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PROGETTO CORRELARE L’accudimento e le tecniche di maternage in contesti culturali differenti Bergamo 1 marzo 2013 Gabriella Lessana.

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1 PROGETTO CORRELARE L’accudimento e le tecniche di maternage in contesti culturali differenti Bergamo 1 marzo 2013 Gabriella Lessana

2 I figli degli “altri” ci spingono a mettere in discussione la natura e la forma delle relazioni con i nostri stessi figli Alain Epelboin

3 Diventare genitori in immigrazione
- Assenza della famiglia allargata - Affievolimento dei saperi - Ridefinizione della funzione genitoriale

4 Tipologia donne straniere
Filippine:famiglia completa o monoparentale, tutte lavorano Peruviane:numerosi nuclei monoparentali, in forte aumento le coppie miste. Tutte lavorano Egiziane e marocchine:famiglia completa, quasi tutte casalinghe Cinesi:ridotto numero di nuclei completi,spesso coabitazioni con famigliari. Tutte lavorano Sri LanKa: coppie giovani con bimbi piccoli. Non tutte lavorano

5 La funzione genitoriale
Funzione protettiva Funzione affettiva Funzione normativa Funzione predittiva Funzione differenziale Funzione transgenerazionale Funzione proiettiva

6 La gravidanza Nel loro paese le donne incinte sono aiutate e attorniate da altre DURANTE LA GRAVIDANZA Le donne anziane procedono a una vera e propria iniziazione al ruolo di madre La solitudine diventa minaccia Se sparisce il gruppo come fonte di trasmissione, le competenze della madre subiscono un fortissimo trauma Provasi

7 La gravidanza ● In tutte le società la gravidanza è vissuta come un momento di fragilità della madre ● Per le donne migranti è un vero proprio trauma, stato di crisi ● Le madri, spesso si sentono inadeguate e non sono disponibili nei confronti del bambino

8 La gravidanza Gravidanza: deve essere tenuta nascosta. Protetta dalle invidie. Paura dopo “dichiarazione di gravidanza”, minacciata in quanto non protetta. Possibilità di aggressione con atti di magia, perdere il bambino. Paura in gravidanza, nel parto e dopo perché bambino non protetto Ecografia= violenza. Mostra ciò che Dio tiene nascosto Cesareo vissuto come fallimento. Ripercussioni sulle gravidanze future quindi colpiscono la femminilità. Idea ricorrente: Mancanza di protezione della madre e del bambino, vulnerabilità a un’attacco di stregoneria. Per altre donne ecografie = atti divinatori Provasi

9 Quale è la natura del neonato? Da dove viene?
Maghreb: il bambino è un angelo fino ai suoi primi balbettii. Se muore puro (prima di aprire bocca), andrà in paradiso. India: neonato=essere trasmigrante. Carico di esperienze delle sue vite anteriori Niger: bambino bello =naso fine, la mamma tira e stringe il naso, simbolo dell’ onore. Provasi

10 Quale è la natura del neonato? Da dove viene?
Africa nera: nuovo nato non è umano, è uno straniero in visita che può ripartire in ogni momento se il mondo degli umani non gli piace. ( si dà un senso accettabile all’elevata elevata mortalità infantile. Diventa un essere umano dopo i due anni quando i rischi di mortalità diminuiscono Africa Occidentale: neonato provvisorio e vulnerabile. Il nome viene assegnato più avanti quando il bambino avrà accettato di la sua nuova vita ● Africa Orientale:essere virtuale, molle, indefinito, dotato di un alter ego invisibile non ancora fissato al corpo. Bisogna massaggiarlo per renderlo un “composto umano stabile” (Jean Paul Eschliman) Provasi

11 ●Elementi che appartengono alla sfera privata, a volte si contrappongono alle logiche esterne mediche, psicologiche, sociali e culturali. ● Nel nome di un’universalità vuota noi non integriamo queste logiche complesse nei nostri dispositivi di prevenzione e di cura ● e’ necessario interrogarsi sulla dimensione culturale della genitorialita’ ● stabilire un’alleanza per capire, prevenire, curare Provasi

12 Che fare? ● Aiutare la madri in difficoltà a immaginarsi il figlio che verrà, a investire su di lui, ad accoglierlo nonostante la solitudine ● Imparare a riconoscere lo smarrimento e l’incertezza delle madri migranti attraverso piccole cose (lagnanze somatiche, preoccupazioni, richieste) ● Permettere loro di dirlo nella loro lingua quando è necessario, con la mediazione di altre donne ● Prevenzioni e cure: modificare nostre tecniche e teorie, modificare modi di fare e pensare Provasi

13 La cura dei bambini La cura dei bambini e le tecniche di maternage cambiano in maniera significativa nel tempo e nello spazio. L'accudimento dei piccoli oggi è estremamente diverso dai modi di cura di trenta o cinquant'anni fa, così come è specifico di contesti e culture differenti. L'alimentazione, il sonno, il modo di tenere il figlio, lo svezzamento, il contatto fisico, visivo o verbale, i sistemi di protezione dei piccoli sono tutti componenti del maternage che risentono della struttura familiare, dell'ambiente fisico e sociale, della concezione dell'infanzia e delle sue tappe di sviluppo.

