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FENOMENO COLLETTIVO ? FENOMENO PSICOPATOLOGICO ?

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Presentazione sul tema: "FENOMENO COLLETTIVO ? FENOMENO PSICOPATOLOGICO ?"— Transcript della presentazione:

1 FENOMENO COLLETTIVO ? FENOMENO PSICOPATOLOGICO ?
IL TIFO CALCISTICO FENOMENO COLLETTIVO ? FENOMENO PSICOPATOLOGICO ? Come si può conciliare un fenomeno collettivo con un fenomeno psicologico individuale ? GIANFRANCO DEL BUONO PSICHIATRA UOSM – COSTA D’AMALFI

2 PSICOPATOLOGIA = PATOLOGIA DELLA PSICHE ?
“La psicopatologia non deve necessariamente essere occupata dai territori diagnosticati in senso sintomatico sindromico ma è anche, definita dalla normalità intesa sia come regolarità statistica sia come modello culturale.” M. Riva. Appunti di fenomenolgia virtuale. Quaderni italiani di Psichiatria. Masson. Dicembre 2004, volume XIII,

3 BREVE STORIA DEL TIFO ORGANIZZATO 1
LE ORIGINI Helenio Herrera, allenatore della grande Inter degli anni ‘60, diede impulso alla creazione di un coordinamento che fungesse da riferimento per la tifoseria interista. Disse al Presidente Moratti: “Presidente, non comprendo perché non abbiamo tifosi quando giochiamo in trasferta”.

4 BREVE STORIA DEL TIFO ORGANIZZATO 2
ANNI ’60 Nascono le prime strutture associative di tifosi dette "centri di coordinamento". Mentre i “Fedelissimi” raccolgono i gruppi dei tifosi più accesi e più organizzati. Le società calcistiche stimolano l'afflusso giovanile tramite speciali campagne di abbonamenti a prezzo ridotto. I settori popolari (le curve) vengono destinate ai gruppi organizzati di tifosi. Sono molti i giovani entrano a far parte di queste organizzazioni.

5 ALCUNE CARATTERISTICHE
BREVE STORIA 3 ALCUNE CARATTERISTICHE Senso di identificazione con il proprio "territorio", ovvero quel settore di curva delimitato da uno o più striscioni con il nome e il simbolo del gruppo. Look paramilitare: eskimo, anfibi, tute mimetiche e giacconi militari ricoperti di "toppe" della propria squadra, la sciarpa con i colori sociali della squadra. Ricorda il look delle organizzazioni politiche estremiste.

6 BREVE STORIA 4 ULTERIORI SVILUPPI
Uso di trombe e tamburi, che viene ripreso dal tifo brasiliano (le "torcidas“) La "sciarpata" (le sciarpe vengono alzate e distese dai tifosi, dando l'effetto ottico delle onde del mare) e l'accompagnamento corale delle azioni di gioco, fino ad assumere un carattere ossessivo volto a incoraggiare i propri beniamini e a frastornare e intimidire i giocatori avversari viene invece ripreso dalle tifoserie inglesi. Il tifo viene dunque considerato parte della strategia e della tattica adottate per vincere un incontro: diviene il cosiddetto "dodicesimo giocatore".

7 BREVE STORIA 6 GLI ULTIMI DECENNI
Le attività del gruppo vengono finanziate quasi sempre da collette o autotassazioni. Ogni membro ha dei compiti ben precisi: dall'organizzazione delle trasferte al seguito della squadra all'acquisto di stoffa, pelli per tamburi, aste da bandiera e barattoli di vernice. Gli “ultras” italiani hanno così raggiunto un livello di organizzazione estremamente sofisticato anche rispetto ai tifosi inglesi che sono coesi al momento dello scontro fisico, ed è presente l’incitamento con gli inni di vittoria o di offesa ai rivali.

8 ALCUNE CARATTERISTICHE DEI GRUPPI “ULTRAS”
il senso di coesione e di cameratismo, la sfida all'autorità costituita, il senso di conflittualità, forte senso di territorialità

9 VIOLENZA TRA GLI ULTRAS
Gli episodi di violenza sono episodi isolati, e restano circoscritti entro un ambito territoriale limitato, ossia lo stadio e le sue più immediate adiacenze, gli spalti (non vi sono soluzioni di continuità fra i settori che contengono le tifoserie delle due squadre).

10 IL TIFO ORGANIZZATO !! GRUPPI
Quando noi parliamo di “tifo organizzato”, di “ultras”, ci riferiamo a GRUPPI di persone che si dedicano a una o più attività.

11 SONO IMPORTANTI I GRUPPI ?
“Si nasce appartenendo ad un gruppo, si vive cercando di esprimersi o adattarsi in un gruppo.” “La vita è un movimento attraverso il gruppo.” Ondarza Linares 2002

12 La società ha influenza sul pensiero
“Il pensiero dipende dal linguaggio, il linguaggio dalla società cosicché la società produce lo strumento fondamentale del pensiero”. Durkheim [cit. da De Maré, 1973 PENSIERO  LINGUAGGIO  SOCIETA’ (gruppi ?) I GRUPPI VEICOLANO I DATI CULTURALI

13 PROBLEMATICHE all’interno dei gruppi
Alcune problematiche che si generano all’interno dei gruppi sotto forma di coppie dialettiche: appartenenza-differenziazione, dipendenza-autonomia, normatività-creatività, istituzione-individuo.

