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Vincenzo Tabaglio 1, Giuseppe Bertoni 2, Paolo Barone 1, Cristina Ganimede 1, Paolo Grossi 2 1 Istituto di Agronomia, Genetica e Coltivazioni Erbacee,

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1 Vincenzo Tabaglio 1, Giuseppe Bertoni 2, Paolo Barone 1, Cristina Ganimede 1, Paolo Grossi 2 1 Istituto di Agronomia, Genetica e Coltivazioni Erbacee, Università Cattolica del Sacro Cuore, Piacenza, IT (vincenzo.tabaglio@unicatt.it) 2 Istituto di Zootecnica, Università Cattolica del Sacro Cuore, Piacenza, IT BACKGROUND Il progetto “Produzione di cibo appropriato: sufficiente, sicuro, sostenibile”, finanziato dalla Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi nell’ambito delle iniziative per l’Expo 2015, si realizza in tre centri pilota, differenti per grado di sviluppo: elevato (Italia), intermedio (India) e basso (Repubblica Democratica del Congo). In ogni centro si rileva la disponibilità quanti-qualitativa di alimenti destinati al consumo umano, si propongono nuovi sistemi di produzione agro-zootecnica e si sviluppano tecniche idonee per la trasformazione e la conservazione delle derrate alimentari, al fine di raggiungere l’autosufficienza alimentare e la sostenibilità ambientale ed economica. FASI DEL PROGETTO 1.La prima fase è stata la costituzione, presso ogni centro pilota, di un team di 6-8 persone con competenze in campo nutrizionale ed agro-zootecnico. 2.La seconda fase ha riguardato la realizzazione di una base informativa, attraverso la raccolta di dati, in merito alle produzioni agro-zootecniche e le tecniche di trasformazione e conservazione, ottenute dalla compilazione di questionari presso i tre centri pilota. 3.La terza fase ha l’obiettivo di predisporre e realizzare sistemi di produzione agro-zootecnica più efficienti e migliorare la dieta delle popolazioni, soprattutto infantili. BACKGROUND Il progetto “Produzione di cibo appropriato: sufficiente, sicuro, sostenibile”, finanziato dalla Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi nell’ambito delle iniziative per l’Expo 2015, si realizza in tre centri pilota, differenti per grado di sviluppo: elevato (Italia), intermedio (India) e basso (Repubblica Democratica del Congo). In ogni centro si rileva la disponibilità quanti-qualitativa di alimenti destinati al consumo umano, si propongono nuovi sistemi di produzione agro-zootecnica e si sviluppano tecniche idonee per la trasformazione e la conservazione delle derrate alimentari, al fine di raggiungere l’autosufficienza alimentare e la sostenibilità ambientale ed economica. FASI DEL PROGETTO 1.La prima fase è stata la costituzione, presso ogni centro pilota, di un team di 6-8 persone con competenze in campo nutrizionale ed agro-zootecnico. 2.La seconda fase ha riguardato la realizzazione di una base informativa, attraverso la raccolta di dati, in merito alle produzioni agro-zootecniche e le tecniche di trasformazione e conservazione, ottenute dalla compilazione di questionari presso i tre centri pilota. 3.La terza fase ha l’obiettivo di predisporre e realizzare sistemi di produzione agro-zootecnica più efficienti e migliorare la dieta delle popolazioni, soprattutto infantili. CONCLUSIONI Le attività finora svolte nell’ambito del progetto hanno consentito di avviare una modifica degli attuali sistemi di produzione agricola, per renderli sostenibili sia nei Paesi Sviluppati, sia nei Paesi in Via di Sviluppo. Nel centro pilota italiano, la disponibilità di tecnologie innovative permette l’adozione dell’agricoltura conservativa, garantendo nello stesso tempo rese elevate e salvaguardia ambientale. Infatti, nel primo anno di sperimentazione la coltura del frumento si è ben adattata al no-till, superando le rese del sistema arativo convenzionale. A tal fine è risultata importante la scelta