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La gestione della classe plurilingue – dalla rilevazione delle competenze linguistico-comunicative allo sviluppo delle competenze disciplinari Francesca.

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1 La gestione della classe plurilingue – dalla rilevazione delle competenze linguistico-comunicative allo sviluppo delle competenze disciplinari Francesca Gallina, Simone Casini Università per Stranieri di Siena Perugia, marzo-aprile 2010

2 Programma del corso Introduzione al corso. Normativa e linee guida di riferimento europee e italiane e loro potenziali ripercussioni La gestione della classe plurilingue: le indicazioni della linguistica acquisizionale Il contributo dell’approccio interculturale Verso una didattica acquisizionale integrata

3 Obiettivi attuale condizione di contatto linguistico presente nella scuola e nelle società contemporanee gestione del contatto in relazione all’insegnamento / apprendimento dell’italiano L2 gestione del “nuovo” plurilinguismo

4 Parole chiave contatto linguistico scuola
italiano, italiano L2, italiano di contatto, lingue (di origine) 4

5 Parole chiave contatto linguistico language contact (Weinreich, 1953)
spazio linguistico (Wittgenstein, De Mauro) 5

6 Parole chiave scuola ruolo e funzioni in relazione all’educazione linguistica 6

7 Le azioni didattiche promosse nella scuola italiana
testimonianza della capacità di risposta creativa da parte degli insegnanti (soprattutto di italiano L1 o lingue straniere) alla emergenza formativa causata dall’ingresso di alunni stranieri nelle loro classi, che li ha visti trasformarsi in maestri di lingua carenza della loro preparazione glottodidattica scarsa abitudine a cooperare, a mettersi in discussione, a fare rete con i propri colleghi. 7

8 Materiali didattici paradigma della fotocopiatrice
a partire dagli anni ’80 è strumento didattico più utilizzato dai docenti per la costruzione di unità di lavoro, moduli e percorsi, rielaborando il materiale esistente o creandone di nuovo. prodotto materiali grigi, cioè “prodotti didattici realizzati dai docenti, con bassa strutturazione editoriale e un aspetto grafico-tipografico non guidato da competenze tecnico professionali” Creativi, ma frutto delle necessità temporanee e contingenti legate al singolo o ai singoli apprendenti. non proposti alla discussione fra docenti, alla verifica intersoggettiva, e non disseminati nell’ottica di sfruttamento delle buone pratiche. 8

9 Due gravi carenze nel sistema formativo italiano
la mancanza di preparazione degli insegnanti curricolari nella didattica dell’italiano come L2 la scarsa propensione e abitudine da parte degli insegnanti in Italia a mettere in rete il proprio lavoro, di condividere con altri, discutere e verificare quanto realizzato. perdita di esperienze e attività che, molte volte, si sono dimostrate di una forte carica innovativa e adeguate a rispondere non solo a esigenze temporanee, ma replicabili 9

10 Parole chiave italiano italiano LS italiano L2
italiano di contatto (Freddi, 1987; MPI, 2001; Vedovelli, 2002) lingue insegnate (solo inglese?) lingue di minoranza (storica o immigrate), lingue di origine 10

11 Quali lingue di origine per gli alunni di famiglia straniera o mista?
Per i giovanissimi alunni di famiglia straniera - l’italiano non è né lingua madre (cioè lingua dell’identità primaria) né lingua straniera o seconda (cioè oggetto di acquisizione successiva al processo primario di sviluppo della competenza linguistica) - l’italiano entra nella coscienza e nell’identità linguistica a costituire un continuum con altri idiomi: la lingua (le lingue) dell’ambiente familiare i dialetti continuum di idiomi: competenza plurima 11

12 Quali lingue di origine per gli alunni di famiglia straniera o mista?
l’italiano crea un ambiente di contatto dove l’individuo costruisce e ricostruisce la propria identità, innanzitutto linguistica Il contatto, l’interferenza e il miscuglio vanno visti come elementi positivi, fonti di ricchezza identitaria ed espressivo-comunicativa (Baker-Eversley, 2000) 12

13 In Italia: alcuni dati immigrati, tra il 6,5-7,2% della popolazione minori, di cui circa nel sistema scolastico, 7% della popolazione scolastica ‘di cittadinanza non italiana’ Processi migratori sempre più stanziali (Caritas, 2009)

14 Caritas (2009: 3) Si tratta di alunni “stranieri” per modo di dire, perché quasi 4 su 10 (37%) sono nati in Italia e di questo Paese si considerano cittadini. Per costoro la lingua, spesso invocata come motivo di separazione, non costituisce un ostacolo; e così potrebbe essere anche per i ragazzi ricongiunti nel corso dell’anno, a condizione di potenziare le misure di sostegno per l’apprendimento dell’italiano.

