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Un modello gerarchico-dinamico dell’attività mentale

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Presentazione sul tema: "Un modello gerarchico-dinamico dell’attività mentale"— Transcript della presentazione:

1 Un modello gerarchico-dinamico dell’attività mentale
Maurizio Ceccarelli

2 autobiografia culturale
terapia familiare neuroscienze sociale bio cognitivismo interpersonale psico

3 articolazione tematica
“Per comprendere il mistero della natura della mente bisognerà passare dalla filosofia all’embriologia, con un salto singolare ma necessario. A quel punto saremo in grado di ritornare, attraverso la biologia, alla filosofia”. Gerald Edelman

4 indice La conoscenza della mente La biologia della mente
La neurobiologia della mente L’evoluzione della mente Lo sviluppo della mente Il modello gerarchico-dinamico (fisiologia) Fisiopatologia generale Fisiopatologia clinica Terapia

5 La conoscenza della mente
parte prima La conoscenza della mente Problematiche e prospettive epistemiche, metodologiche e teoriche

6 Storia della filosofia della conoscenza
dalla teoria della conoscenza (gnoseologia) all’indagine critica sulle forme del conoscere (epistemologia)

7 Immanuel Kant la conoscenza è un’attività dipendente dalla relazione tra il soggetto conoscente e l’oggetto conosciuto la conoscenza dell’oggetto è sia permessa che vincolata alle strutture percettivo-intellettive del soggetto conoscente non esiste una conoscenza dell’oggetto “in sé”, cioè indipendente dal soggetto conoscente

8 Immanuel Kant nell’atto conoscitivo sono inestricabilmente interconnessi elementi fenomenici elementi autoreferenziali strutture del soggetto caratteristiche dell’oggetto

9 Immanuel Kant (“le intuizioni senza concetti sono cieche”) - Hume
razionalismo: deriva autoreferenziale dell’atto conoscitivo (“i pensieri senza contenuto sono vuoti”) - Cartesio empirismo: deriva fenomenica dell’atto conoscitivo (“le intuizioni senza concetti sono cieche”) - Hume

10 Metodo e conoscenza scientifica
La conoscenza scientifica si differenzia da altre forme di conoscenza condivisa (religione, etica, estetica, etc.) in quanto assume la vigilanza critica sui prodotti della conoscenza, permessa dal metodo, come elemento qualificante l’identità della conoscenza stessa

11 Il metodo: strumento della conoscenza critica
il metodo esplicita le modalità tramite cui si realizza l’atto conoscitivo oggettiva l’atto conoscitivo consente di esercitare l’indagine critica sull’interconnessione tra autoreferenza e fenomenicità è l’oggetto della conoscenza della conoscenza (epistemologia)

12 Epistemologia e conoscenza della mente
la riflessione epistemologica è fondamentale nell’ambito delle scienze umane, in quanto in tali settori della conoscenza l’oggetto conosciuto (l’uomo) coincide con il soggetto conoscente (l’uomo) l’atto conoscitivo indaga un oggetto che è il soggetto di quell’atto

13 Epistemologia e conoscenza scientifica: Imre Lakatos
nella conoscenza sono copresenti una serie di livelli concettuali gerarchicamente organizzati: nucleo metafisico: inconfutabile in modo diretto ipotesi scientifica: cintura protettiva del nucleo programma di ricerca: confuta o conferma l’ipotesi la validità di una teoria è correlata alla capacità di sostenere programmi di ricerca progressivi rispetto a quelli regressivi

14 Per una organizzazione del metodo
Nell’atto conoscitivo sono copresenti diverse modalità della relazione tra soggetto conoscente e oggetto conosciuto, ciascuna delle quali comporta un diverso grado di declinabilità empirica delle asserzioni da esse dipendenti.