14 BREVE SOCIOLOGIA “Mente collettiva” dei gruppi (W. Mac Dougall)
“Coscienza collettiva” (E. Durkheim). “Mente collettiva” dei gruppi (W. Mac Dougall) Il gruppo nelle sue manifestazioni è qualcosa in più rispetto alla somma dei suoi componenti (K. Lewin). Interdipendenza come essenza del gruppo (K. Lewin). “Contagio mentale” (G. Le Bon). “Suggestione ipnotica” (G. Le Bon). Inconscio sociale: che condiziona profondamente la nostra esistenza.

15 FREUD E I GRUPPI Freud ha una visione negativa dei gruppi e delle masse in genere: 1) la passività; 2) la suggestionabilità; 3) la perdita delle capacità critiche. Nella massa i singoli membri subiscono un processo di IDENTIFICAZIONE quasi automatico. REGRESSIONE

16 COESIONE DEL GRUPPO, secondo Freud
La coesione del gruppo viene fortificata tramite la ricerca di un nemico esterno, contro il quale canalizzare le tutte le pulsioni ostili e che libera il gruppo da tutte le cariche di aggressività al suo interno. PARANOIA COLLETTIVA ??

17 FATTORI DI CAMBIAMENTO NEL GRUPPO
1. Istillazione di speranza. 2. Universalità. 3. Somministrazione di informazione. 4. Altruismo. 5. Ricapitolazione correttiva del gruppo familiare primario. 6. Lo sviluppo di tecniche socializzanti. 7. Comportamento imitativo. 8. Apprendimento interpersonale. I. L’importanza delle relazioni interpersonali. II. L’esperienza emotiva correttiva. III. Il gruppo come microcosmo sociale. 9. Tendenza coesiva del gruppo. 10. Catarsi. 11. Fattori esistenziali Questi sono i fattori terapeutici dei gruppi secondo Yalom.

18 GRUPPI DI ADOLESCENTI Disidentificazione dai genitori Differenziazione
Separazione dai genitori Identificazione con le norme, con i valori, o con “il leader” del gruppo di pari Autonomia

19 LA PSICOLOGIA DEI TIFOSI
Possiamo valutare la psicologia del tifoso da vari punti di vista : Da un punto di vista cognitivo Che cosa pensa ? Da un punto di vista emotivo Quali sono le sue emozioni ? Che cosa sente ? Da un punto di vista comportamentale Che cosa fa ?

20 I PENSIERI DEL TIFOSO Il tifoso tende a pensare sempre alle stesse cose: la sua squadra, la prossima partita, la partita appena svolta: POLARIZZAZIONE DELL’IDEAZIONE. Ma tale orientamento delle idee non è rifiutato dall’individuo, è considerato normale, non assurdo: è una ideazione che deve essere definita SINTONICA, non è DISTONICA, come l’ideazione dell’ossessivo, che fa soffrire il soggetto. NON SONO DELIRI !! Le tematiche del tifoso sono condivise dal suo gruppo, rientrano nella cultura di appartenenza. Non c’è una convinzione errata riguardo la realtà.

21 LE EMOZIONI DEL TIFOSO Possiamo tranquillamente affermare che tutte le emozioni possono essere presenti nell’animo del tifoso. Molto spesso dipendono dalla situazione esterna: gioia, ansia, preoccupazione, felicità, depressione

22 I COMPORTAMENTI DEL TIFOSO
Rituali. Comportamenti aggressivi e violenti.

23 I RITUALI DEI TIFOSI I rituali sono comportamenti ripetitivi, con regole precise, con la caratteristica di essere collettivi: sono messi in atto dal gruppo intero. Proprio in questi comportamenti si evidenzia il tentativo di un meccanismo di identificazione: attraverso la ripetitività degli atti il gruppo costruisce la propria identità, si differenzia dagli altri gruppi di “ultras”, di tifosi.

24 GLI ALTRI ED IL PENSIERO DELL’INDIVIDUO
Ciò che pensiamo, sentiamo e facciamo può dipendere, essere in connessione, o influenzato dai rapporti con altri persone? VEDI IL DISTURBO PSICOTICO CONDIVISO (COSI’ COME DESCRITTO DAL DSM-IV)

25 CONCLUSIONI SULLA FOLIE A’ DEUX
E’ una situazione patologica indotta da una relazione distorta, rigida. La causa della “folie a’ deux” non va ricercata nella genetica, non contempla una componente ereditaria, non è conseguenza di uno stress acuto o cronico oppure di un trauma psicologico.

26 ALTRE SINDROMI Sindromi culturalmente caratterizzate (“culture-bound syndromes”)  koro. I soggetti cronicamente a dieta. In queste condizioni, il manifestarsi dei sintomi sembra avvenire solo all’interno di precisi contesti culturali.

