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E IRC (p. Matteo Giuliani)

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Presentazione sul tema: "E IRC (p. Matteo Giuliani)"— Transcript della presentazione:

1 E IRC (p. Matteo Giuliani)
INTERCULTURALITA’, INTERRELIGIOSITA’ E IRC (p. Matteo Giuliani)

2 Il primo sentimento, quando ci avviciniamo ad un altro popolo ad un'altra cultura ad un'altra religione si deve manifestare nel fatto che ci leviamo le scarpe; perché il luogo a cui ci avviciniamo è santo. Altrimenti potrebbe accadere che noi disturbiamo i sogni delicati di altri uomini, o - peggio ancora - che noi dimentichiamo, che Dio lì ci ha preceduti (J. V. Taylor)

3 La società è diventata multiculturale e plurale
I FATTI INTERPELLANO La società è diventata multiculturale e plurale Politiche di integrazione culturale e sociale Progetti di educazione interculturale

4 L’attenzione all’interculturalità nella scuola italiana
- Da una pedagogia di tipo compensativo o difettologico - A principi innovativi (nella CM 205/1990), a indicazioni per l’accoglienza e l’integrazione degli stranieri ma anche alla proposta dell’educazione interculturale per tutti. La CM 73/1994 dal titolo “Dialogo interculturale e convivenza democratica: l’impegno progettuale della scuola”. Cfr. anche DPR 394/1999; Regolamento 275/1999. Si veda anche il Consiglio nazionale della pubblica istruzione su Problematiche interculturali, 2005, e MIUR, Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri, 2006. Cfr anche MIUR, Osservatorio nazionale per l’integrazione degli alunni stranieri e l’educazione interculturale, La via italiana alla scuola interculturale, 2007.

5 L’attenzione all’interculturalità nella scuola italiana
“Dialogo interculturale e convivenza democratica: l’impegno progettuale della scuola” (CM 73/1994): “L’educazione interculturale si basa sulla consapevolezza che i valori che danno senso alla vita non sono tutti nella nostra cultura, ma neppure tutti nelle culture degli altri; non tutti nel passato, ma neppure tutti nel presente o nel futuro. Educare all’interculturalità significa costruire la disponibilità a conoscere e a farsi conoscere nel rispetto dell’identità di ciascuno in un clima di dialogo e di solidarietà”.

6 Il compito della scuola nella società multiculturale
un quadro di obiettivi, idee forti come l’orizzonte dell’azione educativa: riconoscere e valorizzare le diversità come fattore di arricchimento; favorire la conoscenza dell'altro per eliminare la paura e il pregiudizio; esprimere la propria identità attraverso la comunicazione senza timore di essere diverso; favorire la formazione di un'identità personale e culturale chiara e consapevole in una prospettiva di comprensione e di interazione con quella degli altri, fino ad arricchirsi dei dati degli altri … il superamento di pregiudizi e stereotipi e una corretta concezione dell’identità e della cultura come processo aperto agire su due livelli: quello cognitivo e quello affettivo, delle rappresentazioni reciproche e delle emozioni.

7 Tipi di intervento o i passi dell’incontro (D. Demetrio):
Sapere l'altro e dell'altro. E' la conoscenza dell'altro, e la curiosità a caratterizzare questo primo tipo di attività. Fare con l'altro. Avere la possibilità di cooperare, di stare insieme, di rimescolarsi, di toccarsi, di non avere paura delle reciproche corporeità. Fare e sapere per l'altro. L'attenzione in questo caso è rivolta, all'interno di prospettive di solidarietà, alla conoscenza di ciò che significa immigrazione Imparare a conoscersi di più grazie all'altro. Gli altri mettono in discussione il nostro modo abituale di conoscere. Imparare a riconoscere emozioni e rappresentazioni comuni. E' una didattica non basata sulle differenze, ma sulle comunanze, che possiamo svolgere usando gli strumenti che appartengono al lavoro didattico più tradizionale. Trasmettere messaggi simbolici ai bambini italiani e non, con contenuti augurali di accoglienza, con la creazione del clima e disponibilità all'incontro.

