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La città del Libro Rosso

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Presentazione sul tema: "La città del Libro Rosso"— Transcript della presentazione:

1 La città del Libro Rosso
Istituto Comprensivo” F.lli Trillini “-Osimo Scuola Secondaria di primo grado”G. leopardi” La città del Libro Rosso Anno classi 2°B-D Tempo Prolungato-Borgo entra 1

2 Gli autori Alemanno Davide Badioli Sarah Petri M.Stella
Bartolini Jodie Bravi Matteo Battistoni Evelin Falcetelli Michela Formicola Antonio Galdenzi Arianna Giuliodori Sofia Grilli Cecilia Lavagnoli Martina Maracci Giorgio Martelli Giulia Mengani Emma Mezzelani Michelangelo Monti Marica Niro Claudio Petri M.Stella Pirani Mattia Re Gessica Tiffi Magi Alessio Vaccarini Annalisa Zagaglia Lorenzo Coordinati da…. Prof.ssa Patrizia Cervioni Prof.ssa Sandra Losi Si ringrazia per la traduzione degli atti tratti dal “Libro Rosso” di L.Colini-Baldeschi dott.ssa Fancesca Coltrinari e per le fotografie dei documenti originali Dott.Massimo Morroni avanti

3 Progetto Obiettivi formativi Svolgimento dell’attività
Conoscere le tracce del passato presenti sul territorio come beni del patrimonio culturale Considerare la conoscenza, la valorizzazione del patrimonio culturale come dimensione propria dell’essere cittadino. Obiettivi di apprendimento Compiere le operazioni cognitive atte a costruire una conoscenza storica. Competenze da acquisire Apprendere le tecniche utili per ricostruire un evento storico Selezionare le fonti, interrogarle interpretarle per ricavarne informazioni Comprendere il metodo della ricerca storica Svolgimento dell’attività Selezione dei documenti per trarre informazioni attraverso una tabella Interrogazione dei documenti e confronto Interpretazione Rappresentazione grafica della mappa del territorio sottoposto alla giurisdizione di Osimo Stesura di un testo storiografico Visita all’archivio Comunale Archivio simulato con le carte del libro Rosso dal 1126 al 1250. avanti

4 Percorso di lavoro Archivio simulato relativo alle cartule del “Libro Rosso” dal 1126 al 1267
Leggere i documenti e schedarli in base all’argomento Selezionare i documenti utili alla ricerca “Osimo città del Libro Rosso”. Classificare i documenti e confrontarli tra di loro. N.Doc Data Autorità esistente Ruolo dell’autorità Sintesi del documento Soggetti che agiscono Territorio Contesto storico avanti

5 Interrogare i documenti
-Con quali parole si apre ciascun documento? -Quali caratteristiche comuni rilevi? -All’epoca in esame qual era ad Osimo la maggior autorità? Da quali elementi lo capisci? -A quali categorie sociali appartengono i cittadini che chiedono la stesura dei documenti? -Nei documenti vengono citate particolari figure importanti per il governo del comune? Quali? Nel tempo cambiano o restano le stesse? -In alcune carte si parla di Credenza, che cosa significa? -Perché alla fine di ogni atto compare un elenco di nomi? Di chi si tratta e quale ruolo rivestono? -Oltre al vescovo, al notaio o ai notai, chi era presente alla stesura dell’atto? -Quale funzione svolgevano i sigilli? -Perché erano diversi? -Quali erano le penalità previste nei contratti per la violazione delle clausole? -Quali monete erano richieste per il pagamento delle penalità? -Quali vantaggi aveva il Comune di Osimo nei confronti dei territori con i quali stipulava i contratti? E quelli dei territori sottomessi? -Nelle carte gli abitanti dei Castelli che si sottomettevano ad Osimo dichiaravano sempre la frase “di nostra spontanea buona volontà”, ritieni che ciò fosse vero ? -Perché, tra le condizioni stabilite, c’era quella di risiedere nel Comune? -Che significato aveva essere cittadini di Osimo? avanti

6 Scrivere Scrivere un testo storiografico seguendo lo schema dato:
che cos’è il Libro Rosso e che importanza ha per la storia di Osimo nei sec XI-XII? quando Osimo diventa Comune? che potere ha sui territori circostanti? quali accordi vengono stipulati con i castelli vicini? quali vantaggi o svantaggi avevano reciprocamente dagli accordi le parti contraenti? quali erano le autorità a capo della città? cosa determina l’importanza di Osimo ? quale autorità gli conferisce il potere e per quali motivi? avanti

7 Il Libro Rosso Il Libro Rosso è un testo antico che
contiene i documenti degli accordi di Osimo con le località vicine ed è conservato nell’ archivio Comunale. Prende questo nome dalla copertina rossa che lo riveste. E’ composto da due libri divisi in fascicoli, uno ha ventitrè carte in pergamena dove sono scritti documenti che vanno dal 1126 al 1250, l’altro consta di otto carte. Le carte contenute in esso sono 132. E’ stato restaurato varie volte per evitare che atti di valore inestimabile andassero perduti. Il Libro Rosso è stato pubblicato in lingua latina intorno al 1700 da uno studioso osimano dell’epoca: Luigi Colini- Baldeschi. avanti

8 L’Archivio Comunale L’Archivio Comunale è localizzato in
Via Pompeiana presso l ‘ex Istituto Commerciale “Filippo Corridoni”. Qui c’è la raccolta ordinata dei documenti prodotti dall’Amministrazione civica durante lo svolgimento della sua attività. Il materiale conservato è prevalentemente cartaceo, ma vi è anche una ricca e pregevole collezione di pergamene contenenti privilegi, bolle e brevi papali, atti notarili e consiliari. Un particolare della facciata dell’Archivio avanti

9 Raccolta e Catalogazione dei documenti
I documenti sono contenuti in raccoglitori (faldoni) al cui interno vengono custodite cartelle e buste, sono ordinati per categoria e per classe. Ogni raccoglitore è relativo ad un anno. Documento per la catalogazione I Faldoni torna