della seminatrice da sodo in base alle caratteristiche del suolo. Nei Paesi in Via di Sviluppo, per raggiungere l’autosufficienza alimentare occorre un approccio multidisciplinare, che preveda l’adozione di innovazioni tecniche sostenibili, l’introduzione di specie vegetali migliorate e di razze animali maggiormente adattate alle condizioni locali. Pertanto, nei centri pilota indiano e congolese, è prioritario favorire un aumento graduale delle rese, attraverso un’intensificazione sostenibile dei sistemi agro-zootecnici e promuovere forme di associazionismo. Nei paesi sviluppati, invece, l’obiettivo è quello di mantenere livelli produttivi elevati dal punto di vista quali-quantitativo, avendo maggiore attenzione alla conservazione delle risorse: suolo, acqua, atmosfera.CONCLUSIONI Riferimenti bibliografici: De Vita et al. 2007. No-tillage and conventional tillage effects on durum wheat yield, grain quality and soil moisture content in southern Italy. Soil & Till. Res. 92:69-78. Diaz Zorita et al. 2002. A review of no-till systems and soil management for sustainable crop production in the sub humid and semiarid Pampas of Argentina. Soil &Till. Res. 65:1-18. FAO 2008. Investing in Sustainable Crop Intensification: The Case for Soil Health. FAO Report of the International Technical Workshop, FAO, Rome, July. Integrated Crop Management, Vol. 6. FAO 2011. Save and Grow: a policymaker’s guide to the sustainable intensification of smallholder crop production. FAO, Rome, 102 pp. Sessione I: Sistemi colturali, Poster 7 S Centro pilota di Tikrikilla (India) Obiettivo: introdurre sistemi produttivi in grado di aumentare le rese e la disponibilità di alimenti in modo sostenibile. Attività svolte: introduzione di varietà migliorate di riso, di foraggere, di orticole e di piante da frutto; campionamento di terreni, foraggi e alimenti; corsi di formazione per la gestione delle colture. Risultati dei questionari: il riso è la coltura prevalente realizzata in pieno campo con l’aiuto della trazione animale, le rese produttive però sono insoddisfacenti a causa di una gestione poco razionale dovuta alla mancanza di input produttivi. Anche gli allevamenti zootecnici forniscono rese insufficienti per soddisfare i fabbisogni alimentari della popolazione locale. Centro pilota di Tikrikilla (India) Obiettivo: introdurre sistemi produttivi in grado di aumentare le rese e la disponibilità di alimenti in modo sostenibile. Attività svolte: introduzione di varietà migliorate di riso, di foraggere, di orticole e di piante da frutto; campionamento di terreni, foraggi e alimenti; corsi di formazione per la gestione delle colture. Risultati dei questionari: il riso è la coltura prevalente realizzata in pieno campo con l’aiuto della trazione animale, le rese produttive però sono insoddisfacenti a causa di una gestione poco razionale dovuta alla mancanza di input produttivi. Anche gli allevamenti zootecnici forniscono rese insufficienti per soddisfare i fabbisogni alimentari della popolazione locale. Centro pilota di Piacenza (Italia) Obiettivo: studiare nuovi sistemi di coltivazione a minor impatto ambientale mantenendo elevati livelli produttivi. Attività svolta: nel 2011 è iniziata una prova agronomica di lunga durata, con l’obiettivo di confrontare un modello di agricoltura conservativa basato sul no-tillage con il sistema convenzionale, basato sull’aratura. E’ stato usato un disegno sperimentale a split-plot. Sono state confrontate 4 tesi: aratura a 30 cm e 3 semine su sodo realizzate con 3 seminatrici diverse: Baumer EURO 8N, Bertini mod. 22.000, Semeato TDNG 300 E Seed. Le due sottotesi sono state la cultivar di frumento tenero Bologna e l’ibrido Hyxo. Risultati del 1° anno: la resa in granella secca del sistema convenzionale è stata di 8.56 Mg ha -1, significativamente inferiore a quella delle tesi