15 Livelli organizzativi del metodo e declinabilità empirica
nucleo metafisico ipotesi scientifica modello di ricerca declinabilità empirica

16 Livelli organizzativi del metodo: il paradigma
Le credenze sono le asserzioni relative all’oggetto conosciuto caratterizzate da alta condivisione sociale e bassa declinabilità empirica L’indagine critica esercitata sulle credenze consente di esplicitare la concatenazione concettuale che sostiene le credenze livello paradigmatico dell’organizzazione del metodo

17 Livelli organizzativi del metodo: la metateoria
L’indagine critica esercitata sulla concatenazione concettuale che sostiene le credenze consente di esplicitare la logica dei nessi tra i concetti (epistemologia) livello metateorico dell’organizzazione del metodo

18 Livelli organizzativi del metodo: la teoria
L’indagine critica esercitata sulla logica dei nessi tra i concetti che sostengono le credenze consente di esplicitare la correlazione tra la trama concettuale (soggetto) e la trama fenomenica (oggetto) veicolata nei modelli dell’oggetto (scienza) livello della teoria dell’organizzazione del metodo

19 Organizzazione del metodo e conoscenza della mente
paradigma: identificazione delle diverse credenze relative alla mente metateoria: identificazione delle diverse logiche articolatorie dei concetti relativi alla mente teoria: identificazione dei diversi modelli relativi alla mente

20 Livelli organizzativi del metodo e declinabilità empirica
paradigma metateoria teoria declinabilità empirica

21 Multideterminazione della conoscenza scientifica
valori culturali paradigma organizzazione sociale metateoria tecnologia teoria

22 paradigmi metateorie teorie prassi

23 I paradigmi Nella storia del pensiero occidentale la tematica ricorrente e invariante attorno alla quale si organizzano le asserzioni sulla natura dell’essere umano è costituita dal binomio “mente-corpo” I diversi paradigmi coincidono con le diverse credenze relative al binomio “mente-corpo”

24 I paradigmi bidimensionale dualista monista monodimensionale
dualismo delle proprietà / monismo a doppio aspetto (relazionale) multidimensionale

25 Il paradigma dualista (bidimensionale)
Si fonda sulla distinzione tra uomo e mondo, in assenza della quale non vi è problematizzazione della natura umana e, quindi, della natura della mente. La matura espressione del paradigma dualista si realizza nel pensiero platonico prima, e in quello cartesiano, poi.

26 Il paradigma dualista costitutiva dualità essere umano

27 Il paradigma dualista costitutiva dualità essere umano mondo sensibile
Platone mondo intellegibile

28 Il paradigma dualista costitutiva dualità essere umano mondo sensibile
Platone mondo intellegibile anima corpo cristianesimo

29 Il paradigma dualista costitutiva dualità essere umano mondo sensibile
Platone mondo intellegibile anima corpo cristianesimo Cartesio res cogitans res extensa

30 Metateoria dualista la distinzione ontologica tra mente e corpo giustifica la distinzione epistemologica tra i settori dediti alla conoscenza della mente (psicologia) e i settori dediti alla conoscenza del corpo (biologia) la conoscenza della mente e quella del corpo sono entrambi necessari, ma ciascuno in sé non sufficiente, per un’esaustiva conoscenza della natura umana la condizione sufficiente è la conoscenza della relazione tra la mente e il corpo (“problema mente-corpo”)

31 Tipologie relazionali nella metateoria dualista
corrispondenza: contemporaneità della modificazione degli stati/eventi corporei e degli stati/eventi mentali (tipologia correlativa) interazione: dipendenza unidirezionale della modificazione degli stati/eventi corporei e degli stati/eventi mentali (tipologia causale)

32 Metateoria dualista si rilevano diverse prospettive metateoriche, che si differenziano per il tipo di rapporto ipotizzato esistere tra la mente e il corpo dualismo interazionista: interazione e corrispondenza dualismo cartesiano: interazione parallelismo psicofisico: corrispondenza

33 Teorie dualiste Teorie sulla mente, di matrice sia biologica che psicologica, che affermano il limite dei loro modelli per un’esaustiva conoscenza della mente.

