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Formazione dell’addetto al primo soccorso aziendale

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Presentazione sul tema: "Formazione dell’addetto al primo soccorso aziendale"— Transcript della presentazione:

1 Formazione dell’addetto al primo soccorso aziendale
Dr. Franco Ballarè Medico Competente

2 Il soccorritore e le manovre sanitarie
Non ha un elenco di compiti o manovre sanitarie che può effettuare; Ha il compito di fare da tramite con il lavoro di altro personale qualificato; Non farà mai qualcosa che vada oltre le sue competenze, pena la commissione di imprudenza e l’accusa di lesioni personali (art. 590 c.p.) o omicidio colposo (art.589 c,p) o esercizio abusivo di professione (art.348 c.p.)

3 Il ruolo dell’ incaricato di primo soccorso
Oltre ad essere formato, l’incaricato deve: Collaborare alla formazione del piano di emergenza; Coordinare l’attuazione delle misure previste; Predisporre i numeri telefonici d’emergenza; Tenere un registro del materiale sanitario; Effettuare le manovre di soccorso di sua competenza.

4 Le norme comportamentali
Nelle situazioni di emergenza sanitaria è importante avere delle conoscenze,per se elementari,del primo soccorso. Per quanto riguarda le norme comportamentali, si può cosi schematizzare: Che cosa fare Che cosa non fare

5 Che cosa fare Allontanare i curiosi dalla vittima
Mantenersi calmi ed agire con tranquillità Esaminare l’infortunato badando alle difficoltà o assenza di respiro, allo stato di coscienza, alla presenza di emoraggie Esaminare il luogo per evidenziare eventuali pericoli

6 Cosa non fare Non spostare l’infortunato,salvo necessità
Non mettere seduta la persona incosciente Non somministrare bevande alla vittima se incosciente Non ricomporre fratture e lussazioni Non toccare le ustioni o rompere le bolle Non togliere corpi estranei che siano penetrati in profondità nell’occhio o che abbiano determinato emorragie in qualsiasi parte del corpo.

7 Le prime fasi del soccorso
Comprendono: la valutazione del paziente; La sequenza degli interventi (protocolli d’intervento). La valutazione del paziente è il primo passo per affrontare tutte le manovre di soccorso ed ha lo scopo di identificare e correggere tutte le situazioni che minacciano la vita del paziente stesso, è condizionata inoltre dalla natura dell’emergenza. Nella valutazione del paziente vittima di un incidente bisognerà sempre ricordarsi che la sua condizione è in continua evoluzione,positiva o negativa.

8 Nelle prime fasi,per stabilire la priorità degli interventi, il soccorritore dovrà individuare:
I disturbi che minacciano la sopravvivenza Le patologia che non rappresentano un problema di immediata urgenza. L’intervento prioritario del soccorritore andrà indirizzato,quindi, nei confronti degli organi ed apparati definiti vitali e delle loro rispettive funzioni. Questi organi sono: Il sistema nervoso L’apparato respiratorio L’apparato cardiocircolatorio Le rispettive funzioni vitali sono: Lo stato di coscienza La respirazione La circolazione

9 Dopo aver osservato la situazione e la posizione in cui si trova la vittima, il soccorritore valuterà lo stato di coscienza, cioè se la vittima risponde o meno alle domande o agli stimoli. “ La coscienza è la consapevolezza di se stessi e dell’ambiente che ci circonda” Tale stato può alterarsi in numerose situazioni come: Traumi e malattie cerebrali Carente irrorazione sanguigna al cervello intossicazioni

10 La coscienza è alterata :
In maniera lieve: nei disturbi dell’attenzione(da stanchezza) nell’apatia(per problemi psicologici) In maniera grave,con uno dei seguenti sintomi: - sonnolenza,risvegli dopo stimoli forti e successiva ricaduta nel sonno - sopore,quando la persona non risponde anche dopo forti stimoli coma

11 Il coma è caratterizzato da:
Perdita della coscienza Scomparsa di tutti i riflessi Perdita di tutte le reazioni al dolore Emissione involontaria di feci ed urine

