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LABORATORI di EDUCAZIONE INTERCULTURALE I laboratori mettono in evidenza una comparazione tra realtà e culture diverse, delineando un orizzonte formativo.

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1 LABORATORI di EDUCAZIONE INTERCULTURALE I laboratori mettono in evidenza una comparazione tra realtà e culture diverse, delineando un orizzonte formativo che abbraccia diverse discipline. Perché realizzare i laboratori di educazione interculturale? Per sviluppare un atteggiamento di curiosità e disponibilità verso gli altri e verso culture e religioni diverse dalla propria; Per far riconoscere i valori e gli apporti delle diverse culture ; Per far conoscere le realtà di altri popoli nel mondo (ambienti, casa, famiglia, giochi, canti, filastrocche, feste, abiti, fiabe …); Per contribuire a correggere informazioni e conoscenze non corrette e a sviluppare nei ragazzi la lettura critica della realtà per superare pregiudizi e manifestazioni etnocentriche.

2 LABORATORI di EDUCAZIONE INTERCULTURALE Da chi sono realizzati: dagli esperti (mediatori culturali) e dagli insegnanti curriculari che aderiscono al progetto. I mediatori culturali di diversa provenienza portano la propria esperienza e la mettono “a disposizione” dei bambini e dei ragazzi con i quali instaurano un rapporto empatico. Non trasmettono il sapere ma lo “portano” in prima persona. In questo modo si evita l’effetto folklore che si può avere quando si parla di altre culture.

3 LABORATORI di EDUCAZIONE INTERCULTURALE Gli argomenti Il gioco. In ogni cultura attraverso l'immaginazione e l'imitazione il bambino cerca di rappresentare tutto quello che fa parte delle sue esperienze, oggetti, situazioni e persone. In questo modo il bambino riesce a esorcizzare paure e angosce dimostrando di possedere già una certa capacità di analisi del contenuto di un ricordo che vuole "rivivere". La festa, il cibo: ogni popolo celebra le sue feste. La festa riflette un mondo simbolico e culturale che va letto all’interno della cultura della quale è espressione. Ma ci sono inoltre degli elementi universali che la attraversano e che permettono la sua lettura come l’organizzazione del tempo e dello lo spazio. l’organizzazione sociale, i ruoli, la visione del mondo, il cibo.

4 LABORATORI di EDUCAZIONE INTERCULTURALE Gli argomenti La scuola. Come è la scuola negli altri paesi, come si svolge la giornata di un alunno in un’altra parte del mondo L’emigrazione degli italiani nel mondo e l’immigrazione in Italia: Le immigrazioni e i loro effetti. La ricostruzione dei percorsi migratori attraverso la ricostruzione dell’albero genealogico e del gioco. Le testimonianze degli emigrati italiani e degli immigrati provenienti dal Sud del mondo e dall’Est (drammatizzazione e role play)

5 LABORATORI di EDUCAZIONE INTERCULTURALE Come si realizzano 1.- Fase della motivazione e della rilevazione delle preconoscenze: Il gioco: L’insegnante propone una discussione sull’esperienza che gli allievi hanno del gioco (tempo dedicato al gioco, giochi individuali e collettivi, giochi e giocattoli, ecc.). Propone poi una raccolta di dati sui giochi conosciuti dai loro genitori e dai loro nonni. Vengono individuati le caratteristiche comuni a molti giochi (inseguimenti, nascondigli, sfide, ecc.). L’alimentazione: Gli allievi guidati dall’insegnante descrivono un pranzo tipo italiano ed enumerano le sue componenti nutritive (carboidrati, proteine, sali minerali, ecc.) e le calorie che contengono. L’insegnante chiede agli allievi di fare delle ricerche su piatti etnici, differenziando, quando è possibile, l’alimento base. Gli allievi aiutati dall’insegnante cercano le corrispondenze tra alimento di base e le zone di diffusione del prodotto: ad esempio le “tortillas” e la coltivazione del mais in Messico; il riso e le risaie in Cina, ecc.

6 LABORATORI di EDUCAZIONE INTERCULTURALE Come si realizzano La scuola: L’insegnante insieme agli allievi elabora un’intervista da sottoporre ai genitori o ai nonni che riveli le differenze nella scuola italiana tra passato e presente (scuole pubbliche e private, numero di allievi per classe, orari, uso della divisa, rapporto con gli insegnanti, disciplina, ricreazione, libri di testo, discipline studiate, l’istruzione delle bambine, ecc). Le interviste vengono documentate e analizzate in classe.

