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LE VARIABILI NOMINALI: LA MONETA, I PREZZI E L’INFLAZIONE

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Presentazione sul tema: "LE VARIABILI NOMINALI: LA MONETA, I PREZZI E L’INFLAZIONE"— Transcript della presentazione:

1 LE VARIABILI NOMINALI: LA MONETA, I PREZZI E L’INFLAZIONE
Part 2 Capitoli 4 e 19 meb

2 Cosa faremo Continuiamo l’analisi di lungo periodo dell'inflazione
Ipotesi di base: prezzi flessibili, mercati in equilibrio, offerta inputs produttivi data Le cause dell'inflazione Gli effetti dell'inflazione Costi e benefici dell'inflazione

3 Il Signoraggio Per spendere senza alzare le tasse o emettere debito pubblico, il governo (tramite la banca centrale, se quest’ultima non è indipendente) può stampare moneta. Il vantaggio che si ricava dallo stampare moneta è detto signoraggio. Nel Medioevo i signori battevano moneta per i propri feudi, trattenendo parte del metallo prezioso usato per coniare la moneta stessa, sfruttando il fatto che erano loro stessi a battere moneta. Introduction of abbreviation “govt” for “government” It’s quicker and easier for students to write “govt” in their notes. In the U.S., seigniorage accounts for only about 3% of total government revenue. In Italy and Greece, seigniorage has often been more than 10% of total revenue. In countries experiencing hyperinflation, seigniorage is often the government’s main source of revenue, and the need to print money to finance government expenditure is a primary cause of hyperinflation. See Case Study on p.93 “Paying for the American Revolution.” 3

4 Oggi per “signoraggio” si intende la possibilità che governo/banca centrale hanno di aumentare il reddito nazionale semplicemente stampando moneta. Però, dalla TQM, se l’offerta di moneta cresce “troppo” (più del reddito reale), allora si crea inflazione. La tassa da inflazione: stampare troppa moneta crea inflazione; si parla di tassa in quanto l'inflazione è una vera e propria tassa su chi detiene moneta.  l’inflazione è un’imposta sul detenere moneta, in quanto riduce ilpotere d’acquisto (e la ricchezza reale) di tutti coloro che detengono moneta

5 Perché inflazione è una tassa?
Se ho in tasca una banconota da 100 E., e il livello dei prezzi è 5, il potere d’acquisto in termini di beni di tale banconota (saldi monetari reali, M/P) è 100/5=20 Se dopo un anno è P=5,5 [per cui l’inflazione – la variazione percentuale dei prezzi - è il 10%, cioè (5,5-5)/5=0,1], il potere di acquisto della stessa banconota da 100 euro si è ridotto, essendo ora pari a 100/5,5= 18,2. L’inflazione erode il potere d’acquisto della moneta.

6 Il signoraggio Stati Uniti: signoraggio 3% delle entrate dello Stato.
Italia: fino al 10% in passato Un ricorso eccessivo al signoraggio quale forma di entrate per lo stato è pericoloso perché genera inflazione e anche ... iperinflazione. L’inflazione prodotta da un aumento incontrollato dell’offerta di moneta influisce anche sul valore reale delle entrate da signoraggio, per cui il governo, per mantenere inalterata la propria spesa, deve stampare sempre più banconote Macroeconomia - Clega -M. Marzo

7 LEGGENDE METROPOLITANE
Da qualche anno si sentono “teorie” che considerano il signoraggio una “truffa miliardaria” che le banche centrali, i governi e le banche private perpetrerebbero ai danni dei cittadini. Tale “teoria” si basa sul fatto che stampare materialmente una banconota che vale 100 E. costa magari meno di 0,1 E. Per i sostenitori di tale posizione, le banche centrali realizzano quindi un profitto pari a 99,9 E. (=100-0,1) per ciascuna banconota stampata. …e quindi basterebbe stampare nuova moneta e regalarla per fare diventare tutti più ricchi.

8 In realtà... La BC decide di stampare DM (p.e. 100 E.), ma non può fare regali (ha un bilancio). Politica monetaria: se e quanto DM. La BC presta alle banche DM in cambio di titoli, ad un dato tasso di interesse (attualmente il tasso è 0,05%). Alla scadenza del prestito, le banche restituiscono a BC M(1+i) e si riprendono i titoli dati in garanzia. Il “profitto” per BC non è la differenza tra il valore facciale della banconota e il costo di produzione ma il tasso di interesse al quale BC presta i soldi. Questo profitto viene utilizzato per le spese di funzionamento della BC ed, eventualmente, distribuito agli azionisti.