12 La valutazione dello stato di coscienza viene effettuata chiamando il paziente e chiedendo “come va?”. Se il paziente non risponde anche solo con l’apertura degli occhi, lo si toccherà sulle spalle con lieve scuotimento,si pizzicherà su un braccio o su una spalla,si stringerà la radice del naso. Può essere utile osservare il colorito della pelle, normalmente roseo,che può assumere una tonalità pallida o bluastra, e misurare la temperatura corporea. Infine si potrò osservare la risposta della pupilla allo stimolo luminoso. Normalmente si restringe alla luce (miosi) e si allarga al buio (midriasi). Se la vittima non risponde ci troviamo di fronte ad un soggetto incosciente pertanto verrò adottato un protocollo ben definito.

13 Le manovre possono essere riassunte nel seguente modo:
A= airway (vie aeree), e cioè assicurare la pervietà delle vie aeree B= breathing (respiro), e cioè aiutare il soggetto a respirare C=circulation(circolazione), e cioè assicurare la circolazione corporea del sangue (massaggio cardiaco)

14 Per ottenere l’apertura delle vie aeree bisogna:
Sistemare la vittima in posizione supina,senza alcun oggetto sotto il capo Posizionare il palmo di una mano a piatto sulla fronte della vittima, facendo iperestendere il capo Sollevare il mento con le dita dell’altra mano.

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16 Nel soggetto, vittima di un traumatismo, l’apertura della bocca dovrà ottenersi con la seguente manovra: - posizionarsi dietro la vittima - afferrare con le dita lunghe di entrambe le mani la mandibola davanti ai lobi auricolari - spingere la mandibola in alto e in avanti

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19 Nell’ostruzione da corpi estranei può risultare utile anche la manovra di Heimlich:
Porsi dietro la vittima mettendo una mano chiusa a pugno sulla parte superiore dell’addome del paziente, tra l’ombelico ed il processo xifoideo, e con l’altra afferrando il pugno e tirando verso di se.

20 La respirazione Successivamente al controllo della pervietà delle vie aeree si passa al controllo della presenza e dell’efficacia della respirazione spontanea. In questo caso si possono avere 2 situazioni: Respiro assente Respiro presente

21 La respirazione Serve all’organismo per approvvigionarsi di ossigeno ed eliminare anidride carbonica Normalmente si effettua a bocca chiusa, attraverso il naso; è silenziosa, regolare e non richiede sforzi Ha una frequenza di atti al minuto

22 Le alterazioni della respirazione sono:
Alterazioni della frequenza: - tachipnea (respirazione accelerata) provocata da sforzi fisici, febbre, etc. - bradipnea (respirazione rallentata) che si ha nel sonno e nelle affezioni cerebrali Alterazioni del ritmo e della profondità: - superficiale ed accelerata nelle fratture toraciche - profonda e lenta dopo l’ingestione di sonniferi

23 Inspirazione ed espirazione
La presenza dell’attività respiratoria si verifica: - appoggiando una mano sul torace appoggiando un vetro o uno specchio sulla bocca Nella valutazione della respirazione il soccorritore dovrà: - mettersi a lato della vittima appoggiare un orecchio alla bocca della vittima e guardare il suo torace valutare la presenza di rumori respiratori e osservare il movimento di torace ed addome

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25 Il polso E’ una dilatazione dell’arteria che si rigonfia momentaneamente al passaggio dell’onda sanguigna, dovuta alla contrazione cardiaca. Una volta percepito il polso, si contano le pulsazioni (o battiti) per 15 secondi e poi si moltiplica per 4. In presenza di polso irregolare il controllo va prolungato per un minuto intero. La frequenza è data dal numero di pulsazioni in un minuto. Normalmente in un adulto le pulsazioni sono al minuto.

