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Bruno Tognolini, “Filastrocca delle maestre”

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Presentazione sul tema: "Bruno Tognolini, “Filastrocca delle maestre”"— Transcript della presentazione:

1 Peer education e cittadinanza attiva UNA ESPERIENZA NELLA SCUOLA PRIMARIA

2 Bruno Tognolini, “Filastrocca delle maestre”
Maestra, insegnami il fiore ed il frutto Col tempo, ti insegnerò tutto Insegnami fino al profondo dei mari Ti insegno fin dove tu impari Insegnami il cielo, più su che si può Ti insegno fin dove io so E dove non sai? - Da lì andiamo insieme Maestra e scolaro, un albero e un seme Insegno ed imparo, insieme perché Io insegno se imparo con te. Bruno Tognolini, “Filastrocca delle maestre”

3 PARTIAMO DAI BISOGNI La scuola vuole essere:
luogo di apprendimento e di benessere capace di produrre carriere inclusive in grado di costruire forme di cittadinanza in grado di garantire il SUCCESSO FORMATIVO

4 ACQUISIZIONE DI NUOVE COMPETENZE E SVILUPPO DELLE CAPACITA’
SUCCESSO FORMATIVO AZIONE DI ORIENTAMENTO SCOLASTICO EFFICACE E SPECIFICO PROMOZIONE DI RELAZIONI MIGLIORI ALL’INTERNO DEL CONTESTO SCOLASTICO PER MIGLIORARE IL CLIMA DI CLASSE

5 PEER EDUCATION:DEFINIZIONE
La Peer Education è un metodo educativo che prevede che alcuni membri di un gruppo, prescelti secondo determinati criteri, vengano appositamente responsabilizzati, formati e reinseriti nel proprio gruppo di appartenenza al fine di realizzare precise attività con i propri coetanei (Svenson, 1999).

6 Si colloca quindi nell’apprendimento non formale, in quanto l’intervento formativo è comunque
intenzionale , basato su una scelta dei soggetti responsabili della formazione degli alunni, cioè gli insegnanti, Riguarda attività specifiche (obiettivi di apprendimento e obiettivi sociali) Le conoscenze e/o le abilità vengono trasmesse attraverso attività concrete che prevedono interazioni continue tra discenti Gli esiti sono facilmente visibili e riconoscibili

7 Si tratta di una strategia educativa che si fonda su di un modello di comunicazione orizzontale, basti pensare che la sua traduzione “educazione tra pari” rimanda al concetto di comunicazione tra coetaneo e coetaneo o tra persone appartenenti a uno stesso status tra i quali si instaura un meccanismo di influenza sociale . Nei rapporti tra coetanei è infatti possibile sperimentare l’esistenza di regole ed imparare a conoscere il loro significato e la necessità della loro esistenza.

8 non più UTENTI DA ISTRUIRE;
Questa metodologia pedagogica rappresenta un’alternativa al tradizionale modello di insegnamento basato su una modalità comunicativa di tipo verticale in cui è il docente, nel contesto scolastico, a gestire il processo didattico e a rappresentare l’esperto in un rapporto di asimmetria di status con il discente. I destinatari vengono considerati in modo completamente nuovo: non più UTENTI DA ISTRUIRE; ma soggetti portatori di risorse, conoscenze e capacità. Viene organizzato un lavoro a coppie o a piccoli gruppi di pari dove uno degli alunni è più esperto e assume il ruolo di PEER TUTOR L’altro, o gli altri sono i PEER TUTEE , cioè i meno esperti che devono apprendere

9 L’apprendimento può verificarsi non solo attraverso l’esperienza diretta ma anche indirettamente osservando e modellando le proprie azioni su quelle di individui che costituiscono oggetto di identificazione. Si parla, quindi, di modeling per identificare un processo di apprendimento che si attiva quando il comportamento di un individuo che osserva si modifica in funzione del comportamento di un altro individuo che ha funzione di modello. (Bandura) Quindi, i peer tutor devono godere di credibilità nel gruppo se vogliono essere influenti e a tal proposito alcuni autori sostengono che la credibilità sia data loro dal ruolo di aiutante assunto nel gruppo mentre altri autori sostengono che la credibilità sia assegnata a leader positivi che già svolgono un ruolo significativo nel gruppo

10 Il PEER TUTOR con maggiore esperienza offre il suo modello di PROBLEM SOLVING
NON IL CONTENUTO, MA LA STRATEGIA Per arrivare alla soluzione dei problemi I coetanei sono più efficaci nei processi di apprendimento perché offrono modelli di problem solving più semplici e più vicini a chi deve apprenderli.

