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1 SISTEMI ORGANIZZATIVI COMPLESSI 5 novembre 2013  Roma 24 settembre- 11 dicembre 2013  C.d.L magistrale: Comunicazione d’impresa 2° anno 9 crediti 

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1 1 SISTEMI ORGANIZZATIVI COMPLESSI 5 novembre 2013  Roma 24 settembre- 11 dicembre 2013  C.d.L magistrale: Comunicazione d’impresa 2° anno 9 crediti  E-mail: piera.rella@uniroma1.itpiera.rella@uniroma1.it  Stanza B12 Via Salaria113, tel.: 06 49918446- ricevimento mercoledì 15.30-17

2 2 Temi trattati  Il tipo ideale di Weber  Il tipo ideale di burocrazia  Ambivalenze della burocrazia  Strutture burocratiche e organiche  Progettazione della macrostruttura  Pianificazione dell’azione a priori o controllo a posteriori?

3 3 La progettazione organizzativa Tipo pro- gettazione ParametriConcetti collegati Posizioni individuali Specializz.mansioni formalizzazione del comportamento formazione e indottrinamento Divisione lavoro Standardizzazione processi di lavoro Standardizzazione delle capacità Macro struttura La vedremo Collegamenti laterali La vedremo

4 4 Prima di proseguire con Mintzberg  Che cos’è un tipo ideale secondo Weber?

5 5 tipi ideali Weber

6 6 Come individuare un particolare tipo di capitalismo

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10 10 Che cosa ha inciso sull’attuale svalorizzazione?  Una cattiva organizzazione?  Un comportamento poco attento ai propri doveri?  Anche la femminilizzazione della burocrazia?

11 11 Le ambivalenze della burocrazia Se è perfetta, fa sentire i politici dei dilettanti rende passiva la democrazia Rischi di spersonalizzazione  La razionalità secondo lo scopo prevale su quella secondo il valore  si raggiungono scopi sempre più irrazionali rispetto ai valori  nuovi movimenti carismatici  rischi di regime totalitario o alla lunga di una nuova routinizzazione

12 12 Strutture burocratiche e organiche secondo Mintzberg  Burocrazia comportamento predeterminato, prevedibile  Organismo = organizzazione senza standardizzazione, flessibile  Burocrazia organica si basa sull’adattamento reciproco, al più con supervisione diretta ( gruppo di lavoro paritario o con un leader)

13 13 La progettazione organizzativa Tipo pro- gettazione ParametriConcetti collegati Posizioni individuali (già viste) Specializz.mansioni formalizzazione del comportamento formazione e indottrinamento Divisione lavoro Standardizzazione processi di lavoro Standardizzazione delle capacità Macro struttura Raggruppamento in unità Dimensione delle unità Supervisione diretta /divisione lavoro direzionale/altri flussi formali ed informali Ampiezza controllo Collegamenti laterali Pianificazione e controllo standardizzazione adattamento

14 14 Progettazione della macrostruttura  A che serve raggruppare in unità?  Permette di coordinare il lavoro  Introduce un sistema di supervisione  Obbliga a condividere risorse comuni  Da luogo ad indici comuni di performance  Le specializzazioni richieste come dovrebbero essere raggruppate?  Qual è la dimensione ottimale di una unità? ↓ Qui si introduce la gerarchia che l’organigramma rappresenta: ad es. quello che segue tratto da Il genere della radio. Carriera, famiglia e pari opportunità, a cura di Piera Rella e Roberto Cavarra, FrancoAngeli, 2004

15 15 Organigramma R.A.I. Divisione Radiofonia 2002

16 16 2 tipi di ri-progettazzione  Se cambiano le tecnologie disponibili, il sistema tecnico del nucleo operativo viene ridefinito dal basso verso l’alto (bottom -up)  Se cambiano gli obiettivi aziendali si procede dall’alto verso il basso (top- down)

17 17 Tipi di raggruppamento per creare unità organizzative 1.In base alle conoscenze e alle capacità (es. ospedale) 2.In base ai processi di lavoro e alle funzioni (impresa industriale, ma anche Rai) 3.In base al tempo (turni) 4.In base agli output (diversi prodotti e servizi forniti- anche Rai) 5.In base alla clientela (reparti a pagamento e non negli ospedali) 6.In base alla località geografica (Coca cola)

18 18 Qual è la dimensione ottimale di una unità? Dipende da molti fattori. In particolare l’attività professionale può essere : interdipendente → richiede adattamento reciproco → struttura piccola indipendente → si lavora in autonomia, anche in una struttura verticale (es. insegnante) → funziona anche una struttura grande Il nucleo operativo, non formato da professionisti, è quello che può essere più ampio

19 19 I collegamenti laterali alla macrostruttura 1.I sistemi di pianificazione e controllo 2.I meccanismi di adattamento 1a.La pianificazione precede l’azione 1b.Il controllo a posteriori dei risultati è molto intenso dove le unità sono raggruppate sulla base del mercato ( ogni unità fornisce un prodotto) e le interdipendenze tra le unità sono scarse Valutazione funzionam. Il controllo ha 2 finalità< Motivazione dirigenti

