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A. Lowen e l’Analisi Bioenergetica

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Presentazione sul tema: "A. Lowen e l’Analisi Bioenergetica"— Transcript della presentazione:

1 A. Lowen e l’Analisi Bioenergetica
Concetti di base

2 Noi siamo i nostri pensieri, emozioni, sensazioni, impulsi ed azioni.
L'analisi bioenergetica è un metodo che combina terapia corporea e psicoterapia verbale. Il concetto di integrazione su cui si basa è dato dal fatto che mente e corpo formano un'unità. Noi siamo i nostri pensieri, emozioni, sensazioni, impulsi ed azioni. Essa affonda le sue radici nell'opera di Sigmund Freud che fu il fondatore della psicoanalisi.

3 All'epoca le persone riportavano la sofferenza per malattie per le quali la scienza sembrava non avere rimedi: paralisi, cecità, attacchi epilettici, perdita della memoria, perdita di sensibilità in varie parti del corpo… Freud scoprì che tali sintomi altro non erano che l'espressione corporea di esperienze infantili di dolore e di paura, che la mente aveva rimosso. Aiutando questi pazienti a ricordare e rivivere tali esperienze negative, Freud riuscì a curare i loro sintomi corporei e chiamò questo metodo psicoanalisi. 

4 Una volta che il paziente era diventato consapevole di quello che gli era accaduto da bambino, non aveva più bisogno di esprimere questi ricordi mediante sintomi corporei (Per far emergere tali ricordi dalla loro repressione Freud utilizzava i sogni dei pazienti, gli errori verbali (lapsus), le associazioni libere, il transfert…) Wilhelm Reich, vissuto dal 1897 al 1957, fu paziente ed allievo di Freud. Mentre Freud poneva attenzione soltanto alla produzione verbale dei pazienti, Reich introdusse nella psicoanalisi anche l'osservazione del corpo, come l'espressione degli occhi e del viso, la qualità della voce e i vari tipi di tensioni muscolari.

5 w. REICH Descrisse per primo quello che noi oggi chiamiamo linguaggio del corpo.  Nello stesso modo in cui Freud notò una spaccatura fra memoria conscia ed inconscia, Reich notò una scissione fra le varie espressioni del corpo. Per esempio, una persona può ridere ma non essere consapevole che l'espressione del suo viso è triste. Può dire parole gentili, ma non rendersi conto che i suoi occhi sono pieni di risentimento o che la sua bocca ha una espressione negativa.

6 Reich osservò che appena i pazienti iniziavano la terapia, le tensioni muscolari cambiavano. Le spalle e le braccia della persona depressa si rilassavano, le mascelle diventavano meno contratte e i denti meno serrati. La ragione per cui il paziente frenava gli impulsi e reprimeva i ricordi dolorosi era, in primo luogo, per evitare di mostrarsi vulnerabile. Quindi, allentando le tensioni muscolari croniche, il paziente sperimentava la propria vulnerabilità. Serrando la bocca e i denti egli assumeva un'espressione corporea che diceva: "Non voglio aprirmi per non essere ferito di nuovo".

7 Reich sperimentò COME rilassare i muscoli cronicamente tesi mediante la pressione diretta su di loro e scoprì che funzionava. In questo modo il paziente poteva entrare in contatto con emozioni forti e a lungo dimenticate e con ricordi dolorosi. L'unità di mente, corpo ed emozioni divenne chiara. Egli notò anche che il paziente cominciava a sembrare più vivo, la sua pelle più rosea, i movimenti più spontanei, gli occhi più luminosi. Era come se avesse più energia : Reich la chiamo energia "organismica" o "orgone".

8 A. Lowen, paziente ed allievo di Reich, coniò per essa il termine di "bioenergia"
Anziché limitarsi alla sola pressione e manipolazione delle tensioni muscolari croniche, egli fece uso di alcune posizioni di stress che potevano aiutare queste tensioni a rilasciarsi. La prova evidente di questo ammorbidimento delle tensioni era l'insorgere, nei muscoli, di una fine vibrazione.

