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Parleransi li omini di remotissimi paesi l’uno all’altro,

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Presentazione sul tema: "Parleransi li omini di remotissimi paesi l’uno all’altro,"— Transcript della presentazione:

1 Parleransi li omini di remotissimi paesi l’uno all’altro, e risponderansi… leonardo da vinci codice atlantico

2 RIFLESSIONI SULL'INTEGRAZIONE
Sinteticamente si può definire integrazione scolastica la risposta ai bisogni del soggetto (straniero e non) di: 1 - Accoglienza; 2 - comunicazione; 3 - relazione; 4 - apprendimento.

3 CONOSCENZA ALUNNO NEOARRIVATO: NAZIONALITA’
ABILITA’ PREGRESSE SCOLARIZZAZIONE…. (scheda biografica – comunicare con la famiglia - utilizzo mediatori linguistico-culturali- test d’ingresso) INPUT INSERIMENTO ALUNNI STRANIERI (protocollo di accoglienza: inserimento/integrazione) TRACCIA PER STESURA PIANO DI STUDIO PERSONALIZZATO (PSP) DOCUMENTAZIONE VERIFICHE VALUTAZIONE IPOTESI DI LAVORO : LABORATORIO DI L 2 - contenuti - metodi - aspetti organizzativi REALIZZAZIONE: RISORSE PROFESSIONALI SUSSIDI E MATERIALI ATTIVITA’ INTERVENTO MEDIATORI LINGUISTICO - CULTURALI SCELTA MEDIATORI ATTIVI (testi facilitati e/o semplificati) RIDEFINIZIONE DEL PROGETTO… IPOTESI CURRICOLARE: ITALIANO L 2 MATEMATICA GEOGRAFIA STORIA E STUDI SOCIALI SCIENZE

4 COMUNICAZIONE ITALIANO COME L2 Vale la pena sottolineare questo aspetto: l'italiano L2 è da subito lingua di uso quotidiano e di scolarità, attraverso la quale esprimere bisogni, sentimenti, concetti, saperi.

5 ELEMENTI DA PRENDERE IN CONSIDERAZIONE
PER PROGETTARE UN PERCORSO DI L2 L’APPRENDENTE E I SUOI BISOGNI (età – motivazione – capacità cognitive individuali - lingua d’origine – analfabetismo – progetto migratorio….) L’OGGETTO LINGUA (cosa insegnare – come proporre gli input….) L’ORGANIZZAZIONE DIDATTICA (tempi e modi di strutturazione delle attività –gruppi – insegnante “facilitatore”…)

6 L'approccio glottodidattico è quello di tipo funzionale-comunicativo: si considera prioritario lo sviluppo delle abilità linguistiche del "parlare / comprendere / leggere / scrivere" subordinando allo sviluppo di queste abilità la riflessione metalinguistica.

7 Lo schema della lezione per la fase di apprendimento della lingua italiana in genere segue la seguente struttura: una fase iniziale di attività di tipo ludico che privilegiano il metodo del T.P.R. per insegnare il lessico e le strutture per le comunicazioni interpersonali di base e per verificarne l’acquisizione un intervento maggiormente formalizzato durante il quale, attraverso sia il metodo della risposta fisica che quello naturale, si propongono strutture di base; verifica degli apprendimenti attraverso la costruzione di situazioni che richiedano il riutilizzo delle strutture apprese. Costruzione di un piccolo dizionario di base ritagliando ed incollando sul quaderno immagini e parole, se gli alunni sono già stati alfabetizzati nel paese d’origine e appartengono a paesi che utilizzano i nostri caratteri dell’alfabeto. Riutilizzo del lessico e delle strutture apprese creando frasi nuove o leggendo brevi testi Una fase di chiusura con un gioco (p.e. memory costruito con le carte del piccolo vocabolario di base)

8 RELAZIONE - La dimensione relazionale è in rapporto diretto alla dimensione comunicativa e all'accoglienza. - Pur ritenendo che il luogo privilegiato per l'apprendimento, anche della seconda lingua, sia la classe ovvero il gruppo dei pari, Il piccolo gruppo di apprendimento, all’interno del LABORATORIO di L2, sembra costituire una migliore opportunità per sistematizzare gli apprendimenti spontanei e per introdurre in modo graduale e controllato nuovi input linguistici.

9 APPRENDIMENTO QUESTIONE DI METODO Da un punto di vista strettamente acustico, la sillaba appare più facilmente percettibile e può anche essere più agevolmente isolata all’interno della parola. Questa è la ragione per la quale sembra essere consigliabile l’utilizzo del metodo fonico-sillabico quando si avvia un percorso di apprendimento della letto-scrittura con alunni stranieri.

