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Corso Writing Theatre U2.2 - Teatro educativo TEATRO E DISAGIO Modulo 2.

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Presentazione sul tema: "Corso Writing Theatre U2.2 - Teatro educativo TEATRO E DISAGIO Modulo 2."— Transcript della presentazione:

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2 Corso Writing Theatre U2.2 - Teatro educativo TEATRO E DISAGIO Modulo 2

3  OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Il teatro e l’educazione sono due realtà aventi finalità comuni: da un lato la pedagogia pone al centro dell’azione educativa la persona con tutte le sue potenzialità da sviluppare; dall’altro il teatro persegue lo stesso obiettivo attraverso attività che stimolano lo sviluppo della creatività e la comunicazione. Il Teatro Educativo è un percorso formativo che si realizza attraverso le pratiche del laboratorio teatrale e al centro del quale sta una persona in fase di crescita o trasformazione. L'esperienza teatrale ha come obiettivo l'individuo, ma avviene nella relazione; è un’occasione per la conquista di sé, ma anche uno spazio in cui si costruiscono rapporti significativi volti a rinforzare l'identità di gruppo, a stimolare la conoscenza reciproca, la condivisione, la cooperazione, la valorizzazione dell’eterogeneità. E’ un percorso individuale in un lavoro di gruppo.

4 ARGOMENTI SPECIFICI  Le Teorie di Richard Courtney, Gavin Boltom, Peter Slade  Laboratorio teatrale come risorsa psicopedagogica  L'educazione per un mondo nuovo di Maria Montessori  La centralità della personaggio  Apprendere ad apprendere

5 Le Teorie di Richard Courtney, Gavin Boltom, Peter Slade Richard Courtney fu insegnante di teatro, teorico teatrale, studioso ed esperto internazionale nelle rappresentazioni teatrali per l’infanzia. Nasce a Newmarket, in Inghilterra, il 4 giugno 1927. La sua opera analizza le figure della comunicazione, sviluppando una tesi riassumibile nel principio: la conoscenza si forma attraverso le percezioni, che si rappresentano attraverso immagini mentali. Sulla base di queste immagini si formano quei modelli di pensiero che ci permettono di sognare, ricordare, vivere e immaginare. Ma non solo: i nostri schemi di pensiero si trasformano in azioni che si manifestano nel comportamento.

6 Le tecniche teatrali possono diventare il modo per trasformare gli elementi percettivi in strumenti cognitivi attraverso dei simboli. Le tecniche di espressione teatrali hanno, come ogni altra forma di espressione, innanzitutto un ruolo sociale. La formazione dell’individuo si realizza attraverso un rapporto dialettico tra conoscenza e azione drammatica, il teatro ha quindi un ruolo specifico nella creazione dell’intelligenza e del comportamento. Le Teorie di Richard Courtney, Gavin Boltom, Peter Slade

7 Gavin Bolton, attualmente è Professore presso l'Università di Victoria in British Columbia, e insegna anche alla New York University e alla University of Central England a Birmingham. Bolton sottolinea le essenziali differenze e le similitudini tra il dramma e il teatro per ciò che riguarda il modo e la struttura. Per modo egli intende la qualità del comportamento di ogni partecipante consapevolmente coinvolto in qualche forma di finzione. Le Teorie di Richard Courtney, Gavin Boltom, Peter Slade

8 Egli sostiene, inoltre, che ci sono adeguate circostanze - nei giochi dei bambini, nel dramma creativo degli studenti e nelle performance teatrali - dove la modalità di recitare, in termini di impostazione mentale e di intenzioni, è talmente complessa da giustificare una continuità di modi piuttosto che l’appartenenza a distinte categorie. Le Teorie di Richard Courtney, Gavin Boltom, Peter Slade

9 Perter Slade è stato un antesignano nel campo del Teatro per i bambini. Fu tra i primi a parlare di drammaterapia e nel 1964 è stato scelto per presiedere la sezione Creative Drama presso l’International Children's Theatre Conference a Londra. Secondo l’autore, la drammaterapia ha un ruolo fondamentale nella formazione di una rinascita spirituale della nostra società. Le Teorie di Richard Courtney, Gavin Boltom, Peter Slade

10 Il Laboratorio teatrale come risorsa psicopedagogica Fare teatro per i ragazzi significa realizzare una concreta "metodologia" interdisciplinare, che attiva i processi simbolici del discente e potenzia e sviluppa la molteplicità interattiva delle competenze e delle abilità connesse sia con la comunicazione "globale" sia con il pensiero. Inoltre, il teatro rispetto alle altre forme artistiche, possiede un importante aspetto pedagogico che consiste nella possibilità di rappresentare i sistemi di vita e i "valori" di culture diverse dalla nostra.