10 I documenti I documenti presenti nel Libro Rosso, scritti
dai notai su pergamena con caratteri carolini, testimoniano la potenza del comune di Osimo e la grande influenza che aveva sugli altri insediamenti urbani. Il Comune imponeva ai singoli cittadini o ai signori dei Castelli la formula :“di propria e spontanea volontà” per evitare che potesse sorgere del contenzioso a danno della città. Chi sottoscriveva il documento era consapevole dell’impegno assunto che prevedeva la cessione dei possedimenti. avanti

11 I fogli di pergamena sono ruvidi, in
quanto per la produzione viene usata la parte interna della pelle di pecora. I caratteri utilizzati sono quelli carolini. Ogni documento del Libro Rosso inizia con una croce e la frase: ”Nel nome del Signore. Sono gli anni dell’incarnazione di Gesù Cristo Nostro Signore”. In fondo è sempre presente il sigillo di uno o più notai Scrittura carolina torna

12 I sigilli dei Notai notaio Arlotto della città di Osimo
notaio Palmerio della città di Osimo notaio Rainaldo notaio Jacopo notaio Tommaso della città di Osimo notaio Niccolò torna

13 Il notaio Nel Medioevo diventare notaio non era
semplice: bisognava essere residenti nel comune o figli di notai ed avere vent’anni. L’aspirante notaio doveva frequentare i corsi dell'Università di Bologna o di Padova, oppure quelli dello Studio fiorentino, dove non solo venivano impartiti gli insegnamenti di diritto e giurisprudenza, ma anche quelli di grammatica e lingua latina, indispensabili per la redazione degli atti pubblici ed ufficiali. Una volta superato l’esame, doveva attendere per poter entrare a far parte dell’ordine dei notai. Il lavoro del notaio, come avviene oggi, consisteva prevalentemente nella stesura e nella registrazione di atti ufficiali e pubblici: contratti, transazioni, inventari, testamenti. Il grado di preparazione e le competenze tecniche resero questa figura sempre più importante nelle istituzioni cittadine. torna

14 Carta del vescovo di Numana
Grazie ai patti stipulati con le altre città, Osimo si estese a macchia d’olio nelle terre circostanti, inglobando le campagne, i villaggi dei contadini ed anche qualche insediamento urbano. Nell’arco di circa un secolo arrivò ad espandersi nel territorio di Numana, centro molto importante per l’economia Osimana, perché permetteva di commerciare via mare con altri popoli. La torre dell’orologio Carta del vescovo di Numana avanti

15 Osimo, città del Libro Rosso
Dall’analisi degli atti notarili che vanno dal 1126 al 1250, si deduce che Osimo si presentava distinta dal territorio circostante per la presenza non solo di attività mercantili e manifatturiere, ma anche di mercati e fiere, per la sua capacità di porsi al centro di relazioni politiche ed economiche di un territorio sempre più vasto. Era racchiusa entro la cinta di mura che la proteggeva. Con il crescere della sua potenza, esse si fecero via via più larghe e fortificate fino ad includere nuovi borghi sorti intorno ad essa. Inoltre il comune doveva anche essere percepito come civitas sia da chi viveva dentro le sue mura, sia dagli abitanti delle campagne e degli altri centri urbani, sia dai poteri universali, come il Papato e l’Impero. avanti

16 L’espansione territoriale del Comune
Osimo si espandeva sempre più nel territorio circostante. I signori dei castelli vicini, infatti, stipulavano patti con il Comune che, avendo un esercito più potente, li aiutava in guerra, in cambio il signore ordinava ad alcuni dei suoi abitanti di diventare a tutti gli effetti cittadini osimani, obbligandoli a non giurare fedeltà ad altri comuni. Se l’accordo non veniva rispettato, bisognava pagare una multa in ducati (moneta dell’epoca). avanti

17 Le autorità Le autorità presenti nei vari documenti
sono,all’inizio, due o cinque Consoli, mentre dal 1199 compare il Podestà, eletto tramite elezioni segrete e proveniente da una provincia al di fuori della marca di Ancona, in quanto doveva essere arbitro imparziale nei conflitti tra i cittadini. Restava in carica sei mesi, da Novembre a Maggio in modo da non acquisire un eccessivo potere. Era di nobili origini, esperto di legge e di armi. Quando arrivava in città, per svolgere al meglio i suoi compiti, portava con sé un corteo di persone (stallieri, garzoni, staffieri …), era aiutato da un sindaco, da tre giudici  e quattro notai. Al di sopra del Podestà, massima autorità locale, vi era quella religiosa, rappresentata dal Vescovo. avanti

18 (da “come eravamo ..come siamo”)
A vigilare sull’attività amministrativa e legislativa del Comune vi erano i Priori delle Arti e i Consigli. Ad Osimo esistevano diversi consigli: dei Duecento, dei Trecento, di Credenza, dei Cinquecento , delle Arti e il Parlamento. Il Consiglio di Credenza, formato da 24 uomini con età inferiore a 30 anni. Si occupava delle spese e restava in carica per tre mesi. Più tardi si aggiunse un altro consiglio di Credenza, composto da 60 membri, 20 per ogni terziere, residenti ad Osimo da 30 anni,aventi un reddito di 25 libbre. Durava in carica sei mesi.  (da “come eravamo ..come siamo”) Consiglio di Credenza presieduto dal podestà avanti

19 Maiores et Minores La popolazione del comune di Osimo nel
XII secolo era composta da cittadini iscritti alle arti maggiori (chiamati Maiores ): notai, giudici, farmacisti, tesorieri, commercianti... e dai Minores: artigiani, muratori ed individui iscritti alle arti minori. Vi erano inoltre le autorità ecclesiastiche, i nobili e il Podestà. Dai vari documenti si rileva che i firmatari erano soprattutto nobili o appartenenti alle Arti maggiori: Attone Vecclo, Rinaldo Infante, Ugolino di M. Zaro... Mentre, in altri documenti, ad agire erano i Minores quando intendevano sottrarsi al servaggio del Signore del castello: ad esempio “gli abitanti di Tornazzano”, “gli uomini di M. Zaro” o di Castel Ubaldo e di Monte Cerno Cartula degli abitanti Minores di Castel Ubaldo e Monte Cerno Cartula abitanti Maiores di Camerano

