La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

Alla festa della rivoluzione

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "Alla festa della rivoluzione"— Transcript della presentazione:

1 Alla festa della rivoluzione
Fiume degli Italiani 1

2 Cronologia: 12 settembre 1919 25 dicembre 1920

3 Italia, Istria e Dalmazia dopo la I.a Guerra Mondiale

4 Dalmazia 1 All'inizio della I guerra Mondiale ( ), Zara - come il resto della Dalmazia - si trovava sotto la dominazione austriaca. Inghilterra, Francia e Russia, che sin dall'agosto 1914 erano scese in armi contro l'Austria-Ungheria, avevano patteggiato l'intervento dell'Italia al loro fianco garantendole in Dalmazia, a guerra finita, il possesso di Zara, di Sebenico, con le rispettive isole antistanti, oltre a quelle del Quarnero [Carnaro] ed al gruppo delle Curzolari. Doveva essere, almeno in parte, il ritorno di Roma sulla sponda orientale dell'Adriatico secondo quella proiezione che per secoli era stata di Venezia. I reciproci obblighi ed i rispettivi impegni fra le quattro Potenze dell'Intesa furono perfezionati e definiti con il Patto di Londra firmato il 26 aprile 1915, ma tenuto segreto. Nella seconda metà del 1915 i croati, quantunque da secoli parte integrante dell'Austria-Ungheria e fedeli combattenti contro le Potenze dell'Intesa sin dall'inizio del conflitto - come lo sarà durante tutta la guerra - costituirono in Francia ed in Inghilterra i cosiddetti "Comitati jugoslavi". Propagandando la liberazione delle "Nazionalità oppresse dall'Austria" svolsero un'abile azione presso le Cancellerie di Londra, Parigi (la Russia uscirà dalla guerra nel 1917), e Washington, per convincere gli Alleati della necessità di creare quel futuro Stato indipendente dei Serbi-Croati-Sloveni (S.H.S.) qualora l'Austria-Ungheria fosse stata sconfitta. Nel nuovo Stato doveva esser compresa l'intera Dalmazia e ciò in contrasto con le aspettative dell'Italia garantite dal Patto di Londra.

5 Veduta di Zara

6 Dalmazia 2 Il contrasto fra le due tesi divenne inevitabile quando, nel 1917, le condizioni territoriali del Patto di Londra furono pubblicate in Russia dal nuovo Governo dei Soviet. Lo scontro esplose durante la Conferenza della Pace. A Versailles, nel 1919, non fu possibile giungere ad alcuna intesa soprattutto per la posizione filo-slava assunta dagli Stati Uniti. In Italia furono mesi di estrema tensione. Il 12 settembre di quell'anno Gabriele d'Annunzio occupava Fiume. A Spalato nel luglio del 1920 venivano uccisi da nazionalisti jugoslavi Tommaso Gulli, comandante della R. Nave Puglia, stazionaria in quel porto con altre navi alleate, ed il motorista Aldo Rossi. In questa situazione l'Italia, nel novembre del 1920, stipulava direttamente con lo Stato S.H.S. il Trattato di Rapallo. Rinunciò alle isole ed ai territori della Dalmazia da lei già occupati in base alle clausole del Patto di Londra ed a stento riuscì a conservare Zara e l'isola di Lagosta.

7 La Domenica del Corriere, 11-18 Maggio 1919 , anno XXI n. 19
«Fiume ancora una volta proclama solennemente la sua indomabile italianità. La commovente, plebiscitaria dimostrazione dei fiumani , dopo la consegna dei poteri statali al rappresentante della Madre Patria» (Disegno di A. Beltrame)

8 Il secolo illustrato, anno VII, n.19, 1 ottobre 1919
«Gabriele d'Annunzio entra in Fiume. Fotografia presa alle ore del 12 settembre, a qualche metro dalla linea di sbarramento sorpassata dalla colonna di volontari in autocarri. Gabriele d'Annunzio è in divisa di tenente colonnello e gli occhiali di automobilista».