9

10 Ricordiamo ancora l’equazione di Fisher
Se vado in banca e deposito la somma 1 su un conto corrente che mi frutta un tasso di interesse nominale annuale i, quale è il tasso di interesse reale r che effettivamente incasso dopo un anno? Per computarlo, devo scontare il montante (capitale + interesse nominale) che ottengo dopo un anno di deposito con il tasso di inflazione che occorrerà nell’arco di quell’anno. Quindi, applico la seguente formula: L’approssimazione logaritmica suggerisce che: Questa è l’equazione di Fisher, che ci mostra che le variazioni del tasso di interesse nominale tendono ad essere spiegate nel lungo periodo da variazioni del tasso di interesse reale e/o da variazioni del tasso di inflazione. This is probably review, if your students have taken an introductory course in economics. 10

11 L’effetto Fisher In realtà, abbiamo già visto che:
nel lungo periodo, r = r , ossia è determinato dall’equilibrio sul mercato dei fondi mutuabili (S = I ) la TQM suggerisce che il tasso di crescita della quantità di moneta determina in tasso di inflazione l’equazione di Fisher indica il legame esistente tra tasso di interesse nominale, tasso di interesse reale, ed inflazione. Quindi (i), (ii) e (iii) segnalano che un aumento dell’inflazione dell’1% - causato dall’aumento dell’1% del tasso di crescita della moneta- comporterà una variazione di lungo periodo della stessa percentuale del tasso di interesse nominale. Questa relazione diretta tra inflazione e tasso d’interesse nominale è l'effetto Fisher. Note that S and I are real variables. In chapter 3, we learned about the factors that determine S and I. These factors did not include the money supply, velocity, inflation, or other nominal variables. Hence, in the classical (long-run) theory covered here in Chapter 4, changes in money growth or inflation do not affect the real interest rate. This is why there’s a one-for-one relationship between changes in the inflation rate and changes in the nominal interest rate. (Again, the Fisher effect does not imply that the nominal interest rate equals the inflation rate. It implies that changes in the nominal interest rate equal changes in the inflation rate, given a constant value of the real interest rate.) 11

12 Tasso di interesse nominale
The data are consistent with the Fisher effect: inflation and the nominal interest rate are very highly correlated. However, they are not perfectly correlated, which absolutely does not invalidate the Fisher effect. Over time, the saving and investment curves move around, causing the real interest rate to move, which, in turn, causes the nominal interest rate to change for a given value of inflation. About the data: The inflation rate is the percentage change in the CPI from 12 months earlier. The nominal interest rate is the 3-month Treasury bill rate in the secondary market. Data obtained from inflazione 12

13 Confronto internazionale
Georgia Romania Tasso di interesse nominale Zimbabwe Turkey Brazil Israel Kenya Source: same as textbook Each variable is measured as an annual average over The nominal interest rate is the rate on short-term government debt. U.S. Ethiopia Germany Tasso di inflazione 13

14 Le relazioni tra Y, i, r e 
Supponete: V costante, M cresce al 5% per anno, Y cresce al 2% per anno, e r è pari al 4% per anno. a. Qual è il tasso di interesse nominale i? b. Se la Banca Centrale aumenta il tasso di crescita dell’offerta di moneta di 2 punti percentuali all’anno, di quanto cambia i ? c. Se invece il tasso di crescita del reddito reale si dimezza, cosa succede a  ? Cosa deve fare la BCE se vuole tenere  costante nel tempo? This exercise gives students an immediate application of the Quantity Theory of Money and the Fisher effect. The math is not difficult.

15 Utilizziamo il modello di equilibrio di lungo periodo e la TQM
Con V costante, se M cresce del 5% annuo, Y del 2% e r del 4%,...(valori percentuali) a. dalla TQM, M/M=  P/P+  Y/Y si ha  = 5- 2 = 3 e quindi i = r +  = = 7. Ora è:  = (5+2) -2 = 7-2 = 5. Utilizzando la relazione di Fisher,  i = +2 (i aumenta dello stesso ammontare di cui è cresciuto il tasso di crescita della moneta o l’inflazione). Quindi: i = r+ = 4+5 = 9 = i+ii = 7+2. Se la BC non fa nulla,  = 5-1 = 4 e quindi   =+1. Per impedire l'aumento dell'inflazione, la BC deve ridurre il tasso di crescita della moneta di un punto percentuale (cioè di quanto si è ridotta la crescita reale):  =4-1 = 3; solo così =0 . Answers---the details: a. First, we need to find . Constant velocity implies  = (M/M) - (Y/Y) = = 3. Then, i = r +  = = 7. b. Changes in the money growth rate do not affect real GDP or its growth rate. So, a two-point increase in money growth causes a two-point increase in inflation. According to the Fisher effect, the nominal interest rate should rise by the increase in inflation: two points (from i=7 to i=9). c.  = (M/M) - (Y/Y). If (Y/Y) falls by 1 point, then  will increase by 1 point; the Fed can prevent this by reducing (M/M) by 1 point. Intuition: With slower growth in the economy, the volume of transactions will be growing more slowly, which means that the need for new money will grow more slowly.