34 Teorie biologiche dualiste
Matrice storica nella corrente teleomeccanicista: il fine differenzia la materia vivente da quella non vivente. il corpo è il mezzo tramite cui la mente persegue i propri fini (Eccles, Penfield)

35 Teorie dualiste in psicologia
il corpo costituisce la componente energetica necessaria, ma non sufficiente, per la costruzione della rappresentazione mentale (pensiero psicodinamico classico)

36 Pregnanza socioculturale paradigma dualista
distinzione tra i settori dediti conoscenza del corpo e i settori dediti conoscenza della mente distinzione tra le istituzioni dedite alla formazione terapeuti del corpo e alla formazione terapeuti della mente distinzione tra le patologie del corpo (psicosi, disturbo organici) e le patologie della mente (nevrosi, disturbi funzionali) distinzione tra le terapie del corpo (somatiche) e le terapie della mente (psicosociali)

37 Integrazione biologia-psicologia e prassi terapeutica
L’interesse verso il dialogo interdisciplinare dipende dalla prospettiva metateorica adottata rispetto alla tipologia del rapporto mente-corpo (modelli bio-psico-sociali). Nella prassi terapeutica la combinazione di interventi somatici e interventi psicosociali è giustificata, ma la loro integrazione non è necessaria.

38 Il paradigma monista (monodimensionale)
Il pensiero monista non pone alcuna distinzione tra uomo e mondo (pensiero pre-platonico). Il paradigma monista (pensiero post-platonico) nega lo statuto di entità naturale a uno dei due membri del binomio mente-corpo.

39 Il paradigma monista afferma la costitutiva unità
dell’essere umano

40 Il paradigma monista afferma la costitutiva unità
dell’essere umano monismo materialista (Hobbes) corpo

41 Il paradigma monista afferma la costitutiva unità
dell’essere umano monismo materialista (Hobbes) monismo idealista (Berkeley) mente corpo

42 Metateoria monista Condizione sia necessaria che sufficiente per un’esaustiva conoscenza dell’essere umano è la conoscenza del corpo (materialisti) o della mente (idealisti).

43 Metateoria materialista
La mente è la semplice e diretta espressione dell’attività del corpo (cervello) la mente è un effetto collaterale, privo di qualsiasi funzionalità, dell’attività cerebrale i termini mentali devono essere sostituiti con termini relativi all’attività cerebrale epifenomenismo eliminativismo

44 Metateoria idealista L’attività mentale può essere formalizzata senza alcun riferimento vincolante al corpo (indifferenza strutturale) gli stati mentali sono identificabili con stati computazionali, esprimibili in termini di regole formali, sintatticamente organizzate, di manipolazioni di simboli -algoritmi-: “la mente sta al cervello come il software sta all’hardware”. funzionalismo

45 Teorie moniste in biologia
le leggi fisico-chimiche sono non solo necessarie ma anche sufficienti per la comprensione dei processi della materia vivente (meccanicismo riduzionista). la mente è inscritta nel cervello (localizzazionismo) teorie dell’identità mente-cervello (da Gall a Crick) gli stati/eventi mentali sono stati/eventi cerebrali

46 Tipologie dell’identità mente-cervello
Identità dei tipi (localizzazionismo forte: tipologia uno-uno) ciascun stato mentale è la stessa cosa con un determinato stato cerebrale Identità delle occorrenze (localizzazionismo debole: tipologia uno-molti) ciascun stato mentale è la stessa cosa di diversi stati cerebrali, e ciascun stato cerebrale è la stessa cosa di diversi stati mentali

47 Teorie moniste in psicologia
teorie sulla mente in cui è assente il riferimento alla struttura biologica Comportamentismo Cognitivismo computazionale Terapia familiare sistemico-cibernetica

48 Pregnanza socioculturale paradigma monista
dal riduzionismo come metodo di analisi empirica al riduzionismo come ideologia (anni ’60-’80)

