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Energia nucleare: il futuro dellenergia o un incubo che ritorna?

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Presentazione sul tema: "Energia nucleare: il futuro dellenergia o un incubo che ritorna?"— Transcript della presentazione:

1 Energia nucleare: il futuro dellenergia o un incubo che ritorna?

2 Il famoso libro di Ernst Fritz Schumacher Il piccolo è bello iniziava con questa frase: La tecnologia è la risposta: ma quale era la domanda?. Allo stesso modo, a chi dice che lenergia nucleare è la risposta potremmo dire: Ma quale era la domanda?.

3 La domanda vera da porci è: ci serve altra energia? Quanta ce ne serve? Per fare cosa?

4 Partiamo dallinizio. Già negli anni 40 negli Stati Uniti si cominciò a pensare che i processi nucleari, oltre che per scopi distruttivi (bombe atomiche) potessero essere utilizzati a fini energetici.

5 I tecnici e gli scienziati proposero allallora presidente degli Stati Uniti di avviare il programma Atomo per la pace. Cera però un problema da risolvere: dove mettere in un luogo sicuro le scorie nucleari che rimanevano radioattive per decine e decine di migliaia di anni?

6 Questo problema non aveva, e non ha ancora, una risposta, ma i tecnici e gli scienziati americani riuscirono ad avere lautorizzazione del presidente degli Stati Uniti sulla base di una promessa, risultata poi bugiarda, di trovare in breve la soluzione al problema.

7 Da allora diversi paesi hanno costruito centrali nucleari, ma molti altri hanno nel frattempo abbandonato questa via pericolosa, costosa e a rischio di proliferazione di armamenti nucleari.

8 I RISCHI Nella normale vita di una centrale nucleare vi sono continui rilasci di materiale radioattivo, sia in forma liquida che in forma gassosa. Poiché le radiazioni ionizzanti producono tumori in percentuale tanto maggiore quanto maggiore è la dose assorbita, e non vi è una soglia minima sotto la quale non ci sono effetti, anche in condizioni di esercizio normale di una centrale vi sono rischi potenziali di tumori per la popolazione che vive in un raggio di qualche decina di chilometri da una centrale nucleare.

9 I RISCHI Ma naturalmente vi è anche il rischio di incidente nucleare, sia grave e gravissimo, come quello del 1979 negli Stati Uniti a Three Miles Island, che catastrofico, come quello del 1986 a Chernobyl, che ha causato molte migliaia di morti. Entrambi questi incidenti erano considerati impossibili negli scenari previsti dagli esperti del nucleare nel mondo.

10 LO STRETTO LEGAME FRA NUCLEARE CIVILE E NUCLEARE MILITARE Nei dibattiti degli anni70 sullenergia nucleare i cosiddetti esperti negavano ogni legame fra nucleare civile e nucleare militare, irridendo a noi del M.I.R. - Movimento Internazionale della Riconciliazione - che per primi mettemmo in guardia contro questo gravissimo pericolo.

11 LO STRETTO LEGAME FRA NUCLEARE CIVILE E NUCLEARE MILITARE La storia si è incaricata di darci ragione. La mattina del 7 giugno 1981 alcuni cacciabombardieri israeliani si alzarono in volo e andarono a bombardare la costruenda centrale nucleare irakena di Osirak, costruita con laiuto dei francesi. Il legame stretto fra energia nucleare e bombe atomiche era stato mostrato nella maniera più evidente possibile.

12 LO STRETTO LEGAME FRA NUCLEARE CIVILE E NUCLEARE MILITARE Daltra parte le recenti vicende della Corea del Nord e dellIran dimostrano che la strada dellenergia nucleare è il cavallo di Troia per giungere alle bombe nucleari. Non è un caso che i maggiori paesi produttori di energia nucleare siano anche i principali paesi detentori di armi nucleari: Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Regno Unito.

13 LO STRETTO LEGAME FRA NUCLEARE CIVILE E RISCHIO TERRORISMO Concentrare la produzione di energia in pochi luoghi ad elevatissimo rischio comporta pericoli gravissimi anche dal punto di vista di attentati terroristici. Colpire una centrale nucleare vuol dire non solo rischiare di causare un incidente nucleare catastrofico, ma anche togliere lenergia a centinaia di migliaia di persone. Lenergia va prodotta decentrandola il più possibile, non concentrandola in pochi siti vulnerabili, altrimenti occorre militarizzare il territorio: ne va di mezzo anche il concetto stesso di democrazia.

