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Relatore: R i t a B o c c a r d o Misura 323/a del PSR

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Presentazione sul tema: "Relatore: R i t a B o c c a r d o Misura 323/a del PSR"— Transcript della presentazione:

1 Relatore: R i t a B o c c a r d o Misura 323/a del PSR Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale Arquà Polesine (RO), 6 marzo 2012 SEGRETERIA DEL BILANCIO DIREZIONE AGROAMBIENTE SERVIZIO TUTELA DEL TERRITORIO RURALE Buongiorno a tutti, colgo innanzitutto l’occasione di portare i saluti del dott. De Gobbi, Dirigente della Direzione Agroambiente, che mi ha delegato a relazione, oggi, in questa sede. Per questo mi presento: sono Rita Boccardo, funzionario del Servizio Tutela del Territorio Rurale della Direzione Agroambiente. Anche in virtù della mia formazione professionale, in quanto architetto prestato di recente al Settore Primario, che si occupa principalmente di pianificazione del territorio rurale nonché di edificabilità della zona agricola, sono stata nominata referente regionale della Misura 323a.

2 PSR Approvato con DGR n. 3560/2007, come modificato dalla DGR n.4082/2009 e dalla DGR n. 1616/2009 Asse III Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale Sottomisura 323/a - Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale – Patrimonio rurale Reg CE 1698/05 art. 52: lettera b) punto iii). Orientamenti Strategici Comunitari: Obiettivo strategico - Migliorare la qualità della vita nelle zone rurali e promuovere la diversificazione dell’economia rurale; Azione chiave i) iii) viii). Piano Strategico Nazionale: Obiettivo prioritario - Miglioramento dell’attrattività dei territori rurali per le imprese e la popolazione. Programma Sviluppo Rurale: Obiettivo specifico 3.7- Migliorare, conservare e valorizzare il patrimonio rurale. Prima di illustrare che i contenuti della misura 323a, è mia intenzione oggi descrivere il quadro di riferimento legislativo, territoriale, culturale in cui la Misura in argomento si contestualizza, al fine di comprenderne il significato e lo specifico contributo che, nell’ambito della programmazione regionale, tale misura sta apportando allo sviluppo rurale della nostra Regione. Il PSR , tramite la misura 323a, persegue infatti la finalità di tutelare e di riqualificare il patrimonio rurale; un patrimonio che, nel territorio regionale, risulta non solo paricolarmente consistente (visto che il 70-80% del territorio regionale è agricolo) ma anche ricco di valori storici e culturali. Va evidenziato che, quando si parla di patrimonio storico-architettonico, e nello specifico di architettura rurale, tali valori risultano prevalenti sugli aspetti produttivi e funzionali.

3 INQUADRAMENTO LEGISLATIVO
Architettura rurale INQUADRAMENTO LEGISLATIVO STATALE Legge 24 dicembre 2003, n. 378 “Disposizioni per la tutela e la valorizzazione dell’architettura rurale” + Decreto del Ministero dei Beni e le Attività Culturali, 6 ottobre 2005 “Individuazione delle diverse tipologie di architettura rurale presenti sul territorio nazionale e definizione dei criteri tecnici-scientifici per la realizzazione degli interventi ai sensi della L. 378/03” Direttiva del Ministero dei Beni e le Attività Culturali, 30/10/2008 Decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” Decreto Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380 “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamenti in materia edilizia” Ma cosa s’intende per Architettura rurale? La misura 323 A, nell’individuazione delle tipologie ammettere a contributo, si è ispirata, anche se non in modo dichiarato, ad un concetto di architettura rurale prossimo a quella sui cui si fonda il Decreto del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali 6 ottobre Tale decreto fa parte di un pacchetto di disposizioni legislative e normative, che attualmente intendono promuovere e sostenere, nelle sue varie declinazioni regionali, la tutela dell’architettura rurale. [1]. Tali disposizioni riguardano sia i beni culturali, che trovano principale riferimento legislativo nel Codice dei Beni Culturali [2], che le tipologie di architettura rurale che non presentano un particolare pregio architettonico o artistico, e quindi con solo valore storico-testimoniale, per le quali gli interventi di recuper risultano disciplinati alla stregua di tutti gli altri interventi edilizi, ovvero ai sensi del DPR n. 380/2001 [3], nonché in base alla normativa regionale.