15 Caritas (2009: 3) Questi giovani condividono con i coetanei italiani comportamenti, gusti, consumi, incertezze esistenziali. Differenze si riscontrano, invece, nel percorso scolastico, a causa di problemi di ritardo, dispersione, insuccesso, specialmente nella scuola secondaria superiore: ragionando in termini di sistema per il futuro del Paese, bisognerà ridurre questo svantaggio, dotando la scuola dei mezzi e del personale necessari.

16 Straniero / immigrato / cittadino non italiano
Ambiguità nella definizione di alunni di cittadinanza non italiana (MIUR, ) straniero / immigrato (ISTAT, 2004, 2009) 16

17 Straniero / immigrato / cittadino non italiano
Note metodologiche p. 17, Miur, aprile 2009 Istat 2009, Cittadino straniero residente (in Italia) Persona con cittadinanza straniera o apolide iscritta all’anagrafe di un comune italiano 17

18 Straniero / immigrato / cittadino non italiano
Nei dati MIUR sfugge chi ha già la nazionalità del paese di arrivo, come i figli di coppie miste, gli emigranti con cittadinanza italiana che tornano dall’estero, i bambini adottati, gli alunni nomadi nati in Italia che hanno acquisito la cittadinanza italiana. + apolidi e alunni con doppia cittadinanza 18

19 Dati quantitativi nell’anno scolastico 1995/96 si contavano circa presenze nell’anno scolastico : 6,4% del totale degli alunni corrispondenti a unità, nel erano 5,6% ( ) circa il 40% nella scuola primaria Umbria: 11,4% (13.688) alunni stranieri - 78,1% infanzia, 41,5% primaria, 14,1% sec. I g., 4,1% sec. II g. (MPI, 2008, Gli alunni stranieri nel sistema scolastico italiano , Luglio 2008; MIUR, 2009, Alunni con cittadinanza non italiana, aprile 2009) 19

20 Dati quantitativi a.s. 2008-09: 7% - 628.971 alunni (+9,5%)
8,3% primaria, 7,9% sec. I g. , 4,8% sec. II g., 7,6% infanzia nati in Italia (34,7%) : 45,2% primaria, 73,3% infanzia, 17,8% medie, 6,18 superiori Umbria: 12,2% 4% di scarto negativo degli esiti; irrilevante nella primaria, -15,8% sec. II g. (Caritas, 2009)

21 Romania, Albania, Marocco, Cina, Ecuador
Dati quantitativi situazione e distribuzione non omogenee sul territorio nazionale la presenza di studenti di origine straniera è più elevata nelle regioni del Nord e del Centro istituzioni scolastiche dove supera il 20% dell’intera popolazione. la tipologia delle presenze evidenzia un paesaggio scolastico caratterizzato dalla molteplicità delle cittadinanze. A fronte di scuole a forte concentrazione, ma omogenee per il tipo di presenze, la maggioranza di esse si caratterizza per la pluralità delle provenienze degli alunni stranieri. Romania, Albania, Marocco, Cina, Ecuador (Miur 2009: 62) 21

22

23 Quali conseguenze per la gestione di una scuola?
Conoscenza e lettura delle fonti, statistiche e normative Analisi della situazione nazionale / regionale / locale Quali soggetti coinvolti? Quali conseguenze per il contatto linguistico?

24 Tema centrale è appunto quello linguistico, che spazia dal necessario apprendimento della lingua della società ospite a quello del mantenimento della lingua di origine Politica europea: sostegno alla diversità delle lingue presenti sul territorio Sono escluse le lingue immigrate (CoE, 2001; Action Plan, ; Extra, Yağmur, 2004)

25 Quindi, per superare le ambiguità
Se si operasse invece una ricognizione delle lingue presenti nei repertori di origine degli alunni, si otterrebbe una fotografia molto più precisa del grado di plurilinguismo presente, e si evidenzierebbero non le sole lingue ufficiali dei paesi di origine, ma anche le altre varietà linguistiche.

