La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

In Italia, la rete di accesso di gran lunga preponderante è quella di proprietà di Telecom Italia che, a seguito del processo di privatizzazione avviato.

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "In Italia, la rete di accesso di gran lunga preponderante è quella di proprietà di Telecom Italia che, a seguito del processo di privatizzazione avviato."— Transcript della presentazione:

1 In Italia, la rete di accesso di gran lunga preponderante è quella di proprietà di Telecom Italia che, a seguito del processo di privatizzazione avviato a partire dagli anni 1990, ha ereditato la rete della concessionaria pubblica Sip e altre reti di estensione minore. L’attuale rete fissa di Telecom Italia, per la sezione di accesso, è costituita da collegamenti per circa 104 milioni di km, aggregati in cavi con un tracciato di circa 575.000 km, metà dei quali su rete aerea da un’infrastruttura di circa 9 milioni di pali; comprende circa 5,6 milioni di distributori e 150.000 armadi ripartilinea esterni e termina su circa 10.400 permutatori di centrale. La rete d’accesso comprende attualmente cavi in fibra ottica “passiva” per un totale di circa 724.000 km di fibra. RETE D’ACCESSO

2  Quasi in ogni Paese il principale operatore della rete di accesso è lo stesso operatore della rete di trasporto. - Normalmente detto INCUMBENT per la sua posizione dominante in quanto proprietario della maggior parte dell’infrastruttura. - In genere la posizione dominante è stata acquisita in passato come operatore telefonico nazionale.  Gli altri operatori minori che si dividono il mercato sono chiamati OLO (Other Licenced Operator) Tra incumbent e OLO i rapporti vengono regolati da un Authority nazionale che stabilisce gli obblighi di accesso all’infrastruttura dell’incumbent da parte degli OLO (unbundling) per favorire la competizione.  Varie tipologie di operatori - Tradizionali telecom (anche regionali) - Radiomobile - Multi-Service Operator (MSO), televisioni via cavo (CATV) - Servizi (gas, elettricità, ecc.) - Amministrazioni locali, enti pubblici - Internet Service Provider (ISP) - Reti business Negli USA (e Canada) gli operatori della rete di accesso sono i Local Exchange Carrier (LEC) (distinti dai long- distance). - Incumbent LEC (ILEC): spesso una Regional Bell Operating Company (RBOC o Baby Bell), nata da AT&T (e.g., Verizon) - Competitive LEC (CLEC): OLO Caratteristiche della rete di accesso - Operatori

3 Tecnicamente, una centrale telefonica può essere uno Stadio di Linea (SL), uno Stadio di Gruppo Urbano (SGU), oppure uno Stadio di Gruppo di Transito (SGT). Lo Stadio di Linea è l'ultima struttura dove possono arrivare tutti gli altri provider con i loro apparati, dopodiché inizia il famoso “ultimo miglio” che giunge fino all'utente e in Italia è attualmente di proprietà di Telecom Italia. I 10.500 SL (che coprono gli 8100 comuni italiani) sono collegati ad uno dei 628 SGU che, a loro volta, sono connessi ad uno dei 65 SGT. Questi ultimi sono connessi tra di loro per poter smistare le chiamate interurbane, dando così luogo alle dorsali (backbone) principali della rete telefonica nazionale. Per completare l'architettura fisica della rete, alcuni SGT sono connessi ad uno dei 3 gateway internazionali (Milano, Roma, Palermo) che, a loro volta, sono connessi con i gateway di altri Stati per le comunicazioni internazionali. ARCHITETTURA DELLA RETE: GENERALITA’

4 La numerizzazione degli stadi di linea si è conclusa a metà degli anni novanta: la rete telefonica locale italiana è servita da centrali di tre diversi costruttori: Italtel Linea-UT100 (66,6% degli stadi di linea), Alcatel A1000 S12 (17,3%) ed Ericsson AXE10 (16,1%). Ogni SGU è connesso, oltre ai suoi stadi di linea, agli SGU limitrofi e al suo stadio di gruppo di transito (SGT) tramite fibre ottiche. Gli SGT sono connessi tra di loro con una rete a maglia completa. Per completezza, gli SGT sono connessi ai tre gateway internazionali (Milano, Roma e Palermo) che, a loro volta, sono connessi a centri intercontinentali (per il traffico diretto verso gli USA, il sito è nei Paesi Bassi). Da ognuno dei 10.500 stadi di linea partono cavi primari, con un massimo di 2400 coppie, che arrivano ad armadi ripartilinea ubicati nelle strade. Da questi partono cavi secondari che raggiungono gli utenti. ARCHITETTURA DELLA RETE: GENERALITA’

5 La rete di accesso italiana in rame è costituita da: - rete primaria, dalla centrale, denominata Stadio di Linea (SL), secondo la terminologia adottata da Telecom Italia, fino agli armadi ripartilinea; - rete secondaria, dagli armadi ripartilinea fino alle terminazioni d’abbonato (box, distributori) e da questi fino alle unità abitative. In centrale si trovano i permutatori, composti da “strisce” e “blocchetti”. RETE D’ACCESSO IN RAME

6 Il permutatore è una struttura di dimensioni variabili a seconda del numero di utenze servite dalla centrale, suddivisa principalmente in due parti. La prima è composta da “blocchetti”, disposti orizzontalmente, collegati elettricamente alle schede di centrale che generano i segnali analogici, ISDN e quelli relativi ai vari servizi (filodiffusione, ADSL, ecc.). La seconda è composta da “strisce”, poste in verticale, collegate ai cavi che sviluppano la rete esterna e quindi collegate direttamente agli appositi armadi posti in strada e da questi ai box (distributori), che servono una o più abitazioni. PERMUTATORE TELEFONICO Blocchetti e strisce sono collegati tra loro tramite “permute” (trecciole di rame), che associano ogni singola linea telefonica alla relativa posizione sulla striscia.

7 RETE D’ACCESSO OLO : Other Licensed Operators Esempio di muffola per cavi in rame Esempio di muffola per cavi in fibra ottica

8 Nella rete primaria, dallo SL sono posati cavi contenenti 1200 o 2400 coppie; negli armadi ripartilinea si attestano cavi da 400 coppie. In un armadio ripartilinea si possono attestare fino a 1200 coppie, di cui 600 entranti dalla rete primaria e 600 uscenti verso la rete secondaria. Generalmente, Telecom Italia termina sull’armadio 400 coppie verso la rete primaria e 600 coppie verso quella secondaria. I cavi della rete primaria hanno potenzialità multiple di 400, 800, 1200, 1600 e 2400 coppie. In figura è mostrata una possibile articolazione di un’area cavo che si attesta su uno SL: lungo il percorso del cavo di 2400 coppie, in corrispondenza degli armadi ripartilinea si sfilano le 400 coppie di entrata. Dopo l’armadio, dotato di pannello di permutazione passivo, le coppie uscenti si dirigono ai distributori, posti in prossimità degli edifici. RETE D’ACCESSO IN RAME

9 Esempi di cavi da 2400 coppie RETE D’ACCESSO IN RAME Tre tipologie: doppino telefonico (twisted pair cable) coppie in aria (open-wire lines) coppie coassiali (coaxial cable)

10 Il cavo utilizzato di norma per trasportare segnali singoli nei due sensi del collegamento, ossia da e per un solo utente nella rete telefonica d’accesso, sia nelle aree urbane che in quelle suburbane, è il doppino telefonico (o, semplicemente, doppino), costituito da due conduttori isolati, intrecciati tra loro in modo uniforme per formare una coppia bilanciata. Un doppino telefonico si realizza con una coppia di fili di rame isolati e intrecciati, così da realizzare una linea di trasmissione simmetrica e bilanciata. Lo spessore di ciascun filo è pari a circa 0,4-0,6 mm, ovvero di circa 1 mm se si tiene conto dell’isolamento. Negli USA si esprime in gauge (calibro) : 24 e 26 sono i valori più usati (24-gauge corrisponde a un diametro di 0.511 mm). Nel passato si impiegava molto la carta, mentre oggi l’isolamento tra i due fili è realizzato in plastica (PVC o polietilene). Il materiale isolante scelto e il suo spessore determinano il valore della capacità per unità di lunghezza che si manifesta tra i fili di una coppia. RETE D’ACCESSO IN RAME

11 La necessità di intrecciare -cordare- tra loro, con passo di qualche decina di cm, i due conduttori utilizzati da ciascun circuito deriva principalmente dalla necessità di rendere minimo l’accoppiamento elettromagnetico tra i diversi circuiti nello stesso cavo che da luogo al fenomeno della diafonia, cioè al trasferimento non voluto di segnali da un circuito all’altro. La cordatura minimizza la diafonia sia facendo in modo che il campo elettromagnetico generato da un filo compensi quello generato dall’altro, sia facendo in modo che i segnali spuri captati da un filo risultino “uguali” a quelli captati dall’altro, così da non dare luogo a differenze di tensione tra i due fili. Unità di base dei cavi in rame: (a) coppia; (b) quarta a stella.