4 Decreto del Ministero dei Beni e le Attività Culturali,
Architettura rurale Decreto del Ministero dei Beni e le Attività Culturali, 6 ottobre 2005* DEFINIZIONE edifici ed insediamenti (realizzati tra il XII e il XIX secolo*) che siano testimonianze significative, nell'ambito dell'articolazione e della stratificazione storica, antropologica ed urbanistica del territorio, della storia delle popolazioni e delle comunità rurali, delle rispettive economie agricole tradizionali, dell'evoluzione del paesaggio gli spazi e le costruzioni adibiti alla residenza ed alle attività agricole testimonianze materiali che concorrono alla definizione di unità storico-antropologiche riconoscibili le pavimentazioni degli spazi aperti residenziali o produttivi la viabilità rurale storica i sistemi di canalizzazione, irrigazione e approvvigionamento idrico le recinzioni degli spazi destinati alla residenza ed al lavoro i sistemi di contenimento dei terrazzamenti i ricoveri temporanei anche in strutture vegetali o in grotta gli elementi e i segni della religiosità locale La definizione di architettura rurale formulata dal Decreto ministeriale include principalmente gli insediamenti e gli edifici rurali tipologicamente significativi, ma si estende ad includere anche manufatti accessori e complementari all’edificio rurale (forni, marcitoi, magli, barchi, fontane, lavatoi, ecc.) o altre elementi o superfici (corti, aie, pavimentazioni esterne, recinzioni, cancelli, ecc.), nonché ad alcuni elemnti elementi caratteristici del paesaggio rurale: la viabilità e relativi manufatti (mulattiere, vie di transumanza, capezzagne, ecc), i manufatti delle sistemazioni agrarie (muretti a secco, terrazzamenti, ecc.) o delle sistemazioni idrauliche (canalizzazioni, ronchi, gazzi, argini traversi, alvei abbandonati, relitti idraulici e arginali, ecc.). Viene pertanto condivisa un’interpretazione estensiva dell’architettura rurale, che riconosce tali elementi come parti integranti paesaggio rurale, come principale espressione antropica e storico-culturale del paesaggio locale, che è una categoria ovviamente più ampia. In proposito, ricordo che i contenuti e le finalità delle azioni 2 e 3 della Misura 323A, volte al recupero, alla riqualificazione e alla valorizzazione, rispettivamente del patrimonio storico-architettonico e degli elementi del paesaggio rurale.

5 INQUADRAMENTO LEGISLATIVO
Architettura rurale INQUADRAMENTO LEGISLATIVO REGIONALE Legge regionale 13 settembre 1978, n. 58 “Edificabilita’ e tutela delle zone agricole” (abrogata) Legge regionale 5 marzo 1985, n. 24 “Edificabilita’ e tutela delle zone agricole” (abrogata) Art. 10: “Tutela ed edificabilità delle zone agricole” Legge regionale 12 dicembre 2003, n. 40 “Nuove norme per gli interventi in agricoltura” Art. 38 :”Conservazione del paesaggio e dei fabbricati rurali di interesse storico-archeologico” Art. 39: “Recupero del patrimonio edilizio rurale” Legge regionale 27 giugno 1985, n. 61 “Norme per l’assetto e l’uso del territorio” - Artt. 9 e 10 Legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 e s.m.i. “Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio” - Art. 43:“Tutela ed edificabilità del territorio agricolo” Deliberazione della Giunta regionale 26/09/2010, n. 2274: “Linee di indirizzo per la redazione del quadro conoscitivo del Piano di Assetto del Territorio per quanto attiene le zone agricole. Tipologie di architettura rurale nel Veneto” La Regione Veneto, d’altronde, già dal 1978, nell’ambito della disciplina relativa alla tutela e all’edificabilità delle zone agricole, affrontò il tema delle tipologie dell’architettura rurale, in particolare e prioritariamente di quelle con valore storico-culturale, disciplinando gli interventi su corti, colmelli e altre aggregazioni edilizie di antica origine (LR n. 58/78, LR. 24/85), nonché sostenendo gli interventi sui i fabbricati rurali di interesse storico-archeologico (LR n. 40/03) [1]. Successivamente, furono i PRG (LR 61/85), a classificare i gradi di protezione dei singoli edifici di importanza storico-artistica e ambientale, ricadenti anche nella zona agricola, in relazione ai diversi tipi di intervento ammessi e le destinazioni d' uso compatibili [3]. In tempi recenti, con la riforma del governo del territorio introdotta dalla LR n. 11/2004 [3], la disciplina sull’edificabilità rimane ancorata alla zona agricola, mentre la tutela si evolve fino ad interessare in modopiù ampio il “territorio rurale”. Il PAT, strumento strategico del Piano regolatore Comunale, ai sensi dell’art. 43 della legge regionale di riforma urbanistica, ha il compito di individuare “gli edifici con valore storico-ambientale” presenti nel territorio comunale, secondo le linee di indirizzo formulate nella DGR n del 2010 [4].