49 Integrazione biologia-psicologia e prassi terapeutica
il tema dell’integrazione tra conoscenza biologica e conoscenza psicologica non ha alcun diritto di cittadinanza concettuale l’unico intervento dotato di senso terapeutico è o somatico (materialisti) o psicosociale (idealisti)

50 Il paradigma relazionale
il fondamento della conoscenza dell’essere umano attiene alle riflessioni relative alla distinzione, e alla relazione, tra “corpo” e “mondo”. il “corpo-in-relazione-con-il-mondo” è l’entità costitutiva dell’essere umano (filosofia fenomenologico-esistenzialista)

51 Il paradigma relazionale
Brentano: gli atti psichici sono costitutivamente relazionati con altro da sè Heidegger: l’essere è un esser-ci, cioè un essere-nel-mondo che coincide con l’esistere Buber: l’uomo è relazione io-mondo e io-tu

52 “Non si può localizzare la relazione (…) come si è abituati, per assuefazione, sia nelle determinazioni interiori degli individui, sia nel mondo che abbraccia questi individui e li predetermina, bensì in base ad una realtà effettiva ‘tra’ esse. La correlazione non è costruzione ausiliaria: è il luogo reale (…). Se essa non ha attirato un’attenzione specifica lo si deve al fatto che, a differenza dell’individuo e del mondo, non presenta un’ininterrotta e indiscussa continuità, ma si costituisce sempre di nuovo. Di qui è avvenuto che ciò che entra naturalmente nella relazione come continuità, lo si sia attribuito all’anima e al suo mondo” Martin Buber

53 Il paradigma relazionale
Brentano: gli atti psichici sono costitutivamente relazionati con altro da sè Heidegger: l’essere è un esser-ci, cioè un essere-nel-mondo che coincide con l’esistere Buber: l’uomo è relazione io-mondo e io-tu Merleau-Ponty: uomo e mondo sono inseparabili

54 Maurice Merleau-Ponty
“il mondo è inseparabile dal soggetto, ma da un soggetto che non è altro se non una proiezione del mondo; il soggetto è inseparabile dal mondo, ma da un mondo che il soggetto proietta.” Maurice Merleau-Ponty

55 Metatoria relazionale
la relazione con il mondo (fisico, interpersonale, socioculturale) è la condizione tramite cui il corpo costruisce le proprie funzioni vitali qualsiasi funzione vitale è una proprietà della relazione corpo-mondo la conoscenza della relazione corpo-mondo richiede la conoscenza interdisciplinare

56 Metateoria relazionale
la variabile storico-temporale è un elemento intrinseco alla costruzione delle funzioni del vivente metateoria evoluzionista-evolutiva

57 Metateoria relazionale ed epistemologia evoluzionista-evolutiva
“l’origine e l’evoluzione della conoscenza coincidono con l’origine ed evoluzione della vita, entrambe strettamente correlate con l’origine ed evoluzione della terra. La teoria dell’evoluzione collega la conoscenza, e con essa noi uomini, col cosmo: e così il problema della conoscenza diventa un problema cosmologico” Karl Popper

58 Metateoria relazionale ed epistemologia evoluzionista-evolutiva
Konrad Lorenz Le forme kantiane “a priori” della conoscenza costituiscono le regole innate della relazione corpo-mondo per il singolo individuo; Le forme kantiane “a posteriori” della conoscenza costituiscono le regole della relazione corpo-mondo acquisite dalla specie cui appartiene quell’individuo.

