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Psicologia Sociale e Devianza 13° Lezione: Altruismo Dal testo Palmonari – Cavazza - Rubini: pag.177-201 dal testo Patrizi – De Gregorio: pag 156-180 11.

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1 Psicologia Sociale e Devianza 13° Lezione: Altruismo Dal testo Palmonari – Cavazza - Rubini: pag.177-201 dal testo Patrizi – De Gregorio: pag 156-180 11 maggio 2012 – 15,00-17,00

2 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 2 L’altruismo è un aspetto cruciale della vita di relazione. L’altruismo è l’azione che un individuo può compiere a vantaggio di una o più persone senza aspettarsi alcuna ricompensa esterna concreta. Comportamento prosociale: è un’azione compiuta al fine di beneficiare un’altra persona. Altruismo: è il desiderio di aiutare un’altra persona anche se comporta un costo personale e senza l’aspettativa di ottenere qualcosa in cambio. Altruismo: Definizione Comportamento di aiuto Comportamento prosociale Altruismo

3 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 3 Tuttavia non è sempre chiaro e univoco il modo in cui un comportamento altruistico viene interpretata dai soggetti coinvolti. Occorre distinguere tra: 1) altruismo altruistico dettato esclusivamente dalla motivazione di aiutare l’altro 2) altruismo egoistico quando sono presenti motivazioni “altre”, come l’aspirazione a farsi riconoscere come uno altruista, il desiderio di visibilità, il ritorno d’immagine Modelli teorici: - Modello biologico-evoluzionistico - Teorie di personalità o individualistiche - Teoria dell’altruismo reciproco o interpersonale - Teoria dell’apprendimento sociale - Teoria dello sviluppo cognitivo - Teorie dei sistemi sociali Altruismo: Definizione

4 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 4 Psicologia evoluzionistica: settore della psicologia che cerca di spiegare il comportamento sociale sulla base di principi evoluzionistici (ad es. principio della selezione naturale). Darwin: l’altruismo non è coerente con il principio della selezione naturale. selezione di parentela Hamilton (1964) sosteneva che si può parlare di altruismo geneticamente fondato, se lo si intende basato su un meccanismo attraverso il quale il patrimonio genetico cerca di conservarsi e moltiplicarsi attraverso soggetti consanguinei (figli, fratelli, nipoti, ecc.), così che i geni buoni si accumulino di generazione in generazione (selezione di parentela) Burnestein, Crandall e Kitayama (1994) dimostrano sperimentalmente che le persone tendono ad aiutare con più probabilità coloro con cui è più stretta la parentela e solo quando la loro vita è direttamente minacciata Altruismo: Modello biologico-evoluzionistico

5 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 5 Probabile si verifichi condotta altruistica se:  è a vantaggio di un individuo legato da stretto grado di parentela con il benefattore (alta comunanza di geni);  prezzo pagato da chi si sacrifica è ripagato dal beneficio complessivo per la conservazione dello stesso patrimonio genetico nella generazione successiva Ma: non previsti e non spiegati atti altruistici verso persone con cui non si hanno legami di parentela Altruismo: Modello evoluzionistico

6 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 6 Teorie di personalità o individualista: Secondo alcune ricerche, la personalità altruistica sarebbe associata a tratti di personalità come: alta stima di sé, alta competenza morale, locus of control interno, basso bisogno di approvazione esterna, forte senso di responsabilità sociale, stabilità delle credenze nel mondo giusto Penner e al. (1995) hanno distinto due fattori: “empatia verso gli altri” e “propensione all’aiuto” Secondo altri studi, il fattore che meglio permette di predire il comportamento di aiuto è la percezione della propria efficacia Critiche: -La dimensione di personalità spesso non è sufficiente per prevedere la messa in atto di comportamenti altruistici; è necessario considerare anche altri livelli, quali ad esempio le caratteristiche del contesto e fattori culturali Altruismo: teoria di personalità o individualista

7 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 7 Teoria dell’altruismo reciproco Teoria dell’altruismo reciproco (Trivers, 1971): atto altruistico verso chi non è legato da vincoli di parentela è selezionato se:  comporta un danno per il benefattore più basso del beneficio che ricava chi viene aiutato  ci sono particolari condizioni che rendono probabile che il benefattore, o suoi successori, possano a loro volta essere oggetto di comportamenti altruistici da parte di chi è aiutato Aiutare gli altri può avere dei vantaggi: l probabilità di essere ricambiati l sollievo l approvazione sociale, autostima. Ma se vi sono costi alti, la probabilità di aiuto diminuisce. Altruismo: teoria dell’altruismo reciproco o interpersonale

8 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 8 Teoria dell’apprendimento sociale Secondo l’approccio di Bandura l’attenzione viene posta sulle variabili ambientali e relazionali e sullo studio dei processi alla base dell’assimilazione delle norme sociali Forme di comportamento pro-sociale: apprese osservando o imitando modelli del contesto sociale (es. genitori o altri adulti significativi) e rappresentano l’esito di rinforzi diretti Altruismo: teoria dell’apprendimento sociale