6 Architettura rurale GOVERNO DEL TERRITORIO
L.R. 23 aprile 2004, n. 11 GOVERNO DEL TERRITORIO Piano di Assetto del Territorio (PAT) Titolo V – Tutela ed edificabilità del territorio agricolo Art. 43 – Tutela del territorio agricolo nel Piano Regolatore Comunale Il piano di assetto del territorio (PAT) individua: a) gli edifici con valore storico-ambientale e le destinazioni d'uso compatibili; b) le tipologie e le caratteristiche costruttive per le nuove edificazioni, le modalità d'intervento per il recupero degli edifici esistenti con particolare attenzione a quelli di cui alla lettera a). Art. 44 – Edificabilità 5. Gli interventi di recupero dei fabbricati esistenti in zona agricola sono disciplinati dal PAT e dal PI ai sensi dell’articolo 43. Sono sempre consentiti gli interventi di cui alle lettere a), b), c) e d) dell'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380 “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di edilizia” e successive modificazioni, nonché l’ampliamento di case di abitazione fino ad un limite massimo di 800 mc comprensivi dell’esistente, purché eseguiti nel rispetto integrale della tipologia originaria. Vediamo velocemente quali sono le previsioni dell’art. 43 della LR 11/04 e soprattutto per quali motivi le evidenziano in questa sede: il nuovo strumento di governo del territorio ha il compito di individuare gli edifici con valore storico-ambientale, in base alle analisi del Quadro Conoscitivo, rappresentandoli nella tav. 4, cosiddetta Carta della trasformabilità, quali valutazioni progettuali inerenti ai “valori e alle tutele” del PAT. Per tali edifici, il PAT, nelle Norme tecniche, dovrà preliminarmente indicare le destinazioni compatibili, quindi gli usi che non compromettano l’immagine architettonica e la struttura storica dell’edificio stesso. Nel contempo il PAT dovrà indicare le modalità d’intervento per il recupero degli edifici rurali esistenti, con particolare attenzione per quelli con valore storico-ambientale. Vedo una potenziale sinergia tra i censimenti e gli studi previsti dall’azione 1 della Misura 323a e l’individuazione comunale del patrimonio di architettura rurale; sebbene le finalità siano distinte, dovrebbe essere attivate forme di comunicazione e di reciproca integrazione tra le due fonti di analisi, pertanto tra Ammistrazioni comunali ed i GAL. Inoltre, con riferimento all’azione 2, che prevede il mantenimento della “destinazione originaria” degli fabbricati/edifici/strutture con valore storico-architettonico – da intendersi pur sempre come “destinazione d’uso”, è evidente che il possibile riutilizzo dell’edificio interessato dovrà essere conforme a quanto disposto e disciplinato dal PAT+PI/PRG, e quindi in coerenza con le destinazioni individuate come compatibili da tali strumenti urbanistici. Tale considerazione vale anche per le modalità dell’intervento di recupero, che dovrebbero essere dettagliate in uno specifico prontuario degli interventi edilizi allegato al PAT o PI. Inoltre, l’art. 44 della LR 11/04 introduce una speciale disciplina per l’edificabilità nella zona agricola; ora non mi voglio addentrare nell’argomento, in quanto ci vorrebbe tutta la mattina per sviscerarlo; in questa sede ,basta evidenziare gli interventi di recupero dei fabbricati esistenti in zona agricola, sono disciplinati dal PAT e dal PI ai sensi dell’articolo 43, e sono sempre consentiti gli interventi di cui alle lettere a), b), c) e d) del DPR 380/04.

7 INTERVENTI DI RECUPERO
Architettura rurale INTERVENTI DI RECUPERO D.P.R. n. 380/2001 interventi di manutenzione straordinaria: le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici, nonché per realizzare ed integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici, sempre che non alterino i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari e non comportino modifiche delle destinazioni di uso; interventi di restauro e di risanamento conservativo: gli interventi edilizi rivolti a conservare l'organismo edilizio e ad assicurarne la funzionalità mediante un insieme sistematico di opere che, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell'organismo stesso, ne consentano destinazioni d'uso con essi compatibili. Tali interventi comprendono il consolidamento, il ripristino e il rinnovo degli elementi costitutivi dell'edificio, l'inserimento degli elementi accessori e degli impianti richiesti dalle esigenze dell'uso, l'eliminazione degli elementi estranei all'organismo edilizio; interventi di ristrutturazione edilizia: gli interventi rivolti a trasformare gli organismi edilizi mediante un insieme sistematico di opere che possono portare ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente. Tali interventi comprendono il ripristino o la sostituzione di alcuni elementi costitutivi dell'edificio, l'eliminazione, la modifica e l'inserimento di nuovi elementi ed impianti. Nell‘ambito degli interventi di ristrutturazione edilizia sono ricompresi anche quelli consistenti nella demolizione e ricostruzione con la stessa volumetria e sagoma di quello preesistente, fatte salve le sole innovazioni necessarie per l’adeguamento alla normativa antisismica. Rispetto al DPR 380/01, mi preme solo evidenziare che la Misura 323a ammette a contributo solo alcune tipologie di interventi edilizi: non ammette la manutenzione ordinaria, riguarda principalmente gli interventi di manutenzione straordinaria e di restauro (azione 2 e 4) ed interventi di ripristino (azione 3), consente la ristrutturazione edilizia solo nell’azione 2, solo in casi particolari in cui vi siano edifici crollati da ricostruire secondo un restauro di carattere filologico.

