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Organizzazione dei servizi sanitari e della prevenzione nella Regione Friuli Venezia Giulia dott.ssa Nora Coppola Direzione Centrale Salute Integrazione.

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Presentazione sul tema: "Organizzazione dei servizi sanitari e della prevenzione nella Regione Friuli Venezia Giulia dott.ssa Nora Coppola Direzione Centrale Salute Integrazione."— Transcript della presentazione:

1 Organizzazione dei servizi sanitari e della prevenzione nella Regione Friuli Venezia Giulia
dott.ssa Nora Coppola Direzione Centrale Salute Integrazione Sociosanitaria e Politiche Sociali - Area Prevenzione e Promozione della salute

2 Il Servizio sanitario nazionale
Il Servizio Sanitario Nazionale (S.S.N.) è nato con la legge n. 833 del 23 dicembre del 1978; l’istituzione del il S.S.N è stato un evento socio-politico particolarmente significativo.

3 Che cos’è il servizio sanitario nazionale
L’articolo 1 della legge 833 del ‘78 ha definito come il S.S.N sia costituito dal complesso delle funzioni, delle strutture, dei servizi e delle attività destinate alla promozione, al mantenimento e al recupero della salute fisica e psichica di tutta la popolazione senza distinzione di condizione individuali o sociali e secondo modalità che assicurino l’eguaglianza dei cittadini nei confronti del Servizio. L’attuazione del S.S.N. compete allo Stato, alle Regioni e agli Enti Locali Territoriali garantendo la partecipazione dei cittadini Le Aziende Sanitarie, pur mantenendo natura autonoma, dipendono costantemente dalle direttive regionali e la Regione a sua volta dipende da direttive Statali

4 I principi ispiratori del servizio sanitario nazionale
Universalità. Decentramento-territorialità. molte funzioni sono demandate alle Regioni; il territorio nazionale è stato suddiviso in unità territoriali (ex Unità Sanitarie Locali) oggi definite Aziende Sanitarie Locali. Priorità e unitarietà della persona. Orientamento alla prevenzione Capo I – Sviluppo competitivo delle PMI - continua

5 - tutela della maternità e dell’infanzia
I principi ispiratori Con il S.S.N. si sono voluti superare tutti gli squilibri (territoriali e/o socio-economici) cercando di perseguire finalità importantissime, come: - sicurezza sul lavoro - tutela della maternità e dell’infanzia - realizzazione di adeguati servizi medico- scolastici - tutela sanitaria delle attività sportive - tutela della salute degli anziani e della salute mentale. Il decreto legislativo 502/92 ha rappresentato il primo momento importante di riforma sanitaria che poi è stata ripresa, rivisitata e confermata con il decreto legislativo 229/99. Il primo passaggio di riforma ha affidato al S.S.N. l’obiettivo di assicurare i livelli essenziali di assistenza: cioè i Livelli Essenziali di Assistenza (L.E.A.).

6 I livelli essenziali di assistenza vengono articolati in 3 grandi aree di attività
Assistenza sanitaria in ambiente di vita e di lavoro Assistenza distrettuale Assistenza ospedaliera Le principali finalità che si propone il S.S.N. sono: prevenzione di malattie attività di cura attività di riabilitazione attività di medicina legale

7 Dlg 502/92 e Dlg 517/93: aziendalizzazione
Negoziazione obiettivi/risorse (introduzione strumenti tipici assetti aziendali; passaggio da contabilità finanziaria a economica…) Responsabilizzazione dirigenti AZIENDALIZZAZIONE Separazione momento politico dal momento tecnico (No comitato di gestione con responsabili politici) Aziende Sanitarie della Regione condotte da tecnici (DG)

8 L.R. 12/94 Assetto organizzativo delle aziende
Le Aziende sanitarie regionali (ASS, AO, AOU, IRCCS) si articolano in: DIREZIONE AZIENDALE STRUTTURE OPERATIVE, a loro volta articolate in unità operative

9 Il regolamento di organizzazione delle Aziende sanitarie regionali
DIREZIONE STRATEGICA Strategia, indirizzo e controllo DG Staff Direzione Strategica DS DA Gestione, organizza-zione fattori produttivi Distretto 1 Dipartimento Prevenzione Dipartimento salute mentale Ospedale/i (Dipartimenti) Distretto 2

10 Le Aziende del servizio sanitario regionale
Le aziende per i servizi sanitari territoriali A.S.S. n. 1 “Triestina” A.S.S. n. 2 “Isontina” A.S.S. n. 3 “Alto Friuli” A.S.S. n. 4 “Medio Friuli” A.S.S. n. 5 “Bassa Friulana” A.S.S. n. 6 “Friuli Occidentale” Le Aziende Ospedaliere Azienda ospedaliero universitaria “Ospedali Riuniti Trieste” Azienda ospedaliero universitaria S. Maria Misericordia” Udine Azienda ospedaliera di Pordenone Gli IRCCS IRCCS “Burlo Garofolo” IRCSS CRO Aviano IRCCS “La Nostra Famiglia”

