri Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

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PRIMA DELLA DISCESA Non farti sorprendere dal fatto che ora tocca a te discendere. Non c’è niente di sorprendente: pensavi che ti lasciassero su? Quando ti “danno il libera”, devi essere già pronto. Imbrago a posto. Discensore a posto. Serra de Bodoquena, Mato Grosso Sud, Brasile Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

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AGGANCIO ALLA CORDA Prima di appenderti, verifica che sia tutto in ordine. Troverai sempre una corda arretrata che ti consente di avvicinarti all’orlo del pozzo. Agganciati a essa, è là per questo. Se la corda parte già in forte discesa, attacca il discensore. Se è un mancorrente orizzontale, assicurati con la longe. E quando arrivi alla corda che scende verticale, attacca e blocca il discensore prima di staccare la longe. Sima Aonda, Venezuela. Sopra il P90 a -200 metri Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

24 Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009
PRIMA DELLA DISCESA Abituati a inserire la corda nel discensore tenendolo sempre nella stessa posizione. Tienilo con la mano sinistra, aperto verso di te, con la corda che arriva da sinistra, poi: inserisci la corda contro la puleggia più vicina a te e falla passare alla tua destra - ora la fai salire fra le due pulegge e scendere dall’altro lato della seconda - - tenendo la corda ferma così, chiudi il discensore - - ora controlla che tutto vada bene - è tutto a posto? Allora aggancia la corda a valle al moschettone di rinvio - Capitano Paff, Grignone, Lombardia, Italia. Prima discesa del P160 finale Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

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IN DISCESA Attento che la mano che controlla la tua discesa è quella sotto il discensore. Abituati a tenere la corda solo sotto il discensore. È ancora meglio se non te la fai scorrere fra le mani, ma la fai entrare nel discensore trattenendola, a mani alterne. Scendi mantenendo una velocità regolare, senza scatti. Gola del Visconte, Marguareis, Italia Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

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IN DISCESA Se vai veloce il discensore si scalda molto e danneggia la corda su cui sei appeso. Inutile affrettarsi, non è certo in discesa che risparmierai tempo. Vai con calma, continuo. Guarda sempre in basso. Dal basso non possono arrivare pietre. Mentre dall’alto puoi finire ovunque. Nelle anse dei frazionamenti. Su pietre in bilico che possono cadere sui tuoi compagni. Su lame taglienti. Sima Aonda, Venezuela. Complessiva del P90 intermedio Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

27 Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009
IN DISCESA A volte è utile bloccarsi ad una certa altezza e liberare le mani. Ti serve imparare “il blocco del discensore”. La “chiave”. Ci sono vari sistemi. Il tuo, che stai imparando, è questo: passi la corda sulla testa del discensore - - le fai fare un giro attorno ad essa - Ora sei già bloccato, ma da un annodamento che si scioglie troppo facilmente. Pozzo nel Ghiacciaio del Batura, Pakistan Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

28 Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009
IN DISCESA Quindi fai il blocco successivo cioè: fai entrare un tratto di corda nel moschettone di rinvio - lo incappelli sulla testa del discensore - Ora il blocco è sicuro. Stai attento che quando sbloccherai dovrai tenere con sicurezza la corda a valle del discensore. Hodja Gur Gur Ata, Uzbekistan. Calata di 90 metri su una parete di 350 e ingresso di Ulugh Beg Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

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FINE DISCESA Non credere che la discesa sia finita quando arrivi al pavimento. Ora non puoi più cadere; in compenso le pietre possono raggiungerti alla velocità massima. Scegli un punto sicuro dove toccare terra. Continua a far scorrere corda nel discensore sino a scaricarlo. Ora accucciati facendone scorrere ancora un po’. Rialzati e sgancia. Non guardare in alto, non c’è niente da vedere, è tutto buio. Spostati al sicuro e dai il “libera!” Capitano Paff, Grignone, Italia Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

30 Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009
PRIMA DELLA RISALITA Non farti sorprendere dal fatto che ora tocca a te risalire. Non c’è niente di sorprendente, pensavi che ti lasciassero giù? Quando ti dicono di salire, devi già essere pronto. Imbrago pronto. Tu già un po’ riscaldato. Già in piedi, già in movimento da qualche minuto. Essebue, Marguareis, Italia Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

31 AGGANCIO ALLA CORDA Per agganciarti alla corda avvicinati a essa senza toccarla. Poi: - aggancia il bloccante ventrale - Non guardare in alto. aggancia il bloccante di staffa - - carica via via il tuo peso sulla staffa - quando senti che la corda è tesa siediti sul bloccante ventrale - Mulino nel Ghiacciaio Gorner, Svizzera Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

