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IGIENE DELL’ALIMENTAZIONE

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Presentazione sul tema: "IGIENE DELL’ALIMENTAZIONE"— Transcript della presentazione:

1 IGIENE DELL’ALIMENTAZIONE
Dottor Maurizio Guida

2 ALIMENTAZIONE L’assunzione di alimenti risponde ad uno dei bisogni elementari di ogni essere vivente, compreso l’uomo. In condizioni di naturalità essa ha lo scopo di fornire l’energia necessaria per la vita vegetativa e di relazione, nonché il materiale plastico per l’accrescimento ed il ricambio dell’organismo.

3 L’assunzione di alimenti deve sempre sufficiente a coprire il fabbisogno metabolico dell’organismo, ma non tale da provocare obesità. Inoltre, poiché i diversi alimenti contengono proteine, carboidrati, e grassi in proporzioni differenti, è necessario che sia mantenuto un appropriato equilibrio tra questi differenti costituenti della dieta, affinchè tutti i sistemi dell’organismo possano essere riforniti dei materiali indispensabili.

4 FABBISOGNI ALIMENTARI
Apporto calorico degli alimenti ? Fabbisogno a riposo (metabolismo basale) + Consumo energetico per le diverse attività della vita di relazione, compresa l’attività lavorativa.

5 Maschi Gruppi di età (anni) Energia (kcal) Protidi (g) Lipidi (g)
Maschi e Femmine 0-0,5 0,5-1,0 650 950 12 25 22 32 Maschi 10-12 13-15 16-19 20-39 40-49 50-59 60-69 70 e più 2420 2780 2960 3000 2850 2700 2400 2100 54 66 67 64 81 93 99 83 79 75 67 58 Società Italiana di Nutrizione Umana

6 Femmine Gruppi di età (anni) Energia (kcal) Protidi (g) Lipidi (g)
10-12 13-15 16-19 20-39 40-49 50-59 60-69 70 e più 2300 2500 2160 2050 1940 1730 1510 56 59 54 53 77 83 60 57 54 48 42 Gravidanza Allattamento + 200 + 500 + 13 + 24 + 5 + 14 Società Italiana di Nutrizione Umana

7 Le calorie necessarie per il mantenimento del metabolismo basale variano con l’età, il sesso, il peso, la statura, così come diverso è il consumo energetico in rapporto all’intensità dell’attività fisica.

8 Spesa energetica oraria nel corso di differenti tipi di attività in un uomo di 70 Kg di peso
ATTIVITA’ CALORIE/ORA Sonno Sdraiato, sveglio Seduto, a riposo In piedi, rilassato Vestirsi e spogliarsi Lavoro di cucito Scrittura a macchina veloce Esercizio muscolare “lieve” Marcia Esercizio muscolare “sostenuto” Esercizio muscolare “pesante” Nuoto Corsa Salire le scale 65 77 100 105 118 135 140 170 200 290 450 500 570 1100

9 Per soggetti adulti di anni di età il fabbisogno energetico può essere calcolato in calorie per gli uomini, ed in per le donne. Tale fabbisogno diminuisce con l’avanzare dell’età, mentre è maggiore nell’adolescenza. Società Italiana di Nutrizione Umana

10 Regolazione dell’assunzione di cibo
FAME: è il bisogno urgente di cibo e si associa a numerose sensazioni oggettive. Dopo un digiuno di molte ore, ad esempio, lo stomaco è scosso da intense contrazioni ritmiche, chiamate contrazioni da fame. APPETITO: implica il desiderio di determinati alimenti, piuttosto che il bisogno generico di cibo. In tal senso, ha perciò la funzione di orientare la scelta della qualità degli alimenti da assumere. SAZIETA’: è la sensazione opposta della fame, è un senso di pieno appagamento dal bisogno di cibo. Di solito insorge dopo un pasto molto abbondante, specie se è già presente una riserva di materiale nutritivo (tessuto adiposo e glicogeno).

11 Proteine L’alimentazione, oltre a soddisfare il fabbisogno energetico con le calorie contenute 4,1 kcal/g di proteine 9,3 kcal/g di grassi 4,1 kcal/g di carboidrati deve assicurare un apporto di proteine, che si calcola in 70 g al giorno per l’uomo ed in 60 g per la donna. Di queste, una parte deve essere di origine animale, di maggiore valore biologico ai fini dell’apporto di aminoacidi essenziali per l’organismo umano.