14 Le donne immigrate con figli
Si trovano spesso a dover conciliare riferimenti, modelli e pratiche di cura diversi. I messaggi che provengono dal paese di origine, dalla storia personale e famigliare, dalle esperienze condotte altrove talvolta si conciliano male con quelli dei servizi, il cui significato profondo non sempre è condiviso e compreso. Il vissuto di dissonanza cognitiva fra ciò che si sa, si pensa e si è vissuto e ciò che viene proposto nei paesi d'accoglienza può bloccare le scelte di cura, impoverire la relazione madre/bambino, suscitare timori e paure che si trasmettono al figlio

15 La nicchia di sviluppo 1. l’ambiente fisico e sociale (clima, spazio,struttura famigliare,organizzazione sociale) 2. le rappresentazioni dell’infanzia e dello sviluppo infantile (che possiedono gli adulti che si occupano del bambino) 3. I metodi di puericultura (adattati al contesto, ai valori e al sistema economico)

16 La rappresentazione delle tappe di sviluppo del bambino (1)
La rappresentazione che gli adulti hanno dello sviluppo del bambino, dei suoi bisogni, delle sue capacità, condiziona, orienta le esperienze infantili, struttura l’ambiente e le pratiche di puericultura

17 Lo spazio e gli oggetti Conteso d’origine Conteso urbano
● bambino inserito nel mondo degli adulti ● non ci sono oggetti specifici ( di cura e educativi) Conteso urbano ●luoghi e oggetti specifici per il bambino: (lettino, fasciatoio, giochi, seggiolino, passeggino, biberon..)

18 La famiglia Conteso urbano Conteso d’origine
Famiglia mononucleare (padre, madre, fratelli) Cura dei piccoli affidata ai servizi o ai nonni Ruolo paterno presenta Conteso d’origine Famiglia estesa( 30/ 40 persone appartenenti a generazioni diverse) Cura dei piccoli affidata alla famiglia allargata (donne) Ruolo paterno assente nei primi anni

19 La rappresentazione delle tappe di sviluppo del bambino
Postura Contatto fisico madre/bambino Competenze cognitive, sociali, motorie L’identità e l’appartenenza sociale

20 Postura, contatto fisico, sonno, massaggio
Conteso urbano (bambini francesi) I primi 6,7mesi i bambini passano più della metà della giornata in posizione supina o sdraiati sulla pancia Tenuti in braccio solo il 30% del tempo Condizioni in cui avviene il sonno: nel lettino, nel silenzio I primi messaggi di socializzazione passano attraverso la parola e l’interiorizzazione di regole e divieti, meno attraverso il contatto e la vicinanza Contesto d’origine (bambini africani) Solo il 10% del tempo in posizione sdraiata, il resto del tempo in posizione eretta Contatto fisico costante con le “madri plurali” Condizioni in cui avviene il sonno: attaccato al corpo della madre, nel rumore quotidiano, sdraiato nel letto della madre Massaggio per costruire identità e interazione con la madre e gli altri

21 Competenze cognitive e motorie
Conteso urbano ● stare seduto: 6/7mesi ● sentire i suoni e le voci:fin dalla nascita ● raccontare piccole storie, filastrocche: dopo i 2 anni ● controllo fisiologico: 17/18 mesi Contesto d’origine ● stare seduto: 3/4 mesi ● sentire i suoni e le voci:dai 6 mesi ● raccontare piccole storie, filastrocche: a partire dal primo anno ● competenza motoria e controllo sfinterico sono collegati: quando comincia a camminare ( a 1 anno)

22 Gli “oggetti” dell’identità
Il nome e i legami di filiazione La lingua Il cibo L’immaginario

23 La cura e i riti Cura e prevenzione Riti di separazione
Riti di protezione Riti di socializzazione

24 I cambiamenti culturali e i riflessi sull”ambiente-bambino”
Le pratiche di puericultura in immigrazione subiscono un processo di modificazione e riadattamento I luoghi dell’infanzia possono offrire occasioni per stabilire il dialogo attraverso l’osservazione reciproca, lo scambio dei saperi, per costruire un progetto educativo comune