16 Complicazioni. 1. Inflazione attesa e realizzata
Nel ragionamento precedente che ci ha permesso di definire l’equazione di Fisher, un’ipotesi è quella di perfetta conoscenza del tasso di inflazione, dal momento del deposito ad un anno dopo il deposito. L’equazione di Fisher è stata perciò costruita con un tasso di inflazione calcolato ex-post, cioè dopo la sua realizzazione. Nella realtà, però, al momento del deposito gli agenti non conoscono l’inflazione , bensì formulano ex-ante una previsione di inflazione E() sulla base delle informazioni che hanno a disposizione fino a quel momento. Il tasso nominale in t non può adeguarsi all’inflazione effettiva in t, dato che non è nota in t, quando viene stabilito i. Correttamente l’equazione di Fisher è: Il tasso di interesse nominale in t varia con l’inflazione attesa in t per t+1. Se gli agenti non si aspettano elevata inflazione, il tasso nominale non cambia e noi possiamo osservare periodi di alta inflazione (inattesa) e tassi nominali contenuti *** ATTENTION *** Mankiw has changed the notation for the expected inflation rate. He is now using the expectation operator E. Old notation from previous edition:  e New notation starting in 7th edition: E When he wrote the new chapter on dynamic aggregate demand and dynamic aggregate supply, he used the expectation operator rather than the “e” superscript. He then decided to go back throughout the whole book and use the expectation operator consistently in all chapters. 16

17 Complicazioni. 1. Inflazione attesa e realizzata
 t+1 =(Pt+1-Pt)/Pt: tasso di inflazione realizzato in t+1, sconosciuto in t, conosciuto solo in t+1. E(t ) =(E(Pt+1)-Pt)/Pt: tasso di inflazione atteso in t per t+1 Quindi due tassi di interesse reali: i t – E(t ) = tasso di interesse reale ex ante, che le persone si attendono per t+1 quando acquistano in t un’obbligazione o contraggono un prestito. it – t+1 = tasso di interesse reale ex post, quello realizzato in t+1, al termine dell'investimento *** ATTENTION *** Mankiw has changed the notation for the expected inflation rate. He is now using the expectation operator E. Old notation from previous edition:  e New notation starting in 7th edition: E When he wrote the new chapter on dynamic aggregate demand and dynamic aggregate supply, he used the expectation operator rather than the “e” superscript. He then decided to go back throughout the whole book and use the expectation operator consistently in all chapters. 17

18 Complicazioni. 2. Moneta come asset finanziario
Nella TQM, la domanda di saldi monetari reali dipende solo dal reddito reale Y e serve solo a permettere le transazioni. Ma nella domanda di moneta entra anche il tasso di interesse nominale: i. Il costo-opportunità di detenere moneta (invece che obbligazioni o altri strumenti che pagano un tasso di interesse). Quindi, i  (M/P)d  . The concept of “money demand” can be a bit awkward for students the first time they learn it. A good way to explain it is to imagine that a consumer has a certain amount of wealth, which is divided between money and other assets. The other assets typically generate some type of income (e.g. interest income in the case of bonds), but are much less liquid than money. There is therefore a trade-off: the more money the consumer holds in his portfolio, the more interest income he foregoes; the less money he holds, the more interest income he makes, but the less liquid is his portfolio. With this for background, a consumer’s “money demand” refers to the fraction of his wealth he would like to hold in the form of money (as opposed to less-liquid income-generating assets like bonds). 18

19 La domanda di moneta (M/P )d = la domanda di moneta reale (non c'è “illusione monetaria”) dipende negativamente da i: un titolo rende, in termini reali, i–E(), la moneta rende –E() (il valore reale della moneta diminuisce in base all’incremento del livello dei prezzi); il costo di detenere moneta e non titoli è la differenza tra i rendimenti (i– –(- =i. Se aumenta i, aumenta il costo di detenere moneta. positivamente da Y : maggiore Y  aumentano gli scambi  serve più moneta. An increase in the nominal interest rate represents the increase in the opportunity cost of holding money rather than bonds, and would motivate the typical consumer to hold less of his wealth in the form of money, and more in the form of bonds (or other interest-earning assets). An increase in real income (other things equal) causes an increase in the consumer’s consumption and therefore spending. To facilitate this extra spending, the consumer will require more money. Thus, the consumer would like a larger fraction of his wealth to be in the form of money (rather than bonds, etc). This might involve redeeming some of his bonds. Or it might simply involve holding the additional income in the form of money rather than putting it into bonds. 19

20 Quando i consumatori domandano moneta, non sanno quale sarà il tasso di inflazione realizzato.
Quindi, il tasso di interesse nominale rilevante per la domanda di moneta è r + E(). 20

21 L'equilibrio sul mercato della moneta
L’offerta di saldi monetari reali La domanda di saldi monetari reali NB: il mercato della moneta NON è quello dei fondi prestabili. Concetti diversi. Per indicare la funzione di domanda di moneta si usa L perchè la moneta principalmente è liquidità 21

22 COSA DETERMINA COSA Variabile (nel lungo periodo)
M esogena (controllata dalla banca centrale) r si aggiusta per avere S = I E() aspettative d'inflazione dipendono da... Y P si aggiusta per garantire Again, it is very important for students to learn the logical order in which variables are determined. I.e., you do not need to know P in order to determine Y. You do need to know Y in order to determine L, and you need to know L and M in order to determine P. 22

23 Come P risponde a variazioni di Y? Come P risponde a variazioni di r?
Come P risponde a variazioni di M? Per dati valori di r, Y, ed E() , anche Md/P è data. Allora una variazione di M comporta il cambiamento di P dello stesso ammontare (come afferma la TQM). Come P risponde a variazioni di Y? Come P risponde a variazioni di r? This slide shows the connection between the money market equilibrium condition and the (simpler) Quantity Theory of Money, presented earlier in this chapter. 23