12 Carboidrati I carboidrati complessi (amidi) devono essere i più rappresentati e devono fornire dal 45 % al 55 % delle calorie totali, mentre lo zucchero deve fornire meno del 10 %.

13 Grassi Non devono essere presenti per più del 30 % delle calorie totali, con preponderanza di quelli contenenti acidi grassi insaturi. Devono essere introdotte inoltre sufficienti quantità di vitamine liposolubili e idrosolubili, minerali e fibre indigeribili (non meno di 30 g al giorno).

14 Ogni grammo di carboidrati ossidato ad anidride carbonica ed acqua libera una quantità di energia pari a 4,1 calorie, mentre ogni grammo di grasso libera 9,3 calorie. L’energia liberata dal metabolismo delle proteine alimentari, quando vengono degradate ad anidride carbonica, acqua ed urea, è in media di 4,35 calorie/grammo. Inoltre, la percentuale media dell’assorbimento intestinale è diversa per le differenti sostanze: è approssimativamente del 98 % per i carboidrati, del 95 % per i grassi e del 92 % per le proteine. L’energia fisiologicamente disponibile per ciascun grammo dei tre costituenti della dieta è in media Carboidrati 4,0 cal Grassi 9,0 cal Proteine 4,0 cal

15 Alimenti Proteine % Grassi % Carboidrati % Calorie per 100 grammi Mele
Asparagi Pancetta Carne di bue Barbabietole Pane bianco Burro Cavoli Carote Formaggio Pollo Cioccolato Merluzzo Latte intero 0,3 2,2 25 17,5 1,6 9,0 0,6 1,4 1,2 23,9 21,6 5,5 17,2 3,5 0,4 0,2 76,0 22,0 0,1 3,6 81,0 0,3 32,3 2,7 52,9 3,9 14,9 3,9 0,7 1,0 9,6 49,8 0,4 5,3 9,3 1,7 18,0 0,5 4,9 64 26 712 268 46 733 29 45 393 111 570 72 69

16 Alimenti Proteine % Grassi % Carboidrati % Calorie per 100 grammi
Farina Arance Arachidi Piselli freschi Prosciutto Patate Spinaci Fragole Pomodori Tonno in scatola Noci 14,2 0,9 26,9 6,7 15,2 2,0 2,3 0,8 1,0 24,2 15,0 7,4 0,2 44,2 0,4 31,0 0,1 0,3 0,6 10,8 64,4 68,2 11,2 23,6 17,7 1,0 19,1 3,2 8,1 4,0 0,5 15,6 396 50 600 101 340 85 25 41 23 194 702

17 La digestione Carboidrati, Grassi e Proteine non possono essere assorbiti dalla mucosa intestinale nelle loro forme naturali, e perciò non servirebbero alla nutrizione se non venissero previamente sottoposti ad un processo di digestione.

18 Digestione degli alimenti (1/3)
L’IDROLISI COME PROCESSO FONDAMENTALE DELLA DIGESTIONE I carboidrati della dieta sono quasi tutti dei grossi polisaccaridi o dei disaccaridi, costituiti da monosaccaridi, legati tra di loro per condensazione. Quando i carboidrati sono digeriti in monosaccaridi, enzimi specifici provvedono ad inserire gli ioni idrogeno ed ossidrile nella molecola di carboidrato che deve essere digerita, sicchè i monosaccaridi si staccano l’uno dall’altro.

19 Digestione degli alimenti (2/3)
I grassi della dieta sono in massima parte costituiti da trigliceridi (grassi neutri). Questi risultano dalla condensazione di 3 molecole di acidi grassi con 1 molecola di glicerolo. La digestione dei trigliceridi consiste nel processo inverso: enzimi lipolitici restituiscono 3 molecole d’acqua ad ognuna delle molecole di grasso neutro ed in tal modo scindono le molecole di acido grasso dal glicerolo. ANCHE IN QUESTO CASO SI TRATTA DI UN PROCESSO DI IDROLISI!

