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Aspetti Metodologici dell’Allenamento in Età Evolutiva con riferimento alle singole discipline.

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Presentazione sul tema: "Aspetti Metodologici dell’Allenamento in Età Evolutiva con riferimento alle singole discipline."— Transcript della presentazione:

1 Aspetti Metodologici dell’Allenamento in Età Evolutiva con riferimento alle singole discipline.

2 Quali sono gli aspetti che caratterizzano l’allenamento nell’età evolutiva?

3 Oserei dire che ci sono degli aspetti che sicuramente influiscono negativamente ed è dato,naturalmente,agli Insegnanti,agli Educatori,agli Allenatori conoscerli e fare in modo che i ragazzi non né subiscano,troppo,gli effetti negativi.

4 Stiamo parlando dell’età evolutiva. Un’età che và dai 10 ai 14 anni,dalla V elementare(fine della scuola primaria) alla fine della III media(fine della scuola secondaria di I Grado).

5 Ci troviamo di fronte a ragazzi in pieno conflitto interno. Stiamo nella fase prepuberale - puberale. Fase questa di profondi e significativi cambiamenti, sia psicologici che fisici.

6 Sicuramente gli aspetti psicologici hanno un’influenza preponderante su tutta la personalità ma,in questa sede,in questo momento,cercheremo di analizzare cosa succede a livello fisico. Andiamo ad analizzare qualche punto:

7 LA FORZA: La forza viene usata in maniera eccessiva e parzialmente errata. Tutto il decorso del movimento dà un impressione di rigidità che và attribuito ad un grado eccessivo di impegno di tutta la muscolatura.

8 Un’altra caratteristica tipica di questa età è l’insufficiente fluidità del movimento.

9 L’ampiezza del movimento in questa fase come si presenta? È scarsa e non corrisponde al modello voluto. È approssimativo.

10 Allo stesso modo, anche la rapidità del movimento,in questa fase di sviluppo, ne risente. Non di rado l’esecuzione è troppo affrettata.

11 Un altro aspetto importantissimo da tener presente è dato dalla scarsa ed errata capacità di accoppiamento dei movimenti.

12 Risultano inoltre ancora poco sviluppate le capacità di precisione e di costanza del movimento.

13 COORDINAZIONE GREZZA Uso eccessivo della forza Scarsa fluidità del movimento Ampiezza del movimento e rapidità scarse Insufficiente accoppiamento dei movimenti Precisione e costanza dei movimenti poco sviluppate

14 Coordinazione grezza,che in una scala di apprendimento è, il primo stadio che il ragazzo si trova ad affrontare, e che l’insegnante deve conoscere affinché, quest’ultimo,non cada nell’errore di richiedere delle prestazioni troppo esose ai propri atleti.

15 In questa fase tutti i messaggi e le proposte motorie che andiamo a suggerire devono essere di facile interpretazione e di facile esecuzione.

16 LA RAPIDITA’ In questo momento evolutivo ci troviamo nella cosiddetta età d’oro. Di cosa stiamo parlando? E perché? Cosa sta succedendo?

17 IL RUOLO DEL GIOCO……. PIAGET….considerando la funzione impaginatrice che è insita nel gioco, sostiene che “essa è il motore di ogni ulteriore pensiero ed anche della ragione”. PLATONE che nelle “Leggi”, definì il gioco come “la forma più giusta di vita”. GIUGNI : il gioco è per il bambino un canale importante di appagamento e di apprendimento. Il gioco è un continuo provare, esplorare, scoprire, immagazzinare impressioni, classificare, organizzare ed assimilare. SCHILLER…considera il gioco per il suo apporto etico ed estetico; infatti, esso riesce ad equilibrare la bilancia degli istinti sensitivi e razionali ed assicura all’essere umano tempi di libertà psico – fisica.

18 CALCIO PALLACANESTRO PALLAMANO PALLANUOTO PALLAVOLO RUGBY UN UNICO DENOMINATORE ….GIOCO

19 ….in atletica leggera??? Si gioca??? E quanto si gioca???

20 I principi ispiratori soprattutto in questa fascia,dovrebbero essere della Polivalenza e Multilateralità. Le attività dovrebbero essere variegate ed adattate alle possibilità fisiologiche dei soggetti in fase di accrescimento. L’agonismo esasperato fagocita la spontaneità.

21 OBIETTIVI ORGANIZZATIVI “IAAF KIDS ATHLETICS” - Molti ragazzi devono poter essere attivi allo stesso tempo; - Si deve fare esperienza di forme di movimento atletico basilari e variate; - Non solo i ragazzi più forti o più veloci devono contribuire a un buon risultato; - Le aspettative di abilità devono adattarsi all'età e alle capacità di coordinamento richieste; - Il programma deve contenere un elemento di avventura, presentando una visione dell'atletica adatta ai più giovani; - Struttura e punteggio delle gare devono essere semplici, basati sull'ordine di arrivo delle squadre; - Devono servire pochi assistenti e giudici; - L'atletica deve essere presentato come un evento di squadra misto (maschi e femmine insieme).

22 Esercizi propedeutici per correre veloci.

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27 Esercizi propedeutici per i salti

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32 Esercizi propedeutici per lanciare

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37 Concludo con un suggerimento: con ragazzi di questa età,dobbiamo essere bravi a lasciare a casa il cronometro ed il metro.

38 Dobbiamo solo “ addestrare” i ragazzi per far sì che siano dei bravi atleti in futuro. Dobbiamo solo “ addestrare” i ragazzi per far sì che siano dei bravi atleti in futuro.

39 Dobbiamo ricordarci che prima di essere “Tecnici”, “Allenatori”, “Insegnanti”, “Maestri” siamo degli “EDUCATORI” EDUCATORI del movimento.


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