8 ad elementi giustapposti
Architettura rurale D.G.R.V. del 26/09/2010, n. 2274 PRINCIPALI TIPOLOGIE ad elementi giustapposti abitazione e rustico affiancati linearmente in un unico edificio, ad uno o due piani ad elementi separati abitazione e rustico costituiti da due edifici ben distinti, più costruzioni distribuite senza regola fissa o intorno all’aia a forme complesse composta dall'abitazione del proprietario, da quelle dei vari lavoranti, dal rustico ed altri annessi agricoli, spesso organizzati intorno a corti aperte o chiuse abitazione+rustico Un altro parallelo tra normativa regionale e questa Misura del PSR, deriva dal fatto che una condizione di ammissibilità di tutti gli interventi previsti dalle Azioni è che gli interventi di recupero devono essere in linea e comunque coerenti con gli studi/censimenti dell’azione 1 o altre analisi analoghe già in possesso dal GAL oppure con le indicazioni fornite dagli specifici strumenti di governo del territorio. Le azioni 1 finora attivate hanno riguardato, in gran parte, studi sulle tipologie di architettura locale. A scala regionale, le linee di indirizzo formulate nella DGR n del 2010, come già anticipato, in particolare nella parte II dell’Allegato di tale provvedimento, illustrano un quadro generale, se pur non esaustivo, vista l’ampiezza del campo di applicazione, delle tipologie di architettura rurale storicamente rinvenibili nel territorio veneto. In estrema sintesi, nel Veneto, qualsiasi sia la tipologia spaziale individuabile e l’espressione architettonica formalmente riconoscibile, si può sostanzialmente affermare che l’edificio rurale è tipologicamente composto da due nuclei fondamentali: l'abitazione e il rustico. Questi due nuclei si sono variamente combinati tra loro e hanno dato origine a quattro principali tipologie edilizie, che definiscono modelli spaziali e distributivi riconoscibili con una certa chiarezza e continuità. Tali tipologie, sintetizzate nello schema della diapositiva, costituiscono i modelli delle diverse soluzioni formali (es. casa colonica di pianura, villa, corte, tabià, ecc.) rinvenibili nell’ambito dell’evoluzione storica del territorio veneto, e presentano una diversificata diffusione quantitativa, oltre che una caratteristica distribuzione nel territorio regionale. Il primo tipo è quello “ad elementi giustapposti”, caratterizzato dall’abitazione e dal rustico, affiancati linearmente in un unico edificio, ad uno o due piani. Il secondo tipo è quello “ad elementi separati”, con l’abitazione e il rustico costituiti da due edifici ben distinti, quindi più costruzioni distribuite senza regola fissa o intorno all’aia. Un altro tipo è il cosiddetto “a forme complesse”, composto dall'abitazione del proprietario, da quelle dei vari lavoranti, dal rustico ed altri annessi agricoli, spesso organizzati intorno a corti aperte o chiuse. L’ultimo tipo è quello “ad elementi sovrapposti”, contraddistinto dall’abitazione sovrapposta al rustico, che si sviluppa su due o tre piani. ad elementi sovrapposti abitazione sovrapposta al rustico, a due o tre piani

9 Architettura rurale DISTRIBUZIONE TERRITORIALE
D.G.R.V. del 26/09/2010, n. 2274 ambiti tipologie prealpino e montano ad elementi sovrapposti casoni, malghe, baite, tabià prealpino collinare ad elementi giustapposti e sovrapposti di pianura ad elementi giustapposti ad elementi separati a forme complesse casoni agricoli, ville lagunare, deltizio e costiero ad elementi giustapposti (bonifica) casoni lagunarie degli ortolani Nella DGR 2274/2010, viene inoltre proposta una lettura relazionale degli edifici e dei manufatti rurali che, nonostante la variabilità delle caratteristiche storiche socio-economiche del territorio veneto, nonché dell la dinamicità evolutiva intrinseca negli organismi edilizi, tiene conto della reciproco legame che l’edificio rurale ha da sempre intrattenuto con l’ambiente, con il paesaggio e con il contesto geografico-territoriale di riferimento. La cartina illustrata in diapositiva riporta, infatti, la distribuzione territoriale delle quattro tipologie architettoniche precedentemente illustrate, rispetto ai loro macroambiti geografici di riferimento (alta e bassa pianura, lagunare, deltizio e costiero, collinare e pedemontano, prealpino e montano); nel corso della storia, tali tipologie hanno trovato espressione, in specifici casi, tramite delle soluzioni formali codificate (cioè la villa, piuttosto che il casone o il tabià, ecc.), che ormai costituiscono delle immagini culturali, topiche ed identitarie d’un territorio, delle vere e proprie icone di paesaggio, quindi con forte valenza evocativa e sicura attrattività turistica. Va tuttavia evidenziato che l’edificio rurale trova, nel legame con il proprio territorio e relativo paesaggio, la ragione della sua stessa esistenza ed identità. Pertanto, quando l’edificio rurale tende, per mutate esigenze antropiche, a perdere o indebolire il legame con il contesto territoriale e paesaggistico, anche un’icona di paesaggio, fermo restando il suo valore storico-culturale, può diventare “un mero bene economico” scisso dalla produzione agricola o dalla residenza rurale, quindi un contenitore da convertire ad altri usi. Inoltre, non è sufficiente tutelare il tabià o il casone lagunare, se nel contempo, se ne distrugge il contesto paesaggistico di riferimento.

