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Convegno lions club Ciampino 21 aprile 2013

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Presentazione sul tema: "Convegno lions club Ciampino 21 aprile 2013"— Transcript della presentazione:

1 Convegno lions club Ciampino 21 aprile 2013
DALL’ABUSO SU MINORI ALLA VIOLENZA SULLE DONNE COMBATTIAMO IL SILENZIO COMPRENDERE E COMBATTERE LA VIOLENZA SULLE DONNE Convegno lions club Ciampino 21 aprile 2013

2 VIOLENZA,VIOLENZE VIOLENZA FISICA, VIOLENZA ECONOMICA VIOLENZA VERBALE
VIOLENZA PSICOLOGICA VIOLENZA DOMESTICA VIOLENZA SESSUALE COMPORTAMENTO PERSECUTORIO (STALKING)

3 Violenza fisica Il maltrattamento fisico
È maltrattamento fisico ogni forma di intimidazione o azione in cui venga esercitata una violenza su un’altra persona. Vi sono compresi comportamenti quali: spintoni, costringere nei movimenti, sovrastare fisicamente, rompere oggetti come forma di intimidazione, sputare contro, dare pizzicotti, mordere, cazzottare, calciare, picchiare, schiaffeggiare, bruciare con le sigarette, privare di cure mediche, privare del sonno

4 Violenza economica Il maltrattamento economico:
ogni forma di privazione o controllo che limiti l’accesso all’indipendenza economica di una persona. Vi sono inclusi comportamenti quali: privare delle informazioni relative al conto corrente e alla situazione patrimoniale e reddituale del partner, non condividere le decisioni relative al bilancio familiare, costringere la donna a firmare contratti o garanzie senza fornire le informazioni rispetto ai rischi e alle procedure di rivalsa, costringere la donna a fare debiti, tenerla in una situazione di privazione economica continua, intestare tutti i beni a nome proprio o a nome dei propri familiari per impedire ogni accesso legale ai beni comuni. Rifiutarsi di pagare un congruo assegno di mantenimento o costringere la donna ad umilianti trattative per averlo. Licenziarsi per non pagare gli alimenti

5 Violenza psicologica Il maltrattamento psicologico La violenza psicologica accompagna sempre la violenza fisica e la prepara, anche quando non degenera verso questo tipo di maltrattamento. Il messaggio che passa attraverso il maltrattamento psicologico è che chi ne è oggetto è persona priva di valore. Ciò induce in qualche modo chi lo subisce ad accettare in seguito anche comportamenti violenti. Si tratta spesso di atteggiamenti che si insinuano gradualmente nella relazione che finiscono così con l’essere accolti dalla donna, al punto che essa non riesce nemmeno a vedere quanto le siano dannosi e insidino la sua identità. Allo stesso tempo il maltrattamento psicologico procura una grande sofferenza, e parte del dolore provato dipende dal non riuscire a dare un nome a questo stato di grave disagio: la donna continua a sentirsi confusa e sofferente, ma senza capirne il perché. Per questa ragione è sempre importante con le donne parlare e indurle ad esplicitare quello che sta succedendo, perché possono non rendersi conto che quello che stanno subendo è un vero e proprio maltrattamento. Le tipologie più comuni di maltrattamento psicologico possono essere: svalorizzazione, trattare come un oggetto, eccessiva attribuzione di responsabilità, indurre senso di privazione, distorsione della realtà oggettiva e paura.

6 Violenza domestica Per violenza domestica si intende quella che “si compie all' interno del rapporto di coppia, ha come caratteristica prevalente la violenza verbale e psicologica, ma non solo, frequenti sono le botte, le minacce e l'imposizione del rapporto sessuale”. Quindi, qualsiasi comportamento all’interno della relazione di coppia che provochi danno fisico, psicologico o sessuale ai soggetti della relazione. Ad essere violentate sono le donne e i bambini, cioè due categorie che si ritrovano in una relazione che prevede uno squilibrio di potere, le quali partono da una posizione talvolta di svantaggio (le donne) e sicuramente di dipendenza (i bambini).