9 Lowen poté quindi osservare come i blocchi muscolari impedivano il libero scorrere dell'energia.
Per esempio, un diaframma cronicamente contratto, come una strettoia, interrompeva l'onda respiratoria, provocando una respirazione superficiale. Come risultato diminuiva l'apporto di ossigeno ed il livello energetico calava: questo modo superficiale di respirare è uno dei sistemi che usiamo per controllare le nostre emozioni. Per aiutare i pazienti a respirare meglio Lowen inventò il cavalletto bioenergetico

10 E' di grande importanza la sua osservazione che una persona il cui flusso energetico è bloccato, ha perso una parte della sua vitalità e della sua personalità. Questa perdita fa sì che questa persona si senta depressa, sia sempre il lotta e usi costantemente la forza di volontà per eseguire i compiti quotidiani. Diventa difficile mettersi in relazione con gli altri o provare piacere

11 Vibrazione e motilità Un corpo sano è in uno stato costante di vibrazione sia nel periodo di veglia che durante il sonno. Se si guarda un bambino piccolo che dorme si possono osservare leggeri tremiti attraversare la superficie del suo corpo e piccoli sussulti in diverse parti del viso, ma anche sulle braccia e sulle gambe. Questa spontanea motilità proviene da uno stato di eccitazione interna che affiora continuamente sotto forma di movimento.

12 L’attività vibratoria è una manifestazione della motilità innata dell’organismo che è anche responsabile delle azioni spontanee, degli abbandoni emotivi e del funzionamento interno. Questa intrinseca motilità non è sotto il controllo dell’io o della volontà, ma è involontaria. Uno degli esercizi fondamentali in bioenergetica serve per far iniziare le vibrazioni nelle gambe e aiutare a sentirle È il “grounding” o contatto col suolo

13 L'esercizio come strumento terapeutico
Ogni tensione muscolare, sia essa cronica (parte cioè della nostra armatura caratteriale), oppure generata da uno stress temporaneo di qualsiasi genere e gravità è un "buco" nella nostra capacità di sentire il nostro corpo, quindi di percepire noi stessi. Nella contrazione, infatti, rimane trattenuta l'energia dell'emozione "pericolosa" che ci siamo negati: di conseguenza, non solo non siamo più in grado di agirla (piangendo, urlando, ridendo, pestando i piedi) ma non siamo neppure più capaci di sentirla: non sappiamo se siamo tristi o arrabbiati, bisognosi di affetto o umiliati.

14 delle parti bloccate, insensibili, tagliate fuori dalla percezione.
Ogni tensione muscolare, quindi, è un vuoto nella nostra capacità di percepire noi stessi, un vuoto nel nostro senso di identità.  Il corpo di ogni persona può essere rappresentato come una "mappa dei buchi d'identità" che lo caratterizzano; una mappa delle parti bloccate, insensibili, tagliate fuori dalla percezione. Poiché si tratta di buchi nella percezione della propria identità corporea ed emozionale, quindi nella consapevolezza della propria realtà, le persone tenderanno a privilegiare l'identificazione con un'immagine ideale di sé, costruita sulla base di "ideali dell'Io" e "illusioni dell'Io".

15 L'analisi bioenergetica ha proprio l'obiettivo di portare le persone a disidentificarsi con la propria immagine ideale, e a ricongiungersi con la propria realtà fisica ed emotiva. Gli esercizi, sciogliendo le tensioni e i blocchi muscolari, consentono alle persone di evocare e rivivere le emozioni che in quelle tensioni e in quei blocchi erano custodite. Quando le emozioni rimosse riemergono alla consapevolezza, vengono elaborate analiticamente con il terapeuta, e via via reintegrate nel senso di identità delle persone.