20 Inoltre, con la dicitura: “in buona fede e
senza frode”, colui che stipulava l’atto prometteva di rispettarlo, pena il pagamento di una multa da onorare con la moneta stabilita dal Comune (bisanzi, ducati, libbre…), la validità del documento rimaneva comunque intatta. Stipulare un contratto con la città di Osimo, per gli abitanti dei castelli significava non essere gravati dalle leggi feudali che il proprietario del feudo pretendeva da loro, divenuti cittadini avevano la possibilità di essere difesi dal Comune contro i soprusi del signore. In cambio assicuravano al Comune prestazioni di manodopera per la costruzione di case e anche buona parte dei raccolti. torna

21 Rainaldo Infante Carta X, doc III “(… ) promettiamo per noi e i nostri
eredi, di tenere ferme tutte le cose che sopra si leggono e di osservarle in ogni tempo in buona fede e senza frode; e se tutto ciò che è scritto sopra non lo osserveremo, incorriamo nella pena di darvi duecento bisanzi d’oro; e una volta che la pena sia stata inflitta e pagata, questa cartula rimanga comunque valida; e inoltre prevediamo l’eccezione per cui, se farete guerra con l’imperatore o i suoi nunzi, allora non dovremo rimanere con voi.” torna

22 Mappa del territorio osimano del XII secolo
M.Zaro M.Urbano Tornazzano Isola M.Cerqua M.Cerno Auximum Recanati Polverigi Camerano Filottrano Humana Cingoli torna

23 Attraverso questi patti il Comune si garantiva un notevole benessere economico
in quanto entravano dentro le mura cittadine più merci che aumentavano e rendevano proficua l’attività dei commercianti, l’inurbamento garantiva la forza militare per rendere più forte l’apparato difensivo ed offensivo e anche la possibilità di estendere la cerchia delle proprie mura torna

24 L’inurbamento Attraverso i patti che vanno dal 1174 al 1228 vi è un aumento della popolazione: dal 1174 al 1199 andarono a vivere nel Comune 204 nuclei familiari e 11 individuali dal 1200 al 1210 si aggiunsero 170 nuclei familiari e 37 individuali dal 1211 al 1228 si unirono ancora 62 nuclei familiari e 1 individuale Per un totale di 436 nuclei familiari e 49 individuali. A queste cifre vanno aggiunti, dal 1200 al 1237 , i nuclei familiari dei 34 castelli; pertanto il numero di abitanti che vivevano dentro le mura era di alcune centinaia, mentre tutto il territorio comunale contava circa 5300 abitanti. Tratto da: A.Pettinari “Il Libro Rosso”pagg C..Grillantini “La storia di Osimo” pag. 1042

25 Carta del castello di Isola
Cartula II, Doc XXXI Nel nome di Dio. Anni sono dall’Incarnazione del Signore nostro Gesù Cristo 1199, al Tempo del signor Innocenzo, sommo pontefice e papa universale, non esistendo l’imperatore e giorno del mese di settembre, indizione II, nella città di Osimo. Io Alberto, figlio del fu conte Attone di Carvoncello, rinunciando in questo fatto a ogni eccezione e ad ogni ausilio o privilegio delle leggi a me competente che competerà, Castello di Isola in ragione delle cose e della persona, per mia propria e spontanea buona volontà do, trasmetto e concedo a voi, Signor Gentile, vescovo della chiesa di Osimo, e ai vostri successori a nome avanti

26 della detta chiesa e a voi, signor Attone,
Potestà di Osimo, e ai vostri successori per la comunità di Osimo, cioè il castello di Isola di Lorzano, con tutta la sua Curia e con ogni sua pertinenza e con tutti i castellani e gli abitanti del predetto Castello sia presenti che futuri in giurisdizione e dominio del predetto castello e ogni diritto che ho sul predetto castello e in tutte le cose sopraddette; e prometto e confesso di tenere e custodire il predetto castello in buona fede e senza frode per voi, e di fare dal predetto castello con i suoi abitanti e le sue pertinenze pace e guerra a chiunque e ogni volta che vorrete; e similmente prometto di fare per voi esercizio e parlamento su mandato e ordine vostro e dei vostri successori; e prometto(…..) di dare e portare ogni anno nella festa di San Leopardo un pallio di seta del valore di 40 soldi lucenti di moneta, a nome di pensione. Castello di Isola

27 e dopo che la pena sia stata data e pagata,
prometto per me e per i miei successori o eredi di tenere ferme e valide tutte le cose che sono contenute di sopra e di osservarle e adempierle sempre. Inoltre io predetto Alberto affermo per il sacramento dei Vangeli prestato corporalmente di osservare per sempre tutte le cose che sopra sono contenute. Questi atti sono fatti in presenza di Simone di Pietro, Giovanni di Bongiovanni, Ingone di Attone, Ismondo di Bernardo, Andrea di Vincenzo, Albertino di Bonfiglio, Guglielmo di Giovanni seniore e molti altri. Io Tommaso, notaio della città di Osimo, intervenni, scrissi e completai. Ruderi del Castello di Isola torna

28 Nota del porto di Numana
Carta XVIII , doc I Nel nome del Signore, sono gli anni dall’Incarnazione del nostro signore Gesù Cristo 1126 e il giorno del mese di agosto, ai tempi del signor Onorio papa universale nella IV indizione, nella città di Osimo. Otto famiglie della città di Osimo con tutto il popolo degli osimani querelanti di possedere maggiori e minori e ai nostri eredi fino a 99 anni chiediamo a voi, don Ugo, vescovo di Santa Maria della chiesa di Numana e ai canonici del medesimo episcopato, cioè Giovanni arcipresbitero E Albertino arcidiacono e Giovanni primicerio, per consenso degli altri canonici così come a noi, sottoscritti osimani maggiori e minori (…..) Poi dichiariamo e concediamo noi a voi di possedere la roba di diritto della nostra Santa chiesa di Numana da ora fino a 99 anni futuri completi, cioè la terza parte del porto di Numana con tutti i dazi e l’ossequio quanto spetta, o deve spettare allo stesso porto, sia dal mare che dalla terra dal ponte sul fiume Musone fino al porto di Sirolo. avanti