24 Come P risponde a variazioni dell'inflazione attesa?
Nel lungo periodo, le persone non sbagliano sistematicamente nel prevedere l’inflazione o altre grandezze (aspettative razionali). Quindi, in media E() =  . E() cambia quando famiglie e imprese apprendono nuove informazioni. Es.: C. Kirchner annuncia un aumento del 25% dei salari dei dipendenti pubblici Es.: H. Clinton viene data favorita alle prossime presidenziali USA con un programma di aumento della spesa pubblica. This slide and the next correspond to the subsection of Chapter 4 entitled “Future Money and Current Prices,” appearing on pp 24

25 Es. : la BCE annuncia un futuro aumento di M
Es.: la BCE annuncia un futuro aumento di M. Le famiglie e le imprese (con Y dato!!!) si aspettano un aumento del livello generale dei prezzi P, ora costante. Quindi E() aumenta da 0 a un valore >0. Il tasso di interesse nominale aumenta e …. Md/P diminuisce immediatamente. Dato che la BC non ha ancora mutato l’offerta di moneta M, il livello generale dei prezzi aumenta e in equilibrio anche M/P diminuisce. L'annuncio (credibile) di una futura manovra monetaria influisce sui prezzi P oggi, anche se M non è ancora variato! Quando varierà M, non ci sarà bisogno di ulteriori aggiustamenti di P; l'equilibrio sarà già stato raggiunto.

26 In altri termini: Per valori dati di r, Y e M:
In pratica per via dell’aumento atteso dell’inflazione, c'è “troppa” moneta rispetto a prima; allora compro beni per disfarmi della moneta in eccesso, ma questo accresce P già ora, essendo Y dato  le aspettative di inflazione si autorealizzano 26

27 Quindi: Nel modello classico le variabili reali non sono influenzate da quelle nominali (DICOTOMIA) e la moneta influenza solo i prezzi (NEUTRALITA') Variabili reali, misurate in unità fisiche: PIL reale, Y (output prodotto); salario reale, W/P (quantità di beni e servizi acquistabili con un’ora di lavoro); tasso di interesse reale, r (beni e servizi furi ottenuti cedendo beni e servizi guadagnati oggi). Variabili nominali, misurate in unità di moneta: salario nominale W, tasso di interesse nominale i, Pil nominale, PY. 27

28 Importante: Nel modello di lungo periodo, con mercati in equilibrio di piena occupazione valgono:
La dicotomia tra variabili reali e nominali: le variabili nominali non influenzano quelle reali. La neutralità della moneta: le variazioni nell’offerta di moneta non influenzano le variabili reali. Il modello di Cagan (ch. 4 appendix) spiega l’importanza della offerta di moneta, sia quella corrente che quella futura, per influenzare il livello corrente dei prezzi e,quindi, la rilevanza della credibilità della politica monetaria (Si veda anche Walsh (1998), MIT Press), 28

29 Costi e benefici dell'inflazione
Quali sono i costi? Provate a pensare da “economisti” e a ragionamenti basati su un modello di equilibrio di lungo periodo Many of the social costs of inflation are not hard to figure out, if students “think like an economist.” Suggestion: After you pose the question, don’t immediately ask for students to volunteer their answers. Instead, tell them to think about the question for a moment, jot down their answers, and THEN ask for volunteers. You will get more participation (quantity & quality) this way, especially from students who don’t consider themselves fast thinkers. After presenting the following slides (which describe the costs), see how many of the costs presented here were anticipated by the students’ responses to the question on this slide.

30 Analisi di un caso Gli economisti e la gente
Robert Shiller (1997) chiese ad un campione di gente comune e un campione di economisti se erano d’accordo con le seguenti affermazioni: “La cosa più grave dell’inflazione è che riduce il mio potere d’acquisto e mi rende più povero” Gente che concorda: % Economisti che concordano: 12% Macroeconomia - Clega -M. Marzo

31 Analisi di un caso Gli economisti e la gente
“Le previsioni di inflazione mi preoccupano perché non so se il mio reddito crescerà altrettanto” Gente che concorda: % Economisti che concordano: 5 % “Prevenire l’inflazione è prioritario come eliminare il traffico di stupefacenti e mantenere una istruzione di alta qualità” Gente che concorda: % Economisti che concordano: 18 % Macroeconomia - Clega -M. Marzo

32 Analisi di un caso Gli economisti e la gente
“Se il mio stipendio aumentasse sarei più realizzato anche in presenza di un aumento dei prezzi” Gente che concorda: % Economisti che concordano: 8 % Chi ha ragione? Perché esistono queste differenti percezioni? Macroeconomia - Clega -M. Marzo