7 LABORATORI di EDUCAZIONE INTERCULTURALE Come si realizzano 2. - Fase dell’informazione e dell’analisi: In questa fase, che è comune a tutti i percorsi presentati, l’insegnante divide la classe in gruppi e consegna ad ogni GRUPPO ALCUNI DOCUMENTI DI APPROFONDIMENTO DELLA TEMATICA PROPOSTA Per ogni gruppo viene scelto un coordinatore il quale riporta nell’intergruppo i risultati emersi durante la discussione nei gruppi.

8 LABORATORI di EDUCAZIONE INTERCULTURALE Come si realizzano 3.- Fase di elaborazione e di sintesi: lavori di ricerca o approfondimento sui temi trattati consigliando quali fonti consultare o quali documentazioni procurarsi. 4.Fase di ritorno al vissuto personale discussione collettiva a costruire la rete di differenze e somiglianze tra la situazione degli allievi italiani e quella dei bambini e ragazzi di altri paesi del mondo. La documentazione di ogni fase del percorso permetterà di confrontare le ipotesi di partenza con i risultati emersi durante l’intero itinerario.

9 LABORATORI di EDUCAZIONE INTERCULTURALE Come si realizzano 5.- Fase laboratoriale: Il gioco: La classe divisa in gruppi lavora sul seguente compito: Organizzate una partita ideale di calcio: descrivete il posto dove si gioca, i giocatori, il pubblico. Inventate degli striscioni con slogan incentrati sul diritto al gioco di tutti i bambini del mondo. Si possono riproporre in palestra i giochi raccontati nei testi. L’alimentazione: Gli allievi insieme all’insegnante preparano dei piatti facili da realizzare come il riso alla cantonese o il tè alla menta, ecc. La scuola: Realizzazione a scuola di un giornale, cartellone nel quale viene raccontata la giornata a scuola di un bambino cha abita in altro paese del mondo.

10 LABORATORI di EDUCAZIONE INTERCULTURALE SUGGERIMENTO: CERCHIAMO DI NON ENFATIZZARE TROPPO LE DIFFERENZE TRA CULTURE, MA CERCHIAMO PIUTTOSTO DI TROVARE LE COSE CHE ACCOMUNANO LE CULTURE (PUR MANTENENDO LE PECULARIETA’ DI OGNUNA).

11 LABORATORI di EDUCAZIONE INTERCULTURALE ESEMPIO: LA CONDIZIONE DELL’INFANZIA Argomenti Breve introduzione sull’India (il territorio, la popolazione, le classi sociali, le religioni) La famiglia e la casa La quotidianità (una giornata tipo di un bambino indiano) I divertimenti Lo sport Il lavoro minorile Materiali Vestiti tipici Indiani Le spezie Diapositive

12 EDUCAZIONE INTERCULTURALE IMMIGRAZIONE EMIGRAZIONE I incontro fumetto (gli allievi fanno il fumetto e lo consegnano all’operatore: scegliere alcuni tra i personaggi e i luoghi indicati e costruisci una storia in 5/6 sequenze) PersonaggiLuoghi – Mohamed 12annicantiere edile – Milagros 20 anniospedale – Elisabetta 52 anniscuola – Mamadou 30 annicampo sportivo – Omar 40 annispiaggia – Liu 8 anniautobus – Kadì 2 annibar – Samira 35 annipiazza – Maria 15 annisupermercato – Laurent 18 annicondominio – Bledi 22 annidiscoteca Parrochia Pizzeria Parcheggio Università Azienda agricola

13 EDUCAZIONE INTERCULTURALE IMMIGRAZIONE EMIGRAZIONE assegnare il compito per la prossima volta (gli alunni devono preparare l’albero genealogico fino ai bisnonni mettendo in evidenza storie di emigrazione e i motivi dell’emigrazione) lettere (dividere la classe in 3 gruppi. Ogni gruppo ha una lettera DI UN EMIGRANTE. Il gruppo spiega poi agli altri la propria lettera) discussione

14 EDUCAZIONE INTERCULTURALE IMMIGRAZIONE EMIGRAZIONE II incontro l’operatore riporta i fumetti e ne discute con i ragazzi l’operatore fa raccontare agli allievi il proprio albero genealogico discussione con gli allievi sul perché gli immigrati vengono in Italia III incontro Gioco (immagina di dover partire per un viaggio molto lungo e scegli 3 oggetti che per te è impossibile lasciare. Gli oggetti poi vengono ridotti, ora si può portare un solo oggetto. L’oggetto scelto viene scritto in un foglio e consegnato all’operatore. L’operatore poi chiederà il motivo della scelta e si soffermerà sullo stato d’animo dei ragazzi) L’operatore assegna il compito di strutturare le domande per l’intervista da fare all’operatore nel prossimo incontro. IV incontro Intervista all’operatore


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