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Mina anni ’50 & ’60 un’analisi semiotica

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Presentazione sul tema: "Mina anni ’50 & ’60 un’analisi semiotica"— Transcript della presentazione:

1 Mina anni ’50 & ’60 un’analisi semiotica
Tesi di Veronica Galafassi Mina anni ’50 & ’60 un’analisi semiotica Relatore: Prof. Paolo JACHIA Correlatore: Prof. Giampaolo AZZONI Università degli Studi di Pavia Anno 2005/2006

2 L’Esordio Il Musichiere - 1959 Università degli Studi di Pavia
Anno 2005/2006

3 Debutto a Sanremo Università degli Studi di Pavia Anno 2005/2006

4 Recitar - cantando Mina appartiene alla contro-canzone, ci vuole una grande tecnica, padronanza, senso della novità per riuscire a differenziarsi lei pratica un recitar-cantando tutto suo. Il gesto non è solo vocale passa attraverso il corpo: canta con gli occhi, la bocca, le braccia, diventa una relazione che oltre a sentirsi si vede anche. Ci sono segni di piccola fenomenologia elementare di efficacia, degli elementi ricorrenti e riconoscibili: il gioco degli occhi nel loro chiudersi o spalancarsi, il torcersi delle mani, il tentacolari delle braccia, lo scuotimento della chioma multicolore. Per non parlare delle “mises”: dalla celeberrima minigonna che esalta la vivacità delle gambe, ai “lunghi” di insistita semplicità. La teatralità di Mina la ritroviamo nella puntuale e brillante adeguatezza del gesto rispetto alla canzone cantata. Il tutto è però istintivo, non studiato, non provato: espressioni, gesti, movimenti. Università degli Studi di Pavia Anno 2005/2006

5 Programmi TV Università degli Studi di Pavia Anno 2005/2006
Canzonissima 1968 Canzonissima 1960 Sentimentale 1960 Sabato Sera1967 Studio Uno 1966 Università degli Studi di Pavia Anno 2005/2006

6 Il personaggio MINA Sulla Signora Mazzini la cantante, la donna, la mamma è stato scritto e detto davvero di tutto. Lo statuto del suo essere artista, si colloca al confine incerto tra Arte e Kitsch. Con i suoi eccessi e con la sua straordinaria vitalità, la vediamo in un campo incerto e frastagliato, per la prima volta un artista attraversa il Kitsch per affermare la propria identità e realtà d'artista. Nasce come cantante interprete di brani altrui, adotta le canzoni più belle, o almeno quelle che le piacevano di più, ha avuto il compito di rendere accessibili canzoni che sarebbero state solo per un élite. Mina è una cantante per tutti, una vera cantante popolare la sua ricchezza proviene dalla capacità di parlare a forme di sensibilità diverse grazie alla sua forma di teatralità e sincerità dove regna sovrano il gioco, legato alla sua femminilità considerata tecnica artistica e teatrale che permea tutte le sue canzoni. Era la voce di un’artista straordinaria se pur non abbia scritto quasi nessuna delle canzoni che ha poi cantato noi ci troviamo a dire invece che la canzone è di Mina, Mina rifà ogni volta Mina. Università degli Studi di Pavia Anno 2005/2006

7 Moda: acconciature, trucco, sopracciglia
Università degli Studi di Pavia Anno 2005/2006

8 Innovazione sociale La sua animosa interpretazione dei brani, affiancata all’urlo della canzone rendono la Mina esordiente il simbolo di una generazione vogliosa di esprimersi attraverso nuove forme. Dalle incisioni in lingua inglese alla sua prima produzione italiana emerge l’utilizzo della fisicità vocale a finalità comunicativa. Riappropriarsi di un movimento e una voce cosi forti che provochino in chi l’ascolta un piacere o un rifiuto è la risposta ad una società disorientata che cerca se stessa nella sua ricostruzione e che inizia a prepararsi su quei presupposti che spingono verso conflitti di classe che di lì a poco si svilupperanno. C’è un pubblico genuino che ascolta e partecipa, l’urlo agita i sensi, scuote la sensualità giovanile, promuove applausi, incita l’entusiasmo che porta all’identificazione con il linguaggio aprendo la possibilità di una comunicazione sintetica ed essenziale con il mondo dei sentimenti, è qualcosa di diverso, le mani di Mina si agitano nel vuoto, i suoi occhi grandi ed ammiccanti percorrono la melodia trasmettono gioia e aggressività; Mina restituisce alle cantanti l’uso delle braccia, una vera e propria danza, ma uno schock per il pubblico non abituato a tanta grinta. Università degli Studi di Pavia Anno 2005/2006