9 La Domenica del Corriere, 5-12 ottobre 1919 , anno XXI n. 40
«A Fiume. Una dimostrazione di cittadini e di volontari dinanzi al comando». (Disegno di A. Beltrame)

10 Fiume Palazzo del governo Proclamazione della reggenza del Carnaro

11 La rivolta di Fiume ebbe un carattere cosmopolita: tra gli uomini più vicini a D’Annunzio, attirò alcuni giovani che rappresentavano l’ala anticonformista e libertaria del fiumanesimo: Léon Kochnitzky, Ludovico Toeplitz, Henry Furst, Guido Keller, Mario Carli e Giovanni Comisso.

12 Gabriele D'Annunzio con Léon Kochnitzky, suo ministro degli Esteri

13 Léon Kochnitzky Nato a Bruxelles, nel 1892 da padre russo e madre polacca, musicista, letterato, appassionato dell’Italia e laureato a Bologna nel Ebreo convertito, nel 1919 conosce D’Annunzio a Roma. Lo seguirà a Fiume, dove diventerà capo dell’Ufficio relazioni esteriori. Simpatizzante della Russia dei soviet, cerca di imporre al fiumanesimo un carattere internazionalista e di sinistra, in antitesi al conservatorismo monarchico e nazionalista della destra conservatrice. Perduto l’appoggio di D’Annunzio per il suo utopismo rivoluzionario, dopo dieci mesi lascia Fiume. Testimonierà la sua esperienza nel Bal des Ardents ou les Saisons fiumanes, tradotto in italiano nel 1922 con il titolo La quinta stagione o i centauri di Fiume.

14 Henry Furst Nato a New York nel 1893 da famiglia di origine tedesca, stabilitosi a Roma per studiare, fu aiutante del regista Gordon Craig. Poiché conosce le lingue, entra nella segreteria di D’annunzio. Collocato nell’estrema sinistra, è convinto che il mondo debba andare verso il comunismo. Perduto anche lui l'appoggio di D’Annunzio, lascia Fiume e si trasferisce negli USA. Ritorna in Italia, legandosi agli intellettuali antifascisti, tra cui Montale. Dopo la guerra, assumerà pose da nostalgico, diventando collaboratore de “il Borghese”. Muore a La Spezia nel 1967.

15 Ludovico Toepitz de Grand Ry con la principessa Maria di Savoia e lo scrittore Emilio Cecchi negli Anni Trenta

16 Ludovico Toeplitz de Grand Ry
Nato a Genova nel 1893, figlio del banchiere ebreo Giuseppe, delegato della Banca commerciale, arriva Fiume nei primi giorni della rivolta, con la cognata Alessandra Porro (che, rimasta vedova, sposerà in seguito). Porta con sé mezzo milione di lire che gli italiani del Brasile hanno donato a D’Annunzio. Elegante e poliglotta, svolgerà le funzioni di Ministro degli esteri nella segreteria dannunziana. “Fondammo a Fiume l’anti Société del Nations, in opposizione all’iniquo Trattato di Versailles”. Dopo il fallimento dell’avventura fiumana, sposa la scrittrice futurista Maria Ginanni. Lavora nell’industria cinematografica, in Italia e a Londra. Con le leggi razziali del 1938, ripara in Belgio, fino alla fine della guerra. Giramondo alla ricerca di sempre nuove mete, nel 1950 finirà in India.

17 Guido Keller nel novembre 1920

18 Guido Keller, in una foto più tarda nei panni di Nettuno

19 Guido Keller Nato a Milano nel 1892, da antica famiglia elvetica, i Keller von Kellerer, barone, si distingue per le imprese aviatorie nella squadriglia di Francesco Baracca. Conosce D’Annunzio durante la guerra e ne diviene suo seguace, accompagnandolo durante al marcia su Fiume, con un importante ruolo logistico. Spirito bizzarro e guascone, sfida i nemici nel duello aereo, pratica il naturismo: prende il sole nudo, fa una dieta vegetariana, ama il contatto diretto con animali e piante. Indossa un pigiama e pantofole di foggia orientale: nella battaglia del Piave, porta con sé un teschio come portafortuna. L’atteggiamento è dinoccolato e trascurato, il contrario del portamento militare. Alleva un’aquila che porta il suo nome. Con Comisso, fonda la “Yoga”, società di “spiriti liberi”, impegnata a combattere la destra fiumana con la beffa e l’ironia. Dopo la firma del trattato di Rapallo (che stabilisce l’indipendenza di Fiume), due giorni dopo, il 14 novembre, vola su Roma, lanciando sul Vaticano una rosa bianca, sul Quirinale sette rose rosse, su Montecitorio un pitale (all’interno carote e rape): come predicava Apollinaire, rose all’avanguardia, merda ai passatisti della cultura. Dopo aver fallito diversi progetti, tra Turchia, Africa, Perù, squattrinato e deluso, rientra in Italia nel 1928, legandosi ai futuristi e richiamandosi al “diciannovismo”. Progetta una “città di vita”, residenza per artisti, avventurieri, esteti, senza leggi né tribunali, dove far rivivere le atmosfere fiumane. Muore nel 1929, in un incidente stradale nei pressi di Roma. E’ sepolto al Vittoriale, vicino a D’Annunzio.