10 Sinteticamente un possibile percorso può essere il seguente:
- individuazione della parola frase; (con gli alunni della scuola elementare si può procedere al disegno della propria mano) , - la parola viene scritta (inizialmente in stampato) MANO e successivamente divisa; - i due pezzi vengono riconosciuti separatamente e ricomposti; si propongono altre parole che contengano le due sillabe e si procede al loro riconoscimento;

11 Una operazione importante da seguire con attenzione è la proposta relativa alle vocali. E’ importante insistere sulla corretta impostazione fonetica delle vocali perché le nostre vocali non sono presenti in tutte le lingue e alcuni gruppi di apprendenti (ad esempio arabofoni) faticano a distinguere i suoni E/I oppure i suoni O/U. Tale difficoltà nella percezione e distinzione di suoni si manifesta, oltre che nella pronuncia, anche nella scrittura. Lo sviluppo della competenza fonologica in L2 rappresenta un problema complesso e richiede tempi sufficientemente lunghi.

12 Solitamente, soprattutto se già alfabetizzati nella L1, gli alunni acquisiscono rapidamente la struttura combinatoria della sillaba (consonante + vocale) per cui ad un certo punto, acquisite tutte le vocali, la presentazione delle sillabe può diventare più sistematica e diventa necessario un minor tempo. Si deve richiedere da subito il riutilizzo delle sillabe note per la combinazione di altre parole: lettura e scrittura devono procedere parallelamente (tra l’altro la scrittura permette di verificare la correttezza nell’associazione grafema-fonema).

13 ATTENZIONE Una volta superata la prima fase, quando l'alunno è in grado di esprimere bisogni, di raccontare esperienze personali, di comunicare nel quotidiano, lo si ritiene in grado di "funzionare" come un alunno autoctono. L'apprendimento della lingua astratta – la lingua dei concetti- richiede invece tempi lunghi e interventi didattici mirati.

14 Possedere la corrispondenza grafema-fonema;
LA PROGRAMMAZIONE Gli obiettivi considerati si riferiscono esclusivamente alla acquisizione dei meccanismi di letto-scrittura e non comprendono quindi esplicitamente obiettivi legati alla comprensione e alla produzione di testi. OBIETTIVI Possedere la corrispondenza grafema-fonema; - Leggere e scrivere sotto dettatura e autodettatura parole e brevi frasi.

15 LEGGERE SCRIVERE Acquisire la direzione della lettura
Leggere globalmente parole note con e senza immagine associata Riconoscere in altri contesti linguistici le parole apprese Confrontare tra loro le parole apprese e isolare i suoni uguali Riconoscere i suoni comuni a più parole Pronunciare le vocali (A, O, I, U, E) con la giusta impostazione articolatoria Associare la vocale ad una parola modello che la contenga in posizione iniziale Riconoscere e isolare la vocale in parole che la contengono in posizione iniziale, mediale, finale Associare il suono al segno vocalico Leggere dittonghi significativi (IO, AI, UE) Associare la sillaba alla parola modello che la contenga in posizione iniziale Isolare e riconoscere la sillaba in parole che la contengano in posizione iniziale, mediale, finale Riconoscere tutte le sillabe del gruppo sillabico (es. PA PO PE PI PU) Formare e leggere parole bi-trisillabe piane contenenti le sillabe apprese Leggere parole piane e non, contenenti le sillabe apprese SCRIVERE Disegnare sotto dettatura da sinistra a destra sequenze di immagini in riga Copiare parole apprese globalmente Scrivere senza modello le parole apprese Scrivere e copiare in pezzi le parole apprese per memorizzazione Cerchiare/evidenziare e scrivere i suoni comuni a più parole Scrivere senza modello una serie di parole apprese Copiare la vocale Copiare la parola modello Evidenziare la vocale in parole diverse dalla parola modello Scrivere le vocali sotto dettatura Scrivere dittonghi significativi sotto dettatura Copiare la parola modello e associarla all’immagine corrispondente Copiare la sillaba con e senza modello Scrivere sotto dettatura tutte le sillabe del gruppo sillabico Scrivere parole bi-trisillabe piane composte con le sillabe apprese Scrivere sotto dettatura e autodettatura parole piane e non.

16 Vale la pena ricordare che in fase iniziale, compatibilmente con le risorse presenti, l'alunno deve essere coinvolto con il gruppo classe durante le attività che richiedono minore utilizzo del linguaggio verbale (laboratori, attività motorie, matematica) prevedendo le uscite dalla classe durante attività più marcatamente legate alla espressività verbale (area antropologica e linguistica).

17 perché sono coinvolte diverse
L’apprendimento della lingua per studiare richiede tempi lunghi e interventi mirati perché sono coinvolte diverse abilità complesse: ragionare di questioni astratte: - non si tratta solo di insegnare a comunicare, ma anche a ragionare in L2 (pensiero alfabetizzato) - parlare di fatti lontani nel tempo e nello spazio

18 -analizzare argomenti non legati all’esperienza diretta quotidiana
comprendere testi che sottendono conoscenze pregresse spesso non possedute -comprendere testi che possiedono un lessico non di base, ma specifico - comprendere testi con una sintassi spesso complessa

19 Dopo la prima fase di alfabetizzazione, il progetto di consolidamento deve attivarsi attraverso:
I glossari di parole - chiave; la semplificazione delle consegne; il linguaggio non verbale e l'uso delle immagini a supporto dei testi; la sottolineatura dei concetti di base; il metodo del confronto; la valorizzazione dei saperi precedenti; la semplificazione dei testi.