8 Gli insegnanti e l’educazione interculturale
Quattro diverse interpretazioni: - L'educazione interculturale come conoscenza e valorizzazione delle altre culture e, soprattutto, di quelle di appartenenza degli alunni stranieri. L'educazione interculturale è un progetto di scambio e di rielaborazione interculturale. L'interculturale viene inteso come un valore-attitudine, che deve promuovere e facilitare l'interazione, l'ideale della convivenza democratica e dell'antirazzismo. In ultima posizione si collocano le risposte che danno dell'educazione interculturale una definizione legata ai saperi, alle discipline, al cambiamento nell'impostazione didattica. G. Favaro, L’educazione interculturale in Italia. Una scelta possibile e necessaria, in G. Favaro - L. Luatti (a cura di), L’interculturalità dall’A alla Z, Franco Angeli, Milano 2004, 28.

9 Gli insegnanti e l’educazione interculturale
Quattro strategie operative unitarie: - attenzione alla relazione attivando un clima di apertura e di dialogo; - attenzione ai saperi attraverso l’accostamento alle culture e ai loro documenti; - attenzione all’interazione e allo scambio per costruire sintesi originali; - attenzione all’integrazione per quanto riguarda lingua, conoscenza dell’ambiente, valori costituzionali e leggi.

10 Educazione interculturale e IRC
“L’educazione interculturale non può non fare i conti con le religioni” (A. Canevaro). "Una forte domanda e insieme un richiamo vengono al continente europeo dall'immigrazione di genti di altri continenti, bisognose di accoglienza e solidarietà, ma anche portatrici di valori culturali e spirituali che l'insegnamento della religione non può trascurare“ (Giovanni Paolo II)

11 Competenze, conoscenze e abilità nell’IRC e dimensione interreligiosa
SCUOLA DELL’INFANZIA Il sé e l'altro Relativamente alla religione cattolica: Scopre nei racconti del Vangelo la persona e l'insegnamento di Gesù, da cui apprende che Dio è Padre di tutti e che la Chiesa è la comunità di uomini e donne unita nel suo nome, per sviluppare un positivo senso di sé e sperimentare relazioni serene con gli altri, anche appartenenti a differenti tradizioni culturali e religiose. […] La conoscenza del mondo Relativamente alla religione cattolica: Osserva con meraviglia ed esplora con curiosità il mondo, riconosciuto dai cristiani e da tanti uomini religiosi come dono di Dio Creatore, per sviluppare sentimenti di responsabilità nei confronti della realtà, abitandola con fiducia e speranza.

12 SCUOLA PRIMARIA Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola primaria […] - Riconosce che la Bibbia è il libro sacro per cristiani ed ebrei e documento fondamentale della nostra cultura, sapendola distinguere da altre tipologie di testi, tra cui quelli di altre religioni; […]. - Si confronta con l'esperienza religiosa e distingue la specificità della proposta di salvezza del cristianesimo; […]. Obiettivi di apprendimento al termine della classe quinta della scuola primaria Dio e l'uomo […] - Riconoscere avvenimenti, persone e strutture fondamentali della Chiesa cattolica sin dalle origini e metterli a confronto con quelli delle altre confessioni cristiane evidenziando le prospettive del cammino ecumenico. - Conoscere le origini e lo sviluppo del cristianesimo e delle altre grandi religioni individuando gli aspetti più importanti del dialogo interreligioso.

13 SCUOLA PRIMARIA Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola primaria […] - Riconosce che la Bibbia è il libro sacro per cristiani ed ebrei e documento fondamentale della nostra cultura, sapendola distinguere da altre tipologie di testi, tra cui quelli di altre religioni; […]. - Si confronta con l'esperienza religiosa e distingue la specificità della proposta di salvezza del cristianesimo; […]. Obiettivi di apprendimento al termine della classe quinta della scuola primaria La Bibbia e le altre fonti […] - Confrontare la Bibbia con i testi sacri delle altre religioni. I valori etici e religiosi - Scoprire la risposta della Bibbia alle domande di senso dell'uomo e confrontarla con quella delle principali religioni non cristiane.

14 SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO
Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola secondaria di primo grado - […] A partire dal contesto in cui vive, sa interagire con persone di religione differente, sviluppando un'identità capace di accoglienza, confronto e dialogo. […] - Riconosce i linguaggi espressivi della fede (simboli, preghiere, riti, ecc.), ne individua le tracce presenti in ambito locale, italiano, europeo e nel mondo imparando ad apprezzarli dal punto di vista artistico, culturale e spirituale. Obiettivi di apprendimento al termine della classe terza della scuola secondaria di primo grado Dio e l'uomo - Cogliere nelle domande dell'uomo e in tante sue esperienze tracce di una ricerca religiosa - Comprendere alcune categorie fondamentali della fede ebraico-cristiana (rivelazione, promessa, alleanza, messia, risurrezione, grazia, Regno di Dio, salvezza...) e confrontarle con quelle di altre maggiori religioni.