59 Metateoria relazionale ed epistemologia evoluzionista-evolutiva
Steven Rose “nulla in biologia ha senso se non alla luce della storia, e con questo termine intendo al contempo la storia della vita sulla terra, cioè l’evoluzione, e la storia del singolo organismo, ovvero il suo sviluppo dal concepimento alla morte” necessità di una teoria della mente in grado di connettere un modello sull’evoluzione della mente con un modello sullo sviluppo della mente

60 Metateoria relazionale e interdisciplinarietà della conoscenza
La conoscenza della relazione corpo-ambiente richiede necessariamente il contributo degli ambiti disciplinari dediti allo studio del corpo e del mondo (fisico, interpersonale, socioculturale): biologia, psicologia, sociologia. Conditio sine qua non per la costituzione del dialogo interdisciplinare teso alla costruzione di un modello biopsicosociale della natura umana è l’assunto della natura costitutivamente relazionale degli “oggetti” dei singoli ambiti disciplinari (cervello, psiche, società)

61 bio psico sociale uomo

62 bio psico sociale uomo biopsicosociale uomo

63 ottica sistemico-relazionale
bio psico sociale uomo uomo ottica sistemico-relazionale biopsicosociale uomo

64 L’ottica sistemico-relazionale
prospettiva epistemologica: la conoscenza di un oggetto è data dalla conoscenza delle relazioni che l’oggetto ha con altri oggetti prospettiva ontologica: la natura di un oggetto è intrinsecamente relazionale prospettiva metodologica: ottica dei sistemi complessi

65 L’uomo secondo l’ottica sistemico-relazionale
l’oggetto-corpo esiste in quanto relazionato al mondo l’oggetto-mondo esiste in quanto relazionato al corpo la relazione corpo-mondo è l’elemento costitutivo tanto dell’oggetto-corpo quanto dell’oggetto-mondo

66 Maurice Merleau-Ponty
“il mondo è inseparabile dal soggetto, ma da un soggetto che non è altro se non una proiezione del mondo; il soggetto è inseparabile dal mondo, ma da un mondo che il soggetto proietta.” Maurice Merleau-Ponty

67 relazione corpo-mondo

68 relazione corpo-mondo
biologo psicologo sociologo

69 relazione corpo-mondo
fattori bio biologo psicologo fattori psico sociologo fattori sociali

70 gli “oggetti” propri della conoscenza biologica (materia vivente), psicologica (psiche), sociologica (società) sono campi fenomenici diversi di un unico e unitario processo vitale, costituito dalla relazione tra il corpo e il mondo

71 relazione corpo-mondo
fattori bio(psicosociali) biologo psicologo fattori (bio)psico(sociali) sociologo fattori (biopsico)sociali

72 biologo psicologo sociologo

73 biologo relazione materia vivente-ambiente psicologo relazione psiche-ambiente sociologo relazione relazione società-ambiente

74 biologo relazione materia vivente-ambiente psicologo relazione psiche-ambiente sociologo relazione società-ambiente modello biopsicosociale

75 Il confronto tra i dati di conoscenza dei singoli osservatori (biologo, psicologo, sociologo) si fonda sul principio di corrispondenza (e non su quello dell’assimilazione): in tal modo ogni campo fenomenico riceve, o meno, conferma, dal confronto con gli altri campi.

76 il paradigma relazionale in biologia
la materia vivente, qualsiasi sia il livello strutturale considerato, necessita della relazione con l’ambiente per costruire la propria organizzazione

77 il paradigma relazionale in biologia
la struttura biologica (caratteristiche fisico-chimiche) è l’elemento necessario per l’esercizio delle funzioni proprie del vivente l’organizzazione biologica (dinamica interattiva spaziotemporalmente distribuita intra e interstrutturale) è l’elemento sufficiente per l’esercizio delle funzioni proprie del vivente

78 struttura ambiente funzione organizzazione

79 per una biologia relazionale
i dati scientifici dovrebbero segnalare l’intrinseca natura relazionale dell’organizzazione biologica; se ciò risultasse plausibile nell’analisi dell’organizzazione del livello genomico, a maggior ragione lo sarebbe per i livelli strutturali superiori (inclusività annidata con dinamica ricorsiva tra i vari livelli)

80 per una biologia relazionale: i risultati del Progetto Genoma
correlazione non-lineare tra numero di geni (DNA codificante) e complessità strutturale dell’organismo (Coenorhabditis Elegans ; Drosophila Melanogaster ; uomo-topo-cane ; riso )