12 I doppini non sono quasi mai usati isolatamente ma, di norma, vengono affasciati in cavi. I cavi per telecomunicazioni possono contenere fino a 3.000 doppini. Il cavo più piccolo, denominato quad, (“quarta a stella”) si realizza avvolgendo insieme quattro fili isolati, utilizzando a volte, al centro, una stringa o un filamento per migliorare la resistenza meccanica: i fili opposti nella sezione trasversale vengono utilizzati per formare una coppia. Oggi, però, i doppini telefonici sono usati anche a frequenze più elevate, per i sistemi DSL (Digital Subscriber Line) e, nel caso del quad, risulta difficile controllare la diafonia tra le coppie, pertanto questa struttura è oggi scarsamente usata per le applicazioni a “larga banda”. RETE D’ACCESSO IN RAME

13 Nelle telecomunicazioni i doppini sono utilizzati per il servizio fonia nelle linee di abbonato della rete di accesso, ma anche per le trasmissioni numeriche a 2 Mbit/s, con distanze tra ripetitori fino a circa 2 km, e nei servizi dati DSL, fino a diversi Mbit/s. Nelle reti locali, LAN (Local Area Network), si impiegano cavi per trasmissioni dati a corto raggio fino a 100 Mbit/s. I più comuni sono i cavi ritorti non schermati UTP (Unshielded Twisted Pair), classificati in categorie (Cat). Si hanno, fra gli altri, UTP Cat. 3, 4 e 5: il cavo Cat. 3 è un cavo per fonia (voice- grade), progettato per applicazioni di trasmissione in fonia a multiplazione di frequenza nelle reti locali; le caratteristiche del cavo Cat. 5 sono specificate fino alla frequenza di 100 MHz e sono adatte al funzionamento ad alta velocità, a 100 Mbit/s o a 1 Gbit/s. RETE D’ACCESSO IN RAME

14 Permutatore DOPPINO TELEFONICO AWG = American Wire Gauge, standard di misura di spessore negli USA per i metalli. La misura è “regressiva” ovvero, tanto maggiore è il numero di gauge, tanto minore è il diametro (ad esempio, 24-gauge corrisponde a 0.511 mm).

15 DOPPINO TELEFONICO Dal punto di vista elettrico, i parametri importanti di un cavo in rame per l’uso a frequenza vocale sono: - resistenza in corrente continua; - capacità mutua tra i conduttori; - diafonia a frequenza vocale. Il primo parametro determina la massima distanza a cui l’apparecchio telefonico riesce a essere ancora correttamente alimentato. I primi due parametri, considerati congiuntamente, determinano l’attenuazione chilometrica del circuito e la dipendenza di questa dalla frequenza. Per il funzionamento ad alta frequenza hanno importanza anche i valori, alle frequenze di interesse, dei parametri: - attenuazione; - diafonia; - impedenza caratteristica.

16 Un doppino isolato, intrecciato in modo omogeneo, può essere rappresentato da circuiti passivi, a due porte, elementari, tra loro tutti uguali e posti in serie, caratterizzato dalle COSTANTI PRIMARIE: -resistenza per unità di lunghezza R; - induttanza per unità di lunghezza L; - capacità per unità di lunghezza C; - conduttanza per unità di lunghezza G. DOPPINO TELEFONICO

17 Le costanti primarie dipendono dalla frequenza. In particolare, all’aumentare della frequenza, la distribuzione della densità di corrente nella sezione dei conduttori varia per EFFETTO PELLE (SKIN EFFECT), con la conseguenza di far aumentare R e diminuire L. Infatti, all’aumentare della frequenza, la corrente elettrica in un conduttore tende a concentrarsi in prossimità della superficie: si riduce quindi la sezione trasversale, con conseguente aumento di R con la frequenza (R=  l/S, con  la resistività, l la lunghezza ed S l’area della sezione; ad esempio, per il Cu,  1.69x10 -8  xm, per l’Au  2.35x10 -8  xm). Quando l’effetto pelle diventa dominante, la resistenza del conduttore aumenta in proporzione a √ f. A frequenze sufficientemente basse, tali da rendere trascurabile l’effetto pelle, la resistenza del conduttore è prossima al valore in continua. DOPPINO TELEFONICO: impedenza caratteristica L’impedenza caratteristica della linea è data da

18 Nella banda POTS (Plain Old Telephone Service) (f<4 kHz), i doppini telefonici utilizzati in telefonia presentano un’induttanza per km dell’ordine di diverse centinaia di μH (  400-800 μH/km). Nella stessa banda, la resistenza per km è compresa tra 50 e 500 Ω a seconda del diametro impiegato. Di norma, a bassa frequenza, G (dell’ordine di 50  -1 /km) può essere trascurato rispetto a ωC (C  50  F/km), cosicché l’impedenza caratteristica può essere approssimata dalla relazione DOPPINO TELEFONICO: impedenza caratteristica da cui si evince una rotazione di fase di –  /4 e una dipendenza dall’inverso della radice quadrata della frequenza.

19 DOPPINO TELEFONICO Andamento tipico di R (  km) per differenti valori del diametro del doppino telefonico.

20 DOPPINO TELEFONICO Andamento tipico di L (H/km) per differenti valori del diametro del doppino telefonico.

21 La condizione ideale di non distorsione si ottiene quando venga soddisfatta la condizione di Heaviside, che comporta Tale condizione è però difficile da rispettare dato che per il doppino si ha, tipicamente, RC>>GL. Poiché G è molto piccolo, la linea si dovrebbe caricare con induttanze (bobine di carico), di valore relativamente elevato. Nel passato si tendeva alla condizione di Heaviside aumentando l’induttanza per unità di lunghezza mediante l’inserimento di induttori (bobine Pupin) in sezioni equidistanti della linea (ad esempio, 915 m oppure 1830 m). Tale tecnica, detta pupinizzazione, riduceva e rendeva costante l’attenuazione a bassa frequenza (frequenze vocali) ma introduceva una frequenza di taglio (tipicamente intorno a 4-6 kHz), che dipende dal tipo di pupinizzazione, al di là della quale l’attenuazione aumenta molto rapidamente, superando i valori di attenuazione della linea non pupinizzata. DOPPINO TELEFONICO: impedenza caratteristica

22 Ad alta frequenza, il termine ωL nell’espressione di Z 0 diventa dominante su R, e quindi si può usare la seguente approssimazione: Ad esempio, a partire da 100 kHz, per un doppino con diametro di 0,50 mm, con isolamento in polietilene, l’andamento tipico dell’impedenza caratteristica è riportato in figura: al crescere della frequenza, la parte reale tende a circa 100  mentre la parte immaginaria tende a zero. DOPPINO TELEFONICO: impedenza caratteristica

23 In figura è mostrato l’andamento del modulo dell’impedenza al variare della frequenza per una linea realizzata con coppie in rame con diametro di 0,5 mm. Possono essere considerati due regimi di funzionamento: - bassa frequenza (banda vocale): l’impedenza diminuisce al crescere della frequenza con un andamento proporzionale all’inverso della radice quadrata della frequenza, Si assume tipicamente un’impedenza di circa 600 Ω alla frequenza di 1200 Hz. DOPPINO TELEFONICO: impedenza caratteristica - Alta frequenza: in regime di alta frequenza si ha ω L>>R e ω C>>G e quindi l’impedenza diventa puramente resistiva. L’impedenza di linea si avvicina a 100 Ω resistivi a partire da 100 kHz.

24 DOPPINO TELEFONICO: attenuazione La costante di propagazione è data da da cui si ottiene la costante di attenuazione  =Re[k(  )] e la costante di fase  =Im[k( 

25 DOPPINO TELEFONICO: attenuazione Dalle precedenti relazioni si possono ottenere i casi limite: Nel caso in cui venga soddisfatta la condizione di Heaviside, GL=RC, si ottiene

26 DOPPINO TELEFONICO: attenuazione L’attenuazione per unità di lunghezza dipende principalmente dal diametro dei conduttori e dalla frequenza. Dipende anche dalla temperatura (circa 0.4 %/°C) e dalla capacità per unità di lunghezza. Nella Tabella seguente sono riportati valori tipici di attenuazione, in dB/km, alla temperatura di 20 °C. Diametro in mm0.40.70.91.3 Frequenza in kHz11.61.20.80.5 104321 100963.52.3 1000201510

27 L’attenuazione in funzione della frequenza risulta bene approssimata dalla espressione in cui A, B e C sono parametri che dipendono rispettivamente dalla componente resistiva del cavo, dal materiale isolante e dall’effetto pelle, crescente con la frequenza. DOPPINO TELEFONICO: attenuazione

28 DOPPINO TELEFONICO: diafonia Il fenomeno della diafonia sulla linea telefonica può, raramente, manifestarsi addirittura come una conversazione intelligibile di un’altra coppia di utenti. Normalmente, la diafonia assume carattere aleatorio, in dipendenza dalla sovrapposizione di molteplici sorgenti disturbanti. La diafonia tra coppie dello stesso cavo ha origine, a bassa frequenza, da sbilanciamento di capacità mentre, ad alta frequenza, da sbilanciamento capacitivo ed induttivo. Essa è quindi sostanzialmente determinata dal progetto del cavo e può essere mitigata avvolgendo i conduttori di ogni coppia con passi diversi per le diverse coppie (ad esempio, avvolgimenti con passi compresi fra 5 e 40 per metro).

