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1 Domenico Pennizzotto Responsabile SST Comune di Bologna Il sistema e gli strumenti per l’inserimento: - le competenze istituzionali dei SST, - gli strumenti.

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1 1 Domenico Pennizzotto Responsabile SST Comune di Bologna Il sistema e gli strumenti per l’inserimento: - le competenze istituzionali dei SST, - gli strumenti operativi quali le borse lavoro - la finalizzazione della BL: potenzialità, limiti e criticità - come individuare nuove risorse lavorative Corso “esecuzione penale e territorio” 8 aprile 2009

2 2 Pennizzotto responsabile SST Il sistema e gli strumenti per l’inserimento: - le competenze istituzionali dei SST, - gli strumenti operativi quali le borse lavoro - la finalizzazione della BL: potenzialità, limiti e criticità - come individuare nuove risorse lavorative La Comunità europea, con la risoluzione del parlamento europeo nel 1989, affrontava spazi di cooperazione su settori rimasti estranei al trattato CEE del 1986 (Atto Unico Europeo) : l’educazione, la salute, la sicurezza, la giustizia e la lotta contro il terrorismo, sentendo “la necessità di garantire la dimensione sociale del mercato interno europeo attraverso l’applicazione di un programma di provvedimenti concreti fissati in base ad un calendario” (nota a). La Carta comunitaria dei diritti sociali fondamentali dei cittadini della CE approvata dal Consiglio europeo a Strasburgo nel dicembre 1989 non vide l’accordo solo del Regno Unito che l’approvò nel 1998.

3 3 Pennizzotto responsabile SST Il sistema e gli strumenti per l’inserimento: - le competenze istituzionali dei SST, - gli strumenti operativi quali le borse lavoro - la finalizzazione della BL: potenzialità, limiti e criticità - come individuare nuove risorse lavorative Tra i diritti sociali sanciti dalla Carta,--che toccano i grandi principi di - libertà, di circolazione ed associazione, - uguaglianza, nelle opportunità di lavoro e di formazione, - fraternità, nel favorire la solidarietà nei confronti delle persone più svantaggiate e vulnerabili -- si prevede che: “ Secondo le modalità specifiche di ogni paese: ogni lavoratore della CE ha diritto ad una protezione sociale adeguata e deve beneficiare, indipendentemente dal suo regime e dalla dimensione dell’impresa dove lavora, di prestazioni di sicurezza sociale di un livello sufficiente; le persone escluse dal mercato del lavoro, che non abbiano potuto avervi accesso o che non siano riuscite a reinserirsi, e che non dispongano di mezzi di mantenimento, devono poter beneficiare di prestazioni e di sufficienti risorse, adatte alla loro situazione personale”.

4 4 Pennizzotto responsabile SST Il sistema e gli strumenti per l’inserimento: - le competenze istituzionali dei SST, - gli strumenti operativi quali le borse lavoro - la finalizzazione della BL: potenzialità, limiti e criticità - come individuare nuove risorse lavorative La Relazione finale del II° programma europeo di lotta contro la povertà (1985-1989) definisce in questo modo la povertà “ la povertà non è soltanto mancanza di denaro. Essa costituisce una realtà di dimensioni multiple come le lacune in settori come quello della formazione, la capacità di occupazione, la sanità, l’alloggio o l’esclusione” infatti i poveri sono “ gli individui le cui risorse materiali, culturali e sociali sono così limitate che essi sono esclusi dai modi di vita minimi accettabili nello stato in cui vivono”

5 5 Saperi, metodologie e ipotesi progettuali nell’ambito dei servizi di cura che cambiano “ Il lavoro di comunità: dal lavoro sul singolo caso al lavoro di territorio” Domenico Pennizzotto

6 6 La realizzazione del sistema integrato di cui alla legge 328/2000 ha richiesto l'avvio di un profondo cambiamento culturale nella società intera. La legge 328/2000 e la 2/2003 propone un sistema in cui: il cittadino non è solo utente, le famiglie non sono solo portatrici di bisogni, la rete non si rivolge solo agli ultimi (o ai penultimi), l’assistenza non è solo sostegno economico, l’approccio non è solo riparatorio, il disagio non è solo economico, il sapere non è solo professionale, ma anche legato a realtà territoriali gli interventi sociali non sono opzionali. Domenico Pennizzotto

7 7 Al contrario, il sistema integrato di interventi e servizi sociali deve essere progettato e realizzato a livello locale: promuovendo la partecipazione attiva di tutte le persone, incoraggiando le esperienze aggregative, assicurando livelli essenziali in tutte le realtà territoriali, potenziando i servizi alla persona, favorendo la diversificazione e la personalizzazione degli interventi, valorizzando le esperienze e le risorse esistenti, valorizzando le professioni sociali valorizzando il sapere quotidiano, promuovendo la progettualità verso le famiglie, prevedendo un sistema allargato di governo, più vicino alle persone. Domenico Pennizzotto