20 Digestione degli alimenti (3/3)
Le proteine sono formate da aminoacidi legati tra loro mediante legami peptidici. La digestione delle proteine comporta anch’essa un processo di idrolisi: enzimi proteolitici, reinserendo acqua nella molecola proteica, la scindono negli aminoacidi costitutivi.

21 Le caratteristiche organolettiche degli alimenti subiscono dei cambiamenti con la cottura: le diverse proprietà possono ridursi, annullarsi, invertirsi o esaltarsi. Cotture alla griglia, al forno, in padella o in acqua bollente sono particolarmente indicate per le carni e per il pesce, ma è sempre bene evitare di cuocere troppo tali cibi che, altrimenti, possono perdere quantità eccessive d'acqua e di sostanze preziose nonché sapore e morbidezza e possono diventare più difficili da digerire. E’ bene sapere le carni bianche vanno cotte più a lungo, lentamente e a basso calore, rispetto alle carni rosse, ma sempre senza eccedere con i tempi di cottura in modo tale che si mantengano sufficientemente idratate, cioè morbide, senza essere sanguinolente. per il pesce va tenuto presente lo stesso concetto anche se, quando il prodotto è particolarmente fresco e sicuro, è consigliabile assumerlo crudo o appena cotto. per i vegetali sarebbe più indicato assumerli crudi e ben lavati; la cottura al vapore è, comunque, la più indicata per le verdure. anche per la pasta e per il riso, infine, è consigliabile utilizzare sempre cotture al dente che consentono migliore digeribilità del prodotto.

22 PER IL MANTENIMENTO DEL MIGLIOR STATO DI SALUTE È NECESSARIO CHE L’ALIMENTAZIONE SIA:
SUFFICIENTE E NON ECCESSIVA, tale cioè, da assicurare l’apporto energetico necessario secondo i bisogni delle singole persone, ma senza andare oltre; BILANCIATA, nel senso che l’apporto energetico deve essere assicurato da un equilibrato rapporto tra glucidi, proteine di origine animale e vegetale, grassi, e devono essere presenti le vitamine, i minerali (elementi maggiori, minori ed in tracce); VARIA, perché solo in una ampia integrazione della vasta gamma dei diversi alimenti è possibile trovare presenti in modo equilibrato ed armonico tutte le sostanze necessarie ai fini strettamente nutrizionali e quelle prive di valore nutritivo, come le fibre indigeribili, ma ugualmente utili per il mantenimento dell’equilibrio dell’organismo;

23 Obesità Se nell’organismo l’apporto di energia (sotto forma di alimenti) è eccedente rispetto alla quantità di energia spesa, il peso corporeo aumenta. L’obesità è pertanto dovuta ad un eccesso di entrate energetiche rispetto alle uscite. Per ogni 9,3 Calorie di energia in eccesso che entrano nell’organismo si accumula 1 grammo di grasso!!! Nell’obesità, l’apporto di energia è in eccesso solo nella fase di aumento del peso corporeo; quando l’individuo è diventato obeso, rimane in tale stato anche se le entrate energetiche sono in equilibrio con le uscite. Un soggetto obeso può diminuire di peso solo se le entrate di energia sono inferiori alle uscite.

24 Gravidanza e Allattamento

25 Alimentazione in Gravidanza
La gravida normopeso ha bisogno di una dieta di circa calorie/die, suddivise in 5-6 pasti: 3 pasti principali (colazione, pranzo e cena) 2-3 spuntini (metà mattina, metà pomeriggio e talvolta prima di coricarsi) Il frazionamento dei pasti ha come scopo quello di rendere ciascun pasto più leggero, quindi facilmente digeribile, evitando di rimanere troppo a lungo con lo stomaco “vuoto”, con conseguenti bruciori da reflusso degli acidi gastrici.

26 L’aumento di peso consigliato è di circa 10 Kg a fine gravidanza: tuttavia la donna che inizia la gravidanza sovrappeso non dovrebbe aumentare più di 8 Kg, mentre alla donna sottopeso è consentito un aumento di Kg. Un eccessivo aumento di peso può essere associato ad alterazioni metaboliche (diabete gestazionale, obesità) che possono avere conseguenze sul feto; Un ridotto aumento di peso in una donna normopeso può essere associato ad ipo-sviluppo fetale o a malnutrizione o può essere indice di una patologia materna associata.