29 La diafonia si presenta in due modi: - paradiafonia o NEXT (Near-End-X-Talk): il disturbo è dovuto a un dispositivo che trasmette nelle vicinanze; - telediafonia o FEXT (Far-End-X-Talk): il disturbo è dovuto ad un dispositivo remoto. DOPPINO TELEFONICO: diafonia

30 Valori efficaci tipici di attenuazione di para- e telediafonia, per tratte di lunghezza l, sono riportati nella Tabella seguente: Frequenze vocali l=6 km 150 kHz l=6km 750 kHz l=1.6 km Paradiafonia90 dB75 dB68 dB Telediafonia85 dB65 dB60 dB

31 DOPPINO TELEFONICO Nel caso particolare dell’accesso base ISDN, sono impiegate coppie metalliche simmetriche bilanciate, con un diametro di 0.6 mm (in alcune nazioni si adottano doppini di 0.5 mm); il materiale isolante è PVC o polietilene. I parametri più significativi hanno valori che possono essere distribuiti in intervalli relativamente estesi. Nella Tabella si riportano i valori tipici alle frequenze di riferimento di 1 kHz e 100 kHz. FREQUENZA DI RIFERIMENTO1kHz100 kHz RESISTENZA IN DC ≤130  /km RESISTENZA IN AC 127  /km167  /km CAPACITA’≤100 nF/km74 nF/km66 nF/km INDUTTANZA0.72 mH/km0.68 mH/km L’accesso base ISDN consente il trasporto di 2 canali indipendenti di 64 kbit/s (canale base B), e di un canale di controllo a 16 kbit/s (canale D), per trasmettere l’informazione di segnalazione tra il terminale di utente e la centrale locale (2B+D).

32 DOPPINO TELEFONICO Nella Tabella seguente sono indicati altri parametri di interesse alla frequenza di 100 kHz. Attenuazione di diafonia tra le coppie>50 dB Sbilanciamento>50 dB Attenuazione di inserzione7.6 dB/km Impedenza caratteristica 100  Ritardo di gruppo 7  s/km Per l’accesso primario, l’impedenza caratteristica è 120  ± 20% nell’intervallo di frequenza 200 kHz-1 MHz e 120  ± 10% a 1 MHz. L’accesso primario consente la trasmissione bidirezionale di un flusso lordo di 2.048 kbit/s tra rete e utente, strutturato in canali a 64 kbit/s (30 canali B) di informazione e un canale D a 64 kbit/s di segnalazione (30B+D).

33 SISTEMI xDSL L'acronimo xDSL (Digital Subscriber Line) indica una famiglia di sistemi digitali in cui la prima lettera, "x" ne specifica un particolare membro. Si distinguono i sistemi ADSL (A = Asymmetric), SDSL (S = Symmetric, ma anche S = Single-pair), HDSL (H = High-bit-rate), VDSL (V = Very-high-bit- rate). Tipicamente, nella famiglia dei sistemi xDSL si distinguono due sotto- famiglie: - sistemi simmetrici, nei quali il bit-rate in trasmissione (downstream) è uguale a quello in ricezione (upstream); -sistemi asimmetrici, nei quali il bit-rate ricevuto dal cliente (subscriber) è maggiore di quello da lui trasmesso.

34 SISTEMI xDSL I sistemi xDSL traggono la loro origine dal sistema di linea DSL utilizzato nella rete ISDN per portare il segnale digitale fino a casa del cliente. Lo sviluppo di tali sistemi, relativamente all’ambito delle trasmissioni numeriche a 1.5-2 Mbit/s, ha prodotto l’HDSL (High-bit-rate Digital Subscriber Line), in grado di trasmettere, su 2 o 3 coppie, ciascuna operante in full-duplex, un flusso numerico di 1.5 Mbit/s (T1) o 2 Mbit/s (EI), secondo lo standard americano o europeo, su tratte fino a 4-5 km. L’HDSL non è però adatto al trasporto di servizi diffusivi, richiesti dall’utenza residenziale, per il quale è stata sviluppata la tecnologia ADSL (Asymmetrical Digital Subscriber Line), che permette il trasporto, su una singola coppia, di un flusso asimmetrico, a 1.6 Mbit/s in downstream (centrale-utente), 16 o 64 kbit/s, oltre a un canale fonico, in upstream, ovvero nella direzione opposta. L’evoluzione dell’ADSL ha portato al VDSL (Very-high-bit-rate Digital Subscriber Line), con flussi numerici di 3 (upstream) e 55 Mbit/s (downstream) e, successivamente, con il VDSL2, fino a 100 Mbit/s (downstream/upstream).

35 Nei sistemi DSL, l’accesso e la multiplazione vengono effettuati dal DSLAM (Digital Subscriber Line Access Multiplexer), che esplica le funzioni di accesso e modulazione da e verso il doppino dell'utente finale. E’ installato in vari possibili punti della rete di accesso tra l'utente e la prima centrale telefonica (SL, stadio di linea), in funzione della velocità di trasmissione. SISTEMI xDSL: DSLAM

36 Il DSLAM esplica la funzione di multiplazione raccogliendo, dal lato utente, diversi segnali provenienti da singoli clienti/utenti, veicolati mediante doppino telefonico, e aggregandoli, con tecnica di commutazione di pacchetto, in un canale di comunicazione di gerarchia superiore. L'utilizzo di un multiplatore come il DSLAM incrementa fino a 10 volte la larghezza di banda disponibile sul doppino e varie volte di più a seconda dell'efficienza del software di compressione (ad esempio, MPEG).

37 Oltre alla multiplazione, il DSLAM espleta anche la funzione di modulazione mediante un banco di modem, che modulano più segnali con protocollo DSL verso gli utenti finali nella rete di accesso. In questo senso, il DSLAM rappresenta l'apparato duale rispetto al modem dell'utente, che chiude o apre la connessione in cui il segnale DSL transita fino all'utente finale, prelevandolo o immettendo il flusso dati da o verso la rete di trasporto. Per trasportare un segnale DSL singolo è sufficiente un doppino; per trasportarne più d'uno fino a distanze di 5 km sono necessari DSLAM e doppino telefonico. Per più segnali DSL su distanze maggiori di 5 km occorre invece un collegamento in fibra ottica. Il collegamento verso reti ISP (Internet Service Provider) è effettuato mediante server BRAS (Broadband Remote Access Server). SISTEMI xDSL: DSLAM

38 Il protocollo specifica la tecnica di multiplazione per allocare nella banda disponibile sia il segnale telefonico, sia i dati per i quali è suddivisa a sua volta in due bande, una per il downlink, l'altra per l'uplink. Tipicamente, la velocità di trasmissione in ricezione e trasmissione (downlink-uplink) è compresa fra 160 kbit/s e 53.248 kbit/s (52 Mbit/s), a seconda della tecnologia DSL, delle condizioni della linea e del livello di servizio. La banda dedicata al trasporto dati può essere ripartita in maniera simmetrica o asimmetrica tra i due tipi di flussi, a seconda che ad essa sia riservato o meno lo stesso bit-rate in uplink e downlink; in una trasmissione DSL, la banda in uplink non è mai superiore a quella in downlink. Esistono limitazioni in termini di distanza fra utente e centrale per un dato livello prestazionale. Ovviamente, tali limitazioni sono più restrittive per le velocità di trasmissione più elevate. SISTEMI xDSL

39 A livello minimo, la linea DSL definisce un'interfaccia trasmissiva digitale alla velocità di 144 kbit/s ed è suddivisa in tre canali: due canali B (B1 e B2) di 64 kbit/s ciascuno, per fonia o dati, ed un canale D di segnalazione di 16 kbit/s. Per trasmettere alla velocità di 160 kbit/s e per poter portare l'interfaccia digitale fino a casa dell’utente, la linea DSL utilizza una tecnica di trasmissione full-duplex con equalizzazione, cancellazione d'eco ed un codice di linea 2B1Q. In particolare, la tecnica full-duplex, poiché utilizza la stessa coppia sia in trasmissione che in ricezione, impone la equalizzazione e la cancellazione d'eco per evitare reciproche interferenze tra i dati trasmessi e quelli ricevuti. SISTEMI xDSL

40 Le tecnologie DSL si differenziano in base alla simmetricità/asimmetricità delle bande dedicate al downlink e all’uplink e/o alla velocità di trasmissione offerta all'utente nelle due rispettive bande: - High Data Rate Digital Subscriber Line (HDSL); - Symmetric Digital Subscriber Line (SDSL), versione standardizzata dell'HDSL; - Single-pair High-speed Digital Subscriber Line (SHDSL); - Consumer Asymmetric Digital Subscriber Line (CDSL); - Asymmetric Digital Subscriber Line (ADSL); - Asymmetric Digital Subscriber Line 2 (ADSL2); - Asymmetric Digital Subscriber Line 2+ (ADSL2+); - ISDN Digital Subscriber Line (IDSL); - Rate-Adaptive Digital Subscriber Line (RADSL); - Very-high-bit-rate Digital Subscriber Line (VDSL); - Very High Speed Digital Subscriber Line 2 (VDSL2), versione migliorata del VDSL; - Symmetric High-speed Digital Subscriber Line (G.SHDSL), versione standardizzata dell'SDSL; - Powerline Digital Subscriber Line (PDSL), una soluzione che prevede l'uso dei fili della corrente elettrica anziché quelli del telefono; - Uni-DSL (UDSL); - Ethernet Local Loop (Etherloop). SISTEMI xDSL

41 L’ HDSL (High data rate Digital Subscriber Line) è la prima tecnologia della famiglia xDSL, nata circa 30 anni fa per potenziare la velocità di trasmissione nelle connessioni Internet su doppino telefonico. Essa costituisce l’evoluzione dell’accesso base ISDN, di cui utilizza il codice di linea 2B1Q e la tecnica di trasmissione full-duplex, con cancellatore d’eco. L’ HDSL è un sistema simmetrico conforme allo standard europeo ETSI TS 105 135. La capacità di trasporto netta è pari a 2304 kbit/s mediante tre possibili configurazioni che prevedono l'uso di una, due o tre coppie. Questa possibilità, pur aumentando la complessità del sistema, rappresenta un vantaggio perché consente di suddividere la banda su più portanti e, quindi di diminuire la velocità trasmissiva per ogni portante a beneficio della lunghezza del collegamento. SISTEMA HDSL

42 Il sistema è progettato per tratte fino a 3-4 km ed è in grado di tollerare la presenza di almeno una derivazione in parallelo. Funziona per traffico dati e non per quello voce. Supporta il Voice over IP (VOIP), che tratta la fonia vocale come dati qualsiasi di Internet. Diversamente dall’ ADSL, richiede un doppino dedicato, ossia una linea per ogni utente; l’ADSL invece attua un multiplexing, dividendo la banda del doppino ADSL fra più utenti. Rispetto all’ ADSL, l’HDSL è caratterizzato da prestazioni superiori in termini di tempi di latenza ed è più stabile (spesso con velocità garantite), in quanto non condivide risorse ma è un unico circuito virtuale tra l'utente e il provider.