8 8 Quale il salto da fare? da interventi categoriali a interventi rivolti alla persona e alle famiglie, da interventi prevalentemente monetari a un insieme (integrato) di trasferimenti monetari e servizi in rete, da prestazioni rigide, predefinite a prestazioni flessibili e diversificate, basate su progetti personalizzati, dal riconoscimento del bisogno di aiuto all'affermazione del diritto all'inserimento sociale, da politiche per contrastare l'esclusione sociale a politiche per promuovere l'inclusione sociale. Domenico Pennizzotto

9 9 Per fare cosa? Ciò che si propone di costituire è un “servizio sociale di comunità”, ossia un servizio capace di svolgere una funzione di connessione e collegamento fra le reti, di favorire (attraverso la mediazione delle varie informazioni) processi di prevenzione, di facilitare relazioni costruttive, di incentivare la promozione di socialità. Insomma un luogo di prevenzione del disagio, snodo di connessione, capace di operare nella cosiddetta “zona grigia” quella che viene identificata tra i cittadini comuni e le loro rappresentanze. Il Servizio sociale di comunità potrebbe anche operare per sostenere le persone nello sviluppo delle proprie potenzialità, nello svolgere un ruolo attivo nei percorsi di soluzione ai problemi, nel facilitare processi di rilettura di fallimenti ed errori in una dinamica costruttiva e positiva, in sostanza si tratta di incentivare ogni forma di empowerment. Domenico Pennizzotto

10 10 Ma a cosa serve? Domenico Pennizzotto Nella pratica del Servizio Sociale Professionale la prospettiva del lavoro di comunità rappresenta l’apertura di orizzonti nuovi, anche se affonda le proprie radici in pratiche molto in uso negli anni 50, nell’Italia del dopoguerra. Serve per: collocare ogni specifico intervento in una più ampia prospettiva, aperta ad accogliere sia i diversi contributi di operatori di differenti servizi del territorio, sia le collaborazioni dei componenti della rete relazionale della persona facilitare il confronto di ogni operatore con chiavi di lettura e approcci metodologici diversi dal proprio, favorendo, in tal modo, la costruzione di interventi più completi mediante l’ottimizzazione delle risorse. La costruzione di convergenze nel generare nuovi legami sociali consente, infatti, di evitare la dissipazione di risorse prodotta dalla frammentazione sociale ma anche di mobilitare energie sopite e latenti nei contesti locali. dare maggiori occasioni alle persone di rendersi protagoniste della propria storia incentivando lo sviluppo di risorse proprie e un ruolo attivo nei percorsi di soluzione dei problemi.

11 11 Ma come si struttura? SERVIZIO SOCIALE TERRITORIALE STRUTTURATO SU 3 ANELLI: 1) SPORTELLO SOCIALE Luogo di prima accoglienza, informazione, orientamento. Identificabile come Osservatorio dei Bisogni. 2) SERVIZIO SOCIALE DI COMUNITA’ Centrato su organismi come la “Consulta del Welfare” (a cui afferiscono i rappresentanti delle principali agenzie, associazioni e altre entità partecipative) e dove l’assistente sociale, assieme ad altre professioni pubbliche e private, funge da attivatore di risorse, facilitatore, promotore e aggregatore all’interno dei processi di empowerement (processo sociale di azione tramite cui gli individui, le Comunità e le organizzazioni guadagnano la padronanza sulle loro vite al fine di cambiare il loro ambiente sociale e di migliorare la qualità della propria vita). 3) SERVIZIO SOCIALE DI BASE Interventi distinti per tipologia di utenza che rispondono ai bisogni non soddisfatti nell’ambito degli anelli precedenti a causa di caratteristiche di particolare contingenza o gravità. Con l’adeguata risposta ai bisogni soddisfatti contestualmente ai primi 2 anelli, questo terzo anello dovrebbe occuparsi di un limitato numero di richieste e di quelle più gravi. Domenico Pennizzotto