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27 Le alterazioni della frequenza cardiaca sono:
Tachicardia (frequenza maggiore di 120 battiti al minuto), che può essere causata da sforzi Bradicardia (frequenza minore di 50 battiti al minuto), che può essere fisiologica negli atleti. Le alterazioni del ritmo (sequenza irregolare) sono dovute a patologia cardiache.

28 La posizione laterale di sicurezza
Flettere la gamba dalla parte del soccorritore Posizionare la mano dell’infortunato sotto il gluteo dello stesso lato Ruotare lentamente sul fianco l’infortunati, dalla parte del soccorritore Infine estendere il capo all’indietro, con il viso al pavimento e mettere l’altra mano sotto la guancia.

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30 Nei pazienti coscienti, vittime di incidenti, andrà valutato l’effettivo grado della coscienza, la funzione respiratoria (colorito delle mucose, frequenza e tipo di atti respiratori) e l’efficacia della circolazione sanguigna (frequenza e ritmo cardiaco, colorito di cute e mucose). Le alterazione delle funzioni vitali comprendono: - lo stato di incoscienza - l’insufficienza respiratoria l’arresto cardio-respiratorio Lo stato di coscienza è una funzione sensibilissima e può alterarsi alla minima riduzione dell’apporto di ossigeno.

31 L’arresto cardiorespiratorio
Nella ventilazione bocca a bocca il soccorritore dovrà: Porsi a lato del paziente, stringere il suo naso, iperestendere il capo e con l’altra mano completare l’operazione sul mento,aprendo la bocca; Inspirare e porre le labbra intorno alla bocca della vittima e insufflare con decisione per due secondi ed osservare se il torace si muove. In questo caso è necessario ripetere la manovra volte al minuto.

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33 L’arresto cardio-respiratorio
Dopo aver assunto una corretta posizione il soccorritore dovrà: - porre una mano sul punto di compressione appoggiando la parte del palmo vicino al polso e tenendo sollevato il resto - appoggiare l’altra mano sul dorso della prima comprimere il torace della vittime appoggiandosi sopra e trasmettendo il peso del proprio corpo tramite le braccia rigide. La compressione deve determinare l’abbassamento dello sterno di almeno 4-5 cm,altrimenti è inefficace.

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36 Gli interventi specifici di primo soccorso
Anche nel primo soccorso è opportuno saper riconoscere e distinguere i casi di emergenza da quelli di urgenza. l’emergenza è una patologia che pone il soggetto in imminente pericolo di vita - l’urgenza è una patologia che non pone il soggetto in imminente pericolo di vita

37 Si considerano emergenze:
Lo shock Il coma L’infarto L’insufficienza respiratoria La folgorazione Le emorragie gravi Le ustioni estese

38 Si considerano urgenze poco differibili:
Il colpo di calore Le emorragie contenibili Le ferite profonde Le fratture al bacino e della colonna Si considerano urgenza relativamente differibili: Le ferite poco profonde Le fratture degli arti I traumi osteomiotendinei Le ustioni circoscritte

39 L’angina pectoris e l’infarto
Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte nei paesi industrializzati. Le forme più comuni sono l’infarto e l’angina pectoris. L’infarto si manifesta con un dolore toracico tipico: - di norma al centro del torace - di durata, in genere, superiore a 20 minuti intenso e con irradiazioni al collo, alla mandibola, agli arti superiori e all’addome Il soggetto con infarto presenta in genere: difficoltà respiratoria ansia, irritabilità, angoscia, malessere generale e vomito senso di svenimento sudorazione fredda

40 Il soggetto infartuato può presentare i segni dello shock:
polso frequente pressione arteriosa bassa sudorazione fredda pallore perdita di coscienza L’infarto può evolversi in arresto cardiaco. La terapia d’urgenza cambia a seconda se nell’infarto il soggetto ha perso o meno conoscenza.