15 SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO
Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola secondaria di primo grado - […] A partire dal contesto in cui vive, sa interagire con persone di religione differente, sviluppando un'identità capace di accoglienza, confronto e dialogo. […] - Riconosce i linguaggi espressivi della fede (simboli, preghiere, riti, ecc.), ne individua le tracce presenti in ambito locale, italiano, europeo e nel mondo imparando ad apprezzarli dal punto di vista artistico, culturale e spirituale. Obiettivi di apprendimento al termine della classe terza della scuola secondaria di primo grado Il linguaggio religioso […] Individuare gli elementi specifici della preghiera cristiana e farne anche un confronto con quelli di altre religioni Focalizzare le strutture e i significati dei luoghi sacri dall'antichità ai nostri giorni. I valori etici e religiosi Cogliere nelle domande dell'uomo e in tante sue esperienze tracce di una ricerca religiosa. Saper esporre le principali motivazioni che sostengono le scelte etiche dei cattolici rispetto alle relazioni affettive e al valore della vita dal suo inizio al suo termine, in un contesto di pluralismo culturale e religioso.

16 LINEE DI DIDATTICA INERCULTURALE
metodo narrativo, comparativo, de-costruttivo, del decentramento, della restituzione (o riconoscimento del debito culturale), del gioco (o della via ludica) dell’azione (o pedagogia dei gesti). Cfr. A. Nanni – S. Curci, Buone pratiche per fare intercultura, EMI, Bologna 2005, 59ss:

17 OBIETTIVI DI DIDATTICA INTERRELIGIOSA NELL’IRC
Imparare a riconoscere testimonianze e documenti di altre religioni Comprendere il significato dei fenomeni religiosi Essere capaci di decentramento, vedere una religione anche dal punto di vista dell’altra con cui si entra in contatto; Essere capaci di interazione all’insegna della reciproca comprensione, rispetto e disponibilità ad imparare dall’altro; Essere capaci di consapevolezza della diversità e di comparazione tra elementi delle religioni. Rispettare l’estraneità rimanente nella considerazione delle altre religioni(strutture di pensiero e di espressione, segni e simboli).

18 TRE APPROCCI PER UNA DIDATTICA DELLE RELIGIONI
MONORELIGIOSA Erziehung in Religion Learning in Religion Education à la religion MULTIRELIGIOSA Erziehung über Religion Learning about Religion Apprendre a propos o autour de religions INTERRELIGIOSA Erziehung von Religion aus Learning from Religion Apprendre à partir de religions

19 Approccio monocorrelativo
CATECHESI Approccio monocorrelativo TRADIZIONE CRISTIANA ESPERIENZA UMANA Ermeneutica del soggetto Ermeneutica del testo Vita quotidiana dell’uomo - Problemi Domande Valori Aspirazioni Il messaggio cristiano - Apertura Risposta Allargamento Soddisfazione Cfr. RdC, n. 52, 77

20 INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE Approccio multicorrelativo
TRADIZIONI FILOSOFICHE E CULTURALI TRADIZIONI RELIGIOSE TRADIZIONE CRISTIANA TRADIZIONE CRISTIANA IMPLICITA ESPERIENZA UMANA Ermeneutica del soggetto Ermeneutica del contesto sociale Ermeneutica del testo

21 LINEE DI UNA DIDATTICA INTERRELIGIOSA
FERITE STORICHE E PREGIUDIZI DA SUPERARE APERTURA IN ISRAELE, IN GESÙ CRISTO E NELLA COMUNITÀ CRISTIANA LA PRESENTAZIONE PARZIALE O GLOBALE DELLE RELIGIONI LA VIA DELLA COMPARAZIONE (di oggetti, usanze, testi, …) IL CONCETTO DI DIALOGO INTERRELIGIOSO I MODELLI INTERPRETATIVI DEL RAPPORTO CON LE ALTRE RELIGIONI BIOGRAFIE DEL DIALOGO INTERRELIGIOSO

22 FERITE STORICHE E PREGIUDIZI DA SUPERARE
In ogni contributo al dialogo interreligioso è evidente la necessità di riprendere eventi, istituzioni, periodi storici, per farne una lettura il più possibile documentata e tale da fare emergere le ragioni degli uni e degli altri, le letture incrociate dei fenomeni e i valori in gioco. Spesso gli eventi diventano occasione di “mea culpa”; sempre sono stimolo alla riflessione su errori da evitare e atteggiamenti positivi verso l’altro da rinforzare; sono occasioni della riconciliazione della memoria e della mentalità.