26 Dopo il 1989, 1993… negli anni successivi…
importanza di una educazione interculturale presenza di alunni stranieri nella scuola come a un “problema” e, di fronte al problema, si parla di “emergenza formativa” 26

27 La normativa italiana C.M. 8/9/1989, n. 301, una circolare dell’allora Ministero della Pubblica Istruzione “Inserimento degli alunni stranieri nella scuola dell’obbligo. Promozione e coordinamento delle iniziative per l’esercizio del diritto allo studio”. documento fortemente innovativo, contiene in nuce gli elementi necessari per impostare una azione didattica basata sul rispetto dei diritti degli individui, e quindi del multilinguismo e della multiculturalità

28 C.M. 8/9/1989, n°. 301 si riconosce già la presenza degli alunni stranieri/immigrati nelle classi come un fatto strutturale e destinato a incrementare quantitativamente: Mai usate le espressioni “emergenza, emergenza formativa, o problema”, ma si promuove la realizzazione di interventi strutturali. il diritto all’uguaglianza nelle opportunità formative, sancito dalla legge italiana e dalle direttive europee (art. 14 del R.D. 4 maggio 1925, n. 653, poi nella Costituzione e nella Dichiarazione dei diritti del fanciullo, ONU 20 novembre 1959 e D.P.R. 10 settembre 1982, n. 722, in attuazione della direttiva CEE n. 77/486 sulla formazione scolastica dei figli dei lavoratori migranti, e nella Legge 30 dicembre 1986, n. 943, "Norme in materia di collocamento e di trattamento dei lavoratori extra comunitari e contro le immigrazioni clandestine”).

29 C.M. 8/9/1989, n°. 301 viene evidenziata come essenziale la scolarizzazione dei giovani immigrati nella fascia dell’obbligo, siano questi ultimi figli di immigrati regolarmente presenti in Italia, sia non in possesso dei requisiti di regolarità. si consigliano poi “interventi intesi a garantire alla generalità degli immigrati l´esercizio del diritto allo studio ed a valorizzare le risorse provenienti dall’apporto di culture diverse nella prospettiva della cooperazione fra i popoli nel pieno rispetto delle etnie di provenienza”.

30 C.M. 8/9/1989, n°. 301 La garanzia di promozione sociale per gli immigrati attraverso la scolarizzazione evidenziando che gli interventi formativi non devono semplicemente essere finalizzati all’acquisizione di una competenza di base, ma ad accrescere i livelli culturali degli immigrati e qualificare la loro partecipazione alla vita della comunità. sviluppo della competenza linguistica come condizione di possibilità per l’inserimento sociale e professionale: una competenza linguistica adeguata consente di inserirsi in contesti di socializzazione complessi e non marginali, e questi attivano processi che consentono alla competenza di svilupparsi ulteriormente. assegnazione degli alunni stranieri nelle classi, che, in base al D.P.R. n. 722 devono essere "iscritti alla classe della scuola dell’obbligo successiva, per numero di anni di studio, a quella frequentata con esito positivo nel Paese di provenienza".

31 C.M. 8/9/1989, n°. 301 1) si riconosce la centralità della questione linguistica, sia essa considerata dal punto di vista dell’apprendimento della lingua italiana, requisito necessario per l’inserimento e la promozione sociale, sia del mantenimento delle lingue di origine, strumento per la formazione dell’identità; 2) si auspica il rispetto delle differenze, al fine di consolidare la convivenza, attraverso la conoscenza reciproca (da parte degli italiani e degli stranieri) delle lingue e delle culture;

32 C.M. 8/9/1989, n°. 301 3) si pone al centro dell’azione didattica il riconoscimento delle conoscenze pregresse degli alunni (sia italiani sia stranieri), al fine di costruire percorsi personalizzati di apprendimento; 4) si rileva la necessità di formare del personale docente con competenze adeguate, riconoscendo la necessità di percorsi formativi peculiare per i docenti di L2, che comunque dovrebbero anche, auspicabilmente, conoscere le lingue e le culture dei propri allievi; 5) si sottolinea l’importanza di un coordinamento a livello territoriale anche con enti diversi da quelli istituzionali, al fine di esaltare le singole competenze e di “metterle in rete”, a disposizione di tutti gli operatori.

33 C. M. 205/1990 “La scuola dell'obbligo e gli alunni stranieri
C.M. 205/1990 “La scuola dell'obbligo e gli alunni stranieri. L'educazione interculturale.” dopo legge sull’immigrazione (legge Martelli - 28 febbraio 1990, n. 39) centralità della questione linguistica, sottolineando ancora l’opportunità della realizzazione di prove atte a verificare il livello di conoscenza, soprattutto della lingua italiana, “piuttosto che in funzione selettiva, ai fini della programmazione mirata alle attività didattiche”. sperimentazione di periodi di presenza degli alunni stranieri nelle classi alternati a momenti di applicazione e attività di laboratorio linguistico in gruppi di soli stranieri "valorizzazione della lingua e cultura d'origine“ per la prima volta il concetto di educazione interculturale, considerata come condizione strutturale della società multiculturale

