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LEZIONI DI MACROECONOMIA CAPITOLO 4

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Presentazione sul tema: "LEZIONI DI MACROECONOMIA CAPITOLO 4"— Transcript della presentazione:

1 LEZIONI DI MACROECONOMIA CAPITOLO 4
Domanda di moneta, le varie teorie. Equilibrio del mercato della moneta 1

2 Le teorie della domanda di moneta
La teoria quantitativa, espressione del pensiero classico e neoclassico che individua nella moneta soprattutto un mezzo di scambio La teoria della preferenza per la liquidità, che origina dal pensiero keynesiano e sottolinea soprattutto il ruolo della moneta come riserva di valore La teoria delle scelte di portafoglio di Tobin, che inserisce la domanda di moneta nell’ambito di una domanda complessiva di attività finanziarie La teoria monetarista di Friedman, che costituisce una riproposizione della teoria quantitativa

3 Le teorie della domanda di moneta
Nell’ambito della scuola classica e neoclassica, la moneta è vista essenzialmente nel suo ruolo di mezzo di pagamento e in base a questo attributo viene data una giustificazione all’esistenza di saldi monetari presso gli operatori e quindi di una domanda di moneta

4 Le teorie della domanda di moneta
Il soggetto economico detiene una determinata quantità di moneta per superare l’intervallo temporale fra il momento del pagamento e quello dell’incasso  il livello del reddito disponibile e la struttura temporale della spesa sono le variabili che determinano l’ammontare di tale domanda di moneta

5 Le teorie della domanda di moneta
A seconda della lunghezza dell’intervallo di pagamento, si avranno giacenze (quantità di moneta che l’operatore detiene in un mese, per es.) diverse e quindi diversa sarà la quantità di moneta richiesta Quanto maggiore è la giacenza media, tanto meno la moneta circola rapidamente tra gli operatori Gli sfasamenti temporali tra entrate e uscite determinano il fabbisogno di moneta

6 La velocità di circolazione della moneta e l’identità quantitativa
Velocità di circolazione della moneta: indichiamo con T l’ammontare complessivo dei pagamenti da effettuare e con M la quantità di moneta in circolazione (compresa quella creata dal sistema bancario) si ottiene il rapporto : V = T/M Il rapporto V è il numero medio dei passaggi di ogni unità monetaria  la velocità (media) di circolazione della moneta In altre parole: la velocità di circolazione è il numero di volte che l’unità di moneta passa di mano entro un definito lasso di tempo 5

7 La velocità di circolazione della moneta e l’identità quantitativa
Il volume dei pagamenti T è un flusso che rappresenta il valore monetario di tutti gli scambi di beni finali e intermedi, di servizi lavorativi e di altro genere T = PQ P rappresenta il livello dei prezzi e Q è un indicatore delle quantità scambiate valutate a prezzi costanti

8 La teoria quantitativa della moneta
Mettendo insieme V = T/M e T = PQ perveniamo all’identità quantitativa MV = PQ La moneta per la sua velocità di circolazione è uguale al valore degli scambi effettuati In altri termini la velocità di circolazione della moneta può essere definita: V = PQ/M

9 La teoria quantitativa della moneta
La teoria quantitativa della moneta (teoria di Fisher) assume che il livello del prodotto in termini reali e la velocità di circolazione: siano dati ed indipendenti dalla quantità di moneta non siano da essa influenzabili Qualora si ipotizzi che V e Q siano costanti e, rispettivamente pari a V* e Q*, l’identità MV = PQ può essere trasformata nell’equazione della teoria quantitativa della moneta: P = (V*/Q*)M

10 La teoria quantitativa della moneta
Se la quantità di moneta dipende dalle decisioni delle autorità monetarie, mentre V e il volume degli scambi (Q) sono costanti, P diviene necessariamente l’unica variabile dipendente su cui si scaricano gli effetti di variazioni della quantità di moneta P = (V*/Q*)M ad ogni data variazione percentuale della quantità di moneta corrisponde un’eguale variazione percentuale del livello dei prezzi  In sostanza, il livello dei prezzi è proporzionale alla quantità di moneta

11 La teoria quantitativa della moneta
dalla “rigida” versione della teoria quantitativa: L’unico motivo per cui un individuo decide di trattenere moneta in forma liquida è la necessità di effettuare pagamenti. In altri termini, la moneta è domandata esclusivamente per effettuare transazioni Passiamo ora alla teoria Keynesiana

12 La teoria della preferenza della liquidità
Keynes distingue tre motivi principali per cui si detiene moneta: Scopo transattivo Scopo precauzionale Scopo speculativo Quelli a scopo transattivo e precauzionale derivano dall’uso della moneta nel facilitare gli scambi, mentre il movente speculativo risulta dalla moneta in quanto attività finanziaria e riserva di valore

13 La teoria della preferenza della liquidità
La domanda a scopo transattivo è: la domanda di moneta che è necessaria per effettuare le normali transazioni correnti, transazioni che sono di routine e quindi prevedibili queste transazioni sono effettuate sia dai privati sia dalle imprese,  Keynes suddivide il suo movente a scopo transattivo in un movente del reddito e in un movente d’impresa

14 La teoria della preferenza della liquidità
La domanda a scopo precauzionale consiste nel provvedere ad eventuali contingenze che esigono una spesa improvvisa provvedere ad opportunità impreviste di effettuare degli acquisti vantaggiosi possedere un’attività il cui valore monetario è fisso per far fronte a successive passività che fossero anch’esse fisse in termini monetari Anche la domanda di moneta volta a soddisfare questo movente dipende dal livello di reddito