9 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 9 Teoria dello sviluppo cognitivo Teoria dello sviluppo cognitivo (Kohlberg, 1973): studia strutturazione del pensiero e modo in cui il ragionamento si organizza Strutture cognitive non statiche, attraversano una serie di stadi sequenziali e si modificano, costituendo dei processi tesi a comprendere e attribuire significato a ciò che accade nel contesto sociale Bambini costruiscono proprie norme attraverso esperienze personali. No accettazione passiva di norme stabilite dall’esterno Rinforzo, modellamento e imitazione modelli  input rielaborati cognitivamente e inseriti in sistemi di idee organizzati, che guidano elaborazione di informazioni successive e orientano il comportamento sociale Strutture cognitive fondamentali per sviluppo morale. No unico e univoco processo di interiorizzazione: livelli cognitivi che bambini e adulti sviluppano si trasformano ripetutamente nel corso della vita Altruismo: teoria dello sviluppo cognitivo

10 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 10 Altruismo: variabili situazionali L’intervento di soccorso a qualcuno in difficoltà è molto più probabile se l’individuo ritiene di essere l’unica persona presente nella situazione La numerosità dei presenti influisce sulla decisione di aiutare: più sono le persone che assistono alla richiesta di aiuto, minore è la probabilità che l’individuo intervenga in soccorso della “vittima” Interpretazione in termini di diffusione della responsabilità: non potendo osservare i comportamenti reciproci, ciascuna delle persone presenti finisce per pensare che qualcun altro abbia già provveduto al soccorso

11 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 11 Altruismo: Teorie dei sistemi sociali L’altruismo è inteso come azione elicitata da un contesto normativo caratterizzato da doveri di reciprocità. Concetti rilevanti secondo tale approccio sono: - Aspettativa di reciprocità - norma di autosufficienza - giustizia sociale Il riferimento alle cornici normative implica una forte dipendenza dal contesto specifico in cui gli eventi avvengono e l’attivazione dei seguenti elementi: - Processi cognitivi - Aspetti prettamente psicologico-sociale - Relazionali - Normativi

12 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 12 Altruismo: Teorie dei sistemi sociali L’esperimento di “Kitty Genovese” condotto da Bierhoff evidenza le ragioni del mancato intervento d’aiuto che egli individua in: - diffusione di responsabilità, - ignoranza collettiva, - timore della valutazione Anche Bandura analizza i fenomeni di mancato intervento individuandone le cause nei concetti di: - Neutralizzazione della norma - Disimpegno morale (vedi lezione sulla responsabilità diap.14) Considerati come meccanismi giustificatori NON necessariamente attivati successivamente all’azione di non aiuto per giustificare il proprio comportamento, MA anche ex-ante l’azione per modificare la rappresentazione della realtà e per ridurre la dissonanza con i criteri morali interiorizzati.

13 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 13 EMPATIA: capacità di sentire come la persona si sente Hoffman (1975): Elementi caratterizzanti l’empatia sono la compassione, la tenerezza, la simpatia verso una persona in difficoltà A questi si aggiunge un processo cognitivo: l’osservatore assume la prospettiva dell’altro L’empatia rende più probabile l’attuazione di una risposta di aiuto Tuttavia, l’osservazione della sofferenza altrui può attivare due emozioni: - disagio personale - reale preoccupazione per l’altra persona Quale di queste emozioni motiva il comportamento di aiuto? Empatia

14 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 14 Cialdini et al. (1973): Ipotesi del sollievo dallo stato negativo - I comportamenti di altruismo derivano da una motivazione fondamentalmente egoistica: rimuovere l’angoscia causata dall’osservazione della sofferenza altrui - La percezione di diffusione di responsabilità rende la fuga una risposta funzionale alla riduzione dell’angoscia Batson et al. (1989): Modello dell’empatia - altruismo - Se le persone percepiscono la vittima simile a sé, decidono di aiutarla anche se potrebbero sottrarsi alla vista delle sue sofferenze Critica di Cialdini et al. (1997): - Se la somiglianza percepita è forte, si crea un senso di unità interpersonale che causa una certa sovrapposizione sé - altro: risulta difficile distinguere motivazioni altruistiche ed egoistiche Empatia

15 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 15 Quando si prova empatia? Empatia disposizionale o stabile o cronica: tendenza generalizzaa a percepire una forte somiglianza di atteggiamenti e a partecipare alle vicissitudini altrui. Empatia situazionale: evocata da situazioni specifiche. Si prendere la prospettiva della persona in stato di bisogno: è Indotta dalla situazione è Somiglianza (in diversi aspetti) è Affetto (relazioni di condivisione) Empatia

16 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 16 Come incrementare i comportamenti prosociali? Fare leva su :  la norma della reciprocità.  Il senso di responsabilità sociale  il senso di giustizia  i vantaggi personali dell’aiuto (autostima, etc.) Aumentare l’empatia:  somiglianza con la persona in stato di bisogno  mettersi nei panni dell’altro Per i casi di emergenza:  rendere consapevoli del ruolo delle condizioni sociali ed ambientali Empatia

17 Psicologia Sociale e della Devianza – Prof.ssa S.Attanasio Page 17 Un altro concetto chiave per l’attivazione di un comportamento pro- sociale o altruistico è l’umore L’umore positivo può agire indirettamente sul comportamento attraverso la mediazione di altri processi psico-cognitivo: -interpretazione realtà in termini di equità -Arousal positivo -Stereotipizzazione del comportamento L’umore positivo induce comportamenti prosociali, e questi, a loro volta, rafforzano e perdurano l’umore positivo Anche l’umore negativo elicita comportamenti di aiuto: -Per lo stereotipo secondo cui “fare del bene fa star bene” -Per ridurre il senso di colpa che generalmente è alla base di un umore negativo -Per la teoria dello scambio sociale L’Umore


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