43 SISTEMA HDSL In Figura è mostrato lo schema a blocchi del sistema: è costituito da 2 o 3 transceiver, da un blocco che esegue le funzioni di affasciamento dei flussi informativi di linea e di interfaccia, secondo le Raccomandazioni G.703 e G.704), con la centrale o con il terminale, e da un blocco che svolge le funzioni di manutenzione. NTU (Network Termination Unit) LTU (Line Termination Unit) Schema a blocchi generale del sistema HDSL

44 Il sistema HDSL è costituto da un terminale remoto NTU (Network Termination Unit), installato presso l’utente, ed un terminale LTU (Line Termination Unit), installato presso la centrale. All'ingresso dell'interfaccia arriva il segnale a 2048 kbit/s che viene inviato nel sottosistema di mapping che effettua la multiplazione: infatti, questo suddivide il flusso originario in uno, due o tre flussi che sono inviati ai trasduttori di linea HDSL i quali si interfacciano con la linea fisica. Nel caso di trasmissione su due coppie la modalità di suddivisione è molto semplice: i bytes dispari vengono inviati sulla prima coppia ed i bytes pari sulla seconda. All'altro lato della linea vi sono le funzioni simmetriche con i trasduttori di linea che inviano il segnale ricevuto ai circuiti di mapping per ricostruire il flusso originario componendolo da più flussi di velocità inferiore; i circuiti di mapping inviano il flusso ricomposto all'interfaccia di uscita per essere prelevato dai terminali dell'utente. SISTEMA HDSL

45 La terminazione di utente NTU viene connessa lato rete con il doppino che trasporta la linea HDSL e lato utente con un'interfaccia che può essere sia coassiale, 75  sbilanciata, che su coppia simmetrica, 120  bilanciata. L'apparato può avere integrate le funzioni del DCE-3 per interfacciarsi direttamente con un DTE (server, router) per mezzo di una porta seriale. SISTEMA HDSL: NTU Il modem DCE-3 è un'apparecchiatura per la trasmissione dati in reti numeriche CDN (Collegamenti Diretti Numerici), realizzato per la trasmissione sincrona d'utente pari a N x 64 kbit/s, con N da 1 a 32.

46 La struttura della trama HDSL è riportata in Figura. La durata di una trama è pari a 6 ms +/– 1/584 ms dovuti ai bit di riempimento SQ (Stuffing Quad). All'inizio della trama è presente una parola di sincronismo pari a 14 bit che permette agli apparati di allinearsi e di sincronizzare le trame, seguono poi 4 gruppi di dati ognuno dei quali è formato da un overhead OH e da 12 blocchi informativi di payload. SISTEMA HDSL

47 In Figura è mostrato il contenuto spettrale in linea relativo alla soluzione full-duplex a 3 coppie, identico nel verso utente-centrale e viceversa. Spettro del segnale HDSL relativo alla soluzione full-duplex a 3 coppie I sistemi HDSL possono utilizzare due tipi di codici di linea: - codice di linea 2B1Q, con trasmissione su uno, due o tre coppie; - codice di linea CAP (Carrierless Amplitude Phase), con trasmissione su una o due coppie. La codifica CAP è equivalente ad una modulazione 128-QAM con codice TCM (Trellis Code Modulation). Lo standard ETSI prevede per i sistemi HDSL l'utilizzo del codice 2B1Q, riservando la modulazione CAP al sistema HDSL2. In Italia è stata adottata la codifica 2B1Q con trasmissione su due coppie.

48 La codifica 2B1Q (due binari, uno quaternario) è di tipo quaternario, cioè a quattro livelli, e associa un livello ‘Q' ad una coppia di bit, con la seguente legge: Q1: –3.....00 Q2: –1.....01 Q3: +3.....10 Q4: +1.....11 SISTEMA HDSL: codice di linea 2B1Q La codifica 2B1Q è particolarmente efficiente perché non introduce ridondanza (ad ogni livello quaternario corrispondono due bit) e perché dimezza la velocità di trasmissione dei simboli in linea. Un flusso dati di 16044 kbit/s si traduce in un flusso di 8.022.000 simboli quaternari al secondo, che occupa all’incirca metà della banda di un segnale HDB3 (High Density Bipolar 3: codifica di linea di tipo AMI -Alternate Marking Inversion-, con trasmissione del livello 0 per lo 0 logico e trasmissione di +1 o -1 alternativamente per ogni 1 logico. BitsSimboloVolt 00-3-2.5 01-0.833 10+3+2.5 11+1+0.833

49 Con HDSL 2 si indicano sistemi derivati dall'HDSL ma più evoluti, in quanto basati su una tecnica di modulazione più avanzata, denominata CAP (Carrierless Amplitude Phase ), equivalente ad una modulazione 128-QAM con codice a traliccio TCM (Trellis Code Modulation). Tuttavia, tale tipologia di sistema è rimasta allo stato di prototipo avanzato poiché, contemporaneamente, sono stati sviluppati apparati con tecniche di modulazione analoghe al CAP con l’introduzione di due nuovi concetti: - trasmissione asimmetrica, in cui la velocità di trasmissione in downlink è superiore a quella in uplink; - capacità adattativa dei sistemi “alla linea”, in termini di velocità di trasmissione: velocità maggiori se la linea è in buone condizioni, velocità inferiori se la linea è degradata. Queste innovazioni hanno permesso di realizzare sistemi trasmissivi con velocità superiori a 2 Mbit/s e quindi sono state abbandonate le ricerche per sviluppare apparati e sistemi di tipo HDSL a favore dei sistemi ADSL e VDSL. SISTEMA HDSL2

50 Il sistema SHDSL può essere considerato come il risultato di un processo evolutivo delle tecniche di trasmissione numerica su rame ad alta velocità di tipo simmetrico, per superare i limiti delle tecniche HDSL e HDSL 2, ovvero: - necessità di più coppie per collegamento; - incompatibilità con altri sistemi numerici all'interno dello stesso cavo; - limitazioni sulle prestazioni in funzione della distanza del collegamento. L'SHDSL nasce principalmente per la fornitura di collegamenti diretti numerici, con velocità fino a 2 Mbit/s, in sostituzione delle tecniche HDSL. Rispetto a queste presenta i seguenti vantaggi: - utilizzo di un unico doppino telefonico; - minore necessità di impiego di rigeneratori; - migliore compatibilità con altri sistemi; - maggiore scalabilità delle prestazioni, con notevole flessibilità nella gestione della velocità di trasmissione del collegamento. SHDSL (Single-pair High-speed Digital Subscriber Line)

51 Alcuni costruttori cominciarono a valutare ed introdurre tecniche che consentissero una maggiore flessibilità della velocità di trasmissione del collegamento in funzione della lunghezza. Tali tecniche, denominate MDSL (Multi-bit-rate DSL) non sono divenute mai uno standard, poiché negli Stati Uniti andava affermandosi una tecnica alternativa, l’SDSL (Single Pair DSL), direttamente derivata dall'HDSL, di cui utilizza, in particolare, il codice di linea 2B1Q. Le novità principali previste nella tecnica SDSL sono: - utilizzo di una singola coppia; - possibilità di coesistenza con sistemi POTS, ISDN, T1 e HDSL, mentre sussistono ancora problemi di compatibilità con l’ADSL in linee adiacenti; - flessibilità di gestione della capacità del collegamento da 192 kbit/s a 2312 kbit/s, con passi di 64 kbit/s. SHDSL (Single-pair High-speed Digital Subscriber Line)

52 L'evoluzione dei processi di standardizzazione ha seguito due strade: - l'ETSI ha ripreso il nome SDSL nella norma TS 101 524, appositamente studiato per un utilizzo in reti europee; - l'ITU ha proceduto alla redazione della raccomandazione ITU-G.991.2, dove si introduce la denominazione SHDSL (o G.SHDSL) (Symmetrical single-pair High bit-rate DSL). Tale normativa prevede due annessi: A per l'utilizzo in reti americane, B per l'utilizzo in Europa. Il sistema SHDSL consente velocità di trasmissione da 192 kbit/s a 2312 kbit/s, con incrementi di 8 kbit/s in Europa e 64 kbit/s in America. La trama è suddivisa in canali da 64 kbit/s per il trasferimento delle informazioni d'utente e da blocchi di controllo di 8 kbit/s. Uno dei vantaggi più interessanti di SHDSL è la flessibilità di trasporto delle informazioni. SHDSL (Single-pair High-speed Digital Subscriber Line)