41 L’angina pectoris L’angina pectoris si presenta molto spesso in seguito ad eccessiva attività fisica, fumo, pasti copiosi, esposizione al freddo,assunzione incongrua di sostanze eccitanti, situazione di stress e crisi d’ansia. I suoi sintomi sono: dolore retrosternale che s’irradia verso: uno o entrambi gli arti superiori - collo, mascella e mandibola parte superiore della schiena e dell’addome Nausea Nell’angina pectoris il primo soccorso dovrà essere rivolto a: Mantenere calmo il soggetto Mettere il soggetto in posizione di riposo Informarsi se il soggetto ha assunto farmaci del tipo nitroderivanti (es. trinitrina) Trasportare in ospedale per le opportune terapie .

42 Nel soggetto privo di conoscenza si dovrà:
Slacciare le cinture e allentare gli abiti Aprire e mantenere pervie le vie aeree Eseguire la rianimazione cardiopolmonare Controllare i segni vitali Mettere il soggetto in posizione antishock Ospedalizzare

43 Nel soggetto cosciente si dovrà:
Mantenere la vittima calma ed immobile Controllare i segni vitali Farlo adagiare in posizione semiseduta Nel caso si dovesse verificare un arresto cardiaco si procederà alla rianimazione cardiopolmonare L’angina e l’infarto sono delle emergenze.

44 Le intossicazioni e gli avvelenamenti
Le intossicazioni sono patologia conseguenti ad inalazioni di gas e vapori. I gas e i vapori possono determinare azioni irritanti immediate (anidride solforosa, ammoniaca, alogeni, isocianati) o un’azione dannosa più lenta (ozono, gas nitrosi, anidride carbonica, ossido di carbonio) I gas e i vapori provocano: - irritazioni agli occhi, alla laringe, alla trachea, ai bronchi e ai polmoni difficoltà respiratoria alterazione dello stato di coscienza cefalea nausea e vomito Il primo soccorso prevede l’allontanamento del soggetto dalla fonte tossica. Andrà controllata la pervietà delle vie aeree e somministrato ossigeno da parte di personale qualificato Non andranno somministrate bevande.

45 I sintomi e i segni sono rappresentati da:
- ustioni alla bocca - odori insoliti dell’alito - difficoltà respiratoria e alterazioni del polso - sudorazione - pupille miotiche o midriatiche - vomito e diarrea - alterazioni della coscienza fino allo shock

46 Alcune sostanze possono provocare, al contatto, lesioni della cute e delle mucose.Il trattamento in questi casi prevederà: Allontanamento dalla sostanza Lavaggio della cute con soluzione fisiologica. Alcune sostanze molto tossiche, attraverso la cute, possono passare nel torrente circolatoria e determinare quadri di alterazione del respiro e del polso, fino allo shock.

47 IL COLPO DI CALORE E GLI ASSIDERAMENTI
La permanenza prolungata in ambienti surriscaldati può provocare patologie diverse, che si tende oggi a riunire sotto la dizione “malattia da calore” Tali manifestazioni sono: La sincope da calore I crampi muscolari da calore L’esaurimento da calore Il colpo di calore

48 Segni e sintomi fondamentali del colpo di calore
Colorito del volto rosso intenso Elevata temperatura corporea Scarsa o assente espressività del volto Pelle secca e molto calda Alterazione della respirazione Andatura incerta Possibile perdita di coscienza Il trattamento ospedaliero prevederà: Togliere gli indumenti Trasportare la vittima in luogo fresco e ventilato Spugnarlo con acqua fredda e applicare borse di ghiaccio sul capo

49 Assideramento L’esposizione prolungata a basse temperature provoca un raffreddamento generalizzato del corpo, fino all’assideramento. I segni e sintomi fondamentali sono: Brividi e sensazione di intorpidimento Sonnolenza e perdita della coordinazione motoria Apatia progressiva L’intervento di primo soccorso richiede: La sostituzione degli indumenti umidi con quelli aciutti Il trasporto dell’infortunato in ambiente caldo Lì’eventuale trattamento dello shock Non vanno somministrati alcolici

50 L’epilessia E’ il cortocircuito di alcuni neuroni che scaricano improvvisamente impulsi attivando disordinatamente i muscoli. Si manifesta con: Fase tonica (irrigidimento muscolare) Fase clonica Fase successiva o post-critica