10 ambiti geografici province interessate
D.G.R.V. del 26/09/2010, n. 2274 casoni agricoli ad elementi giustapposti (tipo veneziano, di bonifica, a L, a U) ad elementi separati ad elementi complessi (corte, boaria, ecc.) ville sud-est Venezia, sud-est Treviso, Padova Padova, Venezia, escluso sud-est, sud-est di Vicenza, parte centrale di Treviso alto e basso Polesine, sud-est Verona, nord-est Venezia est e ovest Verona, Rovigo, Padova Treviso, Vicenza, nord-ovest di Verona, ovest di Venezia, Rovigo ambiti geografici di pianura casoni lagunari e degli ortolani ad elementi giustapposti (di bonifica) est di Venezia, est di Rovigo Venezia, Rovigo lagunare, deltizio e costiero ville ad elementi giustapposti o sovrapposti nord di Treviso, sud di Belluno nord di Treviso, nord-est di Vicenza, nord di Verona collinare e prealpino Ecco, lo schema di tale diapositiva meglio approfondisce la distribuzione delle quattro tipologie di edilizia rurale nei macroambiti geografici rinvenibili nel Veneto, con dettaglio a scala provinciale. In estrema sintesi, l'area di diffusione del tipo “ad elementi giustapposti” è principalmente l'alta pianura veneta (comprendente cioè la parte centrale della provincia di Treviso, la parte centro-settentrionale della provincia di Padova, l'ultima parte sud-orientale della provincia di Vicenza, quasi tutta la provincia di Venezia, eccezion fatta per l'area sud-orientale di recente bonifica). Le forme “ad elementi separati” sono maggiormente presenti nella bassa pianura veneta (alto e basso Polesine nella parte sud-orientale della provincia di Verona), nella parte nordorientale della provincia di Venezia ed in generale in tutte le terre di recente bonifica. Le forme “ad elementi complessi” sono invece principalmente presenti nella parte occidentale e orientale della provincia di Verona, nella parte meridionale della Provincia di Padova e nella provincia di Rovigo. Infine, la tipologia “ad elementi sovrapposti” è localizzabile nelle zone pedemontane e montane delle parti settentrionali delle provincie di Treviso, di Vicenza, di Verona e in tutta la provincia di Belluno. abitazioni permanenti ad elementi sovrapposti (fino 700 metri ca) abitazioni semipermanenti casoni di montagna, fienili, ecc. ( metri ca) abitazioni temporanee: malghe, casere, baite, tabià (> 1200 metri ca) nord di Treviso, nord di Vicenza nord di Verona, Belluno nord di Vicenza nord di Vicenza, nord di Verona, Belluno province interessate prealpino e montano

11 Soprintendenza competente tutela e valorizzazione
Architettura rurale BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI D.Lgs n. 42/2004 Autorizzazione della Soprintendenza competente tutela e valorizzazione BENI CULTURALI le cose immobili e mobili che presentano interesse artistico, storico, archeologico, etnoantropologico, archivistico e bibliografico e le altre cose individuate dalla legge o in base alla legge quali testimonianze aventi valore di civiltà (artt. 10, 12 e 45 del D.Lgs. n. 42/04) art 10, comma 4, lett. l): le tipologie di architettura rurale aventi interesse storico od etnoantropologico quali testimonianze dell'economia rurale tradizionale BENI PAESAGGISTICI gli immobili e le aree costituenti espressione dei valori storici, culturali, naturali, morfologici ed estetici del territorio e gli altri beni individuati dalla legge o in base alla legge (artt. 136, 142, 143 e 156 del D.lgs n. 42/04) Un aspetto fondamentale rimane comunque il valore storico, culturale, artistico, architettonico di alcune categorie di edifici rurali. In proposito, apro una breve parentesi sui beni culturali e paesaggistici, in quanto, nell’ambito della Misura 323a, uno dei criteri di priorità definito all’interno dei bandi è la presenza di un vincolo di cui al D.lgs 42/2004. Innazitutto va accertata la sussistenza e la natura del vincolo, che se si riferisce all’art. 10 o 136 del Codice, è un vincolo provvedimentale e puntuale, quindi esistente uno specifico decreto ministeriale che lo dichiara. Diverso è per i beni paesaggistici di cui all’art. 142, che sono invece stabilite ex lege. Comune a tutti i beni culturali e paesaggistici il fatto che le trasformazioni apportate al bene tutelato sono subordinate al rilascio dell’autorizzazioni da parte della Sovrintendenza competente per territorio o dall’ente preposto., sebbene con procedure amministrative diverse, … Ai beni culturali e paesaggistici si applicano le disposizione di tutela del D.lgs n. 42, alle altre categorie si applicano le disposizione in materia di urbanistica ed edilizia, preferibilmente nel rispetto, anche se non previsto dalla legge, dei criteri tecnico-scientifici del Decreto del 2005.

