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Università degli Studi di Catania Facoltà di Scienze Politiche A. A

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Presentazione sul tema: "Università degli Studi di Catania Facoltà di Scienze Politiche A. A"— Transcript della presentazione:

1 Università degli Studi di Catania Facoltà di Scienze Politiche A. A
Università degli Studi di Catania Facoltà di Scienze Politiche A.A Sociologia della comunicazione a cura di Graziella Priulla e Mariaeugenia Parito

2 Modulo I Codici e linguaggi

3 Argomenti Definizioni e assiomi generali Tipi di comunicazione
Caratteri della comunicazione Comunicazione verbale e non verbale Elementi della comunicazione

4 Le discipline della comunicazione
E’ solo a partire dalla metà del ‘900 che la comunicazione viene assunta come oggetto di studio autonomo da parte di discipline specifiche. La teoria dell’informazione fornisce gli strumenti per misurare l’informazione trasmessa; L’informatica studia i metodi e le tecniche di elaborazione automatica dell’informazione e della comunicazione; La semiotica (scienza dei segni) studia i fondamenti dei processi di comunicazione e la natura dei linguaggi;

5 Le discipline della comunicazione
La massmediologia studia i mezzi di comunicazione di massa e il loro rapporto con la sfera sociale e culturale; La linguistica (che ha origini più remote) studia il linguaggio verbale e le sue manifestazioni nelle lingue naturali; La narratologia analizza l’attività di raccontare e comprendere storie. L’elenco potrebbe continuare, fino a comprendere molte branche delle discipline psicologiche e alcune specializzazioni della politologia (ad esempio, l’analisi del linguaggio politico).

6 Alcuni concetti centrali…
Significazione: - condizione di ricchezza di senso Informazione: - trasmissione di segni - riduzione d’incertezza Comunicazione: - lavoro di produzione e di percezione di senso

7 Alcuni assiomi della comunicazione (Watzlawick)
- Non si può non comunicare - In ogni comunicazione ci sono aspetti verbali e aspetti non verbali - In ogni comunicazione c’è un aspetto di contenuto e un aspetto di relazione

8 Tipi di comunicazione Per frequenza : - discontinua, episodica;
- seriale, abituale - continua, routinizzata Per estensione: - extrapersonale (meccanica, tecnologica); - intrapersonale (interiore); - interpersonale: - binaria - di gruppo - globale.

9 Caratteristiche del processo comunicativo
- La comunicazione è un processo circolare: gli eventi non hanno andamento lineare, ma ciascuno fa parte di un continuum in cui ogni segmento è effetto dello stimolo e stimolo alla fase successiva. - Gli scambi di comunicazione sono simmetrici o complementari: simmetrici quando gli attori tendono a un rapporto paritetico(es. medico/medico); complementari quando uno dei soggetti assume una posizione superiore e invita l’altro ad assumere la posizione inferiore (es. medico/paziente).

10 Comunicazione interpersonale
Nella comunicazione tra le persone si utilizzano - messaggi verbali: ciò che si dice; - messaggi paraverbali: modulazioni della voce, inflessioni, pause, ritmi - messaggi non verbali: distanze contatti corporei posture e movimenti gestualità espressioni del volto sguardi abbigliamento, trucco

11 Caratteri distintivi Comunicazione non verbale Comunicazione verbale
- in gran parte inconsapevole, non intenzionale e non controllabile - fornisce informazioni sul soggetto che la esprime - è ambigua - è fondamentale nelle relazioni Comunicazione verbale - consapevole e intenzionale - fornisce informazioni sugli argomenti espressi - è poco rilevante nelle relazioni

12 Prossemica: lo spazio fisico della comunicazione
Le persone comunicano con il modo di gestire lo spazio. Elementi da considerare: - la distanza tra gli interlocutori - l’orientazione (la posizione reciproca delle persone) - il modo di muoversi nell’ambiente - l’organizzazione dello spazio e degli oggetti