53 La Figura mostra la configurazione di riferimento per un sistema SHDSL. Il collegamento avviene in modalità punto-punto, fra due apparati denominati STU (SHDSL Transceiver Unit): - uno posto lato rete, generalmente in un nodo di accesso, chiamato STU-C (SHDSL Transceiver Central office); - l'altro presso la sede d'utente, denominato STU-R (SHDSL Transceiver Unit- Remote). Il blocco SRU (opzionale) è un rigeneratore per realizzare collegamenti di lunghezza più elevata. SHDSL (Single-pair High-speed Digital Subscriber Line)

54 Ogni terminale contiene: - una sezione indipendente dal protocollo di trasporto, costituita da due blocchi funzionali: PMD (Physical Media Dependent) e PMS-TC (Physical Media Specific-Transmission Convergence layer); - una sezione specifica dell'applicazione che comprende blocchi di interfaccia e il blocco TPS-TC (Transmission Protocol Specific-Transmission Convergence layer). Poichè la norma ITU G.991.2 prevede anche la possibilità di implementare sistemi SHDSL a 2 coppie, possono essere presenti due blocchi PMD che si interfacciano ad un PMS-TC comune (linee tratteggiate in figura). Le principali funzionalità dello strato PMD sono: - instaurazione della connessione; - generazione e recupero della sincronizzazione; - codifica; - modulazione; - cancellazione d'eco; - equalizzazione di linea. SHDSL (Single-pair High-speed Digital Subscriber Line)

55 La Figura mostra un esempio di nodo multiaccesso.

56 Il collegamento SHDSL di tipo punto-punto prevede l'impiego di due terminali di tipo STU, uno lato utente (STU-R), l'altro lato rete (STU-C). L'apparato STU-R è costituito da un modem posto in sede d'utente su cui viene terminato il cavo in rame, che funziona sia da link che da network termination. Alla terminazione di rete è prevista la implementazione di apparati tipo DSLAM (DSL Access Multiplexer ) per collegamenti SDSL, dotati di interfacce di tipo STU-C (SDSL Transceiver Unit Central office end), in analogia alle attuali configurazioni ADSL o a nodi di tipo multiaccesso, che prevedono interfacce a banda stretta (opzionali) di tipo POTS, ISDN e a larga banda di tipo ADSL e SDSL. Questo tipo di configurazione fornisce maggiore flessibilità, soprattutto per gli operatori, che in ogni nodo possono gestire accessi di tipo diverso. La possibilità di gestire ogni flusso con modalità a pacchetto mediante un multiplexer asincrono consente una gestione ottimale della banda. Verso la rete di trasporto possono essere previste interfacce SDH per flussi ATM o direttamente IP. SHDSL (Single-pair High-speed Digital Subscriber Line)

57 Nell’ambito della famiglia xDSL, l’ADSL (Asymmetrical Digital Subscriber Line) rappresenta il sistema più importante poiché si adatta in maniera flessibile alle applicazioni di interesse e presenta caratteristiche di fattibilità tecnico- economica vantaggiose. Le origini dell'ADSL risalgono a studi effettuati presso i Bell Labs dalla seconda metà degli anni ‘80 su alcune modalità di trasmissione di segnali numerici su cavi in rame. La prima normativa si deve all'ente di standardizzazione degli USA, l'ANSI (American National Standardization Institute) nel 1995, poi rivista nel 1998, in cui vengono definite le caratteristiche di livello fisico dell’ ADSL. In Europa l'ente normativo per le telecomunicazioni, l'ETSI (European Telecommunications Standardization Institute) ha emanato una propria direttiva per l’ADSL, confluita nello standard internazionale promosso dall'ITU con la normativa G.992.1., in versione definitiva nel giugno 1999. Per favorire lo sviluppo e la diffusione della tecnologia ADSL, nel 1994 nasce l'ADSL Forum, per iniziativa di costruttori di apparati ed operatori di telecomunicazione. SISTEMA ADSL

58 ADSL nasce inizialmente per fornire servizi video (in particolare, Video On Demand) ed in seguito servizi dati ad alta velocità, utilizzando i cavi in rame della rete telefonica. Per garantire la continuità di erogazione del servizio telefonico ed evitare l'installazione di altri cavi, è apparsa evidente fin dall’inizio la necessità di trasportare la fonia sullo stesso collegamento ADSL. A tal fine vi è stata una convergenza verso l'integrazione del tradizionale servizio POTS, piuttosto che verso altre forme di trasporto della fonia in formato numerico (ISDN o fonia a pacchetto); tale scelta è stata motivata principalmente dalla esigenza di favorire una semplice installazione del collegamento ADSL, che non richieda la sostituzione degli apparati telefonici analogici. Nell'ottica della semplicità di installazione del collegamento e della realizzazione degli apparati, è stato scelto un approccio basato sulla tecnica FDM (Frequency Division Multiplexing), in cui viene riservata una banda opportuna (  4 kHz) al canale telefonico, all'interno di quella complessiva utilizzata dall'ADSL nel cavo. Dato che gli apparati telefonici utilizzano le frequenze da 300 Hz a 3400 Hz, la banda assegnata alla fonia è allocata nella parte inferiore dello spettro, cosicché non risulta necessario effettuare alcuno spostamento della banda del segnale trasmesso dagli apparati telefonici. Collegamento ADSL

59 SISTEMA ADSL Inizialmente per l'ADSL furono proposte diverse alternative per il codice di linea, ma la scelta fu alla fine ristretta a due tecniche di modulazione : la modulazione CAP (Carrierless Amplitude Phase) e la DMT (Discrete Multi Tone). Gli standard, a partire dall'ANSI, per poi avere la definitiva convalida in ITU, hanno deciso in favore della DMT, basata sulla modulazione QAM di 256 portanti, ottenuta direttamente in forma numerica, mediante l’uso della trasformata discreta di Fourier. Il sistema ADSL è di tipo asimmetrico, con capacità differenti nei due versi tra centrale e utente. Questo metodo permette di trasmettere flussi da 1.6 Mbit/s (o 2 Mbit/s, ADSL I), 3 Mbit/s (ADSL II) e 6 Mbit/s (ADSL III) tra centrale e utente, un canale a 16 o 64 kbit/s nel verso opposto (attualmente, da 128 kbit/s fino a 1 Mbit/s secondo lo standard), oltre ad un normale canale fonico. Essendo una tecnica asimmetrica, dal diverso contenuto spettrale dei flussi informativi in linea, è meno affetta da effetti di paradiafonia e pertanto può coprire distanza maggiori rispetto all’HDSL (oltre 5 km). Il sistema è predisposto con tecniche di equalizzazione adattativa, di tipo DFE (Decision Feedback Equalizer), per tollerare collegamenti composti da coppie di diverso diametro.

60 StandardNome comune Velocità massima in downstream Velocità massima in upstream ANSI T1.413-1998 Issue 2 ADSL8 Mbit/s1 Mbit/s ITU G.992.1ADSL (G.dmt)8 Mbit/s1 Mbit/s ITU G.992.1 Annex AADSL over POTS10 Mbit/s1 Mbit/s ITU G.992.1 Annex BADSL over ISDN10 Mbit/s1 Mbit/s ITU G.992.1 Annex C ITU G.992.2ADSL Lite (G.lite)1.5 Mbit/s0,5 Mbit/s ITU G.992.3ADSL2 (G.bis)12 Mbit/s1 Mbit/s ITU G.992.3 Annex JADSL212 Mbit/s3,5 Mbit/s ITU G.992.3 Annex LRE-ADSL26 Mbit/s1,2 Mbit/s ITU G.992.3 Annex M ITU G.992.4ADSL2 (G.bis.lite)12 Mbit/s1 Mbit/s ITU G.992.4 Annex JADSL212 Mbit/s3,5 Mbit/s ITU G.992.4 Annex LRE-ADSL26 Mbit/s1,2 Mbit/s ITU G.992.5ADSL2+24 Mbit/s1 Mbit/s ITU G.992.5 Annex LRE-ADSL2+24 Mbit/s1 Mbit/s ITU G.992.5 Annex MADSL2+M24 Mbit/s3,5 Mbit/s Standard ADSL

61 SISTEMA ADSL Il collegamento ADSL prevede due dispositivi terminali, denominati ATU (ADSL Transceiver Unit), che implementano le tecniche trasmissive previste dalle normative: - uno lato rete, ATU-C (ADSL Transceiver Unit Central office) ; - uno in sede d'utente, detto ATU-R (ADSL Transceiver Unit Remote terminal end), di norma denominato modem ADSL d'utente.

62 SISTEMA ADSL - Sezione Core Network, ovvero la parte di trasporto su lunga distanza, che può comprendere una parte per i servizi a bassa velocità (Narrow-Band, NB) ed una per quelli a larga banda (Broad-Band, BB); la Core Network a banda stretta è costituita dalla rete telefonica o ISDN, l'altra è una rete dati a commutazione di pacchetto e può essere in tecnologia ATM, Frame Relay o IP.

63 SISTEMA ADSL - Sezione di accesso che comprende: - un nodo di accesso (Access Node); - il collegamento in doppino telefonico fra i due ATU.