34 C.M. 205/1990 Si auspica la realizzazione di progetti di educazione interculturale validi allo stesso tempo per gli alunni italiani e per gli alunni stranieri, che facciano assumere al compito educativo il “carattere specifico di mediazione fra le diverse culture di cui sono portatori gli alunni: mediazione non riduttiva degli apporti culturali diversi, bensì animatrice di un continuo, produttivo confronto fra differenti modelli”. Il rispetto della “diversità culturale” come fondante di una convivenza che si ispiri ai principi della democrazia, la diversità “deve essere pensata quale risorsa positiva per i complessi processi di crescita della società e delle persone”. “l’obiettivo primario dell'educazione interculturale si delinea come promozione delle capacità di convivenza costruttiva in un tessuto culturale e sociale multiforme. Essa comporta non solo l'accettazione ed il rispetto del diverso, ma anche il riconoscimento della sua identità culturale, nella quotidiana ricerca di dialogo, di comprensione e di collaborazione, in una prospettiva di reciproco arricchimento”.

35 C.M. 205/1990 Per prevenire “il formarsi di stereotipi e pregiudizi nei confronti di persone e culture ed a superare ogni forma di visione etnocentrica, realizzando un’azione educativa che sostanzia i diritti umani attraverso la comprensione e la cooperazione fra i popoli nella comune aspirazione allo sviluppo e alla pace” (v. anche la pronuncia del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione del 24/3/1993, “Razzismo e antisemitismo oggi: il ruolo della scuola”). L’educazione interculturale è considerata come lo strumento educativo più efficace per promuovere il rispetto e la convivenza pacifica, dal momento che implica una conoscenza e comprensione reciproca.

36 Pronunciamento del Consiglio nazionale per la Pubblica Istruzione, 15/6/1993 “Pronuncia di propria iniziativa in merito alla tutela delle minoranze linguistiche” “una lingua è molto più di un insieme di suoni, di caratteri, parole, grammatica. Una lingua contiene la memoria collettiva di una comunità”. vengono riconosciute come minoranze linguistiche anche le “nuove lingue” portate dagli immigrati, anche se, per il fatto di essere piuttosto “remote” da noi, sono meno importanti da capire e studiare rispetto alle minoranze storiche. si attribuisce lo status di minoranza anche alle lingue immigrate.

37 C.M. 2/3/1994 n.73 Proposte e iniziative per l'educazione interculturale Dialogo interculturale e convivenza democratica. L'impegno progettuale della scuola l'educazione interculturale non si esaurisce nei problemi posti dalla presenza di alunni stranieri a scuola, ma si estende alla complessità del confronto tra culture, nella dimensione europea e mondiale dell'insegnamento l'educazione interculturale nelle sue articolazioni costituisce la risposta educativa alle esigenze delle società multiculturali nella ricerca sull'intercultura, si richiama la consapevolezza della propria identità e delle proprie radici come base essenziale per il confronto; d'altra parte si sottolinea, di questa identità, la struttura composita

38 C.M. 2/3/1994 n.73 alla luce del principio della "valorizzazione della diversità", il modello di "integrazione" si svolge in quello di interazione, che implica il coinvolgimento degli alunni italiani e stranieri in progetti interculturali comuni l'insegnamento linguistico richiede una progettazione didattica specifica in relazione alle singole situazioni di bilinguismo nel contesto dei programmi di educazione linguistica rivolti alla totalità degli alunni le attività di confronto richiedono misura ed attenzione alle sensibilità individuali. Non si tratta di enfatizzare la qualità di "straniero", ma piuttosto di accoglierlo nell'"ordinario" della vita scolastica in una società pluralista tale criterio certamente non esclude la necessità di taluni momenti formativi metodologicamente diversificati e qualificati, per superare particolari situazioni e favorire il massimo sviluppo delle potenzialità esistenti

39 C.M. 2/3/1994 n.73 per la scuola elementare l'organizzazione modulare comporta un uso mirato e flessibile delle risorse e consente di ottimizzare gli interventi, adeguandoli alle specifiche esigenze degli alunni, configurando una Scuola meglio capace di recepire la diversità. In particolare, le disposizioni previste dall'art.9 della legge di riforma permettono un efficace utilizzo della contemporaneità, che si traduce operativamente nella realizzazione di interventi individualizzati e di lavori di gruppo idonei a rimuovere le situazioni di difficoltà e di svantaggio. l'insegnamento individualizzato e le classi aperte previste dalla legge n. 517 del (articolo 2) possono costituire una prima risposta alle esigenze di integrazione dell'alunno straniero e, in particolare, alla richiesta di momenti specifici di "rinforzo" linguistico.