7 Violenza sessuale È violenza sessuale ogni imposizione di pratiche sessuali non desiderate. La violenza sessuale nei confronti delle donne, contrariamente ai luoghi comuni, viene esercitata nel 75% dei casi da parte di una persona conosciuta: marito, ex-marito, fidanzato, ex-fidanzato, partner, amico, conoscente, collega o datore di lavoro. Poiché a commettere la violenza è una persona in cui si era risposta fiducia, è molto difficile per le donne che ne sono vittime non pensare ad una propria responsabilità e alla difficoltà ad essere credute se raccontano ciò che è successo. Purtroppo moltissime donne sono vittime di violenza sessuale e soffrono, spesso in silenzio, per anni, di disturbi di vario genere legati alle violenze subite (disturbi del sonno, incubi, flash back, attacchi di panico, paure prima inesistenti, cambiamenti caratteriali, turbe improvvise e violente, vomito, disturbi gastro-intestinali, ecc.)

8 Stalking Il comportamento persecutorio (Stalking)
Un altro comportamento messo in atto nelle situazioni di maltrattamento, spesso quando la donna cerca di allontanarsi da una relazione violenta, è la persecuzione. In questi casi il maltrattante segue l’ex-partner negli spostamenti, aspettandola sotto casa o dove lavora. In altri casi il partner si limita a comparire inaspettatamente nei luoghi solitamente frequentati dalla donna, in modo che essa si senta sempre controllata, e in pericolo (soprattutto se in passato il partner è stato violento e minaccia di farle del male). La persecuzione include le continue telefonate a casa, sul telefonino e sul posto di lavoro, invio continuo di messaggi sul telefono e messaggi di posta elettronica, di lettere e biglietti. Gli effetti sulla donna possono essere devastanti minando il suo senso dell’autonomia e dell’indipendenza e facendola sentire definitivamente “in trappola.

9 Spirale della violenza

10 Ciclo della violenza

11 a. Fase di crescita della tensione
Questa fase è caratterizzata dalla volontà di sminuire, mortificare, insultare la vittima, che cerca di evitare le violenze, concentrando tutta la sua attenzione sulla persona violenta, reprimendo i propri bisogni e soffocando le proprie paure. In tal modo cerca di evitare situazioni conflittuali e abusi. Ma prima o poi si verifica comunque un’escalation della violenza perché, dopotutto, la vittima non riesce a controllare l’agire violento della controparte.

12 b. Esplosione della violenza
Nella fase dell’esplosione della violenza le vittime reagiscono in modo diverso: fuggono o si ritraggono, contrattaccano o sopportano gli abusi. Questi momenti sono spesso associati alla paura della vittima di morire. La violenza subita, la perdita di qualsiasi controllo, nonché l’impressione di essere assolutamente inermi – oltre alle lesioni fisiche – producono gravi conseguenze psichiche. Molte vittime finiscono in uno stato di choc che può protrarsi per vari giorni. Se in un simile momento di choc viene allertata la polizia, la vittima può anche apparire aggressiva, apatica o contraddittoria nelle sue testimonianze. Le vittime di violenze domestiche pesanti sviluppano spesso disturbi legati alla cosiddetta sindrome post traumatica, i quali si manifestano sul piano fisico, psichico e psicosomatico. Tipici sono i disturbi del sonno, i dolori cronici, l’ansia, la perdita della fiducia in sé e negli altri.

13 c. Fase di pentimento e attenzioni amorevoli – fase di latenza o di “luna di miele“
Passata la fase acuta del maltrattamento la persona violenta mostra spesso segni di pentimento. Vorrebbe poter tornare indietro e promette di cambiare il proprio comportamento. Si vergogna e si sente impotente. Vi sono individui che a questo punto cercano aiuto, p. es. presso un consultorio per persone violente. Altri fanno appello all’amore e al senso di responsabilità della vittima e promettono di cambiare. Nella speranza che il partner cambi davvero, in questa fase molte vittime ritirano la richiesta di separazione o revocano la testimonianza resa p. es. nell’ambito di un procedimento penale. Alcune interrompono le consulenze avviate e diverse donne lasciano la casa –rifugio per ritornare al proprio domicilio. In questa fase tendono a rimuovere il ricordo dei maltrattamenti, a difendere l'autore delle violenze di fronte a terze persone e a sminuire le violenze subite. Molte persone che esercitano violenza riescono a illustrare le loro promesse in modo assolutamente credibile persino a terzi. A volte anche i familiari e gli amici fanno pressione sulla vittima affinché perdoni il partner e gli conceda un'altra chance.