33 Un fraintendimento comune: l'inflazione riduce i salari
Vero nel breve periodo, quando i salari nominali (W) sono fissi per contratto, ma non nel lungo. Nel lungo periodo vale equilibrio sul mercato del lavoro (prossimo ch. 6). Ma noi sappiamo già che l'ammontare di occupazione e il salario reale (che è un prezzo!) sono determinati dall’offerta di lavoro (preferenze) e dalla domanda di lavoro (produttività marginale del lavoro), ma non dal livello dei prezzi o dall’inflazione. Ricordate che, in equilibrio, MPL=W/P. 33

34 Salari reali e inflazione (Stati Uniti)
18 250 Salari reali (prezzi 2001) 225 16 200 14 175 12 150 (1983=100) Salari nominali 10 Dollari 125 8 100 IPC 6 75 4 IPC Indice dei prezzi al consumo 50 2 25 1964 1968 1972 1976 1980 1984 1988 1992 1996 2000 Macroeconomia - Clega -M. Marzo

35 La visione classica dell’inflazione nel lungo periodo
La visione classica: un cambiamento nel livello dei prezzi è solo un cambio dell’unità di misura. Infatti passare da P a 2P e da W a 2W non modifica i prezzi relativi (il salario reale). Perchè allora l’inflazione dovrebbe essere un serio problema sociale?! 35

36 Il costo sociale dell’inflazione.
Due casi: I costi dell'inflazione attesa I costi dell’inflazione inattesa (l'inflazione realizzata è diversa da quella che gli agenti economici si aspettavano). 36

37 1. I costi dell’inflazione attesa a) I “costi della suola delle scarpe”
Se P aumenta, la moneta si “brucia” e per evitare l'erosione del potere d'acquisto, domando meno moneta reale.   i   Md/P Domando più altre attività finanziarie inflation proof. Essendo Y dato, devo comunque finanziare un dato ammontare di transazioni, ossia trasformare le attività finanziarie in moneta. Il costo di organizzarmi e l’inconveniente di ridurre i saldi monetari per evitare la tassa da inflazione è il c.d. “costo delle suole” (p.e. vado più di frequente al bancomat e sostengo maggiori costi di transazione). Thanks to ATMs and internet banking, the shoeleather cost is likely to be very small. 37

38 b) Costi di menù Il costo di cambiare i listini dei prezzi.
Es.: il costo di stampare nuovi menù; il costo di stampare e inviare nuovi cataloghi Più alta è l’inflazione, più frequentemente le imprese trovano opportuno cambiare i prezzi e incorrere in questi costi. 38

39 c) Distorsioni dei prezzi relativi
Le aziende che affrontano “costi di menù” non cambiano i prezzi frequentemente. Es.: il nuovo catalogo di un’azienda esce a gennaio. Il livello generale dei prezzi durante l’anno sale ed i prezzi relativi dei beni dell’azienda scendono (ma lo si sapeva in anticipo). Poiché le aziende cambiano i loro prezzi in momenti differenti, la distorsione e la variabilità dei prezzi relativi che ne consegue crea inefficienze/errori nell’allocazione delle risorse. 39

40 d) Problemi di tassazione
d1) Alcune imposte non sono automaticamente aggiustate per tenere conto dell’inflazione. d2) il “fiscal drag” In the 1970s, the income tax was not adjusted for inflation. There were a lot of people who received nominal salary increases large enough to push them into a higher tax bracket, but not large enough to prevent their real salaries from falling in the face of high inflation. This led to political pressure to index the income tax brackets. If inflation had been higher during , when lots of people were earning high capital gains, then there might have been more political pressure to index the capital gains tax. 40

41 Es. d1) imposta sulle plusvalenze finanziarie.
L'1/1 acquisto azioni Enel per E., che vendo il 31/12 a E., realizzando una plusvalenza di E. Capital gain lordo: CP=(P+1-P)/P = 0,1 cioè il 10% Capital gain netto: CP(1-t)=0,1(1-0,27)=0,083, cioè l' 8,3% Se l'inflazione è il 9% chiudo l’operazione in perdita

42 d2) Fiscal drag Se il salario reale lordo è costante, l’inflazione spinge i salari nominali su scaglioni di reddito più elevati, in un sistema fiscale progressivo, con una riduzione del salario reale netto. IRPEF 2014 Reddito imponibile Aliquota I scaglione 23% II scaglione 27% III scaglione 38% IV scaglione 41% V scaglione 43% Es.: W/P=30, con W= annui. Se =5%, W=53.750(1+0,05)=56.647,5 e su 1.647,5 si paga un'aliquota maggiore (41% e non 38%)

43 e) problemi generali L’inflazione rende complesso il compito (fondamentale nelle economie di mercato) di confrontare prezzi e valori nominali, specialmente in periodi di tempo differenti nei quali è cambiata l’unità di misura. Questo complica la programmazione finanziaria a lungo termine di imprese e famiglie (quanto i genitori devono risparmiare oggi per le spese universitarie future dei figli, o per la pensione integrativa, ….). ATTENZIONE: L'INFLAZIONE NON E' QUINDI PROPRIO COMPLETAMENTE NEUTRALE Examples: Parents trying to decide how much to save for the future college expenses of their (now) young child. Thirty-somethings trying to decide how much to save for retirement. The CEO of a big corporation trying to decide whether to build a new factory, which will yield a revenue stream for 20 years or more. Your grandmother claiming that things were so much cheaper when she was your age. A silly digression: My grandmother used to have conversations like this with me, concluding that the dollar just isn’t worth what it was when she was young. I asked her “well, how much is a dollar worth today?”. She considered the question, and then offered her estimate: “About 60 cents.” I then offered her 60 cents for every dollar she has. She didn’t accept the offer. :) 43