64 SISTEMA ADSL - una eventuale rete d'utente che collega uno o più apparati all'ATU-R, nel caso in cui l'ATU-R ed il terminale d'utente siano allocati in luoghi distinti, oppure si voglia collegare ad un ATU più terminali. La rete d'utente si interfaccia con l'ATU-R mediante una interfaccia T-SM, con gli apparati d'utente con una interfaccia detta T; nel caso più semplice di configurazione, in cui l'ATU-R è un modem ADSL d'utente, le due interfacce coincidono. - Sezione d'utente che comprende: - l'apparato ADSL d'utente (ATU-R); - gli apparati telefonici tradizionali;

65 I due ATU ( ADSL Transceiver Unit) si scambiano le informazioni necessarie per instaurare la connessione e poi trasmettono fisicamente i bit sulla linea. Ogni connessione ADSL, a livello fisico, è una trasmissione punto-punto fra un ATU e l'altro. Il collegamento ADSL è parte di un sistema più complesso, che riguarda anche l'interfacciamento con altre entità ed altri livelli di rete. Sia l'ITU che l'ADSL Forum hanno elaborato un modello di riferimento per il collegamento ADSL, che include: - un certo numero di blocchi funzionali; - le interfacce fra i vari blocchi funzionali. I blocchi funzionali rappresentano le principali funzionalità presenti in un collegamento ADSL; essi possono risiedere in un unico apparato o essere distribuiti in più apparati. Le interfacce possono essere solo logiche o anche fisiche e stabiliscono le modalità di interconnessione e scambio di informazioni fra i blocchi funzionali. SISTEMA ADSL

66 Sono identificate tre porzioni di rete: - sezione core network, ovvero la parte di trasporto su lunga distanza, che può comprendere una parte per i servizi a bassa velocità (Narrow-Band, NB) ed una per quelli a larga banda (Broad-Band, BB); la core network a banda stretta è costituita dalla rete telefonica o ISDN, l'altra è una rete dati a commutazione di pacchetto e può essere in tecnologia ATM, Frame Relay o IP; - sezione di accesso che comprende: - un nodo di accesso (Access Node); - il collegamento in doppino telefonico fra i due ATU; - sezione d'utente che comprende: - l'apparato ADSL d'utente (ATU-R); - gli apparati telefonici tradizionali; - una eventuale rete d'utente che collega uno o più apparati all'ATU-R, nel caso in cui l'ATU-R ed il terminale d'utente siano allocati in luoghi distinti, oppure si voglia collegare ad un ATU più terminali. La rete d'utente si interfaccia con l'ATU-R mediante una interfaccia T-SM, con gli apparati d'utente con una interfaccia detta T; nel caso più semplice di configurazione, in cui l'ATU-R è un modem ADSL d'utente, le due interfacce coincidono. SISTEMA ADSL

67 E’ previsto uno splitter, costituito da una coppia di filtri, per la separazione del segnale telefonico da quello dati. Tale splitter va inserito sia lato rete, nel nodo di accesso locale (Splitter-C), che presso la sede dell'utente (Splitter-R): - il filtro passa basso (PB) gestisce il collegamento con i tradizionali apparati telefonici: lato rete si interfaccia con l'autocommutatore telefonico, mediante una interfaccia chiamata POTS-C, cioè una interfaccia telefonica di centrale; lato utente con il tradizionale telefono domestico, mediante l'interfaccia POTS-R, che non è altro che una interfaccia telefonica tradizionale di livello fisico (connettore telefonico e doppino in rame); - il filtro passa alto (PA) gestisce la banda ad alta frequenza per la trasmissione dati e si interfaccia: lato rete con l'ATU-C, mediante l'interfaccia U-C2; lato utente con l'ATU-R, mediante l'interfaccia U-R2. SISTEMA ADSL

68 Inoltre lo splitter si interfaccia con la linea per mezzo di due interfacce su cui è definita la modalità di trasmissione ADSL: - la U-C lato rete; - la U-R lato utente. Il filtro passa alto (PA) può essere integrato nei due ATU e, in questo caso, le interfacce U-C2 ed U-R2 sono di tipo logico e fisicamente coincidono con le U-C ed U-R. Lo splitter esegue anche le seguenti funzioni: - in trasmissione, adattare opportunamente il segnale telefonico e quello dati alla banda trasmessa sul cavo; - in ricezione, separare i due segnali per inviare la fonia all'apparato telefonico, i dati al terminale ADSL (ATU-R). SISTEMA ADSL

69 Più linee DSL possono essere “legate” (bonded) per fornire velocità di trasmissione più elevate. Nel caso di Bonded ADSL, 2 o più linee ADSL sono usate per “aggregare” banda, sia in upstream che in downstream, in una singola connessione logica. In questo modo, il collegamento risulta molto più robusto e consente una velocità di trasmissione maggiore. In Gran Bretagna, sono disponibili collegamenti Bonded ADSL che forniscono bit-rate fino a 512 kbit/s in upstream e fino a 4 Mbit/s in downstream. Bonded ADSL

70 Si sono affermati due tipi di modulazioni multiportante (MCM, Multi Carrier Modulation): - modulazione e multiplazione a divisione di frequenza ortogonale, OFDM (Orthogonal Frequency Division Multiplexing) : impiegata in sistemi wireless e via satellite, specialmente per applicazioni broadcast; non prevede di regola l’allocazione variabile dei bit sulle diverse sottoportanti; - modulazione a toni multipli discreti, DMT (Discrete Multi Tone): impiegata in sistemi via cavo per applicazioni punto-punto; la trasmissione viene di norma ottimizzata allocando opportunamente i bit sulle differenti sottoportanti (bit loading). MODULAZIONI MULTIPORTANTE

71 Una sequenza binaria B[k] viene suddivisa in blocchi di k bit, ciascuno dei quali da origine ad un gruppo di N simboli, in generale appartenenti ad un alfabeto diverso; il simbolo i-esimo, degli N, viene quindi trasmesso sulla sottoportante i-esima, mediante un modulatore. Lo schema di un modulatore a multiportante è mostrato qui di seguito: MODULAZIONI MULTIPORTANTE

72 La modulazione DMT (Discrete Multi Tone) appartiene alla famiglia delle modulazioni a multiportanti. Tali modulazioni vengono utilizzate principalmente nei canali che presentano un andamento non ideale, per compensare variazioni della funzione di trasferimento. In un canale con funzione di trasferimento non ideale, il rapporto segnale/rumore (SNR, Signal-to-Noise Ratio) non è costante su tutta la banda pertanto, se il flusso numerico viene equamente ripartito su tutta la banda, ci potranno essere intervalli di frequenza in cui le specifiche di sistema possono non essere rispettate ed intervalli in cui non viene sfruttata appieno la capacità disponibile. Il canale viene suddiviso in un certo numero N di sottocanali ed il flusso numerico viene parallelizzato in N flussi, ciascuno dei quali viene trasmesso su una sottobanda; la ripartizione del flusso binario viene ottimizzata in funzione dell’SNR nei diversi intervalli spettrali, in modo tale che ad un SNR migliore corrisponda una maggiore capacità trasmessa per unità di frequenza. MODULAZIONE DMT

73 Nella maggior parte dei casi si utilizzano sottoportanti di eguale ampiezza e modulazioni numeriche multilivello (QAM), in cui è possibile variare il numero dei bit trasmessi su ogni sottoportante. Dovendosi osservare e ordinare le informazioni sui canali bidirezionali, per mantenere continuamente al livello desiderato la qualità di tutti i canali, il DMT risulta più complesso rispetto al CAP, ma il comportamento dinamico gli conferisce una maggiore flessibilità nell’impiego su linee di trasmissione di diversa qualità. Ogni canale è monitorato e, se la qualità è troppo compromessa, l’informazione viene “spostata” su un altro canale. Il sistema sposta quindi continuamente i segnali tra diversi canali, in base alle migliori condizioni per la trasmissione e la ricezione.

74 La modulazione CAP (Carrierless Amplitude Phase) è stata la prima tecnica di modulazione utilizzata per i sistemi xDSL, perché di più facile implementazione. Il CAP opera suddividendo in tre bande distinte il segnale da trasmettere sul doppino: - fonia POTS, come sempre trasportata nella banda 0-4 kHz; - segnale upstream, allocato nella banda tra i 25 e 160 kHz; - segnale downstream, da 240 kHz fino ad un valore che dipende da più fattori (lunghezza della linea, entità dei disturbi, numero di utenti), ma comunque non oltre circa 1,5 MHz. Il CAP è equivalente alla modulazione TCM (Trellis Code Modulation): QAM a 128 stati, con correzione d’errore FEC, con una portante in DS ed una in US. La modulazione TCM è ottenuta aggiungendo alla modulazione M- QAM la codifica di canale di tipo FEC. MODULAZIONE CAP

75 Modulazione DMT (Discrete Multi Tone) sulla banda ADSL (fino a 1104 kHz) La modulazione a multiportante DMT consente di compensare la variabilità del canale di comunicazione attraverso la suddivisione della banda in sottobande, per ciascuna delle quali il bit-rate viene ottimizzato in funzione dell’SNR. Con la modulazione DMT, oltre al bit-rate, è adattabile ai valori di SNR di ciascuna sottobanda anche il livello di modulazione, ottenendo in tal modo lo sfruttamento ottimale dello spettro. La banda di trasmissione viene suddivisa in un determinato numero di sottobande (BINS), a ciascuna delle quali è associata una portante, così da utilizzare i corrispondenti “canali” per trasmettere una parte del flusso informativo. L’attenuazione su ciascuna sottobanda è praticamente costante quindi non è necessario in ricezione l’impiego di equalizzatori di canale. La capacità di trasmissione assegnata ad ogni sottobanda è funzione delle caratteristiche di attenuazione e del livello di rumore di tale sottobanda (miglioramento del DMT rispetto al CAP).