27 CONCLUSIONE La nostra vita è condizionata dagli eventi circostanti, e dalle persone con cui viviamo ed interagiamo. La nostra psicologia risente di tutto quello che vi è intorno a noi, di quello che pensano le persone con cui abbiamo un quotidiano rapporto. Di conseguenza, anche alcuni disturbi psichici risentono “dell’imprinting” dell’ambiente e/o delle relazioni con “altri significativi”, che caratterizzano e condizionano la nostra vita.

28 CONCLUSIONE 2 I disturbi mentali, come tutte le manifestazioni dell’essere umano, risentono dell’influsso dell’ambiente. Sotto il termine ambiente possiamo includere perlomeno due tipologie di fenomeni: a) la cultura, b) relazioni importanti e/o significative.

29 TESI DI FONDO I VARI CONTENUTI MENTALI (SIANO ESSI PENSIERI, EMOZIONI, SENTIMENTI, COMPORTAMENTI, ETC.) POSSONO SCIVOLARE, TRANSITARE DA UN INDIVIDUO AD UN ALTRO, ALL’INTERNO DEI VARI GRUPPI E/O DEI VARI CONTESTI CULTURALI.

30 DIEGO ARMANDO MARADONA
Con Pelè e Di Stefano, uno dei più grandi calciatori della storia del calcio. Possiamo tracciare un profilo psicologico, psicopatologico di Maradona ?

31 METODOLOGIA Ricostruire un profilo psicologico, psicopatologico
prendendo in considerazione: quello che sappiamo, gli indizi che possiamo dedurre dai mass-media

32 Quello che sappiamo !! Abuso e dipendenza da sostanze stupefacenti: alcuni ricoveri in clinica per dipendenza da cocaina. Oltre a essere un disturbo di per sé, la dipendenza ha a che fare con uno scarso controllo degli impulsi.

33 OBESITA’ Diego oramai è ingrassato in maniera spropositata

34 ALTRE NOTIZIE SULLA VITA DI DIEGO
Aggressione ad un fotografo che tentava di scattare alcune fotografie, mentre lui era in casa: ha esploso alcuni spari nei suoi confronti  attacco di rabbia (anger attacks)?? Rapporto ambivalente con alcune persone: non possiamo dimenticare il tipo di rapporto, di odio-amore, con Ferlaino: passaggio dalla idealizzazione alla eccessiva svalutazione. Instabilita delle relazioni interpersonali (?): facile coinvolgimento in relazioni sentimentali, ricordiamo il figlio avuto con una relazione abbastanza occasionale, le foto che “lo ritraggono insieme” ad una donna durante un ricovero a Cuba.

35 ALCUNI DATI POSITIVI ? Nella sua carriera, ha dimostrato sempre un grande attaccamento ai compagni di squadra, che lo ricordano tutti con piacere. Ha sempre dimostrato un grande legame per la famiglia di origine (il fratello Huguito, fatto venire in Italia a giocare in un’altra squadra), alle figlie. Nello stesso tempo, la sua carriera è costellata da frequenti, intensi “innamoramenti” verso nuove squadre e verso nuovi ambienti (Barcellona  Napoli; Napoli Marsiglia).

36 UN EX-COMPAGNO DI SQUADRA DEL NAPOLI …
… racconta di un breve soggiorno di Diego presso casa sua. Tra le altre cose ha affermato che “Diego non sa gestirsi nel mangiare”; infatti quando viene presentato una pietanza Diego ne comincia a mangiare in quantità indicibili, in maniera automatica, sembra quasi non riuscire a controllarsi. Evento finale: sappiamo che Diego ha avuto una crisi cardiaca, conseguenza di una ingestione incredibile di cibo, con richiesta da parte dei familiari di un ricovero coatto, perché con i suoi comportamenti metteva a repentaglio la sua vita.

37 DISTURBO BORDERLINE DI PERSONALITA’
INSTABILITA’ delle relazioni interpersonali, dell’immagine di sé, dell’umore. B) UNA MARCATA IMPULSIVITA’

38 CRITERI PER IL DBP (1-4) 1) sforzi disperati di evitare un reale o immaginario abbandono. 2) un quadro di relazioni interpersonali instabili e intense, caratterizzate dall’alternanza tra gli estremi di iperidealizzazione e svalutazione. 3) alterazione dell’identità: immagine di sé e percezione di sé marcatamente e persistentemente instabili. 4) impulsività in almeno due aree che sono potenzialmente dannose per il soggetto, quali spendere, sesso, abuso di sostanze, guida spericolata, abbuffate).

39 ALTRI CRITERI (5-9) 5) ricorrenti minacce, gesti, comportamenti suicidari, o comportamento automutilante. 6) instabilità affettiva dovuta a una marcata reattività dell’umore (es., episodica intensa disforia, irritabilità o ansia, che di solito durano poche ore, e soltanto raramente più di pochi giorni) 7) sentimenti cronici di vuoto. 8) rabbia immotivata e intensa o difficoltà a controllare la rabbia (es., frequenti accessi di ira o rabbia costante, ricorrenti scontri fisici). 9) ideazione paranoide, o gravi sintomi dissociativi transitori, legati allo stress.


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