27 La dieta consigliata in gravidanza è composta da:
Forniscono energia che può essere utilizzata immediatamente dall’organismo o immagazzinata sotto forma di grasso. Carboidrati (50% del fabbisogno energetico) Si trovano nei cereali, nel latte, nella frutta , negli ortaggi e nei tuberi. Proteine (20% del fabbisogno energetico) Si trovano nella carne, nel pesce, nel latte, nei formaggi, nelle uova e in alcuni cereali. Sono utilizzate per la formazione e la crescita dei tessuti fetali. Grassi (30% del fabbisogno energetico) Da preferire i grassi vegetali perché più facilmente digeribili. Va limitato il consumo di fritti, panna, crema, gelati, formaggi stagionati, condimenti elaborati. Sono usati in condizioni di aumentato fabbisogno energetico.

28 Vitamine e Sali minerali
Una dieta equilibrata deve essere anche ricca di vitamine, sali minerali, e fibre. Le vitamine sono molto diffuse negli alimenti ed, in genere, in assenza di problemi particolari, non è necessario assumerle in forma di preparati farmaceutici. Tra i sali minerali: Calcio e Fosforo Magnesio e Potassio Ferro indispensabili per la formazione dello scheletro fetale. necessario per l’aumentata sintesi di globuli rossi materni. N.B. a causa della fisiologica carenza, il Ferro è frequentemente somministrato in gravidanza

29 Consigli utili In gravidanza è consigliabile evitare l’uso di cibi conservati, in quanto ricchi di additivi chimici: è preferibile consumare verdure e frutta fresche, carne e anche pesce 2-3 volte la settimana, legumi e uova. E’meglio cucinare la carne e il pesce alla griglia, al cartoccio o al vapore senza aggiunta di condimenti; invece le verdure, se vengono cotte, devono essere cucinate al vapore o bollite in poca acqua, perché la cottura prolungata distrugge molte vitamine.

30 Gravidanza e Allattamento
Una dieta regolare nella puerpera è molto importante per favorire la secrezione del latte: occorre introdurre proteine (almeno 100 g/die), calcio (2 g/die), ferro (15 mg/die), vitamine, glicidi e lipidi in modo bilanciato. E’indispensabile anche un elevato apporto idrico!

31 Disturbi del comportamento alimentare

32 Disturbi del comportamento alimentare
ANORESSIA NERVOSA BULIMIA NERVOSA DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE NON ALTRIMENTI SPECIFICATO

33 Disturbi del comportamento alimentare
Le donne di giovane età sono le più colpite e solo il 5-10 % dei pazienti è rappresentato da maschi . Il tasso di malattia è, oggi, omogeneo nelle diverse classi sociali. Una significativa diffusione si riscontra in alcune discipline (danza, sport agonistici), non si può tuttavia distinguere se sia l’attività fisica a favorire il manifestarsi della patologia alimentare o se soggetti con determinate strutture di personalità prediligano determinate professioni.

34 Etiopatogenesi: la dieta come “trigger factor”
Un disturbo alimentare inizia spesso in modo subdolo con una dieta mirata alla riduzione del peso corporeo. Regimi alimentari ipocalorici cronici, non adeguati alle necessità metaboliche, possono sconnettere il sistema interno di regolazione dei segnali fisiologici e di fame e sazietà. Fattori genetici, biologici, psicologici, di personalità e familiari accrescono la vulnerabilità individuale e l’idea della dieta diviene pervasiva e assoluta al punto da risultare francamente patologica.

35 Fattori predisponenti per l’anoressia nervosa
Individuali Sviluppo della personalità deficitario quanto ad autonomia, identità e autostima Disturbi della sfera percettiva e cognitiva Eccessiva preoccupazione per il peso corporeo Traumi perinatali Concomitanza di altre patologie Familiari -Caratteristiche demografiche -Parametri educativi di alimentazione, bellezza, performance -Familiarità per disturbi affettivi, abuso di sostanze, anoressia nervosa, obesità -Pattern specifici di interazione genitori-figli Culturali -Modelli estetici di magrezza -Modelli di performance

36 Fattori scatenanti per l’anoressia nervosa
Individuali, familiari, culturali Dieta alimentare Separazione e perdite Alterazione dell’omeostasi familiare Nuove richieste da parte dell’ambiente Minaccia diretta dell’autostima Malattie concomitanti