Semeato e Bertini, che hanno prodotto circa 9 Mg ha -1 (+5%). La terza tesi no-till (Baumer) ha avuto una produzione inferiore, uguagliando tuttavia il testimone convenzionale, a causa di un assetto meccanico insoddisfacente. Non sono state rilevate differenze statistiche tra le tesi per quanto riguarda il peso ettolitrico, che, invece, è risultato maggiore nell’ibrido rispetto alla cultivar (+6.5%). Inoltre, l’ibrido ha presentato cariossidi più pesanti (37 vs 33 mg), mentre la cultivar ha fatto segnare un maggior tenore proteico (14.1 vs 13.1%). Centro pilota di Piacenza (Italia) Obiettivo: studiare nuovi sistemi di coltivazione a minor impatto ambientale mantenendo elevati livelli produttivi. Attività svolta: nel 2011 è iniziata una prova agronomica di lunga durata, con l’obiettivo di confrontare un modello di agricoltura conservativa basato sul no-tillage con il sistema convenzionale, basato sull’aratura. E’ stato usato un disegno sperimentale a split-plot. Sono state confrontate 4 tesi: aratura a 30 cm e 3 semine su sodo realizzate con 3 seminatrici diverse: Baumer EURO 8N, Bertini mod. 22.000, Semeato TDNG 300 E Seed. Le due sottotesi sono state la cultivar di frumento tenero Bologna e l’ibrido Hyxo. Risultati del 1° anno: la resa in granella secca del sistema convenzionale è stata di 8.56 Mg ha -1, significativamente inferiore a quella delle tesi Semeato e Bertini, che hanno prodotto circa 9 Mg ha -1 (+5%). La terza tesi no-till (Baumer) ha avuto una produzione inferiore, uguagliando tuttavia il testimone convenzionale, a causa di un assetto meccanico insoddisfacente. Non sono state rilevate differenze statistiche tra le tesi per quanto riguarda il peso ettolitrico, che, invece, è risultato maggiore nell’ibrido rispetto alla cultivar (+6.5%). Inoltre, l’ibrido ha presentato cariossidi più pesanti (37 vs 33 mg), mentre la cultivar ha fatto segnare un maggior tenore proteico (14.1 vs 13.1%). Centro pilota di Kabinda (Rep. Dem. Congo) Centro pilota di Kabinda (Rep. Dem. Congo) Obiettivo: introdurre sistemi produttivi in grado di aumentare le rese e la disponibilità di alimenti in modo sostenibile. Attività svolte: impiego di varietà migliorate di mais, di orticole e di foraggere; introduzione dell’allevamento di galline ovaiole di razza Rhode Island; campionamento di terreni, foraggi e alimenti; corsi di formazione per la gestione delle colture; prova di adattamento di 5 specie azotofissatrici (Medicago sativa, Lotus corniculatus, Trifolium pratense, Trifolium incarnatum, Trifolium alexandrinum) per migliorare il bilancio azotato dei suoli. Risultati dei questionari: la superficie media aziendale è di 1.4 ha frazionati, le coltivazioni prevalenti sono: manioca, mais, fagiolo e arachide, ma le rese sono scarse per mancanza di input produttivi (irrigazione e fertilizzanti). Gli allevamenti sono di tipo familiare e costituiti da pollame, capre e conigli. Per la conservazione degli alimenti viene quasi esclusivamente utilizzata la tecnica dell’essiccazione all’aria. L’analisi delle diete mette in evidenza squilibri nutrizionali dovuti ad un eccesso di amidi e ad una carenza di proteine, per il consumo quasi esclusivo di manioca e di mais. Grafico 1. Resa in granella di frumento tenero realizzata a Piacenza. Grafico 2. Dati relativi alle principali colture presenti a Kabinda. Località ARG % LIM % SAB % TESS pH in H 2 O S.O. % N%N% C/N P Olsen mg kg -1 K scamb mg kg -1 C.S.C. cmol + kg -1 Upper Darenchigre 215722 Silt loam 4.72.330.12111333212 Katdongre 255223 Silt loam 5.32.470.121287912 Dingbangre 264925 Loam 4.52.300.1112108411 Joirangre 254728 Loam 4.92.430.12121428912 Pilot Farm Darenchigre 365311 Silty clay loam 4.82.680.1213105915 Tabella 1. Caratteristiche dei terreni prelevati in alcune località del Meghalaya.


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