44 2) I costi dell’inflazione inattesa
2) I costi dell’inflazione inattesa. a) Redistribuzione del potere d’acquisto Attualmente, quasi tutti i contratti di debito/credito (p.e. i contratti di lavoro) non sono indicizzati all'inflazione, ma sono basati su E() . Se  E(), c'è chi guadagna e chi perde. In particolare: Se  > E() , allora (i) < (i E()) e il potere d’acquisto si trasferisce dai creditori ai debitori (si restituisce una somma che in termini reali è minore di quella pattuita). Se  < E() , il potere d’acquisto è trasferito dai debitori ai creditori. Questo spiega perchè i tassi fissi sui mutui sono più alti dei tassi variabili sui mutui: un aumento inatteso dell’inflazione andrebbe a beneficio del debitore. Ask students this rhetorical question: Would it upset you if somebody arbitrarily took wealth away from some people and gave it to others? Well, this in effect is what’s happening when inflation turns out different than expected. Furthermore, it’s impossible to predict when inflation will turn out higher than expected, when it will be lower, and how big the difference will be. So, these redistributions of purchasing power are arbitrary and random. The text gives a simple numerical example on p.103. (In the short run, when many nominal wages are fixed by contracts, there are transfers of purchasing power between firms and their employees whenever inflation is different than expected when the contract was written and signed.) 44

45 b) aumento dell’incertezza
Quando l’inflazione è alta, è anche più volatile e imprevedibile:  si discosta sempre più spesso da E() e in maniera più marcata. Diviene più probabile una forte re-distribuzione del potere d’acquisto tra creditori e debitori. questo crea maggiore incertezza (p.e. minori crediti) - una delle più grandi nemiche della stabilità e della crescita economica. 45

46 Un beneficio dell’inflazione
I salari nominali difficilmente diminuiscono (un taglio del 2% dei salari nominali ad inflazione nulla equivale, in termini reali, ad un aumento dei salari del 3% con inflazione al 5%, ma i lavoratori sono restii al taglio). A volte, invece, per raggiungere l'equilibrio ed evitare disoccupazione, il salario reale di equilibrio di un certo gruppo di lavoratori deve ridursi. L’inflazione (moderata, 2-3% annuo) permette di raggiungere la riduzione dei salari reali senza ridurre i salari nominali. Quindi un’inflazione moderata in certe circostanze può migliorare il funzionamento del mercato del lavoro. Students will better appreciate this point when they learn chapter 6 (the natural rate of unemployment). In this chapter, we will see how the failure of wages to adjust contributes to a long-term unemployment problem. 46

47 L’iper-inflazione Definizione comune:   50% al mese, oltre l’1% al giorno I costi precedenti diventano ENORMI in iper-inflazione. La moneta non è più una riserva di valore, e assolve difficilmente alle altre sue funzioni (unità di conto, mezzo di scambio). Le persone cominciano a svolgere transazione tramite una moneta straniera, o il baratto. The bottom of p. 106 has an excellent example of life during a hyperinflation, which involves beer, a commodity with which your students may be somewhat familiar. See also the excellent case study on pp 47

48 Iperinflazione Se   50% al mese: Quasi 1% al giorno
Il livello dei prezzi si moltiplica per 100 in un anno … e per in tre anni. Macroeconomia - Clega -M. Marzo

49 Da cosa è causata l’iper-inflazione?
Dall'eccessiva crescita dell’offerta di moneta. Quando la banca centrale stampa moneta in eccesso, i prezzi salgono (vedi TQM). Se questo processo diventa fuori controllo, abbiamo iper-inflazione. 49

50 Qualche esempio negli ultimi 30 anni
Paese periodo Inflazione % per anno Crescita di M % per anno Israele 338% 305% Brasile 1256% 1451% Bolivia 1818% 1727% Ucraina 2089% 1029% Argentina 2671% 1583% Dem.Rep Congo / Zaire 3039% 2373% Angola 4145% 4106% Peru 5050% 3517% Zimbabwe 5316% 9914% source: World Development Indicators, World Bank. The textbook discusses a few examples of hyperinflation, including: 1. interwar Germany (data and discussion) Bolivia in 1985 (case study) Zimbabwe in (case study) This table provides data on the hyperinflations in Bolivia and Zimbabwe, and some additional examples. Notes: The inflation and money growth figures are computed from the end of the first year to the end of the last year shown in each “period.” During 2008, Zimbabwe’s hyperinflation continued and became spectacular. The table on this slide excludes 2008 data because it is missing from the WDI database. It’s easy to find estimates of Zimbabwe’s 2008 inflation, for example here: However, I cannot verify their reliability or find good data on Zimbabwe’s money supply in 2008. If you taught with a previous edition of my PowerPoints for Mankiw’s Macroeconomics, the slide like this one gave inflation and money growth as cumulative figures (over the period shown) rather than annual averages. Thus, it was a bit harder to compare, say, the two-year hyperinflation of Argentina with the six-year hyperinflation of Zaire. This slide, however, shows all inflation and money growth figures as annual averages over the period shown, which makes comparisons easier and just seems to make more sense. Also, compared to the corresponding slide in the previous edition of my PowerPoint slides for Mankiw, the set of countries included here is slightly different. 50

