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Il cooperative learning: elementi Laboratorio di sperimentazione e ricerca sull’educazione allo sviluppo.

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Presentazione sul tema: "Il cooperative learning: elementi Laboratorio di sperimentazione e ricerca sull’educazione allo sviluppo."— Transcript della presentazione:

1 Il cooperative learning: elementi Laboratorio di sperimentazione e ricerca sull’educazione allo sviluppo

2 La cooperazione Certamente nella natura esiste l’aggressività, ma esiste anche la sana competizione ed esiste pure un forte istinto verso il comportamento sociale e cooperativo. Queste forze non agiscono in modo indipendente, ma insieme, come un tutto. Vi sono pure forti evidenze a indicare che nello sviluppo sociale e biologico di tutte le creature viventi, di questi istinti, l’istinto alla cooperazione è il più dominante e biologicamente il più importante ….. E’ probabile che l’uomo debba più all’operare di questo principio che a qualsiasi altro nella sua evoluzione biologica e sociale. (A.Montagu, 1966)

3 Il soggetto dell'educazione Perché considerare l’educando semplicemente come un soggetto passivo dell’educazione? L’educando è un vivente. Come tale non può assimilare virtù e verità se non con un processo vitale e quindi eminentemente attivo. L’educazione è un’opera di collaborazione tra l’educatore e l’educando perché il ragazzo non è una cosa ma una persona..... Non c’è il giovane, ma i giovani. Non esiste il tipo umano universale, ma ogni individuo è un caso a sé stante, con fenomeni propri, con sviluppi e complicanze assolutamente originali. La natura non si ripete mai. (Don Carlo Gnocchi da “Educazione del cuore” 1937)

4 Sei direttivi di un’azienda siedono attorno ad un tavolo e si chiedono: “Che cosa ne faremo del materiale di scarto delle miniere? Veniamo incontro alle richieste della protezione ambientale o ne traiamo ancora un profitto?” I direttivi cominciano a discutere a tre piani alternativi di smaltimento. Alla fine concordano sulle responsabilità di ogni persona nell’assicurare che i piani siano applicati nel modo corretto. Dopo un prolungato esame, uno dei piani è messo in prova e ogni direttivo si impegna a mobilitare i suoi subordinati per porre in atto il piano di azione. Il responsabile della gara grida: “Attenzione!Pronti via!” Gli sprinter scattano, corrono sulla pista. All’arrivo si buttano avanti, in un estremo tentativo di vincere sugli avversari. Un giovane siede al piano. Per la ventesima volta comincia un concerto di Chopin. La sua attenzione è rivolta alla musica. Ma parte della sua mente controlla la qualità dell’interpretazione. Dopo due o tre minuti si ferma e dice a se stesso: “Lo ritenterò ancora un volta e fino a che non riesca a eseguirlo perfettamente”. Tipi di relazioni Il gruppo

5 Non corrisponde ad un comportamento ben definito quanto più in generale ad un atteggiamento di disponibilità a cogliere e promuovere tutto ciò che può “facilitare” l’impegno e lo sforzo comuni. Il concetto può essere descritto come conoscenza reciproca, fiducia, accettazione, rispetto, attenzione, sincerità, onestà, apertura e stima, riconoscimento delle diversità e dei valori, tolleranza per l’errore e accettazione della correzione, sensibilità e attenzione ai bisogni e problemi dell’altro. L’interazione faccia a faccia Il gruppo

6 Precondizioni di una comunicazione efficace: -A livello psicologico -accettare il rischio di aprirsi all’altro / essere il più aperti possibile / sviluppare un’accettazione reciproca / condividere idee, sentimenti, emozioni / partecipare esperienze positive e personali / aprirsi in momenti di stress / -A livello di credibilità -essere attendibili rispetto al proprio interlocutore e rispetto al contenuto dell’informazione -A livello di pragmatica comunicativa -essere accettati dall’interlocutore (condizione di sincerità) / fare talune supposizioni sull’adeguatezza del proprio interlocutore (condizioni preparatorie) / essere riconosciuto e accettato come interlocutore (condizioni essenziali) La comunicazione Il gruppo

7 Competenze per comunicare in modo efficace: -Sul versante espressivo -rendere personali i messaggi / formulare i messaggi in modo chiaro completo e specifico / esprimere messaggi verbali e non verbali coerenti -Sul versante ricettivo -ritenere attendibile il proprio interlocutore / possedere un adeguato background culturale / controllare il significato del messaggio ricevuto / rispondere non esagerando né minimizzando il significato di ciò che viene comunicato / evitare risposte di tipo valutativo, interpretativo e comunicanti atteggiamenti di superiorità / formulare domande precise e chiedere eventuali spiegazioni / rispondere in modo chiaro ed esplicativo La comunicazione Il gruppo

8 Competenze per costruire e mantenere un clima di fiducia reciproca e calore: -Valorizzare l’interlocutore -comunicare considerazione e stima per l’altra persona / comunicare all’altro che si apprezzano e si riconoscono le sue doti -Esprimere calore -saper descrivere direttamente i propri sentimenti / avere un tono della voce flessibile per esprimere e comunicare diverse intenzioni / esprimersi dimostrando di percepire i sentimenti dell’emittente / assumere una posizione del corpo che comunica partecipazione e attenzione / mantenere la relazione con l’altro attraverso gli occhi, il contatto fisico e i gesti La comunicazione Il gruppo