40 Legge N°. 40/98 sull’immigrazione
garantisce il diritto e il dovere per i minori, inclusi i figli dei clandestini, di seguire un percorso scolastico 40

41 Altra legislazione D.P.R. 394/1999: diritto/dovere all’istruzione per tutti; iscrizione in qualsiasi momento dell’anno C.M. 155/2001: fondi per docenti di scuole con >10% alunni stranieri C.M. 160/2001: attivazione corsi per minori e famiglie accogliendo le differenze come valore

42 “Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri” (marzo 2006)
l’estrema rapidità temporale in cui la scuola si è trovata a fronteggiare l’ingresso degli alunni stranieri (!) la disomogeneità nel territorio italiano della presenza del fenomeno, che ha spinto ad adottare risposte differenziate una visione più etnocentrica e meno mirata alla valorizzazione della diversità linguistica nella scuola 42

43 Pone al centro educazione interculturale
“Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri” (marzo 2006) Pone al centro educazione interculturale Propone distribuzione equilibrata delle iscrizioni tra scuole e eterogeneità delle cittadinanze in classe

44 Area educativo-didattica: Colloquio con alunno e famiglia
“Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri” (marzo 2006) Area educativo-didattica: Colloquio con alunno e famiglia Accertamento dei livelli di competenza per l’inserimento fermo restando il criterio dell’età Immersione nel gruppo classe facilita l’apprendimento del linguaggio funzionale (eccezione solo per progetti didattici specifici es. apprendimento dell’italiano L2)

45 “Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri” (marzo 2006)
Insegnamento dell’italiano e altri apprendimenti linguistici: Promuovere una buona competenza nell’italiano parlato e scritto Attività di laboratorio linguistico, percorsi e strumenti per l’insegnamento intensivo dell’italiano Apprendimento e sviluppo dell’italiano L2 al centro dell’azione didattica, tutti gli insegnanti coinvolti Plurilinguismo europeo può rispondere alle esigenze dei ragazzi immigrati Lingue d’origine sono risorse per lo sviluppo cognitivo e affettivo

46 universalismo dei diritti dei minori scuola comune per tutti
La via italiana per la scuola interculturale e l’integrazione degli alunni stranieri - Osservatorio nazionale per l’integrazione degli alunni stranieri e per l’educazione interculturale Ottobre 2007 Principi: universalismo dei diritti dei minori scuola comune per tutti centralità della persona in relazione con l’altro intercultura: scuola del pluralismo

47 La via italiana per la scuola interculturale e l’integrazione degli alunni stranieri -2007
Italiano L2 fase organizzativa per individuare modelli organizzativi, definire i ruoli dei facilitatori linguistici, elaborare e acquistare materiali a strumenti fase ‘glottodidattica’ definizione di un modello di competenza comunicativa di base e per lo studio, diffusione di strumenti per la definizione dei livelli di competenza in riferimento al QCER, elaborazione e diffusione di modelli operativi, formazione ai docenti e sensibilizzazione di tutti i docenti sui problemi della facilitazione nella comprensione dell’italiano

48 Valorizzazione del plurilinguismo È opportunità per tutti gli alunni
La via italiana per la scuola interculturale e l’integrazione degli alunni stranieri -2007 Valorizzazione del plurilinguismo È opportunità per tutti gli alunni Includere le lingue delle collettività più numerose nell’offerta formativa Mantenimento della L1 è diritto e strumento di crescita cognitiva con risvolti positivi su apprendimento dell’italiano L2 e altre lingue straniere studiate a scuola

49 Mozione 1-00033 Cota, 14 ottobre 2008 – Accesso studenti stranieri
Premesso che il crescente fenomeno dell'immigrazione ha modificato sensibilmente il modello organizzativo del sistema scolastico italiano; l'elevata presenza di alunni stranieri nelle singole classi scolastiche della scuola dell'obbligo determina difficoltà oggettive d'insegnamento per i docenti e di apprendimento per gli studenti; [per quali destinatari? provenienza/cittadinanza/stanzialità vs competenza linguistica; per quale fascia di età?] 49

50 Mozione 1-00033 Cota, 14 ottobre 2008 – Accesso studenti stranieri
Premesso che il diverso grado di alfabetizzazione linguistica si rivela, quindi, un ostacolo per gli studenti stranieri che devono affrontare lo studio e gli insegnamenti previsti nei programmi scolastici, e per gli alunni italiani che assistono a una «penalizzante riduzione dell'offerta didattica» a causa dei rallentamenti degli insegnamenti dovuti alle specifiche esigenze di apprendimento degli studenti stranieri; [saper leggere e scrivere vs sviluppo di competenza in it. Anche in altre lingue?; non tener conto della ricerca su questi temi] 50

51 Mozione 1-00033 Cota, 14 ottobre 2008 – Accesso studenti stranieri
Premesso che tale situazione è ancora più evidente nelle classi che vedono la presenza di studenti provenienti da diversi Paesi [è la norma], le cui specifiche esigenze personali sono anche caratterizzate dalle diversità culturali del Paese di origine, tanto da indurre gli insegnanti ad essere più tolleranti e meno rigorosi in merito alle valutazioni volte a stabilire i livelli di competenza acquisiti dagli alunni stranieri e italiani sulle singole discipline; 51