37 ANORESSIA NERVOSA La preoccupazione, pervasiva e acritica, per il peso e per le forme corporee, l’alterazione dell’immagine corporea e l’influenza che queste hanno sul livello di autostima del soggetto sono caratteristiche centrali nell’anoressia nervosa, cui si uniscono pensieri disturbanti, intrusivi e ricorrenti, ruminazioni e rituali inerenti il cibo. Alla perdita di peso si correlano vari sintomi psicologici: deflessione del tono dell’umore, disforia, irritabilità, ritiro sociale, riduzione della libido , difficoltà di concentrazione.

38 BULIMIA NERVOSA Il comportamento alimentare bulimico è caratterizzato da accessuali ingestioni di grosse quantità di cibo in brevissimo tempo con assoluta perdita di controllo soggettivo. In genere, l’autoinduzione del vomito e l’abuso di lassativi e diuretici compaiono successivamente al manifestarsi delle abbuffate e sono utilizzati dal paziente per evitare l’aumento di peso pur senza limiti calorici.

39 Criteri diagnostici per l’anoressia nervosa e per la bulimia nervosa secondo il DSM-IV (1/2)
Rifiuto di mantenere il peso corporeo al di sopra o al peso minimo normale per l’età e la statura Intensa paura di acquisire peso o di diventare grassi, anche quando si è sottopeso Alterazione del modo in cui un soggetto vive il peso o la forma del corpo, o eccessiva influenza del peso e della forma del corpo sui livelli di autostima, o rifiuto di ammettere la gravità dell’attuale condizione di sottopeso Nelle femmine, dopo il menarca, amenorrea, cioè assenza di almeno 3 cicli mestruali consecutivi Sottotipi: Con restrizioni: senza abbuffate o condotte di eliminazione (vomito autoindotto, uso inappropriato di lassativi, diuretici ed enteroclismi) Con abbuffate/ condotte di eliminazione

40 Criteri diagnostici per l’anoressia nervosa e per la bulimia nervosa secondo il DSM-IV (2/2)
Ricorrenti abbuffate. Un’abbuffata è caratterizzata da: mangiare, in un periodo di tempo (es. 2 h), una quantità di cibo significativamente maggiore di quella che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso tempo e in circostanze simili o sensazione di perdere il controllo durante l’episodio (es. sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o a controllare cosa o quanto si stia mangiando) Ricorrenti e inappropriate condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso, come vomito autoindotto, abuso di lassativi, diuretici, enteroclismi o altri farmaci, digiuno, esercizio fisico eccessivo Le abbuffate e le condotte compensatorie si verificano entrambe in media almeno due volte la settimana per tre mesi I livelli di autostima sono indebitamente influenzati dalla forma e dal peso corporei L’alterazione non si manifesta esclusivamente nel corso di episodi di anoressia nervosa

41 Fattori cronicizzanti per l’anoressia nervosa
-Digiuno prolungato -Vomito -Alterazioni della fisiologia gastrointestinale -Deficit di immagine corporea -Fattori cognitivi (rinforzo positivo derivante dal comportamento alimentare) -Caratteristiche di personalità -Gradi di funzionalità dell’Io -Fattori predisponenti non risolti -Concomitanza di altri sintomi psichiatrici -Vantaggi secondari -Enfasi culturale della magrezza -Fattori iatrogeni

42 Utilizzati neurolettici, antidepressivi e stabilizzanti dell’umore.
Terapia La terapia dei disturbi del comportamento alimentare è complessa, dovendo trattare gli aspetti psicologici, ma anche quelli organici, eventualmente in ricovero ospedaliero, e si avvale spesso della collaborazione di più specialisti. Gli studi riportano cronicizzazione e recidive dei disturbi del comportamento alimentare in 2/3 dei pazienti, anche dopo trattamento. Utilizzati neurolettici, antidepressivi e stabilizzanti dell’umore. Un adeguato intervento deve prevedere trattamento psicoterapico, individuale, familiare o di gruppo.