13 La prossemica: le distanze che comunicano
La distanza che le persone assumono è indice dei loro rapporti sociali e dei loro sentimenti reciproci. Può essere (E.Hall) - intima - personale - sociale - pubblica

14 La cinesica: comunicare con i gesti
Categorie di gesti: - emblematici (emessi intenzionalmente, spesso convenzionali) - illustratori ( a commentare il linguaggio verbale) - regolatori ( a sincronizzare gli interventi) - indicatori ( di stati d’animo) - adattatori (a regolare la propria posizione rispetto ad altre persone o agli oggetti)

15 Condizioni emotive e gestualità
Inibizione: movimenti di ritiro-stereotipati-immotivati Depressione: movimenti scarsi-evitanti-nascosti-lenti-ritratti Euforia: movimenti rapidi-ostentati-enfatici-bruschi Ambivalenza: movimenti oscillatori Ansietà: movimenti irrequieti-agitati-tormentati

16 Espressioni del volto Indicano:
caratteristiche della personalità (tipiche e costanti) emozioni (entro 7 tipi principali: felicità, sorpresa, interesse, paura, tristezza, disgusto, collera) reazioni di interattività (alla comunicazione altrui o al contesto)

17 Lo sguardo Diretto Indiretto, sfuggente
Alla fine di un’espressione altrui = rinforzo Durante espressioni proprie = enfatizzazione Mentre si pongono domande = invito alla confidenza Prolungato = gradimento, invito oppure minaccia Indiretto, sfuggente Segnala ansia, imbarazzo, insincerità, paura

18 Anche la comunicazione non verbale si apprende Differenze culturali
Alcuni esempi: Espressioni del viso: i giapponesi le controllano, ad esempio usano la risata per nascondere rabbia o dolore I popoli mediterranei manifestano più liberamente le emozioni. Distanza: i popoli nordici parlano a distanza maggiore rispetto agli altri. Sguardo: due arabi che conversano si guardano di più rispetto a due inglesi o due americani. Contatto: gli arabi ( e in parte gli italiani e altri popoli mediterranei) si toccano mentre discutono.

19 Elementi della comunicazione Modello informazionale (modello Shannon – Weaver, 1949)
Codifica Decodifica Emittente Messaggio Canale Messaggio Ricevente Rumori Codice

20 Elementi della comunicazione (modello di Jakobson, 1966)
Contesto Codifica Decodifica Emittente Messaggio Canale Messaggio Ricevente Rumori Codice Referente

21 Per Jakobson L’emittente invia al destinatario (o ricevente) un messaggio organizzato attraverso un codice che permette al primo di codificarlo e al secondo di decodificarlo. Perché la trasmissione abbia luogo è necessario un canale di collegamento, attraverso cui si crea un contatto. La comunicazione è inserita in una realtà fisica, sociale e culturale che viene detta contesto. L’oggetto cui il messaggio si riferisce è il referente. Il destinatario diventa a sua volta emittente di una risposta, che viene definita feedback.

22 Il contesto Luogo (casa, scuola, strada, ecc.)
E’ determinato da Luogo (casa, scuola, strada, ecc.) Tempo (climatico e sociale) Situazione (familiare, amicale, professionale, ecc.) Ruoli (madre/figlia, insegnante/studente, ecc.) Persone (comportamenti, abitudini, ecc.)

23 Emittenti e riceventi Variano a seconda del tipo di comunicazione:
dalla situazione diadica (uno a uno) o di gruppo (uno a pochi) della comunicazione interpersonale (anche tecnologizzata), alla situazione moderna dei mezzi di comunicazione di massa (da un’organizzazione a molti).