11 (ZONA DI SVILUPPO PROSSIMALE)
I vantaggi del coinvolgimento dei coetanei riguardano soprattutto la possibilità di usare una comunanza di linguaggio: i bambini parlano tra loro in modi facilmente comprensibili; immediatezza della comunicazione: i bambini si parlano in maniera diretta, senza circospezione; percezione di similarità con i coetanei: i bambini prendono sul serio l’informazione di ritorno che ricevono da un altro bambino (Damon, 1986). Il bambino grazie all’aiuto e alla guida di un esperto può affrontare e risolvere problemi e compiti che non è ancora capace di risolvere da solo ma che diverranno, così, ben presto parte della sua abilità individuale. (ZONA DI SVILUPPO PROSSIMALE) Il bambino grazie all’aiuto e alla guida di un esperto può affrontare e risolvere problemi e compiti che non è ancora capace di risolvere da solo ma che diverranno, così, ben presto parte della sua abilità individuale.

12 IMPARARE A LAVORARE CON GLI ALTRI AIUTARSI E SOSTENERSI RECIPROCAMENTE
Significa AIUTARSI E SOSTENERSI RECIPROCAMENTE Si comincia ad apprezzare maggiormente i propri compagni che si considerano AMICI che aiutano nel processo di apprendimento. «Controlliamo se abbiamo capito questo concetto! Tu vedi se sto procedendo bene.. Devo raccontare questa storia, ma è troppo lunga…mi dai qualche suggerimento? Adesso provo. Va bene. Controlla come mi esprimo. Aiutami se mi blocco!!!!!

13 LA PEER EDUCATION COME STRATEGIA EDUCATIVA PERCHE’…
I ragazzi sono soggetti attivi e responsabili del proprio apprendimento in quanto viene attivato un processo spontaneo di passaggio di conoscenze, mentre il docente, assume un ruolo nuovo che è quello di promotore di responsabilità e di partecipazione individuale e collettiva (Boda, 2006). L’esperienza e le conoscenze personali diventano un’esperienza autoformativa condivisa dal gruppo e nel gruppo, che non solo acquisisce nuove informazioni, ma rafforza anche la sua capacità creativa di rispondere ai problemi, di agire in modo positivo ed efficace

14 COMPETENZE DI CITTADINANZA
Responsabilizzare i ragazzi rispetto ad un compito produce effetti che si moltiplicano anche nella vita ordinaria, restituendo loro un ruolo di cittadini attivi nella costruzione di una comunità pluralista e accogliente I peer tutor sono anch’essi destinatari di un cambiamento , poiché diventano protagonisti di percorsi di cittadinanza in ambiti diversi

15 Life skills A partire dagli anni Settanta il modello di peer education comincia a essere applicato nell’ambito dell’educazione sanitaria con progetti mirati alla prevenzione dei rischi legati alla salute degli adolescenti. In modo particolare l’Unione Europea comincia a promuovere, nelle scuole, l’implementazione di progetti di prevenzione alla salute che prevedono la trasmissione e il consolidamento di competenze psicosociali, le cosiddette life skills, proprio attraverso la strategia della peer education. L’OMS definisce le life skills come tutte quelle abilità e competenze che è necessario apprendere per relazionarsi con gli altri e per affrontare i problemi, le pressioni e gli stress della vita quotidiana

16 Il «nucleo fondamentale» delle life skills è costituito da:
Autocoscienza (capacità di leggere dentro se stessi) Gestione delle emozioni (riconoscere le emozioni proprie ed altrui) Gestione dello stress (governare le tensioni) Senso critico (analizzare e valutare le situazioni) Decision making (prendere decisioni) Problem Solving (risolvere problemi) Creatività (affrontare in modo flessibile le situazioni) Comunicazione efficace (sapersi esprimere) Empatia (comprendere ed ascoltare gli altri) Skill per le relazioni interpersonali (interagire con gli altri)

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19 La peer education nella scuola primaria
Secondo le direttive dell’Organizzazione Mondiale della Sanità la fascia di età più idonea per insegnare tali competenze risulta quella dai sei ai sedici anni, per non dover intervenire una volta consolidati certi comportamenti a rischio che risultano difficili da modificare. Si privilegia, dunque, un lavoro antecedente l’adolescenza. Le modalità di attuazione della peer education sono diverse a seconda che siano rivolte a classi della scuola primaria o della scuola secondaria.