15 La teoria della preferenza della liquidità
Keynes riteneva che l’incidenza dei due moventi (quello transattivo quello precauzionale) fosse influenzata anche da altri due fattori In primo luogo, il costo e la capacità di ottenere moneta al momento in cui essa è effettivamente necessaria per essere spesa: se una persona è certa che può ottenere un prestito a basso costo al momento effettivo in cui sa che dovrà affrontare una spesa, essa può preferire il prestito piuttosto che “portarsi dietro” una scorta di moneta per tutto l’intervallo necessario

16 La teoria della preferenza della liquidità
In secondo luogo, esiste un costo-opportunità nel detenere moneta Se la moneta può essere conservata soltanto rinunciando all’acquisto di un’attività vantaggiosa, ciò accresce il costo e quindi indebolisce la motivazione in favore del possesso di una data quantità di moneta Tuttavia il tasso d’interesse riveste soltanto un ruolo minore nei moventi a scopo transattivo e precauzionale, esso ha un’importanza rilevante, secondo Keynes, nel movente a scopo speculativo

17 La teoria della preferenza della liquidità
Dato che il futuro del tasso d’interesse è incerto, gli operatori hanno l’opportunità di speculare nella speranza di assicurarsi dei profitti derivanti dal fatto di conoscere meglio del mercato ciò che il futuro porterà con sé Con “incertezza”, Keynes non sembra voler indicare l’incertezza da parte del singolo individuo rispetto a quale sarà il tasso d’interesse futuro, ma piuttosto le differenze d’opinione tra gli individui relativamente al corso futuro del tasso d’interesse

18 La teoria della preferenza della liquidità
Keynes considera una sola alternativa alla moneta come riserva di valore  i titoli Un titolo è un’attività che fornisce al suo possessore un reddito annuo fisso in termini monetari, per esempio, un titolo di 1000 euro emesso al 2,5% da un’impresa privata o dallo Stato procurerebbe al suo possessore un reddito annuale di 25 euro Il prezzo dei titoli e il tasso d’interesse sono tuttavia inversamente proporzionali

19 La teoria della preferenza della liquidità
ESEMPIO Supponiamo che il tasso d’interesse sui nuovi titoli sia aumentato al 5%, in modo che un nuovo titolo da 1000 euro offra al suo possessore un reddito monetario annuo di 50 euro; in tal caso nessuno sarebbe disposto a pagare più di 500 euro per un titolo che frutta soltanto 25 euro l’anno

20 La teoria della preferenza della liquidità
Una delle più importanti innovazioni introdotte da Keynes nella sua analisi della domanda di moneta è stato il concetto di trappola della liquidità Esisterà un livello abbastanza basso del tasso corrente – il tasso critico minimo della collettività – al quale tutti desidereranno possedere moneta: la domanda di moneta diventa infinitamente elastica a questo tasso d’interesse nel senso che, qualunque sia la quantità di moneta disponibile a scopo speculativo, sarà tutta assorbita e mantenuta oziosa; questo fenomeno è stato denominato “trappola della liquidità”

21 La teoria della preferenza della liquidità di Keynes
Trappola della liquidità M

22 La teoria della preferenza della liquidità
Keynes, ha indicato con il simbolo M1 la quantità di moneta tenuta a scopi transattivi e precauzionali, con il simbolo M2, la quantità tenuta per scopi speculativi Analogamente a questa divisione esistono due funzioni della liquidità: L1 e L2 L1 dipende soprattutto dal livello di reddito Y L2 soprattutto dal tasso d’interesse Quindi: M = M1+M2 = L1(Y)+L2(i)

23 La teoria della preferenza della liquidità
Perciò l’analisi keynesiana della domanda di moneta è chiaramente divisa in due parti, l’una in cui la moneta è considerata semplicemente un mezzo di pagamento, l’altra che la considera un’attività finanziaria Secondo questo punto di vista, gli individui detengono una parte di moneta per scopi transattivi ed un’altra come riserva di valore

24 L’equilibrio sul mercato della moneta e la determinazione del tasso d’interesse
Scriviamo la funzione di domanda di moneta in termini reali come: Md = Md(Y, i) L’offerta di moneta si sposterà verso destra o verso sinistra a seconda che la banca centrale incrementi o riduca lo stock di base monetaria

25 L’equilibrio sul mercato della moneta e la determinazione del tasso d’interesse
Ms1 A i1 Md M1 M

26 L’equilibrio sul mercato della moneta e la determinazione del tasso d’interesse
Supponiamo che la banca centrale decida di incrementare la base monetaria facendo spostare la curva d’offerta verso destra Al tasso d’interesse prevalente i1 l’offerta di moneta ora supera la domanda Coloro che possiedono questa moneta aggiuntiva la useranno per acquistare titoli, provocando un aumento del loro prezzo ed una conseguente diminuzione del tasso d’interesse

27 Supponiamo che la curva di domanda rimanga inalterata
L’equilibrio sul mercato della moneta e la determinazione del tasso d’interesse Supponiamo che la curva di domanda rimanga inalterata Il tasso d’interesse continuerà a diminuire fino a raggiungere il livello i2, in corrispondenza del quale la domanda di moneta sarà aumentata abbastanza da indurre gli operatori a detenere l’accresciuto stock di moneta L’equilibrio si raggiungerà nel punto B

28 L’equilibrio sul mercato della moneta e la determinazione del tasso d’interesse
Ms1 Ms2 A i1 B i2 Md M1 M2 M


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