11 La collocazione delle Aziende del SSR
A V Udinese AOUUD ASS n. 3 ASS n. 4 ASS n. 5 IRCCS “La Nostra Famiglia” A V Pordenonese AO PN ASS n. 6 IRCCS CRO Aviano A V giuliano isontina IRCCS “Burlo Garofolo” ASS n. 1 ASS 2 AOUTS

12 La mission delle Aziende territoriali
Raggiungimento da parte della popolazione del più elevato livello possibile di salute, intesa come condizione di benessere “fisico, mentale e sociale” , perseguono gli obiettivi sanitari, di salute, di prestazioni, di struttura, previsti dalla programmazione nazionale e regionale, assicurando i livelli di assistenza previsti garantiscono gli interventi di prevenzione, diagnostici, terapeutici, educativi più indicati, attraverso una rete integrata di prestazioni socio-assistenziali, sanitarie e socio-sanitarie, finalizzate a promuovere la qualità della vita e a prevenire, eliminare e ridurre le condizioni di bisogno e di disagio derivanti da inadeguatezza di reddito, difficoltà sociali, difficoltà psico-relazionali e condizioni di non- autonomia”.

13 La mission degli ospedali
La programmazione regionale orienta l’utilizzazione dell’ospedale alle fasi acute della malattia perseguendo l’appropriatezza e la qualità dell’assistenza. L’erogazione dei servizi prevede che il cittadino sia affidato alla struttura in grado di erogare al migliore livello di efficienza la complessità delle cure correlata ai bisogni specifici della persona.

14 Integrazione tra sociale e sanitario
E’ indispensabile la necessità di un’integrazione tra area sociale e sanitaria se si considerano per esempio: - un bambino maltrattato in famiglia che necessita di diagnosi e cure mediche, affido, famiglia e/o struttura di accoglienza; - un tossicodipendente che deve fare il reinserimento lavorativo e che necessita di una borsa lavoro e di una terapia di disassuefazione; - un soggetto in condizione di disabilità che richiede modifiche strutturali della propria abitazione, di ausilii e terapia rieducazionale; - la salute mentale quando un soggetto necessita di un’abitazione, un lavoro oltre che di una terapia specifica con farmaci o psicoterapia; - un soggetto anziano che vive solo, quando viene dimesso da un ospedale dopo una malattia acuta il venerdì pomeriggio. In Friuli Venezia Giulia la normativa regionale è intervenuta con disposizioni organiche sull'integrazione sociosanitaria già dal 1996.

15 La tutela della salute materno infantile
(1) Gli atti di programmazione della Regione FVG per l’area materno infantile hanno per oggetto: il bambino fin dall’evento del concepimento, l’evento nascita, lo sviluppo, l’adolescenza fino al passaggio all’età adulta (peraltro alcune situazioni specifiche, quali ad esempio la disabilità e le malattie rare, richiedono la prosecuzione del trattamento in strutture pediatriche a prescindere dal raggiungimento dei 18 anni di età, nel rispetto della continuità assistenziale); la donna, con particolare riferimento alla maternità e al suo ruolo di madre; la coppia in relazione alla procreazione e alle funzioni genitoriali; i servizi sanitari e sociali relativi a tale utenza

16 Le criticità dell’attuale sistema materno infantile
1. Processi demografici e ricadute sanitarie e sociali Nell’ultimo decennio si sono registrate nella Regione Friuli Venezia Giulia nuove dinamiche demografiche rispetto al contesto stagnante e tendenzialmente cedente attestando il FVG come la Regione “più vecchia” d’Italia. Il tasso migratorio è fortemente aumentato ed è significativo rilevare che la popolazione di origine straniera residente in Friuli Venezia Giulia fa registrare un tasso di natalità molto elevato. L’insieme di questi fenomeni ha mutato entità, composizione e caratteristiche dell’utenza oggetto dei servizi materno infantili regionali, con ricadute strettamente sanitarie: più parti da madre di nazionalità straniera sulle attività di prevenzione (vaccinazioni) sul complessivo sistema regionale dei servizi sanitari e sociali che devono farsi carico, a vario titolo, anche delle problematiche di interrelazione con un'utenza di origine, cultura - sociale, familiare, educativa - abitudini sanitarie e stili di vita diversi (MGF).