14 LO STRETTO LEGAME FRA NUCLEARE CIVILE E RISCHIO TERRORISMO Il rischio di terrorismo è dovuto anche a possibili furti di materiale fissile per produrre rudimentali ma catastrofiche bombe nucleari. Negli ultimi decenni sono avvenuti moltissimi furti di materiale radioattivo, ed anche recentemente sono stati arrestati gruppi terroristici che stavano trafficando in materiale per bombe nucleari.

15 I COSTI DELLENERGIA NUCLEARE Unaltra bugia che è stata raccontata in questi decenni è che lenergia nucleare costerebbe meno di altre fonti energetiche rinnovabili come il solare o leolico. Quando i conti sono stati fatti tenendo conto dellintero ciclo del nucleare, fino alla conservazione per decine di migliaia di anni delle scorie e tenendo conto delle conseguenze sanitarie dei rilasci normali e per incidenti, il nucleare è risultato ben poco conveniente anche dal punto di vista economico.

16 LENERGIA NUCLEARE NON ELIMINA LA DIPENDENZA ENERGETICA Daltra parte non è neppur vero che lenergia nucleare toglierebbe allItalia la dipendenza da fonti energetiche estere (petrolio, gas, carbone). LItalia non dispone di Uranio, elemento base per il funzionamento delle centrali nucleari, e daltra parte nel mondo di Uranio ce nè appena per qualche decina di anni ai consumi attuali: quella del nucleare civile è dunque una strada vecchia, senza futuro, rischiosa e costosa.

17 QUALE SOLUZIONE DUNQUE? Torniamo allora alla domanda iniziale: ci serve altra energia? Quanta ce ne serve? Per fare cosa?

18 I consumi energetici in Italia sono ripartiti in modo più o meno uguale tra industria, trasporti e settore civile (un peso minore hanno l'agricoltura e gli usi non energetici).

19 Questi consumi sono soddisfatti così: Petrolio:45% Gas:33% Carbone: 9% Idroelettrico: 5% Elettricità importata: 5% Rinnovabili (solare, eolico, ecc.): 3%

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21 Il faraonico programma italiano di produzione di energia nucleare pensato negli anni 70 prevedeva di avere 44 centrali nucleari attive nel 1989. Nel 1986, allepoca dellincidente di Chernobyl, ne funzionavano, ad intermittenza, 4: Caorso, Garigliano, Latina e Trino Vercellese.

22 Anche se si fosse realizzato quellassurdo ed enorme piano nucleare, avrebbe coperto meno del 5% del fabbisogno nazionale.

23 Quel misero 5% di energia si può recuperare, per esempio, con un piccolo sforzo di risparmio energetico sugli sprechi delle nostre abitazioni. Facciamo due conti vediamo perché è molto meglio non produrre energia e risparmiarla piuttosto che produrla.

24 L A PRODUZIONE E IL CONSUMO DI ENERGIA HANNO UN ENORME IMPATTO SANITARIO E AMBIENTALE Inquinamento atmosferico Inquinamento delle acque Inquinamento del suolo Produzione di rifiuti Rischi di incidenti Guerre

25 LA PRODUZIONE E IL CONSUMO DI ENERGIA HANNO UN ENORME IMPATTO SANITARIO E AMBIENTALE LUnione Europea ha stimato i danni in Euro per MWh prodotto da: Petrolio e derivati55.8 Gas naturale27.3 Incenerimento rifiuti8.9 Idroelettrico3.4 Eolico, Solare< 0.1 Il danno totale in Italia dovuto alla produzione di energia è stato stimato essere pari a: 15 miliardi di Euro allanno

26 PIANI ENERGETICI NAZIONALI Il PEN Piano Energetico Nazionale nel 1975 prevedeva per il 1985 un consumo di energia elettrica in Italia di 290.000 di GWh, mentre in realtà il consumo è stato di soli 174.500 GWh. Nel 1976 lENEL prevedeva per il 1990 un consumo di energia elettrica in Italia di 460.000 GWh, mentre in realtà ne sono stati consumati solo 215.000. Queste previsioni, sistematicamente ed enormemente sovrastimate, unite alla convenienza di acquistare energia elettrica dalla Francia che la svende avendone una enorme quantità per via del legame fra energia nucleare e produzione di armamenti nucleari, hanno prodotto una sovrabbondanza di energia che non ha mai fatto decollare una seria politica energetica basata su (in ordine di importanza): riduzione ed eliminazione dei consumi inutili di energia; risparmio energetico (maggiore efficienza energetica); largo utilizzo di fonti energetiche rinnovabili.