20 Graziella Favaro individua alcune modalità di adattamento dei programmi che possono essere riassunte in un PSP: - Omissione temporanea di una o più discipline, mai dei “laboratori”. Al posto di alcune discipline, per alcuni mesi, si fa italiano. Riduzione dei contenuti dei curricoli. E’un lavoro importante quello di individuare i nuclei fondanti di ciascuna disciplina. Esistono testi specifici che possono essere di grande aiuto perché di alta comprensibilità. Uso di glossari disciplinari. - Sostituzione di discipline con altre, per es. il tedesco con l’inglese o il francese. N.B. La declinazione didattica di queste indicazioni è affidata a ciascun “gruppo docente” in rapporto ai bisogni reali del singolo alunno e/o del piccolo gruppo.

21 L' ORGNIZZAZIONE DIDATTICA DELLA CLASSE
Introdurre elementi di personalizzazione vuol dire sconvolgere anche un po’ l’organizzazione didattica, perché se si vogliono attuare degli interventi individualizzati bisogna trovare il tempo per rivolgersi individualmente ad un alunno e ci si deve organizzare in modo che gli altri svolgano l’attività in modo autonomo.

22 Nella fase di accoglienza di un alunno straniero è necessario:
- introdurre l’operatività nell’attività didattica, abbinare, cioè, parole e azioni; - contestualizzare, far riferimento a oggetti, relazioni, pensieri, cose presenti, fare simulazioni, giochi di ruolo, ecc.; - far uso di un linguaggio dell’accoglienza: impliciti riferimenti al concreto, a tutto ciò che abbia un significato per l’alunno, strutture linguistiche chiare e ridondanti limitate al S. V. C.O.; - far uso di testi ad alta comprensibilità e glossari disciplinari che raccolgono le espressioni linguistiche che si riferiscano a concetti e nuclei fondanti essenziali; - considerare l’uso di diversi canali sensoriali: operatività, manipolazione, multimedialità; - pensare che il laboratorio linguistico da la possibilità di stabilire dei percorsi di alfabetizzazione per gruppi di stranieri, ma non sostituisce il lavoro in classe.

23 Per introdurre l’alunno ai contenuti, prima di fruire dell’Italiano complesso, bisogna adottare testi ad alta comprensibilità o rielaborare i testi esistenti. Parafrasare e sottolineare, usare immagini e schemi grafici, evidenziare termini specifici e parole-chiave. Quindi, agire sul lessico e sulla sintassi secondo i 10 punti di De Mauro: - ordinare le informazioni in senso logico e cronologico; - proporre frasi brevi e i testi con meno di 100 parole; - il nome viene ripetuto evitando sinonimi e pronomi; - usare solo il vocabolario di base e fornire spiegazioni su quelle parole che non vi rientrano - usare esclusivamente frasi coordinate; - nella costruzione della frase rispettare l’ordine SVO; - usare i verbi in forma attiva e modo finito - evitare le personificazioni (il “Senato” diventa i “senatori”) - non si usano le forme impersonali - il titolo e le immagini vengono usate come rinforzo per la comprensione del testo.

24 PEDAGOGIA DELLA DIDATTICA DI CLASSE
Far uso della banca del tempo (dedicare quotidianamente uno spazio all’alunno) Far uso di una didattica attiva “per progetti” (creare situazioni in cui l’alunno può utilizzare le conoscenze pregresse), Utilizzo dell’apprendimento cooperativo e del tutoring (valorizzare le potenzialità del gruppo)

25 ALLESTIRE UN LABORATORIO DI
ITALIANO COME L 2 E’ importante predisporre uno spazio che possa funzionare come luogo di accoglienza e di apprendimento. Un ambiente, quindi, confortevole nel quale gli alunni neo-arrivati possano sentirsi a loro agio, “accolti” e nel quale possano riconoscersi perché lasciano qui le tracce visibili della loro storia e dei loro progressi.

26 Che cosa può servire per allestire lo spazio/laboratorio di L2?
Alcuni suggerimenti: • carta geografica dei paesi di provenienza e fotografie di città e luoghi di origine; • fotografie e disegni degli alunni, che li ritraggono qui e che raccontano anche la loro storia passata; • cartelli e scritte di benvenuto in varie lingue; • vocabolari di base in lingua italiana illustrati, glossari in lingue diverse; • registratore, cassette, videoregistratore, macchina fotografica “polaroid” • testi didattici e schede per l’insegnamento dell’italiano L2 (di livelli diversi); • cartelloni, alfabetieri, anche prodotti dagli alunni; • oggetti di uso quotidiano e immagini per creare situazioni e contesti comunicativi; • giochi con contenuti linguistici (tombola, domino, gioco dell’oca…)

27 Ricordate C’è uno scaffale multiculturale a disposizione dei docenti Si possono fare proposte per eventuali nuovi acquisti


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