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Elementi di Fisiologia e Scienza dell’Alimentazione – E. Battaglia, D. NoèCopyright © 2008 – The McGraw-Hill Companies s.r.l. VARIAZIONI FISIOLOGICHE DEL.

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1 Elementi di Fisiologia e Scienza dell’Alimentazione – E. Battaglia, D. NoèCopyright © 2008 – The McGraw-Hill Companies s.r.l. VARIAZIONI FISIOLOGICHE DEL PESO CORPOREO CON L’ETÀ E NELLA GRAVIDANZA Da un punto di vista strettamente fisiologico, le variazioni del peso corporeo nel corso dell’età adulta devono essere di ampiezza limitata, non trovando – quelle più marcate – altra spiegazione se non nell’instaurarsi di una condizione patologica: ogni eventuale aumento è per lo più legato alla deposizione di lipidi nel tessuto adiposo; ogni eventuale diminuzione, non perseguita dalla volontà, è molto probabilmente espressione di un processo morboso concomitante. Per la valutazione della “normalità” del peso corporeo di un adulto si ricorre al confronto del peso del soggetto con degli standard di riferimento oppure, secondo quanto ormai universalmente accettato, calcolando l’indice di massa corporea (IMC) o BMI, body mass index (v. Cap. 28). Nei soggetti in fase di crescita, così come nella gestante e anche nell’anziano, i valori di IMC normali per l’adulto non sono più ritenuti validi e sono necessarie opportune correzioni. Certamente i bambini e gli adolescenti, le gestanti, le nutrici e gli anziani sono i gruppi di popolazione più vulnerabili da parte di pratiche alimentari scorrette e di apporti nutrizionali inadeguati. Come per l’adulto, anche per questi soggetti il monitoraggio del peso corporeo può costituire il primo mezzo di valutazione dell’evoluzione dello stato nutrizionale. FOCUS CLINICI segue

2 Elementi di Fisiologia e Scienza dell’Alimentazione – E. Battaglia, D. NoèCopyright © 2008 – The McGraw-Hill Companies s.r.l. Età infanto-giovanile Nei soggetti in età evolutiva la valutazione della corretta crescita staturo-ponderale è effettuata utilizzando apposite tabelle delle “curve di crescita” e/o dei “percentili” di IMC ritenuti normali in relazione al sesso e all’età. Da rilevare che: già nel lattante, il mancato o ridotto aumento di peso previsto in un determinato periodo di tempo costituisce motivo di allarme o di apprensione per la sua salute; nelle fasi più avanzate dell’accrescimento, una discrepanza tra l’aumento della statura e quello del peso può essere indicativa di processi patologici, o anche, in assenza di una specifica patologia organica, può essere un primo segnale di modificazioni del comportamento alimentare la cui evoluzione è da seguire attentamente nel tempo. Gravidanza Nel corso “normale” della gravidanza, l’aumento del peso corporeo è praticamente trascurabile nelle prime 9-10 settimane; successivamente aumenta (all’incirca 400-450 g alla settimana) e corrisponde prevalentemente, nel secondo trimestre, alle modifiche del compartimento materno, mentre nel terzo trimestre a quelle del compartimento fetale. I migliori esiti per la gravidanza (minore mortalità e morbosità perinatale) si ottengono quando il peso del neonato è compreso tra 3,5 e 4 kg. Il peso neonatale è direttamente correlato, oltre che con l’incremento di peso della donna durante la gravidanza, anche con l’IMC della donna all’inizio della gestazione. segue

3 Elementi di Fisiologia e Scienza dell’Alimentazione – E. Battaglia, D. NoèCopyright © 2008 – The McGraw-Hill Companies s.r.l. L’aumento auspicabile di peso delle gestanti e il loro bisogno aggiuntivo di energia sono quindi da individualizzare in funzione dell’IMC pre-gravidanza. Secondo i LARN e le Linee Guida, le indicazioni di massima sono le seguenti: per la donna che inizia la gravidanza sottopeso (IMC inferiore a 18,5) le necessità in energia sono maggiori e l’aumento di peso auspicabile è fra i 12,5 e i 18 kg; per la donna che inizia la gravidanza in situazione di normopeso (IMC fra 18,5 e 25), l’aumento di peso auspicabile è fra gli 11,4 e i 16 kg. Un’ipotesi di giusta progressione è quella che prevede un aumento di 3,5 kg nelle prime 20 settimane e, in seguito, di circa 0,5 kg a settimana; per la donna che inizia la gravidanza in situazioni di sovrappeso (IMC superiore a 25) è auspicabile contenere l’aumento di peso fra i 7 e gli 11,5 kg; per la donna obesa all’inizio della gravidanza (IMC superiore a 30), il guadagno di peso raccomandato è intorno ai 7 kg; per le gestanti molto giovani (di età inferiore a 20 anni) è da incoraggiare un incremento di peso verso i limiti superiori delle raccomandazioni, mentre per le gestanti di bassa statura (<157 cm) l’incremento dev’essere contenuto ai limiti inferiori delle raccomandazioni; segue

4 Elementi di Fisiologia e Scienza dell’Alimentazione – E. Battaglia, D. NoèCopyright © 2008 – The McGraw-Hill Companies s.r.l. nella gravidanza gemellare l’aumento di peso consigliato è di 16-20,5 kg (750 g/settimana nel secondo e terzo trimestre). È importante sottolineare che in qualsiasi fase della gravidanza un aumento di peso di 1 kg alla settimana deve essere considerato una spia di ritenzione idrica. Età avanzata Le modificazioni della composizione corporea che si verificano con l’avanzare dell’età e il progressivo incurvamento della colonna vertebrale con perdita di massa minerale ossea e di strutture e spazi intervertebrali, determinano variazioni del peso e della statura (nel corso della vita si può osservare una riduzione anche di 8-10 cm della statura, specie nel sesso femminile). Ciò rende l’impiego dell’IMC un mezzo non sufficientemente attendibile di valutazione delle condizioni di “normalità” della struttura corporea nell’anziano. Indipendentemente dai valori di IMC, devono essere attentamente valutate le variazioni del peso rispetto all’abituale: diminuzioni sensibili e piuttosto rapide del peso corporeo sono, infatti, di frequente, una delle prime manifestazioni cliniche di processi neoplastici, specialmente a carico del tubo digerente.


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