29 E in più concediamo noi a voi soprascritti osimani una parte nella città di Numana, cioè
otto solori di terra presso la strada corrente, che sono situate ai margini dei poderi che misurano quindici piedi per fronte e venti per fuga per ciascun suolo, con tutte le cose che ne fanno parte integrante. E inoltre concediamo a voi osimani maggiori e minori o ai vostri eredi, affinché siate assolti da ogni dazio nel porto e nella città di Numana a causa del commercio, sia piccolo che grande, sia di fuori che nella città di Numana e nel porto e spiaggia, così come è stato detto. E noi predette otto famiglie promettiamo per tutto il popolo di Osimo maggiore per questa carta di locazione di osservare contro te Ugo vescovo e canonici e i vostri successori tutto quello che nella carta viene detto senza frode; e se mai nel tempo volessimo insorgere, o ai nostri eredi corrompere o molestare contro ciò siamo nella pena e in obbligo di dare 150 libbre di argento a voi detto vescovo e canonici o ai vostri fratelli; e dopo data e assolta la pena e questa carta di locazione, poiché verrà chiamata in perpetuo, rimanga ferma e stabile così come sopra leggiamo. Segno di mano tra otto famiglie della città di Osimo e tutto il popolo dei maggiori e dei minori sopraccitati che hanno promesso e agito: Giovanni, figlio di Albertino, viceconte in questa carta acconsentì. Morico di Roffredo in questa carta acconsentì. avanti

30 Atto da Capomeso in questa carta acconsentì
Bonanno, figlio di Bonino in questa carta acconsentì Albertino di Paganello in questa carta acconsentì Benedetto, figlio di Bonanno di Raniero in questa carta acconsentì Rainaldo, figlio di Ingilberto, in questa carta acconsentì (…) Io, Alberto, notaio della città di Osimo, completai e scrissi. Per primo giurò il vescovo e i suoi canonici; Ugo da li Bezanti e Osimano di Giovanni, Ausimanello e Ofredello, figlio di Rofredo e Ingo, figlio di Albrico e Siulfo, figlio di Atto, e Ariento, figlio di Albertino, Azario; e dei minori l’altro Obertino, figlio di Giovanni e Tebaldo, figlio di Adamo. Queste otto famiglie giurano per tutta la città, così come sopra leggiamo. Io Giacomo, notaio di Camerano tutto ciò che ho trovato in autentica, senza frode di mano propria, riscrissi. Io Tommaso, notaio della città di Osimo, esaminato diligentemente il predetto documento autentico, nel quale sono contenute tutte le cose in ordine, così come in questo esemplare sono scritte, quindi di mano mia lo sottoscrissi per maggiore autorità e affinché in ciò ci fosse maggiore fede. avanti

31 Io Arlotto, notaio della città di Osimo, esaminato diligentemente il predetto documento autentico, nel quale sono contenute tutte le cose in ordine, così come in questo esemplare sono scritte, quindi di mano mia lo sottoscrissi per maggiore autorità e affinché in ciò ci fosse maggiore fede. avanti

32 Carta del castello di Quercia
Carta II, Doc V ad abitare lì, non appena avremo il tempo di fuggire, ci rifugeremo ad abitare nella predetta città. E se a causa della guerra vorrete avere come soldati per combattere i vostri nemici nel nostro castello, promettiamo di coprire le spese di venti soldati per una settimana. Nel nome di Dio. Anni sono sotto l’Incarnazione del Signore nostro Gesù Cristo 1189, nel mese di maggio, VI indizione, al tempo dei consoli Bonifacio di Berardo, Giovanni di Bongiovanni, Giacomo di Panfilo, Ziberto di Carbone. Noi, uomini di Quercia da oggi in avanti promettiamo e giuriamo di essere del comune della città di Osimo in modo tale che tratteremo l’onore e il comodo della città e che sempre e in ogni luogo secondo le nostre forze e facoltà favoriremo e difenderemo le persone della città di Osimo dovunque potremo e essere con loro in pace e in guerra. Inoltre non abiteremo più nella serra di Monte Filottrano; e se qualche autorità o persona ci costringerà avanti

33 E se succedesse che i consoli della città non volessero acconsentire per la turpitudine del denaro, che noi non siamo tenuti in seguito ad eleggerli; e n on dobbiamo fare le mura intorno al castello; e se non vorremo osservare tutto ciò che è scritto sopra, che siamo tenuti a pagare come pena trecento libbre di lucca metà delle quali da consegnare alla curia dell’imperatore e metà a voi. Inoltre giuriamo che né noi, né altri per noi o per voi, né altri per voi ha dato altro, né sarà tenuto a darlo, né ora, né poi per i patti predetti conclusi fra noi e voi. Io, Tommaso, notaio della città di Osimo, completai e finii. torna

34 Carta del castello di Monte Urbano
Carta VIII, Doc XXXII Nel nome di Dio. Anni sono dalla Incarnazione del Signore nostro Gesù Cristo 1199, nel mese di settembre, al tempo del signor Innocenzo, sommo pontefice e papa universale, non esistendo l’imperatore, indizione II, nella città di Osimo. Noi, consoli del castello di Monte Urbano, che un tempo abitavamo nel castello di Monte Santa Maria, per noi e i nostri successori e per tutta la comunità del predetto castello di Monte Urbano, di nostra propria e spontanea buona volontà, rinunciando in questo fatto a ogni eccezione a noi competente o che competerà, giuriamo e promettiamo a te, signor Attone, potestà di Osimo, e ai tuoi successori per la comunità di Osimo, cioè il negozio di don Gentile, vescovo di Osimo. avanti

35 Inoltre promettiamo e giuriamo per noi e i nostri eredi e successori a te, detto signor
Attone potestà e al signor Gentile, vescovo e ai vostri successori, a nome della chiesa di San Leopardo, di dare e consegnare annualmente ogni anno nella festa di San Leopardo un pallio di seta del valore di 40 soldi lucchesi. E promettiamo di fare la guerra e la pace, esercizio e parlamento a tutte nostre spese per la comunità di Osimo su mandato vostro e dei vostri successori. Inoltre promettiamo che non ordineremo consoli né potestà nel predetto nostro castello senza la volontà del potestà o del consolato di Osimo, se sarà; e se nella città non ci sarà potestà né consolato, dobbiamo chiedere la licenza dagli altri buoni uomini della città; e se i consoli e i potestà o gli altri buoni uomini non vorranno dare la licenza alla predetta denuncia, che noi abbiamo il potere di ordinare i consoli o il potestà per quella volta; e se la città di Osimo raccoglierà colletta o dazio generalmente per il contado, noi, per i nostri eredi e per noi, a voi signor Attone potestà e ai tuoi successori per la città di Osimo, promettiamo di darli; e se la città di Osimo manderà soldati o arcieri nel castello di Monte Urbano in nostro aiuto, promettiamo di dar loro le spese. avanti