20 20 Problemi legati alla finalità “motivazione dei dirigenti” nel controllo a posteriori performance Interesse a stabilire standard bassi ≈ facilmente conseguibili Scelta periodo pianificazione: se troppo breve non permette di considerare il lungo periodo Obiettivi non perseguiti per problemi esterni (es. fallimento cliente importante)

21 21 La pianificazione dell’azione È intermedia tra la standardizzazione degli output e quella dei processi Azioni specifiche ↔ continuum regolazione ↔ standard ↓generale Quali mezzi usare ≈ formalizzazione comportamento La pianificazione è usata soprattutto nelle organizzazioni su base funzionale e va in parallelo col sistema di controllo degli obiettivi. Entrambi sono verticali e con pochi collegamenti in alto → → Ma via via che si controllano i risultati si cambiano i piani di azione per correggere gli errori e viceversa → andamento ciclico

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23 23 GRUPPI LAVORO 2013 Abbastanza definiti A.Cernobbio /contro-Cernobbio 2013 → 6 persone CORNO,CORTINI,COSTIGLIOLA, DARELLI, D’ANGELIS + PIRO? B.L’impresa di un’economia diversa (giovani e mercato del lavoro di BOFFARDI, QUAGLIERI, MOCCI, GALLO, LACCISAGLIA, FEBO Rapporto sbilanciamoci 2013 p.123-153; 174-179 C.Analisi e proposte per l’uscita dalla crisi (Touraine ) → 4 ANTINORI, CIASCHI, ERAMO, LA PORTA D.Europa tedesca (Beck ) → 4 BORGESE, FRISONE, MARTINO, MUNZI E.Società e disuguaglianze (Beck, disuguaglianza senza confini + STIGLITZ Società e disuguaglianza) → 4 CARRANO, D’ISANTO, LOPS, SFORZA F.COME MINIMO Un reddito di base CUPELLINI, DE SANTO, LA MONACA, VELTRI G.Movimenti sociali → 5 DI VAIO, GEMMITI, GRECO, GUGLIELMELLI, HUMAN (CASTELLS Reti di indignazione e speranza

24 24 Da meglio definire I.Cernobbio/contro Cernobbio- ANNI PRECEDENTI – FORNITI,TONI, ZAMPETTA II.2-3 gruppi Donne e welfare → 6 GATTO, FIORE, ARMELI, MOCCIA, RIPOLI,ZEFI III.+4 Le donne e la crisi nel contesto lavorativo CAMMARATA CAMPO, DI GENUA, FONSO, GALARDINI (vedi sotto) V.Riforma Fornero in particolar modo nel settore del lavoro DE PAOLIS, FIORELLI, MARZIOLI, MUNNO(vedi sotto) VI.Crisi e mass media 1 BOTTONI, DOSA, GIOVACCHINI,FANCIULLI, FORNARO, MARIANI VII.Crisi e mass media 2 BARBAFIERA, LANCIANO, NOCI, STURZI VIII.Beni comuni 1 → 5 ANTONICA, ARADEO, BOCHICCHIO, RUSSO, SIMONE (Pennacchi Pubblico, privato comune + Il bene di tutti IX.Beni comuni 2 → 4 DI BENEDETTI, DE PASCALIS, FERRARELLI, RUFO cfr Grazzini e Pizzuti? X.Lo stato sociale in Ue e in Italia (Rapporto Pizzuti) X.ABATE, BOREI, CALLARI, DEL GRECO, LUNARDI,

25 25 II Genny Gatto Casciano, Zefi, Fiore, Armeli Moccia e Ripoli del gruppo "Donne e welfare", 1.Quarta sessione Convegno Europa disuguale (organizzato da Sbilanciamoci.org nel settembre 2013): Lavoro welfare e conoscenza specie le relazioni della Sabbadini e della Saraceno. 2.Vi ho anche allegato 3.Cnel, Lavoro delle donne basta il Cap1 (il Cap 2 riguarda le pensioni) e eventualmente le proposte: questo è precedente al 4.Cnel Rapporto sul mercato del lavoro, dove va guardato il §2.5 le differenze di genere 5.Atricolo sui sostegni alla maternità in diversi paesi Ue 6.Donne nella crisi proposte di uscita di un network di donne Ue 7.Lavoro e famiglia sulla conciliazione Quali scelti?

26 26 III Le donne e la crisi nel contesto lavorativo. Caterina Cammarata,Giorgia Campo Federica Di Genua,Miriana Fonso,Seren Galardini Gli articoli scelti sono troppi?: 1.- Il lavoro in Italia. dal precariato alla riforma Fornero (Sbilanciamoci!) 2.- La crisi e le donne, SWG (Dipartimento Ricerche sperimentali e comunicazione) 3.- L'altra metà dell'economia: imprenditrici che crescono (Eures e Cna) 4.- Donne, Lavoro e Economia (Istat, Enrico Giovannini) 5.- Che genere di crisi? (Sbilanciamoci!)  - Libro: Rapporto sullo stato sociale, Pizzuti (libro che ci ha prestato)


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