12 Architettura rurale EDIFICI CON VALORE STORICO-AMBIENTALE
Disposizioni in materia di urbanistica ed edilizia, preferibilmente nel rispetto dei criteri-tecnico-scientifici del Decreto MiBAC/2005 recupero e valorizzazione VALORE STORICO – ARCHITETTONICO edifici e manufatti rurali con caratteristiche compositive e costruttive di pregio, con valenza storica e tipologica, espressione della cultura rurale (L. n. 378/2003, L.R. n. 24/85, L.R. n. 40/03, L.R. n. 11/2004) VALORE STORICO - TESTIMONIALE edifici e manufatti che, ancorché di architettura povera, risultano testimonianze storiche della cultura e della tradizione rurale locale (L. n. 378/2003, LR n. 11/2004) VALORE STORICO – AMBIENTALE edifici e manufatti rurali che rappresentano immagini culturali, evocative del senso di appartenenza ad un luogo o a un paesaggio, ad una comunità e cultura locale (L. n. 378/2003, L.R. n. 24/85, L.R. n. 40/03, L.R. n. 11/2004)

13 ORIENTAMENTI PER IL RECUPERO
Architettura rurale ORIENTAMENTI PER IL RECUPERO CONSERVATIVO rifiuto di ogni tecnologia ed ogni trasformazione, con un rispetto quasi integrale dell’organismo edilizio originario TECNOLOGICO- AMBIENTALISTA introduzione delle più sofisticate tecnologiche di tipo soft e bionaturalistiche MODERATAMENTE INNOVATIVO introduzione equilibrata delle tecnologie fondamentali e conservazione dei caratteri tipologici compositivi e strutturali; introduzione, se necessario, di spazi nuovi chiaramente distinguibili

14 Misura 323/a del PSR 2007-2013 GLI OBIETTIVI Obiettivi specifici
migliorare le condizioni di vita delle popolazioni rurali consolidare lo sviluppo e il potenziamento dell’economia delle zone rurali contribuire al mantenimento della popolazione rurale attiva in loco valorizzando le risorse endogene locali aumentare l’attrattività degli ambiti rurali, attraverso la valorizzazione delle componenti culturali, architettoniche e paesaggistiche assicurare il miglioramento fondiario delle malghe per mezzo di interventi strutturali Obiettivi operativi migliorare le conoscenze e l’informazione sugli elementi e le caratteristiche che contraddistinguono il patrimonio storico-architettonico, paesaggistico e culturale delle aree rurali incentivare la conservazione e la riqualificazione del patrimonio architettonico e degli elementi caratterizzanti il paesaggio nelle aree rurali promuovere la valorizzazione degli aspetti e delle componenti del patrimonio rurale che presentano un interesse storico, artistico, paesaggistico o culturale favorire il consolidamento e lo sviluppo della dimensione culturale e ricreativa del contesto rurale, in particolare nelle aree a forte valenza ambientale e paesaggistica. migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei malghesi mediante interventi strutturali

15 IL CAMPO DI APPLICAZIONE
Misura 323/a del PSR IL CAMPO DI APPLICAZIONE investimenti finalizzati alla conservazione e valorizzazione di aspetti e componenti del patrimonio culturale delle aree rurali, con specifico riferimento alla conservazione delle valenze di natura funzionale unitamente a quelle di interesse storico, artistico, paesaggistico, architettonico o culturale

16 Misura 323/a del PSR 2007-2013 LE AZIONI
AZIONE 1 - Realizzazione di studi e censimenti finalizzati a monitorare e documentare i caratteri storici, architettonici e culturali degli elementi che caratterizzano il paesaggio e l’architettura rurale, a scopo di analisi propedeutica agli interventi di recupero e riqualificazione previsti dalle Azioni 2, 3 e 4, nonché di informazione e sensibilizzazione delle relative collettività. AZIONE 2 – Recupero, riqualificazione e valorizzazione del patrimonio storico architettonico delle aree rurali, compresa la ricostruzione di fabbricati crollati, con particolare riferimento a strutture, immobili e fabbricati rurali, ad uso produttivo e non produttivo, localizzati comunque in aree o centri rurali, che presentano particolare interesse sotto il profilo architettonico, artistico, storico, archeologico o etnoantropologico o che costituiscono comunque espressione della storia, dell’arte e della cultura locale, in funzione di una loro prioritaria fruizione pubblica, attuati in relazione agli appositi studi/censimenti previsti dall’azione 1 o alle indicazioni fornite nell’ambito degli strumenti per il governo del territorio. AZIONE 3 – Valorizzazione e qualificazione del paesaggio rurale con riferimento a elementi specifici e tipici del paesaggio rurale, considerati particolarmente caratterizzanti, per tipologie e caratteristiche costruttive e/o architettoniche, in relazione agli appositi studi/censimenti previsti dall’azione 1 o alle indicazioni fornite nell’ambito degli strumenti per il governo del territorio. AZIONE 4 – Interventi per la valorizzazione culturale delle aree rurali riguardanti iniziative di recupero e/o valorizzazione di immobili pubblici e di uso pubblico finalizzati ad una prevalente fruizione culturale, quali piccoli musei, archivi, mostre e esposizioni, teatri, centri ed istituzioni documentarie, spazi e centri espositivi per la produzione di iniziative culturali, compresa la realizzazione di correlate attività di informazione e promozione.