51 Nella fase tonica il corpo diventa rigido pe runa durata non superiore a 30 secondi; può bloccarsi il respiro e il soggetto può mordersi la lingua. Inoltre può avere perdita di feci e urine. Nella fase clonica il soggetto è scosso da violenti movimenti a scatti, per circa 1-2 minuti. Può emettere bava dalla bocca e può diventare cianotico Nella fase successiva si ha la riprese della coscienza con vertigini e confusione Possono residuare per parecchie ore un’emicrania ed un lieve stato confusionale

52 Il trattamento d’urgenza dell’epilessia
Adagiare il soggetto in posizione laterale di sicurezza Allentare gli abiti stretti Proteggere la vittima da lesioni, evitando gli urti, ma senza frenare le convulsioni Mettere il soggetto a riposo dopo la fase clonica

53 Lo shock e lo svenimento
Le cose da non fare nello shock sono: muovere il paziente somministrare bevande avvicinare la vittima a sorgenti di calore

54 Lo shock e lo svenimento
Le cose da fare invece sono: Coprire il paziente in una coperta Porre il paziente in una posizione anti-shock Liberarlo da tutti gli indumenti che lo stringono Controllare le sue funzioni vitali L’organo più sensibile allo shock è il cervello che può subire danni irreversibili. I sintomi e i segni sono: Volto, labbra e unghie pallide Estremità fredde e sudate Polso frequente e difficile da palpare Ipotensione Respirazione rapida e superficiale Alterazione della coscienza

55 Lo shock Rappresenta una grave perturbazione emodinamica e metabolica dell’organismo, causata dall’incapacità del sitema circolatorio a fornire un adeguato apporto ematico agli organi vitali per: diminuzione del volume ematico vasodilatazione deficit della pompa cardiaca

56 Lo svenimento Nello svenimento (lipotimia) si ha una perdita non completa della coscienza le cui cause sono: - stress emotivi - ambienti affollati - stazione eretta prolungata - forti dolori Si utilizza lo stesso protocollo dello shock

57 Il soggetto diabetico In questo tipo di soggetto si possono avere due tipi di crisi: Iperglicemia o coma diabetico Ipoglicemia Si tratta in entrambe le situazioni di emergenze che necessitano dell’intervento del 118 Nell’iperglicemia si avrà: Insorgenza graduale dei sintomi Secchezza della bocca e sete, dolori addominali con vomito Irrequietezza e stato confusionale, cefalea e alito acetonico Coma con sospiri, polso rapido e debole, pelle secca e calda

58 Ipoglicemia La crisi ipoglicemica è un evento ancora più grave e i sintomi sono: insorgenza acuta della sintomatologia emicrania e vertigini comportamento anomalo e fame convulsioni polso rapido pelle pallida e sudata E’ sempre necessario l’intervento del medico

59 Le ferite La ferita è una soluzione di continuo della cute più o meno profonda Maggiore è la profondità, maggiore diventa la probabilità di interessamento di strutture nobili (vasi, nervi, ecc) Le ferite si dividono in: - abrasioni - escoriazioni - ferite da punta - ferite da taglio - ferite da punta e taglio - ferite da scoppio

60 I pericoli delle ferite vanno dall’infezione all’emorragia
In caso di ferite profonde si possono avere lesioni di organi interni, gravi emorragie, shock. I sintomi sono: cute lesa fuoriuscita di sangue dolore

61 L’abrasione può essere provocata da una lama che, con un movimento radente, asporta gli strati più superficiali di quest’ultima, oppure da una caduta. Il quadro sintomatologico è caratterizzato da dolore, striature sanguinanti ravvicinate e parallele, cute arrossata e gonfiore. Il trattamento prevede il lavaggio con acqua e sapone neutro e disinfezione con acqua ossigenata L’escoriazione è una ferita dove la cute viene lacerata a causa della sua compressione e strofinamento tra una superficie liscia e l’osso. La parte si presenta sporca, sanguinante, tumefatta e con perdita di sangue. Il trattamento è simile al precedente, con aggiunta di un tampone di garza sulla ferita e di un cerotto a cornice sui bordi.