52 Mozione 1-00033 Cota, 14 ottobre 2008 – Accesso studenti stranieri
Premesso che tale situazione è determinata dalla crescita degli alunni stranieri nel triennio intensificatasi anche per effetto dei provvedimenti di regolarizzazione (legge n. 189 del 2002 e legge n. 222 del 2002); [non differenzia neoarrivati da residenti da lungo tempo; non tiene conto dei ricongiungimenti come fattore di stabilità e di investimento nel progetto migratorio e formativo] 52

53 Mozione 1-00033 Cota, 14 ottobre 2008 – Accesso studenti stranieri
Premesso che presenza non omogenea sul territorio esiti scolastici la presenza di minori stranieri nella scuola si inserisce come fenomeno dinamico [!!??] in una situazione in forte trasformazione a livello sociale, culturale, di organizzazione scolastica: globalizzazione, europeizzazione e allargamento dell'Unione europea, processi di trasformazione nelle competenze territoriali (decentramento, autonomia ed altro), trasformazione dei linguaggi e dei media della comunicazione, trasformazione dei saperi e delle connessioni tra i saperi, processi di riforma della scuola; 53

54 Mozione 1-00033 Cota, 14 ottobre 2008 – Accesso studenti stranieri
Premesso che la scuola italiana deve quindi essere in grado di supportare una politica di «discriminazione transitoria positiva», a favore dei minori immigrati, avente come obiettivo la riduzione dei rischi di esclusione; 54

55 Mozione 1-00033 Cota, 14 ottobre 2008 – Accesso studenti stranieri
Premesso che la maggior parte dei Paesi europei ha costruito luoghi d'apprendimento separati per i bambini immigrati, allo scopo di attuare un percorso breve o medio di alfabetizzazione culturale e linguistica del Paese accogliente. La presenza di bambini stranieri, ma anche nomadi o figli di genitori con lo status di rifugiati politici, implica l'aggiunta di finanziamenti e di docenti, e l'organizzazione di classi di recupero successive o contemporanee all'orario normale, di classi bilingue, oppure con la presenza di assistenti assunti a tal fine; 55

56 Mozione 1-00033 Cota, 14 ottobre 2008 – Accesso studenti stranieri
Premesso che le sopraccitate analisi sugli esiti scolastici sono importanti poiché consentono di comprendere determinate categorie di alunni per i quali l'obiettivo, oltre a quello degli apprendimenti, è anche quello dell'integrazione del sistema scolastico e del sistema sociale; [sono apprendimenti distinti?] 56

57 Mozione 1-00033 Cota, 14 ottobre 2008 – Accesso studenti stranieri
Premesso tutto questo, la Camera impegna il Governo a a rivedere il sistema di accesso degli studenti stranieri alla scuola di ogni ordine e grado, favorendo il loro ingresso previo superamento di test e specifiche prove di valutazione; [di che tipo? su conoscenze linguistiche? da chi sarebbero prodotte? cosa vogliono testare? In che lingua? come testare in italiano alunni non italofoni?] 57

58 Mozione 1-00033 Cota, 14 ottobre 2008 – Accesso studenti stranieri
Premesso tutto questo, la Camera impegna il Governo a a istituire classi di inserimento che consentano agli studenti stranieri che non superano le prove e i test sopra menzionati di frequentare corsi di apprendimento della lingua italiana, propedeutiche all'ingresso degli studenti stranieri nelle classi permanenti; [con quanti alunni? per età? per livello? con quali contenuti? in quali lingue?] 58

59 Mozione 1-00033 Cota, 14 ottobre 2008 – Accesso studenti stranieri
a non consentire in ogni caso ingressi nelle classi ordinarie oltre il 31 dicembre di ciascun anno, al fine di un razionale ed agevole inserimento degli studenti stranieri nelle nostre scuole e a prevedere, altresì, una distribuzione degli stessi proporzionata al numero complessivo degli alunni per classe, per favorirne la piena integrazione e scongiurare il rischio della formazione di classi di soli alunni stranieri; [rischio di dispersione scolastica, ad es. nella scuola secondaria di I e II grado; rischio di esclusione per chi arriva dopo il 31 dic. e parla italiano; esclude chi più ha bisogno di stare con italofoni] 59