23 FERITE STORICHE E PREGIUDIZI DA SUPERARE
“Ci sono periodi della storia del cattolicesimo che riguardano il mio popolo e che per il mio popolo non furono particolarmente felici. L’Inquisizione in Spagna: non la posso capire, ancora oggi non riesco a capirla. Pensi a Dostoevskij, lì c’è un passaggio impressionante a proposito del Grande Inquisitore. Questi crede che tutto ciò che fa sia per Cristo. Alla fine Cristo va da lui. Ma egli lo caccia via e dice: «Mi disturbi. Vattene!». Non riesco a capire come in nome dell’amore, in nome dell’amore per Dio possano essere perseguitati e bruciati vivi degli uomini. Non lo riesco a capire. Altrettanto poco capisco le crociate. Forse all’inizio l’idea era buona … Ma sul cammino uccidevano ebrei. Sempre. Non avevano niente a che fare con gli ebrei, ma uccidevano ebrei. Non lo posso capire. … Questo vuol dire che ne sono responsabili i cristiani di oggi? Dio non voglia!” (E. Wiesel, in Dove si arrende la notte. Un ebreo e un cristiano in dialogo dopo Auschwitz, Rubbettino, Soveria Mannelli 2011, 67-68).

24 FERITE STORICHE E PREGIUDIZI DA SUPERARE
Le Crociate Inquisizione spagnola la shoah la battaglia di Lepanto

25 APERTURA IN ISRAELE, IN GESÙ CRISTO E NELLA COMUNITÀ CRISTIANA
Considerando Israele: La creazione, l'alleanza cosmica con l'umanità, (prima dell'alleanza con Abramo e Mosè): con Adamo e con Noè; Individui vissuti nella fede e "santamente" fuori dal popolo ebraico: Abele, Enoch, Noè, Giobbe, Melchisedek, Lot, la regina di Saba, … Testimonianze dell'universalità dell'amore e perdono di Dio: il libro di Giona, l'universalismo del profeta Isaia, del Tritoisaia, del profeta Daniele, del Deuterozaccaria, …; I temi teologici della Parola, della Sapienza, dello Spirito, espressioni del manifestarsi di Dio nella storia umana universale.

26 APERTURA IN ISRAELE, IN GESÙ CRISTO E NELLA COMUNITÀ CRISTIANA
Aperture e scelte nel NT: Pietro che scopre che Dio non fa preferenze di persone; Paolo che passa da un pessimismo profondo riguardo alla salvezza dei pagani e degli ebrei alla concezione che la salvezza è proporzionale ai doni ricevuti; Paolo che ha un atteggiamento di apertura verso la religiosità dei greci; Giovanni che vede nel Logos il realizzatore di una storia di salvezza che abbraccia tutta la storia dell'umanità (Prologo) e in Gesù Cristo il culmine della manifestazione universale di Dio.

27 PRESENTAZIONE PARZIALE DELLE RELIGIONI
Concezioni di fede fondatore preghiere manufatti RELIGIONE Libro sacro spazio sacro etica Vita quotidiana persone sviluppo storico feste / celebrazioni

28 VISITA ALLA SEDE UFFICIALE E AL LUOGO DI CULTO DI UN’ALTRA RELIGIONE: SINAGOGA, CHIESA E MOSCHEA
- Gli alunni diventano facilmente osservatori attenti e si lasciano interrogare da questo arriva ai loro sensi; si diventa valutativi a partire dal proprio modo di concepire la religione L’altra religione si mostra nel suo complesso di segni, riti, e persone

29 L’EDIFICIO SACRO ALLA SCOPERTA DELLO SPAZIO DI DIO E DEI CREDENTI

30 INTERNO DELLA SINAGOGA
ARMADIO DELLA TORAH BIMA E PULPITO PER CHI GUIDA LA PREGHIERA

31 INTERNO DELLA MOSCHEA BALDACCHINO MIHRAB MINBAR SCALA

32 LA PRESENTAZIONE GLOBALE DELLE RELIGIONI
La TRADIZIONE (e le FONTI) in cui si trova l'identità originaria; Il FONDATORE, vita, esperienza religiosa, ecc. Le CREDENZE, la dottrina specifica (Dio, l’uomo e rapporto); Le FORME COMUNITARIE vissute e le ISTITUZIONI fondate; I RITI, le feste, i LUOGHI DI CULTO, il CALENDARIO religioso; L'ETICA che esprime le credenze in termini di comportamento; La soluzione del PROBLEMA DELLA SALVEZZA; La storia dei RAPPORTI CON ALTRE RELIGIONI