27 RIDUZIONE ED ELIMINAZIONE DEI CONSUMI INUTILI DI ENERGIA vetro invece dellalluminio (per quanto riciclato, la produzione di alluminio implica un consumo energetico enormemente superiore a quello per produrre vetro); no a scaldabagni, stufe, asciugamani elettrici (la trasformazione di tutti gli 8 milioni di scaldabagni elettrici che ci sono in Italia a solare ridurrebbe in maniera significativa la necessità di produzione di energia elettrica); riduzione delle temperature e maggior controllo di questa negli ambienti abitativi e di lavoro; telelavoro (forte riduzione dei consumi di carburante); riduzione e razionalizzazione dellilluminazione pubblica; aumento della mobilità pubblica (piano razionale dei trasporti passeggeri e merci, con riduzione dei consumi senza riduzione della qualità del servizio); riorganizzazione delle funzioni della città; sobrietà e riduzione degli sprechi.

28 RISPARMIO ENERGETICO (MAGGIORE EFFICIENZA ENERGETICA) (cioè utilizzare meno energia a parità di bene o servizio prodotto) centrali elettriche combinate (cogenerazione): riutilizzano i 2/3 di energia altrimenti sprecata sottoforma di calore; teleriscaldamento da impianti di combustione; auto più efficienti (possono ridurre i consumi di carburante del 50-70%); a parità di qualità della prestazione, vi sono elettrodomestici che consumano la metà di altri; a parità di luce prodotta, le lampadine a basso consumo consumano il 20% di quelle normali a incandescenza; miglioramenti sulla tenuta del calore nelle abitazioni (infissi, sottotetti) e sullefficienza degli impianti (caldaie, ecc.) possono ridurre i consumi anche del 30-40%.

29 RISPARMIO ENERGETICO (MAGGIORE EFFICIENZA ENERGETICA) Mentre le abitazioni italiane consumano, in media, circa 15-20 metri cubi di metano per metro quadro allanno, quelle tedesche sono a 5. Detto in altri termini, una casa italiana ha bisogno di circa 150-200 kWh per metro quadrato allanno, quando in Germania sono circa a 50 e Bolzano ha reso obbligatorio costruire case che non consumino più di 70.

30 Se in tutta Italia si applicasse la legge della Provincia di Bolzano, i consumi energetici dei fabbricati diminuirebbero almeno del 30%-35%: tenuto conto che i consumi energetici dei fabbricati rappresentano il 31% dei consumi totali italiani, il risparmio effettivo sarebbe circa il 10%, più del doppio dellintero faraonico programma nucleare italiano degli anni 70.

31 DISPONIBILITA LORDA DI ENERGIA IN ITALIA (IN TWh) 197519801985199019952000 Combustibili solidi114,0145,8187,7183,7145,4148,8 Gas naturale212,8265,1317,1454,3520,9675,6 Petrolio1088,41149,2995,81076,11112,81061,6 Elettrica131,4149,5199,4186,695,3112,8 Fonti rinnovabili0,0 120,9150,0 TOTALE1546,61709,61700,01900,71995,32148,8 (Fonte: ENEA) 1 MTep = 11,628 TWh

32 DISPONIBILITA LORDA DI ENERGIA IN ITALIA (IN TWh)

33 PRODUZIONE LORDA DI ENERGIA ELETTRICA IN ITALIA (IN TWh) 1991199419972000 IDROELETTRICA 42,24044,65841,60044,205 EOLICA0,0000,0060,118 0,563 (3,56 nel 2007) FOTOVOLTAICA 0,0000,0020,006 GEOTERMICA3,1823,4173,9054,705 BIOMASSE E RIFIUTI0,1910,2850,8201,906 TOTALE DA FONTI RINNOVABILI45,61348,36846,44951,385 TERMOELETTRICA 173,253180,648200,881219,016 TOTALE DA OGNI FONTE218,866229,016247,330270,401 FONTI RINNOVABILI SUL TOTALE20,8%21,1%18,8%19,0% (Fonte: ENEA) D. Lgs.vo 79/1999: le industrie devono approvvigionarsi di energia elettrica per almeno il 2% da fonti energetiche rinnovabili (lobiettivo del 2% è destinato a crescere nei prossimi anni)