17 GLI INTERVENTI AMMISSIBILI
Misura 323/a del PSR GLI INTERVENTI AMMISSIBILI AZIONE 1 realizzazione di studi, censimenti e ricerche storiche sugli aspetti storico architettonici e paesaggistici, sulle tipologie costruttive e sui materiali, sulle caratteristiche storico-culturali. AZIONE 2 realizzazione di interventi di manutenzione straordinaria, di adeguamento igienico-sanitario, restauro e risanamento conservativo di strutture, immobili e fabbricati, anche isolati, quali ad esempio malghe, tabià etc, senza che l’intervento comporti modifica della destinazione originaria e al fine di preservarne nel tempo l’utilizzo e la funzionalità; potrà essere altresì consentita la ricostruzione di fabbricati crollati, dei quali esista il rudere dei muri perimetrali che ne testimonia il sedime, nel rispetto della tipologia e volumetria originaria, accertata la documentazione fotografica o iconografica depositata presso gli enti competenti. AZIONE 3 ripristino e recupero degli elementi tipici e caratteristici del paesaggio agrario, quali la viabilità storica vicinale e di accesso ai fondi, i terrazzamenti, i muretti a secco, le conterminazioni degli appezzamenti, nonché i manufatti che costituiscono testimonianza del lavoro e della vita collettiva (lavatoi, abbeveratoi, forni, etc.). AZIONE 4 realizzazione di interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo di strutture e immobili; acquisto e noleggio di attrezzature e dotazioni; realizzazione di prodotti e materiali informativi; creazione e/o messa in rete di itinerari culturali. Sull’azione 2: prioritaria friuzione pubblica Sull’azione 4: edifici pubbilici e di uso pubblico

18 I SOGGETTI BENEFICIARI
Misura 323/a del PSR I SOGGETTI BENEFICIARI AZIONE 1 Enti locali Gruppi di Azione Locale (GAL) Enti Parco Fondazioni ONLUS AZIONE 2-3 Imprenditori agricoli Altri soggetti privati Enti pubblici Regole AZIONE 4 Enti pubblici Associazioni tra soggetti pubblici e privati Nel caso dell’azione 4, possono accedere ai benefici solamente le Associazioni tra soggetti pubblici e privati senza scopo di lucro costituite per scopi coerenti con la misura.

19 IL LIVELLO E L’ENTITA’ DI AIUTO
Misura 323/a del PSR IL LIVELLO E L’ENTITA’ DI AIUTO tipologia beneficiari livello di aiuto ammissibile importo massimo di contributo (€) AZIONE 1 Tutti 70% 20.000,00 AZIONI 2-3 Per gli imprenditori agricoli 50% 50.000,00 Per gli altri soggetti privati 40% Per gli enti pubblici e ONLUS 75% ,00 Per Enti pubblici e Regole (in caso di aiuto per malghe, solo azione 2) ,00 AZIONE 4 Tutti – Per interventi 1 e 2 Tutti – Per interventi 3 Per gli interventi realizzati da soggetti privati, si applicano le condizioni previste dal regime de minimis, ai sensi del Regolamento (CE) n. 1998/2006. Per aiuti "de minimis" si intendono agevolazioni concesse entro importi regolamentati che, in quanto tali, non sono ritenuti in grado di falsare la concorrenza tra gli Stati membri. In particolare il limite degli aiuti "de minimis" è di €  ,00 su un periodo di 3 anni a decorrere dal giorno di erogazione del primo aiuto.

20 LA RELAZIONE E COERENZA CON LE ALTRE MISURE
Misura 323/a del PSR LA RELAZIONE E COERENZA CON LE ALTRE MISURE La Misura presenta relazioni dirette ed indirette con gli altri interventi dell’Asse 3*, in particolare per quanto riguarda le Misure 321 (servizi essenziali) e 313 (incentivazione attività turistiche), evidenziando anche specifiche correlazioni con alcuni interventi dell’Asse 2 (misure agroambientali). In considerazione delle modalità attuative indicate dal presente programma, che prevedono l’attivazione della Misura mediante l’approccio Leader, l’intervento risulta del tutto funzionale alle strategie di sviluppo locale attivate attraverso l’Asse 4**. * Asse 3: Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia ** Asse 4: Attuazione dell’approccio Leader