33 LA VIA DELLA COMPARAZIONE
Porta ad evidenziare differenze Non può essere neutrale ma rapportata alle proprie concezioni Rende attivi i filtri affettivi Si propone la tematizzazione delle differenze assieme all’individuazione delle analogie

34 LA VIA DELLA COMPARAZIONE
BIBBIA TEMA CORANO (SURE) Gen 1,1-4,2a; 2,4b-25 S 8; 104; Mt 6,26 Creazione del mondo Lode al Creatore 7:54-56; 24:41-45; 30:17-25; 32:4-7; 43:9-14; 78:6-16; 79:27-33 Gen 1, 26-27; 2,7; 2,21-23 Creazione dell’uomo 7: 189; 23:12-14; 32:7-9; 38:71-77 Gen 2,25-3,24 Peccato originale 2: 34-38; 7:11-27; 20: Gen 4,1-16 Caino ed Abele 5:27-32 Gen 6,1-9,29 Noè e l’arca 11:25-48; 36:41-44

35 IL CONCETTO DI DIALOGO INTERRELIGIOSO
"In primo luogo, a livello propriamente umano, significa comunicazione reciproca, per raggiungere un fine comune o, a un livello più profondo, una comunione interpersonale. In secondo luogo, il dialogo può essere considerato come un atteggiamento di rispetto e di amicizia, che penetra o dovrebbe penetrare in tutte le attività che costituiscono la missione evangelizzatrice della Chiesa. Ciò può essere chiamato - a ragione - «lo spirito del dialogo». In terzo luogo, in un contesto di pluralismo religioso, il dialogo significa l'insieme dei rapporti interreligiosi, positivi e costruttivi, con persone e comunità di altre fedi per una mutua conoscenza e un reciproco arricchimento, nell'obbedienza alla verità e nel rispetto della libertà. Ciò include sia la testimonianza che la scoperta delle rispettive convinzioni religiose. E' in quest'ultima accezione che il presente documento utilizza il termine dialogo come uno degli elementi integranti della missione evangelizzatrice della Chiesa" (Dialogo e annuncio. Riflessioni e orientamenti sul dialogo interreligioso e l'annuncio del Vangelo di Gesù Cristo (1991), n. 9).

36 I MODELLI INTERPRETATIVI DEL RAPPORTO DEL CRISTIANESIMO CON LE ALTRE RELIGIONI
a) Esclusivismo b) Scetticismo c) Relativismo d) Inclusivismo e) Pluralismo (G. Lagenhorst)

37 I MODELLI INTERPRETATIVI DEL RAPPORTO DEL CRISTIANESIMO CON LE ALTRE RELIGIONI
Esclusivismo: in una sola religione salvezza Inclusivismo: la salvezza e la verità in una religione; nelle altre riverberi Pluralismo: Buddisti Indù Musulmani Cristiani Ebrei

38 BIOGRAFIE DEL DIALOGO INTERRELIGIOSO
Pionieri del dialogo ebraico-cristiano: Marc Chagall ( ) Schalom Ben Chorin ( ) Elie Wiesel (1928) ecc. ecc. Pionieri del dialogo cristiano-islamico: Raimondo Lullo San Francesco d’Assisi ( ) Nicolò Cusano ( ) Charles de Foucauld ( ) Giovanni Paolo II Don Andrea Santoro Chiara Lubich ecc. ecc. Pionieri del dialogo con le religioni orientali: Mahatma Gandhi ( ) Henry le Saux benedettino ( ) Dalai Lama XIV (1935) ecc. ecc.

39 L’INCONTRO CON RAPPRESENTANTE
DI ALTRA RELIGIONE Presentazione Esposizione Intervista Visita a luoghi significativi

40 UNITÀ DI APPRENDIMENTO
Cristianesimo e giudaismo Unità di apprendimento: I salmi. Cristiani ed ebrei pregano lo stesso Dio Obiettivo formativo: Scoprono la preghiera dei salmi e fanno proprio un nuovo accesso alla Bibbia; riconoscono che cristiani ed ebrei pregano gli stessi salmi e pregano lo stesso Dio. Unità di apprendimento: Gesù da parte dei cristiani e degli ebrei Obiettivo formativo: riconoscono la diversa concezione di Gesù da parte di ebrei e cristiani. Unità di apprendimento: Il calendario liturgico cristiano e le feste nell’ebraismo Obiettivo formativo: Conoscono feste ebraiche e cristiane. Unità di apprendimento: Sinagoga e chiesa a confronto Unità di apprendimento: Il Sabato e la domenica Unità di apprendimento: Pasqua ebraica e Pasqua cristiana Unità di apprendimento: Pregiudizi ed errori nei confronti degli ebrei Unità di apprendimento: Pionieri del dialogo ebraico-cristiano, ecc. ecc.