32 Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009
PARTENZA Parti piano. I primi metri non servono a salire. Servono a scaldarti i muscoli. Servono a darti l’equilibrio, darti l’impostazione. Fai due o tre “passi”. Fermati e abbassa le braccia. Ripeti così sinché non ti senti a posto. Fai attenzione a non tirarti su la corda, serve agli altri... Ghiacciaio del Gorner (foto P. Petrignani) Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

33 PASSO DI SALITA Il “passo” sulla corda è difficile, pieno di dettagli di movimento e di equilibrio. Per impararlo più in fretta: - tieni il bloccante con la sola punta delle dita - - cura di portare i piedi sotto di te prima di spingere - - mentre spingi su il corpo tieni la testa ben accostata alla corda - - immagina che la corda sia un tubo, in cui devi infilarti ad ogni passo - Foto T. Bernabei Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

34 Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009
PASSO DI SALITA Lungo la risalita tieni le braccia deboli, sono le gambe quelle che spingono. Non aver paura di essere troppo lento, se accelerassi scoppieresti e, dopo un po’, diverresti ancora più lento. Non guardare mai in alto mentre risali. Rischio di sassi in faccia quasi non ce n’è, ma cambi l’impostazione del corpo e carichi le braccia. Da quel momento in poi faticheresti molto di più. Se devi guardare in alto, fallo da fermo e con le braccia in giù - Mulino nel Ghiacciaio Gorner, Svizzera Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

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SALENDO Datti un ritmo, ad esempio dieci passi e poi sosta. - Non essere troppo ambizioso… - Quando sosti, abbassa le braccia. Decontrai i muscoli. Non pensare solo a quanto manca all’arrivo, guardati attorno, è un’occasione unica per guardare i dettagli con calma. Chiacchiera con gli altri. Se pensi di essere quasi al chiodo, fermati e dai un’occhiatina in alto. Ma riabbassa lo sguardo prima di riprendere a muoverti, sennò ripartiresti sbilanciato all’indietro. Foto T. Bernabei Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

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CAMBIO IN DISCESA Arriva col discensore all’altezza del chiodo di cambio. Blocca il discensore con la “chiave”. Aggancia il moschettone della longe corta. Riparti col discensore sino a trovarti appeso al chiodo. Stacca il discensore e montalo sulla corda a valle. Sposta il moschettone di rinvio dalla corda a monte a quella a valle. Nota che questo moschettone ti ha raddoppiato la sicura mentre spostavi il discensore - Blocca il discensore. Stacca la longe. Appenditi al discensore. Sbloccalo e riparti. Conca di Piaggia Bella, Piemonte, Italia Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

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CAMBIO IN SALITA Arriva contro il nodo e agganciati con la longe lunga alla gassa. Stacca il ventrale dalla corda e appenditi alla longe. Monta il ventrale sulla corda a monte. Stacca il bloccante di staffa e montalo sulla corda a monte. Sali sino ad avere il chiodo all’altezza della vita. Stacca la longe. Controlla che la corda, il chiodo e il moschettone che stai per lasciare siano in posizione corretta per la salita di chi ti segue. Vai via. Mulino nel Ghiacciaio Perito Moreno, Argentina Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

38 Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009
CAMBIO IN SALITA Al frazionamento puoi agganciarti: direttamente al moschettone d’armo - alla gassa, infilandoci dentro il moschettone della longe - - a un moschettone che aggiungi ogni volta alla gassa - Forse è preferibile usare sempre il terzo sistema, perché va bene in ogni caso. Zona Aonda, Venezuela, un P200 Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

39 SICURA Per impedire a qualcuno di precipitare da un’arrampicata gli si fa “sicura”. Costui sta legato al capo di una corda che un altro controlla con un Mezzo barcaiolo agganciato a un attacco molto affidabile. Per bloccare una caduta basta una stretta sulla corda a monte del Mezzo barcaiolo. È ovvio che ha senso far sicura solo se si è certi che: - l’attacco terrà - - chi fa sicura sarà pronto a tenere - - l’arresto della caduta non avrà conseguenze infauste come pendolate o caduta di massi - Insomma, la sicura in genere impedisce la caduta, ma questo può non bastare a evitare danni gravissimi. Occorre cautela e una continua valutazione delle conseguenze di una caduta. Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