9 La leadership è l’insieme di abilità apprese che tutti con un minimo di capacità possono acquisire. La partecipazione responsabile al gruppo e la leadership dipendono entrambe da un comportamento flessibile, dall’abilità a diagnosticare quali comportamenti sono necessari in un particolare momento affinché il gruppo funzioni in modo efficace e dall’abilità di adempiere questi comportamenti o ottene re che altri li adempiano. Un membro abile o leader deve perciò essere capace di rendersi conto se una data funzione è necessaria in un gruppo e deve sapersi adattare sufficientemente in modo da fornire i diversi tipi di comportamento necessari per le diverse situazioni. In più un membro efficace di un gruppo o un leader dovrebbe essere capace di utilizzare le abilità di altri membri del gruppo per fornire azioni necessarie al gruppo. (D.W.Johnson & F.P.Johnson, 1991) La leadership distribuita Il gruppo

10 -Conflitto emozionale -Conflitto di interesse -Conflitto di valori e credenze -Conflitto cognitivo -Conflitto di scopi -Conflitto sulla sostanza Il conflitto: i presupposti

11 -Dominio (vincente - perdente) -Integrazione (vincente - vincente) -Accomodazione (perdente –vincente) -Fuga difensiva (perdente – perdente) -Compromesso (né vincente né perdente) Il conflitto: le strategie di superamento

12 Pensare verticalePensare laterale Si è preoccupati della correttezzaSi è interessati alla ricchezza Si seleziona la strada da percorrere escludendo altri percorsi Non si selezionano strade, ma se ne aprono di nuove Si cerca l’approccio più promettente ad un problema Si generano quanti più approcci alternativi possibili Ci si muove in una direzione ben definita, seguendo un approccio o una tecnica precisa Ci si muove allo scopo di muoversi. Non si è mossi verso qualcosa ma dall’interesse di muoversi. Si progetta un esperimento per mostrare l’effetto di qualcosa Si progetta un esperimento per vedere se un’idea deve essere modificata Ci si muove sempre in una direzioneCi si muove intorno senza scopo o direzione Si dice: “so cosa sto cercando”Si dice: “sto cercando, ma non so cosa sto cercando fino a che non l’avrò trovata” Si è analitici. All’asserzione “Ulisse è stato un ipocrita” si risponde “Non è vero, Ulisse non è stato un ipocrita” Si è provocanti. All’asserzione “Ulisse è stato un ipocrita” si risponde “Molto interessante, come sei arrivato a questa conclusione?” La soluzione dei problemi Il gruppo

13 Modalità decisionaliTempo richiestoQualità della decisione Soddisfazione dei membri Responsabilità dei membri Autoritariabrevescarsabassascarsa Attraverso espertibrevebuonabassascarsa Attraverso consultazione individuale dei membri variabile (dipende dal nr dei membri) discretabassascarsa Autoritaria dopo una discussione di gruppo per lo più lungo buonadiscreta (per chi sente di aver esercitato influenza) scarsa Lasciata ad una minoranzabrevebuona/discretascarsa Per votazione e maggioranza brevebuona/discretascarsa Attraverso la ricerca del consenso lungobuonaalta Il processo decisionale Il gruppo

14 Modalità di formazione: -Per scelta casuale -Per scelta casuale secondo un criterio di stratificazione -Per scelta dell’insegnante -Per auto-selezione degli studenti Formazione di gruppi eterogenei L’insegnante

15 -Competenze e comportamenti utili alla formazione del gruppo (muoversi senza fare rumore, parlare sottovoce, non spostarsi dal gruppo, non monopolizzare gli interventi …) -Competenze e comportamenti per migliorare il funzionamento del gruppo (ascoltare e condividere, fare domande, incoraggiare la partecipazione, chiedere aiuto, stimolare chi è demotivato..) -Competenze e comportamenti cognitivi per una migliore elaborazione dei contenuti ( riassumere, correggere, sottolineare l’importanza di alcuni aspetti..) -Competenze e comportamenti che stimolano un ulteriore approfondimento (sapere criticare le idee senza criticare le persone, sapere differenziare idee e ragionamenti, formulare domande che approfondiscano, richiedere di giustificare affermazioni..) Insegnamento diretto delle competenze L’insegnante

16 MONITORING: il controllo durante -Scegliere le competenze che devono essere osservate -Decidere se svolgere l’osservazione da solo o con uno studente -Decidere come svolgere l’osservazione, se e quando intervenire e la valutazione da attribuire alla sua applicazione -Predisporre una scheda di osservazione PROCESSING: il controllo ex-post Può essere svolto utilizzando i dati dell’insegnante e/o osservatore oppure in gruppo senza le osservazioni dell’insegnante, sempre con la predisposizione di una scheda Controllo: monitoring e processing L’insegnante

17 In genere devono essere valutati il miglioramento ed il progresso nelle competenze sociali. Il cooperative learning privilegia la valutazione individuale, perché se è vero che il compito è svolto in gruppo, il gruppo è sempre strumento di mediazione dell’apprendimento individuale e l’individuo al suo interno deve mantenere le sue peculiarità e conseguire i suoi miglioramenti. Valutazione: individuale e di gruppo L’insegnante

18 Nel cooperative learning l’insegnante esperto, rispetto a quello che insegna a tutta la classe, è colui che sa attivare, organizzare, orientare verso il compito le risorse presenti negli studenti. Una condizione di buona collaborazione, un rispetto reciproco, la capacità di superare positivamente i conflitti oltre che controllare e sviluppare sia quantitativamente che qualitativamente l’apprendimento degli studenti predisponendo esperienze e percorsi idonei, promuovendo la solidarietà e l’aiuto reciproco tra i migliori e quelli che si trovano in difficoltà. Le competenze dell’insegnante L’insegnante


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