41 UNITÀ DI APPRENDIMENTO
Cristianesimo e islam Unità di apprendimento: Bibbia e Corano a confronto Obiettivo formativo: Sono capaci di accedere ai libri sacri; riconoscono analogie e differenza tra Bibbia e Corano; confrontano e interpretano testi dei due libri sacri che si riferiscono agli stessi personaggi. Unità di apprendimento: I cinque pilastri dell’Islam – Elementi comparabili del Cristianesimo Obiettivo formativo: evidenziano nella prassi della vita cristiana somiglianze con i cinque pilastri dell’Islam. Unità di apprendimento: Gesù nella Bibbia e nel Corano Obiettivo formativo: Conoscono il significato di Gesù nel Corano e lo confrontano con la concezione dei cristiani al riguardo. Unità di apprendimento: Moschea e chiesa a confronto Unità di apprendimento: Differenti indicazioni etiche tra Islam e Cristianesimo Unità di apprendimento: L’educazione etico-religiosa in Islam e Cristianesimo Unità di apprendimento: Cosa possono a vicenda imparare islamici e cristiani Unità di apprendimento: Pionieri del dialogo islamo-cristiano. Unità di apprendimento: Abramo patriarca per ebrei, cristiani e islamici. Unità di apprendimento: Sabato, domenica, venerdi i giorni santi, ecc. ecc.

42 UNITÀ DI APPRENDIMENTO
Cristianesimo e induismo Unità di apprendimento: Introduzione nei concetti fondamentali dell’induismo in confronto con il cristianesimo Unità di apprendimento: L’immagine di un unico Dio e di varie Divinità Unità di apprendimento: Libri sacri dell’induismo e del cristianesimo Unità di apprendimento: Il problema del sistema delle caste e altre strutture sociali Unità di apprendimento: Pionieri del dialogo indù-cristiano Unità di apprendimento: Pratica religiosa di indù e cristiani, ecc. ecc.

43 BIBLIOGRAFIA GOLSER K. (a cura di), Religioni ed ecologia. La responsabilità verso il creato nelle grandi religioni, Dehoniane, Bologna 1995. CAMBI F., Intercultura: fondamenti pedagogici, Carocci, Roma 2001. CONSIGLIO D’EUROPA - DIVISIONE DELLA DIMENSIONE EUROPEA DELL’EDUCAZIONE, La dimensione religiosa nell’educazione interculturale, Sapere 2000, Roma 2005. DAMIANO E. (a cura di), Homo migrans. Discipline e concetti per un curricolo di educazione interculturale a prova di scuola, Franco Angeli, Milano 1998. DEMETRIO D., G. FAVARO, Didattica interculturale. Nuovi sguardi, competenze, percorsi, Franco Angeli, Milano 2002. FAVARO G. – L. LUATTI (a cura di), L’interculturalità dall’A alla Z, Franco Angeli, Milano 2004. MAZZARA B. M., Stereotipi e pregiudizi, Il Mulino, Bologna 1997. KNITTER P. F., Introduzione alle teologie delle religioni, Queriniana, Brescia 2005. SACCONE C., I percorsi dell’Islam. Dall’esilio di Ismaele alla rivolta dei nostri giorni, Messaggero, Padova 2003. LEIMGRUBER S., Interreligiöses Lernen, Kösel, München 2007. Numero monografico Interreligiöses Lernen, in Katechetische Blätter, 127 (2002) 6. ZIEBERTZ H.-G., S. LEIMGRUBER, Interreligiöses Lernen in AA.VV., Religionsdidaktik, Kösel, München 2001.

44 Se io potessi darei ad ogni bambino
Una carta geografica del mondo … E se possibile un mappamondo che si possa illuminare, nella speranza, di allargare lo sguardo del bambino sulle parti più lontane e risvegliare in lui interesse e simpatia per tutti i popoli, per tutte le razze, per tutte le lingue e religioni (Helder Camara)


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