62 Le ferite da punta, da taglio o entrambe possono essere provocate da corpi appuntiti e filiformi(da punta), da corpi taglienti e affilati (da taglio) e da corpi affilati e con punta(da punta e taglio) La ferita può presentarsi di grosse dimensioni con notevole perdita di sangue, con manifestazioni dolorose, con shock sino alla morte Il trattamento delle ferite prevede: - lavaggio della zona lesa con acqua e sapone neutro disinfezione con acqua ossigenata a 12 volumi all’interno e ai margini della ferita coprire con una garza quadrata e porre il cerotto attorno alla garza

63 La terapia delle ferite e loro gravità
Posizione antishock in caso di ferite profonde Tamponamento della ferita con garza e se, fortemente sanguinante procedere come per le emorragie Se la ferita è lieve usare acqua ossigenata e tamponare La gravità delle ferite si giudica da: estensione profondità presenza di corpi estranei Sono sempre gravi e richiedono terapia in ospedale le ferite: Al viso Agli orifizi naturali del corpo Al torace All’addome

64 Complicanze delle ferite
emorragie shock infezioni (compreso il tetano) lesione organi interni I sintomi delle infezioni sono: Rossore, calore, tumefazione A volte pus Tumefazione delle linfoghiandole (collo, ascella, inguine)

65 Per emoraggia si intende la fuoriuscita di sangue dal torrente circolatorio all’esterno (emorragie esterne) o dall’interno (Emorragie interne). La gravità delle emoraggie dipende dalla quantità di sangue perduto.

66 I metodi per fermare una emorragia
Compressione diretta sulla ferita Punti di compressione (arteriose) Lacci emostatici

67 Le emorragie esterne La compressione diretta sulla ferita è il metodo migliore e si attua applicando un tampone di garza sterile sulla ferita, comprimendo con forza e ponendo una fascia sopra di essa. Nel caso in cui non si disponga di tamponi è opportuno prendere in considerazione i punti di compressione a monte di una ferita: Temporale(emorragia superiore del viso) Mascellare(e. inferiore del viso) Succlavia( e. della spalla) Ascellare (e. del braccio) Omerale(e. avambraccio) Poplitea (e. della gamba)

68 Altra metodologia per fermare un’emorragia è quella dell’utilizzo del laccio emostatico. Questo è uno strumento che, comprimendo il vaso sanguigno contro un piano duro, impedisce di sanguinare. Il laccio emostatico (o di gomma) va usato quando: - amputazione - schiacciamento di un arto Esso impedisce al sangue di passare e va posto a monte della ferita. Il laccio di stoffa si usa in caso di emoraggie poiché lascia passare un pò di sangue e permette una parziale ossigenazione. Attenzione a non togliere il laccio una volta messo.

69 Le emorragie interne Sintomi dello stato di shock: pallore estremo
cute fredda e umida brividi, tremore polso piccolo e frequente respiro rapido e superficiale agitazione e poi sonnolenza. Il trattamento consiste in: Mettere l’infortunato in posizione antishock Coprirlo(non usare borse calde) Non somministrare caffè né stimolanti per il cuore Non somministrare alcolici Ospedalizzazione immediata

70 Le emorragie esteriorizzate
In questo caso la perdita di sangue avviene all’interno del corpo con successiva fuoriuscita all’esterno attraverso un orifizio naturale (orecchio, naso,ecc) L’otorragia è l’emissione di sangue dall’orecchio e può essere provocata da traumi locali (come la rottura della membrana timpanica) a carico dell’orecchio stesso o può derivare da un’emorragia cranica per rottura della base cranica media. I sintomi sono fuoriuscita di sangue dal padiglione auricolare e forte dolore. La terapia extraospedaliera dell’otorragia: - porre l’infortunato in posizione laterale di sicurezza dal lato in cui fuoriesce il sangue - chiamare il pronto soccorso Non usare mai cotton fiock