9 Rapporto con la stampa La sua popolarità è ormai enorme, successi televisivi, pubblicità nei caroselli, partecipazioni a film, e alla radio il tutto sempre preceduto dalla sua voce, messa in mostra nei grandi Festival. Come per tutti quelli che arrivano in alto dal basso cominciano ad affiorare cattiverie. I suoi veri o presunti flirt scandalizzano i benpensanti, il suo successo così repentino fa invidia a molti dei suoi colleghi meno dotati vocalmente (e non solo!). I giornalisti sono pronti a saltarle addosso e tentare di buttarla giù dal piedistallo su cui hanno contribuito ad innalzarla. Il momento nero arriva al Festival di Sanremo nel 1961 i suoi rapporti con la stampa si raffreddano capisce che non ci si può fidare di tutti, da allora diminuiranno i rapporti con i giornalisti. La stampa alternerà all’osanna momenti di pettegolezzo. Nel 1963 la sua relazione, già molto chiacchierata, con un uomo sposato, l’attore Corrado Pani, porta alla nascita del figlio Massimiliano, chiamato familiarmente “Paciughino”, questa maternità le causerà una forzata quarantena da parte della TV mentre la stampa più bigotta l’accusa e addita come peccatrice pubblica. Università degli Studi di Pavia Anno 2005/2006

10 Il paradosso del ritiro
L’assenza della sua immagine ha aumentato l’importanza del suo ruolo presso il pubblico più affezionato, l’allontanamento dell’amata accresce l’amore in chi rimane. C’è nel ritiro di Mina, un accentuarsi del suo status di “idolo”, il suo silenzio, la sua immobilità anzichè scoraggiare, stimolano fantasia, curiosità. Il dissociarsi dall’immagine pubblica aumenta il desiderio della sua presenza, intenzionalmente o no è da anni la “Diva assente”. Mina ha iniziato la sua carriera perché cantare la divertiva, di questo successo però ne subì le controindicazioni: non tanto il terrore angoscioso della folla o l’ipotetica impossibilità di avere una vita privata,ma soffriva di non poter andare per la strada a fare la spesa, di non poter star sola con se stessa in mezzo alla gente, di non passare inosservata, di non poter essere libera dal suo personaggio fino al punto di non poter scegliere abiti ineleganti o abbuffarsi con i suoi piatti preferiti. Un conflitto pesante tra persona privata e personaggio pubblico, la prima fini con l’uccidere il secondo o con il soffocarne tutte le pubbliche manifestazioni. Nel 1974 l’ultimo show televisivo, nel 1978 il commiato. Università degli Studi di Pavia Anno 2005/2006

11 Ultima apparizione Università degli Studi di Pavia Anno 2005/2006
Mille e Una Luce 1978 Programma estivo del primo canale , in onda da sabato 1° luglio al 30 settembre 1978, condotto da Claudio Lippi con la partecipazione di Luciano de Crescenzo. MINA canta nella sigla di chiusura, registrata presso la Bussola di Viareggio, la canzone “Ancora, Ancora, Ancora” che dalla seconda puntata venne trasmessa a colori e in versione censurata. Infatti vennero ridotti nell'immagine alcuni primi piani della bocca. Questa è stata in assoluto l'ultima volta che Mina è apparsa ufficialmente in televisione Università degli Studi di Pavia Anno 2005/2006


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