36 Inoltre promettiamo e giuriamo che non prenderemo ad abitare nel nostro predetto
castello nessun uomo del contado di Osimo senza la volontà del comune di Osimo. Inoltre promettiamo di rinnovare i giuramenti di quinquennio in quinquennio. E se non vorremo osservare tutte le cose che sono scritte sopra o le modificheremo in qualche aspetto, tanto noi quanto i nostri eredi per la comunità del detto castello promettiamo di dare cento marche di argento a voi don Attone potestà di Osimo e ai tuoi successori per la comunità di Osimo; pagata la pena, questa cartula e tutte le cose che sopra sono contenute rimarranno valide lo stesso; e noi, Lamberto di Berardo di Gittone, Corbono di Attone di Guglielmo e Encrescevele similmente giuriamo e promettiamo di osservare tutte queste cose. Questo atto è [fatto] in presenza del signor Gentile vescovo di Osimo, di signor Filippo arciprete, di maestro Matteo di Sinibaldo, di Ismondo di Bernardo, di Bartolomeo di Giovanni, di Simone di Pietro, di Guglielmo di Tassione Gisleri di Rinaldo Andrea tesorieri, Bonifacio di Barusiani, Blasio di Gisleri Zilberto di Carbone, Andrea Alebrandini e molti altri Io Tommaso, notaio della città di Osimo, completai e perfezionai torna

37 Carta del vescovo di Numana
Carta XVIII, Doc II Nel nome di Dio, sono gli anni dalla Incarnazione del signore nostro Gesù Cristo 1142 e nel mese di luglio, indizione V, nella città di Numana, regnante il signor Corrado imperatore. Breve memoria della ricordanza fatto in presenza del giudice e di buoni uomini, che io Ugo vescovo faccio col consenso dei suoi canonici, promettiamo di aiutare e custodire il porto della città di Numana da Croce di san Michele fino a Caniettolo a voi, consoli, a tutto il popolo osimano maggiore e minore della città e sobborghi suoi per me e per i miei successori. E se sopra non avrò voluto aiutare e custodire e sistemare, io o i miei successori, daremo a voi una pena di bisanzi d’oro mille; e per la pena data e assolta questa carta rimanga ferma in ogni tempo, come più sopra si legge. avanti

38 Ugo vescovo ordinò che fosse fatto.
Cassiano conte e Marsilio conte e Bernardo di Atto e Ingo di Treseo, Arnolfo di Atto di Betto, Ugo di Atto da Creti, tutti sono testimoni. Io Ugo, notaio della città di Numana, completai e assolsi. Ogni nave della città di Termoli che viene al porto della città di Numana, dovrà dare quattro denari, da Ortona VIII, da Pescara IIII, da San Flaviano VI, tre parti ad Albertino Cacabesanti e a colui il quale il console li vorrà dare e la quarta parte agli uomini di Numana e ai sirolesi. Io Palmerio, notaio della città di Osimo, come trovai nell’istrumento, nel quale è contenuto il nome di Ugone, notaio della città di Numana, così scrissi ed esemplavi e non lo diminuii, secondo la mia coscienza. torna

39 Carta di Rainaldo Infante
Carta X, doc III Nel nome di Dio. Sono gli anni dall’Incarnazione del signore nostro Gesù Cristo 1174. Giorno del mese di febbraio, indizione settima, nella città di Osimo. Io, Rainaldo Infante e Tornainparte, figli di Rainaldo da Monte Morello, promettiamo per noi e per i nostri eredi a voi consoli della città di Osimo, cioè Atto, Gislerio e Bongiovanni e a tutto il comune della vostra città, da ora in poi di trattare il bene comune e l’onore comune del popolo osimano, dei maggiori e dei minori in buona fede e senza frode in perpetuo; e inoltre promettiamo per noi e i nostri eredi che da ora in poi uno di noi abiterà per ciascun anno, quando avrete avuto la pace, due mesi nella vostra città, a meno che i consoli della vostra città non ci assegneranno un termine minore; e se avrete la guerra, entrambi i nostri abiteranno con voi dal principio fino alla fine della guerra; e se farete guerra con il comune di Recanati, promettiamo che uno di noi abiterà con voi e un altro a Recanati. E tutte le cose che sopra si leggono,promettiamo per noi e i nostri eredi, di tenere ferme e di osservare in ogni tempo in buona fede e senza frode; e se tutto ciò che è scritto sopra non lo osserveremo, incorriamo nella pena di darvi duecento bisanzi d’oro; e una volta che avanti

40 la pena sia stata inflitta e pagata, questa
cartula rimanga comunque valida; e inoltre prevediamo l’eccezione per cui, se farete guerra con l’imperatore o i suoi nunzi, allora non dovremo rimanere con voi. Segno della mano del detto promittente,Giacomo di Albertino; Albrico di Stefanello Levi, Filippo, Gislerio di Rainaldo di Onesto, Filippo di Giovanni di Berto,Tommaso di Romano, Osimano di Adamo, tutti testimoni richiesti in questa cartula; e noi detti Rainaldo Infante e Tornainparte promettiamo per il sacramento dei Vangeli,per noi e per i nostri eredi che terremo sempre fede a tutte le cose che sopra si leggono. . Io Nicolò, notaio della città di Osimo, completai e collaborai avanti