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SICURA Quando fai sicura a qualcuno devi essere sicuro che, se cade, riuscirai a trattenerlo senza particolari grane. Se non lo sei, modifica la situazione eliminando i possibili punti critici. La tua posizione deve essere riparata da cadute di sassi o simili. Recupera la corda facendo in modo da non mollare mai il tratto a monte del Mezzo barcaiolo. Tienigli la corda moderatamente tesa senza però tirare. Neanche se te lo chiede disperatamente; che capita, uh, se capita… - Zona Aonda, Venezuela. Riprese su un P60 Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

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SICURA Quando ti fanno sicura, avanza a ritmo regolare. Se sei stato lento prima, è inutile correre dopo, non ti fai perdonare e crei problemi a chi ti fa sicura. Dopo esserti mostrato goffo, ora ti mostri somaro… - La corda di sicura non deve essere né molle, né tesa. Chi ti fa sicura deve sentire che ci sei. Chi ti fa sicura non deve tirarti su. Salire è un problema tuo. Suo è invece il problema che tu non caschi se ti lasci andare. Sima Aonda, Venezuela Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

42 TRAVERSI Capita spesso di dover superare tratti pericolosi
più o meno orizzontali. Di norma si attrezzano con corde fisse da usare come sicura passiva (traversi) o su cui appendersi (teleferiche). In generale, si tratta di armi pericolosi… - Spesso sono attrezzamenti fissi, vecchi e realizzati male - Il carico sulle teleferiche è sempre molto maggiore che sulle corde nei pozzi - La caduta è sempre discretamente grande e di esito incerto - Piaggia Bella, Marguareis, Italia. Gallerie Gary Hemming, imbarellamento del ferito Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

43 TRAVERSI Aggancia entrambe le longe alla corda, a moschettoni opposti.
Quando arrivi a un chiodo intermedio, passa le longe una alla volta. Cerca di stare basso per ridurre il carico sui chiodi in caso di caduta. Per lo stesso motivo, cerca di appenderti alla corda piuttosto che usarla come sicura passiva. Se non ti fidi ad appenderti in modo statico, perché ti illudi che ti tenga se caschi?.. - In ogni caso tieni la corda del traverso al di sopra delle gambe e mai fra le gambe! Abisso Fighiera, Toscana, Italia Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

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VAL LA PENA? Hai scoperto che devi imparare molte cose per andare in grotta? Be’, sappi che ce ne sono infinitamente di più. Col tempo le dovrai conoscere tutte, ma non illuderti, non basterà. Il problema è infinito. La speleologia è un viaggiare. Saper come camminare, guidare auto o prendere aerei è indispensabile a chi vuole Girare il Mondo, ma tutti questi sono solo strumenti per viaggiare. Il viaggio non è il camminare, ma l’andare da qualche parte camminando. Mulino nel Ghiacciaio Perito Moreno, Argentina Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

45 Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009
VAL LA PENA? In grotta è lo stesso. Le tecniche di grotta sono complicate, ma sono solo uno degli strumenti necessari per viaggiare là sotto. Sono anche abbastanza divertenti, ma in se stesse alla lunga annoiano. “Fare speleologia” è molto di più che “salire su una corda”. Richiede impegno, fatica, tempo. Dovresti averlo intravisto dalle immagini che ho scelto per te in questa proiezione. È proprio molto complicato. Ma appassionante, e tu puoi diventare un’astronave che vola sull’inesauribile Pianeta della notte. BUON VIAGGIO! Cristales, Chihuahua, Messico. Prima esplorazione nei rami di NE (Speleoresearch and Films) Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

46 Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009
PER SAPERNE DI PIU’ ANTONINI G. & BADINO G. (1997), Grotte e Forre. Erga Edizioni, Genova, pp. 288; BADINO G. (1996), Tecniche di Grotta. Erga Edizioni, pp. 207; MARBACH G. & TOURTE B. (2000), Techniques de la Spéléologie Alpine. Expé, Pont-en-Royans, pp. 326; ROGER L.G. (1998), Diccionario de Tecnica Espeleologica. FEE-FVE, Madrid, pp. 316; PADGETT A., SMITH B. (1987), On Rope, National Speleological Society, Huntsville, pp. 340. Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009

47 CREDITI Questa lezione è stata coordinata da Giovanni Badino.
Tutte le fotografie, se non specificato, sono del coordinatore. Per la parte fotografica si ringraziano i fotografi Tullio Bernabei, Jo De Waele, Paolo Petrignani, Archivio La Venta, SpeleoResearch&Film. © Società Speleologica Italiana Ogni parte di questa presentazione può essere riprodotta sotto la propria responsabilità, purché non se ne stravolgano i contenuti. Si prega di citare la fonte. Grotte: progressione con attrezzi – Società Speleologica Italiana 2009


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