Didattica generale 10-11 ottobre 2016
Affrontare un problema educativo Il cyberbullismo oggi: e se dovessimo gestire un progetto educativo per affrontare questo problema? Di quali strumenti progettuali abbiamo bisogno? Una visione complessiva del processo educativo (non ancora il progetto) e degli attori che contribuiscono Una visione sul sistema che deve entrare in azione Individuare il problema, conoscerlo Un pensiero pedagogico Indicazioni per progettare (un modello e dei dispositivi che siano in grado di costituire un’esperienza diversa ma generativa anche per altre situazioni, un metodo per realizzare la mediazione educativa)
Processo educativo È muticomponenziale (apetti logico-razionali ed emotivo-relazionali) È multidirezionale (in senso verticale lungo l’arco della vita e in senso orizzontale, nei vari campi di esperienza) È multidimensionale (si trasforma sia sincronicamente in virtù di particolari episodi, sia diacronicamente attraverso diversi episodi nel tempo)
Comunità « educante » Quali possono essere? La scuola, la famiglia, le associazioni (scouts, AC…)….. Il potere dei contesti informali Il peer to peer education Le comunità in rete: una comunità reale a tutti gli effetti, pervasiva, ingovernabile Il bisogno di ripensare una cittadinanza negli spazi reali e digitali La crisi è nel tessuto culturale, educativo, formativo, non nella singola istituzione Verso una comunità sociale che si educa
Knotworking per la progettualità educativa Tra il lavoro di rete e il gruppo di lavoro L’intreccio fra relazioni in presenza e on line divengono lo sfondo nel quale matura il progetto educativo, si attiva la devoluzione soggettiva e la sinergia delle agenzie educative Non tutto può essere previsto inizialmente ma sono definite le finalità, la rete iniziale dalla quale prende avvio il progetto Sistema formativo integrato come nuova frontiera dell’educazione (Frabboni, 1989)
Disagio sociale Rappresenta una condizione legata a percezioni soggettive di malessere. Il disagio si sente, non necessariamente si vede. Quando assume un valore « importante » incide sulla personale percezione di potenzialità e induce atteggiamenti di critica pesanti verso se stessi È uno stato normale nella pre-adolescenza, nell’adolescenza, ma prosege anche oltre. Sintomi sono un disallineamento tra sentimenti e positività, proiezione nel futuro.
La devianza Sono comportamenti devianti quelli che si pongono negativamente rispetto alla norma, sia essa morale, sociale, politica o culturale Devianza inizialmente connessa a soggetti che provengono da contesti sociali degradati (deprivazione, esclusione) Oggi vi è una devianza del ceto medio, giovani incensurati la cui condotta tende ad uniformarsi ad un sistema di illegalità diffusa in un contesto di relativismo morale (relativizzazione dei sistemi di significato) e di crisi della legalità (è connessione per la relazione sociale). Bullismo, ultras, uso di sostanze psicoattive, disagio psichico
La marginalità Soggetti che si trovano a vivere al margine di una comunità, di situazioni, non viè uno stato perenne di marginalità Frammentazione delle esperienze che non consentono di procedere verso un’autoprogettualità, un’identità
La differenza: uno sfondo Ci si forma nelle differenze: far spazio agli altri mentre costruiamo noi stessi Valorizzare le differenze è una postura educativa ineludibile, si tratta di conoscere, di capire Sviluppare un pensiero che sappia ragionare con la differenza e nella differenza Decentramento cognitivo e decentramento affettivo, empatia SCOPO: mettere fuori gioco gli stereotipi, i luoghi comuni che portano alla discriminazione Realizzare comportamenti cooperativi e collaborativi, forme di pensiero aperte alle diversità
I media nel processo educativo Si apprende per ripetizione, per esperienza, per imitazione (immedesimazione e relazione empatica) I media come luogo per costruirsi un’identità (narrazioni, rispecchiamento attraverso i feed back…). Cambiamento da una protezione dell’intimità all’estimità, condivisione di tutto Che mantiene la relazione sempre attiva e presente Dove si comunica in un determinato gergo (p. 124)
Per l’educatore Attuare processi di ricerca critico-analitici e interpretativi Rinvenire elementi di originalità, di divergenza positiva sui quali costruire dispositivi ispirati dalla valorizzazione Favorire momenti di incontro « altro » dove le differenze possano costituire un valore aggiunto.
Finalità per la Qualità della vita Sviluppo personale Avere dei diritti Inclusione sociale Relazioni interpresonali Benessere emotivo Benessere fisico Benessere materiale L’autodeterminazione
Progettare Considerare l’interazione sincronica e diacronica tra le dimensioni che strutturano l’esperienza educativa: La dimensione materiale (gli spazi, arredi,, tempi e loro articolazione, gli oggetti e la loro funzione di mediazione, i corpi e la loro gestualità, le posture e i movimenti) La dimensione simbolica (i rituali, le metafore, i significati) La dimensione relazionale (gli affetti e le loro dinamiche, le dinamiche duali e gruppali) La dimensione procedurale (i mezzi, gli strumenti, le procedure, le tecniche).
Fasi INDAGINE INIZIALE Confronto con l’educando e con la rete Esplorazione dei domini della qualità della vita INTERPRETAZIONE E SINTESI Sintesi dal punto precedente Individuazione dei domini della qualità della vita su cui lavorare NEGOZIAZIONE CONDIVISIONE Negoziazione dei domini con gli educandi e co-negoziazione del progetto di vita Discussione con la rete delle agenzie per armonizzare gli interventi ARTICOLAZIONE DEL PERCORSO DIDATTICO Negoziazione con l’educando Organizzazione dei dispositivi