24 Comunicazione delegata
Trasformazioni Nelle comunicazioni di massa emittenti e riceventi vengono “ trasformati” in vario modo Comunicazione delegata Un messaggio può contenere una rappresentazione sia dell’emittente che del destinatario E.reale E.rappresentato R.rappresentato R.reale Modelli In ogni messaggio è implicita un’idea di emittente e un’idea di destinatario E.reale E.modello R.modello R.reale

25 Il codice =un insieme di corrispondenze tra
Il piano dell’espressione: Il significante (concreto, sensibile) Nel semaforo: luce rossa Il piano del contenuto: Il significato (astratto, pensabile) Nella nostra coscienza: vietato passare

26 Tipi di codici Chiusi Aperti
Ad un significante corrisponde uno e un solo significato Es. codice della strada Aperti Ad un significante può corrispondere un numero variabile di significati Ogni significato può avere più significanti Es. lingua italiana

27 L’intreccio dei codici
Ad esempio, immagine e scrittura Un messaggio linguistico che conviva con un messaggio visivo può servire a - selezionare: quale parte dell’immagine è più pertinente? - aggiungere: un nuovo significato all’immagine - combinare: l’unione crea un nuovo significato che i due significanti isolatamente non possedevano.

28 Campi disciplinari Un codice può essere analizzato da tre punti di vista: sintattico: studio delle relazioni e delle combinazioni di un segno con l’altro semantico: studio delle relazioni tra segni e referenti pragmatico: studio delle relazioni tra i segni e il contesto (interlocutori e ambiente)

29 Che cos’è un segno? (Tommaso D’Aquino:“qualcosa a noi manifesto che ci conduce a qualcosa di nascosto”) Per De Saussure È l’unione di un significante e di un significato Per Peirce Ha tre facce: il veicolo segnico, il senso e il referente

30 Tipi di segni Rispetto al rapporto con l’oggetto di riferimento Peirce propone di dividere i segni in - Indicali: rapporto di contiguità o di causalità con ciò di cui si parla - Iconici: rapporto di somiglianza con ciò di cui si parla - Simbolici: rapporto culturale (convenzionale, arbitrario) con ciò di cui si parla

31 Livelli di decodifica dei segni
Significato denotativo: principale, o centrale; in genere collettivo Es. casa=abitazione umana Significato connotativo: aggiunta ulteriore; in genere personale, spesso emotiva Es. casa= calore, affetti

32 Codifica (elaborazione del messaggio) e decodifica (interpretazione del messaggio)
Possono essere discordanti per: assenza di codice comune disparità di codici e sottocodici interferenze circostanziali delegittimazione dell’emittente assenza di volontà di comunicare

33 Tipi di linguaggi Analogico Significanti continui
Spesso in rapporto di somiglianza Vi passa l’aspetto della relazione Digitale (o numerico) Significanti discreti In rapporto convenzionale Vi passa l’aspetto del contenuto

34 La comunicazione umana (P.Watzlawick, 1967)
Gli esseri umani comunicano sia in maniera digitale che in maniera analogica. Il linguaggio digitale ha una sintassi logica assai complessa e di estrema efficacia, ma manca di una semantica adeguata al piano della relazione. Il linguaggio analogico ha la semantica ma non ha una sintassi adeguata per definire in modo non ambiguo la natura delle relazioni.

35 Pensare per immagini, pensare per parole ELABORAZIONE dell’emittente
CODIFICA ELABORAZIONE del ricevente SISTEMA LINGUISTICO - VERBALE sequenziale (successiva – temporale) digitale uditiva - sequenziale SISTEMA PER IMMAGINI simultanea (contemporanea - spaziale) analogica visiva - simultanea

36 La lingua E’ forma della comunicazione verbale umana, che si realizza presso una comunità spazio-temporalmente definita. Ha una realtà insieme psicologica e sociale, in grado di consentire l’espressione del pensiero e la sua comunicazione ad altre persone. Nella sua realizzazione produce atti (parlati o scritti). L’insieme strutturato degli elementi e delle regole per il suo uso corretto consente il doppio itinerario dal testo al senso e dal senso al testo.