17 Nati: trend 8557 8649 8598 8278 8211 8073 1659 1835 2082 2248 2311 2355 10216 10680 10526 10522 10428 10484 2000 4000 6000 8000 10000 2005 2006 2007 2008 2009 2010 italiana non italiana Totale

18 Percentuale parti da donna straniera
extracomunitaria ITALIA FRIULI VENEZIA GIULIA comunitaria

19 N. Parti da donna straniera % parti donna straniera
STRUTTURA % parti donna straniera Gorizia 21,0 Latisana 15,6 Monfalcone 20,6 Palmanova 15,8 Pordenone 26,5 P. San Giorgio 25,3 San Daniele 13,2 San Vito 25,0 Tolmezzo 9,2 Trieste Burlo 17,5 Udine AOU 24,3 TOTALE 19,9

20 Donne straniere: cittadinanze

21 Le criticità dell’attuale sistema materno infantile
2. Il quadro epidemiologico regionale La percentuale delle donne che partoriscono ad un’età di 35 anni o oltre è aumentata. Così come la percentuale di ultratrentacinquenni che a quell’età hanno il primo figlio è passata dal 23% al 35%. Di conseguenza è cresciuto il bisogno e l’indicazione alla diagnosi prenatale invasiva La Regione si colloca tra le regioni a più alto tasso di copertura delle vaccinazioni facoltative in età pediatrica Il Friuli Venezia Giulia si colloca significativamente al di sotto della media italiana per la mortalità neonatale e infantile, mentre è nella media nazionale per la natimortalità. Il dato critico, al di sopra del valore italiano e del nord-est, riguarda invece la mortalità tra i 14 e i 24 anni, dovuta soprattutto agli incidenti stradali e quindi per fattori “indipendenti” dalla sfera sanitaria.

22 Gli obiettivi di piani e programmi nell’area materno infantile (Piano regionale materno infantile e dell’età evolutiva) OBIETTIVI INTEGRATI Aumentare la capacità di tutela nei confronti di bambini e adolescenti in situazione di abuso e maltrattamento. Aumentare la capacità di tutela nei confronti di bambini e adolescenti in situazione di disagio psicologico e/o psico sociale. Aumentare la capacità di tutela nei confronti del bambino e dell’adolescente nel nucleo familiare a rischio socio ambientale o fuori famiglia. Aumentare la capacità di tutela nei confronti dei bambini e gli adolescenti con disabilità fisica, psichica e sensoriale. Aumentare la capacità di tutela nei confronti dei minori stranieri non accompagnati.

23 Il modello organizzativo del sistema materno-infantile e dell'età evolutiva
Il modello organizzativo generale si sviluppa partendo dai seguenti principi: rispetto della Convenzione dell’ONU sui diritti dei minori rispetto della Carta dei diritti del bambino in ospedale approccio multidisciplinare continuità assistenziale valutazione della qualità personalizzazione e integrazione degli interventi.

24 La rete dei servizi materno infantili in FVG
La rete dei servizi per il settore materno-infantile e dell’età evolutiva deve essere tale da garantire: i livelli di cura, dalla prevenzione alla diagnosi, all'assistenza specialistica, alla riabilitazione i livelli di assistenza sociale nell’area della tutela (dalla prevenzione alla protezione) la massima integrazione dei percorsi di cura e della presa in carico i migliori livelli possibili di qualità e di appropriatezza l’adeguata accessibilità, rendendo compatibili le esigenze territoriali con l'adeguatezza delle strutture assistenziali la misurabilità delle prestazioni e dei risultati ottenuti la collaborazione con le associazioni delle famiglie, degli utenti e del volontariato la collaborazione con i servizi e strutture del privato sociale e di mercato.

25 La rete dei servizi offerti all’utenza è articolata su tre livelli
I livello Distretto/Ambito Laddove operano i pediatri di libera scelta, i Consultori familiari; l’Équipe multidisciplinare per l’handicap, l'Équipe per l’età evolutiva (dove presente), il Servizio socio-psico pedagogico sloveno, i servizi di riabilitazione, il Servizio sociale per la tutela dei minori del Servizio sociale dei Comuni, i Servizi domiciliari socio-educativi e socio-assistenziali, i Servizi educativi - ricreativi. Rientrano inoltre nel I livello tutti i servizi residenziali e diurni per minori, nonché la rete delle famiglie affidatarie.

26 La rete dei servizi offerti all’utenza è articolata su tre livelli
II livello si collocano gli ospedali di rete e quelle Aziende Ospedaliere e IRCCS che svolgono tale funzione per il proprio bacino di riferimento. Questi includono i reparti di Ostetricia- ginecologia, che garantiscono i controlli clinici e strumentali alle gravidanze a basso rischio e la diagnosi prenatale di base, ed i reparti di Pediatria. Appartiene al II livello anche la Neuropsichiatria Infantile

27 La rete dei servizi offerti all’utenza è articolata su tre livelli
II e III livello è costituito dai reparti di Terapia intensiva neonatale di Trieste e Udine, dai reparti di Ostetricia-ginecologia di Trieste e Udine (che oltre a svolgere le funzioni di II livello per i rispettivi contesti territoriali assumono la funzione di riferimento regionale per i parti a rischio), dalle funzioni di riferimento regionale dell’IRCCS Burlo Garofolo e dalla Clinica Pediatrica dell’Ospedale di Udine, dai centri di riferimento per patologie specifiche, nonché dall’Unità per le disabilità gravi in età evolutiva” (UDGE).

28 Grazie a tutti


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