12 12  da uno sportello sociale, con compiti di informazione, consulenza, orientamento ai servizi; tale sportello in prospettiva dovrà auspicabilmente integrarsi con analoghi sportelli dell’AUSL, al fine di semplificare i rapporti con i cittadini. Il percorso di implementazione degli sportelli sociali sarà preceduto ed accompagnato da adeguate iniziative di preparazione, motivazione e formazione del personale, nonché dalla individuazione delle risorse professionali e strutturali necessarie; da un servizio sociale professionale territoriale, con competenze di tipo generale su tutta la comunità locale e con compiti di osservatorio sociale locale, analisi del bisogno, programmazione individualizzata dell’assistenza, committenza degli interventi, tutela delle persone in carico (responsabile del caso). Presumibilmente tale servizio dovrà progettato accuratamente nelle procedure e nell'organizzazione delle risorse umane e materiali ed essere realizzato prevedendo fasi intermedie, con compresenza di servizi sociali ancora non completamente integrati (ad esempio un servizio sociale per gli adulti e gli anziani, accanto a un servizio per i minori e le famiglie); dal servizio educativo e scolastico, al cui interno opera il coordinamento pedagogico di Quartiere. A livello organizzativo le funzioni sociali saranno assicurate, in ogni Quartiere: Domenico Pennizzotto

13 13 I diversi servizi coinvolti nella realizzazione delle borse lavoro per rispondere al criterio di completezza devono sviluppare le seguenti attività: -accoglienza, informazione competente e orientamento; -accompagnamento in un percorso di approfondimento sulle conoscenze, competenze, lacune possedute; -lavoro sulla motivazione e raggiungimento di un accordo condiviso per un percorso di formazione, tirocinio, inserimento lavorativo; -promozione sul territorio della responsabilità sociale delle imprese, e individuazione di soggetti disponibili alla collaborazione; Gli strumenti operativi quali le borse lavoro la finalizzazione della BL: potenzialità, limiti e criticità come individuare nuove risorse lavorative

14 14 -parallela attivazione formale della borsa lavoro e la strutturazione della equipè multisciplinare a cura del Servizio specifico che ha attivato l’intervento ( soggetto coordinatore); -accompagnamento nella prima fase di inserimento in Azienda con funzione di sostegno al tirocinante e di mediazione con la struttura ospitante; -tutoraggio e monitoraggio in itinere; -accompagnamento alla fase finale del tirocinio: -valutazione finale, condivisa con il tirocinante, per l’identificazione di passi successivi all’esperienza: monitoraggio e valutazione del servizio offerto. Gli strumenti operativi quali le borse lavoro la finalizzazione della BL: potenzialità, limiti e criticità come individuare nuove risorse lavorative

15 15 La natura dei progetti attivabili distingue tre tipologie di borse lavoro in relazione all’obiettivo primario ricercato: borsa lavoro di pre- inserimento: rivolte alle persone che hanno la necessità di aggiornare o ampliare le proprie competenze lavorative per poter sperimentare un ruolo professionale che possa essere spendibile nell’attuale mercato del lavoro; borsa lavoro di orientamento- formazione: rivolte alle persone che devono acquisire o allargare le proprie capacità lavorative e quindi assumere nuove competenze specifiche; borsa lavoro di socializzazione: rivolta alle persone che non possono essere inserite nel circuito lavorativo per problemi vari (di età, di salute, di alto grado di “incollocabilità”) e quindi necessitano di un maggior livello di accompagnamento. Gli strumenti operativi quali le borse lavoro la finalizzazione della BL: potenzialità, limiti e criticità come individuare nuove risorse lavorative

16 16 Gli elementi di forza che si possono ravvisare nella realizzazione di questi percorsi di inserimento lavorativo sono: -contesti lavorativi con referenti significativi e capaci di buone relazioni; -rapporti con l’istituzione e i servizi sociali; -rapporti con la comunità; -definizione di uno spazio anche fuori la propria casa; Le criticità ravvisate sono: -contesti lavorativi con referenti non sempre significativi e capaci di buone relazioni; -rapporto non strutturato con la figura del tutor ( coincidente a volte con l’AS); -supporto quotidiano allo svolgimento delle prestazioni richieste in un’ottica educativa; -inserire il vissuto del soggetto coinvolto in un sistema di relazioni più ampio (famiglia, amici, conoscenti). Gli strumenti operativi quali le borse lavoro la finalizzazione della BL: potenzialità, limiti e criticità come individuare nuove risorse lavorative

17 17 Per affrontare le criticità: -rafforzare e definire meglio le modalità di rapporto con la figura del tutor; -prevedere e realizzare un modo per seguire i referenti dei contesti lavorativi; -prevedere e realizzare una verifica istituzionale strutturata che responsabilizzi i soggetti coinvolti; -definire meglio il ruolo educativo che può essere svolto dal tutor in funzione di un progetto di vita costruito con il soggetto. Gli strumenti operativi quali le borse lavoro la finalizzazione della BL: potenzialità, limiti e criticità come individuare nuove risorse lavorative

18 18 come individuare nuove risorse lavorative?? Il lavoro di comunità


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