60 Mozione 1-00033 Cota, 14 ottobre 2008 – Accesso studenti stranieri
Premesso tutto questo, la Camera impegna il Governo a a favorire, all'interno delle predette classi di inserimento, l'attuazione di percorsi monodisciplinari e interdisciplinari, attraverso l'elaborazione di un curricolo formativo essenziale, che tenga conto di progetti interculturali, nonché dell'educazione alla legalità e alla cittadinanza [che significa curriculo formativo essenziale? in quale lingua sono dait i contenuti di tali percorsi? solo educazione civica?] 60

61 C.M. 2/2010 514 scuole (367 al nord) con > 30%
Classi con alunni con livelli di scolarizzazione fortemente disomogenei sono fattore oggettivo di rischio di insuccesso formativo per tutti [risultati non sono univoci]

62 C.M. 2/2010 Criticità rilevate: dispersioni, abbandoni, ritardi
conoscenza della lingua it. assente o padroneggiata a livelli notevolmente differenti possesso della “nuova” lingua più come spontaneo registro utile alla “comunicazione” quotidiana che non come strumento per lo studio necessità di moduli di apprendimento e percorsi formativi differenziati soprattutto nelle superiori presenza di culture differenti nelle comunità straniere e loro impatto sulla cultura italiana

63 C.M. 2/2010 fissare limiti massimo di presenza nelle singole classi di studenti stranieri con ridotta conoscenza della lingua italiana 30% dal in modo graduale [perché 30%? studi all’estero] può essere innalzato se gli alunni sono già in possesso delle adeguate competenze linguistiche o viceversa ridotto [chi valuta competenza? Quale competenza?]

64 C.M. 2/2010 moduli intensivi, laboratori linguistici, percorsi personalizzati di lingua italiana per gruppi di livello in orario curriculare e non progetti mirati all’insegnamento della lingua italiana come lingua seconda inserimento nella scuola per i neoarrivati per attività finalizzate a un rapporto iniziale sia con la lingua italiana sia con le pratiche e le abitudini della vita scolastica ovvero di frequentare un corso intensivo propedeutico all’ingresso nella classe di pertinenza utilizzo delle 2 ore settimanali per la seconda lingua straniera [e la lingua di origine? Solo integrazione unilaterale degli stranieri verso gli italiani? E la legislazione precedente?]

65 C.M. 2/2010 deroghe: nati in Italia con adeguata competenza
risorse professionali e strutture di supporto all’apprendimento degli alunni stranieri consolidata esperienza delle singole istituzioni che abbiano ottenuto risultati positivi ragioni di continuità didattica assenza di soluzioni alternative

66 La centralità della questione linguistica
l’insistenza nei confronti delle prospettive di educazione interculturale, ha contribuito a semplificare e a mettere ai margini la complessa questione linguistica, la dimensione delle lingue in contatto. La consapevolezza della ricchezza linguistica costituita dalle lingue immigrate non è presente oggi né a livello di azione istituzionale della nostra scuola, né a livello sociale. Il focus è esclusivamente nell’apprendimento della lingua italiana Scarsa propensione verso il plurilinguismo I dati della Commissione Europea sulla competenza linguistica nelle lingue straniere (Eurobarometre, 2006) mostrano che l’Italia occupa il 23° posto fra i 25 paesi dell’Unione Europea per popolazione che è in grado di sostenere una conversazione in una lingua straniera. 66

67 La centralità della questione linguistica
L’attuale atteggiamento, oltre a contraddire le politiche linguistiche europee, che considerano la diversità linguistica come una ricchezza, e quelle di altri Paesi che da più tempo e in modo più consistente sono impegnati nella gestione del plurilinguismo migratorio, è deleterio per lo sviluppo sociale ed economico italiano (ELAN, 2006) 67

68 L’attenzione rivolta al contatto linguistico parte dalla consapevolezza che è in corso, ormai a partire dagli ultimi decenni, quello che De Mauro (2005) ha definito “declino del monolitismo linguistico”. Infatti “[…] è declinata e tramontata la rappresentazione monolitica della realtà linguistica delle popolazioni che si raccolgono in ciascuno degli Stati del mondo. […] Tra i linguisti la percezione della coesistenza di lingue diverse in una stessa compagine statuale ha attratto sempre di più l'attenzione sui fenomeni del contatto linguistico. 68

69 Crisi del monolitismo linguistico (De Mauro, 2006)
crisi della rappresentazione monolitica della realtà linguistica dei singoli Stati e paesi (ne sono un esempio gli strumenti che inventariano e schedano le circa 7300 lingue parlate nei 220 paesi del mondo) crisi dell’ideologia politica monolingue (triunità una lingua-una nazione-uno stato) crisi dell’idea di “purezza” delle lingue: compresenza sociale e mescolanza di lingue diverse risveglio delle volontà linguistiche identitarie, fenomeno anche non pacifico crisi della concezione monolitica e calcolistica della lingua (Saussure, ELG, CLG; ma anche Chomsky, 2002) 69