41 Carta di pace fra Osimani e Recanatesi
Cartula V, Doc XXXIII Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo amen. Io, Giovanni, prete Cardinale del titolo di Santa Prisca, Legato della Sede Apostolica, reggente le veci del papa dello spirituale e del temporale nella Marca per la controversia e la discordia vertente fra gli osimani e i recanatesi [….] E avendo io assegnato un giorno alle parti, convocati i vescovi, i potestà, i consoli della Marca ascoltabili, di conseguenza ci furono proposte e Istrumenti. Ti comandiamo e preghiamo, Gentile, Sotto debito del sacramento, al quale noi siamo tenuti, e attraverso di te a tutti i recanatesi che facciate la pace con gli Osimani Paolo e Roberto e che lasciate liberi i prigionieri e anche gli uomini che tenete presso di voi ai castelli di Monte Santa Maria, Monte de Zaro e Monte Fano dal tempo della recente distruzione facciate e costringiate a tornare ai propri posti ogni singolo con tutte le sue cose e che cessiate dall’infastidirli. Inoltre ordiniamo a te, Attone, potestà di Osimo e comandiamo sotto debito del giuramento al quale noi siamo tenuti e attraverso te a tutti gli osimani che facciate pace con i recanatesi e che liberiate I prigionieri, fatte salve le ragioni che o voi o la chiesa di San Leopardo e le questioni nel castello di Bagnolo, nella chiesa di San Euplio, nella corte di Rotiliano, nella corte di San Martino,nel confine e nella corte di Campo Rotondo e avanti

42 Comandiamo inoltre che le cose che i Recanatesi avevano
negli altri luoghi così come contenuto nel libello di petizione a noi presentato. Comandiamo inoltre che le cose che i Recanatesi avevano nella città di Osimo prima che fosse mossa la guerra vengano restituite liberamente come prima. Quelle, inoltre, che sono state predate da voi e dai vostri, dopo che abbiamo ricevuto gli ostaggi recanatesi, vengano restituite ai recanatesi. L’ atto è stato emesso presso Peroporcino, alla presenza del venerabile nostro fratello vescovo osimano, di Bono, barone potestà di Ancona, di Attolo, potestà di Osimo, di Filippo Petriboneci, di Traverso di Martino di Giovanni, di Ziliotto da Castel Ubaldo, di Bono conte di Arnostro, di Giacomo di Gocione da Offagna, di Lamberto di Berardo di Monte Santa Maria. Di Matteo di Attone di Leopardi e di molti altri. Nell’anno del Signore 1199, al tempo del signore Innocenzo sommo pontefice e universale papa, l’imperatore non esistente, il 15 dalle calende di dicembre, indizione II, nella città di Osimo. Le calende, secondo i latini, cadevano il 1° del mese. 15 giorni dalle calende di dicembre significa 15 giorni prima del 1°dicembre; si conta a ritroso compreso il 1° dicembre e si arriva al 17 novembre; quindi la data del documento è 17 novembre. avanti

43 Io, Tommaso, notaio della città di Osimo e Don Gentile vescovo
attuale, su mandato e richiesta del predetto don Giovanni presbitero cardinale del titolo di Santa Prisca e legato della Sede Apostolica, in presenza del già detto don Gentile di Santa Prisca, legato della Sede Apostolica, di maestro Matteo, suddiacono del Signor papa, di don Filippo arciprete, di Simone di Pietro, di Bartolomeo di Giovanni, di Ercolano di Bongiovanni, di Guglielmo di Giovanni seniore, di Tommaso di Achille, di Bonifacio di Barusiano,di don Berardo da Montelupone, di Albertino di Bonfiglio, di Ismondo di Bernardo e di molti altri, scrissi e compii tutte le cose sopraddette. torna

44 Cartula del popolo minore di Castel Ubaldo e Monte Cerno
Cartula XI , Doc VII promettiamo per le nostre persone di dare la seconda parte che a noi toccherà; e se nel nostro castello, a causa della guerra da fare con i vostri nemici, vorrete avere un apparato di soldati o di fanti per la difesa della vostra terra, promettiamo di coprire le spese. Nel nome di Dio. Sono gli anni dalla Incarnazione del Signore nostro Gesù Cristo 1189, giorno [ … ] del mese di giugno, VII indizione, ad Osimo. Noi, minori di castel Ubaldo e di Monte Cerno per noi e i nostri eredi da quest’oggi in avanti promettiamo per sempre di far parte del comune della città di Osimo, in questo modo, cioè che faremo l’onore e il bene della città, che aiuteremo e difenderemo sempre le persone dei cittadini e che ovunque potremo secondo le nostre forze saremo con voi sia in pace che in guerra; e se invero occorrerà fare delle collette in città per le spese di guerra, avanti

45 Inoltre non abiteremo mai più né nel monte San Savino nè nel monte di
Bezughe. Inoltre a chi vorrà abitarvi in buona fede e senza alcuna frode e senza alcun dolo lo impediremo e li danneggeremo fortemente sia nella persona che nella roba e ci opporremo a Ugoccione di Ugolino, Giliotto, Pietro di Rainaldo, Egidio di Martino, Lucerio, Giovanni di Gualmanno, Ancono, Atto di Attone di Morico, Atto di Paganello,Gozo di Raino, Alberto di Pelle, Aiuto, prete Gozo Inbiano, Conpanniono, Stefano di Albrico, Giovanni [.. Seguono molti altri nomi] e promettiamo di fare e firmare qualsiasi giuramento che in ogni tempo verrà fatto nel comune della Città [di Osimo] dai cittadini, a cui verremo chiamati. Io Nicolò, notaio della città di Osimo, completai e rafforzai. torna

46 Cartula del castello di Tornazzano
Cartula III , Doc XXXV Nel nome di Dio. Gli anni sono sotto l’Incarnazione del Signore nostro Gesù Cristo 1200, nel mese di gennaio, indizione III, nella città di Osimo. Noi, uomini di Tornazzano, Acciaro Albrico di Rainaldo,Prete Alberto di Morico, Prete Albrico di Stefanello, Ramardo di Ciono,Vigoroso di Cappadorso, Paolo di Grimaldo, Pietro di Morico Pertatto,Stefo di Gianni, Atto di Alberto,Giovanni di Morico, Morico di Donadio, Guido di Attone di Giso, Ugo di Atto di Gianni[…] Promettiamo e giuriamo di essere della città di Osimo in buona fede e senza frode; e la credenza che tu, signor Attone, potestà di Osimo o i tuoi successori ci direte, la terremo finché diverrà pubblica; e daremo il Consiglio che da noi richiederete, in buona fede e senza frode, come a noi meglio sembrerà. Inoltre promettiamo di resistere a tutti quelli che vorranno offendere il Comune di Osimo. Questo atto è [steso] in presenza di Michele, giudice di Macerata, Gilberto di Carbone, prete osimano, Giovanni Alberti, Pietro di Morico e Pietro di Taddeo. Io, Tommaso, notaio della città di Osimo, scrissi e completai. torna

