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Il lavoro attraverso il corpo: laboratorio espressivo psicopedagogico sui disturbi del comportamento alimentare.

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Presentazione sul tema: "Il lavoro attraverso il corpo: laboratorio espressivo psicopedagogico sui disturbi del comportamento alimentare."— Transcript della presentazione:

1 Il lavoro attraverso il corpo: laboratorio espressivo psicopedagogico sui disturbi del comportamento alimentare

2 (approccio medico, psicologico, educativo, sociologico, politico…)
Contesto attuale: grande allarme sociale sui disturbi del comportamento alimentare bombardamento massmediale sulla “prevenzione” – rischio di favorire un atteggiamento ossessivo nei confronti dell’alimentazione o, peggio suggerire il sintomo collettività intesa come “massa”: un fattore di rischio per patologie, come queste, che chiamano in causa processi di individuazione (studi condotti negli USA: le ragazze con DCA passano mediamente più tempo delle coetanee davanti alla TV) i vertici di osservazione dai quali è possibile guardare ai DCA sono numerosi (approccio medico, psicologico, educativo, sociologico, politico…) occorre utilizzare metodologie che integrino contributi multidisciplinari (no colludere con le modalità di scissione tipiche di questa patologia) per la maggior parte degli autori, infatti, nel determinare i DCA concorrono: fattori individuali (modalità personali di approccio ai temi dell’adolescenza e della femminilità) fattori socio-culturali e relazionali (modelli sociali e familiari tipici dei paesi industrializzati) trasformazione tanto della ruolo della donna che di quello dell’adolescente nella famiglia e società contemporanea

3 Studi sull’anoressia:
a partire dal medioevo, l’adesione un ideale di vita ascetico esprime il desiderio di autoaffermazione delle donna e le regala una visibilità altrimenti negata (Bell, S. Vegetti Finzi) le anoressiche di oggi sono come le isteriche di Freud: usano il corpo come un teatro dove mettere in scena il dramma esistenziale del mancato riconoscimento delle loro esigenze, naturali e sociali (Riva) crisi di valori: il corpo non è più ”il tempio dell’anima”, perde la sua sacralità e si presta ad essere usato e manipolato in maniera violenta ed autoaggressiva Gli studi sulla psicopatologia della famiglia dell’anoressica (Mara Selvini Palazzoli e coll., orientamento sistemico) mettono in evidenza i problemi nell’area della separazione – individuazione: modello femminile – materno fragile, svalutato non può tollerare la separazione modello virile – paterno fragile, deprivato utilizza la figlia come protesi narcisistica il tutto viene interiorizzato un ideale dell’io perfezionista ed ossessivo

4 Con l’arrivo dell’adolescenza…
La differenza sessuale introduce la dimensione della complementarietà e quindi dell’incompletezza; in assenza di un sentimento interno di valore, il bisogno dell’altro per l’appagamento del proprio desiderio costituisce una intollerabile minaccia narcisistica, in quanto riattiva vissuti di dipendenza e di passività infantili. L’adolescente può quindi innalzare un sistema rigido di difesa per padroneggiare la spinta pulsionale; l’esigenza di sottomettere ad un ferreo controllo la funzione alimentare come condizione per poter sperimentare un senso di sicurezza e di integrità personale, denuncia la confusione tra sessualità (intrusiva, distruttiva) e oralità (divoratrice, cannibalica), propria di un assetto psichico dominato dall’angoscia di annichilimento e pertanto incapace di elaborare rappresentazioni evolutive di sé e degli oggetti.

5 un intervento clinico integrato sulla crisi evolutiva
Il modello di presa in carico da parte dell’equipe sui disturbi del comportamento alimentare dell’Istituto Minotauro si propone di realizzare un intervento clinico integrato sulla crisi evolutiva “clinico” in quanto intende farsi carico del dolore mentale del singolo adolescente e delle sue molteplici espressioni psichiche, relazionali, corporee sulla crisi evolutiva in quanto ha obiettivi trasformativi sia per ciò che concerne il funzionamento mentale del soggetto che la qualità delle relazioni che intrattiene con gli adulti e coetanei del suo contesto di crescita: Regalare l'identità di malato mentale ad una ragazzina in crisi è un lusso che non possiamo concederle; se ne approfitterebbe e sarebbe uno dei tanti vizi che diamo ai ragazzi; è più educativo imporre una forte assunzione di responsabilità nei confronti di ciò che si è e si è fatto e non accampare folli pretesti che autorizzano a considerarsi degli irresponsabili. integrato in quanto messo in atto da una equipe multidisciplinare che, grazie al suo pensare collettivo, opera come un gruppo di lavoro (Bion) L’accoglimento della sofferenza dell’adolescente e dei suoi familiari da parte di un’equipe composta da diversi terapeuti, ognuno dei quali conserva la propria autonomia ma collabora con gli altri condividendo obiettivi e decisioni, aiuta a districare e a metabolizzare dinamiche affettive spesso molto invischiate, e offre inoltre la possibilità di un sperimentare un modello di gruppalità che può essere fonte di identificazione positiva.