76 La modulazione a multiportante adottata nell'ADSL, la DMT, prevede 256 sottobande, equispaziate e di ampiezza pari a 4,3125 kHz. La banda totale utilizzata sul doppino telefonico risulta quindi compresa fra 0 e 1104 kHz. Al canale upstream vengono allocate 32 sottoportanti nella banda inferiore (fino a 138 kHz), che è la parte più pregiata poiché presenta attenuazione inferiore ed è meno soggetta a diafonia. Questa condizione permette: - di semplificare la implementazione del trasmettitore del modem ADSL d'utente, che può funzionare con livelli di potenza più bassi; - di ridurre gli effetti del rumore ricevuto dall'ATU-C, dato che nel terminale di centrale si sovrappongono i contributi di diafonia prodotti in trasmissione dagli apparati d'utente. MODULAZIONE DMT

77 - L'ultimo canale (il 256) non viene utilizzato. - Un canale è riservato alla trasmissione di un segnale pilota, utilizzato nella fase di inizializzazione del collegamento: i bin 16 (69 kHz) e 64 (276 kHz) si utilizzano per i toni pilota. Inoltre, alcuni sistemi non utilizzano completamente la banda, a causa del degrado delle prestazioni che subiscono gli ultimi toni, e quindi si arrestano al bin 250. - Nel caso di coesistenza del servizio POTS, che è il caso più comune di configurazione del collegamento ADSL, viene riservata la prima sottoportante (0-4,3125 kHz) alla trasmissione del segnale telefonico analogico; segue una banda di guardia, costituita da 5 sottocanali (da 2 a 6) e poi la banda ADSL. MODULAZIONE DMT

78 power spectrum unused tones due to line conditions frequency (kHz) QAM-modulated channel (tone, Bin) individually optimized as a function of impairments POTS tone spacing (4.3 kHz) 420 4201104 spectrum used for upstream data spectrum used for downstream data MODULAZIONE DMT 25,875 1381461104

79 Dato che l’attenuazione ad alta frequenza dipende dalla lunghezza della linea e dalla dimensione della sezione del filo, il modem DMT d’utente deve determinare quali sottoportanti possano essere usate. Pertanto, in fase di inizializzazione, il modem di centrale invia toni di prova al modem remoto per l’analisi della qualità del segnale. Tale operazione viene effettuata a bassa velocità di trasmissione così da ridurre la possibilità che l’analisi effettuata dal modem remoto possa essere male interpretata. Sulla base dell'analisi del segnale restituito, il modem in centrale utilizza fino a 256 sottoportanti, di ampiezza pari a circa 4 kHz, per la trasmissione downstream. Mediante un processo di misura in senso inverso, il modem remoto utilizza fino a 32 sottoportanti di 4 kHz per la trasmissione upstream. MODULAZIONE DMT

80 Per ridurre le potenziali interferenze tra trasmissione dati e conversazioni vocali, la trasmissione upstream è limitata ai bins dal 6 al 38, che rappresenta la porzione di spettro da circa 25 kHz a 163 kHz. La trasmissione dowmstream può utilizzare i bin dal 33 al 255, che rappresenta la porzione di spettro da circa 142 kHz a 1,1 MHz. L'uso di bin sovrapposti richiede la funzione di cancellazione dell’eco. In alternativa, si usa la convenzionale divisione di frequenza nei due versi di trasmissione. La quantità effettiva di bit trasferiti in ciascun bin è variabile in funzione delle caratteristiche trasmissive del corrispondente “sottocanale”. MODULAZIONE DMT

81 Su ogni “sottocanale” (sottoportante) si trasmette con modulazione TCM (Trellis Code Modulation): QAM, con correzione d’errore FEC, in grado di supportare fino a 64 kbit/s teorici (ossia con una densità massima di informazione di 15 bit/Hz; nella pratica non si superano gli 8 bit/Hz, ai quali corrispondono 32 kbit/s/canale). Il numero di bit per canale è funzione dell’SNR rilevato su ciascuna portante con il vincolo di ottenere un BER pari a 10 -7.

82 Vi sono due modalità di ripartizione della banda fra il canale upstream e quello downstream: - a divisione di frequenza, in cui le bande dei due versi di trasmissione sono separate in frequenza; questa soluzione è abbastanza semplice poiché consente di separare le due bande mediante semplici filtri selettivi, tuttavia riduce la banda per la trasmissione downstream a 224. In molti casi, inoltre, a causa della complessità realizzativa dei filtri di separazione fra banda up e down, è prevista una ulteriore banda di guardia (ad esempio, altre 5 sottoportanti dalla 32 alla 37); - con bande sovrapposte, in questo caso viene riservata tutta la banda per il canale downstream, pertanto vi sono delle sottoportanti utilizzate in ambedue i versi. Quando una stessa banda viene utilizzata per segnali che si propagano in versi opposti, è possibile che vi siano delle riflessioni del segnale (ad esempio, per disadattamento di impedenza o accoppiamento elettromagnetico); per evitare degradazione della qualità sul ricevitore derivanti da segnali di disturbo, è necessario utilizzare dei meccanismi di cancellazione d'eco. MODULAZIONE DMT

83 Tecnica di accesso ADSL-FULL (G.DMT) 1 Bit-rate in downstream è maggiore del bit-rate in upstream. La versione FULL opera sull’intera banda dell’ADSL (fino a 1104 kHz) tramite 256 sottobande, o sottocanali o bins, ciascuna di 4,3125 kHz. Portanti in UPSTREAM →ch 7 ÷ ch 31 (26 canali) Portanti in DOWNSTREAM → ch 32 ÷ ch 256 (224 canali) POTS DSPOTSDATI Guardia USPOTSDATI Guardia 7 256 31 canale 32 2626 1

84 EFFETTO DEL RUMORE IMPULSIVO La modulazione DMT rende il sistema particolarmente robusto a disturbi di tipo impulsivo. La sottoportante affetta dal rumore impulsivo viene soppressa, se il SNR è al di sotto della soglia minima prevista.

85 Per consentire la trasmissione FULL-DUPLEX viene utilizzata la tecnica FDD (Frequency Division Duplex) che permette di separare in frequenza le bande dei due versi di trasmissione. Richiede l’impiego di filtri selettivi tra US e DS. Il possibile impiego di bande di guardia determina una riduzione delle prestazioni. FULL DUPLEX a suddivisione di banda over POTS POTS Guardia DATI Guardia POTS DS US 4 kHz26 kHz 1104 kHz138 kHz frequenza

86 FULL DUPLEX a suddivisione di banda over POTS Il primo canale è assegnato alla telefonia (4,3125 kHz); i successivi 5 canali non sono utilizzati; seguono:26 canali in direzione upstream nella banda 25,875 ÷ 130 kHz (24x32 kbit/s = 768 kbit/s, in pratica si arriva a 640 kbit/s) 224 canali in direzione downstream nella banda 146 ÷ 1104 kHz in direzione downstream (222x32 kbit/s = 7104 kbit/s). La banda di guardia tra le due bande è necessaria per la presenza di due filtri selettivi; in alcuni casi, la separazione prevede 5 sottoportanti dal canale 32 al 37.

87 FULL DUPLEX a bande sovrapposte Con consentire la trasmissione FULL-DUPLEX viene utilizzata la tecnica dei cancellatori d’eco per separare, per le due bande sovrapposte, il traffico US dal traffico DS. 4 kHz 26 k Hz138 kHz1104 kHz Tutta la banda è riservata alla direzione downstream e dei 250 canali risultano sovrapposti con la direzione upstream i primi 25. La capacità in TX è pari a 32 kbit/s x 25 = 0,8 Mbit/s (teorico 1,6 Mbit/s). La capacità in RX è pari a 32 kbit/s x 250 = 8 Mbit/s (teorico 16 Mbit/s). POTS Guardia DATI Guardia POTS DS US frequenza

88 La trama ADSL ha una dimensione variabile, in funzione della velocità di linea e del verso di trasmissione, ma ha una durata fissa pari a 250 µs (ogni secondo vengono trasmesse 4000 trame) ed è suddivisa in due parti: - il campo “fast”, dove vengono trasmesse le informazioni legate a servizi che richiedono una bassa latenza di trasferimento (delay sensitive); i bit da trasmettere vengono inviati direttamente al blocco di modulazione. I dati trasmessi attraverso il cammino “veloce” presentano un ritardo massimo di trasferimento di 2 ms; tipicamente questa parte della trama è riservata per applicazioni di fonia; - il campo “interleaved”, dove vengono trasmesse le informazioni legate a servizi che richiedono una elevata integrità, cioè che richiedono un basso tasso di errore (error sensitive), come la maggior parte delle applicazioni per la trasmissione dati; i bit da trasmettere transitano attraverso un blocco di interleaving e poi vengono inviati alla sezione di modulazione. Struttura Trama ADSL 1

89 Una sequenza di 68 trame costituisce una struttura di supertrama (superframe) di durata pari a 17 ms, dove alcune trame hanno funzioni speciali: - la trama O contiene un byte di controllo a ridondanza ciclica CRC (Cyclic Redundancy Check); - la trama 1 contiene 8 bit indicatori con funzione di controllo della qualità di trasmissione; - le trame 34 e 35 trasportano ulteriori 16 bit indicatori. Struttura Trama ADSL 2 Il “fast byte” di ciascuna trama all'interno della supertrama contiene le informazioni di sincronismo e quelle relative alla configurazione del collegamento.