37 Funzioni della comunicazione (per Jakobson)
Emotiva (o Espressiva) – centrata sull’emittente Conativa – centrata sul ricevente Referenziale – centrata sul significato Fàtica – centrata sul contatto Metalinguistica – centrata sul codice Poetica – centrata sul significante

38 Un esempio: la pubblicità
Funzioni (spesso coesistenti) espressiva: l’azienda espone aspetti di sé e del prodotto fàtica: si scelgono canali e orari adeguati, musiche e testimonial identificativi, ecc. poetica: la gradevolezza del messaggio referenziale: le caratteristiche del prodotto conativa: si cerca di convincere a comprare metalinguistica: alcuni elementi indicano che il messaggio è pubblicitario

39 La comunicazione è un processo cooperativo
Comunicare è un’attività che postula delle precondizioni: motivazioni e disponibilità competenze : abilità conoscenze presupposizioni (quello che viene dato per scontato e non è esplicitato) : semantiche valoriali pragmatiche

40 Processo / sistema Ogni elemento di una comunicazione si pone all’intersezione di due assi: l’asse del processo (o del sintagma), costituito dagli elementi che gli sono contigui, ossia lo precedono e lo seguono (ad es., nel linguaggio culinario, primo piatto-secondo piatto-frutta-dolce) l’asse del sistema (o del paradigma), costituito dagli elementi che gli sono funzionalmente simili e tra cui si sceglie, secondo una ramificazione: nell’esempio riso (in bianco o col ragù?) pasta (come?)-minestra (come?).

41 Comunicazione = inferenza
Comunicare significa offrire indizi al nostro interlocutore e trarre inferenze dagli indizi che lui offre. E’ un processo implicito e veloce, per cui in genere ci fondiamo su: - il contesto - ciò che sappiamo dell’interlocutore - ciò che sappiamo delle sue conoscenze - ciò che pensiamo lui pensi di noi.

42 Anche l’ascolto è attivo
Il ricevente compie un lavoro, la cui qualità rende più o meno “buono” l’ascolto. Alcune regole: quel che percepisci dipende dal tuo punto di vista. Per riuscire a vedere il tuo punto di vista, devi cambiare punto di vista. Se vuoi comprendere quel che un altro sta dicendo, devi assumere che ha ragione e chiedergli di aiutarti a vedere le cose dalla sua prospettiva. Le emozioni sono strumenti conoscitivi fondamentali. Informano non su ciò che si vede, ma su come si guarda. Un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili. Un buon ascoltatore è capace di autoironia.

43 Il feed – back = retroazione
Può essere considerato un fattore di controllo della comunicazione, perché consente di verificare l’effetto che i messaggi producono su chi li riceve. Il feed-back positivo è un messaggio di conferma: “tu esisti e sono d’accordo con te” Il feed-back negativo è un messaggio di negazione o di critica: “tu esisti, ma non sono d’accordo con te” La disconferma è un tipo patologico di comunicazione perché risponde senza prendere in considerazione l’altro. In sostanza significa: “tu non esisti”

44 La punteggiatura Il diverso modo di “scandire” una stessa sequenza di eventi è alla radice di molti conflitti comunicativi e di incomprensioni. Se la comunicazione è un processo circolare, sono gli interlocutori che attribuiscono valore di inizio a un punto qualunque del processo comunicativo. La scelta può non coincidere. (es., moglie e marito: “brontolo perché tu non mi ascolti mai”; “non ti ascolto perché brontoli sempre”.)

45 La teoria degli atti comunicativi (J.Austin, 1962; J.Searle, 1969)
Il significato del linguaggio sta nel suo uso. Attraverso il linguaggio gli individui non producono principalmente una descrizione del mondo, ma compiono un’azione all’interno del mondo.

46 Atti comunicativi Attraverso un enunciato si può
- asserire qualcosa : atto locutivo = dire - compiere un’azione : atto illocutivo =fare - ottenere un effetto : atto perlocutivo = influire

47 Strategie enunciative
Il soggetto dell’enunciazione può - manifestarsi come tale - occultarsi per - dare l’impressione dell’oggettività - prendere le distanze dall’enunciato


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