20 VANTAGGI Di solito i bambini acquisiscono le tecniche di tutoring rapidamente. Mostrano una notevole autodisciplina dovuta al fatto di sentirsi responsabilizzati Nella maggioranza dei casi, l’interazione nelle coppie è positiva e si creano rapporti che durano anche al di là della situazione di tutoring Sia i tutor che i tutee sviluppano abilità sociali e atteggiamenti positivi Entrambi migliorano il loro apprendimento

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23 I PASSI: L’IDEA… Individuare una esperienza semplice, significativa che sia determinante per concludere un percorso didattico o che comunque ne rappresenti un momento importante. PROGETTO CURRICOLARE: “Ridiamo vita al Castello” Anno scolastico: Scuola: Terzo Circolo Didattico di Nocera Inferiore, Scuola Primaria “S. Chiara” Classi: III A Disciplina interessata: italiano DOCENTE: Bruno Nunzia Durata del progetto: da marzo a maggio Compito di prestazione: RACCOGLIERE IN UN LIBRO TESTI NARRATIVI REALISTICI E FANTASTICI SUL CASTELLO DEL PARCO DI NOCERA INFERIORE SCRITTI DAGLI ALUNNI PER PRESENTARLI ALLA CITTADINANZA IN OCCASIONE DEL MAGGIO NOCERINO

24 Compito di prestazione

25 I PASSI:LA PROGETTAZIONE
2. SCHEDA DI PROGETTAZIONE DI PEER EDUCATION CLASSE: TRAGUARDI DI COMPETENZA INDICAZIONI PER IL CURRICOLO 2012: OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO (INDICAZIONI PER IL CURRICOLO 2012: OBIETTIVI DEI PEER TUTOR: DESCRIZIONE DELL’ATTIVITA’/CONTRATTO FORMATIVO TEMPO: VERIFICA:

26 3. Mediazione didattica: Prima Unità-Il lessico del castello
Obiettivi di apprendimento: (secondo le Indicazioni nazionali per il curricolo 2012) Ampliare il patrimonio lessicale attraverso esperienze scolastiche ed extrascolastiche e attività di interazione orale e di lettura. Usare in modo appropriato le parole man mano apprese. Obiettivi dei peer tutor: Incoraggiare lo spirito di gruppo

27 OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO

28 OBIETTIVI PER I PEER TUTOR: Incoraggiare lo spirito di gruppo
IL PEER TUTOR DOVRA’ FARE PRATICA NEL FORMULARE ELOGI VERBALI E NON VERBALI: AMPLIARE IL LESSICO ED IL REPERTORIO DI FRASI ELOGIATIVE AFFINARE LE ABILITA’ NON VERBALI SCOPRIRE INFORMAZIONI SUL TUTEE E SUI SUOI INTERESSI PARLARE DI SE’ AFFINCHE’ IL TUTEE FACCIA LO STESSO IMPARARE A LODARE VICINANZA FISICA POSTURA CONTATTO OCULARE

29 MAGARI UTILIZZANDO …

30 Seconda Unità Escursione al Castello
Obiettivi di apprendimento (secondo le Indicazioni nazionali per il curricolo 2012) Stesura di un testo narrativo realistico basato sull’esperienza vissuta «L’ESCURSIONE AL CASTELLO» Obiettivi dei peer tutor: Imparare a dare aiuto DESCRIZIONE DELL’ATTIVITA’: 1° step: ogni membro del gruppo scrive una parte del testo secondo uno schema presentato dall’insegnante La distribuzione delle parti è la seguente: PRESENTAZIONE: da 1. a 5. dello schema (1 membro) DESCRIZIONE: 6. - CASTELLO (1 membro) - COLLINA (1 membro)- FLORA E FAUNA (1 membro) CHE COSA HAI FATTO? : 7. dello schema (3 membri) CHE COSA TI HA INTERESSATO E DIVERTITO DI PIÙ?: (tutti) 2° step: il gruppo assembla le parti e realizza un unico testo 3° step: il relatore di ciascun gruppo presenta il lavoro alla classe 4° step: la classe sceglie il testo migliore come testo definitivo

31 Obiettivi di apprendimento
CONTRATTO FORMATIVO PRIMO STEP. Elaborazione individuale del testo assegnato 2° step: il gruppo assembla le parti e realizza un unico testo

32 OBIETTIVI PER I PEER TUTOR: IMPARARE A DARE AIUTO
ISTRUZIONI PER I PEER TUTOR FAI MOLTA ATTENZIONE AL TUO COMPAGNO.SE SEMBRA AVER BISOGNO DI AIUTO, DAI AIUTO. SPIEGA AL TUO COMPAGNO COME PUO’ TROVARE LA RISPOSTA,PIUTTOSTO CHE DARE LA RISPOSTA. DAI UN’ALTRA SPIEGAZIONE, SE LA PRIMA SPIEGAZIONE NON HA AIUTATO CHIEDI AL TUO COMPAGNO DI RIPETERE LA SPIEGAZIONE A TE PER VEDERE SE HA CAPITO BENE