90 Oltre alle informazioni d'utente, la trama trasporta anche informazioni di servizio necessarie per instaurare e gestire il collegamento ADSL. La segnalazione ha funzionalità di: - sincronismo; - controllo di errore; - correzione d'errore; - gestione e controllo degli apparati; - configurazione del collegamento. Per il controllo di errore si utilizzano due codici ciclici (CRC, Cyclic Redundancy Check), uno per la parte “veloce”, l'altro per quella interallacciata (interleaved), ciascuno di 8 bit, che risiedono nella prima trama della supertrama successiva a quella a cui si riferiscono. Per la correzione degli errori vengono utilizzati codici FEC (Forward Error Correction) di tipo Reed-Solomon. Ridondanza di trama ADSL

91 Per le funzioni di gestione del collegamento è previsto un canale di controllo, detto EOC (Embedded Operation Channel), utilizzato dall'ATU-C per inviare istruzioni all'ATU-R quali, ad esempio: - effettuare un self-test; - ricevere e memorizzare alcuni parametri nei propri registri; - inviare all'ATU-C alcuni parametri memorizzati nei propri registri quali, ad esempio, l'identificativo del costruttore dell'ATU-R, il numero seriale, i risultati del self-test, la misura di attenuazione della linea, il margine di rumore e la configurazione del collegamento. Per le funzioni di configurazione del collegamento, in particolare per l'adattamento dinamico della velocità, è predisposto un canale denominato AOC (ADSL Overhead control Channel). Ridondanza di trama ADSL

92 Nell’ ADSL sono specificati alcuni particolari canali di trasporto: - 4 canali unidirezionali (simplex bearer channel), denominati ASi (i = 0-3), che trasportano informazioni solo nel verso downstream; - 3 canali bidirezionali (duplex bearer channel), denominati LSj (j = 0-2), che trasportano informazioni in modalità simmetrica sia in up che in downstream. Ciascuno dei canali è compatibile con il cammino veloce e con quello interallacciato. La capacità di trasporto di ciascun canale viene configurata nella fase di inizializzazione del collegamento e può essere impostata secondo multipli di 32 kbit/s. La Tabella riporta i valori previsti per ogni canale. Canali ADSL CanaleBytes maxBit-rate max ASO1926144 kbps AS 11444608 kbps AS2963072 kbps AS3481536 kbps LSO20640 kbps LS120640 kbps LS220640 kbps Modalità di trasmissione ADSL

93 Tenendo presente il modello di riferimento è possibile considerare uno schema reale di collegamento ADSL. Collegamento ADSL Modem ADSL

94 Presso la sede d'utente è presente un ATU-R, che può essere un singolo modem esterno o interno ad un PC, oppure un apparato più complesso come un router o un set top-box, con funzionalità di decoder video. Nel lato rete, a livello di centrale locale, a ciascun ATU-R corrisponde un ATU- C; un certo numero di ATU-C sono raggruppati nel nodo di accesso, denominato DSLAM (DSL Access Multiplexer). Un aspetto importante del collegamento ADSL è che lo splitter POTS, lato rete, separa il segnale telefonico da quello dati prima dell'autocommutatore telefonico, pertanto quest'ultimo dovrà gestire solo le chiamate telefoniche, mentre tutto il traffico dati viene gestito dagli ATU-C e da questi convogliato attraverso il multiplexer del DSLAM verso una rete dati. In questo modo l'autocommutatore telefonico viene “scaricato” completamente dalla gestione del traffico dati, che invece viene gestito attraverso una rete a commutazione a pacchetto, ottimizzata per tale tipologia di traffico. Lo splitter, sia lato centrale che lato utente, è in genere composto dal solo filtro passa-basso poiché, in genere, si sceglie di integrare il filtro passa-alto direttamente negli ATU. Collegamento ADSL

95 Il VDSL (o VHDSL, Very High-speed Digital Subscriber Line) è una tecnologia DSL che consente di raggiungere elevate velocità di trasmissione. Le elevate velocità di trasmissione si raggiungono a scapito della distanza da coprire: entro 300 metri è possibile avere un collegamento a 26 Mbit/s simmetrici oppure a 52 Mbit/s in downstream e 12 in upstream. Il limite maggiore è la necessità per le compagnie telefoniche di riposizionare i DSLAM vicino agli utenti, quindi spesso fuori dalle centrali telefoniche, in appositi locali. Tale tecnologia risulta compatibile con infrastrutture di rete di accesso in fibra ottica di tipo FTTCab (Fibre-To-The-Cabinet) (Telecom Italia). SISTEMA VDSL

96 È una tecnologia attualmente diffusa in Slovenia, Svizzera, Germania, Spagna, Giappone e in Corea del Sud. In Svizzera, da giugno 2007 le compagnie telefoniche propongono modem e collegamenti VDSL a 20 Mbit/s-1 Mbit/s, in alternativa alla ADSL classica. In Spagna, da giugno 2012 Vodafone sta realizzando nuovi collegamenti con questa tecnologia. Al gennaio 2013 la popolazione raggiunta dal servizio VDSL è pari al 20%. In Italia, da dicembre 2008 nelle città di Roma e Milano, Telecom Italia sta sperimentando questa tecnologia. L'offerta commerciale è partita a gennaio 2013 con sistemi a 30 Mbit/s in downstream e 3 Mbit/s in upstream. SISTEMA VDSL

97 La tecnologia VDSL2 permette connessioni con velocità di trasmissione fino a 250 Mbit/s su doppino telefonico, su una banda di 30 MHz ed è stata ratificata dall'ITU con la denominazione di G.993.2. È utilizzata in molti paesi europei ed extraeuropei, ad esempio per fornire il servizi Internet e IPTV. In Italia la tecnologia è stata utilizzata, dal dicembre 2008, da Telecom Italia per un test nell'area di Milano, concluso nel marzo 2010. L'offerta commerciale era denominata Alice Phibra, anche se il nome ricorda la fibra ottica, utilizzata solo nel tratto centrale-armadio stradale (FTTCab, Fibre-To-The-Cabinet). La connessione nel tratto armadio-utente viene effettuata in VDSL2 con velocità di 30 Mbit/s in downstream e di 3 Mbit/s in upstream. SISTEMA VDSL2

98 Version Standard name Common name Downstream rate Upstream rate Approved in VDSLITU G.993.1VDSL55 Mbit/s3Mbit/s2004-06-13 VDSLITU G.993.2VDSL2100 Mbit/s 2006-02-17 SISTEMA VDSL2 In Tabella è mostrato un confronto in termini di velocità di trasmissione downstream/upstream per il VDSL ed il VDSL2. VDSL2 è un protocollo abbastanza complesso. Lo standard definisce tutta una serie di profili che possono essere usati nello sviluppo dell'infrastruttura VDSL. Possono essere impostati a livello della centrale telefonica, dell'armadio di strada o nella base dell'edificio.

99 Profilo Banda passante (MHz) Numero di sottoportanti Separazione delle sottoportanti (kHz) Potenza (dBm) Velocità di trasmissione massima (Mbit/s, downstream) 8a8.83220484.3125+17.550 8b8.83220484.3125+20.550 8c8.519724.3125+11.550 8d8.83220484.3125+14.550 12a1227834.3125+14.568 12b1227834.3125+14.568 17a17.66440964.3125+14.5100 30a3034798.625+14.5200 A seconda del profilo, quindi, l'utilizzatore finale avrà velocità diverse di connessione: SISTEMA VDSL2

100 Entro i primi mesi del 2013 la tecnologia sarà utilizzata da Telecom Italia e Fastweb per offrire Internet veloce fino a 30 Mbit/s agli utenti nelle principali città italiane. Telecom Italia e Fastweb hanno siglato un accordo per lo sviluppo congiunto della tecnologia. Con le nuove tecnologie di vectoring, sviluppate da Alcatel-Lucent, si prevede che le connessioni in VDSL2 possano superare i 100 Mbit/s. SISTEMA VDSL2

101 La velocità di trasmissione offerta dalla VDSL2 si riduce con l'aumentare della distanza dalla centrale: da un massimo di 250 Mbit/s all'origine, si arriva sino a 100 Mbit/s, a circa 0.4 km e a 50 Mbit/s, a circa 0.9-1 km. A partire da 1.6 km di distanza, le sue prestazioni sono equivalenti a quelle dell’ ADSL2+. Per questo motivo, gli operatori ricorreranno alla VDSL2 solo per un breve tratto del percorso dall’utente alla centrale. Questo approccio è comunque attuabile in relazione alla possibilità di installare un DSLAM, in cui viene generato il segnale VDSL2, direttamente dentro gli armadi di strada, la cui presenza è molto più capillare nel territorio che le centrali telefoniche, permettendo così di ridurre la distanza tra utente e sorgente del segnale. Dall'armadio verso la centrale il percorso è coperto in fibra ottica, realizzando quindi la tecnologia FTTCab (Fiber-To-The-Cabinet). SISTEMA VDSL2

102 Con vectoring si intende una tecnica applicata al sistema VDSL2 che permette una riduzione del livello di crosstalk mediante la trasmissione “coordinata” dei segnali sulla linea. E’ basata sul concetto del noise- cancelling headphones (“auricolare a cancellazione di rumore”). A partire dal 2010, la raccomandazione ITU-T G.993.5, Self-FEXT cancellation (vectoring) for use with VDSL2 transceivers descrive la tecnica di vectoring per il VDSL2. Obiettivo della Raccomandazione ITU-T G.993.5 è specificatamente rivolto alla cancellazione del Self-FEXT (Far-End crosstalk), nelle direzioni downstream e upstream. Viene cancellato il FEXT generato da un gruppo di transceiver near-end interferenti. Tale cancellazione avviene tra transceivers VDSL2 non necessariamente dello stesso profilo. SISTEMA VDSL2 - VECTORING

103


Scaricare ppt "In Italia, la rete di accesso di gran lunga preponderante è quella di proprietà di Telecom Italia che, a seguito del processo di privatizzazione avviato."

Presentazioni simili


Annunci Google