20 Giovanni Comisso in divisa
nel 1915

21 Giovanni Comisso “La guerra per me … era più che altro andata in accordo con la mia giovinezza, così più che opprimermi mi aveva eccitato con un’ansia di sempre nuove avventure e di nuove azioni (Giorni di guerra, 1930)”. Nato a Treviso nel 1895, alla fine della guerra si trova a Fiume, tra le truppe interalleate d’occupazione. Si entusiasma subito all’atmosfera cosmopolita e senza regole della città. Entrato nell’entourage di D’Annunzio, si occupa della censura e delle intercettazioni. Si scontra spesso con gli ufficiali di più alto grado, che intendono imporre gerarchie e disciplina, mentre familiarizza con i più giovani e di grado inferiore. Diventa subito amico inseparabile di Guido Keller. Insieme progettano feste in costume, vita comunitaria (l’estate va ad abitare in una villa sulla collina di Fiume, tra amici di diversi paesi del mondo). Fonda con Keller, la “Yoga”, animandone la rivista omonima. Sull’esperienza fiumana, scrive il suo primo romanzo, Il porto dell’amore. Morirà nel 1969.

22 La testa di ferro Libera voce dei Legionari di Fiume Numero 1.

23 Mario Carli nel 1920

24 Mario Carli Nato a Sansevero in Puglia, nel 1888, aspirante futurista e avanguardista (scrive le liriche Notti filtrate, 1918), dandy ed irascibile, fu in un reparto di arditi durante al guerra. A fianco di Marinetti, fonda i fasci di combattimento, favorevole alla collaborazione tra avanguardia, sindacalismo, socialismo e anarchismo, rifiuta di collaborare con i nazionalisti e i clericali. Fuggito da Cremona, dove si trova per punizione (da soldato in congedo non poteva occuparsi di politica!) raggiunge Fiume travestito da attore. Esponente della sinistra fiumana, lancia “La testa di ferro”, da cui dialoga con anarchici e bolscevichi. Divenuto per il suo estremismo un elemento scomodo, viene invitato a trasferirsi a Milano. Lascia i suoi ricordi di fiumano nel romanzo Trillirì, uscito nel 1922 e in Con D’Annunzio a Fiume (1920). E’ proprio a Fiume che avviene il suo allontanamento da Mussolini: al congresso di maggio del 1920 esce dal partito insieme a Marinetti. Programma un attentato a Milano per far saltare la centrale elettrica. Incarcerato e processato, diverrà monarchico, diventando negli anni successivi, un intransigente del fascismo. Divenuto diplomatico del regime, in Brasile e in Grecia, morirà a Roma nel 1935.

25 Mino Somenzi Fiume 27 novembre 1919

26 Mino (Stanislao) Somenzi
Affianca Keller e Comisso nell’impresa dello “Yoga”. Nato in provincia di Mantova nel 1899, granatiere durante la guerra, D’Annunzio lo incarica di erigere in una piazza di Fiume un monumento all’àncora. Partecipe del movimento futurista, affianca negli Anni Trenta Marinetti nel difendere l’arte moderna dagli attacchi della destra fascista. A Fiume cura la pubblicazione de «Il ballo di s. Vito», primo quaderno dello “Yoga”, dedicato a Gabriele D’Annunzio, «Vita e Vittoria!». Muore a Roma nel 1948.

27 Bibliografia Claudia Salaris, Alla festa della rivoluzione. Artisti e libertari con D'Annunzio a Fiume , Il Mulino, Bologna, 2002, pagg. 225


Scaricare ppt "Alla festa della rivoluzione"

Presentazioni simili


Annunci Google