51 L’esempio più famoso….. L’iper-inflazione tedesca nella Repubblica di Weimar, tra le due guerre mondiali. Alla radice la crisi fiscale causata dal pagamento degli enormi danni di guerra imposti dal Trattato di Versailles alla Germania (contro il parere di Keynes). Gli storici hanno riconosciuto che quell’iper- inflazione fu una delle cause dell’ascesa al potere del nazismo negli Anni Trenta.

52 Analisi di un caso L’iperinflazione in Germania tra le due guerre
Macroeconomia - Clega -M. Marzo

53 Analisi di un caso L’iperinflazione in Germania tra le due guerre
Macroeconomia - Clega -M. Marzo

54 Spesso la causa dell’iper-inflazione è una crisi fiscale
Quando il governo non riesce a: a) Controllare il proprio deficit di bilancio, oppure a b) Finanziarlo vendendo titoli di debito pubblico Allora ricorre al finanziamento monetario del deficit (= stampa soldi o chiede di stamparli alla banca centrale, se essa non è indipendente, per coprire la differenza tra uscite pubbliche e entrate pubbliche. Before revealing the contents of this slide, you might consider asking students the following question: “Solving the problem of hyperinflation is easy. Why, then, do governments allow hyperinflation to occur?” 54

55 Rilevanza attuale Un governo non riesce a piazzare i propri titoli di Stato sui mercato finanziari... Allora chiede alla banca centrale di comprare titoli in cambio di moneta... ...

56 Iperinflazione Come fermarla?
In teoria la soluzione è: smettere di stampare moneta In realtà è necessario risolvere il problema alla radice: il bilancio pubblico Politica fiscale restrittiva: costosa per l’economia (vedi seconda parte del libro). difficile: le tasse sono nominali ma in presenza di iperinflazione le entrate tributarie sono annullate (definite su redditi che perdono velocemente valore) Macroeconomia - Clega -M. Marzo

57 Cosa abbiamo studiato Moneta: ha la funzione di mezzo di scambio (transazioni), unità di conto e riserva di valore. Tipi di moneta: moneta-merce (con valore intrinseco), moneta a corso legale (senza valore intrinseco) L’offerta di moneta è regolata dalla banca centrale La domanda di moneta, nella semplice TQM dipende solo dal reddito. In realtà dipende anche dal tasso di interesse nominale. In questo caso, variazioni dell’inflazione attesa modificano il livello attuale dei prezzi.

58 Cosa abbiamo studiato Tasso di interesse nominale
È pari al tasso di interesse reale + tasso d'inflazione Misura il costo-opportunità di detenere moneta Effetto Fisher: il tasso di interesse nominale si muove uno- a-uno con l’inflazione attesa La teoria quantitativa della moneta assume una velocità di circolazione costante e, poichè nel lungo periodo la produzione è assunta essere quella di pieno impiego, si conclude che il tasso di crescita della moneta determina il tasso di inflazione.

59 Cosa abbiamo studiato Dicotomia classica
Nella teoria classica, la moneta è neutrale (non influenza le variabili reali) Possiamo studiare come le variabili reali sono determinate, senza preoccuparci di quelle nominali. “Poi”, l’equilibrio sul mercato monetario determina il livello dei prezzi e le variabili nominali. La maggior parte degli economisti crede che questo meccanismi funzioni solo nel lungo periodo.

60 Cosa abbiamo studiato Costi e conseguenze dell’inflazione
Inflazione attesa: costi di “suola delle scarpe”, costi di menù, distorsioni fiscali e di prezzi relativi. Inflazione inattesa (o “a sorpresa”): tutti i costi precedenti, più l’arbitraria re-distribuzione di potere d’acquisto tra creditori e debitori, con connessa incetezza sul funzionamento corretto dei mercati. Poichè la moneta in eccesso crea inflazione, e l'inflazione ha effetti reali, la dicotomia classica e la neutralità valgono come prima approssimazione

61 Cosa abbiamo studiato Iper-inflazione
causata da una rapida crescita dell’offerta di moneta, spesso per finanziare deficit pubblici. Per sradicarla, occorre eliminare alla radice il bisogno del governo di stampare moneta per finanziare i propri “buchi di bilancio”.