34 PRODUZIONE LORDA DI ENERGIA ELETTRICA IN ITALIA (IN TWh)

35 GEOTERMICO La riserva di energia termica a bassa entalpia è praticamente inesauribile, essendo legata al normale gradiente termico del sottosuolo (20-30 °C/km) (ISS, Laboratorio di Fisica, 1977). BIOMASSE La quantità di biomassa prodotta annualmente sulla terra in termini del suo contenuto energetico può essere stimata in circa 70 Gtep, pari a oltre otto volte il consumo mondiale di energia (che è pari a circa 8.5 Gtep). Al momento la popolazione mondiale soddisfa il 10-15% del proprio fabbisogno primario di energia con biomassa. In Europa la percentuale media è ferma al 6%. (Fonte U.E.)

36 ENERGIA EOLICA Nella Regione Marche … si può ipotizzare una produzione complessiva di energia elettrica da fonte eolica di almeno 600 GWh/anno, pari a circa il 10% del consumo di energia elettrica della Regione. (Del. Giunta Regionale Marche n. 1885 del 29/10/2002 procedure di V.I.A. per impianti eolici) Libro Bianco CIPE sulle energie rinnovabili (agosto 1999): lobiettivo per il 2010 è di avere installati almeno 2500-3000 MW eolici, quando nel 2000 ce nerano solo 427. La Commissione europea valuta che un megawatt (eolico) di capacità generativa implichi approssimativamente dai 15 ai 19 posti di di lavoro, alle attuali condizioni del mercato europeo.

37 ENERGIA EOLICA PAESE Totale installato al 1999 (MW) Totale installato al 2000 (MW) Germania4.4436.113 Spagna1.5422.481 Danimarca1.7712.301 Olanda411449 Italia283427 (2700 nel 2007) 1 MW installato produce circa 2 GWh/anno di energia elettrica Ciò significa che nel 2007 leolico ha prodotto più di 5.4 TWh, più di una centrale nucleare: e leolico è appena agli inizi.

38 ENERGIA SOLARE In un solo giorno la terra riceve dal sole una quantità di energia trenta volte superiore a quella consumata nel mondo in un intero anno. I vantaggi offerti dallenergia solare, rispetto a quella prodotta da altre fonti, sono ben noti: enorme quantità di energia potenzialmente disponibile, gratuità, rinnovabilità e come ultimo aspetto la possibilità di raccogliere tale energia con dispositivi molto semplici. Lintero fabbisogno energetico del 1975 sarebbe coperto con 4000 km 2 che costituiscono poco più dell1% del territorio nazionale, meno del 10% delle sole terre abbandonate. (ISS, Laboratorio di Fisica, 1977) Energia solare: Si tratta di una quantità di energia certamente in grado di coprire, opportunamente captata e convertita, i consumi energetici di una società complessa come la nostra (Corrado Ratto, docente di Fisica alla Facoltà di Ingegneria di Genova, in Le energie rinnovabili: prospettive e limiti, SNABI 1987).

39 ENERGIA SOLARE TERMICA PAESEInstallato al 2001 (m 2 ) Previsioni al 2002 (m 2 ) Germania3.700.000900.000 Grecia3.100.000150.000 Austria2.371.000170.000 Francia554.50035.500 Spagna450.00040.000 Danimarca273.00013.000 Italia272.50042.000 Nel 2006 sono stati installati in Italia 186.000 mq che hanno portato ad un totale di 700.000 mq.

40 ENERGIA SOLARE FOTOVOLTAICA In Italia cè un irraggiamento per m 2 da 1.1 a 2.6 MWh/anno. 1 m 2 di fotovoltaico installato genera una potenza di picco di circa 0.15 kWp che produce circa 0.5 kWh/giorno. Pertanto nel 2007 il solare fotovoltaico in Italia ha prodotto 0.13 TWh.

41 Affideresti il futuro dellenergia ad una fonte che potrà durare solo pochi decenni, oppure ad una che durerà almeno 5 miliardi di anni?