47 Cartula di Monte Zaro Carta III, recto Doc XXXIIII
Nel nome del Signore. Sono gli anni sotto l’Incarnazione del Signore nostro Gesù Cristo1200,mese di gennaio, indizione III,Osimo Io, conte Ugolino di Monte Zaro Insieme con i miei figli Alberto e Rainaldo, Michele e Leonardo, figli di Ismido, Balicano e Berardo, figli di Attone di Trasmondo, Rainaldo, Ugone e Matteo, figli di Bertino di Bonomo Alberto di Trasmondo,Tancredo e Donadeo, figli di Gualfredo Nicola di Egidio,Filippo di Montanello,Giacomo di Massaro Ugone, Albrico di Bambo, Andrea di Donadio noi tutti insieme, di nostra propria buona volontà per noi e per tutta la comunità tuoi successori per la comunità di Osimo, cioè che promettiamo e giuriamo di essere cittadini di Osimo in perpetuo e di incastellare e non ex castellare e di trattare gli affari della città di Osimo in buona fede, senza frode e di resistere a tutti quelli che vorranno offendere la predetta comunità di Osimo; e promettiamo di tenere la credenza che tu,predetto potestà, o i tuoi successori ci dirai; e promettiamo di dare a voi il consiglio che ci richiederete, per quanto a noi sembrerà meglio. avanti

48 Inoltre promettiamo che non abiteremo nello stesso castello di Monte Zaro, né in
nessun altro poggio senza la volontà del comune del consiglio di Osimo. E se non vorremo osservare tutte le cose che sono scritte sopra, o le modificheremo in altro, promettiamo per noi e i nostri successori e per la comunità del predetto castello a te, detto signor Attone, potestà di Osimo e ai tuoi successori per la comunità di Osimo, di dare e pagare come pena cento marche di argento puro; e dopo che la pena sarà stata data e pagata, questa cartula conserverà la sua validità. Questo atto è [steso] in presenza di Scuto ad Colli, Oliviero, Sanno di Morico, Aiuto da Macerata e altri. Io Tommaso, notaio della città di Osimo, scrissi e completai. torna

49 Cartula di Attone Vecclo da Camerano
Carta IIII , Doc XXXVI Nel nome di Dio. Sono gli anni dalla Incarnazione del Signore nostro Gesù Cristo 1200, mese di febbraio, indizione III,nella città di Osimo. Io, Atto Vecclo da Camerano,rinunciando in questo fatto a ogni eccezione a me competente e che mi competerà e a ogni ausilio ovvero privilegio di leggi, per diritto di donazione pura e fra vivi,irrevocabilmente dono, trasmetto e concedo a te, signor Attone, potestà di Osimo e ai tuoi successori per la comunità di Osimo, cioè tutta la mia casa che ho nel castello di Camerano, nella regione di Monte Martoro, con l’ingresso e l’uscita sua e con il suo suolo di terra, dove è posta, e con tutte le sue pertinenze e con tutte le cose che ha e soggiacciono dentro di essa interamente, in quanto non faccio nessuna riserva fra questi lati:dal primo lato Vicolo di Veronica dal secondo il muro di Castello, dal terzo lato la via pubblica, dal quarto lato Bernardo di Romano, così che da avanti

50 oggi in avanti abbiate la potestà con la vostra autorità di entrare nella stessa casa, di
tenerla, venderla, donarla, permutarla e di fare tutto ciò che vorrete fare. Inoltre prometto e giuro da oggi in poi di essere cittadino e abitante della città di Osimo per sempre e di trattare affari della città di Osimo in buona fede senza frode e aiutare e difendere la comunità di Osimo e di incastellare in predetta città e non di excastellare e dare maggiore consiglio che io sappia, se richiesto, governerò la credenza, quando me lo avrete detto. E se queste cose che sopra sono state scritte, io non vorrò osservare o tenterò di corrompere qualcuno, o se non vorrò per giuramento e per uso stare e difendere da ogni personal a predetta casa, prometto per me e per i miei eredi o successori a te detto signore Attone, podestà di Osimo, e ai tuoi successori in favore di predetta comunità di dare e pagare 50 bisanzi d’oro puro e dopo la pena data e assolta, questa carta e tutte quelle cose scritte sopra,rimangono ferme e stabilite. Questi atti sono stesi alla presenza di Bonifico Barusiani,Ercolano di Ziliberto Tommaso Achille di Dongiovanni,Guglielmo di Giovanni seniore Bartolomeo di Giovanni Io Tommaso, notaio della città di Osimo, scrissi e completai torna

51 Cartula di Filottrano Carta VII, Doc XXXVIIII
di Osimo e ai tuoi successori per la comunità di Osimo di essere cittadini e abitanti della predetta città, e trattare l’onore e il bene della comunità di Osimo, in buona fede e Senza frode; e promettiamo di obbedire a voi e al rettore o ai rettori che saranno in carica, come gli altri cittadini; daremo in buona fede il consiglio che richiederete da noi; Nel nome di Dio. Anni sono dall’Incarnazione del nostro Signore Gesù Cristo 1200, nel mese di maggio, indizione III, nella città di Osimo. Noi, uomini di Monte Filottrano, cioè Albrico di Attone di Giovanni di Gisone, Bernardo e Zanni suoi fratelli, Dato di Giovanni di Stefi, Ugo di Alberico di Zanne, Morico di Attone,Palmerio di Rainaldo Atto di Gitrardo, Andrea di Miliarino, Ufreduccio di Attone di Leonardo, Vito Morico di Cica, Claudio suo fratello,Guiodo di Gocio e Carbone suo fratello[…] Noi tutti insieme unitamente, di nostra propria buona volontà, giuriamo e promettiamo per noi e i nostri eredi a te, signor Attone, potestà avanti