16 Concetti di base Gli interventi in Analisi Bioenergetica prevedono
l'analisi del profondo secondo un approccio che procede partendo  sia dal versante psichico, sia da quello corporeo: i temi emergenti, infatti, vengono affrontati ed evocati utilizzando sia il canale che, partendo dal piano mentale ed affettivo conduce al coinvolgimento corporeo, sia il canale opposto: ovvero quello che partendo dalla respirazione, dal movimento e dall'espressione corporea permette l'emergere di vissuti emotivi inconsci consentendone quindi anche il recupero e l'elaborazione a livello mentale ed affettivo.

17 L’obiettivo primario è quello di ristabilire
il libero movimento dell'energia del corpo, intervenendo in modo mirato sui blocchi energetico / emozionali presenti nel paziente riscontrabili a tre livelli: a livello psichico, a livello emozionale  a livello fisico. 

18 in questa mediazione è proprio l'Io
A livello psichico, infatti, l'Io funge da mediatore tra il mondo interno e quello esterno, fra se stessi e gli altri: in questa mediazione è proprio l'Io che controlla l'immagine di sé da offrire al mondo esterno, quali sentimenti e impulsi possono essere espressi. L'interazione tra l'Io e il corpo si attua in un processo dialettico, in cui l'Io plasma il corpo attraverso il controllo che esercita sulla muscolatura volontaria. Quando l'espressione di un sentimento non è accettata nel mondo del bambino, questo è costretto ad inibire l'emozione mediante, ad esempio, la contrazione dei muscoli atti all'espressione dell'emozione stessa.

19 Quando tale inibizione è lungamente protratta nel tempo l'Io abbandona il controllo sull'azione proibita e ritira l'energia dall'impulso Il controllo dell'impulso diventa allora inconscio e il muscolo rimane in questo caso contratto. Esiste una storia individuale antica che ha condizionato la respirazione come reazione a situazioni vissute dolorose. Questo adattamento si trasferisce dalla psiche al soma, caratterizzando l'onda respiratoria

20 Osserviamo un bambino quando gioisce, oppure piange, quando è arrabbiato o felice, quando vuole qualcosa. Tutto il corpo partecipa con estrema armonia. Di una persona "posata" si dice che "ha i piedi per terra". Questa persona sente il contatto tra i suoi piedi ed il terreno sul quale appoggiano Appena cominciamo a crescere, facciamo esperienza di come la libera espressione delle nostre emozioni si scontra l’esigenza del controllo, e questo porta delle conseguenze sia sul piano psichico che su quello fisico. 

21 La respirazione Una buona e profonda respirazione è uno degli strumenti indispensabili: è attraverso la respirazione che riceviamo l'ossigeno indispensabile per alimentare i nostri processi metabolici, che a loro volta ci forniscono l'energia di cui abbiamo bisogno. Non si tratta di imparare a respirare , al contrario, si tratta di re-imparare a lasciarsi respirare naturalmente, come fanno i neonati e come da adulti non sappiamo più fare. Una respirazione sana è un'azione di tutto il corpo. L'inspirazione è come un'onda che ha inizio nella parte profonda del bacino e scorre verso l'alto fino alla bocca, mentre le grandi cavità si espandono per lasciar entrare l'aria. Spesso però, poiché abbiamo la pancia, il torace o la gola contratti, non possiamo respirare bene.

22 Quando tutto il corpo assorbe l'aria, i muscoli dell'addome, del petto e del diaframma si allungano e poi si rilassano lasciando fluire l'aria verso l'esterno..è così che il ritmo dell'onda respiratoria continua a circolare impercettibile in profondità. Può capitare che in questo fiume di energia si annidino delle pietre più o meno grandi: un'emozione trattenuta di rabbia o un pensiero ossessivo …. Dove ne risentirà immediatamente il corpo? Proprio nel movimento ad onda del respiro, ostacolato dai residui fissi del pensiero o dell'emozione inespressa, l'onda del respiro si accorcia impoverendo il corpo dell'apporto energetico vitale.