81 per una biologia relazionale: i risultati del Progetto Genoma
correlazione lineare tra DNA non codificante e complessità strutturale dell’organismo. (5-20% procarioti; 60-70% piante; 80-90% vertebrati; 95% uomo)

82 per una biologia relazionale: il DNA regolatore
il DNA non codificante modula, nello spazio e nel tempo, l’attività dei geni (per cui definisce l’organizzazione del genoma) essendo a sua volta modulato dall’ambiente

83 DNA non codificante DNA codificante proteine ambiente

84 per una biologia relazionale: il DNA regolatore
il DNA non codificante modula, nello spazio e nel tempo, l’attività dei geni (per cui definisce l’organizzazione del genoma) essendo a sua volta modulato dall’ambiente il genoma esercita le sue funzioni vitali grazie all’intrinseca natura relazionale della sua organizzazione

85 per una biologia relazionale
L’organizzazione della materia vivente, da cui dipendono le sue funzioni, costituisce l’elemento di espressione e di regolazione dinamica della relazione corpo-mondo

86 per una neurobiologia relazionale
nell’ambito dei sistemi biologici di regolazione della relazione corpo-mondo, il sistema nervoso centrale costituisce l’organo deputato alla meta-regolazione di tutte le funzioni vitali per tale ragione, il sistema nervoso centrale, secondo la prospettiva relazionale, dovrebbe costituire l’organo somatico in cui rilevare al massimo grado la natura relazionale della propria organizzazione

87 per una neurobiologia relazionale
“Colui che comprende il babbuino contribuirà alla metafisica più di Locke” Charles Darwin

88 La ricerca di Bennett sui macachi
obiettivo: analizzare i fattori che intervengono nel modulare la disponibilità della serotonina

89 La ricerca di Bennett sui macachi
metodo: due gruppi di individui: uno con corredo genetico favorevole e l’altro sfavorevole rispetto alla disponibilità della serotonina; i piccoli di ciascun gruppo furono posti in due contesti ambientali diversi: metà a contatto con la madre e metà a contatto con i soli coetanei; dopo sei mesi: analisi della concentrazione dei metaboliti della serotonina

90 La ricerca di Bennett sui macachi
conclusione: fattori modulatori della disponibilità serotonina

91 La ricerca di Bennett sui macachi
conclusione: fattori modulatori della disponibilità serotonina corredo genetico sfavorevole bassa disponibilità contesto ambientale sfavorevole

92 La ricerca di Bennett sui macachi
conclusione: fattori modulatori della disponibilità serotonina corredo genetico sfavorevole normale disponibilità contesto ambientale favorevole corredo genetico favorevole normale disponibilità contesto ambientale sfavorevole corredo genetico favorevole normale disponibilità contesto ambientale favorevole

93 La ricerca di Bennett sui macachi
conclusione: la ridotta disponibilità della serotonina nei piccoli macachi è il risultato del concorso congiunto di due fattori: un corredo genetico sfavorevole associato ad un contesto di allevamento sfavorevole

94 struttura ambiente funzione organizzazione

95 La ricerca di Tienari sull’uomo
obiettivo: individuare alcuni fattori di rischio per la comparsa di sintomi indicatori di schizofrenia nell’adolescenza

96 La ricerca di Tienari sull’uomo
metodo: identificazione, in una popolazione di soggetti adottati, di individui ad alto rischio genetico per la schizofrenia, in quanto figli naturali di genitori schizofrenici; distinzione dei giovani in due gruppi: uno positivo e l’altro negativo per la presenza di sintomi indicatori di schizofrenia.

97 La ricerca di Tienari sull’uomo
metodo: analisi dello stile relazionale della famiglia adottiva; distinzione delle famiglie adottive in due gruppi: uno positivo e l’altro negativo rispetto alla presenza di uno stile relazionale disfunzionale.

98 La ricerca di Tienari sull’uomo
metodo: incrocio tra i risultati relativi all’analisi psicopatologica dei giovani adottati e i risultati dell’analisi dello stile relazionale della famiglia adottiva.