52 terremo in buona fede la credenza che a noi intimerete finché non verrà reso pubblico.
Inoltre promettiamo che non ricostruiremo mai il castello di Monte Filottrano, né lo abiteremo, né daremo aiuto e collaborazione a rifarlo. Infine promettiamo di abitare nella predetta città di Osimo e di incastellare e non ex castellare. E se non vorremo osservare tutte le cose che sono scritte di sopra, o le modificassimo in qualche parte, promettiamo per noi e i nostri eredi dare e pagare a te signor Attone, potestà di Osimo, e ai tuoi successori per la predetta città di Osimo, duecento libbre ravennati a nome di pena; pagata la pena, tutte le cose che sopra sono contenute, rimarranno valide. Questo atto avviene in presenza di Scuto al collo, Michele giudice di Macerata, Albertino di Bonfiglio, Ismondo di Bernardo Carpicece, Guglielmo di Tassione e altri. Io, Tommaso, notaio della città di Osimo, scrissi e completai. torna

53 Carta del Castello di Cingoli
Carta II, Doc LXI Nel nome di Dio. Sono gli anni dalla Incarnazione del Signore nostro Gesù Cristo 1204,ultimo giorno del mese di febbraio, indizione VII, nella città di Osimo, al tempo di Innocenzo, sommo pontefice e papa universale, senza imperatore nell’esistente impero romano. Io Iacobo di Lornano, potestà di Cingoli,insieme con i consiglieri e gli uomini del Castello di Cingoli giuriamo, sul sacramento dei Vangeli Corporali, di restituire e di rendere e dare tutti i possessi e tutti i diritti e le pertinenti consuetudini alla Chiesa di San Leopardo, a voi signore Gentile,predetto Episcopo della chiesa, e ai vostri futuri successori e giuriamo su tutto ciò sopradetto e promettiamo di obbedire e di osservare il vostro mandato e giuriamo di osservare tutto ciò sopradetto in modo stabile, fermo e d integro. avanti

54 Inoltre promettiamo e giuriamo e teniamo tranquillo il castello di San Vitale alla
Chiesa di San Leopardo e alla comunità di Osimo con tutti gli uomini di Troviggiano ,che qui abitano e con gli altri castellani che abitano ivi e con tutti i possessi e i loro beni,..giuriamo di tenere ed osservare una pace stabile per sempre. se tutte quelle cose sopra scritte non osserveremo o cercheremo di corrompere qualcuno,promettiamo per noi per i nostri eredi e successori e giuriamo a voi signor Gentile, episcopo osimano, ai Vostri futuri successori e a voi signor Gotteboldo, potestà di Osimo,…di pagare e dare duecento marche di puro argento come pena e dopo che la sopradetta pena sarà data e pagata,questo documento esiste sempre integro e inviolabile… Tutte queste cose sono scritte in presenza di questi testimoni, Gualtieri, Grimaldi di Civitella Pietro di San Paolo, Ugolino giudice Boniscanni,Giovanni Ruggeri,Simone Pietro Attolini,Guglielmo Giovanni vecchio, Gueccio, muratore osimano e altri ancora. Io Tommaso, notaio della città di Osimo, completai e perfezionai torna

55 Carta di composizione della pace fra Anconetani Osimani e Recanatesi
Noi fermani e uomini dei castelli del suo contado(….) e no osimani e noi jesini promettiamo e giuriamo in buona fede e senza frode di mettere fine alla guerra e mantenere la pace perpetua con gli anconetani e il loro contado e con i loro alleati,cioè con gli uomini di Monte Sant’Elpidio e loro dipendenze,(…) con gli uomini di Recanati e loro dipendenze, con gli uomini di Castelfidardo e loro dipendenze, con gli uomini di Camerano e loro dipendenze,(…) con i senigalliesi e il loro contado, e con i pesaresi e tutti i loro cittadini,con la remissione da ogni offesa che i detti pesaresi ci fecero in questa guerra (…..) Carta VIII, Doc XLVII In Nome della Santa e Individua Trinità. L’anno Del Signore nostro Gesù Cristo 1202,V dopo la morte di Enrico Imperatore dei Romani del Regno di Sicilia il XV delle calende di febbraio (=18 febbraio),Indizione V avanti

56 Quanto al fatto degli uomini di Monte fano che dopo la morte di Enrico imperatore
andarono ad abitare a Recanati debbano tornare ad abitare a Montefano : eccettuato Gislerio che potrà abitare dove vorrà. Rimangono salve le ragioni e le consuetudini di servitù di entrambe le parti: cioè chi abbia possedimenti al comune di Osimo li renda al comune di Osimo, e chi nel contado di Recanati li renda a quello di Recanati,similmente si osservi per le servitù reali nel contado di Osimo. (……)Se alcuna delle città o castelli si attenderà di agire contro questa pace e questi patti,e impegnata a versare all’altra che osserva il patto una multa di cento lire d’oro; pagata la quale ,questo patto rimarrà del tutto in vigore. Questa pace si è composta e Promulgata dal Signor Ugolino Gosia,podestà di Ancona, in Polverigi; presenti e consenzienti Filippo di Pietro di Bonizio,Natoinguerra,Attone Cacciolano (ed altri…) della città di Ancona; presenti e consenzienti Giacomo di Galiziano, Silvestro di Oliviero, Notevolbo giudice per Senigallia,presenti e consezienti o Giacomo Martino di Fazio e Giovanni Bernardo per Pesaro; presenti e consezienti Giacomo e Baroncello per Sant’Elpidio, presenti e consenzienti avanti

57 Manente e Ufreduccio per Montolmo ,per
Rinaldo giudice e Ugoccione di Rainaldo consoli di Recanati per la stessa Recanati.(…) Per l’altra parte, presenti e consezienti il signor Chirolto, podestà di Osimo, Simone di Pietro Attolino, Guglielmo Tassione, Simone di Giacomo, Tommaso notaro, Bonifacio di Rinaldo(…) Io Tommaso ,notaio della città di Osimo, intervenni,scrissi e chiusi questo istrumento torna

58 Bibliografia L. Colini Baldeschi “Libro Rosso”
A..Pettinari, “Il Libro Rosso”, laurea C.Grillantini “La storia di Osimo” C.D ”Come siamo … Com’ eravamo” Scuola media “G.Leopardi” 2^B-C-D-E Tempo Prolungato Plesso Borgo San Giacomo(2002/2003) AA. VV. Consultazione siti internet


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