62 Appendix: altri modelli per la domanda di moneta
1.Teoria quantitativa della moneta  la domanda di saldi monetari reali è proporzionale al reddito 2. Poi dipende anche dal tasso di interesse 3. Teorie delle scelte di portafoglio (la moneta è riserva di valore) 4. Teorie transazionali o transattive (la moneta è mezzo di scambio) Why portfolio theories are relevant for M3 and M4 but are not relevant for M1: As a store of value, M1 is dominated by other assets: other assets serve the store of value function as well as M1, but offer a better risk/return profile, so there is no reason why any rational citizen would hold M1 under the mattress for a store of value. Transactional theories relevant for M1

63 A simple portfolio theory
Intuition for the signs: Stocks and bonds are alternatives to money. An increase in their expected returns makes money less attractive, and thus reduces desired money holdings. The real return to holding money is -e. An increase in e is a decrease in the real return to holding money, which would cause a decrease in desired money balances. And finally, an increase in wealth causes an increase in the demand for all assets.

64 The Baumol-Tobin Model
A transactions theory of money demand. Notation: Y = total spending, done gradually over the year i = interest rate on savings account N = number of trips consumer makes to the bank to withdraw money from savings account F = cost of a trip to the bank (e.g., if a trip takes 15 minutes and consumer’s wage = €12/hour, then F = €3) In the Baumol-Tobin model, we assume that the consumer’s wealth is divided between cash on hand and savings account deposits. The savings account pays interest rate i, while cash pays no nominal interest. Alternatively, we can think of “money” in the Baumol-Tobin model as representing all monetary assets, including some that pay interest. Then, i in the model would be the interest rate on non-monetary assets (e.g. stocks & bonds) minus the interest rate on monetary assets (interest-bearing current & money market deposit accounts). F would be the cost of converting non-monetary assets into monetary ones, such as a brokerage fee. The decision about how often to pay the brokerage fee is analogous to the decision about how often to make a trip to the bank.

65 Money holdings over the year
Time 1 N = 1 Average = Y/ 2 Our first step: compute average money holdings as a function of N. (Then, we will find the optimal value of N.) If N=1, then the consumer withdraws €Y from her savings account at the beginning of the year. As she spends it gradually throughout the year, her money holdings fall.

66 Money holdings over the year
Time 1 1/2 N = 2 Y Y/ 2 Average = Y/ 4 If N = 2, consumer makes one trip at the beginning of the year, withdraws half of the money she will spend throughout the year. She spends it gradually over the first half of the year until it runs out. Then she makes another trip, withdrawing enough money to last her the second half of the year, and spends it down gradually.

67 Money holdings over the year
1/3 2/3 Money holdings Time 1 N = 3 Y Average = Y/ 6 Y/ 3

68 The cost of holding money
In general, average money holdings = Y/2N Foregone interest = i (Y/2N ) Cost of N trips to bank = F N Thus, Given Y, i, and F, consumer chooses N to minimize total cost

69 Finding the cost-minimizing N
(For any value of N, the height of the red line equals the height of the blue line plus the height of the green line at that N.) This slide shows the graphical derivation of N*. The following slide uses basic calculus to derive an expression for N*. It is “hidden” and can be omitted without loss of continuity. If you display it, then before leaving this slide you might point out that the slope of the cost function equals zero at N*.

70 Finding the cost-minimizing N
Take the derivative of total cost with respect to N, then set it equal to zero: This slide uses calculus to derive N*. Solve for the cost-minimizing N*

71 The money demand function
The cost-minimizing value of N: To obtain the money demand function, plug N* into the expression for average money holdings: If you did not show your students the slide with the calculus derivation of the expression for N*, then you can just say “it turns out that N* is equal to this expression….” Money demand depends positively on Y and F, and negatively on i .

72 The money demand function
The Baumol-Tobin money demand function: How the B-T money demand func. differs from the money demand func. from previous chapters: B-T shows how F affects money demand B-T implies that the income elasticity of money demand = 0.5, interest rate elasticity of money demand = 0.5 The text contains a paragraph discussing factors that alter F, and hence money demand: automatic teller machines internet banking wages (higher wages increase the opportunity cost of time spent visiting the bank) bank or brokerage fees

73 EXERCISE: The impact of ATMs on money demand
During the 1980s, automatic teller machines became widely available. How do you think this affected N* and money demand? Explain.

74 Financial Innovation, Near Money, and the Demise of the Monetary Aggregates
Examples of financial innovation: many checking accounts now pay interest very easy to buy and sell assets mutual funds are baskets of stocks that are easy to redeem - just write a cheque Non-monetary assets having some of the liquidity of money are called near money. Money & near money are close substitutes, and switching from one to the other is easy.

75 Financial Innovation, Near Money, and the Demise of the Monetary Aggregates
The rise of near money makes money demand less stable and complicates monetary policy. most central banks have switched from targeting monetary aggregates to targeting the interest rate. This change may help explaining the relative economic stability since the 1990s. While most central banks have stopped to use monetary aggregates as intermediate targets, the constitution of the ECB established the use of M3 as an additional policy target. Arguably, however, the 4.5% M3 growth target has been ignored in practice. The British government published monetary aggregate targets between 1980 and 1992. The U.S. Federal Reserve started to target the Fed Funds rate in 1993.

76 Chapter summary 4. Portfolio theories of money demand
stress the store of value function posit that money demand depends on risk/return of money & alternative assets 5. The Baumol-Tobin model is an example of the transactions theories of money demand, stresses “medium of exchange” function money demand depends positively on spending, negatively on the interest rate, and positively on the cost of converting non-monetary assets to money


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