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G. Tomasi di Lampedusa Il gattopardo. Giuseppe Tomasi di Lampedusa (Palermo 1896 - Roma 1957) membro di famiglia aristocratica (quella dei principi.

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1 G. Tomasi di Lampedusa Il gattopardo

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3 Giuseppe Tomasi di Lampedusa (Palermo 1896 - Roma 1957) membro di famiglia aristocratica (quella dei principi di Lampedusa) prese parte alle due guerre mondiali e compì lunghi viaggi in Europa. appassionato lettore di libri storici e di romanzi stranieri, soprattutto francesi si dedicò alla narrativa negli ultimi anni della sua vita Il Gattopardo è pubblicato dopo la sua morte nel 1958 era considerato un “caso letterario”, sia per la personalità allora misteriosa dell'autore, sia per la sua ironica rappresentazione dei mutamenti storici-sociali del periodo risorgimentale. Altre opere postume, di minore importanza, sono : Lighea, Lezioni su Stendhal, Invito alle lettere francesi del Cinquecento. Il Titolo del libro Il Gattopardo - il titolo si riferisce allo stemma del casato dei Salina, che raffigurava un gatto dalla pelliccia leopardata su fondo verde.

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7 Il libro è scritto tra la fine del 1954 e il 1957 fu presentato all'inizio agli editori del Mondadori dell’Einaudi, che ne rifiutarono la pubblicazione (il testo fu letto da Elio Vittorini) Il libro è pubblicato postume da Feltrinelli con la prefazione di Giorgio Bassani. Nel 1959 ricevette il Premio Strega divenendo il primo best-seller italiano con oltre 100.000 copie vendute. Nel 1963 fu ridotto nel film omonimo da Luchino Visconti. Generi romanzeschi: esistenzialista, storico, psicologico, autobiografico Esistenzialismo: tale filosofia è caratterizzata da una sfiducia nell'agire umano e soprattutto nel potere della ragione di fronte a situazioni tanto imprevedibili e inarrestabili

8 ◦è un romanzo storico per l’importanza centrale assunta dalle vicende storiche al suo interno. In realtà, Il Gattopardo può essere definito un romanzo storico solo in senso molto generale: non presenta la verità dei fatti nel loro ordine cronologico, né possiede il gusto degli intrecci e delle trame Esso si svolge per momenti che appaiono slegati l'uno dall'altro da vuoti narrativi il suo autore sembra più incline a isolare ed approfondire singoli attimi delle vicende e della vita dei personaggi. ◦è un romanzo autobiografico, perchè da esso traspaiono diversi elementi che rimandano direttamente alla vita di Tomasi. Il più evidente è senza dubbio la condizione sociale: Fabrizio, il protagonista del romanzo, è principe, come Tomasi discendeva dai signori di Lampedusa. Nel personaggio, l’autore ritrae il bisnonno Giulio e un po’ anche se stesso: entrambi erano appassionati di astronomia, entrambi passavano giornate intere a caccia.

9 LA TRAMA Il racconto inizia con la recita del rosario nella sala del palazzo Salina, dove il principe Fabrizio, “il gattopardo”, abita con la moglie Stella e i loro sette figli Don Fabrizio, principe di Salina e proprietario terriero di una tenuta vicino Palermo è il classico rappresentante della ceto aristocratico un signore distinto e affascinante, raffinato cultore di studi astronomici ma anche edonista La trama comincia nel maggio del 1860 con la spedizione dei Mille (lo sbarco di G.Garibaldi e il suo esercito in Sicilia) e il collasso del Regno dei Borboni il principe Salina segue con scetticismo e malcelato disprezzo l’arrivo delle truppe di Garibaldi che consegneranno il potere ai Savoia questi cambiamenti politici porteranno all’ascesa rapida della classe borghese A differenza del principe Fabrizio, suo nipote, Tancredi Falconeri si arruola volontario tra le fila dell’esercito garibaldino. Quando lo zio esprime delle riserve in merito, Tancredi risponde con la celebre frase: Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi.

10 Tancredi incarna l’abilità della vecchia classe dirigente nel conservare i propri privilegi, sfruttando le nuove opportunità della modernità Egli s’innamora della bellissima Angelica, figlia di Don Calogero Sedara, un mezzadro rapidamente arricchitosi e divenuto sindaco di Donnafugata, residenza estiva dei Salina Qui la scena si sposta a Donnafugata nel mese di agosto Angelica e Tancredi si inanmorano e decidono di sposarsi Questo legame, pur fondato su una bruciante passione, è anche funzionale alla conservazione del potere dei Salina Tancredi (che non dispone di grandi beni personali) troverà nelle ricchezze della famiglia Sedara un ottimo strumento per coltivare le proprie ambizioni politiche Simbolicamente, la loro unione segna il tramonto dei Salina: Concetta, figlia di Don Fabrizio ed innamorata di Tancredi, vedrà deluse tutte le proprie aspettative In effetti, Tancredi ed Angelica si assomigliano molto: sono giovani e belli, esponenti rampanti di una nuova società in cui passione e calcolo si sposano alla perfezione.

11 È emblematica la scena in cui Don Fabrizio chiede per lui in sposa Angelica: il discorso di Don Calogero Sedara si apre con un iniziale elogio della potenza dell’amore ma passa subito alla questione economica e la dote della figlia Al trionfo di Tancredi, che fa rapida carriera nell’esercito regolare e gode dell’amore di Angelica (celebre la scena del loro inseguimento nel palazzo di Donnafugata), fa da contraltare l’immobilismo del principe Salina Quando gli si offre la nomina regia a senatore (e quindi l’ingresso nella “nuova” Italia unita), Don Fabrizio rinuncia, indicando Don Calogero al proprio posto. Da questo incontro hanno origine le sue riflessioni sul “desiderio di immobilità voluttuosa” che caratterizzerebbe l’animo siciliano e che, nel caso del protagonista, lo fa tendere, con piacere e dolore, al passato e alla morte Nonostante tutti i dubbi, il principe invita i concittadini a votare per l’annessione. l vicenda si sposta per seguire il ritorno a casa di padre Pirrone, cappellano dei Salina ed esponente del clero reazionario e conservatore del regno borbonico: questa parentesi è funzionale a rappresentare i cambiamenti storici intervenuti nel Regno delle Due Sicilie in seguito al moto unitario.

12 Il principe condurrà da ora in poi vita appartata fino al giorno della morte Muore, circondato dalle cure dei familiari, in una stanza d'albergo a Palermo durante il viaggio di ritorno da Napoli, dove si era recato per cure mediche. L'ultimo capitolo del romanzo, ambientato nel 1910, racconta la vita di Carolina, Concetta e Caterina, le figlie superstiti di don Fabrizio, che conducono un'esistenza dedita a una devozione religiosa, coltivando l'illusione che il nome dei Salina sia ancora quello altisonante di un desiderato passato.

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