71 L’epistassi E’ la fuoriuscita di sangue dal naso per cause:
locali (fragilità capillare, traumi) generali (ipertensione) Il trattamento extraospedaliero consiste in: far sedere la persona con la testa in avanti comprimere il naso tra le due dita applicare garze di acqua fredda alla radice del naso

72 I corpi estranei oculari
Non strofinare mai l’occhio al fine di evitare la penetrazione del corpo estraneo in profondità. I sintomi di un corpo estraneo oculare sono: Vivo bruciore oculare Dolore Arrossamento Lacrimazione Disturbi visivi Ipersensibilità alla luce

73 Cosa fare e cosa non fare
Che cosa fare: eventuale lavaggio oculare copertura di entrambi gli occhi con garze appena appoggiate Che cosa non fare: non permettere lo strofinamento non aprire con forza le palpebre non rimuovere le lenti a contatto non rimuovere il corpo estraneo

74 Folgorazione E’ il passaggio di corrente elettrica attraverso il corpo umano e provoca: Ustioni Contrazione dei muscoli Arresto cardio-respiratorio La gravità dei quadri è in rapporto a: Intensità della corrente Durata di esposizione del corpo Presenza di strutture isolanti il soggetto

75 Che cosa fare interrompere il circuito elettrico rianimare il soggetto
se è cosciente: posizione di sicurezza valutare la gravità delle ustioni porre garze sterili sulle lesioni ospedalizzare

76 Le ustioni Sono lesioni che interessano la pelle e ciò che è sottostante e sono provocate da: Sostanze chimiche Fonti di calore Agenti fisici (raggi solari, elettricità, fonti radioattive) Complicanze: Infezioni shock

77 Ustioni: classificazioni
I° grado (strato superficiale):rossore, gonfiore, dolenzia. II° grado (danno più profondo): vescicole piene di liquido III° grado (morte dei tessuti):necrosi La gravità dipende da: Profondità Sede Estensione Natura dell’agente ustionante L’intervento consiste in: Arrestare l’azione lesiva Usare acqua ed estintori in caso di abiti in fiamme Infilare i gunti e coprire di garze o teli sterili

78 Va evitato assolutamente
Togliere indumenti Toccare con le mani le zone ustionate Applicare pomate e sostanze varie.

79 Primo soccorso nelle ustioni
I° grado: sono sufficienti impacchi di acqua fredda II° grado: Immergere la parte in acqua fredda Dare da bere Non rompere le vescicole Medicare con garza sterile Usare tubolare di rete per mantenere areata la lesione III° grado: è sempre richiesto il trattamento medico non togliere i vestiti dare da bere posizione anti-shock

80 I traumi Si distinguono in: - contusione - distorsione - lussazione
- frattura La contusione è la lesione delle parti cutanee e muscolari, dovuta alla pressione o all’urto di un corpo estraneo, senza la rottura della parete cutanea, e con la formazione di ematomi La distorsione è lo scostamento articolare temporaneo delle estremità delle ossa di una articolazione

81 Contusioni e distorsioni
Si manifestano con: Dolore fisso e vivo Gonfiore immediato Ecchimosi o ematomi L’intervento consiste in: Immobilizzazione e messa a riposo dell’arto Applicazione di ghiaccio sulla parete lesa A seconda della gravità si distinguono, procedendo dalla meno grave alla più grave: Distorsioni di primo grado Distorsioni di secondo grado Distorsioni di terzo grado IN QUESTI CASI IL SOCCORRITORE NON DOVRA’ MAI APPLICARE CALORE O MASSAGGIARE LA PARTE COLPITA DAL TRAUMA

82 Lussazione E’ Lo spostamento permanente delle estremità ossee di una articolazione per rottura dei legamenti Un segno caratteristico è la deformazione anatomica. L’arto va immobilizzato rispetto alla posizione assunta dopo il trauma Il soccorritore non dovrà mai cercare di ridurre la lussazione: tale intervento verrà effettuato da personale qualificato in ambiente specialistico