42 Rubbia: "Né petrolio né carbone, soltanto il sole può darci energia Il petrolio e gli altri combustibili fossili sono in via di esaurimento, ma anche l'uranio è destinato a scarseggiare entro 35-40 anni, come del resto anche l'oro, il platino o il rame. Non possiamo continuare perciò a elaborare piani energetici sulla base di previsioni sbagliate che rischiano di portarci fuori strada. Dobbiamo sviluppare la più importante fonte energetica che la natura mette da sempre a nostra disposizione, senza limiti, a costo zero: e cioè il sole che ogni giorno illumina e riscalda la terra". Eppure, dagli Stati Uniti all'Europa e ancora più nei Paesi emergenti, c'è una gran voglia di nucleare. Anzi, una corsa al nucleare. Secondo lei, sbagliano tutti? "Sa quando è stato costruito l'ultimo reattore in America? Nel 1979, trent'anni fa! E sa quanto conta il nucleare nella produzione energetica francese? Circa il 20 per cento. Ma i costi altissimi dei loro 59 reattori sono stati sostenuti di fatto dal governo, dallo Stato, per mantenere l'arsenale atomico. Ricordiamoci che per costruire una centrale nucleare occorrono 8-10 anni di lavoro che la tecnologia proposta si basa su un combustibile, l'uranio appunto, di durata limitata. Poi resta, in tutto il mondo, il problema delle scorie". Ma non si parla ormai di "nucleare sicuro"? Quale è la sua opinione in proposito? "Non esiste un nucleare sicuro. O a bassa produzione di scorie. Esiste un calcolo delle probabilità, per cui ogni cento anni un incidente nucleare è possibile: e questo evidentemente aumenta con il numero delle centrali.

43 Ora c'è anche il cosiddetto "carbone pulito". La Gran Bretagna di Gordon Brown ha riaperto le sue miniere e negli Usa anche Hillary Clinton s'è detta favorevole... "Questo mi ricorda la storia della botte piena e della moglie ubriaca. Il carbone è la fonte energetica più inquinante, più pericolosa per la salute dell'umanità. Ma non si risolve il problema nascondendo l'anidride carbonica sotto terra. In realtà nessuno dice quanto tempo debba restare, eppure la CO2 dura in media fino a 30 mila anni, contro i 22 mila del plutonio. No, il ritorno al carbone sarebbe drammatico, disastroso". E allora, professor Rubbia, escluso il petrolio, escluso l'uranio ed escluso il carbone, quale può essere a suo avviso l'alternativa? "Guardi questa foto: è un impianto per la produzione di energia solare, costruito nel deserto del Nevada su progetto spagnolo. Costa 200 milioni di dollari, produce 64 megawatt e per realizzarlo occorrono solo 18 mesi. Con 20 impianti di questo genere, si produce un terzo dell'elettricità di una centrale nucleare da un gigawatt. E i costi, oggi ancora elevati, si potranno ridurre considerevolmente quando verranno costruiti in gran quantità".

44 Ma noi, in Italia e in Europa, non abbiamo i deserti... "E che vuol dire? Basti pensare che un ipotetico quadrato di specchi, lungo 200 chilometri per ogni lato, potrebbe produrre tutta l'energia necessaria all'intero pianeta. E un'area di queste dimensioni equivale appena allo 0,1 per cento delle zone desertiche del cosiddetto sun-belt. Per rifornire di elettricità un terzo dell'Italia, un'area equivalente a 15 centrali nucleari da un gigawatt, basterebbe un anello solare grande come il raccordo di Roma". Il sole, però, non c'è sempre e invece l'energia occorre di giorno e di notte, d'estate e d'inverno. "D'accordo. E infatti, i nuovi impianti solari termodinamici a concentrazione catturano l'energia e la trattengono in speciali contenitori fino a quando serve. Poi, attraverso uno scambiatore di calore, si produce il vapore che muove le turbine. Né più né meno come una diga che, negli impianti idroelettrici, ferma l'acqua e al momento opportuno la rilascia per alimentare la corrente". Se è così semplice, perché allora non si fa? "Il sole non è soggetto ai monopoli. E non paga la bolletta. Mi creda questa è una grande opportunità per il nostro Paese: se non lo faremo noi, molto presto lo faranno gli americani, com'è accaduto del resto per il computer vent'anni fa".

45 VALUTAZIONI DI IMPATTO AMBIENTALE E SANITARIO

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