21 L’AMBITO TERRITORIALE OPERATIVO
Misura 323/a del PSR L’AMBITO TERRITORIALE OPERATIVO L'attuazione della Misura riguarda l'intero territorio regionale con esclusione dei Poli urbani (aree A). Nelle altre aree B, C, D può essere avvenire attraverso i Programmi di Sviluppo Locale ai sensi dell'Asse 4, attraverso i Progetti Integrati di Area attivati da partenariati pubblico-privati di cui alla Misura 341 o attraverso interventi a bando regionale. Dopo la selezione dei GAL, nelle aree interessate dai Programmi di Sviluppo Locale la Misura è attuata esclusivamente attraverso l'Asse 4. Nella fase di costituzione dei GAL e dei partenariati di cui alla Misura 341, e prima dell'avvio della loro operatività, la Misura verrà attivata sulle aree B, C, D attraverso bandi regionali che consentiranno una rapida attivazione degli interventi. Nella ripartizione delle risorse è in ogni caso garantita la prevalenza ai territori ubicati nelle aree C e D. A Poli urbani B1 Aree rurali ad agricoltura intensiva specializzata. Sub-area rurale urbanizzata B2 Aree rurali ad agricoltura intensiva specializzata. Sub-area urbanizzata C Aree rurali intermedie D Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo

22 ATTUAZIONE ATTRAVERSO Quadro normativo di riferimento
Misura 323/a del PSR ATTUAZIONE ATTRAVERSO L’ASSE 4 LEADER Quadro normativo di riferimento Modalità e condizioni generali di attuazione delle strategie di sviluppo locale elaborate dai GAL nell’ambito dei PSL, definite dal bando di selezione dei GAL (Allegato E alla DGR n. 199 del ); Documento di Indirizzi procedurali (Allegato A alla DGR n del ); Schemi e indicazioni operative per l’approvazione degli interventi da parte dei GAL (Allegato B al Decreto n. 27 del ); Linee Guida Misure per l’attuazione delle Misure e Azioni del PSR attraverso l’Asse 4 LEADER (Allegato A al Decreto n. 23 del 23/12/2010); Linee Guida per l’informazione e l’utilizzo dei loghi (Decreto n. 13 del ).

23 Allegato A al DDR n. 23 del 23/12/2010
Misura 323/a del PSR Allegato A al DDR n. 23 del 23/12/2010 LINEE GUIDA REGIONALI Ambito territoriale di applicazione Soggetti richiedenti Criteri di ammissibilità dei soggetti richiedenti Interventi ammissibili Condizioni di ammissibilità degli interventi Impegni e prescrizioni operative Spese ammissibili Livello ed entità di aiuto Criteri di priorità Condizioni ed elementi di preferenza Documentazione da allegare alla domanda di aiuto Documentazione da allegare alla domanda di pagamento

24 Misura 323/a del PSR 2007-2013 1/2 STATO DI ATTUAZIONE
ATTRAVERSO L’ASSE 4 LEADER 1/2 GAL denominazione azione formula data pubblicazione BUR scadenza bando importo bando 1 GAL ALTO BELLUNESE GD 40.000,00 2 B 28/01/2011 28/04/2011 ,00 4 R 19/04/2011 27/06/2011 ,00 3 10/06/2011 09/08/2011 09/09/2011 09/12/2011 ,00 GAL PREALPI E DOLOMITI 29/06/2010 29/07/2010 20/08/2010 08/10/2010 42.000,00 15/10/2010 15/12/2010 10.000,00 03/02/2012 03/04/2012 ,00 03/05/2012 ,00 GAL PATAVINO SCARL GAL BASSA PADOVANA SCARL 5 GAL POLESINE DELTA DEL PO 17.000,00 80.245,00 ,00 6 GAL POLESINE ADIGE 20.000,00 ,00 ,00 7 GAL DELL'ALTA MARCA TREVIGIANA SCARL 30.127,43 ,00 ,00 ,00 ,00

25 Misura 323/a del PSR 2007-2013 2/2 STATO DI ATTUAZIONE
ATTRAVERSO L’ASSE 4 LEADER GAL denominazione azione formula data pubblicazione BUR scadenza bando importo bando 8 GAL TERRE DI MARCA SCARL 1 B 30/04/2010 29/07/2010 21.000,00 2 26/08/2011 24/11/2011 ,72 3 ,00 4 ,00 9 GAL VENEZIA ORIENTALE GD ,00 06/05/2011 04/08/2011 ,00 05/07/2011 ,00 ,00 ,00 86.741,25 10 GAL ANTICO DOGADO 40.000,00 11 GAL MONTAGNA VICENTINA 18/03/2011 27/06/2011 ,61 ,00 ,00 12 GAL TERRA BERICA Società Cooperativa 01/07/2011 29/09/2011 ,00 ,00 ,00 13 GAL BALDO LESSINIA 30/12/2011 29/01/2012 30.000,00 14 GAL DELLA PIANURA VERONESE 20.000,00 18/11/2011 16/02/2012 ,00

26 DIREZIONE AGROAMBIENTE SERVIZIO TUTELA DEL TERRITORIO RURALE
SEGRETERIA DEL BILANCIO DIREZIONE AGROAMBIENTE SERVIZIO TUTELA DEL TERRITORIO RURALE Grazie per l'attenzione PER INFORMAZIONI: Direzione Regionale Piani e Programmi Palazzo ex Gazzettino Via Torino, Mestre (VE) tel – fax Referente di Misura: arch. Rita Boccardo Direzione Agroambiente Servizio Tutela del Territorio Rurale Edificabilità delle aree agricole tel – fax Arrivederci


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