70 Inoltre… Questione certificazione linguistica in italiano.
Il possesso della competenza linguistica in italiano, da diritto all’espressione, come sancito dalla nostra Costituzione, si configura come strumento per innalzare una barriera, per impedire l’accesso. L’integrazione degli immigrati troppo spesso è intesa come la loro ‘rinunzia alla propria identità di origine’. Perdita di un elemento di dinamizzazione e di evoluzione. 70

71 Alcune considerazioni
Contesto plurale linguistico e culturale come paradigma del sistema sociale italiano; Il sistema formativo non sfugge a tale determinazione che non è frutto di fenomeni estemporanei, ma connaturata al sistema stesso; Valore del fenomeno linguistico nella più generale integrazione sociale; Pratiche di gestione della diversità lasciate per buona parte nella mani di coloro che sono a diretto contatto con tale fenomeno – mancanza di rete e coordinazione di intervento 71

72 Il contesto europeo questione linguistica è centrale, come bisogno di apprendere la lingua del paese ospite e come bisogno di mantenere la lingua di origine preservare la diversità linguistica - e non solo linguistica- è base dell’identità europea patrimonio di lingue e culture è risorsa comune da proteggere e sviluppare, non barriera alla comunicazione ma arricchimento reciproco

73 Cronologia dei progetti linguistici europei
Anni ’60 – ’70: I grandi progetti per la diffusione delle lingue minoritarie I grandi progetti per l’inserimento dei migranti dall’Europa meridionale (soprattutto): bambini, donne

74 Cronologia dei progetti linguistici europei
I grandi progetti glottodidattici: Livello Soglia: insieme di indicatori comuni a tutte le lingue europee Rinnovamento dei metodi e degli approcci: approccio comunicativo L’Europa riprende la centralità nella elaborazione glottodidattica

75 Cronologia dei progetti linguistici europei
Alla metà degli anni ’80 si esaurisce la spinta propulsiva dei grandi progetti europei I nuovi movimenti migratori dal sud del mondo sono profondamente diversi da quelli dei decenni precedenti Micro-interventi All’inizio degli anni ’90 riprende la spinta propulsiva del Consiglio d’Europa verso una grande progettualità

76 Quadro Comune Europeo di riferimento per le lingue: apprendimento, insegnamento, valutazione (Consiglio d’Europa, ) promuovere e facilitare la cooperazione fra istituzioni educative in differenti nazioni provvedere una solida base per il reciproco riconoscimento delle qualificazioni linguistiche assistere apprendenti, insegnanti, autori di corsi, enti che si occupano di esami e amministratori a coordinare i propri sforzi

77 QCER globale, onnicomprensivo, capace di affrontare tutto l’universo dei problemi della diffusione delle lingue trasparente, chiaramente formulato e esplicito e facilmente comprensibile dagli utenti coerente, libero da contraddizioni interne

78 Concetti chiave identità plurilingue (lingue nazionali, regionali, meno diffuse) educazione linguistica approccio pragmalinguistico: apprendente come soggetto sociale la dimensione della testualità competenza linguistico-comunicativa livelli di competenza

79 Riferimenti bibliografici
- Caritas, 2008, Immigrazione, Dossier statistico 2008, Roma, Idos. Caritas, 2009, Immigrazione, Dossier statistico 2009, Roma, Idos. Cartei C., 2008, Cittadini del mondo e della scuola, Pensa Multimedia. - Chini M., 2005, Che cos’è la linguistica acquisizionale, Roma, Carocci. Conferenza Internazionale sui Diritti linguistici, 1996, Dichiarazione Universale sui Diritti linguistici, Barcellona (reperibile on-line). - De Mauro T., 2006, Crisi del monolitismo linguistico e lingue meno diffuse. “LIDI” 1. - Vedovelli M., 2002, Italiano come L2, in C. Lavinio (a cura di), La lingua italiana alle soglie del 2000 (1987 – 1997 e oltre), Roma, Bulzoni: - Vedovelli M., 2005, L’italiano nel mondo da lingua straniera a lingua identitaria, in E. Janfrancesco (a cura di), L’acquisizione dell’italiano L2 da parte di immigrati adulti. Atti del XIII Convegno nazionale ILSA, Roma, Edilingua: - Vedovelli M., Massara S., Giacalone Ramat A. (a cura di), 2001, 2004, Lingue e culture in contatto. L’italiano come L2 per gli arabofoni, Milano, Franco Angeli. Vedovelli M., Villarini A., 2001, Lingue straniere immigrate in Italia, in Caritas, Immigrazione, Dossier statistico 2001, Roma, Anterem. - Weinreich U., 1953, Lingue in contatto, ed. 2008, Torino, Utet. 79


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