6 I colloqui di sostegno al ruolo genitoriale
L’offerta terapeutica da parte dell’equipe si articola in diversi interventi: La consultazione I colloqui di sostegno al ruolo genitoriale I gruppi di codice per padri e madri Il laboratorio espressivo psicopedagogico

7 Obiettivi del laboratorio psicopedagogico
Il laboratorio vuole offrire una risorsa a ragazze preadolescenti ed adolescenti che incontrano problemi nell’area del comportamento alimentare e/o dell’immagine corporea. Le ragazze con problemi alimentari esportano nell’azione sintomatica nuclei conflittuali che non sono in grado di elaborare attraverso strategie di pensiero; per questo il laboratorio si avvale di materiali e di tecniche di produzione simbolica che privilegiano un approccio concreto, visibile e dotato di una sua oggettività, ai contenuti affrontati di volta in volta dal gruppo. Alcune delle pazienti più giovani hanno difficoltà ad elaborare il significato del loro comportamento affidandosi esclusivamente alla parola ed al colloquio psicologico. Collaborano di buon grado con la psicoterapeuta, ma fanno fatica a capire di cosa devono parlare; alcune di loro stentano a riconoscersi nel rispecchiamento che viene loro offerto. Certe pazienti, inoltre, appaiono inibite o disorientate nel rapporto individuale con il terapeuta; esse tuttavia possono attivare risorse diverse nel gruppo, dove hanno come interlocutrici principali delle coetanee. Il gruppo è quindi funzionale a rompere l’isolamento in cui molte di queste ragazze vivono e a creare uno spazio potenzialmente evolutivo in cui possano nascere o venire espressi bisogni e desideri specifici, legati all’età e alle fantasie, sogni o progetti relativi alla crescita. Il gruppo dei pari età e l’utilizzo di tecniche di animazione psicopedagogica per attivare il processo di simbolizzazione sono quindi i punti di forza del laboratorio, che viene proposto in affiancamento alla psicoterapia o ad altri eventuali supporti individuali o familiari.

8 Composizione e struttura del laboratorio psicopedagogico
Il laboratorio, per le sue caratteristiche specificatamente educative ed espressive e non psicoterapeutiche, si presta per una presa in carico precoce dei disturbi alimentari in particolare nel caso delle pazienti più giovani. L’invio avviene da parte dello psicoterapeuta che ha in cura la paziente, nei casi per i quali si ritiene utile integrare alla presa in carico individuale l’approccio offerto dal laboratorio. Il numero delle componenti del gruppo può variare da un minimo di 3 a un massimo di 8 o 10 pazienti. Un numero minimo è necessario per assorbire eventuali differenze di età e per evitare che i temi del lavoro di gruppo si personalizzino troppo. L’intervento richiede la massima attenzione ad evitare l’eventualità che si strutturino dinamiche poco controllabili e pericolose (esibizione, emulazione, contagio dei sintomi, ecc.). Il gruppo si costituisce e si struttura in relazione al compito di volta in volta dato, cioè sull’oggetto simbolico prodotto e non in rapporto alle relazioni tra i membri o con la conduttrice; la chiarezza della consegna e gli interventi finalizzati ad esplicitare e a collegare le associazioni delle ragazze al senso del tema in discussione, quindi al compito, contengono il gruppo entro i limiti dell’intervento.

9 Metodologia La conduzione del gruppo è di tipo psicopedagogico; si avvale di strumenti tratti dal lavoro educativo e formativo con gruppi di adolescenti in contesti naturali, scolastici ed extrascolastici, per la prevenzione del disagio adolescenziale e dei comportamenti a rischio. Di volta in volta, a conduttrice introduce un tema, ed una attività per affrontarlo. Gli “oggetti simbolici” prodotti (storie, racconti, cartelloni, immagini, giochi di interazione…) vengono sottoposti successivamente all’elaborazione collettiva. gli stimoli sono prodotti all’interno del gruppo e hanno una dimensione concreta, oggettiva; la dimensione del conflitto è introdotta e allo stesso tempo controllata attraverso la manipolazione dei materiali; l’analisi del prodotto, e quindi l’attribuzione del significato è in larga misura gestita dal gruppo stesso attraverso le capacità riflessive, di autorappresentazione e di analisi il “potere” interpretativo detenuto dal conduttore è ridimensionato ed incute meno soggezione ed ansia Lo scambio all’interno del gruppo favorisce l’emergere di nuove rappresentazioni che possono aprire nuovi scenari rispetto alla visione soggettiva del conflitto. il gruppo offre spesso spontaneamente la possibilità di ricondurre il significato dei contenuti espressi a tematiche evolutive, sdrammatizzando e contenendo eventuali esasperazioni dei nuclei problematici; in questo senso, svolge la sua funzione fisiologica di difesa rispetto all’angoscia ciascuna delle componenti del gruppo può comunque avvalersi del supporto psicoterapeutico individuale come ulteriore spazio privato in cui elaborare gli affetti così mobilitati.