43 Alimentazione e Diete

44 “Il cibo sia la tua medicina
Alimentazione e diete “Il cibo sia la tua medicina e la medicina non sia il tuo cibo” Ippocrate

45 QUALE DIETA?

46 Bisogna sempre privilegiare i cibi integrali anziché quelli raffinati.
Crono-dieta Si basa sul concetto che l’organismo ha una diversa capacità di assimilare sostanze nutritive a seconda del momento della giornata. Con la crono-dieta i carboidrati (pasta, legumi e pane) vanno consumati nella prima parte della giornata: a colazione, per esempio, si possono consumare pane e patate. Mentre il riso e la polenta (farina di mais) sono più adatti a pranzo. Carne, pesce, uova e latticini, devono essere consumati la sera e non possono venire associati ai glucidi. La frutta va mangiata entro la prima metà del pomeriggio. Bisogna sempre privilegiare i cibi integrali anziché quelli raffinati.

47 Dieta del gruppo sanguigno
Si basa sul principio che ciascuno dei quattro gruppi sanguigni (0, A, B, AB) risponde in modo diverso al cibo. Per le persone con gruppo sanguigno 0, la carne è un alimento indicato. Queste persone dovrebbero evitare il grano e il frumento . Le persone con gruppo sanguigno A invece della carne dovrebbero utilizzare proteine vegetali ed evitare i latticini. Le persone con gruppo sanguigno B sono detti onnivori equilibrati, cui fanno bene sia i latticini, sia la verdura sia i cereali. Le persone con gruppo sanguigno AB dovrebbero preferire un’alimentazione equilibrata e varia.

48 Scarsdale Trae il suo nome da un quartiere di New York
inventata da un cardiologo di nome Herman Tarnower. si comincia sempre la giornata con mezzo pompelmo e una fetta di pane, possibilmente alla soia. Pranzo e cena, invece, variano giorno per giorno. Lunedì, a pranzo, è prevista carne con pomodori alla griglia e a cena, invece, del pesce o dei frutti di mare, più una fetta di pane alla soia e un pompelmo.

49 Dieta a punti Consiste in un lungo elenco di alimenti di cui non è necessario calcolare il peso, bensì il punteggio. Si va dagli 0 punti del pesce e della carne, ai 5 punti di una fetta di pane fino agli 11 di una pastasciutta con ragù e parmigiano e ai 27 di un frullato di latte e frutta. Per dimagrire, occorre raggiungere minimo 40 punti fino ad un massimo di 60 al giorno.

50 La dieta si divide in due fasi.
Dieta Atkins La dieta si divide in due fasi. Nella prima si può mangiare senza limiti carne, molluschi, crostacei e grassi (anche salumi come pancetta e salame), ma bisogna rinunciare del tutto ai carboidrati e quasi del tutto alle verdure, per consumare le proprie riserve di grasso. Per esempio, a colazione, uova con pancetta, caffè o tè senza zucchero, a pranzo, bistecca ai ferri e, a cena, pesce lesso condito con maionese e un’insalata. Nella seconda fase, invece, si reintroducono poco alla volta i carboidrati e le verdure.

51 Dieta Mediterranea E’un modello alimentare nel quale i vegetali trovano una posizione preponderante Al primo posto ci sono i cereali (meglio se integrali), tutti i loro derivati e i legumi. Tra i condimenti spicca l’olio di oliva extravergine. Gli alimenti di origine animale sono ammessi ma nelle giuste quantità, il pesce è l’alimento proteico principe della dieta mediterranea. Le carni vanno consumate con moderazione privilegiando le carni bianche (pollo, tacchino, coniglio). Il latte consumato tutti i giorni è un alleato contro la carenza di calcio. Anche il vino, se consumato nella giusta maniera (ai pasti e con opportuno frazionamento) ha delle proprietà salutistiche.

52 Dieta macrobiotica E’uno dei regimi alimentari più antichi, è stato inventato infatti all’inizio del 1900 da un giapponese: George Oshawa. Si basa sul concetto dello Yin e dello Yang, due opposte e complementari energie che regolano l’universo. Secondo la macrobiotica anche i cibi sono Yin e Yang e quindi vanno abbinati secondo regole ben precise, ad esempio nel periodo invernale, essendo il freddo Yin, vanno privilegiati i cibi Yang, l’opposto nel periodo estivo. La dieta macrobiotica si basa su cereali integrali (frumento, grano saraceno, mais, riso, miglio, avena, segale), legumi, semi oleosi (semi di girasole e zucca), frutta e verdura. I condimenti devono essere naturali e non trattati: si utilizza sale marino integrale, olio di oliva e semi spremuti a freddo.