33 4° step: la classe sceglie il testo migliore come testo definitivo

34 Riflessioni del gruppo vincitore
L’insegnante: «Per avere più idee, quali strategie suggerite ai vostri compagni?». Francesco V.:«Leggere tanto, leggere libri, fiabe... infatti Gabriele ha preso tante idee dal libro di “Geronimo Stilton”!», afferma Francesco. Il gruppo dei gialli: «Bisogna leggere, prendere spunti dalle storie, bisogna far parlare tutti i compagni e incoraggiarli, dire “parla, non preoccuparti!” (soprattutto ai più timidi), “pensa ancora!”, “forza, continua così!”… questo è stato il segreto del nostro successo!».

35 Terza Unità Le storie del Castello a fumetti
Obiettivi di apprendimento ( secondo le Indicazioni nazionali per il curricolo 2012) Comprendere il significato globale di semplici testi orali e scritti Dividere il testo narrativo realistico in sequenze e organizzare vignette con fumetti Obiettivi dei peer tutor: Ascoltare il compagno DESCRIZIONE DELL’ATTIVITA’/CONTRATTO FORMATIVO 1° step: Leggere, analizzare il testo e rispondere alle domande in maniera collettiva 2° step: Rilevare le sequenze della linea narrativa per ogni storia e nominarle con una breve frase. 3° step: Realizzare un fumetto associando ad ogni sequenza una vignetta, le battute nei balloon e le appoggiature.

36 OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
1° step : ogni gruppo legge, analizza il testo della storia assegnata e risponde alle domande di comprensione

37 OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
2° step: Ogni gruppo individua nel testo della storia le sequenze della linea narrativa e le nomina con una breve frase, illustrandole poi con il “trenino della storia” dove ogni sequenza è un vagoncino legato all’altro da una linea curva continua.

38 OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
3° step: Realizzare un fumetto associando ad ogni sequenza una vignetta, le battute nei balloon e le appoggiature.

39 Obiettivi dei peer tutor: Ascoltare il compagno
“Carta a T” dell’ascolto

40 Valutazione: può riguardare la valutazione di efficacia finale sul target degli studenti a cui il programma è diretto oppure la valutazione di efficacia sui peer tutors in quanto per essi si possono evidenziare positivi risultati in termini di promozione delle abilità sociali, di Life Skills, di autostima, di autoefficacia ecc.

41 Valutazione su Incoraggiare lo spirito di gruppo

42 Applicazioni didattiche
Preliminare indispensabile per la realizzazione di specifici progetti di peer education è quello di definire le fasi di svolgimento del progetto. Le fasi posso essere sintetizzate come segue: Reclutamento dei peers: questi devono essere fortemente accettati dal gruppo target (solitamente di parla di leader), adatti alla formazione e quindi interessati al tema, motivati all’apprendimento, con elevate abilità comunicative. (SCELTI DAGLI STESSI ALUNNI) Formazione: essa prevede una partecipazione attiva fin dalle prime fasi, in modo da facilitare sia la conoscenza dell’argomento, sia le abilità comunicative, necessarie per passare il messaggio ai propri compagni. (OGNI GIORNO PER 15 MINUTI FUORI DALL’AULA) Azione dei peers: può avvenire sia in contesti e situazioni naturali come, ad esempio, discussione nei luoghi di divertimento, sia in contesti di formazione specifici come, ad esempio, attività in aula.

43 Sostegno e monitoraggio ai peers: consiste principalmente in azioni di supervisione, sostegno tecnico, sociale e personale ai peer tutors e agli altri attori coinvolti nel programma. Questa fase è particolarmente importante durante le prime azioni dei peer tutors con i coetanei, ad esempio durante i primi interventi in aula, in cui essi potrebbero esperire senso di insicurezza e inadeguatezza che può tuttavia essere superato grazie all’appoggio e ai feedback dei supervisori.

44 IN SINTESI

45 FILASTROCCA GRANDE DELLA PACE PICCOLA
Parlami, amico, allora le parole sono un seme ascolta ciò che dico. che poi diventa un albero, Se non mi parli, il cielo che poi diventa un bosco, resta tagliato in due dove mi riconosci, e io ti riconosco, e le parole amare, mie e tue, ascolti ciò che dico, poi diventano un mare ci pensi, e se ti piace che non sappiamo più attraversare. tu ritorni mio amico: Ma se prima che tutto si rovini e questa qui è la pace. ci sediamo vicini e ne parliamo insieme, BRUNO TOGNOLINI


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