23 FISIOLOGIA DELLA RESPIRAZIONE
La respirazione è resa dai  polmoni contenuti all'interno della gabbia toracica che si possono espandere e retrarre grazie allo spostamento verso il basso o verso l'alto del diaframma, un muscolo inspiratorio che si contrae durante l'inspirazione e si rilascia durante l'espirazione.

24 Quando il diaframma si contrae si abbassa e si appiattisce determinando una trazione verso il basso dei polmoni; quando invece si rilascia i polmoni si retraggono. In base a quanto detto possiamo affermare che l'inspirazione è un movimento attivo o muscolatorio mentre  l'espirazione è un fenomeno passivo. 

25 Ma come si effettua la respirazione addominale?
Nel maschio prevale un'attività respiratoria di tipo addominale o diaframmatica, mentre l'organismo femminile è maggiormente prediposto ad una respirazione costale o toracica( Nelle donne l'eccessiva pressione causata dal diaframma potrebbe infatti creare danni al feto. ) Ma come si effettua la respirazione addominale? Immaginate che il vostro addome sia un palloncino che si gonfia quando inspirate e si sgonfia quando espirate

26 Appoggiate una mano sopra il ventre
…ed inspirate profondamente cercando di gonfiare il più possibile la pancia senza muovere il torace; quando avete raggiunto la massima inspirazione espirate cercando di svuotare il più possibile la pancia così come si sgonfia un palloncino. Grazie alla sensibilità della mano è possibile prendere coscienza dei movimenti del proprio ventre. La ripetizione di tali esercizi durante la giornata, consente il passaggio graduale e spontaneo da una respirazione toracica ad una respirazione addominale o diaframmatica.

27 cavalletto bioenergetico.
Questa pratica cerca di riportare la persona ad avere una respirazione profonda e calma in cui l’inspirazione proceda dalla zona pelvica e si diriga verso l’alto fino alla bocca. L’espirazione invece effettua il percorso contrario partendo dalla bocca e dirigendosi verso il basso. Ciò serve per allentare le tensioni profonde e consentire la libera espressione delle emozioni.  Per aiutare a respirare efficacemente Lowen inventò il  cavalletto bioenergetico. CHE facilita la distensione dei muscoli dorsali contratti, ai quali sarebbe altrimenti difficile arrivare e AIUTA a respirare più a fondo senza dover fare un eccessivo sforzo consapevole.

28 Vi sono vari modi per lavorare sul cavalletto: l’esercizio base consiste nell’adagiarsi con la schiena sul cavalletto e prendere contatto a livello dell’estremità inferiore delle scapole cioè il punto in cui la trachea si divide nei due bronchi principali, ognuno dei quali si dirige al rispettivo polmone. È questa una zona di forti costrizioni nella maggior parte delle persone. Stando distesi sul cavalletto, si allungano le mani per arrivare alla sedia che sta dietro.

29 Il Bend Over L’esercizio del bend-over ha la funzione di migliorare il proprio grounding, cioè il radicamento a terra e nella realtà del corpo. Questa posizione, se eseguita correttamente e congiunta alla respirazione addominale, provoca delle vibrazioni involontarie nelle gambe. La qualità e l’intensità delle vibrazioni è strettamente connessa alla capacità di “arrendersi al corpo”, cioè avere fiducia in se stessi e reggere l’eccitazione.

30 Il bend-over permette di sentirsi più radicati nel corpo abbandonando la testa, ed appoggiandosi non solo sui piedi ma anche sulle mani, si consente un maggior flusso energetico, rilassamento ed autoprotezione del cuore e delle parti tenere.

31 “Grounding” (radicamento):
E’ la posizione di base degli esercizi bioenergetici, dove i piedi paralleli appoggiati al suolo, le ginocchia morbide la colonna vertebrale allineata senza essere tesa e gli occhi chiusi, rappresenta un primo momento di ascolto con il proprio corpo. Il grounding inteso come radicamento di fatto è anche uno dei principali obiettivi della classe di bioenergetica:  avere grounding significa avere un buon contatto con la realtà, la realtà esterna e la realtà interna.