11 Il laboratorio teatrale è una forma interattiva di linguaggi diversi: verbale, non verbale, mimico, gestuale, prossemico, prosodico, iconico, musicale. Grazie a questa poliedricità, si configura come un prezioso strumento formativo, multidisciplinare e interdisciplinare; insostituibile strumento di attivazione simbolico-semiotica, emotiva, dinamico-relazionale, culturale ed interculturale del discente. L'idea di laboratorio teatrale non si riferisce solamente al momento finale della rappresentazione, ma anche e soprattutto all'iter dei processi che conducono alle forme rappresentative della realtà. Il Laboratorio teatrale come risorsa psicopedagogica

12 L'istanza fondamentale del laboratorio teatrale è innanzitutto rivolta a stimolare il discente all'acquisizione di una metodologia critica, ponendolo dinanzi ad un testo (di qualsiasi genere) con l'atteggiamento di chi deve interpretare e ricostruire creativamente i materiali a disposizione. La scelta del teatro come mezzo d'intervento è motivata dalla peculiarità stessa del linguaggio specifico della scena, che implica l’adottare un procedimento di interpretazione e "ritestualizzazione" del materiale di partenza e conduce all'acquisizione di un metodo utilizzabile anche oltre il campo consueto della drammaturgia e della letteratura in genere. Il Laboratorio teatrale come risorsa psicopedagogica

13 Il laboratorio teatrale può rappresentare non solo i tratti "visibili" delle culture, ma anche quelli non immediatamente percepibili come i miti, le credenze, il senso comune, la visione del mondo. In quest'ottica, fare teatro significa "ricreare" significati culturali non solo tramite le parole, ma anche attraverso la mimica, il gesto, l'ironia, e la stessa dimensione spazio-tempo. Quindi, a livello pedagogico, il mezzo teatrale appare insostituibile per educare al rispetto e alla tolleranza della diversità. Il Laboratorio teatrale come risorsa psicopedagogica

14 L'educazione per un mondo nuovo di Maria Montessori Maria Montessori (1870 – 1952) è stata una pedagogista, filosofa, medico, scienziata. Ma soprattutto fu un’educatrice che fondò il metodo pedagogico che da lei prende il nome. La Montessori sviluppò tutto il suo pensiero pedagogico partendo da una costruttiva critica della psicologia scientifica affermatasi nei primi anni del secolo. Presupposto indispensabile per realizzare una scuola montessoriana, è quello della massima fiducia nell’interesse spontaneo del bambino, nel suo impulso naturale ad agire e conoscere.

15 Infatti, se posto in un ambiente adatto, scientificamente organizzato e preparato, ogni bambino, seguendo il proprio disegno interiore di sviluppo e i suoi istinti-guida, accende naturalmente il proprio interesse ad apprendere, a lavorare, a costruire, a portare a termine le attività iniziate, a sperimentare le proprie forze, a misurarle e controllarle. Aiutami a fare da solo non è uno slogan pedagogico, ma una domanda ‘scientifica’ posta dalla natura stessa del bambino. Il compito dell’educatore è quello di liberare il bambino da ciò che ostacola il disegno naturale del suo sviluppo. L'educazione per un mondo nuovo di Maria Montessori

16 Il lavoro organizzato è la dimensione pratica nella quale vivono e si realizzano i due presupposti scientifici che sostengono le ragioni e la necessità del metodo Montessori. Il primo riguarda il bambino, la sua natura che gli ‘comanda’, attraverso spinte interiori e impulsi profondi, di realizzare il proprio sviluppo psichico, il quale, quindi, non avviene a caso né ha origine da stimoli esterni: certamente il bambino deve essere esposto all’ambiente alle cui spese si sviluppa; ma se l’ambiente è necessario affinché il bambino agisca e incarni se stesso, la propria creazione psichica e mentale è il risultato di una ‘volontà interna’, di un misterioso segreto vitale. L'educazione per un mondo nuovo di Maria Montessori

17 “In questi rapporti sensitivi tra il bambino e l’ambiente, sta la chiave che può aprirci al fondo misterioso in cui l’embrione spirituale compie i miracoli della crescenza”. L'educazione per un mondo nuovo di Maria Montessori

18 Il secondo presupposto afferma che i bambini hanno una forma mentale propria e diversa dall’adulto. E’ la mente inconscia e assorbente, creatrice della natura dell’uomo e della sua cultura: movimento, linguaggio, pensiero, amore. Per il solo fatto di vivere il bambino impara, o meglio, assorbe e fa suo tutto ciò che l’ambiente offre alla sua attenzione, trasformandolo in cultura e civiltà e assicurando così la continuità storica dell’umanità. L'educazione per un mondo nuovo di Maria Montessori

19 La centralità della personaggio Essere qualcosa di diverso da quello che si è, permette di entrare in processi e regole nuove di creazione. “Il laboratorio è un mezzo per dotare di ogni tipo di strumenti espressivi gli alunni, con il fine di facilitare il loro stesso sviluppo e per aiutarli a superare e rendere più ampi i propri limiti”. (Fernando Bercebal, Drama. Un estadio intermedio entre juego y teatro, Ed. Ñaque, Ciudad Real Editora, 1995) Il teatro, dunque, attraverso le sue origini rituali e ludiche, elabora i vissuti di disagio vissuti da chi si accinge a creare il personaggio e lo fa percorrendo meccanismi come la catarsi, l’imitazione, la produzione simbolica.

20 Apprendere ad apprendere Le capacità di apprendimento sono solo in minima parte delle abilità innate, e normalmente si esprimono in ciascun di noi al di sotto delle nostre reali potenzialità. Ciò accade perché ci si ferma per lo più ad abitudini disfunzionali acquisite nel tempo, a credenze limitanti, e, soprattutto, a scarsa auto-consapevolezza. L’obiettivo, quindi, deve essere quello di migliorare tali capacità. Come? Attraverso un percorso di self-empowerment, in grado di accompagnare alla conoscenza e al pieno sviluppo di esse, con il fine di prendere coscienza del modo in cui si apprende e poterlo quindi a migliorare, per poi valorizzare e sviluppare la propria creatività, sperimentare nuove strategie, risvegliare la curiosità e l’attitudine a porsi domande.


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