14 d. Scarico della responsabilità
Al pentimento fa spesso seguito la ricerca della causa dell’esplosione di violenza. Molti autori hanno l’impressione che l’azione violenta sia dovuta a una forza maggiore che li ha «travolti» senza che potessero controllarla. Perciò cercano le cause non dentro di sé, bensì nelle circostanze esterne (p. es. consumo di alcol, difficoltà sul lavoro) oppure presso la partner. La responsabilità viene scaricata e la colpa attribuita ad altri. Molte persone maltrattate si assumono questa colpa e perdonano il compagno pentito. Per evitare l’impressione di essere completamente inermi si accollano spesso addirittura la responsabilità del suo agire violento: «L’ho provocato io». Attraverso il proprio comportamento si illudono di poter evitare la prossima escalation di violenza. Di conseguenza la persona maltrattante non si sente più responsabile delle proprie azioni. Se nessuna delle parti coinvolte cerca aiuto, si reinnesca lentamente la fase di crescita della tensione. Un fatto qualsiasi conduce allora a un’ulteriore escalation e la spirale della violenza torna a girare. Le esperienze fatte dalle case delle donne e dai consultori per le vittime di reati dimostrano che, con il passare del tempo, i maltrattamenti tendono a diventare più frequenti e più gravi. Il ciclo si ripete e può solitamente essere interrotto solo con un intervento e un accompagnamento esterni.

15 Dal punto di vista dell’associazione Il problema della violenza sulle donne non è un problema delle donne è UN PROBLEMA SOCIALE si presenta come un vero e proprio è UN VERO BOLLETTINO DI GUERRA: circa127 donne sono morte per maltrattamenti, 1 donna ogni 3 giorni!

16 PERCHE’ RESTARE??? Se tutto ciò porta la persona che subisce violenza a vivere ogni giorno il dolore della distruzione più aberrante:la distruzione di sé, della propria identità, il dolore diventa l'unico compagno, tanto che alla fine si accetta completamente non si riesce più ad immaginare un futuro se non dentro quell'abisso. se mi allontano dove vado, che faccio, come vivo???

17 L’OSCURO COMPLICE questo è il SILENZIO, denominatore comune di tutte le casistiche I danni del silenzio sono di gran lunga più pesanti e profondi del maltrattamento subito. Le donne si sentono sole, non credute, abbandonate nell’oblio dei sensi di colpa…..

18 E’ TEMPO DI REAGIRE!!!! “credere per fare” non è mai stato tanto vero, reale e assolutamente necessario come oggi. Spesso nell’affrontare situazioni difficili ci lasciamo scoraggiare dalle scarse possibilità di successo È allora che dobbiamo assumere l’atteggiamento del calabrone

19 Gli strumenti le associazioni, le forze dell’ordine,
i servizi sociali, gli enti e le amministrazioni locali Le reti

20 ……ancora L’informazione La sinergia La sensibilizzazione

21 IN CHE MODO?? INCONTRARSI per trovare sentieri da percorrere insieme,
CONOSCERSI per cercare e trovare la condivisione; SCAMBIARE informazioni e strategie, accrescendo i propri capitali sociali, aumentando la propria rete moltiplicando le possibilità di visibilità e di sostegno , non solo economico sia per le associazioni che per le problematiche affrontate. Le associazioni in rete oggi in questo scenario sono una validissima risposta ,concreta veloce e possibile per restituire quella dignità così brutalmente calpestata.

22 LA SFIDA come Presidente, come lions come donna: riuscirà il ruggito dei Lions a rompere questo silenzio agghiacciante?? Donne di cristallo insieme a molti ha accettato la sfida e ce la sta mettendo tutta, ma ha bisogno di aiuto, del vostro aiuto, non è impresa facile...anzi...ma noi tutti, se non ricordo male abbiamo fatto una promessa:aiutare chiunque abbia bisogno, chiunque lo chieda, io oggi qui lo chiedo a voi non lasciateci sole perchè ….

23 LA COSCIENZA GRIDA Perché solo attraverso la salvaguardia dei valori e del rispetto della diversità di genere, la cura dei più deboli, il sostegno e la protezione alla famiglia nel suo complesso ed ai singoli individui si può restituire dignità all’essere umano. Vogliamo dare voce e spazi alle donne in difficoltà, Perché nessuno stato civile può considerarsi tale se non ha fatto tutto quanto possibile perché ogni cittadina sia libera e sicura Perché nessun uomo e nessuna donna può sentirsi a posto e guardarsi ogni mattina allo specchio sino a quando una sua simile sarà picchiata, violentata o costretta a prostituirsi.

24 GRAZIE DI CUORE!!!!!


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