53 La zona migliora l’attività insulinica.
Dieta Zona La dieta a zona si riassume nella semplice formula “ ” Vuol dire che, a ogni pasto, occorre mangiare il 40 % di carboidrati (frutta, verdura, pane, pasta, legumi); 30 % di proteine (carne, pesce, uova) e 30 % di grassi (burro, arachidi, olio). La chiave per capire la Zona è quella di ragionare ormonalmente e non caloricamente. La zona migliora l’attività insulinica. La regola fondamentale della Zona è quella di prevedere ad ogni paso o spuntino un “blocco” formato da tre “blocchetti”: uno di proteine, uno di carboidrati ed uno di grassi.

54 Alimentazione del bambino

55 Alimentazione del bambino
In un bambino la spesa energetica totale delle 24 ore è costituita da : Metabolismo basale Termogenesi Attività motoria Accrescimento Nel lattante il fabbisogno energetico è di 115 Kcal/Kg di peso corporeo nel primo mese, di 100 Kcal/Kg nel secondo e nel terzo mese di vita, e di 96 Kcal/Kg dai 6 ai 36 mesi.

56 Fabbisogno lipidico I lipidi rappresentano una importante fonte energetica, sono il veicolo naturale delle vitamine liposolubili ed entrano nella composizione delle membrane cellulari di tutti i tessuti. Gli acidi grassi saturi hanno un prevalente valore energetico, mentre gli insaturi svolgono funzioni strutturali e metaboliche cruciali per la salute e lo sviluppo del bambino e sono utili nella prevenzione dell’aterosclerosi e dei dismetabolismi lipidici.

57 Fabbisogno glucidico I carboidrati sono la principale fonte di energia nell’alimentazione del bambino. Si raccomanda un apporto glucidico pari al %. Le principali fonti di glucidi sono rappresentate da cereali, legumi, tuberi per quanto riguarda i cosiddetti carboidrati complessi, a lento assorbimento, e da frutta, verdura, latte e dolci per gli zuccheri semplici o a rapido assorbimento.

58 Fabbisogno vitaminico
In genere, la normale alimentazione soddisfa le necessità di vitamine in un bambino di età superiore ad 1 anno. Per quanto riguarda il I° anno, il latte di una madre ben nutrita contiene vitamine sufficienti per il neonato sano a termine, con eccezione della vitamina D. La supplementazione di vitamina K è indicata alla nascita per via parenterale in tutti i neonati.

59 Fabbisogno di fibre L’apporto di fibre consigliato, in età pediatrica, viene calcolato con al regola dell’” age plus 5” (età anagrafica in anni maggiorata di 5, il tutto espresso in g/die) con un limite massimo di sicurezza rappresentato dall’”age plus 10”. Tale apporto si raggiunge incoraggiando il bambino a un consumo quotidiano di cereali, legumi, frutta e verdure.

60 Fabbisogno di minerali
I minerali svolgono un ruolo essenziale in molti aspetti della fisiologia del bambino. In base alle quantità presenti nell’organismo si suddividono in: -maggiori: sodio, cloro, potassio, calcio, fosforo, magnesio, zolfo e ferro; -minori o oligoelementi: zinco, rame, cobalto, iodio, fluoro, selenio, manganese, silicio, molibdeno. Una dieta varia e adeguata di un bambino sano garantisce la copertura dei fabbisogni minimi di tali nutrienti.

61 Fabbisogno energetico giornaliero (Kcal/Kg) per i bambini di età compresa tra i 3 e i 9 anni
Età (anni) 3 4 5 6 7 8 9 Maschi 94 90 87 84 79 73 68 Femmine 90 87 84 79 73 66 59

62 Fabbisogno energetico giornaliero (Kcal/Kg) per un’età compresa tra i 10 e i 17 anni.
Età (anni) 10 11 12 13 14 15 16 17 Maschi Femmine

63 Alimentazione del neonato
L’allattamento naturale (al seno materno) è certamente il metodo ottimale per alimentare un neonato normale a termine. Il latte materno contiene come fonte di energia carboidrati, lipidi e proteine. In esso sono inoltre presenti: acqua, minerali, oligoelementi e vitamine, cellule immunocompetenti e del sistema monocitomacrofagico, alcuni composti di incerto valore nutrizionale quali ad esempio i nucleotidi o i fattori di crescita tissutali, dotati però di un alto valore biologico per la capacità di modulare e regolare la crescita e lo sviluppo corporeo.