83 La frattura E’ un’improvvisa interruzione della continuità di un osso determinatasi: a seguito dell’urto contro un oggetto e/o un violento trauma (frattura post-traumatica) senza apparenti traumi in soggetti che presentino uno stato patologico particolare di indebolimento dell’osso (frattura patologica)

84 La frattura si divide in:
Composta (senza spostamento dei monconi) Scomposta (con spostamento dei monconi) La cute può lacerarsi trasformando una frattura chiusa in una esposta. Si manifesta con dolore, impotenza funzionale, limitazione del movimento, deformità, mobilità abnorme, ematoma e gonfiore

85 Nelle fratture bisogna impedire che l’infortunato venga mosso prima dell’arrivo del personale di pronto soccorso. Comportamento generale: slacciare (se possibile) cinture,calze, indumenti immobilizzare l’arto solo se si deve provvedere a spostare il paziente Ricordarsi inoltre di: Non forzare la parte colpita Non tentare di ristabilire la normale situazione dell’osso fratturato Prestare particolare attenzione alle fratture esposte (sii infettano con facilità)

86 Trauma cranico Si manifesta, nelle forme gravi, con uno dei seguenti sintomi: Incoscienza, sonnolenza, disorientamento Sangue che fuoriesce dal naso, dalla bocca e dall’orecchio Paralisi di un arto del corpo Vomito Vertigine e cefalea

87 Traumi della colonna I traumi della colonna possono essere provocati da cadute dell’alto, colpi diretti e distorsioni. Possono o meno interessare il midollo spinale Si manifestano con dolore localizzato, impossibilità di reggersi in piedi, rigidità e perdita della sensibilità Che cosa fare: Assicurarsi della pervietà delle vie aeree Coprire con una coperta Non spostare l’infortunato Evitare ogni movimento Non somministrare bevande

88 I morsi di animale e le punture di insetto
Tra le numerose specie animali che possono arrecare danno all’uomo con morsi e punture vanno ricordate: Le vipere Gli imenotteri Gli aracnidi e gli scorpionidi I celenterati La murena e la razza

89 Nel mondo esistono 3500 specie di serpenti velenosi.
In Italia ne abbiamo 4: Vipera aspis o vipera comune Vipera berus o marasso palustre Vipera ammodytes o vipera del corno Vipera ursinii Le vipere con il morso inoculano numerose tossine. E’ importante stabilire se a mordere è stato un serpente velenoso o meno. Il morso della vipera è riconoscibile dalla presenza di due forellini distanziati di 1 cm

90 Effetti locali Compaiono in pochi minuti e sono: Dolore
Edema esteso a tutto l’arto Necrosi in sede di morso Chiazze emorragiche Gli effetti sistemici compaiono entro un’ora e sono: Vomito e nausea Dolori muscolari ed articolari Aumento della temperatura Collasso cardiocircolatorio La morte può avvenire entro 6-48 ore

91 I provvedimenti Sfilare anelli e bracciali, ecc
Applicare bendaggio di compressione sul punto di morsicatura esteso poi sia a monte che a valle della ferita Immobilizzare la parte colpita e mantenere il paziente tranquillo e immobile Trasportare sempre il paziente in ospedale per la somministrazione del siero antiofidico Nel caso in cui si disponga di siero antiofidico e si è distanti da una struttura sanitaria di pronto soccorso, il siero andrà somministrato con le seguenti modalitaà Mezza fiale intorno alla ferita, in 2-3 punti L’altra metà per via in tramuscolare

92 Le punture di insetto Le reazioni sistemiche immediate (fenomeni allergici anche gravi) e tardive (manifestazioni cutanee diffuse) I provvedimenti sono: La raccolta delle informazioni sull’insetto Accertarsi se il soggetto è allergico Rimuovere l’aculeo Impacchi con il ghiaccio

93 Bibliografia Corso di formazione per gli incaricati al primo soccorso a cura del medico competente – Sovraintendenza Medica Generale dell’INAIL


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