99 La ricerca di Tienari sull’uomo
conclusione: fattori di rischio per la comparsa di sintomi schizofrenici

100 La ricerca di Tienari sull’uomo
conclusione: fattori di rischio per la comparsa di sintomi schizofrenici corredo genetico sfavorevole alta incidenza sintomi contesto ambientale sfavorevole

101 La ricerca di Tienari sull’uomo
conclusione: fattori di rischio per la comparsa di sintomi schizofrenici corredo genetico sfavorevole alta incidenza sintomi contesto ambientale sfavorevole corredo genetico sfavorevole bassa incidenza sintomi contesto ambientale favorevole

102 La ricerca di Tienari sull’uomo
conclusione: L’alta incidenza di sintomi indicatori di schizofrenia nei giovani adottati è il risultato del concorso congiunto di due fattori: un corredo genetico sfavorevole associato ad un contesto familiare sfavorevole.

103 struttura ambiente funzione organizzazione

104 per una neurobiologia relazionale: neuroni specchio e risonanza
i “neuroni specchio” (giro precentrale e frontale inf.; lobo parietale inf.) categorizzano il fine dell’azione di un consimile grazie alla “simulazione interna” dell’azione percepita (risonanza tra percezione dell’azione e schema motorio dell’azione percepita) la risonanza è un meccanismo neurofisiologico diffuso in tutto il sistema nervoso centrale, verificandosi anche nella categorizzazione delle manifestazioni emotive (insula, amigdala) e del dolore fisico (insula, cingolo ant.) del consimile il sistema nervoso categorizza relazioni corpo-mondo, per cui si attiva, una volta costituitasi la memoria della relazione, ogniqualvolta un elemento di quella relazione (corpo/mondo) si presenta al sistema

105 Per una teoria evoluzionista-evolutiva delle funzioni mentali: il contributo di Huglinghs Jackson
fondamenti concettuali tempo

106 Tempo e funzioni mentali
Il tempo è elemento necessario per la strutturazione e integrazione delle funzioni mentali

107 Tempo e funzioni mentali
Il tempo è elemento necessario per la strutturazione e integrazione delle funzioni mentali evoluzionistico: progressiva emersione strutture evolutivo: progressiva emersione integrazione funzionale

108 Direttrici dell’integrazione
“dal più al meno organizzato” “dal più semplice al più complesso” “dal più automatico al più volontario”

109 Per una teoria evoluzionista-evolutiva delle funzioni mentali: il contributo di Huglinghs Jackson
fondamenti concettuali tempo gerarchia

110 Gerarchia funzionale L’integrazione funzionale è gerarchica, nel senso che essa è relativa al rapporto tra:

111 Gerarchia funzionale L’integrazione funzionale è gerarchica, nel senso che essa è relativa al rapporto tra: funzioni inferiori: strutture semplici, comportamenti automatici funzioni superiori: strutture complesse, comportamenti volontari

112 Per una teoria evoluzionista-evolutiva delle funzioni mentali: il contributo di Huglinghs Jackson
fondamenti concettuali tempo gerarchia relazione

113 “Jackson ha saputo proporci un modello di strutturazione gerarchizzata del sistema nervoso che non è tanto il modello di architettura della colonna vertebrale quanto piuttosto quello dell’ontogenesi della vita di relazione (…)”

114 “(…) così il corpo psichico ha il suo abitacolo nel corpo, ma il suo lavoro si attua e il prodotto del suo lavoro si oggettiva nella costruzione del suo mondo, che, radicato nel suo corpo, si intreccia con le sue ramificazioni negli altri corpi” Henri Ey

115 Biologia, evoluzione e sviluppo
Per poter formulare una moderna teoria della mente sintonica con il pensiero di Jackson, è necessario identificare i meccanismi biologici che fondano la costruzione della relazione corpo-mondo quali sono i fondamenti di una biologia relazionale?


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