64 Vantaggi del latte materno
Completezza nutrizionale Proprietà antinfettive Riduzione dell’incidenza di allergie e intolleranze alimentari Aumento dell’integrazione madre-figlio Basso costo economico Riduzione di patologie a distanza (obesità, aterosclerosi).

65 Il potere calorico del latte di donna è di 20 Kcal/30 ml
Il potere calorico del latte di donna è di 20 Kcal/30 ml. Il fabbisogno calorico medio di un neonato a termine, dopo i primi giorni di vita è di 110 Kcal/Kg/die. Il criterio più importante per valutare l’efficacia di un allattamento naturale è quello ponderale, consistente cioè nella possibilità di dimostrare una crescita media giornaliera di 30 g, pari a un incremento medio settimanale di circa 200 g, dopo il calo fisiologico della prima settimana di vita. Solo in assenza di un regolare accrescimento del neonato o in presenza di fattori patologici materni può essere presa in considerazione la possibilità di una supplementazione con formule adattate.

66 Componenti del latte materno
Carboidrati: rappresentati in concentrazione di 7 g/dl circa, pari al 40 % delle calorie totali. Il costituente di gran lunga prevalente è il lattosio. Lipidi: la quota è di 3,8 g/dl, pari a circa il 50 % delle calorie totali, quantitativamente sovrapponibile a quella del latte vaccino, con cui esistono differenze dal punto di vista della qualità dei grassi. C’è una più abbondante, concentrazione di colesterolo. La quota principale di grassi è rappresentata dai trigliceridi, con un contenuto di acidi grassi insaturi molto più elevati nel latte di donna.

67 Componenti del latte materno
L’apporto proteico del latte di donna è notevolmente più basso (0,8-1,2 g/dl) rispetto a quello del latte vaccino e corrispondente al 7 % circa delle calorie totali giornaliere. Le proteine presenti nel latte possono essere raggruppate in due categorie principali: caseine e sieroproteine in rapporto di 40:60 o 30:70. Le caseine sono proteine esclusive del latte costituite da quattro catene peptidiche. La caseina coagula in ambiente acido, per cui nello stomaco tende a formare il caglio che prolunga i tempi di digestione e di svuotamento gastrico. Parte di queste proteine sono complessate con calcio e fosforo.

68 Principali sieroproteine contenute nel latte materno
Lattoalbumina: coinvolta nella sintesi e nel trasporto del lattosio Lattoferrina: proteina legante il ferro elementare. Garantisce l’apporto di ferro con il latte e svolge proprietà antinfettive per l’inibizione della crescita di batteri patogeni che non possono moltiplicarsi in assenza di ferro disponibile libero Lisozima: proteina in grado di provocare la lisi della parete cellulare batterica che per la sua resistenza agli enzimi digestivi ed all’ambiente acido svolge la sua azione anche a livello intestinale Lipasi: coopera nei processi di digestione dei lipidi ed ha proprietà antinfettive specie nei confronti della Giardia Fibronectina: proteina con attività opsonizzante verso numerosi ceppi batterici IgA secretorie: agglutinazione batterica e neutralizzazione tossinica

69 Componenti del latte materno: Minerali e Vitamine
Il basso contenuto di minerali, insieme alla bassa concentrazione proteica, determina un ridotto carico di soluti per il rene del bambino allattato al seno. Il contenuto di minerali nel latte materno è pari a un terzo di quello del latte vaccino. Nonostante ciò, il rapporto Ca/P pari a 2:1 determina un aumento della biodisponibilità di questi elementi nel latte materno consentendone un assorbimento (75%) maggiore rispetto a quello ottenuto con il latte vaccino (55%). Anche l’assorbimento di ferro è maggiore per il latte materno (50%) rispetto al latte vaccino (10%). Il contenuto subisce notevoli oscillazioni in rapporto alla dieta della nutrice.

70 Grazie per l’attenzione!!!


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