32 L’essere presenti nel qui e ora, con i piedi ben piantati per terra,in contatto con l’ambiente e  in contatto con il proprio corpo, con le proprie sensazioni ed emozioni, con la percezione del proprio Sé , in modo che il QUI e ORA sia il centro fluente  tra passato e futuro, e ci si possa sentire realmente centrati nel presente e nel contempo  in contatto con la propria storia, radici, così come con la propria progettualità. Ma avere grounding significa anche ‘stare sulle proprie gambe’ cioè poter stare in piedi da sé e deambulare liberamente nello spazio: sentire la possibilità della propria autonomia, l’essere ben centrati su se stessi e pienamente in sé, e in posizione di apertura e di scambio verso l’ambiente esterno- il mondo

33 Per un buon Grounding è necessario:
1) recuperare un adeguato appoggio dei piedi 2) flettere leggermente caviglie e ginocchia 3) scaricare il peso corporeo verso terra 4) baricentro in zona basso ventre 5) riequilibrare l'attività respiratoria 6) attenzione a cosa percepiamo del nostro corpo 7) attenzione a cosa percepiamo della realtà esterna

34 Il Grounding prevede un percorso che si sviluppa su tre livelli:
a) scarico del peso del corpo verso il basso; la persona, imparando a scaricare il peso dell'intero corpo verso la zona inferiore del corpo, acquista una sensazione di maggiore stabilità. Stabilità che si evince sia nel corpo sia nella mente. Le gambe ed i piedi, recuperandone la loro naturale funzione di sostegno dell'intero corpo, diventano una solida base d'appoggio sulla quale realizzare ogni azione, libera da tensioni superflue e ben radicata su una solida base.

35 b) armonica combinazione tra muscoli agonisti ed antagonisti;
migliorare la combinazione armonica tra l'azione dei muscoli agonisti ed antagonisti, consentirà di percepire con chiarezza il modo in cui il proprio corpo si muove nello spazio. Persino il semplice atto di stare in piedi fermi, il nostro corpo lo realizza dosando sapientemente l'azione dei due gruppi muscolari. Questo gioco d'incastro dona fluidità e compattezza ad ogni movimento; perde ogni qualità di armonia, quando invece uno dei due gruppi muscolari in questione rimane cronicamente contratto. Ciò determina una condizione posturale contratta ed una qualità del movimento limitata.

36 c)scioglimento ed allineamento dei distretti corporei; il nostro corpo è composto come un puzzle, dove ogni tassello è collocato in una posizione funzionale all'intero sistema. La stessa cosa accade nel nostro corpo; ogni distretto corporeo deve essere ben allineato con il resto del corpo e possedere l'elasticità necessaria per adeguarsi ai movimenti degli altri distretti, che sono: distretto oculare, distretto orale, distretto cervicale, distretto toracico, distretto diaframmatico, distretto addominale, distretto pelvico, distretto dei piedi. Dinamica consequenziale al Grounding, è il Bend-Over. Flettendo il corpo e abbandonando la testa e appoggiandosi non solo sui piedi ma anche sulle mani, si consente un maggior flusso energetico, un rilassamento e un'auto protezione del cuore e si rilassa la spina dorsale.

37 “Autoregolazione”:    Ogni esercizio proposto rimane una proposta a cui la persona può scegliere se aderire e quanto aderire, prendendo sempre più contatto con la ciò che si sente ‘buono per se stessi’, con la possibilità di dire no, con la possibilità di modulare quanto/ come si vuole stare in una situazione proposta. L’autoregolazione è l’invito costantemente ricordato ad ogni praticante   a non esagerare, trasformando quello che dovrebbe essere “un momento per sè” in una performance.