10 Realizzazione I tema: l’autoritratto simbolico
II tema: calligramma o il corpo vuoto/ pieno III tema: infanzia, età adulta, adolescenza IV tema: il futuro in attesa

11 Le parole dei calligrammi
Serena Giulia Silvia 1 Silvia 2 fragile amore ambiziosa ragazzi indecisa libertà testarda allegra problema decisioni creativa amici testarda indecisa pensierosa parenti pensierosa famiglia lunatica decisa amici animali allegra dolce animali sentimenti depressa parenti allegra aiuti aperta matura triste lettura eccentrica sincera ambiziosa arte aggressiva volonterosa depressa collaborazione animali tenace moda ordine mammona puntuale arte cavallo matura rispettosa ragione viaggiare amici forte ragazzi Australia realistica determinata libertà ragazzo bizzarra attiva amare controllo bambina impegnata parenti personalità problematica amici confronto contestatrice genitori collaborazione sincera animali studio fede gentile biologia concreta estroversa educazione ritardataria simpatica parlare fragile premurosa comprensione fantasiosa sport selvaggio gelosa libera denti volonterosa viaggi capelli pigra scioltezza dubbiosa anelli viaggi razionalità estroversa fantasia atletica sforzi cambiamenti luce indecisa sorriso rispettosa credere libera sostenere forte equilibrio gradatamente volontà crescere streghe magia occulto draghi essenziale

12 Analizzando le parole utilizzate per descriversi, si possono compiere alcune osservazioni di carattere quali-quantitativo: le parole utilizzate in totale sono 128; alcune parole sono ripetute 4 volte: amici, animali, libera; alcune sono ripetute 3 volte: allegra, indecisa, parenti, ragazzi, testarda, volontà–volonterosa, viaggi-viaggiare; alcune sono ripetute 2 volte: ambiziosa, amore arte, collaborazione, decisa-decisioni, depressa, estroversa, fragile, forte, fantasiosa, matura, pensierosa, problemi-problematica, ragione-razionalità, rispettosa, sincera, testarda le parole che esprimono qualità negative sono 22: aggressiva, bizzarra, contestatrice, depressa 2 volte, dubbiosa, fragile 2 v., gelosa, indecisa 3 v., lunatica, mammona, pensierosa 2 v., pigra, problematica 2 v., ritardataria, testarda 2 v.

13 Le parole del cartellone “bambini”
problematici studiano spensierati hanno voglia di andare a scuola dolci cercano di imitare i più grandi pestiferi spesso falliscono testardi desiderano attirare l’attenzione sensibili si esprimono attraverso disegni gioiosi non hanno responsabilità piangono pretenziosi giocano egocentrici comandano i più piccoli fantasiosi prepotenti viziati urlano

14 Le parole del cartellone “adulti”
colti preoccupati nervosi hanno responsabilità e doveri lavorano crescono i figli sono realisti (forse anche troppo) obiettivi indipendenti e liberi disponibili fiduciosi accettano la realtà fanno sacrifici pensano al futuro pensierosi comprensivi severi lunatici consigliano hanno esperienza saggi (gli anziani) rigorosi indaffarati

15 Le parole del cartellone “adolescenti”
svariati interessi preoccupati superficiali pigri attivi irresponsabili responsabili possono uscire da soli studiano lavorano hanno poca voglia di studiare hanno amici e ragazz-a/o hanno voglia di nuove esperienze motorino cellulare vestiti di marca si fanno influenzare dalla massa hanno più doveri sono selettivi hanno più pregiudizi rispondono sono impulsivi spensierati determinati più disponibili verso amici rispetto alla famiglia

16 Conclusioni

17 Il gruppo delle pari età è stato utilizzato all’interno del laboratorio nella sua funzione di strumento evolutivo elettivo, fisiologico e fase specifico dell’adolescenza. Si è trattato di un gruppo centrato sul compito, più che sulle relazioni tra i membri o con la conduttrice L’utilizzo di tecniche psicopedagogiche, la presenza di una attività da svolgere, la chiarezza delle consegne e gli interventi finalizzati ad esplicitare e a collegare le associazioni al tema in discussione, sono servite a contenere il gruppo entro questi limiti. il gruppo contribuisce a rompere l’isolamento e il senso di solitudine della paziente anoressica rende possibile allargare la comunicazione al di là del cibo e della magrezza, permette di ritrovare le persone dietro l’etichetta di anoressiche le tecniche espressive da noi utilizzate permettono all’adolescente di comunicare non verbalmente, di “aprire una finestra sul proprio mondo emotivo” in un contesto protetto Il gruppo viene pertanto utilizzato come “spazio transizionale”, nel senso voluto da Winnicott: spazio creativo e di gioco, ai confini tra il sé e il non sé, precondizione per la nascita del simbolo e per l’elaborazione culturale.


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