25 Gli incidenti interculturali
●E’ necessario costruire la relazione che può comportare momenti e situazioni di conflitto, malintesi comunicativi, aspettative differenti e contrapposizioni di modelli di riferimento ● Gli incidenti interculturali sono dovuti a diversi riferimenti culturali (3 grandi aree) 1. il piano ontologico 2. il piano delle rappresentazioni 3. le pratiche culturali

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32 L’educazione musulmana tradizionale
La donna assicura il legame biologico con il bambino, l’ereditarietà Il padre assume l’adozione culturale. Dà il suo nome, assicura l’iniziazione, rappresenta la legge, la società

33 Madre Padre Natura Famiglia Interno Magia Implicito Cultura
Scuola/società Esterno Razionalità Esplicito

34 La nascita (società tradizionali)
Riti durano 3 giorni Professione di fede all’orecchio del bambino Nome al settimo giorno Per 7 giorni niente visite Talismani, frasi del corano per proteggerlo

35 L’educazione materna La madre presiede l’implicito culturale:
● Fino ai 7 anni il bambino resta nella sfera materna La madre presiede l’implicito culturale: - gesti, abitudini, riflessi, divieti, tabù,credenze, leggende, storie, mondo dell’immaginario simbolico ● Periodo fusionale con il corpo della madre, senza frustrazioni né responsabilità

36 L’educazione paterna Dai 7 anni entra nella sfera paterna
Senso dell’onore, sentimento della vergogna (hisma) Esplicito orale (cosa si può /deve fare, cosa non si può /non si deve fare) Esplicito scritto (Il Corano) Assimilazione del codice La circoncisione Il maschio non ha più diritto di frequentare i luoghi femminili

37 L’educazione delle bambine
Non escono dalla sfera materna La bambina riceve molto presto la formazione al suo futuro ruolo di sposa Apprendono la nozione di vergogna (molto prima del maschio) Il matrimonio è la tappa finale dell’educazione

38 Nelle società occidentali
● Importanza accordata all’esplicito ● limite all’allattamrnto ● disciplina orari, pasti ● sonno ad ore fisse ● spazi della casa proibiti o limitati (box) ● mondo adulto lontano (ha la sua camera, i suoi giochi, il suo “universo) ● la madre non ha un vero patrimonio orale da trasmettere (società basata sulla scrittura) ● si spiegano le ragioni del proibire e dell’agire, si risponde ai loro “perché” ● crescere vuol dire diventare più liberi non con più obblighi (società tradizionale) ● elasticità nell’attribuzione dei ruoli maschili e femminili ● identità sessuale è secondaria, più importanza la condizione di cittadino ● ambienti misti ● non esistono riti di iniziazione ● non c’è limite all’età del matrimonio e non è più la tappa finale ● adolescenza interminabile ● poca importanza attribuita alla memoria (potere e stima degli anziani)

39 Confronto con l’educazione nella società moderna
Autorità Memoria Vecchiaia Solidarietà famigliare Continuità delle generazioni Culto della libertà, della giovinezza Rifiuto del passato Autonomia degli individui Importanza del presente, sguardo al futuro

40 Il tessitore…. “…Il tessitore che lavora a ricucire localmente
due mondi separati da un arresto improvviso, da cambiamenti e rotture. Così questo tessitore districa i nodi, intreccia, torce, collega, passa sopra e sotto e riannoda il razionale e l’irrazionale,il dicibile e l’indicibile, il comunicabile e l’incomunicabile” MICHEL SERRES

41 Bibliografia BALSAMO E., FAVARO, G., GIACALONE, F. et al.: "Mille modi di crescere. Bambini immigrati e modi di cura"; Milano, Franco Angeli; 2002 CHINOSI L., "Sguardi di mamme. Modalità di crescita dell'infanzia straniera"; Milano, Franco Angeli, 2002 COLOMBO T., FAVARO, G., Milano, I bambini della nostalgia, Mondadori, 1999 FAVARO, G., "Bambine e bambini di qui e d'altrove. Le migrazioni dei minori e delle famiglie"; Milano; Guerini e associati; 1998 FAVARO, G., "I bambini migranti. Guida pratica per l'accoglienza dei bambini stranieri nelle scuole e nei servizi educativi per l'infanzia" ; Firenze; Giunti/Progetti Educativi; 2001 FONTANELl B.,D’Hrcourt C.,, Bebè del mondo, Ippocampo, Milano 2007


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