38 Altre posizioni come l’arco
in avanti e l’arco all’indietro permettono di percepire meglio la muscolatura con il relativo stato di stress La ripetizione degli esercizi con il passaggio da uno stato all’altro secondo ritmi differenti aumenta l’ampiezza respiratoria dell’individuo con la conseguente dilatazione della percezione di un se’ corporeo. Il filo conduttore rimane il respiro, che riporta continuamente alla propria unica individualità

39 L’arco è un esercizio di apertura che consente di favorire in modo completo la respirazione, rilassando le tensioni nella zona toracica e nel bacino, serve ad aumentare la flessibilità delle caviglie, delle ginocchia e della schiena, favorendo così un libero fluire dell’energia vitale nel corpo. Nonostante questo esercizio conduca ad un profondo contatto con il suolo, in quanto l’arco è un grounding che mira quindi al radicamento della persona, chi lo esegue ha allo stesso tempo l’opportunità di sperimentare una totale sensazione di espansione verso l’esterno, gli altri…verso la vita.

40 Esecuzione dell’esercizio:
dalla posizione eretta con i piedi distanti 40 centimetri circa e le punte delle dita dei piedi rivolti leggermente verso l’interno, piegare entrambe le ginocchia senza mai sollevare i talloni, mantenendole allineate con le punte dei piedi. Posizionare le mani a pugno dietro le vertebre lombari, portando il bacino un po’ in avanti, ma senza scaricarlo completamente, e inarcare la schiena sopra i pugni, assicurandosi sempre che il peso del corpo rimanga sugli avampiedi. È importante sentire i glutei rilassati, il collo è rivolto leggermente all’indietro ma senza mai lasciarlo cadere completamente, perché questo determinerebbe una spezzatura in questa fascia corporea. La bocca è mantenuta aperta per facilitare la respirazione e l’emissione di suoni consoni ai vissuti e sensazioni personali.

41 1° la grande difficoltà nello svolgere l’esercizio, risiede proprio nell’impossibilità di arcuare il corpo, a causa della rigidità diffusa che impedisce la flessibilità della schiena e la giusta articolazione delle ginocchia e delle caviglie. Così accade che la linea immaginaria che congiunge il punto in mezzo alle spalle con il punto che sta in mezzo ai piedi è una linea retta. 2°Il caso dell’iperflessibilità della schiena è esattamente l’opposto di quello precedente, infatti il busto è completamente scarico in avanti a causa della debolezza dei muscoli dorsali, la quale porta quasi ad una spezzatura esatta della linea dell’arco: “Il corpo e la personalità rigidi sono inflessibili; in questo caso invece il corpo e la personalità sono troppo malleabili” 3°Nell’ultimo caso di esecuzione problematica dell’esercizio assistiamo proprio ad una rottura della linea dell’arco dovuta ad una grave ritrazione della pelvi, caso esattamente opposto a quello precedente in cui la pelvi era completamente scarica in avanti.

42 Da questa posizione _dell’ARCO_ emergono le numerose frammentazioni del corpo, sintomo di un flusso interno a sua volta spezzato: in genere la testa e il collo sono inclinati verso un lato o l’altro del corpo, mentre il tronco tende ad andare verso il lato opposto, e lo stesso avviene per le gambe rispetto al tronco. Se consideriamo nuovamente la linea immaginaria che unisce il punto centrale delle spalle e quello dei piedi, essa sostanzialmente assume una forma a serpente.

43 Dalle spiegazioni di Lowen emerge chiaramente il potere diagnostico dell’arco, la sua capacità di palesare i disturbi corporei come quelli esposti precedentemente e i disturbi emotivi sottostanti, come l’incapacità di cedere e di dare nel rigido, la mancanza di assertività e autoaffermazione nei soggetti con il dorso collassato, e la totale mancanza di armonia negli schizoidi. L’arco è inoltre definito strumento diagnostico in quanto “Non è una questione di pratica: è una posizione che non si può imparare. Non è una posizione statica”

44 GRAZIE PER L’ATTENZIONE!


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